I FILM IN TV DELLA SETTIMANA DA Lunedì, 20/06/22 A Domenica, 26/06/22
Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Jurgen77: Visionaria opera prima di Salvatores che narra le gesta di tutti i comici della sua "scuderia" agli albori della carriera. Più che un lungometraggio sembra un'opera "amatoriale". Spicca su tutti il comico Rossi, mentre gli altri anticipano il loro prossimo successo. Un film parzialmente riuscito che, a mio giudizio, potrebbe piacere ai fan di Salvatores e deludere i fan dei comici apprezzati nello "standard odierno". Bello il clima "sulfureo" di una Milano calda e puzzolente.
Pinhead80: Un film molto interessante che fa emergere le inquietudini e la sofferenza delle relazioni la cui fine viene vissuta come un lutto e che ci mostra una scuola ribaltata nel senso e nei ruoli. Ne esce un quadro grottesco ma non distante dalla realtà. Moretti carica volutamente il proprio personaggio in modo tale che nessuno riesca a sottrarsi all'immenso flusso di parole che escono dalla sua bocca e alla sua invadenza. L'insofferenza verso il prossimo e il non mettersi mai in gioco nelle relazioni porta a un'inevitabile sconfitta.
Galbo: Fedele alla “linea narrativa” del suo cinema, Olivier Marchal dirige un noir “grondante” cupezza è pessimismo nella caratterizzazione dei personaggi e degli eventi che li riguardano. Da un lato una trama non originale e non pochi luoghi comuni nella descrizione dei caratteri, dall’altro una non comune capacità di descrivere la dissoluzione morale ed umana del protagonista e del suo ambiente. Ottima la prova di Magimel, non fondamentale la presenza di Depardieu.
Lunedì, 20/06/22 ALLE ORE 16:25 16:25 su Rai Movie
Daniela: Sorelle cartaginesi di bell'aspetto e nobili origini dopo essere stata vendute come schiave ad una matrona romana proterva affrontano coraggiosamente traversie assortite, compresi travagli d'amore e cecità, grazie alla loro fede cristiana... Fiacchissimo peplum edificante con personaggi buoni che sembrano santini viventi e cattivi con la faccia di mariuoli, comunque tutti con meno spessore di un cartoncino. A differenza di casi analoghi, nessun interprete riesce ad apportare un valore aggiunto ed anche l'umorismo involontario non offre ristoro. Perdibilissimo.
Lunedì, 20/06/22 ALLE ORE 19:25 19:25 su Rai Movie
Gestarsh99: Corbucci Jr. si getta a peso morto nella parodia cacio e pepe del giallo poliziesco, spostando il set nel capoluogo lombardo senza però scordarsi (nel titolo) dell'humus romanesco. A 4 film di distanza dal suo battesimo in Squadra antifurto ricompare la gelosissima e loquace Olimpia Di Nardo, che sarà ufficialmente la signora Giraldi sino al termine della serie, assicurando alle future indagini maritali un chiassoso cotè di diatribe familiari. Da comparsetta a latere Bombolo diventa qui nientemeno che il motore centrale degli affannati sbattimenti dell'amico piedipiatti. Per milianisti in trasferta.
MEMORABILE: Bombolo che mangia sapone di Marsiglia per sfuggire "ambulatorialmente" alle pericolosissime avance uranistiche del titanico "Bartolo detto er Monzese"...
Daniela: Artista inquieta a cui va stretta la vita borghese si imbatte in un Virgilio pelosissimo che la guida alla scoperta di un mondo diverso... Immaginario parecchio: più che il ritratto di una fotografa straordinaria sembra una variante life lacrimevole della Bella e la Bestia disneyana in cui il cattivo della situazione è l'umorismo involontario che trionfa proprio della sequenza in cui si dovrebbe raggiungere il culmine la commozione. Confezione curata, Kidman bellissima statua di porcellana, Downey Jr. attraente da depilato ma il film annoia e non rende merito ad una grande artista.
MEMORABILE: In negativo: il look curatissimo del peloso uomo-lupo; La pelliccia.
Lunedì, 20/06/22 ALLE ORE 21:05 21:05 su Rai Movie
Galbo: Opera western piuttosto atipica nella filmografia del regista Ron Howard, è la storia di un uomo che dopo parecchi anni di vita con gli indiani cerca di rientrare nel suo nucleo familiare prima respinto e poi cercato (in un momento di difficoltà) dalla figlia. Film che inaspettatamente concede poco alle immagini spettacolari e paesaggistiche (come spesso capita nei western) per concentrarsi sulla psicologia dei personaggi, che sono spesso dei diversi ed emarginati (come il protagonista) ma con possibilità di riscatto. Bravi i protagonisti.
Lunedì, 20/06/22 ALLE ORE 21:10 21:10 su Twenty Seven
Rambo90: Michael J. Fox al suo meglio: la commedia infatti si gioca tutta su equivoci e situazioni prevedibili, ma lui riesce con la sua verve e la sua iperattività a non far calare mai il ritmo. La Anwar invece non è il massimo; molto meglio i comprimari da Higgins a Kier passando per il mafioso interpretato da Hedaya. Divertente.
Lou: Il mito del sogno americano declinato in stile fantastico, con qualche buona trovata ma eccessivamente enfatico. Una favola ambientata nel mondo del baseball, dove Costner segue una voce interiore che lo spinge a inseguire il suo sogno (la realizzazione di un campo di baseball in cui far giocare i campioni del passato), a dispetto di tutto e di tutti, per riscattare il fallimento del padre. Le soluzioni adottate per recuperare i miti del passato ricordano a tratti Ritorno al futuro. Confuso e melenso.
Daniela: In un'isoletta del pacifico un anziano prete ha costruito un lebbrosario per bambini nonostante l'ostilità dei abitanti. Quando la vita del bimbi è messa in pericolo da un'eruzione vulcanica, saranno tre galeotti a aiutarlo in quella che sembra una missione disperata... Robusto catastrofico con intenti edificanti, troppo lungo e anche incline alla retorica, ma salvato dalle valide prestazioni di Tracy e Sinatra, dalla spettacolarità di certe sequenze e da un bell'epilogo, più drammatico di quel che si poteva immaginare.
Deepred89: Pur con alla base un soggetto stravisto, un film ben girato e psicologicamente raffinato (eccetto nell'esito "massaccesiano" della vicenda, piuttosto discutibile), con un protagonista tanto fisicamente esemplare che se da un lato l'empatia impenna, dall'altro si finisce per semplificare una questione complessa (come per Indovina chi viene a cena, l'obiezione è: così è troppo facile!). La figura del padre, quasi da lacrima-movie seppur senza troppe lacrime (è comprensivo, buono, equilibrato e "open-minded"), incrementa la godibilità del film.
Lunedì, 20/06/22 ALLE ORE 21:15 21:15 su 20 Mediaset
Gestarsh99: Gina Carano è un ibrido femminile tra Ken il guerriero e un camionista uzbeko, ma con molta meno pazienza di entrambi; conosce a menadito i punti di pressione da "sfiorare" per estorcere informazioni essenziali al marmagliume omertoso e, che la sbattano al fresco o dritta al patibolo, a lei cambia poco: continua a menar mazzate come se nulla fosse! Stockwell c'è rimasto parecchio sotto coi Turistas e i posti esotici malfamati, infatti anche questa luna di miele tv formato Inga Lindström viene freneticamente modificata in un "rapimento & revenge" dal succo finale a dir poco aberrante.
MEMORABILE: La polizia locale che passa istantaneamente al soldo del nuovo boss malavitoso senza opporre resistenza, quasi fosse la cosa più naturale del mondo...
Ira72: Ennesima pellicola patinata hollywoodiana che tratta un tema drammatico all’acqua di rose, in cui tutto si incastra alla perfezione come quasi mai accade nella realtà. Eppure. Qui ogni vicissitudine si stempera magicamente, dopo aver orchestrato a tavolino scene tese a strappare la lacrimuccia. In sostanza un film ruffiano, come i sorrisetti ricorrenti della Roberts che si auspicherebbe di vedere in parti un po’ più sincere. Bene, invece, Wilson e il piccolo Tremblay (certamente poco aiutati dai doppiaggi). L’argomento bullismo pare più efficace del resto.
Pigro: Anche se protagonista è una ragazza Down (notevole attrice!), che si ritrova a dover prendere in mano le redini della vita del padre improvvisamente vedovo, questo non è un film sulla diversità o sull’handicap, ma sulla normalità di una vita familiare di fronte a una perdita. Il personaggio apparentemente più fragile si mostra la vera roccia, capace di gestire il dolore in modo inedito. Bella anche la scelta di ambientazioni suggestive nella quotidianità più estrema, fino al grande rito di passaggio della traversata appenninica. Da vedere.
Lunedì, 20/06/22 ALLE ORE 23:30 23:30 su Rai Movie
Galbo: Dopo Le tre sepolture, un altro western drammatico per Tommy Lee Jones. Al centro la figura di una donna non più giovane, che attraversa un vasto territorio per una missione di carità. La regia classica e anti spettacolare, si concentra soprattutto sul dramma umano a cui fanno da sfondo suggestivi paesaggi ben fotografati. Lo stesso regista e la coprotagonista Hilary Swank danno vita a due personaggi duri e fragili allo stesso tempo, supportati da altri ottimi attori (la Streep su tutti) nelle parti secondarie. Un buon film.
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 00:00 00:00 su Italia 1
Piero68: Sorta di fanta-thriller concepito male ed eseguito peggio. Per tutta la durata del film spiccano l'inadeguatezza della regia - a livelli davvero bassi - e le cattive prestazioni attoriali nonostante un trio di primedonne di buon valore. Meyers fa solo una comparsata mentre Biehn, indimenticato Kyle Reese, è davvero irriconoscibile, con tanti chili in più. Gigandet è l'unico che ci prova. Ma con una regia così è davvero difficile per tutti. Narrazione sconclusionata e dialoghi di una banalità sconcertante.
MEMORABILE: In negativo: il secondo omicidio con Gigandet in muta sub alla Diabolik (peccato che sembri [f=716]Dorellik[/f], per come si muove).
