I FILM IN TV DELLA SETTIMANA DA Lunedì, 2/08/21 A Domenica, 8/08/21
Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Gestarsh99: Seconda capatina su grande schermo per Sergio Marazzi/Er Monnezza (un sempre più parolacciaro Milian), co-protagonista di una terna poliziesca alquanto disomogenea sui fronti del metodo registico e del background lavorativo-familiare appioppato al personaggio. Massi prova a compensare la carenza di quel rombante fattore action che differenzia gli altri due film lenziani della serie regalando minuti preziosi a sketch trasharoli vagamente "francociccieschi", ma la mescola di violenza urbana e commediaccia borgatara reagisce come l'acqua con l'olio. Molto meglio i Brescia-movies.
MEMORABILE: Milian che presiede la F.I.G.A. ("Federazione Italiana Gratta Antiviolenza"); La moglie di Milian chiamata a fare la comparsa-petomane nel film "Torna a casa Spermula"...
Xamini: Eccola la commedia all'italiana viva e vivida all'alba del 2010. Vero è che eredita dal gaudente passato e, anziché nasconderlo, lo omaggia (Risi sul volto di suo figlio, per dirne uno). Ma Virzì ha diversi talenti suoi. Tra gli altri un'abilità straordinaria nel bilanciare risata, amarezza e grottesco senza scadere in nessuno dei tre e men che meno nel patetico. Certo, in questo è aiutato parecchio dalla peculiarità di Mastandrea, eccezionale volto in grado di cambiare registro alla scena in qualsiasi momento. Ma - ed ecco il secondo talento - si vede tanto la mano del direttore d'orchestra. Non si vede la telecamera, pure se fa cose notevoli. Si vede la poesia. Non perfetto, ma meno male che c'è Virzì.
MEMORABILE: Lui bambino segue la figura che esce dalla porta di notte e... (tra l'altro l'unica volta che si vede la madre che...). Enorme tocco di classe!
Galbo: Insieme a La giuria e L'uomo della pioggia, Il socio è una delle migliori trasposizioni cinematografiche di un libro di Grisham. Né poteva essere da meno, considerato il team di lavoro coinvolto: un grande regista come Pollack, una trama ideata da uno degli scrittori americani più esperti nel thriller di ambientazione legale e un ottimo cast, con Cruise perfettamente in parte coadiuvato da un vecchio volpone della recitazione come Gene Hackman. Non un capolavoro ma un film estremamente godibile che merita la visione.
Zender: Un film che piace soprattutto per la figura di Villaggio, che si riappropria del suo genovese e indovina il personaggio, dandogli uno spessore e un'umanità impensabili (pur rimanendo ancorato a molte gag fantozziane risapute). Certe sue "tirate" in taxi sui poveri e onesti lasciano il segno. Più anonimo il doppio personaggio di Dorelli, ma la regia svelta di Corbucci riesce a tappare le falle. Meglio la prima parte, perché l'ultima, tra elicotteri e raid mafiosi (il solito Sal Borgese), rallenta. Buona e verace la coppia Laurito/Pappalardo.
MEMORABILE: Sciaccaluga tenta di interpretare servilmente i monosillabi siculi del minacciosissimo boss Sal Borgese.
Lunedì, 2/08/21 ALLE ORE 23:00 23:00 su Rai Movie
Galbo: Un episodio significativo, tra i più cruenti della storia americana. Gary Ross lo ricostruisce con rigore filologico ed un personaggio che unisce bene epica e dolente umanità e che è affidato alla carismatica interpretazione di Matthew McConaughey. La segregazione razziale è dolorosamente presente e ben rappresentata. Interessante e ben condotto il parallelo con una vicenda recente collegata alla principale da un discendente del protagonista. Attori in parte. Un buon film.
Lunedì, 2/08/21 ALLE ORE 23:10 23:10 su 20 Mediaset
Ira72: Ispirato alla storia di Billy Milligan affetto da disturbo dissociativo dell'identità (ventiquattro personalità multiple, per la precisione). Interessante la trama, sublime l'interpretazione di McAvoy che regge sulle spalle l'intero film grazie a un'espressività e una fisicità in grado di rendere credibili i diversi personaggi che convivono nella sua mente. Anche l'epilogo (tallone di Achille di molti thriller che proprio nel finale fanno cadere le braccia) è convincente e la tensione resta costante per l'intera durata, anche se la parte centrale risulta un po' troppo prolissa.
Alex75: Tra le prove migliori dell’ultimo Scola, anche grazie a una sceneggiatura in cui si percepisce la mano felice di Scarpelli. Attraverso le scaramucce di due commercianti, è possibile scorgere il clima in cui maturò la progressiva emarginazione degli ebrei dalla società italiana, fatto di ottusi conformismi, opportunismi e dissensi più o meno timidi. La buona regia fa emergere in particolare la recitazione controllata di Abatantuono e quella di Depardieu, che si vede poco ma ruba la scena a tutti.
MEMORABILE: Il professore non allineato interpretato da Depardieu; "Dio Duce!".
Homesick: Luci, sfondi, costumi sgargianti e modellini testimoniano una fantascienza artigianale e creativa oggi soppiantata dai frastornanti effetti del computer, ma il film di Brescia si ferma al livello visivo, non riuscendo a procedere oltre a causa di una trama priva di originalità e modesta nell’azione. Le musiche di Giombini intervengono nei punti giusti, mentre a segnalarsi nel cast è Yanti Somer: viso tagliente, sguardo cristallino e short-cut.
MEMORABILE: Gli alieni con il volto e le mani putrefatte.
Martedì, 3/08/21 ALLE ORE 06:30 06:30 su Rai Movie
Mark70: Colizzi aveva scoperto la coppia Spencer-Hill e con questo film tenta di copiarne la formula, mettendo in scena una commedia "on the road". Joe (Keith Carradine) deve scortare un boss della mafia inseguito da una banda rivale e nel suo viaggio si trova a caricare un marinaio, un inglese con figlia, un medico, fino ad un finale imprevedibile ma non troppo. Senza essere pessimo il risultato è comunque mediocre: più si va avanti più la sceneggiatura fa acqua e Carradine (che appare svogliato e assente) ci offre la sua interpretazione peggiore.
Gestarsh99: Sotto un nom de plume americanoide l'agile Zurli porta in sala il primo dei due "istanbulizieschi" girati sul formicaio litoraneo del Bosforo, con l'obbligatoria passerella sul Galata Bridge e le sagome dei minaréti intravedibili ovunque. Una vicenda di sequestri a domicilio e valigette milionarie in cui tenzonano il barbuto Fabiani, spiantato malvivente senza scrupoli e il divo turco Akan, tenentino belloccio dal cazzotto facile. Le ingenue, quasi bambinesche e spesso imprevedibili superficialità di sceneggiatura fanno simpaticamente ruzzolare il film sui luoghi altri del "so bad it's good".
Galbo: Se il pubblico affolla i cinema per vedere simili boiate un motivo ci sarà, solo si fa fatica a capirlo; non si riesce a credere che nel 2007 si possano confezionare film così sciatti, costruiti senza il minimo rispetto per il pubblico evidentemente trattato come una massa decerebrata al quale fare ingollare qualunque cosa. Dispiace che Boldi, che ha (raramente) dimostrato un certo talento, si faccia coinvolgere in questi progetti, ma il motivo è evidentemente "alimentare". Da evitare come la peste.
Martedì, 3/08/21 ALLE ORE 21:00 21:00 su Rai Movie
Gestarsh99: L'Umanizzazione del Führer. Revisionismo intimo di quel babau schiacciato al muro della Storia. A Hirschbiegel il peso di riabilitarlo antropologicamente, di scansionarlo sagittalmente come un ecografo per dissuggellarne le multiple ripartizioni interiori: quelle dell'uomo mero e scusso, espoliato dalla grandeur assolutista, dalle torme oceaniche in visibilio, dai cipresséti di braccia tese e baionette in orgasmo. La risultanza è un feretro umano d'ossa e deliri infranti, nevrosi e passioni esauste, un carcàme solingo destinato a perdersi come cenere nel fuoco eterno della Sconfitta.
