Aberrante e divertente. Solo che ciò che è fonte di divertimento non pare voluto in quanto tale, ma pare perseguito con convinzione. Pertanto abbiamo campi da calcio sterminati, al punto che nelle soggettive gli avversari appaiono, nella loro metà campo, dalla linea dell'orizzonte (prima la faccia, poi il busto...). Pertanto abbiamo tiri in porta che durano 10 secondi, col pallone che si ovalizza per la violenza del tiro. Pertanto è da usare solo per irriderlo.
Mitica serie che nelle mani dei protagonisti diventa un inno alla costanza, al sacrificio e allo spirito di gruppo tanto caro ai nipponici; detto questo, con amici si è sempre riso per ore a ricordare le partite che non finivano mai su campi sferici lunghi quanto una provinciale, palloni ridotti a salsicciotti e catapulte infernali...
Mettete un gioco come il calcio nelle mani di un giapponese e otterrete campi chilometrici, ragazzini in volo, scivolate di dieci minuti, tiri che alzano e falciano l’erba e bordate che spazzano via difensori e portiere, come nel più recente Shaolin Soccer. In mezzo a tutto questo i nostri eroi della Newteam (prima Niupi), capitanati Da Holly (il fuoriclasse), se la dovranno vedere con molte squadre agguerrite e con le loro punte di diamante (su tutti, il falloso e prepotente Lenders). Fantascientificamente (ma piacevolmente) esagerato, pecca però nelle troppe interruzioni. Comunque, non male.
MEMORABILE: La catapulta infernale dei gemelli Derrick; Benji il paratutto; L'allenatore ubriacone della Muppet.
Visto oggi diventa insostenibile già al minuto 7, che in una usuale partita della NewTeam era il tempo necessario per abbozzare un dribbling, ma ai suoi tempi ha fatto scuola (si fa per dire!). Oggi denota la lunghezza chilometrica dei campi giapponesi, l'elasticità dei virgulti (più circensi che atleti) e la superficialità della loro medicina sportiva: Julian Ross, un malato di cuore che giocava; lo avessero saputo Kanu e Moratti...!
MEMORABILE: L'arbitro che fischia la fine dei tempi regolamentari della finale mentre la palla rotola sulla linea! E poi si manda la Juve in B, per 2 telefonate!
Non ci toccate il (sacro) gioco del calcio! Si faceva fatica, in effetti, a vedere azioni di gioco tanto inverosimili quanto fantasiose. Su quei campi rotondi che non finivano più (ma l'arbitro girava con lo scooter?). Una minisaga sicuramente utile per dissacrare le degenerazioni pallonare nostrane quali Biscardi e c., ma ai limiti della decenza.
Beh, rivisto oggi, con parecchi anni in più, è facile additarlo come un qualcosa di difficilmente sostenibile da guardare, ma ricordo benissimo come catalizzava la mia attenzione a tredici o quattordici anni. Holly e Benji è una serie culto per tutti i ragazzi nati negli Anni Settanta e Ottanta; certo che aspettare dieci o più episodi per vedere tutta la finale del primo campionato è stata dura. Molto meglio la serie Forever che riassume tutte le stagioni.
MEMORABILE: I capelli di Mason, i denti di Diamond e gli occhi sempre chiusi di Denver.
In Italia il calcio è una vera istituzione e per chi ne è devoto la visione di questa serie animata ha quasi il sapore dello scherno, seppur involontario. Azioni palla al piede chilometriche, campi da calcio conformati "a dorso d'asino" (la famosa gobba) ed acrobazie da circo equestre unite ad altre improbabili amenità compongono il buffo quadro della situazione. A distanza di tanti anni poi il prodotto è invecchiato malissimo ed i bambini di oggi, tutti presi da Winx, Pokemon e compagnia cantante sicuramente, pur di non vederlo, spegnerebbero la tv.
Cartone storico, che però non è gran cosa a mio avviso (nonostante mi sia visto tutti gli episodi). L'animazione è più che discreta, ma le storie funzionano pochissimo, con partite troppo lunghe e ovvietà a non finire. Evitabile, importante soltanto dal punto di vista storico.
