7 donne e un mistero - Film (2021)

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7 donne e un mistero
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2021
Genere: commedia (colore)
Note: Aka "Sette donne e un mistero". Basato sul film "Otto donne e un mistero" (2002) e sulla commedia per il palcoscenico "Huit Femmes", scritta da Robert Thomas.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Conforta il livello complessivo della recitazione, più che buono: in un film girato tutto in interni che recupera l'impostazione teatrale già caratterizzante nel modello di Ozon (all'origine c'è sempre la commedia teatrale di Robert Thomas) vuol dire molto. Vuol dire in particolare che l'intreccio giallo - chiaramente pretestuoso e inconsistente nel suo impianto di palese derivazione christieana - può seguirsi senza troppi patemi godendo delle buone performance attoriali, in alcuni casi davvero magistrali. Margherita Buy raramente si è vista a questi livelli: il personaggio naturalmente...Leggi tutto le si addice, ma quello che riesce ad aggiungere in termini di qualità è tantissimo, a cominciare da una naturalezza espressiva che le permette di calarsi al meglio nel ruolo di moglie della vittima e padrona di casa, al centro dell'attenzione eppure mai prevaricante. Rispetto alle colleghe emerge con nettezza, anche se pure la Ranieri e - in modo diverso - la Impacciatore (che sa rendere simpatica e brillante una figura che nel'originale interpretazione della Huppert era insopportabile) offrono comunque performance notevoli. Gioca invece un po' troppo a fare la femme fatale la Ramazzotti, mettendo in luce una certa artificiosità del personaggio, mentre alla Vanoni tocca di fare la suocera in carrozzella che commenta a margine sarcasticamente con una schiettezza un po' svanita che lambisce talvolta la volgarità. Spettano però a lei le battute più divertenti, le notazioni acide che la cantante (e non propriamente attrice, non va dimenticato) riesce a rendere spassose grazie a innati tempi comici che ne sottolineano l'arguzia (anche alla sua veneranda età).

E' poi aprezzabile che, diversamente dal prototipo francese, nessuno canti e si resti in ambiti meno ambiziosi, senza salire mai eccessivamente sopra le righe. Pure la coppia giovane composta da Bendetta Porcaroli e Diana Del Bufalo si innesta discretamente nel quadro, con la seconda che conferma una personalità non comune in grado di renderla immediatamente rinocoscibile. Ritrovatesi tutte in una splendida villa nel verde, scopriranno il padrone di casa pugnalato alla schiena sul suo letto cominciando ad accusarsi vicendevolmente del delitto (fuori c'è una tormenta di neve e i cani non hanno abbaiato: difficile pensare a un intruso).

La polizia compare solo nel finale e ogni ricostruzione spetta alle sette donne del titolo, che lentamente porteranno alla luce trascorsi di vita insospettabili in una sequenza di colpi di scena inevitabilmente artificiosi, che si prendono gioco dei meccanismi classici del giallo per proporre artatamente soluzioni improbabili che solo la bravura del cast rende vagamente plausibili. In questo il nostro remake è superiore: non si avverte mai la volontà delle protagoniste di proporsi come primedonne né il desiderio del regista di stupire in ogni situazione. Poi però anche qui l'intreccio diventa solo un flebile spunto sul quale far interagire caratteri diversi, contrapposti, che lasciano il segno mentre Genovesi in regia accompagna i lunghi dialoghi senza troppo accorgersi che nel frattempo i ritmi tendono a scemare (colpa anche del fatto che il mystery in sé non si riveli affatto interessante). Un divertissement fine a se stesso, ma il film di Ozon lo era ancora di più...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/01/22 DAL DAVINOTTI
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Markus 9/01/22 10:49 - 3687 commenti

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Da un pièce e relativo film 8 donne e un mistero , ecco spuntare il remake italico in sottrazione di una donna. Film tutto d'interni, come si evince in analoghe opere di derivazione teatrale, il film di Alessandro Genovesi si snoda nel classico delitto in casa con tutti sospettati... quale "novità". Il cast da "8 marzo" è forse l'unico elemento attrattivo e bisogna dire con buona resa interpretativa. Pellicola nel complesso sottotono, che non regala emozioni ma solo un intrattenimento fine a se stesso.

Gabrius79 13/01/22 13:37 - 1427 commenti

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Piacevole remake di 80 minuti in un mix di giallo e commedia in cui la Vanoni "vanoneggia" come oramai la si vede in tv e quindi si ride; ottima è la Impacciatore, la Buy è meno Buy del solito ed è un piacere; la Ramazzotti che entra in scena dopo un po' sa il fatto suo; la Del Bufalo è tenuta a freno dal suo ruolo; la Ranieri brava come sempre mentre la Porcaroli forse è la più acerba. Regia discreta di Genovesi.

Lupus73 7/03/22 12:22 - 1494 commenti

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Produzione dalla fotografia e ambientazione molto curata e internazionale, in cui il difetto è la recitazione generale non proprio all'altezza per tutto il cast (uno dei casi in cui si poteva doppiare). Siamo di fronte a una sorta di giallo-commedia, ambientato (da manuale) all'interno di una stupenda villa liberty durante una tormenta di neve, con personaggi individuati con colori netti e vivaci come fossero le pedine del Cluedo (potremmo già da questo trovare indizi). L'ambientazione ha il suo indubbio fascino, la soluzione può sorprendere ma viene sprecata da un finale floscio.
MEMORABILE: Divertente la Vanoni nei panni della nonna svampita e bevona.