MEMORABILE: Magda Goebbels che sopprime rapidamente i propri figli facendo loro masticare delle capsule di cianuro.
Herrkinski: Dignitoso dramma che affronta vari temi: l'italiano a New York in cerca di fama sulla scia dei suoi idoli, gli snuff-movie, la penosa realtà del cinema a luci rosse e via dicendo. La vicenda è tenuta insieme abbastanza bene e tutto sommato Gerardo Amato non se la cava male (peccato non abbia mai avuto modo di crescere artisticamente in seguito). Scattini dirige con passione nonostante una messinscena a basso costo e il film non risulta scandaloso o brutale quanto vorrebbe essere, finendo per essere "solo" un buon dramma metropolitano.
Gestarsh99: Gina Carano è un ibrido femminile tra Ken il guerriero e un camionista uzbeko, ma con molta meno pazienza di entrambi; conosce a menadito i punti di pressione da "sfiorare" per estorcere informazioni essenziali al marmagliume omertoso e, che la sbattano al fresco o dritta al patibolo, a lei cambia poco: continua a menar mazzate come se nulla fosse! Stockwell c'è rimasto parecchio sotto coi Turistas e i posti esotici malfamati, infatti anche questa luna di miele tv formato Inga Lindström viene freneticamente modificata in un "rapimento & revenge" dal succo finale a dir poco aberrante.
MEMORABILE: La polizia locale che passa istantaneamente al soldo del nuovo boss malavitoso senza opporre resistenza, quasi fosse la cosa più naturale del mondo...
Martedì, 3/08/21 ALLE ORE 23:30 23:30 su 20 Mediaset
Taxius: Un gruppo di soldati si mette alla ricerca dei lingotti d'oro dei nazisti rimasti sepolti in un villaggio sommerso di un lago artificiale. L'inizio del film è interessante, molto veloce e adrenalinico e fa ben sperare; dopo poco però cambia direzione e si trasforma nella più classica caccia al tesoro. Tutto sommato ben realizzato e gli effetti speciali, per quanto non spettacolari, sono realizzati piuttosto bene. Le scene sott'acqua non sono eccezionali, come in generale tutta la seconda parte, ma nel complesso il film si fa vedere.
Martedì, 3/08/21 ALLE ORE 23:40 23:40 su Rai Movie
Jandileida: Il genere della fuga dal campo di prigionia è un filone quasi esaurito ed è difficile non cadere nella ripetizione e nell'ovvio. Il film è basato su una storia vera incredibile: un gruppo di evasi da un gulag raggiunse a piedi l'India. La forza della vicenda pero è un po'mortificata da Weir che punta sulla monumentalità ma non riesce ad imprimere il giusto ritmo al racconto scivolando spesso nel retorico. Harris fa sempre la sua figura e Farrell si trasforma in un credibile bandito russo. Mediocre il resto del cast ma fantastici gli scenari naturali.
Mercoledì, 4/08/21 ALLE ORE 01:10 01:10 su Italia 1
Herrkinski: Accantonato l'espediente del POV, si torna sui binari di un possession-movie classico; la location della Louisiana viene stavolta sfruttata maggiormente, anche se tra le classiche riprese di Mardi Gras e il voodoo si scade nei più abusati luoghi comuni dei vari horror girati in loco. Sempre brava la Bell, ma la sceneggiatura non offre particolari colpi di scena e viaggia sui classici stilemi del genere, da Rosemary's baby al Presagio, rendendo il film un lavoro ben confezionato ma che lascia la sensazione dell'occasione sprecata, viste le premesse.
Mercoledì, 4/08/21 ALLE ORE 04:10 04:10 su Cine 34
Pessoa: Piscicelli tenta di portare al cinema il fenomeno della "neapolitan wave" che tanto successo stava ottenendo in ambito musicale, ma le idee scarseggiano e la storia frammentaria e poco ordinata viene ulteriormente spezzettata da innumerevoli parentesi musicali non tutte di primo livello. I senatori del nuovo sound benedicono, alcuni anche con la loro presenza fisica (Esposito), ma il film non decolla e il cast modesto certo non aiuta. Il sottobosco della droga è poco credibile e in alcune pur belle inquadrature napoletane mancano ritmo e anima. Abbondantemente evitabile.
MEMORABILE: Sampson che suona il sax sulla spiaggia; Pino Daniele sui titoli di testa e di coda.
Mercoledì, 4/08/21 ALLE ORE 09:10 09:10 su Cine 34
Markus: Divertente commedia che malgrado l'ambientazione rurale si inserisce nel genere delle "sofisticate" grazie alle situazioni pochadistiche. Divertente Aldo Maccione, nel suo solito ruolo di macho man, ma colgo pure in Cochi Ponzoni una buona occasione per risultare cinematograficamente convincente. Fuori luogo (ma piacevolmente sexy) la Spaak. Di ambientazione lombarda, regione già allora rappresentata in forma anacronistica.
Daniela: Pollack, pur garantendo sempre una regia professionalmente valida, ha bisogno di un buon soggetto per esprimersi al meglio, non possedendo quella cifra autoriale in grado di trasformare anche la cacca in oro. Non è questo il caso, in quanto il film, nonostante la bella ambientazione e la scelta di un momento storico di particolare interesse, è un melodramma amoroso fiacco, noioso ai limiti del pisolo. Sia Redford, che pure con Pollack ha avuto ottime occasioni, che Olin non convincono. Meglio l'irriconoscibile Milian in un ruolo di fianco.
Mercoledì, 4/08/21 ALLE ORE 13:20 13:20 su Cine 34
Zender: In una Napoli solare i tira e molla di una coppia meno affiatata di quanto lui vorrebbe credere. Lei (Francesca Neri) è infatti un tantinello paranoica, ed è certa che due inarticolati sussurri durante l'amplesso siano invece il nome di un'amante. Lui non capisce e così Troisi ben descrive ciò che meglio sa: lo spaesamento dell'uomo semplice in rapporto a un mondo di bizzarri caratteri (primo tra tutti un ottimo Angelo Orlando). Più zoppicante del previsto ma ricco di quei guizzi esilaranti che solo Troisi sa inventare. Finale a sorpresa.
MEMORABILE: La travolgente e fatua vitalità di Messeri ("Bello?... Quello lì è bello?")
Mercoledì, 4/08/21 ALLE ORE 15:20 15:20 su Cine 34
B. Legnani: Non male, ma decisamente meglio la prima mezzora rispetto al resto, come spesso accade nei film di Franco&Ciccio. Uno spettacolo vedere quest'ultimo che, pur di mangiare, fa la corte ad Ave Ninchi. C'è il grande Carotenuto e tanti altri caratteristi. Non accreditati ci sono Fulvio Mingozzi (guida turistica - a inizio film) e Franca Scagnetti (madre del primo avversario di Franco). La Mancini fa la figlia del droghiere (Sportelli): indossa il già noto golf a righe orizzontali e colorate, che porta pure in Erika e Amore Formula 2...
Mercoledì, 4/08/21 ALLE ORE 15:25 15:25 su Rai Movie
B. Legnani: Non ha una gran fama e si capisce il perché: *½. Manca Bud Spencer e il meccanismo Hill più tre non funziona quasi per nulla, perché il personaggio del protagonista non è granché e i tre sono caratterizzati non benissimo (spicca, ovviamente, Carey). Per il resto, molta noia, causata anche da un lentisimo procedere, parentesi inutili e inutili ripetizioni. Stavolta l'incontro lacustre con Yanti Somer non è sul Treja, ma ai bacini di Plitvice.
Mercoledì, 4/08/21 ALLE ORE 16:20 16:20 su Rete 4
Galbo: Tra i film più belli di Elia Kazan, La valle dell'eden è tratto da un romanzo di John Steinbeck; si tratta di un vigoroso dramma familiare che rimanda (con le ovvie differenze del caso) alla parabola di Caino e Abele. Fulcro del film il rapporto tra il personaggio di Cal e quello del padre, affidati a due grandi attori come James Dean e Raymond Massey. Superbe la fotografia e la regia di Kazan. Film che ha mantenuto intatto fino ad oggi il suo grande impatto emotivo.