Alzi la mano chi non ha mai tifato per la Newteam! E chi non ha mai trepidato per la sorte di Julian Ross, chi non si è mai arrotolato le maniche alla Mark Lenders, chi non ha provato a imitare le mosse dei gemelli Derrik! Insomma, questo era Holly e Benji, puro culto per ragazzini; certo, i Giapponesi di calcio devono sapere ben poco, qui più che giocatori sembrano dei samurai che soffrono stenuamente e si inventano nuove mosse per sopraffare l'avversario. Tecnicamente non è gran che, ma è un cult, di quelli veri!
MEMORABILE: I tiri di Mark Lenders che abbattono alberi e bruciano i guanti dei portieri; I terribili falli di Clifford Yuma; L'allenatore ubriacone della Muppet.
In Giappone il calcio è seguitissimo, come il baseball, la lotta e la pallavolo (non a caso vi è almeno una serie anime dedicata a ciascuno di questi sport); in Italia, invece, è solo il calcio a farla da padrone, quindi "Holly & Benji" è stato per molti amore a prima vista. Io, invece, non sono riuscito ad appassionarmi alle vicende di Oliver Hutton e compagni; forse per il design, forse per i nomi americani dei calciatori giapponesi, forse per le partite lunghe puntate e puntate. Uno e mezzo.
MEMORABILE: Padre di Holly: "Ti farò partire per il Brasile se tu segnerai una tripletta, nella partita odierna". Holly: "Ce la farò papà!"
Forse sono un po' integralista per quando riguarda il gioco del fùtbol, ma già da bambino questo cartoon mi innervosiva molto facilmente, per il totale ed assoluto sprezzo del ridicolo raggiunto nel rappresentare il gioco più bello del mondo. Ok le squadre di bambini seguite da migliaia di spettatori con tanto di ultras paciocconi dalla lacrima facile, ma almeno un minimo di logica elementare nello svolgimento delle partite l'avrei gradita già allora. Oggi, non parliamone nemmeno. Bleah.
Visto, rivisto, stravisto resta una serie indimenticabile, nei miei pomeriggi con pausa obbligata a commentare la sfida del giorno, magari anche coinvolgendo qualche altro amico fan. Si sa chi e quando vince e chi e quando segna ma va bene lo stesso, nelle infinite sfide tra Holly e Mark (che tiro pazzesco!!!). Per i più piccoli un consiglio: recuperatene i dvd!
Questo cartone animato, nonostante sia stata fatta una canzone che lo disdegnava, ha visto crescere un'intera generazione. Certo, è vero che il campo è lungo mezzo miglio, che il pallone quando schizza in aria diventa ovale e che i giocatori si muovono quando la palla dista loro due metri, ma ai bambini questo certo non interessa... Discreto.
Non sono mai stato molto appassionato di calcio, tantomeno da piccolo, ma guardando giornalmente ore di cartoni animati mi vidi anche tutte le puntate di questo arcinoto cartone giapponese. Il tipo di disegno è tipicamente nipponico, così come l'esagerazione delle situazioni, che già trovavo ridicole all'epoca: certo che l'effetto trash di palloni a velocità ultrasoniche, catapulte umane, allenamenti nell'oceano e campi da calcio interminabili è impagabile, oggi più che mai. Naturalmente il mio preferito era il "cattivo" Mark Lenders...
Probabilmente è uno dei due motivi per cui non mi sono mai appassionato al calcio (l'altro è il raffreddore da fieno). Ricordo però un'infinità di pomeriggi passati a guardarne le puntate trasmesse a ciclo ininterrotto su Italia 1 e a ridere dei campi da gioco a collinetta, delle corse chilometriche, dei giocatori tamarrissimi (Landers docet), dei palloni sottoposti a chissà quali leggi della fisica... quando poi iniziai ad ascoltare i GemBoy, il cartone assurse a mito. Un mito sui generis, ovviamente.
