Sconnesso, dissestato, frammentato in microsegmenti impercettibili che faticano ad unirsi per dare omogeneità al racconto, il film di Varo Venturi (che dà luce alle teorie sulle adduzioni aliene del professor Malanga) trova un unico filo conduttore nella fotografia dai toni ocra/verdastri che fa un po’ MATRIX e toglie fortunatamente evidenza, con il suo perdurare, agli sbalzi di un montaggio confuso e dispersivo. C’era bisogno dell’esatto contrario invece, per dare forma a un film così fragile, che mescola suggestioni da rapimenti alieni vicine al QUARTO TIPO...Leggi tutto a soluzioni in stile Dan Brown che portano i protagonisti a cercare messaggi cifrati tra iscrizioni mesopotamiche per raffrontarle con moderni codici a barre e a identificare misteriose frequenze che riconducono al numero della bestia! Il tutto mentre una bella figliola (Laura Glavan) finisce posseduta da un dio sumero intenzionato a dominare la razza umana che già era sua succube in tempi andati. La carne al fuoco è insomma davvero tanta, anche perché poi si aggiungono i servizi segreti, i membri di una combriccola di trafficoni chiamata “Cabala project” e chi più ne ha più ne metta. Per organizzare un simile delirio ci volevano come minimo mano ferma e grande sicurezza, mentre purtroppo il regista Varo Venturi perde la barra del timone dopo pochi minuti e la nave va presto alla deriva perdendosi tragicamente nelle nebbie di irraggiungibili lidi lynchani di cui scorgiamo in lontananza solo un pallido riflesso. In realtà qui l’operazione è molto più terra terra, e l’incapacità del regista di imporre non solo un ritmo accettabile ma proprio un vago senso di ritmo al film, affossa definitivamente ogni velleità di proporre qualcosa di fruibile per il grande pubblico senza poter offrire un prodotto che sappia anche solo vagamente intrattenere. D'altra parte un cast simile è pressoché improponibile e vederlo alle prese con dialoghi improbabili spesso resi ridicoli da certi forti accenti romaneschi è il colpo di grazia. Considerata la scarsa presa degli effetti speciali (e la sterilità di certe sovrapposizioni oniriche che vanno a comporre sconfortanti quadretti alieni più spendibili in telefilm senza pretese) non si capisce bene cosa si possa salvare del film, che evidenzia a più riprese limiti enormi dovuti certamente al budget ma anche all'imperizia di una regia incapace di creare un minimo di coinvoglimento. Come si possa prendere sul serio un film così è difficile da capire...
Questa pellicola sembra confermare che gli alieni esistono...perchè devono essere stati loro a produrla e girarla per convincere tutti del contrario. Non si può infatti credere che un simile calderone filmico di scemenze, di teorie da bar dello sport (anticristo, sette e servizi segreti, anime come fonte energetica ambita) siano state messe insieme da un essere umano, magari anche convinto di ciò che stava facendo. L'unico, vero risultato ottenuto è un senso di pesantezza delle palpebre di chi ha la sfortuna di imbattersi in tale pastrocchio mal assemblato e peggio recitato.
MEMORABILE: Sul computer appare 666...e uno dei fessi, con voce da fesso: "Il simbolo del maligno!"...Ma vaff...
Il film è un'accozzaglia insensata e soporifera di più generi: il regista passa con "disinvoltura" dalla fantascienza all'horror fino all'action. È utilissimo soffermare il commento sulla pessima sceneggiatura: il film non ha senso e certe parti sono inspiegabili. Forse ancora più deplorevole è il montaggio, davvero dilettantesco. Film così brutti al cinema non ricordo di averli mai visti. Visione estrema consigliata solo ad amanti del trash più puro. Brutto, noioso e senza senso. Difficile trovare di peggio!
Un guazzabuglio di generi: ci sono la fantascienza, l'esorcismo, lo spionaggio e l’atmosfera da ghost-movie che Venturi tenta di unire, ma l'effetto è quello dell'olio nell'acqua e, complessivamente, rimangono a galla solo i momenti in cui si scimmiotta L'esorcista, ma solo perché la pellicola pone l'attenzione su qualcosa di già visto (m'aspettavo la testa girata). L'eccessiva lunghezza e alcuni effettacci “speciali” fatti col pc di casa sfiancano e ridicolizzano ulteriormente una pellicola già di per sè non riuscita. Sonnacchioso e snervante.
L’inizio raggiunge già alte e deliranti vette, ma può tuttavia intrigare o almeno incuriosire. Poi si prosegue con una lunga e noiosa serie di farneticanti sproloqui e dialoghi, finché giunge una nuova scena ridicola. Si prosegue con un innesto criminale, per poi arrivare all’esorcismo, ai servizi segreti e a tanto altro ancora. Di carne al fuoco ce n’è: pure troppa. La trama risente di una scarsa chiarezza, specie poi negli ultimi minuti. Alla fine imperano la noia ed il ridicolo. Non si sa se piangere o ridere dinanzi a roba del genere.
