02. Sogni e bisogni: Il ritorno di Guerriero - Corto (1985)
02. Sogni e bisogni: Il ritorno di Guerriero
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MMJ Davinotti jr
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Introdotti da un pretenzioso prologo in cui Dio (Hector Alterio), il Diavolo (Jacques Dufilho) e il Destino (Giulietta Masina) discorrono sulle strane cose che accadono nel mondo, ecco undici episodi incentrati sul tema dell’amore, di chiara impronta favolistica. Della durata esatta di mezz’ora ciascuno, gli episodi furono trasmessi da Raidue, in prima serata, la domenica, dal 6 ottobre 1985 in poi. L’apertura toccò a Paolo Villaggio.
IL RITORNO DI GUERRIERO
Maurizio Nichetti è Guerriero, e torna al suo paese dopo 10 anni di inspiegabile assenza. Credendolo morto in guerra, la moglie Daria...Leggi tutto Nicolodi ha sposato un altro (Alessandro Haber) per dare un padre alla piccola figlia (una deliziosa Asia Argento). Guerriero si trova rifiutato da tutti, moglie compresa, e medita vendetta contro il nuovo marito di lei, sofferente di cuore. Deve riuscire a farlo arrabbiare per provocarne l’arresto cardiaco, ma lui ride, ride sempre finché... Un episodio surreale, a tratti geniale, con ottimi attori e un Haber superbo, vero catalizzatore d’attenzione soprattutto nello sfogo finale. Piacevole e raffinato, girato davvero bene.
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IL RITORNO DI GUERRIERO
Maurizio Nichetti è Guerriero, e torna al suo paese dopo 10 anni di inspiegabile assenza. Credendolo morto in guerra, la moglie Daria...Leggi tutto Nicolodi ha sposato un altro (Alessandro Haber) per dare un padre alla piccola figlia (una deliziosa Asia Argento). Guerriero si trova rifiutato da tutti, moglie compresa, e medita vendetta contro il nuovo marito di lei, sofferente di cuore. Deve riuscire a farlo arrabbiare per provocarne l’arresto cardiaco, ma lui ride, ride sempre finché... Un episodio surreale, a tratti geniale, con ottimi attori e un Haber superbo, vero catalizzatore d’attenzione soprattutto nello sfogo finale. Piacevole e raffinato, girato davvero bene.
ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Davvero notevole!:
Marcel MJ Davinotti jr., Skinner, Rambo90, Homesick - Quello che si dice un buon film:
Pigro - Mediocre, ma con un suo perché:
Fabbiu
Bell'episodio per una bellissima serie. Ottima prova di Nichetti, per una volta soltanto attore, anche se il suo bizzarrissimo e stralunato personaggio è decisamente "tagliato" su di lui, ottimo Haber in doppio ruolo. Una bella favola nera, dove il Cittìs touch è chiaramente avvertibile.
In questo episodio di Sogni e bisogni Sergio Citti ci porta in un nuovo mondo surreale, in cui in mezz'ora è raccontata una storiella divertente (viste le validissime interpretazioni del bravo Nichetti e Haber) e sorretta da situazioni favolistiche e paradossali (Guerriero parla con il becchino mentre viene seppelito); il problema è che oltre le buone interpretazioni dei due attori abbiamo molto poco, la storia in fin dei conti sembra essere un po' buttata li in fretta e furia, scorre veloce e ciò che ne rimane è poca roba...
Il secondo episodio della serie è molto più surreale rispetto al primo ma conserva una sua vena di romanticismo poetica e leggera. Nichetti è l'interprete giusto, trasandato nei vestiti e dal volto stralunato; ha come antagonista (colui che ha risposato la moglie dopo che lui è andato in cerca di fortuna) uno splendido Haber che più volte gli ruba la scena, sia quando controlla la sua rabbia che quando, finalmente, in punto di morte, si sfoga.
Il vertice della serie “Sogni e bisogni”. La vena surreale e grottesca di Citti si inturgidisce grazie alla presenza del fumettistico e dinoccolato Nichetti e dei suoi testa e testa con uno straordinario Haber, per una volta assai lontano dai ruoli di “sfigato” che gli vengono solitamente assegnati. Il focus è sempre l’amore: quello vero, che trionfa sulla distanza e gli interessi materiali.
MEMORABILE: Nichetti che si finge piazzista; Nichetti che salta sulla tavola e spacca tutto, cercando invano di fare arrabbiare Haber.
Il marito creduto morto ritorna e scopre che la moglie si è risposata: un classico tragicomico, che nelle mani di Citti si trasforma in una favola a-morale sull’amore e soprattutto in un carosello sulla relatività e i rimbalzi della morte, che ricorre in diverse declinazioni. A prestarsi in questo grottesco teatrino delle marionette sono attori di diversa estrazione (stralunati i duelli Nichetti-Haber) che danno al corto un sapore di minestrone recitativo che contribuisce a rendere ancor più astratto e spettrale il sapido plot.
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