12 anni schiavo - Film (2013)

12 anni schiavo
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Titolo originale: 12 Years a Slave
Anno: 2013
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "Dodici anni schiavo". Tratto dall'omonima autobiografia di Solomon Northup pubblicata nel 1853.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/02/14 DAL BENEMERITO DANIELA
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Daniela 5/02/14 08:39 - 12606 commenti

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Nella prima metà dell'Ottocento, un violinista nato libero che vive nel Nord viene rapito, portato in Louisiana e venduto come schiavo nelle piantagioni... Film certo nobile negli intenti, curatissimo in ogni comparto, ben recitato dal bravo Ejiofor ed anche da Fassbender, il prediletto del regista qui nel ruolo del padrone più spietato, mentre Pitt e Giamatti si limitano a comparsate. Tuttavia non convince del tutto per una "levigatezza" della messa in scena che sconfina spesso nell'illustrazione para-spielberghiana. Fa indignare di testa ma non smuove le viscere, non colpisce duro al cuore.
MEMORABILE: Ejiofor, sfuggito al linciaggio da parte di Dano, viene lasciato appeso alla corda fino all'arrivo del padrone

Rebis 28/02/14 20:42 - 2331 commenti

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Lo schiavismo come deprivazione somatica, annientamento dell'identità, negazione dei bisogni primari (cibo, igiene, cultura). Se la programmaticità del racconto capitola nei luoghi comuni di tanto cinema americano (Pitt, improbabile), la forza pervasiva del film sta nell'agonia dei corpi - venduti, comprati, distrutti nel supplizio della frusta - nella fisiologia del tempo, nella consistenza sensoriale del paesaggio. Fotografia e musica levigate e magnifiche. McQueen dialoga con la mente per entrare nelle interiora. Il cuore? Un muscolo per il tavolo anatomico o per la vetrina del macellaio.

Deepred89 10/02/14 13:45 - 3701 commenti

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Un paio di colpi di frusta sopra la media, ma siamo sempre a Hollywood e così ecco il protagonista carismatico, il titolo che già da sé rassicura, i cattivi che spesso scadono nella caricatura (ma Fassbender funziona ancora), le insopportabili didascalie finali, l'apparizione messianica di Brad Pitt che ha pure messo i soldi per il progetto. Lo preferisco a quel polpettone di Hunger e forse scorre meglio di Shame, ma la vere emozioni non abitano qui. Date Addio zio Tom agli americani e ritroverete un simil-Gladiatore. Vedere per credere.

Capannelle 16/02/14 18:08 - 4394 commenti

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Non è memorabile ma sono buoni sia la regia che gli interpreti. Intendiamoci, la storia è sempre quella e McQueen non vuole renderla originale, ma riesce a trarne un racconto sufficientemente personale. Alcune sequenze fanno riflettere, più a mente fredda che per ragioni di insostenibilità; quello che gli autori sono bravi a raffigurare sono l'ordinarietà di certe consuetudini, la rassegnazione generale e la mancanza di appigli verso un possibile "arrivo della cavalleria". Compone Hans Zimmer, sempre bravo.
MEMORABILE: Il primo piano su Patse scudisciata.

Puppigallo 23/02/14 00:59 - 5250 commenti

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E' una sorta di resoconto nudo e crudo dell'incubo in cui viveva la gente di colore vissuta nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non riesce a essere particolarmente coinvolgente, ma ha dalla sua un protagonista piuttosto credibile, con contorno di padroni tra lo sciroccato, il bastardo e il semplicemente psicopatico. Il vero segno che questa pellicola riesce a lasciare è quello dato dalla brutalità delle punizioni e dal costante lavoro di annullamento della volontà degli schiavi (emblematico quando il protagonista è semiappeso per il collo e gli altri lo ignorano). Nel complesso, riuscito
MEMORABILE: Gli ultimi brandelli di carta che bruciano, prima che lo schermo si faccia buio (con essi si spegne anche la speranza del protagonista).

