I FILM IN TV DELLA SETTIMANA DA Lunedì, 3/05/21 A Domenica, 9/05/21
Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Homesick: Un felice compromesso tra storia ed esigenze di spettacolo ove le vicende di Napoleone nel suo passaggio da generale ad imperatore - descritte non senza gustoso humour soffermandosi sui capricci e i pettegolezzi di corte - si saldano con la lunga e minuziosa preparazione di quella che fu una delle più grandi battaglie di tutti i tempi. Il futuro commissario Cordier Pierre Mondy restituisce l'astuzia, l'ambizione e la genialità militare di Bonaparte, attorniato da un enorme cast internazionale in rapida passerella: dall'imperturbabile Pio VII di De Sica al Robert Fulton di Welles.
MEMORABILE: Napoleone commenta un ritratto di Maria Luisa d'Austria bambina: «Disgraziato chi la sposerà, lo compiango!»; la battaglia.
Capannelle: Che energia questo film e i suoi attori! Un bravo quindi a Meirelles per aver messo in scena una storia coinvolgente, sicuramente spinta all'estremo ma comunque sempre interessante e girata con una bellissima fotografia. Si può discutere su certe riflessioni abbastanza ruffiane, sulla linearità dei passaggi temporali ma a mio avviso la pellicola è assai più godibile di altre del genere. Insomma, il susseguirsi di situazioni e sentimenti funziona a dovere, per cui le oltre due ore filano via bene e meritano diversi pallini.
Wupa Wump: Amore, passione, dolore e disperazione sono i fondamenti su cui si basa questo film, forse un po' troppo strappalacrime per i miei gusti (devo ancora conoscere qualcuno che non abbia versato almeno una lacrima durante la visione), ma sicuramente coinvolgente e struggente. I protagonisti (un O'Neal molto attraente e una MacGraw molto dolce e sfortunata) sono dei grandi interpreti e sicuramente restano tra i principali artefici del successo di questo film, insieme alla mitica colonna sonora del francese Francis Lai. Un cult.
MEMORABILE: Amare significa non dover mai dire "mi spiace".
Galbo: Indubbiamente I soldi degli altri presenta diverse parentele con Wall Steet di Oliver Stone. La critica al sistema capitalismo, con le sue spietate logiche del profitto, è però molto più approfondita e circostanziata nel secondo, laddove in questo diretto da Jewison rimane più superficiale incentrandosi maggiormente sulla figura del protagonista con parti (non del tutto riuscite) di commedia sentimentale. De Vito è molto bravo così come (ovviamente) Peck, che però non è adeguatamente sfruttato dal regista.
Lunedì, 3/05/21 ALLE ORE 19:20 19:20 su Rai Movie
Deepred89: Siamo quasi dalle parti di Sapore di mare, in questo piacevole musicarello balneare, simpaticamente ingenuo, sapientemente ritmato e non disprezzabile neppure nei suoi momenti comici (con qualche sfumatura più maliziosa del solito). Trama prevedibilmente esilissima e confezione elementare, cast coi fedelissimi di Fizzarotti con in aggiunta un simpatico Giannini in tenuta da secchione e qualche cantante di cui solo i due americani si possono ancora sentire. C'è pure la scazzottata tra buono e cattivo, come nei primissimi Albano-movies.
Pinhead80: Brizzi cerca a modo suo di raccontare in chiave moderna il più classico dei conflitti interiori dell'essere umano, ovvero quello di non riuscire ad accettare l'idea di non poter rimanere giovani per sempre. I personaggi però sembrano caricature mal riuscite che si arrampicano sugli specchi di una sceneggiatura stiracchiata che ha ben poco da dire. L'unico credibile è Bentivoglio nella parte dell'uomo maturo che gioca con le emozioni altrui. Qualche risata e poco di più.
Lunedì, 3/05/21 ALLE ORE 21:00 21:00 su Rai Movie
Giùan: Il personalissimo C'era una volta il west di Peckinpah, artista in grado di rovesciar in un film tutta la mitologia legata al suo cinema. Cable Hogue, come ogni ballata che si rispetti, sviluppa i propri caratteri attraverso la (narr)azione, con passaggi sempre sul limitar dell'ironia. Tutti i fondanti topoi della frontiera (acqua, deserto, soldi, Dio, prostitute, patria) son accarezzati da Sam con candore sorridente e malinconico, come il finale chiaramente esplicita. Ispirato e convincente Robards, Warner folle di dio, Stella Stevens carozzata con molti cavalli.
MEMORABILE: Tutto l'incipit con il ralenti "autoparodico" della lucertola centrata dal proiettile e lo split screen che per ellissi segue Cable nel deserto.
Caesars: Discreto ma nulla più. Come spesso accade ai film americani recenti cede molto nel finale. Come sempre bravi Sean Penn e Nicole Kidman ma al servizio di una storia che non riesce a sollevarsi da un livello solo sufficente. Peccato, da Pollack ci si aspettava sicuramente qualcosa di più. Raggiunge quasi la sufficienza, ma...
Markus: Idolo di bambini e teenager con il famoso brano "Andiamo a comandare", ecco l'esordio cinematografico di Fabio Rovazzi: un volto anonimo come tanti che però prendo e gli va dato atto di essere una specie di mito (la sala era zeppa di ragazzini) a me sconosciuto. La pellicola, piuttosto divertente e con buoni momenti, segue i dettami di molti esordienti giovani con vicissitudini raccontate in maniera scanzonata (mondo del lavoro in epoca di crisi, un amore tra timidi...) con la forza e lo stile narrativo ideato da Gennaro Nunziante.
Ciavazzaro: Abbastanza brutto. Un film che supporta la conquista da parte delle donne di diventare soldatesse, ma il film è annacquato da luoghi comuni e una regia scialba del pur bravo Ridley Scott. Demi Moore con caschetto da militare è davvero inguardabile; salvo solamente Anne Brancroft. Pessimo.
Hackett: Quando il cinema è poesia. Questa pellicola passata sotto al naso del grande pubblico distratto contiene quanto di meglio il nostro cinema sa fare quando cerca di raccontare piccole storie ricche di fantasia. Grazie a ottimi interpreti e a splendidi e assolati paesaggi isolani ci troviamo a far parte di una strampalata rappresentazione teatrale che nasconde più di ciò che mostra. Bell'esempio di cinema delle idee, che omaggia il teatro e la voglia di raccontare qualcosa, sempre e comunque.
Homesick: Intinto nel giallo (La finestra sul cortile) il quarto capitolo della pseudo-saga di Michele Apicella è un grottesco delirio di solitudine, misantropia, ossessioni e frustrazioni esistenziali riconducibili financo ad un contesto filosofico romantico (il perseguimento di un valore assoluto che induce a non accettare una ben diversa realtà). Sketch rapidi, mirati e surreali, spesso esilaranti (il pranzo, la Nutella, il pullman, le candide impertinenze negli approcci con le donne). Profetica la scuola dove si adorano attrici e sportivi e si preferisce l'attività ludica alla didattica.
Martedì, 4/05/21 ALLE ORE 00:15 00:15 su *altro (specificare)
Anthonyvm: Ottimo documentario sul discutibile stile di vita delle orche nei parchi acquatici. Si trattano i problemi di salute fisica e mentale dei cetacei (rinchiusi in vasche minuscole), la traumatizzante separazione delle mamme dai cuccioli (fra le scene più strazianti del film) e l'aggressività che tutto ciò comporta (tante le immagini di repertorio degli istruttori assaliti). Sotto quest'ottica L'orca assassina di Anderson (tra l'altro citato) appare quasi plausibile. Duro e commovente come una confessione tremenda, lascia l'amaro in bocca per molto tempo dopo la visione. Da non perdere.
MEMORABILE: La caccia alle orche; I gestori di Sea World insistono nel dire che gli incidenti sono da imputare a errori degli istruttori; La raccolta del seme.
Pigro: Anziano musicista in vacanza a Venezia si innamora di un ragazzino, mentre un morbo avanza in città. Dal denso romanzo breve di Thomas Mann, Luchino Visconti ha tratto un film maestoso, scandito dalla musica di Mahler, arricchito dalla fragile ambientazione veneziana, impreziosito dalla recitazione del grande Dirk Bogarde (struggente la maschera di trucco che si sfalda per il sole e per la febbre) e dall'eterea figura di Björn Andersen. L'incedere lento e costante del tempo e dell'ossessione costituisce il vero fascino di questo misterioso film.
Caesars: Film a episodi, diretto da tre registi diversi. Il primo, interpretato da Manfredi per la regia di Risi, è quello meno "divertente" e descrive una giornata importantissima per il timido protagonista, che rimmarrà vittima del suo carattere. Nel secondo Rossi dirige Ugo Tognazzi nel ruolo di un uomo politico che deve fare i conti con un possibile scandalo, ma è sicuramente nell'ultimo episodio (diretto da D'Amico) che il film raggiunge il suo apice, con un Alberto Sordi straordinario nel tratteggiare la figura del concorrente per il telegiornale.