Mercoledì, 4/08/21 ALLE ORE 20:50 20:50 su 20 Mediaset
Xamini: Quando si diceva Batman si pensava a due cose: il fumetto e la serie anni '60 con Adam West in pancera. Tim Burton ne ha fornito una versione cupa alla sua maniera, con una Gotham City dark che è tutto fascino e al prezzo di una "piccola" mancanza: Robin. Michael Keaton funziona bene nel ruolo, peccato ci siano poche battute da ricordare, tutte sulle labbra di Nicholson ("Danzi mai col diavolo nel pallido plenilunio?"). Avrebbe potuto essere il Batman definitivo, con buona pace di Adam West.
Jandileida: Il film poteva essere interessante e divertente vista l'idea di partenza sulla forza speciale dell'esercito pronta ad impegnare la forza pura della mente invece di quella bruta delle armi. Purtroppo però una sceneggiatura piena di buchi ed una regia troppo convenzionale relegano la pellicola nella categoria dei lavori poco riusciti. Inoltre il cast, a parte un Clooney molto gigione, è sottoutilizzato. Non resta che immaginare cosa avrebbe potuto essere il film con Gilliam dietro la MDP, ma il cinema non si fa con i se e con i ma...
Gestarsh99: Stufo di campare sugli allori del leggendario The hitcher, Harmon rimette nuovamente piedi e pneumatici sull'asfalto con un frullatone assai arrischiato di vendetta-movie, carsploitation e thriller on the road, animato da un curioso ammazzapedoni proto-tarantiniano guercio, mutilato e iper-protesico. Nella ridda di corse omicide, lamiere contorte e testacoda a gettoni ci si infilano antalgicamente un Caviezel hammurabico non ancora convertito al "porgi l'altra guancia" gibsoniano e una Mitra sexy ma poco in luce, ben lungi dalla tosta eroina sensuale di Doomsday. Rivedibile (in senso militare).
MEMORABILE: L'incidente "ladydianesco" nel tunnel; L'auto capovolta trascinata a folle corsa sulla strada.
Mercoledì, 4/08/21 ALLE ORE 21:40 21:40 su Cine 34
Homesick: Superstizione, magia e teledipendenza sbertucciati in due farse, distinte e complementari, rette dalla vis comica di Banfi e Dorelli. Quella di Banfi, molto fisica e frenetica, impazza nell’escalation di scalogna e guai cagionata dallo iettatore Scaccia; quella di Dorelli, più sorniona e discontinua, si riversa su alcune gag esilaranti (l’esibizione per la scalcinata Tv locale, il duetto con la sboccatissima marchesa Borboni, l’incontro con la coppia Kanakis-Della Casa, la disastrosa sfida con Silvan) che da sole equilibrano l’episodio del collega. Senza intoppi la regia di Martino.
MEMORABILE: Il bagno di Banfi nelle verdure; i cartelloni pubblicitari per la Tv locale; Dorelli e la Borboni; la Kanakis “elettrica”.
B. Legnani: Incredibile film-frankenstein, in cui convivono parti con attori solo di Francia (la romanità viene, più o meno, da alcuni cavalli in cartapesta vicini al talamo dell'imperatore, un giaciglio messo a terra), altri spezzoni girati anche con noti figuranti italiani non accreditati e sequenze prese da film vecchi (una monta equina viene da Borowczyk!!!), per integrare le quali si fa deviare la trama in modo illogico. Il momento più folle è quando l'arena gladiatoria cambia del tutto aspetto fra prima parte delle lotte e seconda! Giacché c'erano, Messalina potevano sceglierla più bella.
MEMORABILE: Lo spudorato cambio al volo dell'arena in cui combattono i gladiatori. L'incredibile plagio da [f=5297]La bestia[/f], di Borowczyk.
Galbo: Da Alan Parker, una vera e propria celebrazione dell'universo giovanile talentuoso e in cerca di affermazione, in un film che strutturato come un musical, coinvolge e diverte ad alti livelli. Con un'operazione simile a quella che lo stesso regista compirà 10 anni dopo con The Commitments, si partecipa alla ricerca dell'affermazione e del successo di alcuni artisti in erba assai versatili. Molto curato nei numeri di spettacolo, Fame ha dato vita ad un'omonima e ben fatta serie televisiva.
Giovedì, 5/08/21 ALLE ORE 02:45 02:45 su Rai Premium
Rufus68: La mamma ha attaccato la depressione post partum al marito o il mocciosetto, fedele al motto "Non l'ho chiesto io d'essere messo al mondo", è davvero diabolico? I bambini (in classe col maestro De Grassi non si vedono mai) sono vittime oppure una massoneria in sonno pronta alla vendetta? I dieci minuti finali risolvono il dilemma e sono dieci minuti davvero inquietanti, buoni a giustificare la visione. L'inattuale bianco e nero aggiunge un gustoso tocco vintage a questa fiaba crudele.
Giovedì, 5/08/21 ALLE ORE 03:30 03:30 su Rai Movie
Daidae: Film francese davvero scadente e noioso. Dopo un interessante inizio nel quale si cita il mitico Hironoda, il film scade mischiando protesta sociale e politica, commedia, sentimentalismo e una sorta di denuncia politica davvero risibile. Girato e sopratutto sceneggiato coi piedi, il film sfiora il ridicolo quando ci propone un giudice nazista che ha la stessa età (e lo stesso aspetto) nel 1940 e nel 1970. Finale demenziale e scritto probabilmente in 2 minuti. Il cast è ottimo (a parte l'attore principale), ma il film è davvero povero e squallido.
MEMORABILE: Le esplosioni ogni sette minuti: quella scena rimarrà impressa a molti per la sua assurdità.
Gestarsh99: Sognante e maestoso. Jacopetti, padre dei mondo, dirige il suo personale Via col vento: riprese suggestive, ralenti ammalianti ed onirici, passaggi indimenticabili. Con uno sfoggio di tecnica ineccepibile l'autore ci mostra gli effetti deleteri della caduta degli imperi coloniali nel continente nero. L'Africa che vediamo non è quella che ci ritroviamo attualmente ma quella pre-fame e pre-aids, pre-guerre e pre-caos. Un documento d'epoca imprescindibile, un film ed un genere che hanno influenzato l'intero costume socio/mass-mediatico dei '60 e '70.
Pessoa: Interessante esperimento del nostro cinema B in cui alla Pica una volta tanto protagonista vengono affiancati rodati comprimari e volti famosi della televisione cercando di sfruttarne la celebrità mediatica. La sceneggiatura, piuttosto fiacca, non aiuta il film a decollare e chi può strappa qualche risata con il mestiere maturato sui palchi dell'avanspettacolo. La comicità, di grana piuttosto grossa, si adegua ai gusti del periodo e oggi stimola più sorrisi di tenerezza che vere e proprie risate. Resta comunque una chicca per gli appassionati.
MEMORABILE: "Signorina, prego"; L'inseguimento; Il personaggio di Tognazzi.
Siska80: Sotto certi aspetti sembra la versione peplum de Il ponte di Waterloo: un amore ostacolato, lui che viene creduto morto, lei che si dà alla prostituzione... Per fortuna il finale non è ugualmente tragico, la coppia protagonista è ben scelta e il ritmo, inizialmente lento, comincia ad ingranare quando la situazione per i due giovani amanti precipita. Non male, in fin dei conti: gli interni sono spogli, i costumi di modesta fattura, ma le sequenze di massa fanno comunque la loro figura (complice la bellezza dei paesaggi).
Giovedì, 5/08/21 ALLE ORE 06:50 06:50 su Rai Movie
B. Legnani: Franco&Ciccio accettabile, grazie anche ad un cast ampio e gustosissimo. Ci sono i mezzi e lo si vede. La sceneggiatura regge fino a oltre metà. Poi, come spesso càpita con il duo, si stenta a trovare una buona via conclusiva. Franco si contiene, Ciccio fa quasi il serio, Arena (splendidamente doppiato da Amendola) è perfetto. C'è il musetto di Melù Valente. CSC ultravisibili: la Rìgano ha il ruolo femminile principale, la Mancini ha più battute del solito.