Quando un pallone su un tiro ad effetto viaggia ai 200km/h oppure un'azione dura 6 puntate? Ma in questo fantastico cartone, vero must per la mia generazione! Chi non si è innamorato del pallone guardando Holly e Benji e provando quelle sane emozioni che questo cartone dava e sembra ancor dare ai bambini di oggi? Sfido a dire il contrario; negli anni poi, con le nuove serie, i disegni verranno modernizzati e "computerizzati", ma questa serie per me rimarrà sempre la più bella, nella sua genuinità.
Serie animata che portava in sè contenuti importanti quali l'amicizia, la lealtà sportiva (che trionfa sempre sulla scorrettezza dell'antagonista di turno) nonchè il valore della famiglia. Tuttavia certe "cavolate" rimarranno sempre impresse nella memoria collettiva (il campo di calcio in salita a tal punto che i portieri delle rispettive squadre non riuscivano a vedersi dalle loro rispettive aree, ma anche le capacità tecniche di Oliver Hutton, tali da far impallidire Leo Messi).
MEMORABILE: La parate di Ed Warner e la grinta di Mark Lenders.
Nulla di memorabile, sotto più aspetti, ma di sicuro è un cartone che ha comunque fatto storia. Ingenuo più che mal fatto, è però a tratti di sicuro poco credibile (campi da calcio sterminati, azioni di gioco prolisse, ecc.). Ebbe molto successo e difatti ne esistono vari sequel e OAV. Il tratto caratteristico dei disegni è al mille per mille orientale, ma si tratta di animazione solo mediocre. Non brillando per niente in particolare, ha più un valore tradizionalistico e storico (chi non ne ha mai visto una puntata da piccolo?).
Se Mila e Shiro fu un anime pensato forse per un pubblico femminile, questo Holly e Benji lo fu con molta probabilità per i maschietti e le analogie tra i due cartoon, a parte il mondo dello sport, sono certamente i ridanciani campi sportivi infiniti, le palle ovalizzate dalla forza del tiro e, non ultimo, il fatto che una squadra di bambini - secondo i giapponesi - venisse seguita da milioni di spettatori con stadi stracolmi a mo' di finale dei Mondiali. Siamo dalle parti dell'inverosimile forte, ma in definitiva ci piace anche così.
Cresciuto a pane e Holly & Benji, non posso rinnegare un mito dell'infanzia che, pur con tutti i difetti che può avere - e prendendo la lente d'ingrandimento se ne trovano - è un primo amore ed è sacro. A parte la sviolinata sentimentale, qualcosa di buono c'è l'ha, a cominciare dalle storie e le motivazioni che caratterizzano i personaggi; o dei bambini con sogni e motivazioni da adulti (vedi Landers) che riescono a imprimere una resistenza non comune nei loro caratteri. Guardando oltre le azioni impossibili, la lezione dice di non mollare mai.
MEMORABILE: Landers e la sua voglia di regalare una vita migliore alla sua famiglia; Julian Ross e la sua salute.
Cartone animato giustamente celebre dedicato al mondo del calcio con due protagonisti accattivanti. Celebre anche perché le partite spesso e volentieri duravano oltre un episodio, sembrava che non finissero mai ed erano appassionanti. Nelle serie successive c'è stato un sostanziale appiattimento. Orecchiabilissima la prima sigla.
Mai potuto soffrire. È vero che un cartone falsifica di molto la realtà (altrimenti la fantasia va a farsi benedire), ma quando è troppo è troppo! Vedere ragazzini che attraversano campi chilometrici, palloni che si ovalizzano, ragazzini che volano in aria alzandosi in contemporanea stile missile e altro mi ha sempre reso questo cartone insopportabile. Protagonisti odiosi, cartone di conseguenza. Dulcis in fundo: la ridicola sigla iniziale.