Caotico thriller australiano che cerca di valorizzare l'ambientazione desertica per caratterizzarsi in direzione di un pulp estetizzante in cui domina il non detto lasciando che la storia vada a comporsi un po' alla volta lasciando qualche buco. Si parte subito con un incontro nell'assolatissimo deserto: scambio di valigette, denaro per droga, ma l'orientale che sgomma via con quest'ultima salta in aria. Sorte poco diversa coglie il killer col denaro: pochi istanti dopo, per evitare un frontale con l'attraente Jina (Booth), esce di strada e ci resta secco. Arrivato giusto...Leggi tutto in tempo per assistere al cappottamento, il giovane Colin (Lyons) fa salire la bella bionda ancora sconvolta sulla sua auto e consegna la valigia coi soldi al poliziotto locale, Frank (Clarke), per coincidenza marito di lei. Si capisce che la storia comincerà a girare intorno ai tre divi e ai soldi, perché naturalmente i proprietari degli stessi non tarderanno a farsi sentire e a eliminare brutalmente chi si frapporrà sulla strada del recupero. Ma l'ambiguità dei protagonisti farà sì che le zone d'ombra aumentino esponenzialmente e che il film si trasformi in un classico noir moderno dalle forti tracce pulp. La fotografia dai colori sparati, che mette in risalto l'ocra del deserto e l'azzurro del cielo, comunica calore e una solitudine che la casa con piscina di Frank e Gina, situata in fondo a uno sterrato, circondata dal nulla, accresce. L'azione è spesso concitata (pur senza le estremizzazioni in cui spesso film così incorrono), ci si sposta dalla centrale di polizia al “Neverest”, il bar di fronte dove il trafficante morto nell'incidente iniziale aveva appuntamento con qualcuno alle 12.30, a giudicare dal foglio trovatogli in tasca da Colin; quindi sulle strade desolate, tra la terra riarsa e una piccola miniera. Emma Boothe è chiamata al ruolo di femme fatale e appena il marito la lascia in piscina con Colin fa scivolare via il costume e lo invita a tuffarsi mentre in paese si svolge una sfida tra bande musicali tanto per cercare di infilare qualcosa di orginale. Il sangue scorre parco, la violenza è contenuta rispetto ai canoni del genere. Si punta a raccontare prima di tutto una storia, ma lo si fa inciampando in una sceneggiatura zoppicante che la regia di Craig Lahiff non aiuta ad articolare meglio. I personaggi invece sono tutti piuttosto azzeccati, anche per merito di un cast ben scelto che vede imporsi il bravo Jason Clarke, indubbiamente adeguato al genere. Più si procede, tuttavia, più quei tratti singolari che parevano intrigare si fanno sempre più deboli andando via via a spegnersi in un'azione di maniera, con tanto di soluzione telefonata che convince poco... Si punta vanamente a stupire con veloci colpi di scena e imprevisti ribaltamenti di situazione, ma a soddisfare è semmai la discreta mano del regista – che ben sfrutta le location - all'interno di una perfetta aderenza agli stilemi noir/pulp del momento.
Galbo: Un film esteticamente appagante che tradisce le aspettative di chi cerca una storia interessante. Il potenziale della vicenda e le sue implicazioni narrative sono infatti esaurite dopo la prima mezz'ora; il resto è puramente riempitivo sebbene ben confezionato, con un'ottima fotografia notturna e una buona interpretazione del protagonista, sebbene non sia la sua migliore. Deludente la caratterizzazione del personaggio principale che rimane fedelmente ma banalmente sé stesso, senza mostrare alcun tipo di evoluzione. Sopravvalutato e prevedibile.
Homesick: Commedia leggera sull’educazione e la maturazione sessuale che fortunatamente non asseconda la volgarità grazie al contributo di una formidabile doppia coppia (Chiari in versione romagnola e la Méril da una parte; Salce e la Cortese dall’altra) in grado di consentire divertimento con somma professionalità. Bene anche i due giovani innamorati Chevalier-Fani e la partecipazione di Davoli, Giorgelli e Trieste. La Mancini c.s.c. compare nel ruolo della prostituta Greta.
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 02:20 02:20 su Cine 34
Pinhead80: Dopo aver recepito il sugerimento della moglie il mitico Passaguai (l'immenso Fabrizi) si spaccia per un ricco industriale. La sorte vuole che incontri un suo amico di militare che pure lui si spaccia per tale.... Come al solito Fabrizi ci regala una commedia spassosissima (forse un po' troppo logorroica in certi tratti) che non raggiunge i picchi di comicità del primo capitolo ma che comunque diverte. A supporto di Fabrizi questa volta c'è Macario, che se la cava più che egregiamente. Ottima anche la performance di Pavese nei panni del vicino.
MEMORABILE: Le scene in cui Pavese si traveste prima da cameriere e poi da cuoca.
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 05:00 05:00 su Rai Movie
Giùan: Film che infonde una diffusa sensazione di funerea mestizia e che parrebbe finito nelle mani dell'altrove fin troppo veracemente robusto Vicario quasi per caso. Sembra così di assistere a un melodramma viscontiano dell'ultim'ora, che sarebbe stato magari adatto per il Samperi di metà anni '70 (quello di Nenè e Scandalo). Troppo peso finisce per esser affidato alla estetizzante fotografia di Guarnieri, all'estenuantemente enfatico score di Trovajoli, alla recitazione esasperatamente sommessa di Laura e Marcello, al languido script senile di Sonego.
B. Legnani: Grazioso film d'azione, le cui pregevolezze stanno in primo luogo nei tocchi di umorismo sottile (la prima, pietosa copertura della "salma" è impagabile) e di un ritmo scanzonato, che non fa mai annoiare anche quando l'esagerazione domina (alla faccia dell'organizzazione!). Curiosamente funzionano meno i momenti più dichiaratamente comici (la vecchietta col cane, Therry-Thomas). Moschin è il mattatore, niente male il composto Vianello, Stander uguale a sé stesso, fino a non poterlo sopportare. La guardia Jones è Mingozzi, ancora in divisa...
MEMORABILE: La citata prima copertura della "salma".
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 08:20 08:20 su Rai Movie
Giùan: Formidabile unicum nella Storia del Cinema italiano. Un musical dai colori pastosi, che perfettamente aderiscono alla calda realtà partenopea (è il secondo film italiano ad avvalersi di questa tecnica, dopo Totò a colori), coreografie degne di Minnelli o Busby Berkeley e le canzoni migliori del repertorio tradizionele napoletano. Una rivista storica sulla calpestata ma mai doma città di Pulcinella, dei mille clichè, del luogo comune per eccellenza. Giannini (alla sua Opera unica) orchestra il tutto come se avesse sempre macinato pellicola. Cast ricchissimo.
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 08:50 08:50 su Cine 34
Il Gobbo: Zorrata in trasferta per Capuano. Niente Diego ma Ricardo di Villareal è il nome del nostro, cicisbeo di giorno ammazzasette di notte alle prese con un golpe e i cattivoni di rito (Rizzo Lorenzon e un tremendo Lupo). Niente di che, ma se ne sono visti di più fiacchi, e Ardisson ha la presenza giusta.
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 10:35 10:35 su Rai Movie
Gugly: Vanzinata gradevole che rimane a galleggiare nel ricordo della commedia all'italiana che fu: se i modelli sono Sordi, Gassman, Tognazzi e c'è la Ralli, tutto rimane annacquato, superficiale, al livello di una fiction. Comunque il prodotto è gradevole da gustare per una serata. Gli interpreti rinchiusi negli stereotipi: l'avvocato acchiappagonnelle ma tengo famiglia, il fascio buono, l'isterica, la suocera rompi... vabbé, volemose bene.
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 11:10 11:10 su Cine 34
Galbo: Pessimo esempio della televisione che "contamina" il cinema, Streghe verso nord è il punto più basso della dignitosa ma non esaltante filmografia di Giovanni Veronesi e rappresenta il tentativo di sfruttare la popolarità di un personaggio del piccolo schermo (Mammuccari) in quello che dovrebbe essere un fantasy all'italiana ma che altri non è che un pasticcio mal fatto, con una sceneggiatura quanto mai rimaneggiata ed un protagonista fuori posto. Da evitare.
Daniela: Meno perfetto nel complesso di altri classici del musical americano degli anni d'oro, a causa di una trama-canovaccio sentimentale piuttosto modesta ed abusata (matura mecenate adocchia pittore spiantato che però è innamorato di una ragazza già promessa ad un altro), contiene però momenti di assoluta felicità che titillano vista ed udito, dove la musica di Gershwin e la leggerezza acrobatica di Kelly si fondono mirabilmente, esaltati dalla regia di Minnelli, la fotografia brillante, le scenografie gustosamente pittoriche, i costumi sgargianti.
MEMORABILE: Levant uomo/orchestra; il ballo degli studenti con i costumi tutti in bianco e nero; la lunghissima sequenza che precede l'epilogo
Enzus79: Nel 1870 a un mite cacciatore viene rubato uno splendido stallone indiano con il quale voleva impiantare un allevamento e vivere tranquillo. Lo rivuole a ogni costo. Film western non riuscito. Marlon Brando non è in vena così come gli altri attori. Certi spaghetti western son meglio di questo. Dispiace dirlo ma Brando meritava di essere un cowboy con più gloria.
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 17:40 17:40 su Rai Movie
Reeves: Uno degli ultimi western tedeschi (coproduzione maggioritaria) tratti dai romanzi di Karl May, il Salgari tedesco. Ordinaria amministrazione ma con una particolarità: è stato girato proprio sul Machu Pichu, dove gli Inca avevano il loro impero e dove un vecchio sacerdote vuole riunire le varie tribù, nominare un comandante e guidare la riscossa contro i bianchi. Finale pacifista non del tutto scontato, ingenuità sparse a piene mani compresi i mutandoni bianchi indossati sotto il costume inca dal principe designato.
MEMORABILE: Gli straordinari paesaggi che escono dagli abituale scenari italo-spagnoli e jugoslavi.