Caesars 24/02/14 10:01 - 3773 commenti

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Un buon film, che però paga un'eccessiva pesantezza evidente soprattutto nella seconda parte, mentre nella prima il regista riesce bene a trasmettere l'effetto di straniamento e incredulità che prova il protagonista, libero e benestante fino a pochi giorni prima, rispetto alla sua condizione di schiavo. Molto buona l'interpretazione di tutto il cast, mentre la star Brad Pitt, qui anche produttore, si limita a una particina (pur fondamentale nella storia) tutt'altro che memorabile. Pellicola da vedere. ***

Paulaster 25/02/14 09:36 - 4375 commenti

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Se con Lincoln si affrontava il tema della schiavitù in un ambito politico, qui ci si addentra nelle pieghe dello sfruttamento e dell’amoralità. Scene anche forti per descrivere la bestialità umana che porta il razzismo, lungi dall’essere sconfitto. Regia classica che non emoziona un granché e ritmo a volte cadenzato. Ejiofor e Njong’o trasmettono il messaggio e i comprimari (in ruoli più facili) danno struttura alla dolente vicenda.
MEMORABILE: In punta di piedi col cappio al collo; La flagellazione a Patsey; I gospel nei campi di cotone.

Xamini 27/02/14 21:46 - 1244 commenti

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Quel che manca alla pellicola è proprio l'emozione, il coinvolgimento. Se il minimalismo di Steve McQueen funzionava bene in Shame, qui c'è qualcosa che non quadra. Certo, caricarlo di epica l'avrebbe reso hollywoodiano (non un merito), ma lo stile asciutto adottato, il voler limare le asperità emotive dei momenti sulla carta più intensi porta in diverse circostanze allo sbadiglio. Non male, ma forse non è l'abbinamento storia-regista migliore.
MEMORABILE: La punizione di Patsy

124c 3/03/14 16:46 - 2911 commenti

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Una volta era lo sceneggiato Radici a raccontarci lo schiavismo dalla parte dei neri, oggi è questo film prodotto da Brad Pitt, che si riserva un cameo con barbetta sale e pepe alla Abramo Lincoln. Il protagonista, Chiwetel Ejiofor, è molto credibile come vittima di venditori e schiavisti: ci sono momenti che cui si immedesima in lui, perché interpreta un nero che era libero. Da ricordare pure ii buon Benedict Cumberbatch e il perfido Michael Fassbender (specie quest'ultimo, che come Paul Giamatti fa lo schiavista come pochi). Drammatico.

Nancy 7/03/14 18:49 - 774 commenti

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Da un regista che ha tirato in ballo argomenti importanti delineando uno stile proprio come in Shame e soprattutto in Hunger non ci si aspetta un film così perbenista, da compitino, senza alcuna voglia di andare al di là della mera esposizione oggettiva dei fatti narrati. Certo la bravura alla regia si avverte, ma a essere limitata è la sceneggiatura, che non permette di empatizzare col racconto. Immeritato l'Oscar alla Nyong'o, che come Eljiofor fa il suo lavoro senza metterci troppo il suo. Classico film per lenire il senso di colpa americano.
MEMORABILE: Il piano-sequenza della compravendita.

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Greymouser 9/03/14 14:46 - 1458 commenti

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Non avendomi mai convinto in pieno il cinema di McQueen, il commento rischia di essere più soggettivo del consueto. Il carico dell'Oscar, per giunta, dovrebbe consigliarmi cautela. Dovrebbe. Eppure, non riesco a nascondere la sensazione di noia e indifferenza che mi ha indotto la visione del film, nonostante la presenza di un tema così sofferto e commovente. Manca totalmente la dimensione dell'ethos, e anche del pathos, tutto risolvendosi in una cronaca lineare e pulitina, senza soluzioni registiche accattivanti e senza partecipazione emotiva.

Saintgifts 2/04/14 00:16 - 4098 commenti

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La sensazione provata vedendo il trailer si è confermata col film. Un film ben fatto, con buoni attori, musica appropriata e una splendida natura ottimamente fotografata che evidenzia una fauna (umana) disumana che interpreta persino la parola di Dio ai propri interessi, niente altro. Zero emozioni di alcun tipo, nemmeno indignazione nei momenti peggiori interpretati da un bravo Fassbender, che però non sembra metterci passione. Forse è proprio la passione, ciò che manca a tutto il film, e la causa sembra essere la regia.

