Una rodata coppia e un segreto che emerge preponderante minando tutto quello costruito insieme. Una pellicola interessante, realizzata con garbo e meticolosità in cui i turbamenti si miscelano con i pensieri. Validi i due interpreti principali, anche se la Rampling appare sicuramente più incisiva. Da vedere.
Due anziani, all’apparenza sereni, coniugi inglesi stanno per celebrare il loro 45° anniversario. Ma giunge una lettera imprevista. Temi aspri come gelosia, delusione, confronto fra la prospettiva di vita di quando si avevano vent’anni e quanto si è effettivamente costruito, sono suggeriti con intensità e delicatezza. Bella fotografia, superba interpretazione di Courtenay e Rampling, doppiati benissimo. Riflessivo e commovente.
MEMORABILE: Tutte le sfumature di sentimento cesellate dagli splendidi protagonisti; Le passeggiate mattutine nella bruma con il bel cane Max.
La storia è tutto sommato scontata, al limite della banalità. Non credo ci voglia una lettera proveniente dal passato per scoprire che molti matrimoni, seppur riusciti, sono stati comunque una soluzione di ripiego, immolata per dimenticare palpitanti amori giovanili, sebbene qui luttuosi. Era chiaro che si puntava sul nome e sul talento dei due protagonisti. Tom Courtenay effettivamente è attore di razza, qui in un ruolo pensionistico già sperimentato in Quartet, ma la Rampling, dai fastidiosi e malriusciti ritocchi estetici, è deludente e svogliata.
Raccontando circostanze singolari, Haigh mette in scena una situazione invero credibile (tipica?), cercando un punto di vista distaccato sulle crepe improvvise in una relazione di una vita. Il suo non è un cinema colorato e vivido, ma dai colori morti come quelli della campagna inglese in un giorno di nebbia; lento, senza grandi accadimenti, forse anche noioso, ma con un'attenzione particolare ai sentimenti, che poi sono il vero oggetto del racconto. Quel che accade è magia che si spezza, è incapacità, quasi impotenza dinanzi all'imprevisto, è manifestazione del lato umano. Senza brillantezza, ma con tanto garbo.
Un evento drammatico incrina le certezza della tranquilla vita di una coppia matura. Il film racconta benissimo l'inquietudine che lentamente serpeggia insieme alla consapevolezza di avere vissuto una vita che non è stata quella che si credeva fosse. Una bella sceneggiatura e dialoghi molto realistici ed incisivi per un film segnato dalla straordinaria interpretazione dei protagonisti. Ottimo il doppiaggio italiano. Da vedere.
Kate e Geoff sono una coppia agiata, colta, che vive in una bella casa nella campagna inglese. Pochi giorni prima della festa per il loro 45° anniversario di nozze, lui riceve una lettera dalla Svizzera... Anatomia di un matrimonio apparentemente saldo sul quale il passato, riemerso dal ghiaccio in cui era sepolto, proietta un cono d'ombra che porta Kate a riconsiderare tutte le scelte della vita come determinate dalla presenza di un fantasma del quale ignorava l'esistenza e con il quale non poteva/può competere. Film pudico ed amarissimo, ben scritto e splendidamente interpretato.
MEMORABILE: Kate in soffitta scopre la raccolta di vecchie diapositive e le proietta, scoprendo il segreto più gelosamente nascosto
C'è una discreta spontaneità nella storia impostata dal regista, che Rampling e Courtenay sanno tradurre in una recitazione sentita e misurata. D'altro canto se Haigh sceglie uno sviluppo narrativo lento che può anche avere il suo perché, il ritmo e la solitudine dei due protagonisti causano qualche problema di torpore e impazienza nello spettatore.
Kate alla vigilia del 45° anniversario di matrimonio prende dolorosamente atto di non essere stata il vero amore di Geoff, bensì quasi una seconda scelta. Il passato irrompe rimettendo in discussione la routine della coppia senza intaccarne però il contegno sociale. Sentimenti taciuti e rimossi, dialoghi sommessi e lasciati al virtusismo espressivo dei due attori, perfetti nella parte dei due anziani e raffinati coniugi. L'opacità del paesaggio inglese fa da sfondo significativo allo sfilacciarsi della reciproca fiducia ormai compromessa.
