Cruel Restaurant è un horror/erotico diretto da un regista giapponese per l'home video. Cruel Restaurant è un miscuglio di due generi che, come abbiamo visto anche in Italia, grazie a registi come Joe d'Amato e Lucio Fulci, creano un ottimo connubio; ma in questo caso la sceneggiatura ha davvero troppi buchi e troppe lacune, lasciando alcune spiegazioni in sospeso e riproponendo stesse scene per molte volte. La recitazione è molto approssimativa, la regia semplice e senza lampi di genio. Poche scenografie e semplice fotografia. Non necessario.
MEMORABILE: La protagonista, nel finale, prepara "manualmente" i ravioli paradisiaci.
Pagliacciata molto ironica e poco seria di Blood feast, con un cuoco amante della cucina non-tradizionale. Interpretazioni e dialoghi sopra le righe, reazioni ed azioni dei protagonisti degni di un manga (l'addestratore di Lin, titolare del ristorante, opta per possedere la ragazza con la scusa che deve conoscere gli uomini per soddisfare il loro gusto gastronomico: vai a capire!). Comunque una cosa la insegna: se vedete un ristorante orientale che sbandiera "ravioli paradisiaci" statene alla larga: non son fatti con carne umana, ma il trucco ad espulsione "vaginale" fa schifo comunque!
Aritanghete con gli oriental raviolo-movies tutti tesi a farci passare la voglia di un take-away al cinese. Ma dato che con l'epopea dei ripieni speciali Untold story aveva già dato ed Ebola syndrome scalmanatamente rafforzato, non restava che il meschino ripiego sulla parodia e sull'autoironia, carta peraltro già sguainata dalla manica dal già mediocrissimo ristorante all'angolo. Accantonate certe farciture umane, non resta che mostrare che l'origine du monde è anche quella dei ravioli del paradiso (come dire: Eva predestinata ai fornelli). Attorno, il solito massacro. E tanta noia al vapore.
Tremendo fetish-splatter di scuola giapponese, copre tentando la carta dell'ironia le grosse lacune del copione e degli effetti speciali (volutamente non realistici). Non mancano gli eccessi caricaturali delle tipiche deviazioni sessuali di marca nipponica, per culminare nella scoperta dell'ingrediente segreto del mitico raviolo paradisiaco. Musiche ed effetti sonori molto curati, ma per il resto...
Un thriller splatter di stampo erotico, con una sceneggiatura sconclusionata e irriverente volutamente assurda come solo i giapponesi sanno confezionare. Al di là della credibilità della trama, gli attori ce la mettono tutta per non farsi prendere sul serio, mentre l'audio è caratterizzato da effetti sonori ridicoli.
Duo culinario specializzato in gyoza attira i sospetti di più d'uno; si tratterà forse di novelli Karl Grossmann in salsa jap? Un film a bassissimo costo del quale non si salva quasi niente; le riprese sembrano quasi amatoriali, la OST scopiazza qua e là (Mission impossible e L'esorcista su tutti), gli effetti gore vanno a corrente alternata e l'umorismo è piuttosto discutibile (va bene che la recitazione è volutamente esagerata, ma ne risulta una comicità per lo più fallimentare). Va detto che il colpo di scena finale lascia effettivamente basiti (fruirne lontano dai pasti). Scarso.
MEMORABILE: Il caricaturale maestro; La "creazione" dei gyoza, con tanto di suono di bottiglia stappata ad accompagnare.
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Parafrasando il mitico Abatantuono dei tempi migliori possiamo tranquillamente urlare:
"Koji Kawano Il flagello di Dio!"
Dal Giappone l'ennesima farsa che tradisce la poca fantasia di certi autori: sempre presi tra ironia da manga, effetti splatter fatti in casa e sesso contorto, deviato in "arte culinaria" da voltastomaco.
Un prodotto che sarebbe degno di entrare a far parte del ricco catalogo Troma.