A day at the beach - Film (1970)

In una città portuale, la giornata di un intellettuale fallito dedito all’alcool e della sua nipotina Winnie. Scritto da Polanski, che dovette abbandonare il progetto dopo l’omicidio di Sharon Tate, è un pastiche di difficile catalogazione, che risente molto della incerta regia dell’esordiente Hesera. Eppure il film, sarà per la pioggia che vi batte incessantemente o il senso di solitudine reale trasmesso da un Burns “under influence” e dalla piccola Edney (dal “significante" handicap agli arti inferiori), è permeato da una latente angoscia senza sbocchi.

È una giornata uggiosa quella che attende “zio” e bambina sul mare, così come uggiosa è l’esistenza del protagonista, indisponente, spiantato e abbirrazzato, che in una sorta di sgangherata odissea o di via crucis blasfema attraversa squallide tappe verso il nulla. Un “cristo” maledetto per una storia “arrabbiata”, ben scritta da Polanski (anche produttore) e non del tutto graffiante con la regia di Hesera nella sua unica prova cinematografica di fiction. Da godere la partecipazione di Sellers come esuberante commerciante gay.