Martedì, 4/05/21 ALLE ORE 02:50 02:50 su Rai Movie
Galbo: Con un occhio alla realtà politica italiana, Gillo Pontecorvo dirige un film che racconta una vicenda spagnola, quella dell'attentato ad un collaboratore del dittatore Franco. Interessante per la vicenda raccontata, il film emoziona pochissimo perché eccessivamente verboso e poco dinamico. Bravi gli attori. Datato.
Rambo90: Farsa non troppo divertente, in parte un ricalco più parodico dei Napoletani a Milano di Eduardo, e in parte proto-musicarello con la presenza della Nova e canzoni distribuite a piene mani nella sceneggiatura. Si ride in qualche momento di Campanini e Tognazzi (Taranto appare solo in due scene, slegate dal resto, di uno spettacolo teatrale) ma per lo più ci si annoia e le beghe tra pizzaioli e industriali non interessano mai. In un paio di casi l'astuzia napoletana viene ben descritta e fa sorridere, ma è un filmetto.
Geppo: Decamerotico con tutti gli ingredienti essenziali, ha la particolarità di non essere affatto volgare (specie nel linguaggio). Molto particolare e diverso rispetto alle altre pellicole del genere, è più erotico che comico: non strappa infatti risate o sorrisi ma si lascia vedere con interesse. La protagonista Karin Mayer interpreta bene il suo personaggio. Il nome di Gino Cervi faceva probabilmente comodo alla distribuzione, dal momento che il suo personaggio non è nulla di particolare (l'avesse interpretato un altro non avrebbe fatto molta differenza). Notevole la regia.
MEMORABILE: La "cinquina" (l'orgia, per intenderci) alla lavorante.
Dusso: Brutto decamerotico che si distingue per una desolante povertà della messa in scena. Per nulla divertente e con poche scene di nudo. Da salvare solo la parte prefinale quando entra in scena Vinicio Sofia (caratterista anche in diversi film di Totò). Sotto la media del genere.
Pinhead80: Mediometraggio tratto dall'omonima opera letteraria di Achille Campanile. Monicelli si cimenta nell'operazione avvalendosi di un cast di tutto rispetto che di certo non sfigura. Inoltre la breve durata rende snella la storia, che si svolge interamente all'interno di un grande appartamento. Lo sviluppo è simpatico e la recitazione tipicamente teatrale. Gustoso.
Martedì, 4/05/21 ALLE ORE 06:30 06:30 su Rai Movie
Markus: Un giornalista decide di svolgere un'inchiesta nel rutilante mondo del concorso di Miss Italia a Stresa, sul lago Maggiore. L'opera di Coletti (in sostituzione a Lattuada) vorrebbe, già allora, "denunciare" attraverso facili melodrammi figli di un cinema manieristico anni Cinquanta, scandali e bassezze che gravitano attorno al concorso. Ci scappa perfino un dramma di quelli forti. Sorta di commediola dal retrogusto amaro specchio della società di allora, ma che che potrebbe essere considerata lungimirante anche per quella di oggi.
Rambo90: Piacevolissima commedia (tratta da una commedia teatrale e si nota dalla quasi unità di luogo) che ha la sua forza nell'affiatamento dei due protagonisti e nella loro bravura nel delineare due personaggi fortemente caratterizzati. La storia è quasi nulla, ma le battute e i dialoghi sono talmente brillanti da portare il film a buoni livelli. Finale pieno di amarezza.
Gestarsh99: Tre anni dopo un'opera sgranata e di nicchia come Pi Greco, Aronofsky si ripresenta con un film ancora più duro ed esplicito ma probabilmente meno penetrante e personale del precedente. Il regista abbandona quel bianco-nero rancido e spettrale dell'esordio ma non sfugge alla tentazione di riutilizzarne in parte gli stilemi (montaggio in alcuni punti sincopato, accompagnamento musicale techno, loop ossessivi). Una disumana discesa negli inferi della dipendenza, agghindata in un abito cool, accattivante e glorificato dalla magistrale partitura d'archi del Kronos Quartet.
MEMORABILE: Ellen Burstyn, impressionante nella sua appassionata intensità e la sempreverde Jennifer Connelly, che qui riserverà un vero pugno "hard" nello stomaco
Giùan: Prima di "sfidare" e contribuir energicamente a rivoluzionare il genere d'elezione del cinema americano, Peckinpah gioca molto seriamente con "Ride the high country" la partita del western tradizionale, utilizzandone gli stilemi canonici (il crepuscolarismo; l'amicizia virile tra i grandi McCrea e Scott in primis) per inserire tuttavia alcune distonie che poi saran tipiche delle sue regie: la violenza sia culturale (la famiglia bigotta) che "carnale" (i fratelli minatori) pronta ad esplodere costantemente nel maschio. Ballard e Oates diventeran suoi fidi.
Galbo: Film televisivo ottimamente realizzato che mostra, qualora servissero ancora conferme il divario tra la tv nostrana e quella anglosassone. Il film copre un periodo interessante della storia recente che viene discretamente approfondito nei limiti concessi dal mezzo televisivo. La ricostruzione ambientale è ottima e il cast fornisce una prova di buon livello, specie Sheen ormai un habituè nei panni di Blair (è il terzo film nel quale intepreta il premier inglese dopo The deal e The Queen) e Hope Davis, ottima nel ruolo della Clinton.
Martedì, 4/05/21 ALLE ORE 20:50 20:50 su 20 Mediaset
Capannelle: Il contenuto non cambia: popolazioni in difficoltà, recupero prigionieri e dialoghi base. Migliora invece la confezione: bella fotografia, effetti strobo, musiche riarrangiate con maestria. Basta per parlare di rinascita? Non tanto, perché la superficialità rimane e si è costretti a insistere troppo su particolari violenti (la repressione) o splatter (i litri di sangue che ogni sparo libera). Proiettando il numero di morti il prossimo Rambo ne conterà 420 (la progressione dal primo è: 1, 69, 132, 236). Sly imbolsito e ascetico è comunque simpatico.
Graf: Sicuramente un film riuscito. Con il linguaggio facile ma efficace e incisivo del cinema popolare Sordi affronta, con sincerità e senza paura, il tema dei trafficanti e piazzisti d’armi che con il loro lavoro di mercanti di morte alimentano continuamente le guerre e le guerriglie del terzo mondo. Argomento scottante e delicato che Sordi aggredisce di petto con animoso impegno civile attraverso una cifra stilistica sdegnata e senza mezzi toni. Qualche lungaggine narrativa e alcune volgarità verbali non diluiscono il valore morale della denuncia.
Lucius: Il musical per eccellenza, ancora tanto attuale anche dopo svariati anni dalla sua epifania. Scenograficamente molto curato, con interpretazioni attoriali e canore di livello, non alla portata di tanti artisti che vorrebbero misurarsi con questo genere e una fotografia, quella di Stradling, semplicemente grandiosa. La parte del leone la fa Sinatra, mentre a Brando basta entrare in scena per catalizzare l'attenzione non solo delle spettatrici. Tutto ruota attorno a una scommessa. Guys and dolls, welcome to Hollywood!
Galbo: Tra il settembre 1878 e l'aprile 1879 un gruppo di indiani cheyenne, guidato da due grandi capi, abbandona un'inospitale riserva e si mette in cammino vero la terra degli avi, inseguita dall'esercito americano. Ultimo western di John Ford, è un film dichiaratamente dalla parte degli indiani, di cui sposa le motivazioni ideologiche. Da questo punto di vista appare un po' appesantito e spesso privo del respiro dei grandi e classici western. Ottima come sempre nei film di Ford, la fotografia. James Stewart appare brevemente quasi con un intermezzo umoristico.
Martedì, 4/05/21 ALLE ORE 21:10 21:10 su Rai Movie
Rambo90: Soggetto molto affascinante, dal quale forse non è stato tratto il massimo (qualche tempo troppo dilatato e un finale abbondantemente prevedibile) ma che ha comunque partorito un buon film. Depp, lontano dai fastidiosi ruoli da freak che ricopre con troppa insistenza, è convincente così come il ricco cast che lo accompagna (il migliore è Bettany). Gli effetti sono molto buoni e nel finale la storia avvince non poco. Buona la prima per il regista esordiente.
Minitina80: Impossibile non simpatizzare per Eddie Edwards, un tipo bizzarro che sin da bambino coltivava il sogno di partecipare alle Olimpiadi. La sua stravaganza aggiunta alla cocciutaggine nel perseguire il sogno di una vita sono le basi ideali per un film grandioso, carico di emozioni e soprattutto coinvolgente. È una storia vera e questo particolare aiuta a entrare in sintonia con Eddie, anche commuovendosi nei momenti chiave del film. Indovinata la colonna sonora, che esalta ogni singolo passo di Eddie. In parole povere: bellissimo!
Gabigol: Senza fare nessun raffronto con la pellicola originale, non visionata dal sottoscritto, non si può che prendere atto dell'ottimo risultato finale. La storia, lenta nel prendersi i propri tempi senza strafare, risulta calibrata e capace di garantire una costante tensione persino nei momenti meno sospetti. Il cast di attori e la regia professionale sono all'altezza dello script originale e, con sguardo complessivo sull'intera vicenda raccontata, il messaggio di speranza arriva allo spettatore con una semplicità disarmante.
MEMORABILE: Il discorso del direttore; La fuga in mare; L'Isola del Diavolo.
