il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

I MISTERI DI ALLEGHE
al cinema e in tv
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340639 commenti | 64458 titoli | 25575 Location | 12793 Volti

Streaming: pagine dedicate

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  • Film: War - La guerra desiderata (2022)
  • Multilocation: La masseria a Caio Tiberio Gracco
  • Luogo reale: Via Castel di Guido 300, Fraz. di Caio Tiberio Gracco, Roma, Roma
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  • Film: Con tutto il cuore (2021)
  • Luogo del film: Il condominio dove abita Ottavio (Salemme)
  • Luogo reale: Parco Belvedere, via Belvedere 111, Napoli, Napoli
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ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Filippo Lai

    Filippo Lai

  • Riccardo Alemanni

    Riccardo Alemanni

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

Commento di: Siska80
Costruttore siciliano decide di ribellarsi al pizzo denunciando i malviventi, ma subisce una grave calunnia (in dialetto "mascaria", appunto). Produzione Rai niente affatto male che pone giustamente l'attenzione sul dolore di un'intera famiglia e sulle ripercussioni di un processo che a un certo punto sembra ribaltare le carte in tavola: Buona l'interpretazione di quasi tutto il cast (in primis del protagonista), ritmo abbastanza regolare, narrazione basata su una serie di drammi che fanno presa sul pubblico, a fronte di qualche inevitabile dialogò retorico, finale azzeccato.
Commento di: Teddy
Tolto il prologo e qualche scorcio di location, il film del duo Cohen/Halberg si attorciglia su se stesso, annoiato, senza guizzi narrativi, con un aspetto demoniaco che disinstalla fin da subito ogni interrogativo e ricettacolo di paura. Il gore (?) è alluso e la favoletta dei tarocchi è pretestuosa quanto tristemente decorativa. Cast e regia non recepibili.
Commento di: Lupus73
Serata di divertimenti tra ragazzi ambosessi, che poi trovando alcuni pittoreschi e oscuri tarocchi si fanno fare l'oroscopo... ma c'è dietro una maledizione. Molta CGI, tutto sommato discreta (come la confezione generale), una sceneggiatura molto basilare, con la solite morti concatenate a causa della maledizione (vedi Obbligo o verità e molti altri simili), in cui risalta la storiella macabra alla base (tutto sommato simpatica). Niente di così originale insomma, se non un giocattolino luccicante per passare 90' tra una birra e l'altra, senza pretese. Siparietto finale spiritoso.
Commento di: Nando
L'abitudinaria vita di un uomo di mezza età addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo. Una narrazione lenta ma costante che rivela come anche nei piccoli gesti quotidiani si possa trovare un equilibrio e un briciolo di felicità. Yakusho regala un'interpretazione fatta soprattutto di gesti, espressioni e povera di parole. Interessante vedere lo svolgimento della vita nipponica che offre un mondo totalmente diverso da quella occidentale.
Commento di: Harden1980
Un fotografo nota una bella ragazza, figlia di un grande attore e insiste per lanciarla come modella e nel frattempo la corteggia. Commedia sentimentale tipicamente anni Ottanta, non brutta ma piuttosto anonima e naif, nonostante la presenza di un buon cast con il simpatico Scott Baio (che avrebbe meritato qualche chance in più al cinema), un perfetto Plummer nella parte di un irritante attore di teatro e la nostra Virna Lisi, mamma italoamericana. L'inconsistenza della trama è troppo anche per il 1987. Noioso.
Commento di: Noodles
Lo spunto di base è simpatico, Romy Schneider è bella e convincente, Jack Lemmon sempre divertente anche quando sta in silenzio. Ma il film è di una noia sconfortante, non finisce mai e si attacca a una serie di equivoci sino allo sfinimento (dello spettatore). Certo, non manca qualche momento più o meno divertente, ma troppo pochi considerando la durata del film, che impiega anche tanto prima di entrare davvero nel vivo. Manca, in sostanza, il passo della commedia brillante che questo film vorrebbe essere. Francamente evitabile, pur con i suoi lati interessanti.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

Ormai basta un po' d'acqua, di qualsiasi natura, per infilarci dentro uno squalo: si era capito fin dai tempi di SHARK IN VENICE che la sola presenza di un canale o di un fiume non potesse riparare le città d'arte dal loro destino. E così adesso tocca alla Senna finire infestata, in questo caso da squali in fuga dall'oceano addirittura spintisi (anche se almeno inizialmente sarebbe bene usare...Leggi tutto il singolare) fin nella Ville Lumière.