Cotola 18/04/14 11:02 - 8998 commenti

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Il tema è nobilissimo ed interessante e la buona causa a cui il film è votato non è in discussione. Tuttavia non si può non far notare che ci si trova dinanzi al solito (più o meno) filmone americano, ottimamente curato dal punto di vista visivo e professionale, ma un po' scarso di inventiva ed incisività sotto diversi punti di vista. Insomma McQueen esegue bene il compitino ma nulla più: che abbiano ragione i suoi detrattori a giudicarlo un regista modesto? Ovvio che una pellicola così abbia vinto l'oscar per il miglior film: strano piuttosto che ne abbia vinto solo uno.

Jandileida 22/06/14 08:38 - 1558 commenti

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Impeccabile dal punto di vista formale, con attori tutti molto professionali (bravo Ejiofor, al solito mimetico Fassbender) e, infine, valido e necessario da un punto di vista etico, visto che la schiavitù fa schifo un po' a tutti. Putroppo però manca la fredda, dura corporalità che caratterizzava e rendeva interessanti i precedenti lavori di McQueen: non basta qualche schiena rigata, qui tutto sa troppo di plastica e, in finale, la storia procede su binari fin troppo sicuri e scontati. Brad Pitt stile Redentore fa parecchio ridere. Oscar telefonato.

Galbo 27/06/14 05:45 - 12372 commenti

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I film sullo schiavismo in America sono tornati di attualità negli ultimi anni. Questo di Steve McQueen è basato sulle memorie di un personaggio che visse sulle sua pelle il dramma delle catene. Il film è ben realizzato e stilisticamente elegante (con una impeccabile ricostruzione ambientale), ma sovente mancante di partecipazione emotiva. Buona la prova dell’interprete principale, Chiwetel Ejiofor, bravo attore, finalmente assurto a ruolo di protagonista. Il migliore del cast è però Michael Fassbender. Discreto il doppiaggio italiano.

Delpiero89 21/09/14 11:57 - 263 commenti

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Classico esempio di film che non può non piacere perché sono troppo importanti e toccanti le tematiche trattate, così come assolutamente precisa è la confezione (ma è anche un film di cui più o meno si può prevedere ogni evento anche senza vederlo). Tutto è come ci si aspetta: crudezza, violenza e commozione. McQueen dirige con sapienza, regalandoci qualche buona sequenza, mentre i colori e le ambientazioni rimandano a Django unchained di Tarantino. Innegabilmente un buon film che non riesce tuttavia a coinvolgere e stupire appieno.

Redeyes 6/10/14 07:54 - 2442 commenti

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Ricostruzione eccellente, musiche gradevoli e non invadenti e ottimi interpreti a supporto di una di quelle storie che non possono passare senza lasciare traccia. Ejiofor veste un personaggio che con il suo aplomb lascia un po' interdetti finendo per cedere il ruolo di protagonista ai presunti comprimari. Certi momenti sono molto cruenti, anche grazie a un ottimo Fassbender; per quanto apprezzi sempre il buon Brad, ho visto il suo un personaggio quasi acontestuale, buono non solo nell'animo ma anche angelico nel volto e mi pare un po' troppo.

Yamagong 16/02/15 23:36 - 274 commenti

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Come spot di sensibilizzazione sul delicato tema della schiavitù, il terzo lavoro da regista di McQueen funziona alla perfezione. Come film, invece, decisamente meno: non c'è una trama, non ci sono personaggi (se non una lunga lista di rapide figure appena abbozzate), c'è solo il desolante (e noioso) spettacolo di un uomo vittima di abusi e disgrazie di ogni tipo. Non c'è formazione, c'è solo gratuita sofferenza e la veridicità del racconto non può che risentirne. Ottimo il commento sonoro. Cumberbatch e Pitt meritavano più spazio. Accomodante.