B. Legnani: Terribile (*) western comico (meglio: che cerca di esserlo) di Bruno Corbucci, prodotto da Bistolfi, con Vianello e Buzzanca. La storia è sgangheratissima, piena di ellissi funamboliche e di approssimazioni (basti pensare alle mani che si vedono mentre gettano dalla finestra due fantocci...). Non si sorride (figurarsi ridere) proprio mai. Si riciclano, inoltre, trovate antiquate e barzellette belliche di inizio Novecento.
Reeves: Volonteroso spionistico a firma Tanio Boccia con ambientazione sorprendente (Val d'Aosta!) e trama amatoriale, compresa una disamina sul gas elio che potrebbe favorire i viaggi interstellari. E' chiaro che il film è risibile, non ha colpi di scena, indugia nel mostrare paesaggi per fare minutaggio e non riesce a sorprendere neanche nel finale (che sarà raccontato da un personaggio). Però è altrettanto evidente che Tanio Boccia ce la mette tutta e che ci crede.
MEMORABILE: Il vestito di Moha Tahi che rimane impigliato lasciandola in guêpière.
Giovedì, 5/08/21 ALLE ORE 08:30 08:30 su Rai Movie
Il Gobbo: Incapace di sfuggire al bozzettismo (Flaiano, riferendosi ad altro, lo chiamava lo "Scarfoglismo") sempre in agguato in un film "napoletano", "Mi manda Picone" spara spesso a salve. Un peccato, perché Giannini è in eccellente vena, la storia ha un suo perché, e alcune gag sono indovinate. Resta però, alla fine, un senso di irrisolto, di abborracciato. Nanni Loy non è mai stato un grande regista. Volendo, si può anche perdere.
B. Legnani: È un peccato che gli ultimi due episodi ("Lo smoking" e "Il playboy") abbassino nettamente la media, perché fino ad allora il film era stato superiore alle attese. Merito di un sano cinismo inserito in sketch che durano lo spazio giusto, nel quale attori televisivi dànno il meglio di loro stessi: Vianello ha alcuni tocchi deliziosi. Ovviamente i personaggi femminili più libertini sono tutti germanici o scandinavi...
Rambo90: Commedia western senza troppe pretese e dalla trama molto semplice: Joe Starrett (Martin) ruba 100.000 dollari a Zack Thomas (Sinatra) e si mette in società con una ragazza (Andress) per costruire una sala da gioco su un battello fluviale. I due, dopo svariati litigi e una lunga scazzottata, uniranno le forze contro il malvagio Madson (Bronson). Qualche risata ogni tanto ci scappa, ma i due divi sono molto al di sotto delle loro capacità così come Bronson molto sprecato. Da Aldrich era lecito aspettarsi molto di più.
MEMORABILE: I dieci minuti iniziali con l'assalto alla diligenza e i primi battibecchi fra Martin e Sinatra. Là sembrava un ottimo film.
Capannelle: Un tripudio di immagini, a livello sia di coreografie che di post-produzione, con la gestione dei filtri colore e con ricostruzioni al digitale della Parigi del 1830. Pitof arricchisce il tutto con uno stile di ripresa particolare, peccato che tutto questo virtuosismo non trovi corrispondenza in una storia altrettanto riuscita, troppo barocca/baloccata e ondivaga tra più generi. Resta comunque un film degno di attenzione e con una sua precisa personalità.
Tarabas: In viaggio verso L.A. dove lo attende una superclinica e un posto da chirurgo estetico, un medico rampante rimane intrappolato in un minuscolo paesino rurale del sud. L'impatto è duro, poi si affeziona al posto e ai suoi abitanti. Simpatica commediola senza pretese, confezionata sul divo Michael J. Fox, all'epoca al top del successo. L'idea di base è quanto mai risaputa (città contro campagna, valori autentici contro lusso e superficialità) ma il film è ben scritto e realizzato con la professionalità tipica del cinema USA d'intrattenimento.
Giovedì, 5/08/21 ALLE ORE 15:55 15:55 su Rai Movie
Nando: Western italico tipico del periodo in cui non si evidenzia nessuna novità ma uno sviluppo narrativo abbastanza comune. Richardson si sdoppia nella parte di due fratelli. Il finale punta sul rifiuto della violenza cercando di bandire la stessa. Colonna sonora incalzante con il fiato delle trombe. Vedibile.
Rambo90: Divertente film dove Totò fa da filo conduttore per una serie di episodi che ricordano lo schema di Accadde al commissariato. Finalmente in un unico film si vedono le 4 spalle di lusso che più hanno lavorato con l'attore napoletano. Tra tutti sicuramente l'episodio migliore è quello con Peppino (che sarà anche la loro ultima apparizione insieme), seguito a ruota da quello con Fabrizi (strepitoso prete che picchia i ladruncoli). Simpatico (ma brevissimo) quello con Macario, mentre Nino Taranto appare un po' sottotono. Comunque da vedere.
Saintgifts: Pilato è davanti al Senato e a Caligola e deve rispondere del suo operato in Giudea. Si ripercorrono così i momenti del prefetto romano dal suo arrivo in Giudea fino alla crocifissione di Gesù. Film forse passato in sordina ma non per questo privo di meriti. La sceneggiatura è attenta a rispettare la storia, ma si concede di interpretare tutti i punti di vista e gli interessi in gioco, da quelli ebrei a quelli romani. Buona la direzione di Callegari e Irving Rapper. Curate le scenografie, interpretazioni convincenti.
MEMORABILE: La costruzione dell'acquedotto; Le macchine da guerra.
Giovedì, 5/08/21 ALLE ORE 21:00 21:00 su Rai Movie
Herrkinski: Bel colpo per McNaughton, che realizza un sexy-noir avvincente, nonostante le due ore di durata; se il primo colpo di scena è efficace, il secondo spiazza del tutto; da lì in poi l'intreccio si fa un po' troppo inverosimile e pulp, ma comunque ci si diverte. Cast eccellente, coi sempre bravi Dillon e Bacon, un Murray perfetto e le due bombe sexy Richards e Campbell, quest'ultima con un look stile bad-girl da sturbo assoluto. Molto buone location, fotografia e musiche, ben studiati i cambi di registro della vicenda; decisamente notevole!
Giovedì, 5/08/21 ALLE ORE 21:10 21:10 su 20 Mediaset
Xamini: Il suo valore sta nell'intrattenimento leggero (ben confezionato, va detto). In effetti, e non tanto perché sia un remake, il concetto non è particolarmente originale: situazione idilliaca, ingiustizia (o presunta tale), tentativo legale di venirne a capo, ribellione, eccetera. Però il protagonista è ben costruito da Crowe e il lavoro è ben diretto e montato. Aspettiamo il colpaccio di Haggis.
MEMORABILE: La sequenza di loro due sull'auto e la fase di pausa successiva.
Nando: Il massacro dei passeggeri del volo Pan Am 73 e il coraggio e la determinazione della giovane capo hostess che con la sua fermezza salvò molti passeggeri sacrificando la sua giovane vita. Tensione notevole nelle fasi del dirottamento con la follia dei terroristi ben delineata e flashback della vita della protagonista in cui si evidenzia il suo fallimentare matrimonio combinato. Nel complesso una pellicola interessante che offre uno spaccato del cinema indiano.
Giovedì, 5/08/21 ALLE ORE 23:00 23:00 su Rai Movie
Galbo: Buona l'idea di partenza, il serial killer che copia i celebri omicidi del passaggio e sulle cui tracce si mette una tosta investigatrice (bene interpretata dalla brava Holly Hunter, talento poco e male adoperato dal cinema) con l'aiuto di una psicologa criminale. Il film è di discreta fattura e il regista regala alcuni momenti di tensione anche se il richiamo ad illustri precedenti (vedi Il silenzio degli innocenti) è troppo evidente e toglie originalità al film.