Ricetta per un film sbagliato: incentrare il plot sulle teorie di Malanga, fare un mix mal amalgamato di generi (sci/f-horror–spy complottistica), ambire ad una messa in scena di forte impatto spettacolare avendo un centesimo del budget necessario per farlo, prendere un cast para-televisivo e lasciarlo a se stesso, scrivere una sceneggiatura ignorando la grammatica cinematografica e lavorando per accumulo senza soluzione di continuità; mischiare per bene togliendo ritmo e prendendosi sul serio: la ciofeca è pronta, servitela sul grande schermo!
MEMORABILE: Il meglio del peggio: i dialoghi scientifici imbarazzanti e i due pseudo geni/hacker coatti...
Un dubbio: ma il tremolio della macchina da presa è sufficiente a risultare moderni e internazionali o serve solo a coprire le pecche della messa in scena? Venturi si lancia da un soggetto ambiziosissimo e si schianta per terra con un copione che fa acqua da tutte le parti, pieno di dialoghi talmente inverosimili da risultare alieni per qualsiasi attore, anche di quelli bravi. La buona volontà non basta, occorre lo studio. E l'horror italiano, da troppo tempo, sembra fatto solo da gente di buona volontà e nessun talento.
Operazione complessa quella che compie Venturi portando su pellicola le teorie del professor Malanga. Per apprezzarla serve pazienza (il film carbura lentamente), curiosità e un pizzico di fantasia. Poggio e gli altri si immergono benissimo nel contesto, il quale non perde il confronto con produzioni maggiori. Mesopotamia, Sumeri, domini vuoti e addotti sono concetti che richiedono studi e una buona dose di specificità nell'interesse dello spettatore, forse troppa. Affascinante, pur con momenti di pedanteria.
Non è acclarato se la minutaglia di farneticazioni complottistiche e postulati alieno-massonico-satanici che ottura il film sia pietrisco caricaturale sotto cui intombare tutte le paranoie globali del terzo millennio o se invece sia la pura transcodifica sintetizzata delle convinzioni assolute degli stessi responsabili di questa operazione ai limiti della presbiofrenia. Era dai tempi di Fatal frames che Roma non degradava in un simile bordello di situazioni, inghiottita da un'ambage di rettiliani, grigi, esseri di luce, aristocrazia nera, esorcismi e ipnosi regressive.
MEMORABILE: Il rave party esorcistico che sigilla conclusivamente tutto il manicomio di eventi...
Straniante esemplare "non di fantascienza" che coniuga fantapolitica, massoneria e complotti religiosi. Pur se vanta una certa conoscenza della tematica (assai esaltata dall'ufologo in via di misticismo Corrado Malanga), la pellicola mette assieme troppe tematiche riuscendo a confondere lo spettatore soprattutto nella parte conclusiva con servizi segreti deviati che non si capisce bene da che parte stiano. Ipnotismo e pure un esilarante esorcismo operato da uno spretato greco lo rendono insolito e talvolta involontariamente comico. All'anima...
MEMORABILE: La parte iniziale con i soliti grigi all'opera; La teoria della derivazione aliena di nobili casate...
Letale guazzabuglio complottista a mezzo fra Dan Brown, David Icke e L'esorcista. Al netto del contenuto, un allucinato sincretismo delle peggiori fanfaluche, è la parte cinematografica a stupire in negativo. Non esiste uno straccio di filo logico-drammaturgico (che vanta persino un qualsiasi monster-drive-in movie dei Cinquanta), ma solo una confusa progressione di scene effettistiche, mal recitate e con dialoghi risibili. L'horror sci-fi italico in uno dei suoi numerosi nadir.
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Non sono contento,lo dovresti essere tu.Un giorno quando questo film prenderà il posto di altre perle del trash nostrano,potrai affermare con fierezza di esserti recato al cinema a vedere questa "magnifica"opera..Dopo ESP,Cappuccetto rosso sangue,mi hai seguito pure in questa ciofeca..Sono proprio orgoglioso di te!!
HomevideoXtron • 6/02/12 18:54 Servizio caffè - 2149 interventi
Ho preso l'edizione noleggio e devo dire che il master utilizzato è brutto tanto quanto il film.
E' possibile che utilizzino master più scadenti per le versioni rental?
Xtron ebbe a dire: Ho preso l'edizione noleggio e devo dire che il master utilizzato è brutto tanto quanto il film.
E' possibile che utilizzino master più scadenti per le versioni rental? il film è girato in digitale se non ricordo male, quindi non bisogna aspettarsi una resa da pellicola,e poi l'immagine non era granchè al cinema figurarsi in dvd...
Fatal frames è un cult del delirio che resta nella memoria (un po' come Zombi horror e La casa del sortilegio - Boardinghouse) però il casino di situazioni indescrivibili è al pari di quello di 6 giorni sulla Terra, "zeitgeist-fiction" che si prende sin troppo sul serio :)
DiscussioneZender • 10/06/14 18:15 Capo scrivano - 4 interventi
Al Festa è rimasto epocale anche per l'enorme quantità di volti noti e stracult in passerella.