Nando 16/02/15 23:41 - 3806 commenti

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Una vicenda reale narrata con stile asciutto e veritiero in cui le brutture emergono deflagranti e la sofferenza del protagonista si evidenzia gagliardamente. Un'eccellente pellicola, giustamente premiata, in cui emerge il lato emotivo. Ottimo il cast, con Eijofor valido interprete ben supportato da un vigliacco Fassbender. Menzione per Pitt.

Schramm 6/10/15 13:47 - 3490 commenti

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Non era affatto facile trovare il giusto compromesso tra la ruvida asciuttezza incompromissoria degli esordi, l'algida ambiguità del secondogenito, il classicismo che più ismo non si potrebbe di certa âge d'or e il vischioso perimetrare il blockbusterume dove tutto è manicheo: ma manichei sono d'altronde epoca e contesto narrati, e per McQueen si prestano miracolosamente a essere l'A+B=C delle precedenti prove oltre che ideale giuntura tra stili e umori apparentemente inconciliabili, senza mai capitombolare nella retorica smacchiacoscienze, nello strappalacrime o nell'exploitativo spicciolo.

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Giùan 21/12/15 22:20 - 4528 commenti

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Non mi ha convinto punto! L'ho trovato immerso, per buona parte del suo notevole metraggio, in una sonnacchiosa prosopopea (sorta di paradossale contrappasso pagato al tentativo di smitizzare il protagonista), incapace peraltro di specificare a quale pubblico vorrebbe rivolgersi e quali corde vorrebbe toccare. Il lavoro di McQueen resta così sospeso in una oggettivazione la cui eticità si rivela pedante e cinematograficamente perdente. Avrebbero dovuto meglio esser sviluppate le sottolineature sulla ipocrita e impraticabile solidarietà tra schiavi.

Pumpkh75 30/08/16 12:40 - 1736 commenti

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Gran prova attoriale (Fassbender sugli scudi ma anche i pochi minuti di Giamatti e del repellente Dano lasciano i segni delle frustate), bella regia, magistrale la ricostruzione storica. I punti interrogativi sono altri: il terribile supplizio di un così lungo periodo di sottomissione morale e fisica non può e non riesce proprio a entrare nei panni di sole due ore di filmato e il trasporto emotivo, in virtù di ciò e di una sottile albagìa di intenti, va a sprazzi passando spesso per lo zero. Resta grande cinema, ma senza coinvolgere appieno.

Bubobubo 15/11/18 00:53 - 1847 commenti

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Fuori dai denti: senza le intenzioni spielberghiane, evidentissime sin dalle prime battute (Amistad anyone?) e culminanti in un epilogo che cerca di sintetizzare giustizia e ragione, sarebbe stato un film assai migliore di quello che è. È la rappresentazione della schiavitù - sevizie comprese - che piace alla classe dominante e che permette, almeno per un paio d'ore, di disinfettarsi la coscienza: quel che serviva, come per The birth of a nation, era più cattiveria, più cinismo. La storia di Solomon Northup merita comunque di essere conosciuta.

Alex1988 15/05/19 18:55 - 728 commenti

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Uscito quasi in contemporanea col simile per argomento, ma diverso dal genere, Django unchained, "12 anni schiavo" ci sbatte in faccia la piaga della schiavitù in maniera completamente differente dal fumettismo di Tarantino; anche questo non manca di durezza, ma neanche di una certa dose di patetismo, che, in storie come questa, può anche essere dovuta. Ottimo il cast di contorno.

Noodles 8/12/19 19:58 - 2196 commenti

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Splendido affresco sullo schiavismo negli Stati Uniti dell'XIX secolo. Colpiscono soprattutto la ricostruzione dell'ambiente e l'ottima recitazione da parte di tutto il cast, nonché una fotografia veramente da favola. Ha qualche difetto che non lo consegna al novero dei capolavori. Non affonda sempre il colpo come se non volesse essere troppo cattivo e il filo della sceneggiatura si dipana prima lentamente e poi troppo velocemente. Ma rimane comunque uno splendido film, che va assolutamente visto.