Capannelle: La fotografia non è ricercata ma il film è ben diretto e tiene alto il ritmo dall'inizio alla fine. Notevole uso della macchina da presa col giusto dinamismo e inquadrature anche inquietanti. Seppure la storia sia consueta non indugia in banalità, dà il giusto spazio a tutti i personaggi e mixa bene le componenti action, drammatico e horror. Qualche forzatura narrativa qua e là, ma l'incisività del racconto permette di passarci sopra senza problemi.
Gestarsh99: David Twohy, re leone delle oscurità intergalattiche e delle buie profondità oceaniche, cambia del tutto habitat rischiando l'insolazione a picco in un thriller avventuroso gaudentemente spalmato tra gli aprici paesaggi insulari delle Hawaii, sponsorizzati senza ritegno da una fotografia ipnotica e sfolgorante. La situazione è quella annosa dei turisti e degli estranei amichevolissimi, ma si apre con un filo d'effervescenza al giochino delle apparenze ingannevoli, del faccio intendere senza dirlo e dei ruoli scivolosamente ribaltabili, diluendosi in ultimo nella prolissità utile a spuntare il minutaggio pattuito.
MEMORABILE: Le location polinesiane da sogno.
Martedì, 4/05/21 ALLE ORE 23:30 23:30 su Rai Movie
Daniela: Tre scienziati inviati dall'ONU in Bolivia per indagare su un disastro ambientale vengono rapiti da uomini armati per scopi poco chiari... Negli ultimi anni Herzog ha diretto soprattutto documentari, più o meno riusciti ma tutti affascinanti dal punto di vista visivo. Ed è proprio l'aspetto paesaggistico l'unico da salvare in questo pesante e didascalico pasticcio ecologista mal scritto e mal recitato da Ferres, protagonista di rara antipatia. Da vedere unicamente per le sequenze di grande bellezza ambientate nel deserto di sale di Uyuni.
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 01:10 01:10 su Rai Movie
Alex75: Olmi, con la collaborazione di Kezich e soprattutto di Rigoni Stern, racconta, con rigoroso e al tempo stesso caldo realismo e con dialoghi efficaci, di un “lavoro” da disperati che l’esperienza del vecchio istrione anarchico Du eleva quasi ad arte, retaggio di un’epoca in cui non si buttava via nulla. Ma l’opera è anche un ritratto della dura condizione dei reduci alla tenace ricerca della normalità perduta, in un Paese tutto da ricostruire. Particolarmente suggestiva l’ambientazione.
MEMORABILE: Il vecchio Du, soprattutto quando parla del suo lavoro e dei vari tipi di ordigni.
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 02:43 02:43 su Cine 34
Dusso: Un noir di genere ingenuamente ambientato dalle parti di Torino (quasi tutto girato in Spagna) con un buon mix di sesso e violenza (per palati forti la scena dell'evirazione, naturalmente non andata in onda in tv da noi). Da sturbo la Bouchet insieme al suo strip nella nebbia mentre il tanto criticato Mitchum ha comunque la faccia giusta e scanzonata. Vista l'aggiunta di scene particolari, ***.
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 03:00 03:00 su Rai Movie
Rambo90: Tipico film di contestazione anni '70: rivisto oggi appare un po' datato e circoscritto a quel preciso momento storico. Rimane comunque godibilissima la performance del grande Elliott Gould, perfettamente a suo agio e calato nel personaggio. Un po' di lentezza ogni tanto e un'eccessiva prolissità ma comunque è un film non disprezzabile. Breve apparizione di un giovanissimo Harrison Ford.
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 06:55 06:55 su Rai Movie
Caesars: Quasi inevitabilmente, visto il grande successo del capostipite, ecco il seguito del film di Monicelli. La regia questa volta è affidata a Loy e Mastroianni non figura più nel cast (sostituito da Manfredi), così come Totò. Com'era lecito aspettarsi, la pellicola rimane ad un livello assai inferiore rispetto al suo modello, anche se, soprattutto nella prima parte (finché rimane in scena Garrone), il divertimento non manca. Dopo il furto, col ritorno a Roma, il ritmo scema un po' fino ad un finale non molto riuscito. Discreto, non di più. **!
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 07:40 07:40 su Cine 34
Guru: Nel 1661 la lotta per la conquista di Forte Carolina è aspra e sanguinosa. Assiste all'eccidio un uomo che promette di vendicare il suo migliore amico. Film più avventuroso che di puntuale ricostruzione storica, alterna scontri di terra con quelli di mare. L'azione dei pirati è determinante nella lotta tra francesi e spagnoli e la scena è dominata prevalentemente da questi. Mediocri le scene d'assalto tra spadaccini, anacronismi sgradevoli tra periodi storici e finale scontato.
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 09:31 09:31 su Cine 34
Renato: Circondato da una misteriosa quanto incomprensibile aura di culto, questo secondo film per il cinema di Leone Pompucci accumula lungo il cammino tanti di quei difetti che sarebbe difficile anche solo ricordarseli tutti a fine visione. Personaggi che berciano di continuo, accumulo di situazioni grottesche, momenti felliniani fuori luogo, cliché iper-sfruttati (ancora il 13 al Totocalcio per risolvere tutto?). Sprecato il cast di bravi attori, a partire da un Paolo Villaggio deliziosamente regionale nella parlata.
MEMORABILE: Abatantuono che ricorda il suo passato calcistico: "Primavera Atalanta: ho oscurato Causio".
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 10:30 10:30 su Cine 34
Domila1: Simpaticissimo western con protagonista Spencer, al quale è curiosamente affiancato il marocchino Amidou, le cui sue uscite comiche non disturbano mai. La storia è meno scontata di quanto si voglia credere, Spencer è sempre bello sentirlo con la sua vera voce e ci regala assieme a Bugner una delle abbuffate più epiche della sua carriera (paragonabile solo a quelle di ...Continuavano a chiamarlo Trinità e Io sto con gli ippopotami). Sempre ottimo Pizzuti come caratterista.
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 15:45 15:45 su Rai Movie
Dusso: Western scanzonatissimo di Caiano con ottimo quartetto di protagonisti; da ricordare la scena del tavolo della morte, ma il film è tutto discretamente sceneggiato: diverte e intrattiene. La popputa Boschero è la notevolissima bellona di turno; sempre ottimo Salerno.
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 16:40 16:40 su Rete 4
Saintgifts: Audie Murphy, prima di diventare attore, è stato un soldato. Un soldato che ha combattuto nella World War II in Africa, in Italia e in Francia, il soldato più decorato d'America. Il film è appunto la storia delle sue eroiche imprese di guerra. Piuttosto peculiare ciò, ma questo ha fatto sì che, al di là delle esigenze spettacolari del cinema, tutto risulti piuttosto credibile, tenendo conto naturalmente del modo di filmare la guerra negli anni 50. Colpisce il clima pacifico tra commilitoni, senza le violenze di caserma cui si è abituati.
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 19:10 19:10 su Rai Movie
Markus: Commedia surreale cucita perfettamente sulle corde de "I gatti di Vicolo Miracoli". Vanzina ha saputo orchestrare il gruppo concedendogli una sceneggiatura molto divertente e in alcuni tratti davvero straordinaria. L'ambientazione inizialmente veronese, poi romana, dà slancio al film, già di per sè molto divertente. Nella soundtrack le musiche de "I Gatti" ("Verona beat" in apertura, "Disco gatto" in chiusuara). Comparsata cult del compianto Bruno Lauzi.
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 21:00 21:00 su Rai Movie
Galbo: Una commedia che si "regge" sulle spalle della buona caratterizzazione dei personaggi principali, egregiamente interpretati da Marco Giallini e Alessandro Gassman, laddove mostrano chiaramente la corda quelli secondari, tipo la moglie insoddisfatta e frustrata di Laura Morante, assai avvezza a personaggi del genere. L'interazione tra i due protagonisti da i migliori risultati sia sul piano brillante che su quello più intimistico e la regia del debuttante Falcone li sottolinea a dovere. Non male nel complesso.
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 21:10 21:10 su 20 Mediaset
Gestarsh99: Eccolo qui il nostro Snyder, faccia tosta da vendere ed esibizionismo epico-visionario orgogliosamente cool, senz'anima né spina dorsale direbbero i più. Tanto sfoggio gigantistico di computer grafica per un martellante videogame, un patchwork rintronante di matrioske pluri-dimensionali di provenienza nolaniana, fondali ultra-fantasy ricalcati sui mondi di 300 e Il Signore degli Anelli, scontri a fuoco e corpo a corpo da sparatutto-picchiaduro alla Tekken/Call of Duty e mirabolanti bullet-time wachowskiani. Cinefagia ad personam per geek truzzi e fanatici ma ci si tura il naso con piacere.
MEMORABILE: Il pirotecnico duello tra la plasticosa simil-Barbie protagonista e i tre samurai giganti nel tempio buddhista.
Rigoletto: Premesso che i catastrofici mi sono sempre piaciuti, resta da sciogliere il nodo dell'originalità: la solita famiglia in crisi, la figlia ribelle, il fidanzato e l'amico che gareggiano a chi è più idiota, il secchione che non se lo fila nessuna e persino il cattivo in crisi; tutto visto e rivisto. Che rimane? Forse la cosa migliore è che la catastrofe la induce l'uomo e che i rigurgiti della faglia di St. Andrea non dipendono da lei che ha voglia di stiracchiarsi. Poco sul fuoco: evitabile ma non sgradevole.