Celeberrimo cartone giapponese sul mondo del calcio. Sia chiaro, a vederlo da adulti lascia un po' perplessi, visti i campi chilometrici, le partite infinite e i palloni che viaggiano alla velocitá della luce, ma nel complesso risulta apprezzabile e rimane ancorato nella mente per sempre, specie per i ragazzi cresciuti a pane e pallone. Molto buone le prime stagioni, poi piano piano cala diventando ripetitivo...
Maestri indiscussi dei cartoons a tema spaziale, i giapponesi tentano negli anni '80 di entrare nelle case occidentali anche con alcune serie di cartoni a tema sportivo, con dei ragazzini come protagonisti. In tale contesto nascono Holly e Benji, due calciatori in erba che raggiungono i traguardi più ambiziosi nella loro categoria. Ma le inverosimili acrobazie convincono poco gli scafati spettatori occidentali, che di calcio ne sanno molto più dei nipponici e la serie, dopo un'iniziale curiosità, finisce nel dimenticatoio. Noiosa e ripetitiva.
MEMORABILE: La forte (e fastidiosa) caratterizzazione filonipponica delle competizioni; Gli improbabili tiri su campi chilometrici.
I palloni ovali, i campi lunghi 10 km, le azioni che sfidano le leggi della fisica, la scarsa credibilità generale... mettiamo tutto nel carniere. Ma mettiamoci anche che è il cartone animato con cui i nati negli anni '70 e '80 sono cresciuti e hanno passato ricreazioni e pomeriggi a parlare della puntata del giorno precedente. Con tutti i suoi difetti e le sue ridicolaggini è un cartoon epocale, che si porta dietro un bel messaggio di amicizia. E tanta nostalgia.
Goliardata giapponese che nel 2002 i Gem Boy descrissero e schernirono alla perfezione. Tutte le partite ricordano Shaolin soccer, ma con esagerazioni maggiori (come scordare quei campi chilometrici e convessi?) e con l'aggravante dell'alone serioso dato al tutto; come se qualcuno potesse prendere sul serio salti chilometrici, acrobazie senza senso in quel contesto, tiri che sono veri bolidi terra/aria... Insopportabile tra l'altro che a volte si debba attendere quasi due intere puntate per capire se l'azione decisiva porti a un gol oppure no. Ripetitivo e non troppo simpatico.
MEMORABILE: Come mai se i personaggi sono giapponesi hanno tutti nomi anglofoni?; Il tiro della tigre e la catapulta infernale, apoteosi del trash.
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DiscussioneDisorder • 28/10/09 22:26 Call center Davinotti - 380 interventi
124c ebbe a dire: 1) Di Licia m'importava e m'importa poco, visto che sembra una parodia delle fan dei Duran Duran (nonostante i vari telefilm italiani che si fecero, dopo l'eccessivo successo di "Kiss me Licia").
2) "Occhi di gatto", anche con i nomi all'americana, era un anime "lupinide" notevole, che vedevo molto più volentieri dei vari cartoni sportivi e magici degli anni'80. Che me ne facevo di Creamy, quando c'erano le gattine Sheila e Kelly a farmi sognare?
Effettivamente la versione di Licia trasmessa dalla fininvest è da denuncia.Un peccato,ho visto diverse puntate della versione originale in giapponese (sottotitolata) e devo dire che merita.E' comunque uno degli anime a cui sono più legato affettivamente.
Creamy era una mezza boiata,come tutti i cartoni magici...(la sigla però era fantastica!)
Disorder ebbe a dire: 124c ebbe a dire: 1) Di Licia m'importava e m'importa poco, visto che sembra una parodia delle fan dei Duran Duran (nonostante i vari telefilm italiani che si fecero, dopo l'eccessivo successo di "Kiss me Licia").
2) "Occhi di gatto", anche con i nomi all'americana, era un anime "lupinide" notevole, che vedevo molto più volentieri dei vari cartoni sportivi e magici degli anni'80. Che me ne facevo di Creamy, quando c'erano le gattine Sheila e Kelly a farmi sognare?
Effettivamente la versione di Licia trasmessa dalla fininvest è da denuncia.Un peccato,ho visto diverse puntate della versione originale in giapponese (sottotitolata) e devo dire che merita.E' comunque uno degli anime a cui sono più legato affettivamente.