MEMORABILE: I turbamenti di Geoff sopraffatto dai ricordi; La soffitta dei segreti; La perplessità nel volto di Kate; Il ballo finale.
Un film intimista, che cresce poco a poco, non nel ritmo ma nelle psicologie dei protagonisti, interpretati alla perfezione dalla Rampling e Courtenay, in modo molto realistico e umano, al punto da commuovere in vari momenti, come il bellissimo finale. Il dubbio che si insinua lentamente in lei coinvolge e ci fa sentire partecipi, con dialoghi che sanno di vita vera e toccano le giuste corde. Buona la regia, ben scelta la colonna sonora. Notevole.
Alla vigilia del 45'anniversario di matrimonio di una coppia senza figli, irrompe una notizia che "disgela" il passato remoto portando a inevitabili conseguenze. Uno spaccato di pochi giorni sull'intimità dell'età matura con tutti gli interrogativi e i risvolti che la vita pone a questo livello. Charlotte Rampling fa il resto con la sua grande classe di attrice e di donna.
Tra i film più (sentimentalmente) spietati degli ultimi (45?) anni. Haigh lavora ai fianchi con serafica (e talora compiaciuta e "inglese") lentezza un rapporto di coppia che si teorizzava granitico e che le burocratiche righe di una lettera scopron fragilissimo e infine (probabilmente) irrimediabilmente inconciliabile. La regia, scarnificando, fino a un grigiore che denota destabilizzanti "assenze, "il decòr e il milieu sociale di Kate e Geoff, si affida alla carismatica presenza di Courtenay e Rampling per ritrarre debolezza e insana(bile) disinganno.
Una storia interessant eche porta in risalto i problemi d'esistenza di coppia dopo tanti anni di matrimonio (quarantacinque) "grazie" a una lettera (indirizzata a lui) che riporta alla luce vecchi ricordi. Non ci si annoia, anzi ci si affeziona quasi ai personaggi, dotati anche di una certa complessità. Bravissimi Charlotte Rampling e Tom Courtenay (premiati anche a Berlino).
Dopo il Weekend in cui l’amore nasce e si esaurisce, ecco la settimana in cui il ricordo improvviso di un tragico amore giovanile rischia di mettere in crisi un matrimonio durato 45 anni. Haigh torna a investigare le relazioni sul filo di dialoghi profondamente veri in storie toccanti, e lo fa con due interpreti notevoli. Un film sottile, dal ritmo pacato, che entra senza falsi pudori nei segreti dei sentimenti, portando in evidenza il tabù della gelosia retroattiva e osservando con passione una coppia anziana senza banalizzarne la descrizione.
Sebbene la pellicola sia dotata di una delicatezza non comune nel raccontare come basti poco per far vacillare anni e anni di una conquistata intimità e di reciproche convinzioni, si rischia una certa letargia. È quasi un cinema verità, asciutto, raffinato, indubbiamente ben interpretato grazie alla spontaneità dei protagonisti e all’efficace utilizzo del quotidiano o di tic banali, quasi ossessivi, che la Rampling rende in modo sorprendentemente naturale. Però. Il ritmo è blando, troppo e il tipico british aplomb non aiuta a conferire brio.
Discreta pellicola a carattere sentimentale che va ad indagare la sfera intima di una coppia ormai anziana, prossima alla festa dei 45 anni di nozze. La trama è incentrata soprattutto sulla psicologia della protagonista femminile (una brava Rampling), le cui certezze sul rapporto con il marito vanno a poco a poco a sgretolarsi. Nel complesso un film promosso, a tratti statico ma senza dubbio ben costruito, grazie alla perfetta sintonia tra i due protagonisti. Riflessivo, malinconico, niente male.
Nascosto tra le pieghe di una messa in scena pacata e tenue, sottolineata anche da un ritmo più che blando, c'è un messaggio abbastanza sconvolgente: 45 anni di matrimonio all'improvviso assumono i caratteri di un'impostura sentimentale e di un ripiego. Haigh aveva bisogno di due grandi attori per reggere un film basato essenzialmente su emozioni silenziose e passioni sopite, sguardi e parole non dette: Rampling e Courtenay rispondono presente, con due interpretazioni sottili e sentite. Tipico esempio di buon cinema inglese, quasi un Ken Loach dei sentimenti.
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