Jandileida: Ritchie ci propone per l'ennesima volta la stessa formuletta di dialoghi serrati, scene al rallentatore, storia ad incastro e grande musica: bisogna ammettere che, pur conoscendo ormai le regole del suo gioco, questo Rocknrolla è un buon prodotto che riesce a diveritire e a farsi guardare. Il buon cast e la confezione (fotografia, montaggio etc..) molto professionale ci fanno scordare, per un attimo, che in fondo stiamo guardando un Lock 'n stock aggiornato ai tempi moderni, dove i russi provano a conquistare il mondo e Londra è meno "swinging".
Mercoledì, 5/05/21 ALLE ORE 21:20 21:20 su Italia 1
Galbo: Dedicato alle conseguenze nefaste dei cambiamenti climatici, un pò sulla falsariga di The day after tomorrow, vi aggiunge l’elemento thriller con sfumature (si fa per dire!) complottistiche, senza disdegnare il motivo delle incomprensioni familiari. Il tutto in un mix altamente improbabile ma almeno vedibile grazie alla buona fattura degli effetti speciali e ad un gruppo di bravi attori, da Gerard Butler al grande Ed Harris. Se si cerca un film da vedere a cervello spento può andare.
Galbo: Un'autista di limousine vive una notte folle per le strade di Los Angeles; autore di film discreti come Smokin' aces e The grey, Joe Carnahan dirige un film ipercinetico non brutto ma troppo simile a tantissimi altri, a cominciare dal prototipo di un certo Martin Scorsese. Wilson, attore volenteroso ma mai assurto al ruolo di star, è a suo agio nei panni dell'autista piuttosto anonimo, ma il meglio lo danno tutti i caratteristi impegnati in ruoli minori e soprattutto il non accreditato Chris Pine nei panni di un personaggio totalmente pazzo.
Giacomovie: Film confezionato in maniera accurata fin nei dettagli. Il look e gli ambienti tipici del primo Novecento sono curati; l’erotismo è raffinato e smaliziato, con qualche momento intenso. Eppure questi pregi non riescono a dare al film una completa riuscita. Tutta la storia seduce ma non coinvolge, cerca di incantare ma non appassiona. Si accontenta di fermarsi al rispetto della forma e alla caratterizzazione letteraria. Uma Thurman a soli vent’anni è uno spettacolo nella sua ambigua June. Intrigante anche la De Medeiros in Anais Nin.
Galbo: Non un capolavoro ma tra i migliori film dell'ultimo periodo della carriera di Dario Argento, Trauma è più portato verso il thriller alla Hitchock (dichiarato maestro del regista romano) che verso le atmosfere horror e presenta più di un riferimento alla trama di uno dei capolavori del regista, Profondo rosso. Il film, che appare tecnicamente ineccepibile, è un po' limitato nella sceneggiatura e nella caratterizzazione psicologica dei personaggi. Belle le musiche di Donaggio.
Giovedì, 6/05/21 ALLE ORE 00:40 00:40 su Rai Movie
124c: Ultima missione per il Matt Helm di Dean Martin (anche se i titoli di coda preannunciavano un quinto capitolo, che mai si girerà): deve fermare un folle barone italiano che ha trafugato un miliardo di dollari in oro. Il film si barcamena fra risse (addirittura con un giovane Chuck Norris, mescolato fra i gorilla del cattivo Nigel Green), esplosioni, castelli con porte blindate d'acciaio e duetti ironici, dove Dean Martin sembra divertirsi a fare l'agente segreto, preannunciando l'epoca bondiana di Roger Moore. Poker di donne molto sexy.
MEMORABILE: Ogni scena con Elke Sommer; I duetti fra Shaon Tete e Dean Martin; Sharon Tete contro Nancy Kwan in un catfight marziale coreografato da Bruce Lee.
Ruber: In un assolato Ferragosto una giovane donna abbandona il proprio figlioletto nella mani di una signora di mezza età un po' svampita e inacidita con la società. Pompucci mette su una sceneggiatura un po' pasticciata affrontando più temi, come la solitudine e la difficolta di crescere un bambino in difficoltà. I lati positivi sono una certa suggestione favolistica mista a momenti divertenti e situazioni dal senso drammatico dove la brava Di Benedetto, da attrice matura, dà il meglio di sé. La storia scivola via con un po' di tedio ma si lascia guardare.
Dusso: Farsa militaresca con tanti caratteristi (alcuni in brevissimi camei come Attilio Dottesio) per il genere direi divertente, con ritmo alto e continue gag (alcune indubbiamente non fanno ridere ma il livello è discreto, tutto sommato). Operazione simpatica, questo film di Albertini, che con pochi mezzi (neanche necessari per un film del genere) imbastisce un film dignitoso.
Daniela: Piuttosto fedele per quanto attiene i fatti, la ricostruzione della battaglia di Rorke's Drift che nel 1879 vide un centinaio di soldati inglesi resistere all'attacco di oltre 4000 guerrieri Zulu. Anche se adotta il punto di vista degli assediati, il film è meno manicheo del previsto nel descrivere i nativi e non lesina critiche allo spirito coloniale. I bellissimi paesaggi sudafricani esaltati dalla vivida fotografia, la possente ost di John Barry, le interpretazioni convincenti di Caine e Baker e soprattutto le spettacolari scene di battaglia ne fanno un kolossal avvincente.
Homesick: Sembra che per realizzare un thriller decente Argento debba per forza riproporre, in una veste nuova, i suoi capolavori del passato: così, qui ritroviamo tutti i "tòpoi" di L'uccello dalle piume di cristallo e Profondo rosso, che surrogano la mancanza di ispirazione del regista; anche le musiche dei Goblin sanno di riciclato. Recitazione imbarazzante, a parte Von Sydow, Lavia e la Falk. In confronto a Il cartaio, questo è comunque un prodotto più che dignitoso.
Graf: Una postilla, una breve annotazione a margine della serie TV. Un episodio pieno di difetti, con una sceneggiatura corta come una coperta ma allungata come un brodo, con personaggi affetti dall'ossessione di andare a spasso senza una meta precisa, con la maggioranza degli attori che recita fuori registro, con un commissario di polizia che sembra una macchietta da avanspettacolo, con un colpo di scena finale telefonato; eppure la storia gialla incuriosisce e la sua immersione in una dimensione assorta come un sogno salva il film dal fallimento. Discreto.
MEMORABILE: La scena del delitto in sartoria è una bella citazione di [f=555]Sei donne per l'assassino[/f]; Efficacissimo il tappeto sonoro di Giorgio Gaslini.
Giovedì, 6/05/21 ALLE ORE 02:45 02:45 su Rai Movie
Galbo: Contrastata storia d’amore (nata alla fine degli anni ’30) tra un sindacalista americano e una donna giapponese che dopo l’attacco di Pearl Harbor) viene internata in un campo di concentramento. A questo aspetto poco noto del conflitto bellico, il regista Alan Parker ha dedicato un film intenso ed appassionato che prende di mira l’ottusità di alcuni aspetti della guerra in una storia d’amore scritta e diretta con abilità (a tratti un po’ ruffiana) che ha il sapore dell’intrattenimento mescolato all’impegno civile.
Herrkinski: Ennesimo rip-off delle serie di Django e Sartana. Stavolta sono interpretati rispettivamente da Kendall (una faccia da rimbambito come pochi) e da Ardisson; quest'ultimo perlomeno ha il phisique-du-role, un incrocio tra Van Cleef e Bronson. Il resto del cast non brilla, così come il film: una sottoproduzione a costi bassissimi, probabilmente girata in Lazio, con una sceneggiatura traballante e una certa noncuranza generale. Si salva giusto il discreto finale e carini sono alcuni fermo immagine d'effetto. Trascurabile.
Giovedì, 6/05/21 ALLE ORE 06:45 06:45 su Rai Movie
Alex75: Film a episodi intrecciati il cui filo conduttore è l’automobile, feticcio dell’Italia del boom già invasa dalle quattro ruote. I segmenti più arguti sono quello con Manfredi (il cui personaggio sembra anticipare il Furio verdoniano) e quello con la coppia Valeri-Tieri (anche grazie a Gianni Agus). Negli altri, i rispettivi protagonisti (Tognazzi, la coppia Franchi- Ingrassia e Chiari) sopperiscono alle carenze di ritmo e di acume. Garbato l’episodio di collegamento con Alberto Bonucci.
MEMORABILE: La targa “Roma 1000000”; Il picnic della famiglia di Manfredi, con partenza a notte fonda e rientro a mezzogiorno per evitare il traffico.
Giovedì, 6/05/21 ALLE ORE 08:30 08:30 su Rai Movie
Gabrius79: Gradevole ma debole musicarello sorretto per lo più dai caratteristi in voga in quel periodo (capitanati in questo caso dal bravo Peppino De Filippo) che riescono a regalare qualche sorriso a fronte di una storia altrimenti banale. Little Tony e la Savona sono al centro di una storiella amorosa alquanto risibile, mentre la recitazione del piccolo Brugiolo lascia qui a desiderare. La Berti in versione suora e doppiata suscita curiosità. Simpatico cameo per Pippo Baudo. Poco sfruttato Panelli. Canzoni godibili.