Galbo: Deliziosa commedia diretta da William Wyler ed incentrata sul particolare rapporto tra un ladro e la figlia di un falsario. I due sono interpretati con grande classe da due degli attori più eleganti del secolo scorso, Audrey Hepburn e Peter O’Toole ma anche il cast dei caratteristi è di grande livello. Buona la sceneggiatura incentrata su un colpo in un celebre museo e nel quale non mancheranno i colpi di scena.
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 21:10 21:10 su Italia 2
Markus: Dopo Ice spiders Takács ritorna sull'argomento con questo Spiders 3D, film che mescola le carte dell’apocalittico a basso costo, del fantascientifico e dell’horror di serie Z senza però esser convincente e, momenti di stanca a parte, non aiuta una finta e malinconica New York di cartapesta ricostruita nell'est europeo. I grossi ragni posseduti dagli alieni ruggiscono, barriscono, piangono e talvolta belano; insomma, vivono! Peccato che per vederli in azione tocchi attendere metà film. Si poteva fare di meglio, questo è evidente.
Galbo: Intorno all'anno 1000, un poeta arabo viene costretto ad arruolarsi in una spedizione di vichinghi che torna in patria a difendere il proprio re. Discreto film che si colloca in un genere intermedio tra fantasy ed action, diretto dallo specialista del genere McTiernan. Il limite del film è la sceneggiatura un po' confusa e poco coerente narrativamente. Buone l'ambientazione prevalentemente buia e di tipo medioevale, le musiche di Goldsmith e la realizzazione delle scene di battaglia. Discreta la prova degli interpreti.
Caesars: Il tema è scottante (l'invenzione del vibratore), anche se viene trattato solo marginalmente. Probabilmente solo una commedia inglese avrebbe potuto accostarsi a questo soggetto senza dover ricorrere a inutili volgarità. Di questo va dato merito alla pellicola. Altro punto a suo favore le interpretazioni, tutte azzeccate. Peccato invece che la trama manchi di quel qualcosa in più per risultare maggiormente gustosa e che l'epilogo sia scontato e un po' troppo sdolcinato. Comunque un prodotto più che sufficiente.
Caesars: Luci e ombre in questo documentario dedicato ai celebri (soprattutto per noi italiani) mondiali dell'82. Senza dubbio interessante l'inserimento di spezzoni di vita quotidiana di popolazione e tifosi, così come certe inquadrature "anomale" di situazioni di gioco, ma al contempo si registra un commento eccessivamente didascalico (almeno nell'edizione nostrana) e una scelta non sempre felice nella rappresentazione delle partite mostrate. Per essere il film "ufficiale" della competizione, un po' deludente.
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 21:20 21:20 su Italia 1
Siska80: Giovane coppia in viaggio su un aeroplano si vede morire davanti agli occhi il pilota e deve sbrigarsela da sola. Incredibile come si possano portare avanti per più di un'ora assurdità come quelle alle quali assiste l'attonito spettatore, che si trova di fronte a un film con un cast mediocre e (cosa peggiore) assolutamente privo di trama, nel quale il ritmo elevato non è un valore aggiunto, anzi; l'ansia aumenta progressivamente e non si vede l'ora di arrivare allo scontato lieto fine. Un vero flop.
MEMORABILE: I due protagonisti che, a turno e per ragioni diverse, si ritrovano fuori dal velivolo ad alta quota con notevole nonchalance.
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 21:25 21:25 su NOVE TV
B. Legnani: Guardabile a stento. Dopo 10" sapienti (pensiero sull'ultima ora in classe della vita), si fa operazione commerciale per 15enni, cui favoleggia il mito dell'arrivo alla maggiore età. Recitato da cani, Faletti compreso, Vaporidis escluso (al cospetto degli altri vale Brando), soffre qua e là d'indicibile lentezza (mettendo il dvd a velocità 1,5 si trova spesso il ritmo giusto del dialogo!). La trama vive, ancor peggio dei musicarelli, di coincidenze pazzesche, ma in quelli la trama era un pretesto, mentre qui dovrebbe essere "tranche de vie". Brutto.
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 23:25 23:25 su Cine 34
B. Legnani: Un Risi minore? Forse, ma è molto interessante per la consueta maestrìa nel mettere a nudo le miserie italiche e del mondo del cinema italico (il "capischia" di D'Orsi è un gioiellino). Divertente autocitazione nell'episodio con Mulè. Produce Cecchi Gori: la Buccella fa l'amante del produttore, la Gorassini la seconda ochetta, la Pampanini (bravissima) la diva del passato, Nazzari (notevole) l'italiano nostalgico dello Stivale, Manfredi (ammirevole) l'italiano che non ha sfondato. Su tutti un Gassman talora debordante, ma dal consueto talento.
MEMORABILE: Gassman narra ad un sacerdote tedesco di una mezza vocazione avuta da bimbo, poi stroncata dal rapporto con una sensuale servetta. Il tutto in latino.
Cotola: Il solito film pseudo-erotico con al centro un triangolo (che novità!) destinato a finire nel risaputo tragico modo. Nessuna novità da segnalare né alcun elemento di rilievo da annoverare. Cage non è adatto al ruolo mentre la protagonista mostra una bellezza invidiabile che non basta però a salvare il salvabile.
Martedì, 21/06/22 ALLE ORE 23:35 23:35 su NOVE TV
Galbo: Remake italiano del più riuscito film americano Ricomincio da capo, E' già ieri è tuttavia una commedia garbata anche se non fa gridare al capolavoro. Sfruttando intreccio e sopratutto l'idea di partenza del film di Harold Ramis, il regista Giulio Manfredonia va abbastanza sul sicuro anche se senza la personalità del collega americano e dirige un ispirato Antonio Albanese anche se la vera sorpresa del film è Fabio De Luigi.
Galbo: Quasi una rilettura del classico di Cassavetes in versione black. Un crime movie la cui protagonista è una donna di colore al soldo della malavita, che si prende cura di un ragazzo che ha reso orfano. Il film è ben interpretato da un cast scelto con cura, con vecchie glorie come Glover e una tosta protagonista. Purtroppo, al di là della trama poco originale, si avverte una messa in scena scarna, frutto verosimilmente di un budget ridotto che impedisce al film di elevarsi al di sopra della mediocrità.
Mercoledì, 22/06/22 ALLE ORE 02:20 02:20 su Rete 4
Daidae: Sarà che certo cinema politico non mi ha mai attratto, ma ho trovato questa opera di Ferreri alquanto noiosa. Nonostante la buona prova dei due attori principali (e le comparsate di Piccoli e Salvatori) il film non mi ha entusiasmato troppo. Molto forti alcune scene, abbondano i nudi maschili e femminili.
Mercoledì, 22/06/22 ALLE ORE 02:45 02:45 su Cine 34
Homesick: Penosa operazione misogina di Bolognini suddivisa in due sgradevoli episodi su donne frustrate/frustranti e castratrici e punteggiato di attori e riferimenti felliniani. Il primo, circense e lillipuziano, è intriso di humour nero che qualche volta va a segno; il secondo è estenuante fino alla nausea con una Milo irritante e inguardabile come la sua teutonica madre (Gale). Una satira vuota, ripetitiva e senza un vero mordente. Brass interpreta lo scapolo d’alta società, Parmeggiani (non accreditato) il secondo marito della Milo.
Mercoledì, 22/06/22 ALLE ORE 04:00 04:00 su Rete 4
Markus: Delizioso Buzzanca-movie, in cui si tratta l'allora scottante fenomeno della contestazione comunista giovanile nei confronti dei potenti e di chi comanda in genere. Ovviamente si aggiunge un aspetto sexy, grazie alla presenza della bella Rossana Podestà. La pellicola ha delle venature pochadistiche (nei momenti casalinghi di Buzzanca) davvero divertenti. Un buon film, avvalorato da un ritmo sostenuto per tutta la sua durata.
Mercoledì, 22/06/22 ALLE ORE 04:20 04:20 su Cine 34
Caesars: Quasi inguardabile, se non fosse perché Abatantuono è al suo meglio (nei "vecchi" panni del terrunciello) e Rita Rusic una gran bonazza (lasciamo perdere invece il lato attoriale). Per il resto siamo di fronte ad un vuoto desolante, aggravato dal fatto di dare l'impressione di essere stato girato con quattro soldi (sperando che sia effettivamente così), con poche battute che strappano il sorriso (lo spelling del nome) e molte situazioni che suggerirebbero di schiacciare il tasto FF. Lo credevo decisamente più simpatico. Con tanta generosità *!
Homesick: Vengono scritturati due divi come Ventura e la Bardot, ma l'aria è quella scanzonata della serie pugni, pupe e avventurieri che si respira in tanti Bmovies e western europei (non a caso compaiono volti noti del genere come Powers, Casas, Jaspe e Robledo); aria che tuttavia a tratti si fa pesante per l'eccessiva lunghezza e la ripetitività delle situazioni. Ai due protagonisti si affianca Bill Travers, che impersona il ruolo del commodoro con classe e ironia.
MEMORABILE: Il gioco del cieco; il gioco dei 24 bicchieri di rhum.
Lucius: Per due terzi una commedia brillante dai tempi perfetti a metà strada tra Colazione da Tiffany e Vacanze romane, poi lo sfarzo viene meno e il film ricade nell'ordinario, quasi anonimo incedere. Una giovane e quasi anonima (per l'età) Elsa Martinelli, novella pretty woman, si trova catapultata, grazie alla sua onestà, in un mondo che neppure avrebbe mai immaginato di frequentare. Un romanticismo da cartolina per una tappa minore ma non disprezzabile della filmografia di Monicelli.
Mercoledì, 22/06/22 ALLE ORE 09:00 09:00 su Cine 34
Gestarsh99: Che il film sia stato impierinato e ridoppiato in itinere per succhiar la scia vincente all'eponimo scolaraccio romano, lo capirebbe anche un protista appena scisso, ma stroncarlo per ciò equivarrebbe a fasciarsi la testa prima di rompersela, perché la trafurellerìa ha esiti impercettibili sul contenuto, che da par suo funziona bene così come ideato e "mutuato" originariamente. Alla satira sociale di Salce&Zampa subentrano sì le coprolaliche spiritosaggini vitaliane ma l'istantanea delle perfidie gerarchiche nell'ambiente medico-ospedaliero è di quelle che sortiscono effetti non disprezzabili.