Caesars: Buon giallo parapsicologico, diretto da Fulci prima di fare il grande salto nell'horror puro. La sceneggiatura è particolarmente curata per cui ogni elemento della trama troverà il suo giusto collocamento alla fine della storia. Buona l'interpretazione di Jennifer O' Neal, corretta quella di tutti i comprimari. All'inizio del film è presente una scena (omaggio a Non si sevizia un paperino?) realizzata con un'effetto speciale davvero brutto; peccato.
Markus: Festa Campanile trae da un suo romanzo un film ricercatamente drammatico e dalle venature erotiche, ma il risultato è destinato a replicare l’ennesimo film neo-sofisticato all’italiana con personaggi imborghesiti e annoiati avulsi dalla vita reale. Gazzara nella solita parte di gigione che si trova - suo malgrado - in situazioni erotiche (così è moralmente giustificato). La Muti affascina come sempre ma non essendo molto dotata come attrice è in definitiva fuori parte sia in vesti sensuali, sia drammatiche (che non mancano).
Caesars: Come spesso succede nei decamerotici, la cosa migliore è il titolo. Per il resto c'è ben poco di notevole (a parte le grazie delle varie donzelle che circolano per la pellicola, ovviamente) e il divertimento è assai scarso. La canzone cantata da Piero Focaccia sui titoli di testa e di coda, che inneggia alla "mutanda", è un piccolo "cult". In definitiva: evitabile.
Markus: Un cimitero di elefanti. Sulla carta una reunion di (biascicanti) vecchie glorie dello spettacolo per un appassionato film che tenta la goffa via dell'accettazione dei tempi. Il film di Valerio Zanoli tocca l'argomento "gay" con occhio moderno, resta però la scarsa capacità registica nel riuscire a rendere coinvolgente la vicenda. Anche gli attori presenti vagano a vista, un po' per modestia generale (sul fronte giovanile c'è poco da stare allegri) e un po' per gli anni che passano e che inevitabilmente si vedono. Ingloriosa fine per Paolo Villaggio.
Il ferrini: Solito scienziato senza scrupoli e classico esperimento genetico fallito. Stavolta ne esce fuori una specie letale di api e noi seguiamo la nostra eroina cercare l'antidoto al loro veleno per salvare il padre. È una produzione televisiva e i limiti si vedono tutti, ma qualche scena divertente c'è, tipo l'attacco dello sciame sulla spiaggia con la canzone del Mariachi (Desperado) in sottofondo. Girato a Maiorca può vantare qualche bella location, mentre CGI e recitazione lasciano a desiderare.
Herrkinski: Lo specialista della sceneggiata alla napoletana Brescia gira questo filmetto che vede un cast locale (a parte Garko e il pugliese Montanaro) in una vicenda che vive dei classici topoi del cinema partenopeo; tra malattie terminali, povertà, gente che "s'arrangia", carcere minorile, marsigliesi (!) e alleggerimenti comico/surreali, la vicenda si muove tra personaggi stereotipati e scenografie povere in un clima da teatrino di provincia, fino ad arrivare al tipico finale strappalacrime. Risibile, fa rimpiangere le più robuste prove del Merolone nazionale e persino del caschetto d'oro.
Venerdì, 6/08/21 ALLE ORE 02:55 02:55 su Rai Movie
Cotola: Chandor conferma di avere i numeri e di essere un regista promettente e da tenere d'occhio. Qui in fondo racconta una storia come ce ne potrebbero essere tante, ma lo fa attraverso gli occhi di un personaggio molto interessante le cui azioni e la cui integrità nonostante tutto, spingono lo spettatore a porsi delle domande anche scomode. Ciò non capita spesso andando al cinema e quindi il merito è duplice. E la parte finale, molto bella, getta una luce ambigua e sinistra che, forse, rimescola tutte le carte giocate sin lì. Male il doppiaggio; insulso e inadeguato il titolo italiano.
MEMORABILE: Il fazzoletto per tappare la piccola falla nella cisterna.
Pigro: Film estremo, sia per il femminismo e l’antireligiosità portati all’eccesso, sia per le immagini cruente. Mingozzi miscela una certa morbosità tipicamente anni 70 con una visionarietà di stampo russelliano e un’attenta cura delle immagini (in splendide ambientazioni a Trani). La vicenda della suora ribelle contro il maschilismo della società del 400 tra cristiani e musulmani difetta di precisione storica, ma l’obiettivo è palesemente l’attualità su cui incombe crudele. Magnetica Bolkan, Casarès luciferina. Suggestiva la musica di Piovani.
Homesick: Antologia di canzoni da spiaggia (da Gianni Meccia a Edoardo Vianello) e di balli d’epoca (dal twist all’hully-gully) cui fungono da misero raccordo le vicende di Tino Scotti nel doppio ruolo di due fratelli gemelli pubblicitari in concorrenza fra loro. Si azzarda più di un momento erotico, con la danza in costume da odalisca e lo strip-tease di Maria Grazia Buccella e il numero canoro di una scosciatissima Miranda Martino. Sulle note di “Pinne fucile ed occhiali”, le immagini dei titoli di testa richiamano l’atmosfera piacevolmente sonnacchiosa del pomeriggio balneare. *!/**
MEMORABILE: I titoli di testa; lo strip-tease della Buccella; l’irruzione di Bazzocchi con cappa e lupara da mafioso.
Homesick: Il titolo promette passioni, ma non tira il vento giusto: quelle d'amore sono flebili sino all'impercettibile, quelle d'odio sopra le righe e i personaggi che le vivono - soprattutto quelli maschili - tra i più stolidi e insulsi mai apparsi al cinema. Scampano allo scarto gli scogli e le acque limpide e spumose della Sardegna e le bellezze, inturgidite dall'Eastmancolor, della borghese Williams e della selvaggia Podestà, che ragioni di copione inducono entrambe a sfoggiare di continuo cosce e décolleté. Eduardo, defilato, intasca la paga come vecchio isolano cheto e saggio.
MEMORABILE: La nuotata della Williams; La Podestà che si mostra in mutande a Chandler.
B. Legnani: Manicheo. Commovente nello svolgimento da western per tutte le età, con "tòpoi" che inducono a dozzine di sorrisi: baristi, giocatori di poker, donne in ostaggio, cascate di Monte Gelato e vecchietto con voce acuta (è Capannelle…) che cita la Bibbia ("Esodo, 16, 4"). Credo che nello sceneggiare e nel dirigere si siano divertiti un sacco, nel rinzaffare le inverosimiglianze più classiche. Come se non bastasse, ci sono quel signore di Hintermann, Daniele Vargas (senza barba!), Umberto Raho (ho stentato a riconoscerlo) e (grande!) Nello Pazzafini.
Daniela: Il cinema è tornato più volte ad illustrare le movimentate vicende matrimoniali di Enrico VIII che hanno il pregio di unire storia e fotoromanzo. Questo film non è il più infedele né il meno sfarzoso: la confezione lussuosa, dalle scenografie alla colonna sonora, lo rendono uno spettacolo piacevole, mentre nel prestigioso cast di veterani dello schermo spicca la quasi esordiente Bujold, bellezza minuta e carattere grintoso. Corretto ma meno ispirato Burton che inevitabilmente perde il confronto con Laughton, a tutt'oggi il miglior Enrico VIII dello schermo e forse anche quello più somigliante.
MEMORABILE: "Mi ha dato solo un'inutile femmina e un maschio nato morto!" Stolto: Elisabetta diventerà il più grande sovrano che l'Inghilterra abbia mai avuto
Xamini: Film ingenuo e dolcissimo, patisce forse il trascorrere del tempo e mostra un one man show di Troisi, cui fa da spalla un carismatico Noiret e da contrappunto romantico la Cucinotta. L'opera ritrae spirito e luoghi della bella Procida, dipinta attraverso il rapporto inconsueto tra l'illetterato postino di Troisi e un Pablo Neruda esule dal suo Cile, ma traboccante di vita, poesia e vivacità intellettiva. È forse sulla sfaccettatura politica che il film cede, abbandonando terreni certamente più congeniali all'ambientazione e guadagnandosi un finale per metà forzato per metà da groppo in gola.