Daniela: Sette uomini, ciascuno esperto nel proprio campo, si associano per mettere a segno un colpo grosso, dopo essersi procurati un ottimo alibi: sono tutti in galera al momento del fatto. Nell'ambito del genere, uno dei film più divertenti, per merito di una sceneggiatura brillante, ricca di trovate ed ironia, e di un gruppo di ottimi attori, affiancati da caratteristi di classe. Per la propria mancanza di pretenziosità, resta gustoso anche a distanza di molti anni, vincendo il confronto con vari altri film più dispendiosi e blasonati.
Giovedì, 6/05/21 ALLE ORE 13:50 13:50 su Rai Movie
Il Gobbo: In fondo migliore della non eccelsa reputazione che lo accompagna, carino e realizzato con professionalità, anche se un po' lunghetto, un po' stucchevole negli intermezzi sdolcinati, e con un grande attore fordiano (Carey) non troppo sfruttato. Per fortuna valentissimi caratteristi (fantastici Sal Borgese e Tony Norton bounty-killers lugubri quanto imbranati) sostengono la storia sino alla fine. Discreto.
Homesick: Ludico, coloratissimo e onomatopeico, conserva intatta la struttura fumettistica originaria. Cast stellare, in cui ciascun cattivo era interpretato da una guest-star (non ultimi Price, Sanders, Preminger, Lupino, Winters, Bankhead, Zsa-Zsa Gabor, Robertson, Van Johnson...). Super culto: la voce narrante, i fantasiosi Bat-gadgets, l'abuso del Dutch-angle nelle inquadrature, le esclamazioni di Robin, le scazzottate, la flemma di Alfred il maggiordomo, l'esaltante colonna sonora. Imperdibile.
Giovedì, 6/05/21 ALLE ORE 16:15 16:15 su Rai Movie
Digital: Abbandonate le ampie praterie del west, Wayne sbarca nella metropoli di Seattle per un poliziesco solidamente diretto dal veterano Sturges. La trama non offre grandi spunti di novità (i soliti narcotrafficanti da arginare), a farla da padrone sono più che altro i personaggi (il Duca in primis), le cui psicologie sono meritoriamente approfondite. Qualche momento di stallo si poteva evitare, ma complessivamente si tratta di un film che coinvolge e intriga. Tra i momenti clou il rocambolesco inseguimento finale lungo la spiaggia. Ost sublime.
Saintgifts: Mediocre western che ha il suo punto di forza nella redenzione di un disertore che mostra il meglio di sé proprio impersonando, senza averne titolo, la figura di un ufficiale. Un'interpretazione non troppo convincente quella di Sterling Hayden, a cui si aggiungono una regia mediocre e una sceneggiatura con diversi buchi. Le scene di battaglia, contro indiani eccessivamente urlanti, specie nei corpo a corpo, tradiscono troppa finzione, ma un paio di trovate di una certa originalità sollevano la media generale.
Giovedì, 6/05/21 ALLE ORE 20:50 20:50 su 20 Mediaset
Jandileida: Un Neeson vendicatore decisamente in tono minore: già che, come al solito, sia un ex-alcolista non prometteva nulla di buono. E infatti la storia non riesce a entusiasmare più di tanto mancando sia di originalità (ma sarebbe il difetto minore) sia soprattutto di un certo ritmo e di personaggi interessanti. Tolto il protagonista ci sono infatti delle macchiette (su tutte il giovane della biblioteca), dalla recitazione approssimativa, che si aggirano per il set. Anche il lato "malato" della faccenda pare parecchio posticcio. Si vede ma si sbadiglia anche.
Xamini: Un film che sembra indeciso tra l'attenzione al senso del periodo storico (niente approfondimenti, questo è chiaro da subito) e alla sensualità di Monica Bellucci. Nel dubbio affronta entrambi i temi in maniera leggera, restituendo giusto un pelo il sapore del tempo andato grazie alle musiche di Morricone ma evitando (tra realismo e surreale) di spingere il pedale laddove andava fatto, sulla protagonista. La quale, imparasse a recitare come si deve, potrebbe anche quasi fare l'attrice. Ah, no.
Galbo: Film di fantascienza che ha come tema centrale quello abusatissimo della clonazione, diretto con poca personalità da Roger Spottiswoode. Realizzato con una certa professionalità ma poca partecipazione, si avvale di buoni effetti speciali e a sopresa di una buona interpretazione del suo protagonista che conferisce al ruolo (specie nelle interazioni con il suo doppio) la giusta autoironia. Discreto e non banale il finale.
Rambo90: La difficoltà per il presidente americano di riuscire a gestire normalmente la vita sentimentale: tutta qui l'idea del film, eppure il risultato è gradevole. Un po' perché Reiner dà il giusto ritmo e perché la sceneggiatura sa costruire momenti simpatici e un po' perché il cast schierato è quello delle grandi occasioni, con la bella coppia Douglas-Bening e i giusti attori di supporto (tra tutti Fox). Davvero gradevole.
Giovedì, 6/05/21 ALLE ORE 21:20 21:20 su Canale 5
Markus: Due ventenni bellocci vogliono repentinamente sposarsi, ma le rispettive famiglie non sono propriamente compatibili. Ennesimo film con l'incontro/scontro Nord/Sud e la stra-abusata formula del matrimonio come collante per una puerile vicenda "umana". Se pareva persino mortificante per Boldi in Matrimonio al Sud, figuriamoci per la coppia Abatantuono/Salemme... di ben altro spessore artistico. L'opera di Miccichè ha il solo vantaggio della scorrevolezza, ma la comicità non pervenuta e la scarsa sceneggiatura fanno davvero danni.
Caesars: Sicuramente un buon film, che però paga una durata eccessivamente lunga (una mezz'oretta in meno avrebbe fatto più che bene) e una "freddezza" nel rapportarsi con lo spettatore (almeno nel mio caso: non sono mai riuscito a essere veramente coinvolto nelle vicissitudini del protagonista). Di Caprio a mio avviso non in una prova memorabile, pur recitando indubbiamente bene; meglio di lui ho trovato Tom Hardy. Sicuramente il punto forte del film è rappresentato dall'ottima fotografia e dagli ambienti in cui si svolge la vicenda. Da vedere.
Giùan: Parte come Zabriskie point, divaga un po' nella parte centrale (con la Comune che identifica troppo debolmente un climax storico/generazionale), ha un'impennata stile Petri di Indagine e termina dalle parti de L'ultimo treno della notte. Si posson dire tante cose di questa opera sfortunata e coraggiosa, resta però un documento straordinario non di un'epoca ma di due ragazze (Lilli commovente, Gloria glaciale) di smaniosa bellezza e irrequieto talento. Non permetterò a nessuno di dire che Avere vent'anni è il capolavoro di Di Leo, certo però è il loro film.
MEMORABILE: "...Come è triste aver vent'anni"; La gran performance di Bracardi, anche lui, come Gloria e Lilli, utilizzato "sovversivamente" in funzione anti clichè.
Markus: L'incontro pseudo amoroso per due cuori solitari prossimi alla mezz'età che cercano sentimenti per corrispondenza viene tratteggiato da Pietrangeli come un racconto dai toni pressappoco amari. L'ambientazione sul fiume Po, in quella campagna tutta uguale e senza tempo tra Lombardia ed Emilia, appare l'ideale teatro per un incontro dai toni tristemente squallidi di chi non ha combinato nulla nella vita. Perfetti nel ruolo la Milo e il francese (doppiato romanesco) Périer. Peccato per una seconda parte del film decisamente meno incisiva della prima.
MEMORABILE: "...Tuttalpiù, se potessi, m'affitterei uno schiavo negro: io spaparanzato nel dondolo e lui de' dietro daje e spigne".
Xamini: Partendo da una premessa niente affatto semplice, De Angelis (e il parco attori tutto, in primis le sorelle Fontana) riescono a evitare le storture del grottesco e a dipingere (anche con l'aiuto di una fotografia moderna e pulita) un dramma ben riuscito. Sebbene la vicenda sia tutto sommato semplice e priva di slanci particolarmente estrosi, rimane sempre aderente alla realtà degradata che racconta e senza sbavature riesce nell'intento di sfiorare un'ombra di poesia.
MEMORABILE: Le due protagoniste, intensamente belle; le canzoni, perfettamente calzanti e in grado di definirne l'atmosfera.
Tarabas: “Ghe riverem a baita?” chiedevano i soldati al Sergente Rigoni Stern durante la ritirata di Russia. I poveri soldati di Olmi a baita ci sono già, una trincea sul fronte italo-austriaco della guerra precedente, filmata quasi in bianco e nero mentre fuori la natura sfolgora, bellissima e impassibile nelle sequenze all'aperto. Secco e conciso nella durata, visivamente prezioso e originale (per innovare non serve un giovane, basta una testa giovane), forse un po' retorico in alcuni momenti, forse inevitabilmente. Olmi dichiara guerra all'ovvio e vince.
