Le nuove avventure di Lupin III - Seconda serie - Serie animata (1977)

Seconda mitica serie del ladro gentiluomo, in giacca rossa. Questa è sicuramente la migliore delle tre serie. Consta di ben 155 episodi e può contare su un animazione illustre e ottime musiche. In questa serie c'è anche la partecipazione di un personaggio storico nel mondo degli anime, niente meno che Lady Oscar! Inoltre ritorna il letale Mr. X.

Lupin III è molto più di un cartone animato. Per la mia generazione è il compagno d'avventure di un'infanzia consumata all'ombra di un tubo catodico. Episodi come "I due Lupin", "La rosa e la pistola", "Odore di morte", "I rintocchi della campana", "Il gioco degli invasori" non sono che alcune pietre miliari di una serie che, nel bene e nel male, ha dettato le regole del "cartone" capace di trasmettere i giusti valori ad un pubblico ancora impreparato ad uno sguardo sul mondo reale. Per questo e per molto altro ancora... grazie, Lupin.

C’è una differenza abissale tra la prima e la seconda serie. Qui, le storie e i personaggi stessi sono più scanzonati. Lupin è allegrone e sempre pronto alla battuta, o a fare smorfie; e lo stesso dicasi di Jigen e Goemon che, pur mantenendo un maggior decoro, non sono seri come un tempo. Ci sono molte gag dove il povero Zenigata (Zazà) fa regolarmente la figura del fesso. Ma nonostante ecceda ogni tanto in pagliacciate, la serie è comunque gradevole e meritevole di visione (ci sono, qua e là, intuizioni e trovate da non sottovalutare). Buono.

Il Lupin III in giacca rossa non arriva a piacermi come quello in giacca verde, però mi soddisfa. I cinque personaggi sono riadattati per tutti, il campo d'azione di Lupin è il mondo, non più solo il Giappone, l'ispettore Zenigata perde molto del carisma di sei anni prima divenendo "Zazà", Fujiko ora è una pin-up dai capelli castani che, chissà perché, noi chiamiamo Margot ed il rock speen del 1971 viene cambiato in jazz scanzonato. 155 episodi sono troppi, almeno metà di essi sono dimenticabili.

Seconda memorabilissima stagione in cui Lupin lascia la giacca verde per quella rossa. È affiancato dai soliti amici e come antagonista c'è sempre il famosissimo ispettore Zenigata. La serie è più che gradevole solo un gradino sotto rispetto alla prima serie.

La serie senz'altro più famosa. Le atmosfere talvolta fredde e dure della prima serie lasciano il posto ad altre ben più allegre; viene accentuata la spettacolarità a scapito del realismo, la fantasia viaggia a briglia sciolta, ma va bene anche così: storie, musiche, tutto è ben fatto; la qualità complessiva resta molto alta.

Pur sapendo di bestemmiare al cospetto dei fans zoccoloduristici, osiamo dire che è a questa serie che il quisque de populo pensa quando pensa a Lupin III. Le asperità hard-boiled lasciano il posto all'umorismo spesso spinto fino allo slapstick, i caratteri si consolidano, Fujiko cambia nome ma è sempre una beniamina. Musiche eccezionali. Caposaldo.

La serie migliore: l’action per adulti della prima serie non manca (e gli squarci sexy aumentano) e Lupin svela la sua vera natura di antieroe simpatico, galante e dal cuore d’oro. Jigen e Goemon sono più umani (uccidono solo i cattivi e solo se costretti) e il mitico Zazà è lo spunto per inseguimenti alla Tom & Jerry. Senza contare che le trame non si limitano più a conovacci noir, ma sposano l’avventura in tutte le sue forme, da cacce al tesoro alla Indiana Jones ad intrighi stile 007. Mitologico.

La quantità di episodi (ben 155) ne fa da un lato la serie più famosa, dall'altro la catena di montaggio obbliga a una regìa meno curata. Tra crossover e ambientazioni sempre più internazionali aumenta l'importanza delle origini francesi del protagonista (che fuma caporal contrapposte alle bionde storte di Jigen) al punto che si ribattezza Margot la femme fatale Fujiko, i cui doppi giochi e voltafaccia restano un ingrediente comico fisso come i fallimenti di Zenigata. Ancora notevolissimo, ma meglio ancora saranno alcuni lungometraggi.