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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/02/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 8/02/20 00:57 - 2912 commenti

I gusti di Buiomega71

Un po' I delitti del rosario e un po' Color me blood red (l'ossessione del dipingere che va a pari passo con la morte) per questo thriller dalle tonalità cupe e niente affatto disprezzabili. Morneau si lascia andare a una fotografia postmoderna quasi da pre Resurrection, con pupattole picchiate e strangolate e impulsi omicidi misogini (il killer ha le fattezze del bello e dannato con la mania della purezza). Gran comparto femminile (lo streaptease di Nicole) e un violento finale tra le fiamme con pistole sparachiodi che non mantiene quello che promette.
MEMORABILE: Il sogno erotico di padre Dourif su Nicole; Capatina eclesiastica al porno shop; Amanda impiccata al cartellone pubblicitario; Alicia e il dipinto.

Daidae 14/06/23 17:13 - 3183 commenti

I gusti di Daidae

Un thriller davvero deludente, che ha poche frecce al suo arco. Insensata la scelta di mostrare subito il colpevole, con la trovata ancora più ridicola di inserire al centro della storia un improbabile prete che fa a pugni, ha una pistola e indagando frequenta ambienti di spogliarelli! Una delle poche cose positive è il cast di bellezze femminili. Finale tremendo che mette la ciliegina sulla torta a questo mezzo disastro.

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  • Discussione Buiomega71 • 8/02/20 09:52
    Consigliere - 26006 interventi
    Nel segno del thriller: alternativamente a Sanremo

    Un pò I delitti del rosario, un pò Color me blood red (l'ossessione del dipingere che và di pari passo con la morte e i delitti), questo thrillerone tipicamente novantiano ha azzeccate atmosfere cupe e plumbee e non è del tutto disprezzabile.

    In primis un grandissimo Brad Dourif nel ruolo dell'improbabile parrocco/investigatore, dove l'attore presta i suoi tic e le sue espressioni "schizzate" alla figura di un prete combattutto tra i piaceri della carne (cultissima la sequenza in cui sogna di fare all'amore con l'avvenente spogliarellista Nicole) e la voglia di giustizia (acciuffare il serial killer che uccide "donnacce" e che lo stà incastrando, facendo ricadere i crimini su di lui).

    Divertente notare i ruoli scambiati: Dourif un parrocco coscenzioso e giustizialista (con quella faccia lì), mentre il serial killer (David Ledingham) è il solito belloccio dannato, invasato dalla misoginia e maniaco della purezza dell'anima, che usa la pittura per rappresentare il lato peccaminoso delle donne, che poi strangola con una corda metallica appendiquadri (lasciando un rosario sul corpo della vittima).

    Il prete alla padre Brown di Dourif non si fa problemi ad assistere a spogliarelli audaci nei night (Maria Ford è da sturbo quando mena il sederino), o a fare visite eclesiastiche nei porno shop stile Hardcore (ma assomiglia più a quella dell'Ululato) e a ospitare "pecorelle" smarrite come la provocante Nicole, di cui il parrocco non ha certo pensieri "paterni" o salvifici.

    Sul lato meramente thriller, Morneau (poi specializzatosi in sequel da bancarella di alcuni cult movie) si affida ad una fotografia postmoderna da apocalittico metropolitano, anticipando alcuni stilemi del Resurrection mulchayiano (che a sua volta scimmiottava Seven), mostrando omicidi esangui (gli strangolamenti ai danni delle ragazze), ma almeno quello commesso sulla bionda Sherrie Rose non è malaccio, con la ragazza prima accalappiata alla gola, eppoi impiccata al cartellone pubblicitario e il pestaggio ai danni Kristin Dattilo.

    Un improbabilissimo Isaac Hayes come detective della polizia che è convinto che sia Dourif l'autore dei femminicidi, Dourif che deve farsi in quattro per scagionarsi e catturare il vero colpevole, che nel frattempo dà di matto ad una mostra d'arte.

    Il confronto finale, nello stabile dove vive e dipinge il killer, simile all'abitazione squallida di Seth Brundle ne La Mosca, avviene tra fiamme , violente lotte corpo a corpo e sparachiodi, ma si risolve, ahimè, in un nulla di fatto, lasciando un pò l'amaro in bocca.

    Karen Black (che lascia sempre il segno) appare nel ruolo della madre sfatta e fanaticamente religiosa del killer, Maria Ford è da infarto, tutta curve e tacchi alti, Simone Allen ha un viso dolcissimo (sembra la Phoebe Cates dai capelli corti) e da antologia quando scopre il macabro e infernale dipinto che le ha fatto il killer (di cui, lei, inconsapevole dei suoi "vizietti", ne è innamorata) e su tutto regna un mood quasi da "satanic movie" (amplificato dal tronfio e poco adatto commento musicale di Terry Plumeri, più consono a roba tipo Giorni contati)

    Alla fine un discreto thrillerino, tenuto in piedi dalla buona professionalità di Morneau, dall'interpretazione del sempre ottimo Dourif, dal comparto femminile e dalle capatine nella zona a luci rosse di Los Angeles.

    Patrocina la Concorde di Roger Corman, una garanzia per gli straight to video da discount.

    Del tutto assurdo il divieto ai 18 (per l'home video) nel retro cover della vhs.
    Ultima modifica: 8/02/20 11:59 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 8/02/20 09:59
    Consigliere - 26006 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Columbia Tristar

    Edizione: luglio 1995

    Durata effettiva: 1h, 26m e 42s

    Notare la foto sul retro cover: Brad Dourif in posa come Mickey Rourke in Angel Heart

    Ultima modifica: 8/02/20 18:00 da Zender