MEMORABILE: Un delicatissimo Alvaro in uscita ritardata dalla toilette dell'aereo: "Sgusi ma me sdavo a gagà soddo, so' cing'anni che magno banane"...
Paulaster: Per intavolare un ritratto diverso dalla prospettiva pubblica ci si concentra sui momenti caldi del dietro le quinte dei lanci: quel che accade nelle relazioni familiari, coi problemi tecnici, coi collaboratori o ex. Quando ha a che fare con il mondo tecnologico il film è interessante per capire le pressioni e ciò che comportano, mentre quando riguarda la figlia (ed è una fetta importante) cede visto che non importa a nessuno conoscere lo scarso lato umano di Jobs. Gran ritmo che agevola le buone interpretazioni e anche Rogen se la cava bene.
Mercoledì, 22/06/22 ALLE ORE 15:50 15:50 su Rai Movie
Rufus68: La mancanza evidente di soldi induce il regista a una messinscena scheletrica, ai confini dell'involontario sperimentalismo. La trama non esiste e i radi avvenimenti vengono stiracchiati dilatandoli all'inverosimile: ne risulta un western curioso, punteggiato da stramberie nella definizione dei personaggi anche se la povertà delle soluzioni alla fine si fa sentire (la insistite morriconate, il finale meschino).
Mercoledì, 22/06/22 ALLE ORE 16:50 16:50 su Rete 4
Pigro: Miss Marple vede un omicidio dal finestrino di un treno, ma non c'è nessun cadavere e allora comincia a indagare contro ogni ragionevolezza. Primo film della serie diretta da Pollock con la frizzante Margaret Rutherford. Il film è fondamentalmente piacevole, anche se Pollock non ha ancora messo a punto il giusto equilibrio tra i diversi registri del giallo e del comico che funzioneranno meglio nei successivi, e anche se la trama tende a perdere colpi.
Galbo: Un grande professionista come Walter Hill, generalmente avvezzo ad altri generi, si dimostra con questo film a suo agio anche nella commedia. Disimpegnato e divertente, il film è decisamente ben fatto, grazie all'abilità del regista di mantenere un buon ritmo e all'indubbia simpatia e bravura degli interpreti, sia quelli principali che i caratteristi.
Mercoledì, 22/06/22 ALLE ORE 21:00 21:00 su Twenty Seven
Daniela: L'idea è quella di costringere un tizio abituato a mentire a dire sempre e soltanto la verità per almeno 24 ore, per "colpa" del desiderio espresso dal figlioletto amato ma anche trascurato. Dato che il tizio è un avvocato, questo gli creerà problemi non a finire coi colleghi ed in tribunale. Per fortuna, il ruolo è affidato a Carrey, che con la sua faccia-morphing e la fisicità da cartone animato, riesce, anche senza impegnarsi più di tanto, a rendere potabile questa farsa facilotta intrisa di buoni sentimenti e dal finale iperglicemico.
Mercoledì, 22/06/22 ALLE ORE 21:00 21:00 su Cine 34
Deepred89: Un'idea di base - sulla scia di I viaggiatori della sera - promettente, con un'ambientazione pure a suo modo fascinosa, ma svolgimento da mani nei capelli, che minuto dopo minuto svela la sua totale incapacità di far funzionare le gag e di valorizzare uno spunto che si sarebbe potenzialmente prestato a innumerevoli trovate comiche. Come se non bastasse, ecco il colpo di grazia: interminabili spezzoni del trio a teatro appiccicati a mo' d'inserto, che conferma il tono raffazzonato dell'operazione. Finale totalmente sconclusionato, ma quasi non ci si fa caso, visto ciò che precede.
Galbo: Dopo alcune prove non memorabili, The Interpreter rappresenta il ritorno di Pollack al cinema di impegno e qualità; sicuramente non un film impeccabile: la trama è confusa e si fa un po' fatica a districarsi tra gli eventi raccontati. Il tema però (corruzione e intrighi politici nei paesi africani visti dal mondo ovattato dell' Onu) appassiona regista ed attori che offrono buone prove attraverso una direzione ed interpretazioni sicuramente notevoli. La Kidamn fornisce una delle sue migliori performances e Penn è come al solito impeccabile.
Mercoledì, 22/06/22 ALLE ORE 22:45 22:45 su Cine 34
Caesars: Interessante tentativo, anche se indubbiamente non del tutto riuscito, di trasportare su grande schermo la tipica formula di "Mai dire..." della Gialappa's Band. Per far ciò sono stati chiamati a raccolta un gran numero dei collaborastori storici dei 3 conduttori e la colonna sonora è stata affidata agli amici "Elio e le storie tese". Difficilmente l'umorismo che funziona in tv funziona anche al cinema, questo rimane comunque un esempio tra i meno disastrosi. Tutto sommato consigliato solo ai fans.
Cotola: Medietà è il termine che meglio si addice al cinema di Soderbergh e questo film non fa
eccezione. All'inizio sembra quasi voglia sondare i meandri tortuosi dei farmaci per la mente (molto diffusi negli USA) ed i loro effetti collaterali; nella seconda parte
si trasforma in un vero e proprio thriller con un paio di discrete sorprese. Il risultato è più che accettabile, ma come sempre nei (troppi) film di questo regista,
manca quel quid che lo renda non dico grande ma almeno pienamente convincente. Buon cast con nota di merito per Ronney Mara.
Giovedì, 23/06/22 ALLE ORE 00:50 00:50 su Cine 34
Markus: Un film piuttosto scialbo e forse di taglio eccessivamente americano di serie b, fascia a cui probabilmente era destinato. L'unico elemento di reale interesse è la presenza della bella Jessica Moore, di cui ho perso le tracce. D'Amato è un regista multifunzionale, ma a mio parere sopravvalutato; anche in questo caso, non posso che riconfermare la mia opinione.
Galbo: E’ un’Avati decisamente bucolico e rurale quello de Il grande cuore delle ragazze e questa visione rappresenta una versione non certo inedita della poetica del regista bolognese. La storia è minimale e i motivi di interesse sono soprattutto quelli della rappresentazione di un universo contadino ormai irrimediabilmente estinto e certamente rimpianto dal regista. Buona pertanto la ricostruzione ambientale così come la prova dei protagonisti “anziani” Cavina e Roncato. Così e così Cremonini e la Ramazzotti.
Herrkinski: Esotico-erotico d'epoca che s'impone come un inno allo scambio di coppia e alla gioiosità del sesso libero e privo di convenzioni, con retaggi hippie molto '70s. La realizzazione è però pauperistica al massimo; fondamentalmente è un porno camuffato tramite vari escamotage, tra cui un abuso di lenti deformanti e giochi di luce, accompagnato da una straniante OST di sitar e da dialoghi deliranti, peggiorati dal doppiaggio italiano. Ha una ragione d'esistere nel suo essere kitsch oltremisura e fuori dal tempo, ma è ben poca cosa e annoia parecchio.
Giovedì, 23/06/22 ALLE ORE 02:15 02:15 su Cine 34
Fauno: Il grosso limite è che il vizio che dà il titolo al film, in realtà il lesbismo, viene nominato ma non sviluppato, al fine di dare molto più spazio al thriller (con risultati dignitosi) e alle battute del brigadiere (il vero protagonista è lui, non il commissario!). In pratica il lesbismo avrebbe tranquillamente potuto sfondare la diga e inondare tutto, ma Cimarosa ha preferito serrare a fondo i bulloni e fare una performance in assolo nella vallata sottostante. Risultato discreto, ma dello stesso regista è infinitamente meglio No alla violenza...
MEMORABILE: Il discorso del questore sui politici è strabiliante; Divertente l'interrogatorio molto blando a Davoli.
Daniela: Nel 1908 a Messina, tre giorni prima che la città venga distrutta dal terremoto, un ragazzino inglese ricco, viziato e malvagio viene seppellito vivo da un coetaneo come punizione per la sua ennesima crudeltà. Oltre 100 anni dopo, il suo spirito vagante cerca un corpo da possedere per tornare a far danni... Horror nostrano dalle ambizioni internazionali in cui la cornice val più del quadro: la confezione è infatti curata e l'ambientazione suggestiva ma il contenuto delude proponendo una ghost story gotica sceneggiata in modo approssimativo ed interpretata in modo poco convincente.
MEMORABILE: Gli scorci del cimitero monumentale di Messina con le sue bellissime statue
Il Gobbo: Fondamentale nella personale classifica dei guilty pleasures: letteralmente grondante dei vezzi d'epoca, dalla tematica erotico-borghese con intellettualismo salottiero ai dialoghi (di matrice anche argentiana!) talora terrificanti, all'immancabile (e inguardabile) Capolicchio: ma appunto per questo imprescindibile per gli adepti del culto a quella stagione del cinema italiano. Il tutto poi servito in confezione lussuosa e - per favore, sia messo agli atti - con la più bella colonna sonora non western di Morricone. Bolkan da deliquio. Regge benissimo anche a visioni successive.
Giovedì, 23/06/22 ALLE ORE 03:35 03:35 su Rai Movie
Paulaster: Spaccato di vita di un gruppo variegato di giovani nel melting pot londinese. L’approccio si basa sulle contraddizioni della vita, dove prima di trovare la strada si è costretti a compromessi non preventivati. Tentativo riuscito di descrivere il carismatico Hutz (almeno per la parte musicale) e poco altro; finite le idee iniziali rischiano tutti di diventare macchiette e il finale pacificatore è debolissimo. L’ego di Madonna la porta anche ad autocitarsi.
MEMORABILE: La Weston in stile Britney Spears.
