Sento il dovere di spiegare meglio quel che ho scritto in recensione. Abbiate pazienza
Teatro parrocchiale non è un ingiuria ma una forma d’arte, a livello familiare e intimo.
In anni di pandemia, divieto di assistere a spettacoli dal vivo e persino di radunare i genitori di una scolaresca (tra dieci anni queste parole ci faranno sorridere),
registi, produttori e attrici hanno offerto al pubblico una Magnifica “recita parrocchiale” di livello altissimo, dove ogni individuo è contrapposto a un Coro, dove ogni personaggio indossa un colore specifico, dove la musica di sottofondo è dolce nei momenti sereni, e “zan-zan-zaan!” nei momenti di presunta Tensione. E dove ogni personaggio attende pazientemente che il collega concluda la battuta , dal lessico sempre “letterario” e mai spontanea (perfino nel turpiloquio: “Smutandata!” come sarebbe accaduto se la regia fosse stata affidata a una insegnante delle Medie Inferiori con il pallino per i poeti di primo Ottocento: al punto che l’unico riferimento per la Depressione è… Leopardi!).
Altro argomento. Film femminile ma non femminista. Nessuna di queste sette donne “lavora”, tranne la cuoca che però appunto fa un lavoro servile (invece lavorano gli uomini: imprenditori, taxisti, poliziotti). Tutte dipendono dal denaro di qualche uomo: il padre, l’amante, il marito. Nessuna si propone di avere altro ruolo che di essere la donna di un uomo. L’unica “crescita” evolutiva vista in scena, è quando la zia brutta diventa la zia charmante (non proprio un sogno femminista). P.S. bastava poco per farlo diventare un film con cast 100% femminile: il taxista all’inizio non era strettamente necessario, e il poliziotto alla fine serve solo per far sembrare ancora più penoso il personaggio della zia (recitato benissimo, ma moralmente osceno).
Momenti memorabili: “Smutandata!”; “anche a te”; “le donne non DOVREBBERO farsi la guerra” (espressione che ricorre almeno altre tre volte nel film). La Ranieri che insegna a zia Agostina come “considerarsi bella”.
Capolavoro del memorabile: tutte le raffinate dame che mangiano avidamente con le mani quaglie con mostarda di Cremona e dolci al cacao, con dialogo finale tra Buy e Ramazzotti con le labbra sporche di cioccolato (che anticipa ben altro dialogo).