Un film di e con Pozzetto mai uscito nei cinema e riservato solo al mercato homevideo? E’ così. Strano ma vero. Il punto è che questo VOLATORE DI AQUILONI è un film particolare. Non solo per la sua brevità (80 minuti scarsi) quanto per gli intendimenti con cui è nato. Si tratta In sostanza di un semidocumentario su Milano, a cui partecipano i cabarettisti storici del Derby, il locale che lanciò molti attori come Andreasi e Boldi (qui presenti nei ruoli rispettivamente del finanziere e del suo autista), Jannacci (che canta il pezzo d'apertura), Teocoli, Abatantuono e molti altri. Non manca il milanese per eccellenza, quel Piero Mazzarella che con Pozzetto...Leggi tutto aveva girato anche UN POVERO RICCO nella parte del barbone e che qui scende da un quadro per fare da guida a noi e al protagonista. E d'altra parte Pozzetto stesso, in una breve quanto divertente introduzione, non fa mistero di aver girato il film grazie ai finanziamenti di gruppi importanti come la Max Meyer, l'Alfa Romeo, la Montedison e persino la metropolitana milanese (allora era in costruzione la linea 3, che Pozzetto visita). Il tutto per promuovere l'immagine di Milano con i suoi monumenti, i Navigli, il Pirellone, la metropolitana (a cui è dedicata una canzone demenziale composta solo da nomi delle fermate) e quant'altro. Pozzetto, autore anche della sceneggiatura, conduce tutto con il suo stile surreale, narrativamente slegato: arriva in deltaplano a San Siro dove trova Rummenigge (allora interista) e si mette a parare rigori, poi comincia la visita. Si ride, a tratti, ma il film è piuttosto noioso, ravvivato da Boldi ma poi lento e ripetitivo. Chiari gli intenti commerciali.
Pozzetto e Boldi dimostrano di essere validi attori anche nell'interpretare ruoli privi di senso. A non avere un senso, veramente, è tutto il film: è una assurda collezione di sequenze demenziali, metafore, doppi sensi e dialoghi allucinanti. Ma tutto è voluto da Pozzetto stesso che, per omaggiare Milano, riesce ad attribuire al film un tocco poetico, soprattutto nelle scene con i bambini (una parte anche per Paco Fabrini doppiato in milanese). L'umorismo però non è sempre presente; molti tratti sono noiosi e non tutti avranno la pazienza di arrivare in fondo.
Premetto che tra Roma e Milano ho sempre preferito la Capitale. Detto questo bisogna dire che la poetica malinconica meneghina che Pozzetto riesce a trasmettere tramite questo mediometraggio è veramente apprezzabile. Inizia surreale e sognante, prosegue più nella norma. E anche se non ho mai apprezzato Milano, è vero che rimane sempre un pezzo di storia italiana, da valorizzare e riscoprire.
Va preso per quello che è, ovvero un lungo spot televisivo sulla città di Milano. Pozzetto evita le solite banalità "turistiche" trattando il tema con ironia e facendo leva sulla sua ben nota vena surreale. L'obiettivo non mi pare del tutto centrato (si ride molto poco, anche per via delle troppe battute riciclate) ma alla fine il prodotto non è nemmeno così disprezzabile. Certo, ora che la funzione originale non ha più senso di esistere (Milano non è certo più la stessa di allora), può interessare solo a nostalgici o pozzettofili accaniti...
Diretto e interpretato da Renato Pozzetto, il film vive delle solite gag con vena surreale dell'attore lombardo. La prima parte è la più riuscita (il volo in deltaplano; nel campo di calcio; l'incontro con Boldi e Andreasi); per il resto la pellicola ha poco da dire, essendo chiaramente creata sopratutto per finalità commerciali. La durata ridotta rende il tutto guardabile fino in fondo, con qualche battuta di Renato a tenere alto (si fa per dire) il ritmo.
Renato Pozzetto è il regista-protagonista di questo mediometraggio di poco più di un'ora (per fortuna) che non è altro che uno "spottone" commerciale della città di Milano. La comicità è demenziale e zeppa di nonsense ma fa acqua praticamente da tutte le parti; nemmeno la presenza di Boldi ravviva la storia. Dimenticabile.
Finanziato dal comune di Milano (allora capitanato dal socialista Paolo Pillitteri) e alcuni sponsor, è una sorta di film-documentario sulla metropoli lombarda al 1987. Pozzetto come immagine della città: a lui l'onore e l'onere di farlo nella non sempre facile chiave surreale. Nonostante il rinforzo di alcuni caratteristi del celebre "Derby" (Boldi, Andreasi, Mazzarella) si ride poco e l'aspetto documentaristico è quantomeno sommario. Resta un'opera un po' incompiuta, ma gli si riconosce una certa cura negli aspetti emozionali.
Deltaplanista sognatore parte dalle montagne per andare verso il mare. Approccio documentarista che diventa solo cartolinesco: la Milano descritta per le più note bellezze monumentali e industriali (compreso l'inquinamento) prima che diventi quella da bere. Pozzetto si fa aiutare nei dialoghi da Jannacci e da qualche caratterista sul campo (solo Boldi fa qualcosina) ma il risultato è piatto, monotono e poco divertente (il tenore è alfin triste).
Cinema non pervenuto (difatti non arrivò nelle sale), si tratta piuttosto di un lungo spot sulla città meneghina, a tratti anche poetico ma noioso e inconcludente. La storia - riassumibile in: deltaplanista parte per vedere il mare ma finisce per visitare Milano - è un pretesto per mostrare allo spettatore vari luoghi e personaggi (compaiono perfino Abatantuono e Teocoli). Si ride poco, facciamo mai e Boldi non aiuta. Ha il pregio di essere breve.
Più che un film è una vivida videocartolina (pubblicitaria?) su quella Milano che, negli anni '80, tra follie e meraviglie, s'andava imponendo come la capitale dell'industria e dei sogni di gloria in generale. Una vera e propria trama lineare non sussiste, la sceneggiatura sembra in gran parte uscita da un calderone di nonsense e realismo un tanto al chilo. Pozzetto si conferma amabile senza difficoltà, qualche sorriso lo strappa in mezzo a un quadro complessivamente malinconico. Tuttavia molto belle le riprese aeree, che salvano di straforo questa "scatolina della nostalgia".
Renato Pozzetto HA DIRETTO ANCHE...
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In una scena in cui Renato Pozzetto è all'interno del grande magazzino "La rinascente" in Piazza Duomo a Milano, sono inquadrate casualmente tre gamme di profumi di allora. A sinistra la gamma di profumi "Trussardi Donna", a destra in alto linea maschile di Ysl "Jazz", a destra in basso la linea maschile "Paco Rabanne Pour Homme":
...e ancora sulla destra la linea maschile "Versace l'homme":
Mi serve un parere. Nel film oltre a Renato Pozzetto recita suo figlio Giacomo, la cui presenza è segnalata anche su imdb e che vediamo in questo fotogramma. Ora la ragazzina sulla sinistra potrebbe essere sua figlia Francesca, la cui presenza non è segnalata da nessuna parte?
Le immagini di repertorio dei tifosi del Milan e dell'Inter sono prese da derby Milan - Inter 2-1 del 28/10/1984, 7° giornata Serie A '84/'85. Le immagini consultabili e non utilizzabili si possono vedere sul noto sito dei tifosi del Milan magliarossonera.it.