Giovedì, 23/06/22 ALLE ORE 04:30 04:30 su Cine 34
Nei primi tre minuti già abbiamo una bella rappresentazione plastica del titolo, con il giovane Saverio Salesi (Vanni) inseguito dalla polizia lungo le vie di Roma per una rapina in banca. Corre fino a un portone dove per entrare suona un campanello scelto a caso e che dice solo “Studio M.”. Risponde una voce: “Sei Marco?”. Senza troppo pensarci Saverio conferma e sale. Gli apre la porta una donna che ha tutta l'aria di essere una escort (Cardinale) e che senza scomporsi – è fredda, “professionale” - lo rimprovera per essere arrivato in anticipo convinta che si tratti davvero di...Leggi tutto Marco, un cliente. Lui ha i soldi, decide che può pagarla e anzi paga in anticipo per l'intera giornata, notte compresa. Alla polizia si studia intanto il filmato ripreso dalle telecamere della banca: nella concitazione qualcuno ha sparato, c'è un morto. Ma non è Saverio, il killer, il filmato non mente; anche se lui lo riconoscono un po' tutti, da un agente (Trombetti) suo amico d'infanzia fino all'anziana inquilina del piano di sotto (Batassa), che l'aveva visto poco prima entrare nello “studio M.” e avvisa la polizia dopo aver notato la somiglianza al telegiornale. Non c'è da sbagliarsi, e infatti sotto al palazzo convergono in breve l'agente Madanìa (Calvagna), l'amico del rapinatore e una collega (Mietta). Ma sotto per l'appunto c'è qualcosa: il vero autore del delitto è infatti il futuro genero del questore (Bonetti), tanto che al commissario Dollorenzo (Ambrogi) viene chiesto di indagare... con “cura”. Ma il centro del film è l'appartamento di Micol, dove Saverio si apre alla donna come dallo psicologo. Lei, lo sguardo ambiguo, distaccata ma non del tutto insensibile, sta al gioco e capisce che Saverio è solo un disperato, costretto a rubare da chi non ha voluto fargli un prestito per pagare l'operazione con cui avrebbe potuto salvare la madre. Un rapporto che, cominciato gelidamente, sembra potersi trasformare in qualcosa di più profondo. Poi qualcuno suona al campanello e si prova a trattare; bonariamente, con quell'indolenza tutta romana che come sempre Calvagna è abile a descrivere e naturalmente a interpretare. Il suo Madanìa, personaggio non centrale ma spesso in scena, sembra non voler infierire su Saverio cercando anzi di farlo ragionare... In polizia ha la reputazione di quello che spara facile, ha combinato da poco “un far west” per il quale ha rischiato la sospensione, ma conserva un'umanità non comune. Il film ha innanzitutto dalla sua una coppia di protagonisti particolarmente azzeccata: Vanni (davvero bravo in un ruolo che con tutta evidenza gli calza a pennello) s'immedesima al meglio nel disgraziato senz'arte né parte che sogna di andarsene in Messico dal suo unico amico, che lì “ha svortato”, mentre la Cardinale (celebre trans finito agli onori delle cronache con l'accusa di essersi spacciato per veggente nel brindisino) è indubbiamente una partner azzeccatissima, dai tratti quasi almodovariani: un unico sorriso in tutto il film, appena accennato, per il resto un volto d'imperscrutabile, ricercata inespressività; i sentimenti tra i due affiorano pudicamente, in lei una disillusione grigia che fa a pugni con l'argento vivo di Saverio. I limiti produttivi, qualche impaccio nei flashback d'infanzia (piuttosto superflui e realizzati senza la dovuta incisività) e una fotografia piatta frenano solo in parte la riuscita dell'opera senza comunque scalfirne l'autenticità. Peccato per un Bonetti e una Mietta del tutto marginali, perché il cast in scena è diretto con perizia e anche la sceneggiatura, per quanto non virtuosistica, ha alcuni bei momenti. La regia mostra di saper gestire bene la tensione che nell'ultima parte inevitabilmente sale e, per quanto un po' statico, a dispetto del titolo, LA FUGA procede senza mai stancare, segno di una bella mano che col tempo sta affinando uno stile sincero e godibile, qui accompagnato dalle notevoli musiche di Mauro Paoluzzi. Intrigante anche il modo in cui viene trattato il tema del sotterraneo scambio di favori in polizia, che forse meritava più spazio.Chiudi
Grangaspar: L'attrice Vittoria Oriani (Scilla Gabel), in arte Patricia D'Altamura, torna al suo paese per assistere alle esequie dell'influente zio Tonino. Farà delle scoperte inaspettate... Commedia che sberleffa i caratteri di una certa provincia italiana di quegli anni (e non solo) ponendo l'accento sulle ipocrisie, sul perbenismo e sulle bieche strumentalizzazioni cui una "razza insensibile" è disposta per trarre profitto. La Gabel ci dispensa la sua bellezza con continenza. Particine per Angelo Infanti (il regista) e Lino Banfi (il barbiere).
MEMORABILE: La canzone iniziale e finale "Giostra della vita" cantata da Katyna Ranieri.
Giovedì, 23/06/22 ALLE ORE 05:00 05:00 su Rai Movie
Flagranza: Oscuro thriller di un oscuro regista, uscito durante il periodo argentesco. Ma non vi è traccia di alcuna influenza del thriller innovativo del regista romano. Qui la tensione è distribuita in maniera convenzionale e infatti questa pellicola può sprofondare nelle lunghe notti delle privatine (lì l'ho visto). Belli gli occhi della Tolo (unico vero trait d'union con Argento). Trascurabile.
Giovedì, 23/06/22 ALLE ORE 06:30 06:30 su Cine 34
Markus: Lui, lei e una camera d'albergo. Un rapporto d'amore, odio, un tormentato sentimento elargito allo spettatore attraverso un film dal taglio fortemente teatrale/drammatico. Francesco Maselli è in vena di film d'autore senza qui mostrare le capacità per realizzarlo: il rapporto rappresentato appare artefatto, eccessivamente pregno di paturnie ed eccessi che non riescono mai a entusiasmare. Resta quindi il tentativo, non molto riuscito, per la coppia Kinski/Dapporto, di rendersi credibili in quei panni. L'idea poteva essere buona, ma la resa non convince.
Galbo: Il film d'esordio del regista Fausto Paravidino non brilla per originalità tematica: si tratta del solito gruppo di giovani (quasi di mucciniana memoria) che si muovono negli spazi angusti della provincia italiana. Il regista riesce a rappresentare piuttosto bene l'ambiente ma le storie raccontate sono poco interessanti e la regia sembra francamente di ispirazione televisiva. Non esaltante nemmeno la recitazione degli attori.
Giovedì, 23/06/22 ALLE ORE 09:40 09:40 su Cine 34
B. Legnani: Più curioso che riuscito. Lo spunto alla Salvatores non è male e una certa freschezza (nonostante le fastidiose accelerazioni e i bruschi stacchi di inquadratura, francamente incomprensibili e nonostante alcune assurdità: il "rapito" non lo riconosce nessuno???) attraversa il film ma, con l'arrivo al motel, le cose cominciano a non funzionare più. Abatantuono si ripete, ma funziona. Insinna efficace. Discorso a parte per Orlando. Orlando fa sempre Orlando, per cui o va benissimo o stona orrendamente (vedi Caos calmo). Qui funziona bene. **
Galbo: A metà degli anni ’30 una famigli irlandese emigrata negli USA, lascia il nuovo continente per fare ritorno in Europa. Qui il figlio Frank cresce insieme alla madre Angela con il desiderio di fare ritorno in America. Tratto dal libro autobiografico di Frank McCourt, Le ceneri di Angela è un’ottima trasposizione cinematografica di un’opera letteraria. Il regista Alan Parker affronta il tema con grande passione dirigendo un’opera che si caratterizza per l’intensità con la quale sono ritratti i personaggi principali, efficacemente interpretati dal cast.
Giovedì, 23/06/22 ALLE ORE 21:00 21:00 su Cine 34
Zender: Verdone abbandona Furio e gli altri sbilanciando la commedia in direzione sentimentale. Trova in una Giorgi brillante e per il tempo inedita l'esuberanza che dolcemente lo travolge, da sedurre solo con l'inganno nascondendosi dietro la scorza dell'avventuroso Manuel Fantoni. Per un De Sica poco incisivo in versione partenopea ci sono dall'altra un Brega debordante che si aggiudica i momenti più comici e un Infanti fanfarone da Oscar. Leggero e volatile come il borotalco, tenero e ancora ingenuo ma accorato, sincero.
MEMORABILE: Gran finale: l'amica chiusa in bagno, la Giorgi attonita, le urla di Brega fuori campo che salgono sempre più suggerendo punizioni inenarrabili.
Giovedì, 23/06/22 ALLE ORE 21:05 21:05 su Italia 2
Galbo: Film dalle discrete ed originali premesse narrative: il protagonista muore più volte ed ogni volta rinasce in un diverso contesto. La regia è affidata a Dario Piana (già direttore di spot pubblicitari e del non memorabile Sotto il vestito niente 2) che mostra un discreto talento televisivo. Il vero grosso limite del film è una sceneggiatura che piuttosto presto diventa inconcludente e ripetitiva e non sa sfruttare adeguatamente la buona idea di base.
Giovedì, 23/06/22 ALLE ORE 21:05 21:05 su Rai Movie
Gestarsh99: Storiaccia di vendetta ipocritamente retorica e antimilitarista, che tira in ballo guerra e religione solo come semplici cavicchi con cui lardellare a vuoto un infantile rubabandiera moral-predicatorio. Estenuantemente portato per le lunghe fra twist irricevibili e ribaltamenti di scena degni di un filmcon LeslieNielsen, l'insieme assomiglia tanto a una presa per i fondelli colossale ma la comicità della vicenda è ben più involontaria, micidiale e demoralizzante. Thriller da sbirciare rassegnatamente di sottecchi tra un facepalm e l'altro, sempre che si riesca a beccare l'istante propizio.
MEMORABILE: La limonata salata sulle ferite; De Niro appeso a testa in giù ad una cordicella infilata nel polpaccio; la scheggia di guerra estratta e usata come arma...
Gestarsh99: Silvestro Rambone in un altro action/noir manifestamente ironico e autoreferenziale: lui è un sicario vedovo con figlia in dotazione e si allea con un poliziottino coreano per rompere le corna a chi gli ha freddato il cumpariello-killer. Tutto è intenzionalmente stereotipato, nella pia speranza di rivangare le stallonate dei bei tempi che furono, ma nonostante la programmaticità dell'insieme non si va mai oltre l'estemporaneità più alimentare. Senza i suoi Mercenari il vecchio Sly resta al palo, sempre più immobilizzato in quella paretica postura tra "cubismo" facciale e cervicalgia cronica.
