A jazzman's blues - Film (2022)

La vera protagonista della pellicola è l'orecchiabile musica blues, il resto è palesemente costruito attorno a quest'ultima in maniera per nulla originale: a parte la sempre valida idea del caso di omicidio rimasto irrisolto per decenni, lo spettatore è costretto a sorbirsi la più classica delle storie d'amore giovanili contrastate (la sola differenza è il colore della pelle degli interpreti, nella fattispecie scuro). Buono il cast, sufficienti trucco e costumi, lunghezza un po' eccessiva per la consistenza dell'intreccio (per altro non particolarmente coinvolgente). Mediocre.

Regista noto negli USA soprattutto per una mediocre serie di film comici in cui si esibisce en travesti, Perry affronta temi decisamente più impegnati con questa storia di amori contrastati e discriminazioni razziali ambientata nel profondo Sud a cavallo degli anni 40 e 50, diretta con una certa cura e discretamente interpretata ma piuttosto convenzionale nella caratterizzazione dei personaggi e penalizzata da una sceneggiatura con troppe smagliature. Il motivo che giustifica la visione sono le belle esibizioni musicali, purtroppo troppo poche rispetto al minutaggio di oltre 2 ore.

Dopo alcuni minuti viene voglia di smettere la visione di un film che ha tutti i crismi per essere il solito film di un amore contrastato nell'America degli anni '40. E in effetti è così; però man mano che il tempo passa, ci si accorge che tutto funziona e che la narrazione procede gradevole senza annoiare. La musica jazz-blues è di alto livello, così come chi la canta. La fotografia è degna di rilievo e anche il cast non sfigura. Allora l'impressione iniziale, anche se parzialmente confermata, viene smentita da una regia che riesce a tenere insieme più che dignitosamente il tutto.