Ryo 1/06/20 22:08 - 2169 commenti

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Diretto e recitato in modo superbo (soprattutto il protagonista Chiwetel Ejofor nel ruolo di Solomon Northup) e ambientato con alti livelli di realismo nell'America pre-guerra civile, risulta un'opera d'eccellenza. Con una storia abbastanza lineare e semplice ci vengono mostrati gli orrori della schiavitù e fatti sperimentare. Un film importante che andrebbe visto, anche se in un modo stranamente surreale sappiamo già tutto quel che accadrà. Lupita N'Yong'o, molto commovente, Fassbender eccelso nella sua forma più spaventosa.
MEMORABILE: Io non voglio sopravvivere, voglio vivere!

Enzus79 11/08/20 22:27 - 2864 commenti

I gusti di Enzus79

Un uomo ricco di colore viene rapito e venduto in schiavitù. Dramma tratto da un'autobiografia che colpisce per la sua durezza e crudezza: storia che mostra come la miseria umana non abbia pietà per il prossimo, portandolo a umiliazioni inimmaginabili e non solo fisiche. Fra i difetti ci sono le lungaggini di alcune scene, che a tratti sembrano ripetitive. Ottimi Ejiofor e Fassbender.

Minitina80 6/01/21 21:17 - 2976 commenti

I gusti di Minitina80

Difficile rimanere impassibili durante la visione perché le scene impattanti sono veramente tante e hanno una forza indiscutibile. Chi ancora non ha compreso cosa abbia rappresentato la schiavitù dei neri, può farsene un’idea guardando il film di McQueen. Le violenze fisiche e le vessazioni verbali subite dagli schiavi di colore sono riprodotte con un realismo scioccante, capace di suscitare un’indignazione tale da chiedersi come sia stata possibile tanta crudeltà. I dettagli tecnici assumono una valenza secondaria in questi casi, anche se non c’è molto di criticabile.

Anthonyvm 16/03/21 15:56 - 5615 commenti

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Filmone di denuncia storica made in Hollywood, il cui unico neo è l'incapacità di sorprendere: con valori produttivi elevati, garanti di un cast sapientemente selezionato, un reparto tecnico impeccabile e un'attenzione maniacale per i dettagli, è altamente improbabile mancare il coinvolgimento del pubblico, specialmente se gli argomenti trattati hanno un peso inestinguibile sulla coscienza collettiva e se la storia riguarda l'odissea personale di una vittima delle circostanze in cui è facile identificarsi. Un'opera intensa, magnificamente ricostruita, che piace in maniera meccanica.
MEMORABILE: Ejiofor prende a frustate il suo superiore bianco ed è lasciato ad ansimare con un cappio al collo; Ejiofor costretto a frustare a sangue la Nyong'o.

Mutaforme 27/07/23 16:00 - 415 commenti

I gusti di Mutaforme

Film drammatico basato sulle memorie di Solomon Northup, un uomo di colore libero che venne rapito e venduto come schiavo nell'America del XIX secolo. L'opera riporta alla luce non solo il problema della schiavitù ma anche quello dei rapimenti dei neri liberi che venivano in questo modo resi schiavi. Il film è abbastanza fedele al libro da cui è tratto (una storia vera peraltro), tuttavia manca un po' di mordente e forse di epicità. Una visione comunque interessante che spinge a leggere il libro e a documentarsi su questi temi.

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  • Discussione Caesars • 24/02/14 10:06
    Scrivano - 16796 interventi
    Daniela non mi pare proprio che tu abbia preso una cantonata. Sicuramente il film non si può considerare "commovente". La storia del protagonista viene seguita con una certa freddezza (voluta?) e lo spettatore assiste ad atrocità enormi senza però venirne coinvolto troppo emotivamente (ma a livello intellettuale le cose cambiano). A me il film è piaciuto anche se non mi ha entusiasmato, anche per una sua certa "pesantezza" riscontrabile soprattutto nella seconda parte (da quando entra in scena Fassbender).
  • Discussione Didda23 • 24/02/14 10:45
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    andrebbe al cinema
  • Discussione Daniela • 24/02/14 11:02
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Caesars ebbe a dire:
    lo spettatore assiste ad atrocità enormi senza però venirne coinvolto troppo emotivamente (ma a livello intellettuale le cose cambiano).