Guru: E’ una commedia scritta dalla coppia Steno-Monicelli, che mette in campo il doppio ruolo (anche calcistico!) di una personalità insicura interpretata da Walter Chiari in perfetta antitesi con l'alter ego (in carne ed ossa) sicuro e fiero di sè! Forma smagliante di Chiari, poliedrico e dinamico nella doppia performance. Graziosa e vulnerabile Isa Barzizza. Finale allo stadio... con due squadre di tutto rispetto! Lieto fine con bacio.
Venerdì, 7/05/21 ALLE ORE 03:30 03:30 su Rai Movie
Galbo: Da uno dei più talentuosi e duttili registi americani, Robert Wise (capace di passare con disinvoltura dal dramma, al musical, alla fantascienza) uno dei migliori film mai realizzati dal cinema sulla boxe e in generale sul mondo spesso controverso di questo sport. Ricco di temi classici del genere, questo è un film appassionante, realizzato in un ottimo bianco e nero, con sequenze serrate e ottimamente girate e una regia che sottolinea al meglio le varie fasi della vicenda. Ottimo il cast.
Fauno: Curiosità a man bassa su murene, mante, neonati "tontolini" delle foche che non san nuotare, sulla puntura di scorfano volante così dolorosa da mozzarsi la mano con l'ascia! Nascondigli di cernie, senso di maternità del polipo, veleno di serpente marino tre volte più potente di quello del cobra... per finire, mestamente, col leviatano (capodoglio). Il tutto con un regista espressivo, protagonista onnipresente con le sue equipe, capace di trasmettere un entusiasmo e una compliance incredibile (tanto che memorizzare i particolari più assurdi è la cosa più normale).
Venerdì, 7/05/21 ALLE ORE 06:35 06:35 su Rai Movie
Geppo: Vero e proprio cult movie della filmografia di Renato Pozzetto. Il film scorre meravigliosamente senza annoiare. Anche come trama è notevole... e soprattutto trovo geniale la sceneggiatura. Devo dire che il regista Bruno Corbucci è stato (forse) l'unico vero artigiano della "giallo-commedia", e l'ha dimostrato anche con Il ficcanaso e con la serie dei "Delitti" interpretati da Tomas Milian. Ottimo il cast: attori e caratteristi bravissimi. Per me Pozzetto resta una delle facce più divertenti del cinema italiano. Grande anche la colonna sonora.
MEMORABILE: Cannavale: "Io lavoro sempre con l'anticipo!" Pozzetto: "Ahhh... mi dispiace ma io faccio i conti solo a fine mese". La bellissima Olga Karlatos.
Geppo: Il grande Damiano Damiani firma un altro capolavoro tutto siciliano stile anni '80. Il film è perfetto: ben diretto, ben recitato e ben commentato da una favolosa colonna sonora firmata dal Maestro Carlo Savina. Michele Placido è eccellente nel suo ruolo come anche gli altri attori del film (Tony Sperandeo, Simona Cavallari, Domenico Gennaro e una bravissima Ida Di Benedetto). Nel ruolo del fratello di Placido un bravissimo Mark Chase (unico suo film interpretato); chissà chi è e che fine ha fatto... Ottima la sceneggiatura. Cult!
MEMORABILE: "A Palermo te la buttavano in faccia una pizza come questa!"
Mdmaster: Sinceramente l'ho trovato di una noia mortale: una pellicola che trova gli unici momenti rilevanti nella breve apparizione di Richard Pryor, il famigerato numero musicale e davvero poco altro. Sarà che la cultura non ci appartiene, sarà che vederlo in originale è un'impresa... però no, non lo considero film essenziale né una curiosità particolare. A meno che non moriate dalla voglia di vedere un giovane Bill Duke e George Carlin, ovviamente.
Venerdì, 7/05/21 ALLE ORE 14:00 14:00 su Rai Movie
Mco: Ansiogeno lavoro di Zwick, capace di far rendere al meglio l'ottimo cast a sua disposizione. Le scene di sangue, che siano uno scontro a fuoco o un'esplosione, sono raggelanti per la dose di triste verosimiglianza approntata. Le vittime corrono per strada, in cerca di un conforto che nemmeno lo stesso esercito pare possa fornire. Il duello di nervi tra Washington e Willis è vinto senza dubbi dal primo, ma è la sensuale Bening a eccellere nel suo ruolo mai troppo cristallino. Una pellicola che rende al meglio su(l) grande schermo.
MEMORABILE: La donna che scende le scale senza un avambraccio; La pizza a domicilio.
Ciavazzaro: Visivamente curioso, un fumettone anni 60' che comunque nel corso degli anni è diventato un cult senza tempo, pur nella sua ingenuità. Cast di alto livello (quasi tutti gli attori all'epoca volevano parteciparvi) che può contare tra i villain Burgess Meredith, Vincent Price, Zsa Zsa Gabor, Julie Newmar e molti altri. Divertente.
Galbo: Fallimentare tentativo di rinverdire i fasti del vecchio musicale hollywoodiano (si tratta peraltro del remake di un vecchio film con la Hayworth, pare non memorabile di suo) con la storia fantasiosa di una musa che aiuta gli artisti, uno dei quali impersonato dal grande Gene Kelly. Fiacco, scontato, kitch e prolisso, con una colonna sonora che si dimentica facilmente.
Geppo: Tipica commedia brillante in puro stile Tarantini; non bruttissima, anzi, ma purtroppo priva di una vera e propria sceneggiatura (scritta dallo stesso regista con Giorgio Mariuzzo). Giuseppe Greco ha l'aria ingenua e pulita che occorre al personaggio, ma nulla di più. Azzeccata la coppia Montagnani/Ingrassia mentre trovo pessima l'interpretazione di Franchi: le sue battute non fanno proprio ridere, e mi ha profondamente deluso. Il finale (in carcere) è preso da L'insegnante al mare con tutta la classe, praticamente identico! Bella la Bouchet.
MEMORABILE: Le banconote inscatolate nei barattoli di pomodoro; Barbara Bouchet quando diventa violenta durante l'inaugurazione della fabbrica.
Venerdì, 7/05/21 ALLE ORE 19:25 19:25 su Rai Movie
TomasMilia: Tra i migliori musicarelli. Divertente, fresco, frizzante. Già si respira il clima degli anni Settanta. Il protagonista Little Tony rimane un po' oscurato dalla coppia Franco e Ciccio (sergente donnaiolo e maresciallo inflessibile) che, in quel periodo, era ai massimi livelli. Stavolta, il titolo è dato da una canzone di Pippo Baudo e tutto il film è costruito sul testo di questa. Un film che rivedo sempre con piacere. Simpatico Bramieri nella parte dello sciupafemmine don Nicola.
MEMORABILE: I duetti tra Franco e Ciccio.
Venerdì, 7/05/21 ALLE ORE 21:00 21:00 su Rai Movie
Galbo: Un avvocato rimasto vedovo viene portato in tribunale dalla consuocera di colore per l’affidamento della nipote. Autore di un bel film sugli psicodrammi post torri gemelle, il regista affronta il tema delle famiglie allargate e dei (non tanto) larvati contrasti razziali. Benché fortemente a rischio di lacrimevoli sdolcinature, la sceneggiatura è abbastanza equilibrata nell’affrontare la storia, anche aiutata dalla convincente prova di Costner in uno dei ruoli migliori degli ultimi anni. Buona anche la prova del cast di supporto.
Venerdì, 7/05/21 ALLE ORE 21:00 21:00 su Italia 2
Giùan: La principale sorpresa del film m'è parsa consistere nell'andamento ponderato, affatto adrenalinico, anzi talora perfin sussiegoso, lontano dagli effettistici horror contemporanei. Flanagan non ha alcuna fretta, mena le danze con tempi da slowburn e prova a creare, con alterni risultati va però detto, un clima di diffuso disagio. Il cotè familiare (con le sue cancrenose disgregazioni) si palesa ancora come fertile terreno per le patologie del genere, senza tuttavia assurgere qui a deformante specchio disturbante. Da apprezzare comunque per maturità narrativa.
Pigro: Rievocazione precisa del primo grande scandalo della tv Usa: fin troppo precisa (e lunga). Il film è ben fatto e ben diretto (e con un piacevole Turturro), ma sconta una sceneggiatura che eccede sia in riferimenti locali sia in divagazioni romanzesche. Il risultato è un lavoro tutto cerebrale, dove non si può far altro che ammirare questo o quell’elemento specifico, ma dove alla fine non solo non c’è emozione, ma perfino la denuncia del Moloch televisivo si annacqua in una generica curiosità di quanto erano strani un tempo gli americani…
Herrkinski: Tra le commedie pecorecce/scorreggione del periodo è sicuramente tra le migliori. La trama ricca di equivoci e gag tipiche del genere sconta ovviamente situazioni già straviste, specialmente in tanti lavori di Banfi; Montagnani però non fa rimpiangere il comico pugliese e il resto del cast fa la gioia degli amanti del cinemabis (su tutti il mitico Robutti e la Russo, tutto sommato fresca interprete per l'epoca). Volgarità e gag trucide a iosa, supportate da un ritmo molto alto e musiche di Rizzati in tema; si ride spesso e volentieri. Ruspante.
