Bone eater - Il divoratore di ossa - Film (2007)

Una zona indiana ricca di storia viene interessata da alcuni scavi che riportano alla superficie, inavvertitamente, ossa molto antiche. Talmente sciocco da attirare sin da subito la mia curiosità, prima in videoteca e successivamente anche sullo schermo. La storiella fila via lungo quello che si può definire un percorso zombie-western. Non proferiamo verbo sulle fattezze del "mostro" e sulle sue uccisioni ma l'intrattenimento resta discreto.

Da un po' di tempo a questa parte la presenza di Bruce Boxleitner in un film è una garanzia negativa. Se questa pellicola fosse desaturata sino al bianco e nero potrebbe passare per un monster-movie anni Cinquanta, priva però di quel fascino ingenuo. Gli effetti in computer graphic sono risibili (nessuno sforzo per illuminare il mostro con le luci dell'ambiente in cui si muove), i dialoghi sono didascalici e i nativi americani (ovviamente saggi) sono presi direttamente dalle pagine di un fumetto.

Quando appare il mangiaossa in tutta la sua spassosa ridicolaggine, la sciocchezza è servita calda e fumante. Eppure, di questo filmetto con attori dal potenziale recitativo paragonabile a un petardo difettoso e dalla sceneggiatura a dir poco puerile, si salva proprio (e solo) l'improponibile scheletrone dall'alito che polverizza. In mezzo a tanto nulla filmico con metri di inutile pellicola, se non altro fa disegnare un sorriso sul volto dell'esterrefatto spettatore, che si domanda quanto coraggio e faccia come il c.... siano necessari per proporre un simile figuro.

Ennesimo prodottaccio di Wynorski che, comunque, non è poi peggio di tanta altra feccia cinematografica girata in home video. Certo: la trama è basica, gli effetti speciali indifendibili (e mostrati senza pudore! Il Mangiaossa fa la sua brava apparizione neanche a cinque minuti di film), i personaggi terribili. Irritante anche la scelta di escludere totalmente il sangue dal film, rendendo il mostro del titolo un "polverizzatore" di esseri umani, con zero fantasia. Discrete comunque le musiche di Chuck Cimino. C'è di peggio, comunque.

L'apparizione del mucchio d'ossa non può che smuovere la nostra simpatia: allora c'è ancora qualcuno che si diverte con i vecchi mostracchioni e non si vergogna degli effettacci speciali meno speciali... Il divertissement continua gradevole grazie agli schematismi spietati della sceneggiatura: lo sceriffo e la figlia bona, il cattivone capitalista, gli indiani contro gli usurpatori yankee. Alla lunga il gioco sempliciotto sfianca anche i bendisposti: impossibile, però, infierire contro l'eroico Wynorski.