Galbo: Di sicuro il film di Nick Murphy non brilla per novità; si tratta infatti di una ghost story dall'impronta abbastanza classica e che si rifà ad alcuni classici anche abbastanza recenti del cinema del genere. A fronte di questa mancanza di originalità, bisogna però riconoscere una "confezione" di prim'ordine, a partire dall'eccellente caratterizzazione ambientale, agli effetti speciali efficaci e mai troppo abusati, fino alla convincente prova del cast. Godibile.
Giùan: A tutt'oggi di film italiani popolari così complessi e sfaccettati sulla bollente patata omosessuale io non ne rammento uno (probabile ruggine della mia memoria): merito di Steno, ma certo anche sintomatico del "coraggio" di certo nostro Cinema e della società che "riflette". Pozzetto perfetto compagno puro in preda ai dubbi; Ranieri mai macchiettistico e sempre in parte; Edwige ricciolona che ci tira sempre matti; tutto il cast "attorno attorno" (da Scarpetta ai clamorosi Colosimo/Sportelli) non canna un colpo. Cede un po' il ritmo nella seconda metà.
Zender: La notte in cui il motore d'un jet precipita esattamente sulla sua stanza, Donnie è in giardino ad ascoltare un coniglio gigante che gli prospetta la prossima fine del mondo. Strano? Sì, o forse Donnie è semplicemente malato e il film meno cervellottico di quanto possa apparire. Disagio giovanile mascherato da fanta new-age con bei richiami alla musica eighties (Tears for fears in primis), gioca a straniare e a lasciarti col gusto d'aver compreso la complessità del mosaico ricomposto alla rovescia. Sarà andata davvero così? Conta meno che averlo fatto credere.
Venerdì, 6/08/21 ALLE ORE 21:25 21:25 su Italia 2
Gestarsh99: Giallo, mistery, gothic e poliziesco gironzolano mano nella mano per le stradine di Baltimora, pedinate dall'ombra senza contorni di un Poe alcolista conciato da Ichabod Crane autoesploratore (un Cusack cascante e insonnolito). La sua indagine si immerge con pigrizia in quell'apparato figurativo tardo-ottocentesco già esibito in opere come La vera storia di Jack lo squartatore e The prestige, così incupito di coloriture brunastre, torbidicce e ferruginee. L'esanimità di maniera però si appennica quasi sempre su un automatismo pallente e vetrofanico, poco affine allo spirito letterario del seminale autore bostoniano.
MEMORABILE: Il panzone "enigmisticamente" falciato a metà dall'affilatissimo pendolo a discesa...
Neapolis: Quando un film riesce a prenderti e proiettarti, nonostante il tempo trascorso, nelle atmosfere dei 60 vuol dire che è ben fatto. Non siamo davanti a una commedia di genere, come si potrebbe supporre, ma a un film tardo realista che rappresenta in maniera aderente gli anni del disincanto e del disimpegno come se, passata la guerra, il peggio fosse tutto alle spalle. La “malincunia” dei personaggi che sembrano scanzonati la avvertiin ognuno di loro e con esso un vago senso di disagio legato alla gioventù che passa. Attori tutti bravi e credibili.
Galbo: Un buon thriller diretto da Simon Moore ed interpretato dall'allora giovane e promettente Liam Neeson, che interpreta in maniera convincente un piccolo truffatore coinvolto in un gioco più grande di lui. Decisamente di buon livello la ricostruzione d'epoca (il film è ambientato nella provincia inglese alla fine degli anni '50), che si avvale di una suggestiva fotografia. Buon ritmo e prova convincente della regia.
Didda23: Un notevole documentario che partendo dall'anno ritenuto il migliore della produzione dello svedese (il 1957, l'anno de Il settimo sigillo e de Il posto delle fragole) ne ripercorre la carriera con dell'ottimo materiale d'archivio. Il tono utilizzato non sfiora l'agiografia, ma fa uscire un Bergman molto umano alle prese con problemi fisici e un rapporto malsano con il cibo. E poi ci sono le opere di un genio che ha sacrificato la propria vita affettiva e sociale per conseguire la perfezione. Vibrante e intenso, fa venire voglia di (ri)vedere ogni frutto della sua ossessione.
MEMORABILE: Gli insulti ai collaboratori che osavano fare rumore sul set; I biscotti; Gli innumerevoli elementi biografici inseriti nelle opere.
Galbo: Una donna vive un'esistenza apparentemente tranquilla in una cittadina di provincia, fino all'incontro con un giovane marocchino. Il secondo film di Giorgia Cecere è un dramma intimista in cui si verifica la presa di consapevolezza progressiva della protagonista, che perde le barriere instaurate con il prossimo in seguito ad una relazione autentica con un soggetto con cui non ha niente in comune. Profondo in passaggi apparentemente banali, è interpretato dalla Ragonese con grande intensità. Un buon film.
Markus: Per l’esordio alla regia cinematografica, Duccio Camerini sceglie una pochade di stampo teatrale (campo artistico a lui consono fino allora) ma, nonostante la presenza del nome di richiamo Stefania Sandrelli (con altri buoni attori e caratteristi) incappa nel difficile barcamenarsi tra diversi personaggi e scene che prevedono ritmi differenti dal palcoscenico, facendo sostanzialmente leva solamente sul talento degli attori. Complessivamente non un brutto film, ma una trama così arzigogolata doveva prevedere a mio avviso una regia più esperta.
Deepred89: Riuscita commedia sulla difficoltà nell'adeguarsi ai cambiamenti una volta entrati nell'età adulta, con una bella carrellata di mode sessantottine e assurdità new age sulla rivoluzione sessuale. Ironia e dialoghi a raffica come nei Woody Allen di pochi anni dopo, bella confezione, cast spassoso con un Gould adorabilmente imbronciato, qualche ingenuità che tutto sommato non disturba, finale coerente e riuscito. Un bel ritratto d'epoca condotto con piglio scattante e moderno, interessante esordio di un regista da riscoprire.
Giùan: Dal ritmo fin troppo assennato, dalla recitazione macchinosamente meditata, è un film d'azione vecchia maniera, assimilabile curiosamente più a certi polizieschi americani anni '50 che ai nostri film di genere del decennio 1970. L'inizio documentario, con la filiera della morfina, è intrigante parecchio, così come dissonante ma di buon mestiere risulta la presentazione dei "Papaveri" palermitani. Poi però Baldi perde il filo e il film diventa narcotico, scosso da rari accessi epilettici. Subitanea e mal contata la svolta "infiltrata" del sulfureo Gazzara.
MEMORABILE: La scenetta "zenzuale" a casa di Don Calogero con le neanche troppo sottaciute profferte di Greci e Longo (bellissima).
Pigro: Prove tecniche (e maldestre) di lotta sindacale nella Torino di fine 800. Perfetto l’equilibrio tra rievocazione storica, dramma, impegno politico e commedia, e sottilmente attuale il retrogusto ironico infuso da Monicelli (nel “padrone” di questa filanda-Fiat, negli operai vessati ma cialtroni, nell’intellettuale alieno), che con la sua tagliente capacità descrittiva arriva immutato alle lotte degli anni 60 fino a quelle attuali. Ottima la ricostruzione ambientale, non solo scenografica, ma anche per molti dettagli di vita quotidiana d’epoca.
Deepred89: Nonostante la presenza di Bud Spencer (particolarmente espressivo: si vede che al film ci teneva particolarmente), di qualche scazzottata (dove però stavolta Bud non vince a tavolino) e della nostalgica, stupenda OST dei fratelli De Angelis, il primo Piedone è un poliziesco a tutti gli effetti, con tanto di pestaggi ed esecuzioni, peraltro venato di uno spirito alla "scegli il male minore" (o la camorra migliore) che ricorda il pessimismo di noir ben più crudi (Luca il contrabbandiere in primis). Ottima confezione, ma un po' sconclusionato.