Venerdì, 7/05/21 ALLE ORE 21:10 21:10 su Mediaset Extra
Vito: Diego Marra, vicequestore della Digos, con l'aiuto della sua squadra indaga su alcuni omicidi politici rivendicati da una nuova formazione delle Brigate Rosse. Fantasmi. Una vera e propria storia di fantasmi diretta al solito magnificamente dal grande Michele Soavi; fantasmi e ombre provenienti da un passato lontano ma mai dimenticato della storia d'Italia, che tornano a uccidere con la stessa ferocia e determinazione. Bravi Bova, Bruschetta, Fassari e tra i brigatisti lascia il segno l'interpretazione glaciale di Ravello. Una fiction da riscoprire.
MEMORABILE: I brigatisti catturati che si dichiarano prigionieri politici come negli anni di piombo.
Caesars: Il tema di fondo (le tensioni razziali tra cinesi e giapponesi) era interessante e poteva dar vita ad un prodotto dignitoso. Il film invece (anche se ciò non sarebbe un peccato mortale) se ne serve al solo fine spettacolare. I problemi veri nascono dal punto di vista realizzativo: ogni volta che non c'è un combattimento, la noia regna sovrana (ma anche le "lotte" stufano ben presto), gli interpreti (Bruce Lee in testa) sono poco espressivi, la trama è piena di illogicità e non coinvolge mai. Il primo Lo Wei/Bruce Lee era un po' meglio, forse per l'aria più ruspante.
Homesick: Le similitudini con l’immediato termine di paragone (il coetaneo Fuori orario di Scorsese) si fermano alle peripezie notturne vissute dall’insonne e impassibile Jeff Goldblum; rispetto al collega invece Landis difetta di ritmo, compattezza ed estrosità, tanto che il suo film rallenta di continuo per la noia ingenerata da uno script confuso e improduttivo con personaggi di scarso carisma, a cominciare da una Michelle Pfeiffer più anodina che mai. A poco servono i camei di noti registi (da Croneneberg a Siegel) e gli improvvisi scatti di violenza proto-pulp.
MEMORABILE: Il primo incontro di Bowie con Goldblum, da lui creduto un attore.
Herrkinski: Senza dubbio il migliore della serie. Miller stavolta ha un budget migliore e ne approfitta per creare una messinscena più ricca, dove esplosioni spettacolari, sparatorie, trovate di ogni genere la fanno da padrone. La trama è ancora una volta semplice ma il film funziona nettamente meglio del predecessore, caratterizzando in modo più convincente il solitario Mad Max (un buon Gibson) e creando una vasta gamma di nemici caratteristici, dal truce punk Vernon al mascherato Lord Humongous. Resta un fumettone post-atomico fracassone, ma diverte.
Undying: Divertente ed elegante commedia, vagamente erotica (la Cassini sprizza sensualità da ogni poro) coerentemente diretta dal bravo Sergio Martino. Si lascia guardare per la struttura ad episodi e per la buona riuscita delle interpretazioni (bravi Alberto Lionello ed Aldo Maccione). Il versante "estetico" è ben rappresentato da vari tipi di bellezza femminile: Ursula Andress, Barbara Bouchet e la già menzionata Cassini (il miglior "didietro" -a mandolino- dell'epoca). Raimondo Vianello firma (in parte) la sceneggiatura!
Buiomega71: Biopic fiammeggiante e doloroso, non dissimile da Star 80 (e la presenza di Eric Roberts non è un caso), dove gli anni 70 sono ricostruiti impeccabilmente (hits del periodo, costumi, acconciature e atmosfere). Straordinarie le parti sul set di Gola profonda (con un Hank Azaria identico a Gerard Damiano) e la prima al cinema con Hugh Hefner. Poi si vira verso i lidi della violenza domestica (botte, rapporti matrimoniali che paiono stupri, docce fredde, costretta a prostituirsi con più uomini contemporaneamente) e il glamour cede il posto al dramma. Lucidamente intenso.
MEMORABILE: Il poliziotto e l'autografo; La commovente telefonata del padre; Vendetta del produttore a scudisciate; "Spirit in the sky"; La carnosa Dolly/Mazar.
Xamini: Cinema niente affatto banale, quello di Zhangke Jia. Il racconto si svolge in tre annate (1999, 2014, 2025), riprese in tre formati differenti e separate da distanze spaziotemporali incolmabili. Il tratto predominante è quel capitalismo divoratore che cannibalizza la Cina, la trasforma rapidamente e che nel film è incarnato dal figlio di Tao (la Cina), Dollar (nomen omen), incapace di desiderio, di ricordare il nome della madre o la propria lingua di origine. Come Still life, è un film dai ritmi lenti, apparentemente indigesto, ma talmente ricco di allegorie da premiare con gli interessi una visione attenta.
Galbo: L'esordio alla regia dell'attore Matt Dillon è una crime story in gran parte ambientata in Cambogia. L'autore ha chiari riferimenti letterari e cinematografici ma li usa in modo discontinuo e senza grandi rielaborazioni. Ne deriva un'opera dalla scarsa personalità, poco intrigante e soprattutto priva di ritmo. Buone le interpretazioni del regista/attore e di James Caan. Piuttosto fuori contesto Gerard Depardieu.
Dusso: Musicarello mediocre un po' stancante, a lungo andare, con canzoni brutte (a parte una di Patty Pravo e l'altra di Carmelo Pagano) ma come spesso accade in questo genere con momento invece discreti. Il tema musicale di Micalizzi se non è un plagio allora è lo stesso di Morricone per In ginocchio da te. Discutibile far doppiare Vittorio Congia da Ferruccio Amendola; in più in una scena si sente parlare il commissario senza che questi apra la bocca (che brutto errore!)
Giùan: Rapsodico e dilatato come tipico dello stile del regista ma intrinsecamente più impervio e "cinese" dell'universale e fruibile Al di là delle montagne. Appare evidente in particolare come il non possedere alcune coordinate storico-economiche ma anche elementi tematici della precedente filmografia di Zhangke renda complesso orientarsi nel tessuto narrativo di un film sorretto comunque da una messinscena di rigoroso controllo. Notevole la crescita (perfino in termini empatici) del personaggio di Zhao Thao, di impassibile intensità emotiva. Spaesante.
MEMORABILE: La mdp che si alza sull'urbanizzazione del Datong; Gli espedienti di Qiao per tirare a campare uscita di prigione.
Harden1980: Curioso ritrovare una star come Tony Curtis in un film comico erotico in cui un Casanova ormai impotente trova per combinazione un popolano identico a lui che può mantenere alta la sua leggendaria fama di amatore. Le scenografia e i costumi sono sontuosi, ma la presenza della bellissima Marisa Berenson e della generosa Marisa Mell non bastano a risollevare le sorti di un film che si basa su equivoci triti e ritriti e scambi di persona tra ignari cortigiani imbecilli. Forse il punto più basso della carriera di Curtis.
Pessoa: Quasi una Fiamma del peccato de noantri questo giallo psicologico di Comencini, non ai suoi vertici narrativi. La trama appare spesso slegata e i dialoghi cerebrali funzionano solo a tratti, a dispetto dei nomi coinvolti nella scrittura. Anche il resto della troupe stellare (Baragli, Morricone, De Santis) sembra sovente lavorare con la mano sinistra. Nonostante tutto il film si fa seguire e la nemesi finale, seppur prevedibile, funziona. Ottima prova di Leroy e della Pitagora. Vale la pena.
Homesick: Già di per sé contorte ed accavallate, le trame dei film spionistici peggiorano la situazione quando vengono tirate avanti per ben 105'; Civirani salva a stento la baracca con qualche buon momento d'azione - dalle immancabili scazzottate a sequenze di lotta libera - ed amene locations. Scialbo il cast, dove comunque contano di più gli stuntmen che gli attori veri e propri.
Gestarsh99: Penultima Squadra seriale, in cui l'usuale missione all'estero si accaparra quasi tutta la durata del film. Da furti, scippi e truffarelle paesane Corbucci e il suo fidato maresciallo in tuta blu si confrontano a suon di vaffa addirittura con l'ambiente grosso della mafia italoamericana. La vicenda mostra presto la corda, rivelando una scrittura esigua inadatta sia ad ottimizzare verosimilmente l'incarico sotto copertura del "reimpiratito" Giraldi sia a rendere organici all'intreccio gli interludi farseschi (quelli con la stridula befana Maria Sole). Wallach siede a tavola e corleoneggia indolente.
MEMORABILE: Il forbito totoscommesse di Ennio Antonelli: "Così se vince Pasquale pìo la percentuale, se vvince Chècca pìo la stecca e ssi pperde Ciulo ma pìo in der culo".
Sabato, 8/05/21 ALLE ORE 17:00 17:00 su Rai Storia
Panza: Film con episodi che hanno come lieve filo conduttore la vita militare. Il primo sfrutta l’allora celebre Tony Renis per cucirgli addosso una storia assai insipida (*). Il secondo è leggermente migliore del primo (con Noschese travestito da donna per una ipnosi): si salva solo l'istrionismo dell'attore, non il soggetto (*!). Il terzo racconta invece di un uomo (Chiari) che suo malgrado deve partecipare alla naja: interessante ma non convincente (*!). Il quarto (con Franco e Ciccio) è di qualità superiore agli altri (**). Facendo la media: *!
