Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Siska80: Povera Laura: ha problemi col padre, la matrigna e pure la sorellastra, ma per fortuna ci pensa un bel biondino a consolarla... forse. Thriller alla buona che di buono non ha proprio nulla: sagra del già visto (ivi incluso il colpo di teatro finale della serie "to be continued"), non può contare né su una buona recitazione, né su una sceneggiatura accettabile: persino il finale abbastanza frenetico rischia di far calare la palpebra per l'assoluta mancanza di tensione e la prevedibilità dell'insieme. In sostanza, una pellicola mediocre che fa persino sorridere, per la sua ingenuità.
MEMORABILE: Dentro il bagno; La polizia che arriva fuori tempo massimo.
Undying: Un giornalista (Morandi) arriva a Roma dove conosce una bella prostituta (Maria Grazia Buccella), se ne innamora e tenta di ricondurla ad una vita normale, senza tuttavia riuscirci. Sorta di autobiografia dell'interprete principale (Gianni Morandi), virata più sul contesto paradossale ed ironico, con accenti di pura commedia nella rappresentazione di un provinciale catapultato nel mondo delle iene e della competizione cittadina. Salce è regista perspicace e, come sempre, autoironico ed intelligente: il suo tocco dona al film un aspetto grottesco.
Daniela: L'imperatore Tiberio invia in Guida un magistrato ad indagare sulla sparizione del corpo e sulla presunta resurrezione di un certo Gesù... Premessa storica inattendibile ma non è questo il problema: il film voleva forse essere una riflessione (laica) sul significato di un messaggio di pace e fratellanza, ma è zavorrato dall'esigenza di coniugare spettacolo ed intenti edificanti, con scelte discutibili e passaggi pesantemente didascalici a cui la prova professionale del cast pone solo parzialmente rimedio. Prima parte lentissima, seconda migliore ma nel complesso lascia per perplessi.
MEMORABILE: La sequenza in cui l'inviato, travestito da giudeo, viene scambiato per il Salvatore risorto.
Puppigallo: Misero tentativo Pieraccionico di west-commedia, qua e là quasi dramma, con personaggi ultrafinti, spesso ridicoli (Bowie va oltre la macchietta gigioneggiante; e lo scemo del paese è indescrivibile nella sua improbabilità), o semplicemente sprecati (Keitel, nella sua normalità, sembra un pesce fuor d'acqua in questo mucchio di attori, o presunti tali). Più che un passo falso, una megascivolata su buccia di banana con atterraggio di testa in una piscina vuota. P.S. Anche Pieraccioni (Doc), col suo modo di parlare, fa a pugni col genere; e buonismo e banalità completano il suo West.
MEMORABILE: Bowie, in piena notte, suona e canta davanti alla casa di Pieraccioni, spaccando la chitarra in testa allo scemo e nessuno gli spara; C'è un codice...
Mco: Chi l'ha detto che per far ridere servono sempre e solo lo sproloquio o le allusioni sessuali? Sicuramente non Tirard, che disegna addosso a ciascuno dei suoi giovanissimi personaggi un fumetto divertente, nella sua semplicità. I rapporti con le autorità (genitori ma anche maestre), con il possibile incremento familiare e con il resto del mondo costituiscono un sostrato ideale per degli attori che, seppur anagraficamente verdi, riescono a regalare novanta minuti davvero spassosi. Bravo Godart, simpatica la coppia di genitori Mèrad e Lemercier.
MEMORABILE: Ora vi racconto come si fanno i soldi...
Galbo: Un Totò ormai al crepuscolo artistico e della vita (morirà pochi anni dopo) impegnato in una parodia del celeberrimo Lawrence d'Arabia ma che prende via via la strada della satira dei film di spionaggio. L'unico motivo per consigliare la visione della pellicola sono proprio le performances dell'interprete principale in grado ancora di reggere ottimamente la scena. Per il resto il film è davvero poca cosa.