    Beh, egoisticamente mi consolo, non sono stata una bastarda in questa occasione :o)
    Dal punto di vista emotivo, il coinvolgimento è stato davvero scarso, il che mi ha stupito considerata la materia e l'approccio realistico con cui è affrontato l'argomento.
    Anche io nutro il dubbio che questa freddezza sia voluta... del resto, lo stesso titolo spoilerante, che racchiude la vicenda narrata entra un arco narrativo delimitato e pre-determinato, è come se la mettesse in cornice sul muro della storia, non trovi?
    E' vero che si tratta del titolo delle memorie da cui il film ha tratto ispirazione, ma il regista non era mica obbligato ad utilizzarlo.
  • Discussione Caesars • 24/02/14 11:24
    Scrivano - 16796 interventi
    Sul titolo: è vero che non c'era obbligo di usarlo, ma essendo derivato da quello delle memorie del protagonista penso che sia stato giusto farlo. Certo che la cosa mette ben in chiaro fin da subito che la storia avrà un lieto fine e questo toglie pathos.
  • Discussione Capannelle • 24/02/14 16:28
    Scrivano - 3472 interventi
    Caesars ebbe a dire:
    Sul titolo: è vero che non c'era obbligo di usarlo, ma essendo derivato da quello delle memorie del protagonista penso che sia stato giusto farlo. Certo che la cosa mette ben in chiaro fin da subito che la storia avrà un lieto fine e questo toglie pathos.

    Anche a me non sembra così essenziale mantenere nascosto l'epilogo della storia, tanto più che parliamo di 12 anni non 12 giorni schiavo. Ok torna libero, ma a che prezzo? In che condizioni?
  • Discussione Daniela • 24/02/14 19:42
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Si ragazzi, ripensandoci, avete ragione, il titolo non sarebbe stato un problema con un film più coinvolgente, se mi è sembrato aggiungere una nota di distacco auto-conclusivo è perché ho avvertito distante il film stesso...
  • Discussione Brainiac • 24/02/14 21:08
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Per la recensione di Hunger (di quasi un lustro fa) ebbi a dire:
    brutale (le feci sul muro a mo di performance art) e freddissimo
    A distanza di anni, dopo l'altrettanto algido Shame posso ben dire che la mia prima impressione è rimasta la stessa. Questo regista non mi sa emozionare. Di sicuro a lui non interesserà neanche farlo, ma il suo resta un Cinema che fa fatica a stagliarsi nel Ricordo.
  • Discussione Galbo • 25/02/14 05:54
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Anch'io ho trovato Shame pochissimo emozionante, oltre che sopravvalutato; se la cosa si confermasse in questo film (il tema per la verità non dovrebbe consentirlo) si dovrebbe pensare che la "freddezza" di esposizione sia una cifra stilistica dell'autore.....
  • Curiosità Galbo • 3/03/14 05:43
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Vincitore di tre premi Oscar

    - Miglior film: Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Bill Pohlad, Steve McQueen, Arnon Milchan, Anthony Katagas

    - Miglior attrice non protagonista: Lupita Nyong'o

    - Miglior sceneggiatura non originale: John Ridley
  • Discussione Brainiac • 4/03/14 21:26
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    Anch'io ho trovato Shame pochissimo emozionante, oltre che sopravvalutato; se la cosa si confermasse in questo film (il tema per la verità non dovrebbe consentirlo) si dovrebbe pensare che la "freddezza" di esposizione sia una cifra stilistica dell'autore.....
    Steve McQueen si conferma un regista affatto spericolato, anzi, algido e lineare. Questo 12 years però è il suo miglior film, che almeno dice qualcosa di nuovo sull'argomento. Se penso alla segregazione razziale, infatti (non per la rilevanza dell'argomento nella Storia -ovviamente- ma piuttosto per le sue trasposizioni filmiche: robe come Amistad/ Il Colore Viola e compagnia cantante) mi abbiocco e mi ci risveglio io, fra 12 anni (e due palle e 1/2).