A hero never dies - Film (1998)

A hero never dies
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Chan sam ying hung
Anno: 1998
Genere: action (colore)
Regia: Johnnie To

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Celebrato dagli esperti come uno dei più grandi Hong Kong noir di sempre, il film di Johnny To è sicuramente uno strepitoso esercizio di stile, il trionfo dell'immagine e un forte richiamo ai classici occidentali attraverso citazioni peckinpahiane ed altro. Lo si vorrebbe superiore ai primi capolavori del troppo massificato John Woo, ma la verità è che sono due modi diversi di intendere il noir e quello di Woo resta ancora insuperato per coinvolgimento e spettacolarità. A HERO NEVER DIES è la storia di Jack e Martin, i rispettivi bracci destri di due boss che, dopo averli mandati al macello in una sfida quasi mortale, decidono di abbandonarli e di allearsi diventando i padroni incontrastati della...Leggi tutto città. Ovviamente Jack e Martin non ci stanno. Soprattutto il secondo, ridotto in carrozzella dopo l'amputazione delle gambe, tenterà in ogni modo di uccidere il suo ex capo rischiando nuovamente la vita. Ma gli eroi, come dice il titolo, non muoiono mai e si ritroveranno insieme per un finale incandescente. Uso sapiente di fotografia e musiche, tocchi di infinita delicatezza e classe sparsi tuttavia in mezzo a tanta supponenza. Per rendere partecipe lo spettatore, per elevarsi al di sopra di tutto e tutti, era necessaria più attenzione alla caratterizzazione dei protagonisti, muti esecutori di un destino già scritto e incapaci di emergere chiaramente dalla massa come si vorrebbe. Dialoghi spogli, scontri a fuoco meno creativi di quanto si possa pensare. Non si può parlare solo di fumo negli occhi, ovviamente: la classe non è acqua e si vede, ma meglio allora la stilizzazione minimale nel successivo THE MISSION.

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Daniela 3/07/10 09:44 - 12662 commenti

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Costretti a combattersi per giuramento di fedeltà ai rispettivi boss, uomini avidi e meschini impegnati in una guerra per il controllo del territorio, i luogotenenti Jack e Martin in altre circostanze potrebbero essere amici. Sarà la vendetta (tema chiave nella filmografia del regista) ad unirli in un finale, delirante e sanguinoso, in cui verranno saldati tutti i conti in sospeso. Bellissimo dal punto di vista visivo, con qualche incertezza dal punto di vista narrativo, conquista per il disperato romanticismo di questi "eroi" senza causa.
MEMORABILE: La "sfida" dei bicchieri di vino - la sparatoria attraverso la parete del motel - Jack che mette la pistola in mano a Martin.

Tarabas 12/05/12 22:53 - 1878 commenti

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Dopo anni di scontri, due capimafia si accordano. Nel nuovo ordine non c'è più posto per i loro vice, che si combattevano rispettandosi. La prima parte è notevolissima, tesa e visivamente affascinante (la sparatoria tra le auto, la sfida coi bicchieri di vino). La seconda parte deraglia nella più totale implausibilità, sfidando più volte il ridicolo, culminando in una sorta di "Weekend a Hong Kong con il morto". In ogni caso, l'eccessiva stilizzazione propria di questo cinema non sarà mai roba per me. Sono troppo eurocentrico. Male gli abbinamenti musicali.

Rebis 19/06/12 17:31 - 2337 commenti

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Da urlo i primi 45 minuti per stilizzazione dei personaggi, costruzione diadica e speculare del racconto, impostazione ieratica delle inquadrature, mobilità della macchina da presa, rapporto emotivo tra musica e montaggio. Quanto però lo schema binario prosciuga ogni residuo di psicologia, l'esercizio di stile si rivela - parzialmente - insufficiente e To si trova disarmato di fronte all'insorgere del patetico e - conseguentemente - dell'inverosimile (cosa particolarmente vera per il personaggio di Martin). To sembra rielaborare Peckinpah, Leone e Melville. Ad ogni modo, un buon film.

Mickes2 27/08/12 18:16 - 1670 commenti

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La celebrazione dell’eroe per Johnnie To non contempla vinti né vincitori, ma solo rispetto e amicizia virile nonché una scia infinita di sangue e rancore da colmare con la più fredda e disperata delle vendette. Chiaroscuri che stagliano personaggi contornandoli con luci e colori di abbagliante bellezza; classica, straordinaria pioggia di proiettili e danze di violenza astratta e parossistica in una struggente cavalcata passionale e coraggiosa, che cede qualcosa solo nella parte finale ma folgora per pregnanza sentimentale e valori morali.
MEMORABILE: La sparatoria nel motel, con una splendida citazione ad Angeli perduti di Wong Kar-wai.

Ryo 10/01/14 23:38 - 2169 commenti

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Gangster movie cantonese dalla raffinata poetica nello stile registico. Ottima la confezione, trama che strascica un po', crea delle aspettative, illude anche. Ma forse è l'abitudine al cinema estremamente commerciale a sviare i giudizi. Merita una visione. Una.
MEMORABILE: L'impresa dell'uomo gambizzato nello scalare grattacieli...

Galbo 20/06/14 06:31 - 12393 commenti

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L'ascesa e la caduta di due killer della malavita, che da fronti opposti trovano riscatto nella reciproca amicizia. Riuscito nella prima parte e nel finale, con sparatorie da antologia cinematografica, "funziona" di meno quando l'autore si lascia andare al patetico (uno dei protagonisti caduto in disgrazia si esercita al tiro in mezzo alla spazzatura). Un film segnato comunque da una buona caratterizzazione dei personaggi e dalle ottime interpretazioni dei protagonisti. Buona la colonna sonora. Il titolo è un manifesto programmatico.

Cotola 3/07/14 10:14 - 9044 commenti

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Osannatissimo (giustamente) noir del grande Johnnie To. Se però è vero che le immagini sono di grande bellezza e le scene d'azione sono girate con una maestria sopraffina e rara a vedersi (sia in Oriente che in Occidente), va detto che la storia (che rispetta tutti i crismi, i cliché ed i temi tipici del genere) coinvolge un po' meno che altrove e non sfodera particolari guizzi ma segue un canovaccio abbastanza prevedibile. Comprensibile, ma non troppo, che si possa parlare di "ridicolo" per l'inverosimiglianza delle sparatorie ed affini: è un marchio di fabbrica del genere.

Alex1988 10/06/19 18:15 - 728 commenti

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Se John Woo, nel 1989, con il suo capolavoro The killer aveva re-codificato le regole del cinema d'azione, qui Johhnie To, in quanto a messinscena, fa a meno di grandi spettacolarizzazioni (pur senza rinunciarci ovviamente, vedasi la resa dei conti finale). I toni si avvicinano molto più a un melodramma che a un noir, anche nel rapporto dei protagonisti con le loro compagne. Comunque sia, Johnnie To è sempre un grande esteta.

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  • Homevideo Gestarsh99 • 16/11/11 13:28
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione dvd dal 18/01/2012 per Dolmen:



    DATI TECNICI

    * Lingue Italiano , Cantonese
    * Sottotitoli Italiano n/u
    * Schermo 2.35:1 Anamorfico 16:9
    * Audio Dolby Digital 5.1