Puppigallo: Più che un film è un delirio, con un bigfoot alto minimo sei metri!, palesemente schizofrenico, che cammina bipede, ma poi decide di essere un gorilla e cambia postura. In più, ogni volta che calpesta il terreno, sembra che esplodano delle bombe a mano; e c’è chi vuole proteggerlo anche dopo che ha staccato una trentina di teste a morsi. Non ce n’è uno normale; sono tutti dementi riuniti in una sola cittadina (un record). Ridicolo, con dialoghi penosi e effetti pietosi (il mostro fa movimenti assurdi). Così mal concepito che un’occhiata, magari…P.S. Turbigfoot corre come un treno.
MEMORABILE: Alice Cooper calciato via dal palco dal bigfoot, dopo che gli ha urlato "Fatti sotto!"; Il finale sul monte Rushmore in "stile" King Kong...
Galbo: Una convincente opera letteraria (di Scott Turow) dà vita ad un film altrettanto convincente frutto di un discreto adattamento letterario. La vicenda che a tratti appare macchinosa è tuttavia ben diretta, con sapiente alternanza di momenti di tensione e pause narrative fino al colpo di scena finale. Buona l'ambientazione e valido il cast: se Ford presenta una recitazione piuttosto nella norma, molto buone appaiono le prove dei comprimari, specie la Scacchi e Raul Julia.
Anthonyvm: Spassosa satira di Zampa che presenta al pubblico uno dei più iconici personaggi sordiani. L'ipocrisia e l'opportunismo di Tersilli, fra vedove sedotte, visite cronometrate e sotterfugi orditi dalla sua machiavellica famiglia, sono tanto caricaturali da attirare le maligne simpatie del pubblico, grazie specialmente all'innata verve di Albertone. La struttura essenzialmente unidirezionale dello script viene rinvigorita da un efficace gioco di salti temporali, commentati dalla voce fuori campo del protagonista, che accompagnano la vicenda fino al dissacrante finale. Mordace con garbo.
MEMORABILE: Le musiche di Piero Piccioni; Le macchinazioni della madre; L'avvenente paziente che si fa pagare; Le visite da trenta secondi l'una in successione.
Supervigno: Molto divertente, abbastanza sopra le righe, ma tutto sommato realistico ritratto delle differenze tra la tipica famiglia "di destra" e "di sinistra", in vicinanza forzata nella località di vacanza, dove, come è noto, ognuno da il peggio di sè. Si ride molto, ma alla fine non è un film molto divertente. E non tanto perché probabilmente abbiamo riconosciuto qualche fisima o atteggiamento che appartiene anche a noi, ma soprattutto per il retrogusto amaro che regna nella rappresentazione di quasi tutti i rapporti umani. Futuro classico.
Graf: Un "Totò e Peppino" di assoluto valore, miscela comica di nitroglicerina che esplode mandando in pezzi il mondo della logica. Totò vuole spillare un po’ di milioni all’avarissima moglie per passare una settimana di bagordi a Roma e così si mette in combutta con Peppino, il barbiere del paese... La misera sceneggiatura, piena di buchi e alquanto sconnessa, viene impreziosita dal consueto ricamo di scene e scenette nelle quali i due grandi comici palesemente improvvisano seguendo l’uzzolo buffo del momento. Franco Interlenghi frena il ritmo del film.
MEMORABILE: Titina De Filippo é una moglie tirchia di arcigna efficacia espressiva.
Homesick: Intima, amara riflessione sull'interminabile guerra in Iraq attraverso un'indagine poliziesca - padre investiga sulla morte del figlio militare - che si sviluppa per gradi, scoprendo le perniciose tare (egotismi, segretezze, droghe, violenze) dell'esercito, enclave totalitaria di ogni paese democratico e liberale. Anziano ed emaciato, Lee Jones presta un'interpretazione sofferta e intensa, ulteriormente rafforzata dai concisi interventi della madre in lacrime Sarandon.
MEMORABILE: Tommy Lee Jones che racconta la storia di Davide e Golia. La bandiera degli USA capovolta in segno di pericolo.
Corinne: Un Verdone non memorabile (né alla regia né come protagonista) ma ancora ad alti livelli, pre-Viaggi di nozze non solo cronologicamente. Dopo una prima parte amarissima e caustica su un tema che a vedere oggi il film lo rende tutt'altro che datato (la "tv del dolore"), si addolcisce un po' troppo nello scivolare verso la classica deriva sentimentale verdoniana, ma mantiene un certo equilibrio. Da segnalare un'Asia Argento piacevole e in parte.