Creamy era una mezza boiata,come tutti i cartoni magici...(la sigla però era fantastica!)
Gli inizi di Cristina d'Avena non erano male, ma io la trovavo, e la trovo tutt'ora, inferiore a Nico Fidenco e alle sue canzoni demenzial-cartooniche!
DiscussioneCangaceiro • 30/10/09 15:41 Call center Davinotti - 739 interventi
Disorder ebbe a dire: Harrys ebbe a dire: A me ricordano i vecchi giochetti di calcio presenti nelle altrettanto vecchie sale giochi. Non avendo i necessari diritti, infatti, questi videogames si limitavano ad affibbiare nomi di una banalità estrema ai giocatori delle varie nazionali.
Mi ricordo specialmente in Fifa 94 i nomi erano bellissimi:per l'Italia spiccava il mitico attaccante fittizio Favaro,e per il Brasile segnava sempre Santos!
Un fenomeno che durò fino a Fifa 96,dove compaiono per la prima volta i nomi veri...bei tempi Ricordo anche io quei vecchi videogames calcistici da sala giochi con nomi fittizi o storpiati: uno su tutti il bomber argentino Bautista, chiaro alter ego di Batistuta. Io sceglievo sempre l' Argentina per l'appunto e la nazionale più forte da battere nei mondiali era spesso...il Canada!
DiscussioneDisorder • 30/10/09 16:15 Call center Davinotti - 380 interventi
Cangaceiro ebbe a dire: Disorder ebbe a dire: Harrys ebbe a dire: A me ricordano i vecchi giochetti di calcio presenti nelle altrettanto vecchie sale giochi. Non avendo i necessari diritti, infatti, questi videogames si limitavano ad affibbiare nomi di una banalità estrema ai giocatori delle varie nazionali.
Mi ricordo specialmente in Fifa 94 i nomi erano bellissimi:per l'Italia spiccava il mitico attaccante fittizio Favaro,e per il Brasile segnava sempre Santos!
Un fenomeno che durò fino a Fifa 96,dove compaiono per la prima volta i nomi veri...bei tempi Ricordo anche io quei vecchi videogames calcistici da sala giochi con nomi fittizi o storpiati: uno su tutti il bomber argentino Bautista, chiaro alter ego di Batistuta. Io sceglievo sempre l' Argentina per l'appunto e la nazionale più forte da battere nei mondiali era spesso...il Canada!
Io invece,quando arrivò il Sensible Soccer che per primo aveva il cronista,sceglievo apposta squadre tipo Islanda, Quatar o Grecia così iniziava a sparare raffiche di nomi assurdi...
Ma il meglio era Fifa94,aveva un tasto che serviva solo per fare fallo (partiva il giocatore e dava spintoni assurdi...!)
DiscussioneZender • 2/02/10 08:39 Capo scrivano - 47727 interventi
Harrys ebbe a dire nelle curiosità: Fonte: Wikipedia e IMDb
Prima serie: Holly e Benji, due fuoriclasse
Titolo originale: Captain Tsubasa
Regia: Isamu Imakake
Prima messa in onda: 1983/86
Episodi: 128
Seconda serie: Holly e Benji: Sfida al mondo (composta da soli OAV)
Titolo originale: Shin Captain Tsubasa
Regia: Osamu Sekita
Prima messa in onda: 1989/90
Episodi: 13
Terza serie: Che campioni Holly e Benji!!!
Titolo originale: Captain Tsubasa J
Regia: Isamu Imakake
Prima messa in onda: 1994/95
Episodi: 46 Hai ragione, ho sistemato il tuo post e la scheda, in modo che sia tutto più chiaro possibile. Grazie Harrys.
Ricordo che mi piaceva parecchio questa parte musicale,,quando gli odiatissimi (per il sottoscritto), della "New Team", partivano in contropiede a pochi minuti dalla fine, e vincevano. Io stravedevo per Lenders e il portiere Warner.