38 testimoni - Film (2012)

Dramma dai ritmi lenti e compassati, a volte decisamente troppo, che però può contare su un soggetto interessante e su discrete prestazioni attoriali. Atmosfere deprimenti e plumbee, sottolineate dal quartiere anonimo in cui si svolge la vicenda (una donna viene uccisa in strada e tutti gli inquilini di un condominio non fanno nulla e si rinchiudono nell'omertà) e dal vuoto esistenziale dei protagonisti, ravvivato da un unico atto di coraggio pagato a caro prezzo.

Un delitto scuote un anonimo quartiere residenziale di Le Havre: in piena notte una giovane donna viene uccisa con ripetute coltellate, ma nessuno sembra aver visto o sentito nulla... Ispirato ad un fatto di cronaca, un film lento, dall'impianto teatrale, fatto di silenzi e dialoghi, non del tutto riuscito ma in grado di porre interrogativi pesanti su cui riflettere. Ad indurre all'inazione non è tanto o solo la vigliaccheria o l'indifferenza, quanto l'attitudine a farsi a fatti propri, a girare la testa da un'altra parte per evitare grane, di cui purtroppo è difficile potersi dire immuni.

Il film è una puntigliosa descrizione dell'opportunismo, o se si preferisce è un viaggio nella mediocrità degli uomini che pensano solo a se stessi e, di fronte a un'aggressione sulla pubblica via che porta alla morte di una ragazza, nulla fanno né dicono se non costretti dalla polizia. Belvaux analizza le motivazioni dell'unico testimone "positivo" e della sua vita di coppia che l'episodio riduce in frantumi. Elegantemente fotografato e diretto, in una Le Havre di una tristezza assoluta, merita senz'altro una visione. Disarmante.

L'omicidio di una ragazza in piena notte scatena la ricerca di possibili testimoni tra i condòmini di un anonimo palazzone di Le Havre, ma nessuno ammette di aver sentito o visto. Su questa base si forma un fittizio pseudo dramma psicologico e sociologico tra reticenze e sensi di colpa. Sceneggiatura che risente della debolezza dei presupposti e dell'artificiosità delle conseguenze innescate dal delitto. Ambiente tetro e personaggi che non hanno né comunicano empatia. Irritante moralismo da quattro soldi sparso a piene mani per un finale inconcluso.