Siska80: I gemelli Phoebe e Max, che fanno parte di una famiglia di supereroi, mandano a monte una missione importante e devono recuperare il loro status. A livello di effetti speciali, trucco, costumi e location siamo a livelli mediocri, ma nel complesso si tratta di un film con interpreti simpatici e un numero di gag riuscite consistente: girato come se fosse uno dei tanti episodi della serie tv da cui è tratto (non mancano nemmeno le risate preregistrate del pubblico!), si lascia guardare per una discreta azione e perché la famiglia unita che fa gruppo ha un che di nostalgico che prende.
MEMORABILE: La presentazione dei vari personaggi; Il coniglio Colosso; La pianta da testare.
Rigoletto: Splendida commistione di attori e cartoni animati, riproposta anche successivamente ma senza raggiungere la stessa genialità. Zemeckis azzecca un'altra delle sue incursioni ma raramente lo si è visto così in forma. Bob Hoskins, perfetto nel ruolo del poliziotto depresso, si conferma attore versatile capace di ricoprire ruoli molto diversi tra loro. Lo stesso discorso vale per Christopher Lloyd, qui in un ruolo oscuro ed inquietante. Splendide le Musiche di Alan Silvestri. Caldamente consigliata la visione. ****
MEMORABILE: Jessica Rabbit: "Io non sono cattiva... è che mi disegnano così!"
Galbo: Era inevitabile che una emoticon diventasse protagonista di un film di animazione prima o poi. Purtroppo per gli autori di Emoji molte delle intuizioni e soluzioni narrative presenti nel film sono state già mostrate dalla Disney e questo si limita ad un riepilogo citazionista peraltro superficiale, poco brillante e non trascendentale tecnicamente. Può funzionare come pellicola rivolta ai bambini, che nè apprezzeranno la grafica colorata. Per gli adulti, meglio astenersi anche per colpa di un doppiaggio italiano mediocre.
Rambo90: Thriller solido, dalla trama interessante anche per la scelta del protagonista di non proferire parola, aggiungendo al tutto un piccolo tocco di originalità. Florentine come sempre dirige bene ritmo e azione, con combattimenti ben coreografati e sapientemente sparsi lungo la trama. L'identità del killer è discretamente sorprendente, un po' meno la motivazione. Convincente Banderas, cast di supporto altisonante ma non tutti sono sfruttati a dovere. Buono.
Deepred89: Un'ora e mezzo di muscoli, sparatorie, combattimenti, esplosioni e chi più ne ha più ne metta. Attori dai volti così inespressivi e (talvolta) deformati da risultare paradossalmente perfetti; azione eccessiva e divertentissima, dialoghi ad effetto, nessuna pretesa di critica sociale (grazie al cielo) e trash spesso dietro l'angolo (ma non è per forza un male). Peccato per la brutta fotografia e per l'eccesso di digitale, ma il film non annoia un istante ed è uno spasso assoluto. Promosso.
Enzus79: Pellicola che affronta in modo discretamente leggero la malattia dell'Alzheimer. Le dinamiche sono tutte quelle che lo spettatore si aspetterebbe da una storia del genere. Purtroppo però si cade un po' troppo nello strappalacrime rendendo banali alcuni momenti. Nolte non delude, al contrario di Matt Dillon (in una delle sue peggiori performance). Mediocre la colonna sonora.
Enzus79: Un uomo si costituisce per l'omicidio della moglie, ma non tutto è come sembra. Mediocre thriller giudiziario, dato che quello che meno convince sono le dinamiche (facili) e alcuni personaggi di contorno. Certamente a non deludere è il duo Hopkins/Gosling: oltre che bravi, i due risultano anche simpatici. Colonna sonora pomposa e poco efficace. Meglio il titolo originale: "Fracture".
Herrkinski: Considerando anche il fallimento del remake, girare un sequel "diretto" (anche se per metà è più un reboot) dopo 30 anni - con diverse platee da accontentare - era impresa ardua che Reitman Jr. porta a termine con furbizia; si gioca ripetutamente con l'effetto nostalgia, si prende in prestito Stranger things, si inseriscono innumerevoli riferimenti all'originale, financo si raduna il cast storico per un ultimo commovente saluto a Ramis. Per far meglio si poteva dar più spazio al quartetto d'epoca e non ridurre la Weaver a un cameo esornativo sui titoli di coda ma il film è ben fatto.