MEMORABILE: "Avresti dovuto controllare il peso [della pistola]", dice Sly al rivale prima di sparargli a vuoto senza aver controllato il peso della sua arma scarica.
Herrkinski: Blaxploitation girato da un esperto di cinema action 70s che vede come eroina la modella Dobson, la quale sfoggia un gran numero di outfit variopinti e stilosi; è una protagonista algida ed elegante che certamente ha carisma, affiancata da un cast all'altezza, con un sempre spassoso Fargas e la Winters come fumettosa villain. La vicenda non si discosta troppo dai clichè del genere ma è ben eseguita, ha ritmo e scene d'azione e combattimenti efficaci, il tutto accompagnato dalla ost funky/r&b di rigore. Tra i più dispendiosi blaxploitation di sempre, quindi più curato della media.
MEMORABILE: L'inseguimento con la Corvette; La speciale apertura della portiera per non rovinare l'afro.
Il Gobbo: Film capitale, che rivisto ora in una finalmente bella copia dvd non ha perduto un'oncia della sua carica a momenti addirittura eversiva per l'esplicitezza delle accuse. Ma c'è Buzzanca, ci sono i culi, c'è il pecoreccio, e quindi nessuno capì (tranne i maggiorenti democristiani che ebbero una non del tutto lecita anteprima e fecero sforbiciare). I blandi coprolalici in cerca di patenti di martire avrebbero da imparare sulla satira. Buzzanca enorme e Fulci grandissimo, che inventa incubi felliniani e palpate con atmosfere thrilling.
Galbo: Film che ha consacrato al pubblico americano l'attore comico Adam Sandler (che per la verità darà il meglio di sè in film successivi), Big Daddy vede il protagonista interagire con il solito bambino dal carattere impossibile. Lo schema è abbastanza sfruttato nei film del genere e questo non fa eccezione, sfruttandone tutti i luoghi comuni del genere e rivelando grande prevedibilità. Si ride di tanto in tanto.
Buiomega71: Fulci getta il suo sguardo, nichilista e sadico, sul west. Diventa così una specie di road movie, con reminiscenze al suo horror personale e viscerale (sanguinosi colpi in arrivo, dove la carne si fa a brandelli, scuoiamenti, cannibalismo inconsapevole, il nero che parla coi morti e si aggira nudo in un melmoso cimitero), che però ha momenti che sconfinano nell'inutilità più gratuita (quasi alla Zanna Bianca), come la città innevata di soli uomini e il parto. A volte commovente e poetico, altresì un po' noioso. Stranianti le canzoni, allucinata l'atmosfera.
MEMORABILE: La strage dei predicatori; Il massacro iniziale da parte degli uomini incappucciati; I pp fulciani sul bellissimo volto della Frederick; Il peyote.
Venerdì, 24/06/22 ALLE ORE 06:30 06:30 su Cine 34
Markus: Istant-movie con l’intento di sfruttare un romanzetto di successo sfornato dalla Cardella a suon di ospitate da Costanzo nell’anno 1989. Il film si rivelò un fiasco e, forse, il primo passo falso di Ponzi. La condanna di una ragazza siciliana che vuole emanciparsi in terra maschilista apparve sin da allora vicenda anacronistica; eppure la pellicola funziona: la Fossà sfrutta il suo momento e dà il meglio di sé, così come la Hovey in un ruolo di altolocata reso convincente. Forse era meglio concepirlo come tv-movie... Ottima la OST di Bigazzi.
Galbo: Diretto ed interpretato dall'attore Billy Crystal il film segue evidentemente le orme del fortunatissimo (ed interpetato dallo stesso protagonista) Harry ti presento Sally. Di quello, Forget Paris presenta lo stesso tono dolceamaro e lo stesso gusto per la cura della sceneggiatura e per la scrittura dei dialoghi. Manca tuttavia l'equilibrio dei toni del film di Rob Reiner. Il film è comunque gradevole anche per merito del cast bene assortito.
Daniela: In una tranquilla zona residenziale dei sobborghi, i comportamenti bizzarri dei nuovi vicini scatena la curiosità degli altri abitanti della strada... Satira di un piccolo microcosmo suburbana in cui tutti si fanno gli affari altrui, anche per la scarsità di affari propri di cui occuparsi, con personaggi caricaturali e venature horror dai buffi risvolti. Operina minore nella filmografia di Dante, ma non per questo da disprezzare: i toni leggeri e le prestazioni autoironiche degli attori garantiscono una visione gradevole e rilassata fino al doppio e contrapposto epilogo.
Venerdì, 24/06/22 ALLE ORE 20:50 20:50 su Twenty Seven
Galbo: Terzo "live action" dedicato ad Asterix, è anche il meno significativo dopo l'opaco primo episodio e il sufficiente secondo. Effetti speciali a profusione, ma lo spirito del fumetto originale è andato definitivamente perduto. Brutta sceneggiatura e realizzazione noiosa con inutile dispendio di effetti speciali e cast che coinvolge inutilmente veri sportivi (come Michael Schumacher) e grandi attori come Delon senza un minimo di costrutto. Bravo come sempre Depardieu.
Venerdì, 24/06/22 ALLE ORE 21:00 21:00 su Cine 34
Il Gobbo: Lovelock coniugato Fenech tuttavia non riesce a consumare, per la disperazione dello zio Montagnani che le studia tutte. Nonostante l'inverosimiglianza dell'assunto di partenza il film si segnala per l'epica performance di Montagnani (forse solo in Dove vai se il vizietto non ce l'hai riuscirà a superarsi), con pesante accento meneghino e lancia perennemente in resta (vedi scena con la Giorgelli), e per la vacanza della Baker dai gialli lenziani e dintorni. Sfrontato, a suo modo liberatorio (quasi più oggi che ieri) antidoto alle fiction Raiset.
Giùan: Che il cinema di Malick sia in grado di spiazzare e, in tutti i sensi, di farsi attendere non è questione da discutere. Allo stesso modo, il fatto che col passar dei film (e degli anni) il suo discorso sulla Natura madre che avvolge le vicende individuali (la passione a 3 tra Pochaontas e i suoi due amanti) e la Storia si faccia sempre più estremo è da apprezzare; c'è tuttavia qualcosa che stona, in The new world, e che lo rende bozzettistico, come se gli mancasse la spina dorsale. Certo è che non c'è chi sappia riprender meglio lo stormir delle fronde.
Venerdì, 24/06/22 ALLE ORE 21:15 21:15 su Italia 1
Xamini: Il legame padre/figlia è la sineddoche che Nolan incastona nel suo sci-fi per raccontare del senso dell'esistere, laddove il contrasto si evidenzia su due poli: individuo e genere umano. Si tratta di un racconto con una partenza lenta e un ritmo che inizia a ingranare quando il silenzio si fa siderale, interrotto da note musicali minimali (usare la classica sarebbe stato sgraziato). Interrotto, a mio modo di vedere, anche da troppe parole; troppi gli spiegoni, troppe le questioni risolte, troppe le facilonerie, troppo presente la necessità di fare cassa. Dimenticata la perfezione stilistica di 2001, resta ad ogni modo un grande piacere per gli occhi.
Gestarsh99: Ripiombano sulle scene i due baldi e forzuti piedistalli della rimpatriata "mercenaria", protagonisti in questa occasione di un'arguta variante carceraria onusta di topoi, injokes e citazioni da compendio del prison-movie. A vederli non si direbbe ma i due attempati colossi del cinemaccio erculeo ci danno ancora dentro di brutto: abbaruffandosi, strizzandosi l'occhio a vicenda, rimpallandosi ammiccatine allusive e punzecchiature metafilmiche. Hafstrom, provetto modulatore di thriller paranormali, bordeggia con ritmo, concisione e ironia tra scazzottatone e sparatorie senza limiti di pallottole.
MEMORABILE: Sly che scopre di essere imprigionato dentro una piattaforma subacquea in mezzo all'oceano...
Didda23: Strepitosa opera alleniana (probabilmente la migliore del decennio 2010-2019) con una qualità dei dialoghi nettamente sopra la media del genere. Una direzione attoriale impeccabile con una Fanning ammirevole in un personaggio che mischia ingenuità a dolcezza e un Chalamet sorprendente nei panni del giovane-vecchio (imbattibile nei giochi d'azzardo). New York è fotografata egregiamente dal mitico Storaro, che si supera negli interni sublimando - con un gioco di luci egregio - il dialogo fra madre e figlio. Un film di una delicatezza pregevole, con momenti comici riusciti.
MEMORABILE: Il bacio fra Chalamet e la Gomez; L'arrivo della fidanzata di Luna; Il finale romantico in stile "vecchi tempi".
Gestarsh99: Ad una prima visione, le pessime condizioni del Super8 rippato, da me visionato, mi avevano mal predisposto verso questo raro fanta-thriller. Rivedendolo però ne ho potuto apprezzare sia l'innegabile tensione presente sia l'accompagnamento sinuoso ed azzeccato dello score di Saitto. Certo la trama è delirante e le riprese sono, in alcuni punti, assurdamente incongrue e statiche, per non dire dei dialoghi schizzati e degli aulici monologhi floro-vivaistici del medico. L'atroce finale trans-argentiano, però, rende ai miei occhi il film già un cult.
MEMORABILE: Il momento in cui ci viene svelato il motivo del titolo di lavorazione "Il giardino delle lattughe": pura estasi trash a crepapelle!!!
Giùan: L'esordio che rivelò il più "autoriale" dei registi della ondata partenopea anni '90. Martone, approdato al grande schermo dopo una matura istruzione teatrale, costruisce un film sobrio e barocco insieme (in cui si alternano viraggi seppia e posati piani sequenza), perfettamente speculare ad un protagonista la cui carica autodistruttiva, mai banale e urlata, traspare potente proprio perché non assimilabile ad una folle deriva. Carlo Cecchi, impermeabile e canotta, è "segno" e "timbro" capace di farci mantenere distanza di rispetto con Cacciopoli. Impervio.
