Un poliziotto dai metodi poco ortodossi (con il "vizietto" di massacrare di botte i suoi sospettati) viene espulso dalla polizia dopo aver "torturato" per l'ennesima volta un sospettato riguardo il rapimento di un bambino. Quindici anni dopo lo vediamo come detective privato che sgama mariti che cornificano le mogli. Un giorno le si presenta una strana donna che le chiede di spiare il marito perchè sospetta che la tradisca. Appostatosi, di notte, in un edificio in rovina adiacente alla villa dove si consumerebbe l'adulterio, l'uomo comincia a sentire strane voci e ad avere visioni agghiaccianti. E l'inizio di un incubo che avrà a che fare con il suo traumatico passato...
Episodio andersoniano fino al midollo. Ci sono tutte le tappe e le ossessioni del regista di Madison, dai sensi di colpa dell'
Uomo senza sonno, agli edifici decrepiti e inquietanti che nascondono il male come in
Session 9, le orecchie come ricettacolo di suoni terrificanti come in
Sound Likes (il suo episodio della seconda stagione dei
Masters...).
Notevole l'incipit da duro poliziesco friedkiano, poi Anderson vira sui territori della paura con macabri murales da qui sgorga sangue (e mi hanno ricordato il disegno/sanguinario infantile murato di
Profondo Rosso), sussurri di morte, giochi a scatole cinesi "nightmareschi"(e un pò come ha fatto Derrickson nel prefinale di
Hellraiser 5 e farà Stewart in quello di
Dark Skies) per le stanze (Roberts si ritrova dalle luride pareti di un edificio fatiscente alla cucina della casa della sua infanzia), omaggi all'
Inquilino del terzo piano (Roberts vede sè stesso che spia sè stesso dalla finestra adiacente), echi da
Quando chiama uno sconosciuto (Roberts vede i due ragazzini, sempre dalla finestra depalmiana adiacente, mentre in salotto si guardano in televisione
Puppet Playhouse e una figura minacciosa armata di coltello scende le scale della casa per dirigersi verso di loro-nella
Sindrome del Terrore di Lieberman c'era una scena terrifica simile-) e il bellissimo e dolorosissimo flashback sul trauma di Roberts (giocando con la pistola carica di papà) che vale tutto l'episodio.
Anderson rincara l'angoscia e l'inquietudine pur non rinunciando a qualche colpo basso (il padre di Roberts che si strappa i denti e al loro posto ci infila delle pallottole) e , più di una volta, si avvertono gli acri odori della paura atavica e ignota di
Session 9
Qualche caduta (Roberts col visore notturno alla
Silenzio degli innocenti con vista tipo il
Predator) e un finale un pò frettoloso, non intaccano questa piccola perla di angoscia di uno dei registi più originali e personali del panorama horror contemporaneo.
Più introspezione psicologica e sensi di colpa mai rimossi che vero orrore (proprio come succedeva ne
L'uomo senza sonno)
Da segnalare il BELLISSIMO commento musicale
Lie Lie Lie composto da Serj Tankian, che apre la serie e ti entra subito in testa.