Il pescione in questione dovrebbe essere un mako, ma è di dimensioni tre volte superiori a quelle d'ordinanza ed è monitorato da tempo. L'avevamo visto infatti nel prologo muoversi in un mare devastato dai rifiuti plastici, dove un gruppo di studiosi guidato dalla bella Sophia (Bejo) gli si era avvicinato un po' troppo confidando nelle proprie conoscenze in tema. Errore: già il fatto che fosse cresciuto esageratamente doveva far loro intuire che qualcosa non quadrava; e infatti la strage è inevitabile, con Sophia che si salva non si capisce bene come (sta sott'acqua senza bombole per un'infinità di tempo trascinata verso il fondo per poi risalire). La ritroviamo un anno dopo a Parigi, dove viene in contatto con una ragazza (Léviant) che già la conosce, un'attivista animalista che subito la accompagna nel laboratorio dove lavora con un gruppo a difesa degli squali inseguiti dagli umani cattivoni. Individuano i sistemi di tracciamento e li annientano da remoto per consentire ai loro beniamini di sfuggire, e dicono di aver identificato (a Parigi!) proprio il supposto mako di Sophia. Mirabile, ma il fatto che una bestia simile se ne stia allegramente a bivaccare nella Senna non è una buona notizia, per chi lì abita, tanto più che presto salta fuori la solta sindaca decerebrata (Marivin) la quale, dovendo assolutamente ospitare la gara di triathlon prevista nella Senna di lì a breve, non vuol sentir ragioni: c'è uno squalo? Se ne occupi l'esercito e ce ne liberi in fretta perché di rimandare l'evento non se ne parla...

Si recuperano insomma i tanti topoi del genere per confezionare uno shark-movie che cerchi di sfruttare il fascino della Ville Lumière e le acque torbide del fiume per variare un po' sul tema. Il problema è che, superato un prologo in cui la cosa più interessante è la distesa di plastica che affiora sul mare e in cui gli attacchi sono realizzati al risparmio, tocca aspettare una vita, prima che il mako si rifaccia vivo. La presenza si avverte, il tracker ci dice sempre dov'è, ma al di là di una pinna che spunta e di un unico caso in cui un po' di acque frullano col sangue di malcapitati mossisi con la speranza di un contatto pacifico col mako, il film è una lagna. L'attivista che fa di tutto per rendersi odiosa, Sophia che non si decide ad agire con un senso, la polizia che si mette in caccia svogliatamente poco convinta di aver a che fare con un vero pericolo...

Nemmeno Parigi fa gran mostra di sé, quindi si resta tutti in attesa di capire quando finalmente lo squalo attaccherà. Dopo quasi un'ora, eccolo: prima la solita pinna, poi un gran caos sui fondali della Senna montato furiosamente e nel quale poco si vede, ma almeno un po' di tensione si avverte e salta fuori pure qualche arto tranciato. Ma è ovvio che il clou sarà la gara di triathlon, con decine di nuotatori in massa nel fiume a fare da vittime designate. A questi si aggiunga che sono state rinvenute proprio sul medesimo fondale, in quei giorni, centinaia di granate inesplose, pronte a farlo quando meno te l'aspetti per un finale pirotecnico che, superata una fase di confusione totale in cui si pasticcia con l'operazione "bomba libera tutti", oltrepassa ogni soglia di ridicolaggine innestando elementi da catastrofico puro. A quel punto qualcosa di spassoso si vede, per quanto in un'orgia di rozza computergrafica a tratti degna degli Z-movie del genere, ma è troppo tardi. Berenice Bejo ha uno sguardo magnetico e intenso ma non va oltre una performance di routine, che gli altri comunque nemmeno avvicinano restando nel più puro anonimato. Ci voleva più azione, e pure un po' più di fantasia, magari evitando di far vedere squali che sfrecciano sovente col turbo. Per certi versi, con la comparsa di centinaia di cuccioli di squalo e il fiume a fare da scenario insolito, par di stare più dalle parti di PIRANHA che nel filone di riferimento...

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Qualcuno di notte cade da una finestra e si schianta sul tetto di un’auto. Una spinta? Un suicidio? Non c'è nemmeno il tempo di rendersi conto di quello che sta accadendo lì e alla centrale di polizia dove un uomo sta testimoniando… che un nuovo cadavere viene trovato straziato sul letto di un loft dello stesso palazzo: quello di una giovane, i polsi tagliati, un lago di sangue. Stacco e si torna alla centrale, dove si sta già interrogando qualcun altro che si capisce qualcosa deve sapere. Qualcuno che poi entra sempre in quel loft (il titolo originale lo identifica...Leggi tutto chiaramente come l'ambiente chiave) dove trova un nuovo tizio in lacrime ad attenderlo. Scene appartenenti a momenti diversi, tempi diversi che si confondono in un caos che lentamente va prendendo una forma, pur se il film non rinuncerà mai al rimescolamento cronologico.

Il loft se lo spartiscono cinque amici (sposati) che lo utilizzano per spassarsela, un’alcova per i loro incontri amorosi. Ora però si ritrovano a dover capire chi ha ucciso la ragazza rinvenuta morta sul letto. Ripercorreremo, insieme ai cinque, i giorni che hanno preceduto le due morti e quelli successivi saltabeccando senza sosta tra presente, passato e futuro. Conosceremo le rispettive consorti, le amanti, i rapporti tesi che segnano la loro amicizia (due sono anche fratelli, benché assai diversi).