MEMORABILE: La straordinaria voce di Carlo Cecchi; L'incipit nella sala d'attesa di terza classe.
Pigro: Una serie di incendi dolosi si intreccia al rapporto conflittuale tra due fratelli vigili del fuoco. Howard cerca di combinare la spettacolarità (notevole trattandosi di un gran dispendio di effetti basati sul fuoco) con il il dramma psicologico famigliare. Il risultato è interessante e stuzzicante, anche se inevitabilmente è proprio l'impatto catastrofista (con annessa retorica del pompiere eroe nazionale Usa) a colpire maggiormente, portando in secondo piano il sottile thriller che dovrebbe alimentare la vicenda.
Sabato, 25/06/22 ALLE ORE 17:35 17:35 su Rai Movie
Ira72: Premesso che non ho mai visto la versione francese, ho trovato questo film un po' troppo buonista, a tratti ruffiano e stereotipato nell'evidenziare il lato radical chic di Lo Cascio. Avrei anche evitato gli eccessivi flashback che oltre a non svelare granché spezzano la fluidità del racconto. Il finale "american style" che deve forzatamente strappare una lacrima poteva essere evitato. Detto questo, però, il film mi ha divertito e Gassman si conferma un ottimo interprete che non sembra recitare: spontaneo, divertente, carismatico e anche un po' canaglia.
MEMORABILE: “Ha mai provato la sindrome di Stendhal?” “No, però di Stendhal ho letto Il rosso e il nero, il più famoso”.
Nicola81: Anche se il tempo ne ha parzialmente eroso la carica innovativa (ormai alle denunce sulle malefatte della CIA siamo abituati), resta giustamente uno dei thriller spionistici più famosi e acclamati nella storia del cinema, ben diretto da Pollack e sorretto da una buona sceneggiatura, fatta di dialoghi efficaci valorizzati da un cast in gran spolvero. Redford in uno dei ruoli che lo hanno reso celebre, Robertson professionale, Max Von Sydow è un killer memorabile, la Dunaway è sempre un bel vedere, anche se il suo è il personaggio più debole.
MEMORABILE: La strage iniziale; L'agguato nel vicolo; Le ipotesi formulate dai vertici della CIA; Il confronto tra Reford e Von Sydow; Il finale.
Nicola81: Dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio un film del genere era quasi obbligatorio, ma a Tognazzi e agli sceneggiatori va dato atto di aver concesso alla retorica il minimo indispensabile. Se sorvoliamo sul fatto che nella realtà il personale di una scorta non parteciperebbe attivamente alle indagini del magistrato chiamato a proteggere, si tratta di un lavoro impostato in maniera sobria e misurata e anche il finale, proprio per la sua rinuncia all'eroismo e alla spettacolarità, risulta credibile e coerente. Buona la prova degli attori.
Sabato, 25/06/22 ALLE ORE 21:00 21:00 su Twenty Seven
Il Gobbo: Ennesimo buco dell'acqua di un grande invecchiato non benissimo, oramai dedito al cinema per il piacere di farlo, ma che ha perso quasi completamente brio, mordente, efficacia. Rimane il mestiere ineccepibile, che non basta a farci sorbire le lepidezze, le locations da mitologia europea del newyorchese high-brow filtrate attraverso le riviste di arredamento patinate, e un cast male assortito (cui non dà una mano l'orrendo doppiaggio, con le inflessioni romanesche di Jackman e la pessima performance sulla Johansson). Mediocre.
Herrkinski: Incredibile baracconata, che sancisce il passaggio dei gremlins dagli anni '80 ai '90. Gli elementi horror vengono ulteriormente diluiti a favore di quelli comico-demenziali e il numero di citazioni cinefile aumentano a dismisura, insieme a svariati siparietti metacinematografici di dubbio gusto stilistico (anche se la gag dei Gremlins che distruggono la pellicola del film al cinema deve esser stato divertente). SPFX ottimi, ma il film è troppo stupido per esser guardato con serietà: forse l'intento era quello parodistico, ma spesso si esagera.
Sabato, 25/06/22 ALLE ORE 21:05 21:05 su Rai Movie
Gestarsh99: E venne il giorno del dopo-fine del mondo. Dopo tanti horror-fantasy sotto il segno del vedo e non vedo, Shyamalan sterza di netto nella fantascienza futuristica: mai prima d'ora il nostro si era espresso con così tanta pulizia d'intenti, senza quei levantini giochi a orologeria o quelle dissipanti epifanie illusorie che codificano la sua produzione. Un vero e proprio platform-adventure di formazione imperniato su un ragazzino e Madre Natura ultrice, di certo deludente per la pochezza dei contenuti e la pacchianeria del digitale, ma se non altro agile e fibrillante a livello di entertainment.
MEMORABILE: Il volo "petaurico" in tuta alare giù per lo strapiombo silvestre.
Pinhead80: Da una parte il perbenismo cristiano che dovrebbe soffocare al grido di peccato ogni pulsione erotica e dall'altro la politica rivoluzionaria che dovrebbe risvegliare il popolo dal torpore ed elevarlo ad alti ideali. Nel mezzo la storia di due ragazzi che sono costretti a vivere la loro relazione schiacciati dalle idee che permeano le menti dei loro genitori. Lo scontro tra sacro e profano è continuo e fa risaltare come alla fine le due cose abbiano più punti di contatto di quanto si creda.
Xamini: L'ho trovato poco denso, pur se ben girato, e sofferente di un drammatico calo di carisma nel comparto voci italiane. Il ritratto di Escobar resta tuttavia ben tracciato: si è scelto un punto di vista marginale, un volto quasi perfetto (quello di Del Toro), un estratto tutt'altro che completo della sua vicenda, che lascia posto a un melodramma funzionale. Sulla distanza, la serie Narcos risulta decisamente più documentaristica e interessante anche se l'idea che ne emerge è la medesima.
Nicola81: Da molti considerato un titolo minore nella filmografia di Bud Spencer a me comunque non dispiace, perché il buon Bud riesce a reggere benissimo la scena anche se privato del suo storico compagno di avventure Terence Hill (non si può dire invece il contrario). Gli intenti educativi sconfinano inevitabilmente nella retorica, ma le ripetute scazzottate e qualche buona gag assicurano comunque la dose di divertimento che è giusto attendersi da un film del genere. Dignitoso cast di contorno e piacevoli musiche dei fratelli De Angelis.
MEMORABILE: "Sa qual'è il mio peggior difetto?"; Le scazzottate con Orso e quella con i marines; Il barbiere; La visita a Osvaldo; La partita.
Galbo: Ispirato ad un fatto di cronaca, Il branco presenta una connotazione neorealista ma non è un film particolarmente riuscito. La sceneggiatura appare lacunosa in alcuni punti, specie riguardo alla caratterizzazione di alcuni personaggi e specie nel finale si rischia parecchio l'effetto retorico. Di contro piuttosto riuscite appaiono l'ambientazione e la prova del cast, specie Memphis e Tirabassi. Discontinuo.
Daniela: Da un bellissimo romanzo, il miglior film di Ivory e la migliore interpretazione di Hopkins. Il decor formale, che spesso ingessa le opere del regista, diventa chiave interpretativa per una esistenza votata al rispetto delle convenzioni e alla fedeltà verso il padrone (Fox, che già lo fu per Losey). Darlington Hall, microcosmo su cui si è affacciata la storia, cambia infine proprietario. Riuscirà a cambiare Mister Stevens, ora che si vergogna del passato? Forse, ma quel che resta del giorno è soprattutto il rimpianto per le occasioni perdute.
MEMORABILE: La morte del padre; La schermaglia con la governante che vuol vedere il libro che sta leggendo Mister Stevens.
Nicola81: Valutato autonomamente sarebbe anche un buon thriller, ma per sua sfortuna è il remake di uno dei migliori film di Hitchcock, del quale non possiede certo l'ingegnosità e la raffinatezza. Davis rimescola le carte riunendo in una sola persona l'amante della moglie e l'assassino e ridimensionando il ruolo della polizia, ma anche così non può sottrarsi a scomodi confronti, che non risultano troppo impietosi solo perché la storia bene o male coinvolge. Ottimo Douglas, discreto Mortensen, la Paltrow non può minimamente competere con Grace Kelly.
Mco: L'incanto greco inghiotte un gruppo di soldati facendo dimenticare la guerra che lontano da quei luoghi incombe. Il tempo scorre ma lì sembra avere una velocità minore, quasi impercettibile. Si gioca, si beve, si riflette e si spera di non dover più imbracciare un fucile contro il nemico. Tutti gli interpreti sono eccellenti ma è la figura del Farina, impersonata da un ottimo Cederna, a rimanere impressa: si vive dove esiste l'amore. Divertente il cammeo di un giovane Antonio Catania. Poesia messa al servizio del cinema.
MEMORABILE: "Comunque, da lassù ho visto... non era rigore!".
Galbo: Una delle migliori opere di Bertolucci, combina la sostanza del contenuto (si tratta di una storia molto interessante, che si segue con passione fino in fondo) alla grandissima eleganza formale. L'ottima ricostruzione ambientale si abbina alla resa fotografica (di Storaro) davvero pregevole. Un buona parte del merito della riuscita del film va alla prova eccellente di tutto il cast, Jean-Louis Trintignant in testa. Grande cinema.
Ruber: Film ad alto contenuto di adrenalina e suspense, con un Madsen (ormai noto per i suoi tanti lavori con Tarantino) in splendida forma e con un ruolo da killer cucitogli addosso in modo formidabile. L'incipit rivela alcuni dettagli della storia, ma la sceneggiatura è scritta davvero bene e abbonda di scene con sangue a go go in cui le armi la fanno da padrone. Il tutto si svolge in uno sperduto bar in una serata fredda (come da copione per questi thriller ad alta tensione). Finale prevedibile ma ci sta, visto che il film ti incolla allo schermo. Brava la cameriera “Benson”.
MEMORABILE: La frase finale della Benson: "Io ho tanti problemi e ho paura di cambiare ma so fare una cosa: contare...".