MEMORABILE: Con la mosca, peggio di Mondo Cane! (Franco)
Galbo: Remake di un film americano degli anni '50, mette in scena una delle fobie pricipali di un genitore: la sottrazione violenta di un figlio (in questo caso per un sequestro di persona). Il regista usa questo tema con una certa maestria anche se lo studio psicologico dei personaggi (in particolare del padre, ben interpretato da Gibson) dà dei risultati un po' spiazzanti (il padre rifiuta il pagamento e anzi mette una taglia sui sequestratori). Il regista comunque dosa piuttosto bene la suspance e lo spettacolo risulta godibile.
Sabato, 8/05/21 ALLE ORE 21:05 21:05 su 20 Mediaset
Giùan: La precipuità di Point break, ciò che ne fa uno dei pochi movie contemporanei a non usurpare il titolo di cult, sta nell'adrenalinica abilità della Bigelow di creare un fumettone zen-surf, i cui riferimenti son tutti fruibili dal pubblico medio eppure declinabli poi singolarmente. Americano al 100%, sostituisce alla natura evocativo-contemplativa del suo referente diretto (Un mercoledì da leoni), la potenza generatrice del cinema. Swayze e Reeves all'occasione della vita ma è Gary Busey a regalar lucciconi renendosi indimenticabile. Un film che fa le onde.
Pigro: Due scugnizzi scatenati, col mito di Butch Cassidy, in fuga da Belfast verso l’Australia. Tutto è divertente e insieme toccante in questo film, che ci rituffa nell’Ulster insaguinato del 1970 ma anche nel mondo così immaginifico dell’infanzia (con un’eccellente abilità nel descriverne processi psicologici ed espressioni, altrettanto splendidamente sostenute da due strepitosi attori in erba). Un irresistibile e travolgente canto alla libertà, all’infanzia perduta, alla fratellanza oltre gli steccati, alla fantasia. Da vedere!
Alex1988: Western atipico (è presente anche il mare), con un Terence Hill non ancora inchiodato nella maschera di Trinità. Non facile da seguire, privo di un ritmo sostenuto, è un western molto simile, anche per quanto riguarda i contenuti, ai cosiddetti "tortilla-western", cioè, quelli ambientati durante la rivoluzione messicana, piuttosto che a una semplice storia di vendetta. Poco incisivo, ma realizzato con mestiere.
Galbo: Scrittore raffinato e profondo, difficilmente “trasferibile” sullo schermo, McEwan è autore del romanzo da cui è tratto questo film, nonché sceneggiatore dello stesso. L’adattamento può dirsi riuscito con qualche riserva. Una prima parte soddisfacente e una seconda meno spontanea (finale compreso), con più di un limite nella scrittura del personaggio maschile. Bravissimi e ben scelti i due attori, buone ambientazione, fotografia e colonna sonora.
Max73: Non male questo tv-movie della serie "C'era una volta Vigata" tratta dai romanzi "storici" di Andrea Camilleri. Michele Riondino se la cava piuttosto bene, anche se è del tutto negato per l'accento genovese (avrebbero potuto farlo doppiare da un attore veramente ligure), buoni anche i comprimari. Ester Pantano è meno bella di quanto un'astuta fotografia riesca astutamente a farci credere, ma appare credibile in alcune brevi sequenze non prive di sensualità (vedi quella, anche se non molto originale, della "banana").
Pigro: Due donne e un mistero. Dopo 8 donne Ozon slitta, sempre in tema, su livelli più complessi e ambigui (addirittura con finale indecifrabile), mettendo una scrittrice e una ragazza attorno a una piscina in una villa francese. Sembra il classico scontro generazionale o femminile o culturale, con la prima votata alla scrittura e la seconda al sesso sfrenato, ma è una sottile (e un po’ cerebrale) riflessione sull’atto creativo. Elegantissima la regia con una costruzione esemplarmente rarefatta della narrazione. E con un’affascinante Rampling.
Galbo: Sebbene non dica nulla di nuovo nel panorama cinematografico dei thriller spionistici, Giochi di potere ha il merito di fare conoscere al pubblico le trame intorno al programma di aiuti ONU “Oil for food” e sulla realtà irachena pre e post Saddam. I limiti del film risiedono nell’eccessiva semplificazione della storia, con dialoghi a volte incredibilmente superficiali e nella debole interpretazione del protagonista Theo James. Soddisfacente e deliziosamente ambigua la prova di Kingsley. La Bisset si vede troppo poco.
Domenica, 9/05/21 ALLE ORE 04:20 04:20 su Italia 1
Herrkinski: Spin-off cumulativo di Predator, Terminator e (in maniera minore) Robocop, girato nelle Filippine da Mattei con un cast di volti noti del cinemabis e un budget irrisorio. Non sarebbe neppure malaccio, se non fosse per la ripetitività dell'insieme; Mattei infatti dirige con buon mestiere, ma le interminabili camminate nella giungla dopo metà film cominciano a stancare e le apparizioni del "robowar" sono piuttosto comiche. Se si fosse puntato di più sullo splatter, poco presente, sarebbe stato più divertente. OST "in comune" con After death.
MEMORABILE: Il rumore (comicissimo) che produce il robowar.
Giùan: Aspira certamente alla non onorevole palma di più antipatico thriller italiano degli anni '70. Trasuda infatti velleità argentiane, ma dei masterpiece di Dario, Piccioli riesce ad emulare solo la sostanziale inverosimiglianza dell'intreccio, per nulla riscattata dalla visionarietà tecnica e anzi ulcerata da un ignavia che confina con la disonestà intelletuale. Restano la buona sequenza "onirica" dell'omicidio della ninfomane e le grazie del reparto muliebre col duo lesbo, Senatore/Velazquez a dar la paga alla Baker mal(ac)concia(ta). Che broncio Garko!
MEMORABILE: I baffi di Garko e le musiche di Giombini uniti in un tedioso contrappunto; La scena dell'omicidio e occultamento della moglie; La "subacquea" saffica.
Domenica, 9/05/21 ALLE ORE 08:50 08:50 su Rai Movie
Homesick: Amoroso-avventuroso che vede fronteggarsi le orde tartare di Orson Welles e quelle vichinge di Victor Mature. Al di là della trama, poco innovativa, si ricorda qualche efficace scena di battaglia, l'avvenenza di Bella Cortez e il trucco orientale di un bieco e infido Welles, che aggiunge così un altro interessante personaggio negativo alla sua lunga galleria di interpretazioni; un Arnoldo Foà completamente pelato è il suo saggio (e inascoltato) consigliere. Epilogo brusco e non consoaltorio.
Pessoa: Brillante commedia ben diretta da Monicelli sui luoghi comuni della vecchia mentalità siciliana (ma non solo) che ha portato nel firmamento delle star nostrane una formidabile Monica Vitti, rivelandone tutto il lato comico ampiamente utilizzato in seguito. Ma la storia in sé era datata anche quando il film uscì e viene sviluppata con troppi luoghi comuni e coincidenze forzate che rendono la vicenda poco credibile. Si sorride, ma grazie al talento degli interpreti e del regista, che riescono a cavare il sangue dalle rape. Guardabile.
MEMORABILE: La Vitti, che ogni volta che incontra un uomo si nega e si offre allo stesso tempo, con sfumature recitative da grande attrice.
Fauno: Ambientato nel XIX secolo: una ragazza, in viaggio verso Marsiglia da Salem ove aveva rifiutato un matrimonio combinato, viene rapita da pirati del Marocco e l'obiettivo sarà la sua liberazione. A larghi tratti stringe il cuore per ingenuità e innocenza, ma già dalla remota uscita di questo film si udivan frecciate: se la donna nei paesi musulmani veniva mercificata e annichilita, non era poi neanche giusto riportarla in America ove avrebbe comandato lei (anche perché non eran poche le donne che consideravano l'harem una comunità in cui stavano bene).
MEMORABILE: "Se non spariamo prima di mirare o ci scappa la preda o un indiano nel frattempo ci ha fatto fuori".
Il Dandi: Uno Scola post-Jacopettiano, che sposta il terreno della commedia all'italiana su scenari di poderosa (per lo screen cinematografico dell'epoca) resa documentaristico-spettacolare (che Sordi, con mano meno felice, cercherà di riproporre in tutte le sue cartolinesche regìe). Prolisso, con qualche caduta ma nessuna imperdonabile. Il confronto finale tra Sordi e Manfredi è sapientemente ritardato, ma quando ci si arriva si viene ripagati. Ottimo Blier.
MEMORABILE: La rissa con il negriero portoghese: "Vergogna, due contro uno", e la replica di Sordi: "e se eravamo tre, te menavamo in tre!"
Galbo: Thriller assai mediocre diretto da un regista il cui passato (Pomodori verdi fritti) è assai migliore dell’opaco presente. In questo film non funziona quasi niente, a partire dalla sceneggiatura che è colma all’inverosimile di “buchi” narrativi e situazioni inspiegabili. Assai raramente inoltre il regista riesce a costruire un minimo di tensione che ci fa ricordare che stiamo assistendo ad un thriller. Unico elemento positivo, la carismatica presenza di Pacino, ma è decisamente troppo poco.