B. Legnani: Consueto. Anche in questo Franco&Ciccio con ambiente western la parodia allo “spaghetti" è limitata (pochi primi piani sui volti), per cui lo spazio è tutto per il duo. Anche stavolta, ad un discreto primo tempo, ne segue un secondo caratterizzato da un brusco calo: le idee buone sono state consumate all'inizio e si scade nella farsaccia. Hilton si vede poco. Le donne sono Orchidea (imbambolata) e Gloria Paul (fatale). Del consueto clan si vedono D'Orsi, Terzo e Andronico. C'è Mingozzi (n.c.).
Gestarsh99: Corbucci Jr. si getta a peso morto nella parodia cacio e pepe del giallo poliziesco, spostando il set nel capoluogo lombardo senza però scordarsi (nel titolo) dell'humus romanesco. A 4 film di distanza dal suo battesimo in Squadra antifurto ricompare la gelosissima e loquace Olimpia Di Nardo, che sarà ufficialmente la signora Giraldi sino al termine della serie, assicurando alle future indagini maritali un chiassoso cotè di diatribe familiari. Da comparsetta a latere Bombolo diventa qui nientemeno che il motore centrale degli affannati sbattimenti dell'amico piedipiatti. Per milianisti in trasferta.
MEMORABILE: Bombolo che mangia sapone di Marsiglia per sfuggire "ambulatorialmente" alle pericolosissime avance uranistiche del titanico "Bartolo detto er Monzese"...
Sabato, 7/08/21 ALLE ORE 17:10 17:10 su Rai Storia
Buiomega71: Brusati è un Visconti in micro (la decadenza della villa) che immerge la sua piccola Dolce vita milanese in un'atmosfera fosca, plumbea, algida e notturna. Cinico, all'occorrenza spietato, morbosetto, sonda il lato perverso della borghesia e dei reietti (omosessualità, travestismo, ragazzette raccolte per strada di notte, preti spretati dai chiaroscuri inquietanti). Inizio noiosetto, ma poi il film avvolge nel suo angusto livore, con immagini di gran bellezza estetica (quasi pre-greenawayana la portata del suino) e dolorosa la parte all'ospizio che anticipa quella dell'Esorcista.
MEMORABILE: Le inquietanti statue in rovina che aprono il film; Il festino semiorgiastico nella stanza della casa del prete; La casa rasa al suolo dalle ruspe.
Gestarsh99: Tachicardico fanta-action che s'incunea negli interstizi dello spazio-tempo portandosi appresso realtà viruale e psico-ingegneria tesliana. L'idea di rivivere in eterno una situazione circoscritta a scopo perfezionistico non è nuova (Ricomincio da capo, La ragazza che saltava nel tempo), come neppure l'idea di penetrare la mente altrui cercando di interagire fisicamente con le sue esperienze visive (Inception) ma grazie al suo strategico polso elaborativo il bravissimo Jones riesce a ottimizzare queste intuizioni non sue creando un qualcosa di estremamente convincente, raffinato e appassionante.
MEMORABILE: L'apertura della capsula in cui viene tenuto in vita il troncone del corpo del protagonista.
Daniela: Mentre si divertono a sparare ai messicani che attraversano clandestinamente il confine nel deserto, tre ragazzotti incoscienti causano la morte della moglie dell'ex sceriffo del posto... Western moderno di bella ambientazione, indebolito da una sceneggiatura che mette troppo carne sul fuoco invece di concentrarsi sulla vicenda principale ma impreziosito dalla solita grande interpretazione di Ed Harris che ha il dono di risultare credibile ed incisivo qualsiasi ruolo ricopra: qui è un uomo onesto, desideroso di conoscere la verità andando oltre i pregiudizi, propri prima ancora che altrui.
Herrkinski: Divertente commedia di ambientazione veneta, costruita con un certo acume e non sempre stupidotta, a differenza di altri prodotti assimilabili al genere "commedia pecoreccia" dell'epoca. La Andress fa sfoggio del suo fisico statuario senza ritegno e manda in tilt gli ormoni degli altri personaggi, su tutti il simpaticissimo Mario Pisu. Il film si lascia seguire piacevolmente e strappa più di una risata, soprattutto grazie al caratteristico accento veneto e alle colorite espressioni che vedono il termine "mona" sdoganato spesso e volentieri.
Sabato, 7/08/21 ALLE ORE 21:15 21:15 su Rai 4
Nota bene: Nuova versione risistemata e perfezionata dallo stesso regista Garrone.
Xamini: Un film non facile da seguire, per diverse ragioni: anzitutto la mancanza di ritmo, la lentezza, funzionale alla sua volontà di aderire al reale. Volontà che - giustamente - pretende anche l'uso del dialetto stretto (e quindi dei sottotitoli). Ma la sua colpa più grande è la sensazione che rimanga indissolubilmente legato al romanzo di Saviano, o meglio, che possa essere apprezzato a fondo solo da chi abbia già letto il libro. Senza averlo fatto, pare quasi privato di contesto narrativo (l'unico essendo il territorio, una Scampia cruda e crudele), della sostanza di cui l'originale racconto era evidentemente intriso.
Galbo: Commedia americana leggera e innocua che ruota intorno a dinamiche legate alla terza età. I luoghi comuni non mancano, mentre la varietà (e il gran numero) di personaggi, con un incrocio di situazioni divertenti, consente al film di risultare godibile e disimpegnato. Fondamentale il contributo di un gruppo di ottime attrici che (auto)ironizzano sul passare del tempo. Si può vedere.
Daniela: Vedovo in procinto di diventare nonno scopre che colui che ha sempre chiamato "papà" non lo è biologicamente. La ricerca del vero padre si risolve presto, ma i problemi sono solo all'inizio... Commedia dolce-amara che, nonostante le forzature di una improbabile trama in stile feuilleton, intrattiene piacevolmente grazie ad una riflessione non banale sul significato della paternità vera, per scelta o solo immaginata, mentre le madri sono morte o in fuga. Damiens bravo in un ruolo più serio di quelli abituali, Céline de France incantevole, Wilms e Marchant in parte, epilogo che rasserena.
Galbo: Dell'indimenticabile epopea western di Wyatt Earp e del suo amico e collaboratore Doc Holliday sono stati realizzati numerosi film. Insieme a Sfida infernale di John Ford, questo di Sturges è decisamente il migliore. Rispetto al capolavoro di Ford, Sfida all'O.K. Corral privilegia l'azione con una fotografia di ampio respiro e riprese magistralmente realizzate. Ottimo l'impiego di due "monumenti" del cinema come Douglas e Lancaster insieme ad una serie di ottimi caratteristi del genere. Da non perdere.
Redeyes: La location polverosa che "colora" i poracci di quartiere fra signorotti decaduti e morenti, figli di papà, falliti sognatori e sognatori che falliranno, piace eccome. Con la mente torniamo alle nostre partite (peraltro ben rese le scene di gioco) e parallelamente proviamo un po' di empatia per questi perdenti coatti, ma senza riuscire a sentire del tutto la storia nostra. Tanta, troppa carne al fuoco. Il cast convince, la regia un po' meno, e giunti al triplice fischio percepiamo un senso di incompiuto; e spiace, perché avrebbe potuto essere un bel gioiellino.
MEMORABILE: L'interpretazione di Di Stasio; La spiegazione dell'amatriciana agli stranieri.
Paulaster: Vita e cinema del regista Caligari. Giusto tributo a un maestro che ha avuto la possibilità di girare solo tre film, tutti di indiscusso valore. Contributi da tutti gli attori che han recitato con lui e ampi dietro le quinte a ricreare il suo stile. Consigliato a chi conosce già il regista o a chi deve scoprire un talento che ha riproposto un neorealismo di borgata senza fare sconti. Emozionante l'ultima parte con il cast di Non essere cattivo a Venezia 2015.
MEMORABILE: "Il Zeman del cinema"; L'apprezzamento di Moretti e di Ferreri; Sul banco degli imputati in tv per [f=2127]Amore tossico[/f].