C'è molta, moltissima carne al fuoco in questo thriller olandese che accumula un gran numero di colpi di scena con una certa sapienza, per quanto non risulti sempre facile districarsi nel labirinto di nomi e personaggi che s'incrociano dovendo stare attenti al momento nel tempo in cui le azioni si svolgono. Il rischio è di confondersi, o di dover troppo impiegare a far ordine nella storia per godersela veramente. Con l'aggaravante, per noi italiani, di un doppiaggio terribile che rende assai difficile il poter apprezzare le qualità – che esistono - del film.

Si mescolano il Soderbergh di SESSO, BUGIE & VIDEOTAPE (con tanto di replicante di James Spader, perlomeno nel look, in un ruolo assai simile, al limite dell'omaggio) con un approccio moderatamente trasgressivo che ci porta a vedere i nostri alle prese con donne provocanti e bellissime, mogli regolarmente tradite e un interrogatorio alla centrale di polizia che funge da raccordo velleitario in verità non fondamentale per il dipanarsi della vicenda. Contano di più gli scambi a cinque in cui tutti si rivolgono accuse pesanti con la certezza che qualcuno, tra loro, ne deve per forza sapere molto di più di quanto confessa.

Una fotografia patinata (per quanto low budget), interpretazioni corrette che sostengono senza eccellere una sceneggiatura impegnata a cercare di rendere comprensibile un congegno giallo assai stratificato. La volontà di sfuggire ai cliché del genere è evidente, anche attraverso una regia che prova a infilarci qualche buona idea (pur senza sortire grandi risultati), i personaggi femminili sono tutti sufficientemente ambigui e maliziosi e l'impostazione conserva indubbiamente una sua efficacia. A patto di volersi impegnare nel seguire con estrema attenzione quanto accade e sapendo che non sarà sempre immediata la ricomposizione temporale dei diversi segmenti, da farsi mentalmente…

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Il modello sono i thriller cupi Anni Novanta ispirati a SEVEN, indiscusso capofila del genere, ma lo svolgimento è in realtà molto più vicino agli action polizieschi cui Seagal ha abituato i suoi fan. Se infatti le prime scene, con l'introduzione del serial killer che crocifigge le sue vittime lasciando sul posto inquietanti scenografie di morte, si presenta come un clone povero del classico di Fincher...Leggi tutto, già l'apparizione in centrale di Seagal sdrammatizza immediatamente il tutto lasciando intuire che le ambizioni resteranno confinate a una pallida ispirazione che possa in qualche modo connotare il film per associarlo alla moda corrente.

Il detective Jack Cole, dall'inconfondibile codino e la notevole stazza, viene subito scambiato dal collega Jim Campbell (Wayans) per un santone abusivamente piazzatosi nell'ufficio sbagliato. D'altronde il medaglione al collo e l'abito effettivamente poco consono non fanno pensare esattamente a un poliziotto. Cole accetta con un ghigno la provocazione, ma naturalmente presto tutti si accorgeranno - e Campbell in primis, suo futuro braccio destro - che l'uomo ha capacità intellettive e fisiche tali da non poter essere sottovalutate. Bastano un paio di veloci azioni per far capire ciò a cui va incontro chi si permette di minacciarlo, peggio che mai con una pistola. E anche nel caso del serial killer "cattolico" il nostro ha qualche suggerimento tutt'altro che campato in aria, da dare.

Presto tuttavia ci si sposterà in una direzione più confusa che andrà ad abbracciare la CIA, personaggi pubblici corrotti e ambiti ben poco affini a quelli classici in cui sguazzano i "figli" di SEVEN. Ciò che tuttavia colpisce positivamente è l'ironia accentuata alla quale un Seagal non più fisicamente in forma come ai bei tempi ricorre per rendere simpatico il proprio personaggio. Grazie a una sceneggiatura in questo senso piuttosto centrata, i sorrisi non mancano e anche la presenza di un attore con alle spalle buffe parodie e prossimo a dirigere la saga di SCARY MOVIE come Keenen Ivory Wayans la dice lunga sull’obiettivo perseguito dalla produzione.

Un Seagal quindi più simpatico del consueto si diverte a prendere in giro se stesso pur non rinunciando - ovvio - alle immancabili scazzottate violente e rumorose, supportate da effetti catastrofici di discreta resa (si veda come un ristorante possa andare in frantumi se in cinque o sei all'interno cominciano a menarsele di santa ragione). Quello che dispiace è che poi la storia proceda a fatica andando a scomodare personaggi fin troppo stereotipati (il mister Smith di Brian Cox) finendo per soffocare tra minacce incrociate, sparatorie e azione concitata di rozza fattura; ricondotta insomma, dopo una prima parte più insolita, sui binari del "Seagal movie" più tradizionale. La tirata di Cambell contro Cole su cui astutamente il film si chiude ci lascia se non altro col sorriso, lo stesso che deve aver avuto stampato in faccia Trevor Rabin (cantante e chitarrista degli Yes di "Owner Of A Lonely Heart") dopo aver composto qui la sua prima colonna sonora, obiettivo a cui puntava da tempo. Musiche ottime che gli frutteranno la stima di Bruckheimer, pronto a commissionargliene subito un'altra dozzina!

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Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

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