Domenica, 26/06/22 ALLE ORE 04:15 04:15 su Italia 1
Ira72: Talmente pieno di difetti da risultare "un tipo"! Le attrici lasciamo stare, gli effetti splatter imbarazzanti, il carillon - onnipresente- fastidioso, l'ambientazione monotona e gli omicidi scopiazzati alla peggio. Eppure. Probabilmente il budget (e le idee) erano talmente ai minimi termini che il film ha un qualcosa di genuino davvero apprezzabile. Persino il finale è talmente buttato lì che alla fine risulta spiazzante. Gli horror di classe sono un'altra cosa, ma ha un suo perché. Fosse anche solo il perché sia stato prodotto.
Markus: Un po' farsa di costume e un po' giovanilistico (con un pizzico di “sano” erotismo), l'idea di base (un'intricata storia d'amore nata e cresciuta nel nulla) non è male e comunque in linea con il cinema di quel tempo; in realtà il ruolo affibbiato a Mann gli calza solo fisicamente, perché sotto il profilo dell'espressività difetta parecchio. Sesani dirige il film senza saper gestire il ritmo, cosa che già dopo pochi minuti si avverte come noia e infanga una sceneggiatura non malvagia. Presenza cult dell'allora bella quarantenne Adriana Asti.
Domenica, 26/06/22 ALLE ORE 10:30 10:30 su Rai Movie
Gestarsh99: Quasi sicuramente è il film con Totò più popolare, trasmesso e ritrasmesso a ciclo continuo in tv e sempre con gradimenti di ascolto elevati e costanti. Un prodotto costruito all'epoca soprattutto per lanciare nel mondo del cinema il volto della luccicante e solare Dorian Gray, oltre che la voce calda e vibrante del bravo Teddy Reno. Col tempo però, quelli che dovevano essere semplici siparietti comici a supporto dell'innocuo sentimentalismo della storiella centrale, sono irresistibilmente divenuti il vero geniale motivo d'interesse dell'intera messinscena.
MEMORABILE: La storica dettatura della lettera di Totò a Peppino: "Punto... due punti... ma sì, fai avvedè che abbondiamo. Abbondandissis adbondandum!"
Pigro: Lei si innamora di un altro, e il marito soffre cercando di capire, contrastare, riconquistare. Tema topico delle dinamiche sentimentali, affrontato dosando nella commedia spunti drammatici o intimisti, con cui Sordi e Vitti giocano con consueta abilità, tra automatismi e qualche volo. Un po’ sfibrante la lunghezza, soprattutto per la sostanziale staticità della sceneggiatura, che ruota attorno a un’unica idea girata e rigirata in modo sempre uguale e che la regia non aiuta certo a dinamizzare. Comunque vedibile.
Pigro: Emigrato italiano fa venire in Australia una giovane donna del suo paese per sposarla, ma nessuno dei due è quel che dice di essere. Il film, basato su una sofferta e poco conosciuta usanza, racconta con le armi della comicità una storia amara che mette in risalto il dolore dello strappo culturale e sociale di migliaia di lavoratori. Zampa costruisce un film intenso e sincero, solidamente imperniato su due grandi e bravissimi interpreti come Sordi e Cardinale. Un po’ lunghino e diluito in qualche punto, ma sempre di buon livello.
Domenica, 26/06/22 ALLE ORE 21:20 21:20 su Canale 5
Didda23: Dopo Miracle e Warrior, O'Connor torna a cimentarsi con il genere "sportivo" anche se in questo caso specifico il lato ludico è meramente contorno, perché tutto ruota intorno al dramma esistenziale del protagonista (un Ben Affleck dal grande impatto emotivo). Un film duro, che delinea magnificamente e senza esagerazione il tratteggio psicologico di un uomo segnato indelebilmente dal senso di impotenza d'innanzi alle tragedie dell'esistenza. La vicenda percorre binari non sempre battuti e il finale, nella sua semplicità, è inattaccabile. Registicamente corretto, senza sbavature.
MEMORABILE: Il dolore annegato nell'alcool; La visita in ospedale; Il finale.
Galbo: Tre storie in tre luoghi geografici differenti che improvvisamente convergono e si intrecciano tra di loro, rivelando i raccordi tra i personaggi e il comune denominatore del dolore che li attraversa. Lo stile narrativo di Arraga già evidente nei film sceneggiati per Inarritu (l'ultimo è Babel) viene confermato al debutto da regista dello scrittore. Ancora una volta un film capace di emozionare attraverso le figure umane brillantemente delineate dalla sceneggiatura in un film capace anche di rivelare l'anima dei luoghi. Bella la colonna sonora.
Domenica, 26/06/22 ALLE ORE 23:30 23:30 su Italia 1
Daniela: In The Game, Douglas veniva messo dal fratello in una situazione in cui era impossibile distinguere fra realtà e finzione. I registi di questo Game Night, che citano espressamente Fincher in una sequenza fightclubbistica, replicano il plot con Baterman, moltiplicando il numero di giocatori ed adottando uno stile di ripresa citazionista e videoludico. Il risultato non è sgradevole ma scombinato per via di una sceneggiatura sfilacciata in cui non tutte le battute vanno a segno. Gustoso il personaggio del vicino (Piermons) e cameo per Hall/Dexter
Galbo: Thriller "fantamedico" per il quale bisogna fare uso in dosi massicce della sospensione dell'incredulità. Eppure paradossalmente non è questo il suo limite principale, quanto l'aver coinvolto la star Kevin Costner. L'attore americano non è quasi mai credibile nei panni di un personaggio totalmente negativo e sopratutto non lo è mai quando simula il cambiamento caratteriale. Per il resto il film scorre senza lasciare traccia di sorta, benché nobilitato da un cast (escludendo il protagonista) di tutto rispetto.
Daniela: Anni prima venne rapito dal KGB e costretto a lavorare in Russia, adesso subisce la stessa sorte da parte dei Servizi segreti inglesi per costringerlo a rivelare i nomi di spie infiltrate: è la morsa in cui si viene a trovare lo scienziato francese interpretato da Ventura, molto bravo nel far percepire l'angoscia di un uomo braccato da persone senza scupoli, indipendentemente dalla bandiera per cui militano. Una fuga senza sosta, nella quale ha modo di emergere la sola Messari, per quanto breve sia il suo ruolo. Grintosa la regia, bello l'epilogo condotto su un doppio binario
Lunedì, 27/06/22 ALLE ORE 03:45 03:45 su Italia 1
Herrkinski: Da vedere rigorosamente nella versione uncut, è uno zombie-movie girato nelle Filippine che trova nelle lussureggianti e spettrali location e nell'abbondante quantità di splatter le sue ragioni d'essere; Fragasso non risparmia atrocità assortite (materiate da buoni SPFX) e mette in scena morti viventi "esotici" che fanno il loro effetto, anche grazie a una fotografia atmosferica e suggestiva sia di giorno che in notturna. Qualche scivolone nel trash (l'incipit su tutti) e un finale un po' buttato lì; ottima invece la ost, per un b-movie sui generis onesto e piuttosto divertente.
MEMORABILE: L'incipit con lo stregone; Nicholson trasformato in diabolico zombi col mitra; Il tema della ost di Al Festa.
Caotico thriller australiano che cerca di valorizzare l'ambientazione desertica per caratterizzarsi in direzione di un pulp estetizzante in cui domina il non detto lasciando che la storia vada a comporsi un po' alla volta lasciando qualche buco. Si parte subito con un incontro nell'assolatissimo deserto: scambio di valigette, denaro per droga, ma l'orientale che sgomma via con quest'ultima salta in aria. Sorte poco diversa coglie il killer col denaro: pochi istanti dopo, per evitare un frontale con l'attraente Jina (Booth), esce di strada e ci resta secco. Arrivato giusto...Leggi tutto in tempo per assistere al cappottamento, il giovane Colin (Lyons) fa salire la bella bionda ancora sconvolta sulla sua auto e consegna la valigia coi soldi al poliziotto locale, Frank (Clarke), per coincidenza marito di lei. Si capisce che la storia comincerà a girare intorno ai tre divi e ai soldi, perché naturalmente i proprietari degli stessi non tarderanno a farsi sentire e a eliminare brutalmente chi si frapporrà sulla strada del recupero. Ma l'ambiguità dei protagonisti farà sì che le zone d'ombra aumentino esponenzialmente e che il film si trasformi in un classico noir moderno dalle forti tracce pulp. La fotografia dai colori sparati, che mette in risalto l'ocra del deserto e l'azzurro del cielo, comunica calore e una solitudine che la casa con piscina di Frank e Gina, situata in fondo a uno sterrato, circondata dal nulla, accresce. L'azione è spesso concitata (pur senza le estremizzazioni in cui spesso film così incorrono), ci si sposta dalla centrale di polizia al “Neverest”, il bar di fronte dove il trafficante morto nell'incidente iniziale aveva appuntamento con qualcuno alle 12.30, a giudicare dal foglio trovatogli in tasca da Colin; quindi sulle strade desolate, tra la terra riarsa e una piccola miniera. Emma Boothe è chiamata al ruolo di femme fatale e appena il marito la lascia in piscina con Colin fa scivolare via il costume e lo invita a tuffarsi mentre in paese si svolge una sfida tra bande musicali tanto per cercare di infilare qualcosa di orginale. Il sangue scorre parco, la violenza è contenuta rispetto ai canoni del genere. Si punta a raccontare prima di tutto una storia, ma lo si fa inciampando in una sceneggiatura zoppicante che la regia di Craig Lahiff non aiuta ad articolare meglio. I personaggi invece sono tutti piuttosto azzeccati, anche per merito di un cast ben scelto che vede imporsi il bravo Jason Clarke, indubbiamente adeguato al genere. Più si procede, tuttavia, più quei tratti singolari che parevano intrigare si fanno sempre più deboli andando via via a spegnersi in un'azione di maniera, con tanto di soluzione telefonata che convince poco... Si punta vanamente a stupire con veloci colpi di scena e imprevisti ribaltamenti di situazione, ma a soddisfare è semmai la discreta mano del regista – che ben sfrutta le location - all'interno di una perfetta aderenza agli stilemi noir/pulp del momento.
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