Domenica, 8/08/21 ALLE ORE 02:40 02:40 su Italia 1
Buiomega71: Forse il capolavoro assoluto dello zio Aristide, quando la serie di Emanuelle incontra Buio omega. Si va dalle umiliazioni sessuali a cui è sottoposta la Gori da Eastman (c'è pure un filmetto porno girato in seppia, con salti di pellicola, stile Il pornografo di John Byrum) alle allucinanti visioni cannibaliche coprofaghe di Eastman, dalla Lindt stuprata con una bottiglia sopra il tavolo alle donne nude, come zombesse in preda a isteria sessuale colletiva, ai piedi di Eastman legato nella prigione bunker. Assolutamente indispensabile.
MEMORABILE: Le continue provocazioni sessuali della Lindt a Eastman rinchiuso nella camera insonorizzata; il banchetto cannibalico; il feroce e beffardo finale.
Markus: Storielle di mare, che sotto il sole di Ischia e la macchia mediterranea deturpata dagli hotel esclusivi s'intrecciano con ritmo vertiginoso tra sentimentalismi, canzonette, un po’ di spirito sagace, la solita tedesca con un amore italiano da raccontare e gli inevitabili equivoci. Ennesimo vacanziero/balneare che non aggiunge nulla di nuovo al genere allora spremuto all'inverosimile se non la novità del duo Ric & Gian al debutto (non fanno ridere neanche per sbaglio). Dialoghi a tratti logorroici.
Gestarsh99: Altro celeberrimo e straordinariamente riuscito successo cinematografico (ma anche televisivo) dell'immenso principe De Curtis. Con l'intento evidente di "farsificare" alcuni topoi tematici del noir statunitense, Age e Scarpelli forniscono a Totò terreno fertile per le sue gag surreali, coadiuvate stavolta da due superbe spalle quali Peppino De Filippo e l'inatteso Giacomo Furia. All'arte di arrangiarsi proverbialmente napoletana, i tre protagonisti aggiungono anche un'amara ma onestissima vena umana di orgogliosa rinuncia ed umilissima integrità morale.
MEMORABILE: I ripetuti ed impacciatissimi tentennamenti di Totò dinanzi al titolare della tabaccheria, al quale cerca di rifilare la sua prima banconota falsa.
Pinhead80: Bellissima commedia a episodi (nove in tutto) sul tema del sesso e della perversione. Il livello delle storie raccontate è molto alto grazie anche alle splendide interpretazioni di Giannini (presente in tutti gli episodi) e di Alberto Lionello (fantastica Gilda nell'episodio "Un amore difficile"). Dal canto suo non si può non considerare la bellezza burrosa di Laura Antonelli seducente e conturbante come poche donne al mondo, qui presente in varie (s)vesti. Dino Risi rappresenta in maniera farsesca le pulsioni reali del genere umano.
Domenica, 8/08/21 ALLE ORE 21:05 21:05 su 20 Mediaset
Galbo: Survival movie tratto da una storia realmente accaduta ad un giovane atleta. Piuttosto realistico nella struttura e tecnicamente ben realizzato, il film è noioso nello svolgimento. La storia procede senza grandi emozioni e per vivacizzarla gli autori devono ricorrere a flashback della vita del protagonista, anche questi non esaltanti. Buone l’ambientazione e la prova del protagonista quasi sempre da solo in scena. Epilogo scontato.
Ira72: Lo script è un classico del genere tra vicini di casa: amabile coppia apparentemente perfetta versus amabile coppia normale. Nel caso entrambe le protagoniste sono in dolce attesa ma una perde accidentalmente il tanto ambito figlio. Cosa succederà? Inutile farci tanti giri intorno... è facilmente prevedibile. La confezione non è male e la Poésy è particolarmente adatta al ruolo. Il twist finale e il senso di inquietudine costante risollevano la pellicola dal girone dei mediocri.
Paulaster: Due sorelle verranno separate per via di un matrimonio combinato. Ci sono temi forti come la sottomissione della donna e, in secondo piano, il razzismo all'inizio del XX secolo. Spielberg narra i fatti in modo da renderli digeribili al grande pubblico: niente violenze esplicite e momenti di ironica leggerezza. Ben diretto nella prima parte, diventa didascalico e prevedibile con la rivalsa della protagonista. Cast femminile che predomina su quello maschile, Goldberg di misurata intensità.
MEMORABILE: Le canzoni blues al locale; La scoperta delle lettere; La folla nella chiesa; L'impeto della Winfrey; La parentesi africana.
Domenica, 8/08/21 ALLE ORE 23:20 23:20 su Italia 2
Gestarsh99: Secondo appuntamento con l'immortale assassino senza volto partorito dalla lugubre fantasia di John Carpenter, che qui accolla al deferente Rosenthal la gestione del nuovo terreno di caccia nosocomiale. L'ombra teterrima e senz'anima dell'inscalfibile Myers scivola muta e ubiqua dentro corsie semivuote e sotterranei in disuso, tra soggettive opprimenti, pugnalate intra-ossee e qualche caldo omaggino "affogatorio" al giallo italiota d'antan. La trama incede catatonica, preda di una trance lancinante e l'intontito imbambolamento generale rallenta oniricamente gesti, pensieri e reazioni.
MEMORABILE: Le siringate intra-oculari; Il "cocente" affogamento di argentiana (o baviana) memoria.
Paulaster: Tre ragazze festeggiano la maturità con un viaggio in barca in Croazia. Piccolo ritratto generazionale di chi vive con lo sguardo sempre attaccato allo smartphone e non si gode la vita reale. All'inizio questa prospettiva funziona per descrivere la noia, l’egocentrismo e l’invidia, ma lentamente l’effetto si affievolisce e la chiusura ad effetto risulta illogica. Le inquadrature strette a simulare lo schermo del telefono sono adatte alla storia. Il trio esprime una freschezza comunque già matura.
MEMORABILE: I 30.000 follower; Il video a seno scoperto per far colpo sui follower, di certo il momento che esprime malessere esistenziale.
Pumpkh75: Fotografia maestosa e maestrale, ambientazione gotico medioevale ricercata e lussuosa, con la regia di Hardy in leggera discontinuità con l’universo Conjuring così come la ricerca di una vena orrorifica e fantasiosa più marcata. Poi però bisogna pur spaventare e il fallimento è davanti l’angolo: jumpscares fiacchi, confusione, una figura potenzialmente terrificante e di potenzialità enormi ridotta a meccanico boogeyman di clausura. Il cast non supporta, la pancia non sopporta. Sufficiente, ma l’abito non fa la monaca.
Pessoa: Cam è un bravo ragazzo che entra in una banda di criminali che adoperano il parkour per le loro imprese, spinto dalla necessità di pagare un grosso debito contratto per curare sua madre. La trama poco originale è più che altro un pretesto per ammirare le evoluzioni dei tracers (così sono detti i praticanti di parkour), che sono il vero sale del film. La pellicola si mantiene comunque su livelli discreti contando su un ritmo forsennato e su una narrativa lineare che ne consente una visione agevole nonostante abbia cinematograficamente poco da dire. Per curiosi ed appassionati.
MEMORABILE: Tutte le evoluzioni dei tracers, curatissime e molto spettacolari.
Buiomega71: Baviano fino al midollo e capolavoro italico della paura per eccellenza. L'episodio del telefono è piuttosto debole, ma supportato da una buona suspence e da una regia virtuosistica. I wurdulak mi è piaciuto meno, risulta essere il più datato, troppo pittorico e "teatrale", preferisco la versione ferroniana. Ma la goccia d'acqua è forse una delle esperienze più terrificanti viste in vita mia, dove la paura ti ghiaccia il sangue e il cadavere sghignazzante della megera (sulla sedia a dondolo, sul letto, che avanza innaturale) è da annali dell'incubo. Piccolo capolavoro.
MEMORABILE: Tutto l'episodio della "Goccia d'acqua", davvero spaventoso; Il finale jodorowskiano ante-litteram.