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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/02/10 DAL BENEMERITO GALBO
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- Quello che si dice un buon film:
Galbo, 124c, Disorder, Markus, Puppigallo
Vita familiare del giornalista americano (lavora al Sacramento Register) Tom Bradford, padre di ben otto figli. I ragazzi, molto diversi l'uno dall'altro, danno al padre parecchio filo da torcere e le loro storie sono il fulcro di una serie piacevole che si segnala per la buona caratterizzazione psicologica dei personaggi e la piacevole ambientazione che ne fecero un buon successo anche in Italia. Da ricordare il tema musicale della serie Eight Is Enough to Fill Our Lives With Love, cantato da uno dei protagonisti.
Serie americana anni '70 di culto che fu di culto, anche in Italia, nei primi anni '80. Il merito va al protagonista, Dick Van Patten, che qui interpreta Tom Bradford, padre di ben otto figli. Quando lo vedevo da bambino ricordo che mi rispecchiavo nel figlio più piccolo del giornalista (impersonato dal pestifero Adam Rich), che poneva a suo padre domande che lo mettevano sempre in imbarazzo. Al bimbo, infatti, toccava il compito d'aprire lo show con simpatici prologhi. Anche il resto del cast, però, era okay, a cominciare dalle donne.
Un buon serial, con protagonista una famiglia simpatica e sfaccettata, forse un po' troppo numerosa (ci vuole un bel po' per ricordare correttamente i nomi dei personaggi!). La confezione inequivocabilmente settantiana sotto ogni aspetto la rende abbastanza datata, ma anche molto gradevole per chi, come me, apprezza il "vintage". Trame leggere e simpatiche, con qualche accenno di critica sociale all'acqua di rose. I personaggi di gran lunga migliori sono il padre e la sveglia figlia Mary.
Un classicone della sit-com yankee Anni '70: episodi divertenti con vaghi cenni sociologici. La particolarità più caratterizzante della serie è la numerosa famiglia, che ha permesso di poter creare molti diversi personaggi (il cinico, lo sportivo, il simpaticone, la contestatrice…). Storie semplici ma funzionali al racconto e per certi versi spaccato di un'America di quel tempo divisa tra conservatorismo e contestazione. Buon successo per Adam Rich, il bambino di “casa Bradford” con il caschetto biondo.
L'importanza di avere una famiglia, i problemi moltiplicati in una decisamente numerosa, ma anche le soddisfazioni di chi vede i propri figli crescere, sbagliare, ma imparare e maturare. E' un po' il sunto di questa serie che, pur perdendo colpi dopo le prime tre stagioni come originalità delle situazioni (viene aggiunto Ralph Macchio il ribelle per dare ossigeno), regge comunque piuttosto bene. Il più piccolo (Nicholas) è il più simpatico, con le sue uscite. E anche il padre, grazie alle espressioni e reazioni ai problemi di turno, non è male. Può ancora insegnare qualcosa.
MEMORABILE: Nicholas scappa da casa; Nessun matrimonio-due matrimoni; Il nonno; Problemi in cantiere tra il maggiore e il minore; La crisi di mezza età del padre.
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- Rivedendolo c’è un aria nostalgica di un America non più esistente, anche la bella canzone risentirla oggi mette molta tristezza per il tempo passato, per una bella serie tv ormai d’altri tempi direi giurassica, anche se rivedendola i temi affrontati sono molto attuali e forse non tutti risolti…Un bel cast allora veramente in forma ed episodi divertenti ma con diversi spunti di riflessione sui vari temi sociali affrontati. Peccato che serie così non siano più state realizzate e si è puntato solo o quasi tutto su telefilm trash e fantascientifico demenziali. I giovani dovrebbero riscoprire queste serie altro che Lucifer...Ultima modifica: 9/01/23 01:24 da Ruber
