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MMJ Davinotti jr
Anno: 2000
Genere: horror (colore)
Regia: Ivan Zuccon
Note: tratto dal Necronomicon di Lovecraft. Conosciuto all'estero col titolo di "The darkness beyond". Seguito da "Maelstrom - Il figlio dell'Altrove"
APPROFONDIMENTI: intervista a Ivan Zuccon
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LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Liberamente tratto dai “Racconti del Necronomicon”, L’ALTROVE rappresenta una discreta trasposizione cinematografica del mondo di H. P. Lovecraft. Procedendo lo scrittore di Providence per sensazioni, era abbastanza scontato che anche il film adottasse lo stesso metodo confondendo inevitabilmente le tracce di un soggetto che sfugge. Il montaggio in questo senso non aiuta, ma essendo opera dello stesso regista Ivan Zuccon (anche sceneggiatore e direttore della fotografia), lascia intendere che la struttura di questo ALTROVE sia volutamente frammentaria. Con un prologo nel passato e un epilogo nel futuro, il film concentra l'azione in un periodo imprecisato durante il quale una donna raggiunge,...Leggi tutto in una città che sembra abbandonata, un soldato che si è rifugiato in un casolare. Questi sembra aver perso i suoi compagni di guerra (eh sì, pare si sia in guerra, anche se ne abbiamo notizia solo da vaghe informazioni date via radio) all'interno di un cunicolo buio che parrebbe essere “l’Altrove”, un luogo senza ritorno dove può capitare di tutto. Ed è quello che capiterà, naturalmente, tra scene di tortura e morti che tornano in vita. Una volta lì dentro il regista scatena la fantasia e assomma scene deliranti in sequenza. Alcune anche di ottimo effetto, bisogna dire. A cavallo tra il corto e il lungometraggio (si arriva a un'ora e dieci), L’ALTROVE offre squarci di eccellente cinema horror, contrappuntati purtroppo da una recitazione insufficiente e da un caos forse esagerato. Calzante la colonna sonora degli Ipnosi.
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Chiudi TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/08/06 DAL BENEMERITO HOMESICK
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- Non male, dopotutto:
Marcel MJ Davinotti jr., Homesick - Mediocre, ma con un suo perché:
Herrkinski, Trivex, Cotola - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Ryo, Bergelmir
L’Altrove è quello metafisico dei racconti del Necronomicon lovecraftiano, i cui numerosi riferimenti – da Nyarlathotep a Randolph Carter - sono l’unica costante in un percorso narrativo volutamente alogico e labirintico che il debutant Zuccon riveste di un’irreale fotografia ocracea e dissemina di strida, spettri, atroci torture ed orripilanti uccisioni (Fulci docet); alquanto suggestivo l’excipit, sospeso nello scenario desolato di un futuro remoto da cinema post-atomico. Da non trascurare, almeno da parte di chi cerca un soffio di vita nel comatoso horror italiano degli ultimi decenni.
MEMORABILE: «Warren è morto!!!».
L'esordio di Zuccon è un film imperfetto, decisamente amatoriale (specialmente nella recitazione insufficiente del cast), ma che già lascia intravedere il grosso potenziale del regista; oltre a dirigere, scrive la sceneggiatura (ahimè, un po' confusionaria), fotografa e monta. Questi ultimi due settori sembrano il punto forte di Zuccon, che riesce a donare atmosfere sinistre e luoghi affascinanti con pochi mezzi. Compare l'attore feticcio Cerman; sia lui che Zuccon faranno di meglio in seguito, ma il film si lascia vedere. Citazioni a iosa.
D'accordo, la recitazione è quella che è, il doppiaggio è privo di credibilità e la regia è immatura e punta verso la noia, però c'è da riconoscere che il regista promette bene e di trovate originali e inquadrature suggestive ne infila non poche. Forse sarebbe stato più adatto un mediometraggio, per cominciare. Zuccon farà di meglio in seguito.
“Mortifer, Arkham, Nyarlathothep, Yog Sothoth”: quattro parole e un banale inferno si scatena. Nonostante Zuccon dichiari di amare Lovecraft e possegga un indubbio talento nel creare atmosfere, le suggestioni che propone sono più vicine alle atmosfere di Hellraiser e alle tempeste visive fulciane piuttosto che a HPL. Alcune citazioni letterarie faranno sorridere qualcuno, ma alla maggioranza degli spettatori non diranno nulla. Confezione poco sopra l'artigianale. Il coraggio c’è, ma non basta.
MEMORABILE: Warren è morto!!!
Il buon H.P. Lovecraft scriveva di muffe e nebbie, di libri profani e strane creature volte spesso al male. Ma soprattutto trattava di cose antiche delle quali faceva di tutto per farne percepire l’essenza. Qui, con tutte le attenuanti del caso, l’atmosfera è invece prettamente “contemporanea”, anche se non manca qualche spruzzata di “buio misterioso” che potrebbe ricalcare i fasti narrativi da cui trae origine. Sceneggiatura abbastanza approssimativa e ritmo non elevato, performance attoriali e dialoghi mediocri; per una vicenda che alla fine ha una logica difficile da comprendere.
MEMORABILE: Le voci dalle "tenebre"; Il mistico e mitico "Necronomicon".
Trasporre in celluloide il mondo di Lovecraft è cosa ben difficile si sa, se poi i mezzi a disposizione sono limitati... Eppure Zuccon prova a fare di necessità virtù evitando la solita pellicola a base di frattaglie e facili spaventi e puntando su una sceneggiatura che però troppo spesso si fa gratuitamente confusionaria. Si cerca di evocare l'orrore, più che mostrarlo, e di inserirlo nelle pieghe di una realtà alternata ad un mondo altro... altrove, appunto. Non sempre ci si riesce, ma qualcosa qua e là funziona. Buona la fotografia. Dimenticabili le prove del cast.
Ivan Zuccon HA DIRETTO ANCHE...
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