Maxx g 23/06/22 21:10 - 635 commenti

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Nono film di Alessandro Genovesi, è una commedia gialla in stile Agatha Christie che racconta, appunto, di sette donne alle prese con la morte del padrone di casa. Chi può essere stato? Ognuna ha le motivazioni per uccidere il povero Marcello. Non del tutto una commedia (si ride assai poco, per non dire nulla) né un giallo, di cui dopo una logica curiosità iniziale sembrano perdersi le tracce. La Buy ci prova, la Vanoni gigioneggia, il resto da dimenticare. Insomma, un film che delude fortemente, anche per la trama che si perde via via.

Ultimo 8/08/22 09:41 - 1655 commenti

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Tipico giallo camerale in stile Agatha Christie, con sette donne rinchiuse in una dimora ove avviene un omicidio. Chi sarà il colpevole? Pellicola nel complesso scarsa, nella quale nessuna delle attrici riesce ad emergere. Di fatto si arriva ad annoiarsi dopo un'ora di visione. Finale insufficiente, che lascia l'amaro in bocca. Si salva giusto qualche scena, ma è pellicola evitabile.

Michdasv 2/01/23 22:42 - 117 commenti

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Divertente passatempo di Natale (la vicenda si svolge alla Vigilia) ma non è un giallo, quanto piuttosto una parodia di tanti luoghi comuni e tropi dei gialli (senza sorprese). Gradevole l'interpretazione, molto "teatrale": i personaggi si porgono la battuta e aspettano senza mai sovrapporsi. Interessante il ripetuto contrasto tra "individuo" e "coro", composto dalle altre donne contro la sospettata di turno, inquadrate insieme. Attrici bravissime ma quasi "frenate" in uno stile recitativo deliberatamente impostato a livello "parrocchiale"  con un lessico libresco.
MEMORABILE: La statuetta Ming.

Galbo 5/01/23 12:00 - 12392 commenti

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Se nella versione originale di Ozon erano otto, in questo adattamento italiano sono sette, le protagoniste di una commedia gialla che di misterioso ha davvero poco (oltre a una sceneggiatura davvero esile), ma che alla lunga qualche pregio lo possiede e che risulta discretamente gradevole, anche per la sua durata limitata che allontana la noia. Apprezzabile tutto il comparto tecnico (fotografia, scene e costumi) di una pellicola dall'impianto decisamente teatrale nonché la prova delle attrici, con la Buy in prima fila e la Vanoni quantomeno curiosa. Non male.

Pigro 1/03/23 13:28 - 9666 commenti

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Con una donna in meno, il film di Ozon si trasfigura in un’ambientazione e in una narrazione italiana, che punta sulla leggerezza e l’arguzia, con una discreta dose di humor (con gustosa autoironia nel caso di Vanoni), ma anche con un taglio che a tratti sa un po’ di televisivo. Il risultato è comunque discretamente piacevole, anche se siamo ben lontani dalla frizzante tensione camp dell’originale, che qui è diluita senza infamia e senza lode. Apprezzabile la brevità del film che invoglia e alla fine appaga.

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  • Discussione Michdasv • 3/01/23 09:53
    Galoppino - 285 interventi
    Sento il dovere di spiegare meglio quel che ho scritto in recensione. Abbiate pazienza
    Teatro parrocchiale non è un ingiuria ma una forma d’arte, a livello familiare e intimo.
    In anni di pandemia, divieto di assistere a spettacoli dal vivo e persino di radunare i genitori di una scolaresca (tra dieci anni queste parole ci faranno sorridere), 
    registi, produttori e attrici hanno offerto al pubblico una Magnifica “recita parrocchiale” di livello altissimo, dove ogni individuo è contrapposto a un Coro, dove ogni personaggio indossa un colore specifico, dove la musica di sottofondo è dolce nei momenti sereni, e “zan-zan-zaan!” nei momenti di presunta Tensione. E dove ogni personaggio attende pazientemente che il collega concluda la battuta , dal lessico sempre “letterario” e mai spontanea (perfino nel turpiloquio: “Smutandata!” come sarebbe accaduto se la regia fosse stata affidata a una insegnante delle Medie Inferiori con il pallino per i poeti di primo Ottocento: al punto che l’unico riferimento per la Depressione è… Leopardi!).
     
    Altro argomento. Film femminile ma non femminista. Nessuna di queste sette donne “lavora”, tranne la cuoca che però appunto fa un lavoro servile (invece lavorano gli uomini: imprenditori, taxisti, poliziotti). Tutte dipendono dal denaro di qualche uomo: il padre, l’amante, il marito. Nessuna si propone di avere altro ruolo che di essere la donna di un uomo. L’unica “crescita” evolutiva vista in scena, è quando la zia brutta diventa la zia charmante (non proprio un sogno femminista). P.S. bastava poco per farlo diventare un film con cast 100% femminile: il taxista all’inizio non era strettamente necessario, e il poliziotto alla fine serve solo per far sembrare ancora più penoso il personaggio della zia (recitato benissimo, ma moralmente osceno).
     
    Momenti memorabili: “Smutandata!”; “anche a te”; “le donne non DOVREBBERO farsi la guerra” (espressione che ricorre almeno altre tre volte nel film). La Ranieri che insegna a zia Agostina come “considerarsi bella”.
    Capolavoro del memorabile: tutte le raffinate dame che mangiano avidamente con le mani quaglie con mostarda di Cremona e dolci al cacao, con dialogo finale tra Buy e Ramazzotti con le labbra sporche di cioccolato (che anticipa ben altro dialogo).