MEMORABILE: Il raduno del cast storico e l'omaggio a Ramis; Gli omini dei marshmellows; L'inseguimento al Muncher.
G.Godardi: I Vanzina hanno biforcato la loro produzione: i prodotti destinati alla sala cinematografica e al piccolo schermo TV. Stupisce il fatto che i prodotti migliori alla fine siano quelli destinati a quest'ultimo. Come questo VIP, che non racconta nulla di nuovo, è vero, ma è dotato di una brillante scrittura registica (stereotipata s'intende) con tre storie che si intrecciano tra loro. Un po' di Dolce vita e molto di Notting Hill. Cast raffazzonato ma tutto sommato dignitoso. E il solito fastidio autocitazionista. Prolissetto ma bevibile. Decadentista?
Pigro: Classico filmetto all’americana del ragazzo scaltro che salva il mondo, qui con contorno di un elemento che in pochi anni sarebbe diventato centrale nel cinema di questo tipo: il computer. Tutto sommato, però, a parte la retorica e la storia che non regge da nessuna parte, il film ha un buon ritmo e una buona idea sul finale, anche se la morale è consolatoria e banale. E poi c’è l’esordiente Matthew Broderick bravo. Quasi piacevole.
Ale nkf: Dopo anni di assenza Raymond Burr torna sugli schermi televisivi con questo notevole film-tv. Della Street, la futura assistente di Mason, viene accusata di omicidio e sembra che tutte le prove siano a suo sfavore... Il cast è buono (Patrick O' Neal, la vittima, aveva ricoperto il ruolo di assassino nel telefilm Colombo nell'episodio Progetto per un delitto) e fin dalle prime scene le musiche di Dick de Benedictis riescono ad instaurare un ottimo clima di tensione. La vicenda è intricata, ma coinvolgente soprattutto per un finale a sorpresa.
MEMORABILE: La musica della sigla iniziale e le semplici, ma efficaci inquadrature dell'aula di tribunale.
Minitina80: Un ritorno senza infamia né lode che non aggiunge o toglie nulla di significativo al personaggio. Soltanto gli effetti speciali si aggiornano rispetto al passato, ma non fanno granché la differenza perché il contorno è piuttosto impalpabile. Un film del genere, poi, non può durare due ore e mezza se lo spessore della trama è di una simile banalità. Migliora nella seconda parte per l’azione che distoglie dal torpore in cui si piomba facilmente, anche per il troppo spazio dedicato a una storia d’amore che aveva detto tutto in passato.
Zardoz35: L'idea di partenza è affascinante, il sogno di generazioni di scrittori e lettori di fantascienza che si traduce in realtà: il teletrasporto. Ma presto tutto si trasforma in una sorta di telefilm per ragazzi, con "salti" a ripetizione che hanno sempre meno senso. Anche la lotta secolare tra "Jumpers" e "Paladini" sembra una parodia di Highlander. Gli attori non sono granchè all'altezza; inutile inserire nella trama il solito intreccio sentimentale con fidanzatina innamorata dopo anni di attesa.
Siska80: Produzione palesemente ambientalista, racconta delle peripezie che una sorta di Tarzan in gonnella affronta per salvare dalla distruzione la giungla amazzonica. Nonostante la trama non particolarmente originale, il film è inappuntabile dal punto di vista di grafica e animazione, gode di un ritmo costante, presenta personaggi simpatici (in special modo le due guide spirituali), una protagonista graziosa (fragile e nel contempo tosta) e un finale che scalda il cuore. Adatto a tutta la famiglia, merita un plauso anche per il doppiaggio italiano accurato. In definitiva buono.
MEMORABILE: La tartaruga gigantesca; Il disboscamento.
Tomslick: Dice bene Paolo Villaggio: Fantozzi non è un personaggio comico, è un personaggio tragico. Ciò che gli succede infatti, a ben vedere, è tragicamente vero; è l'irresistibile, demenziale, esagerata maniera con cui la verità viene mostrata a fare di questo primo episodio un capolavoro della comicità italiana (e non solo) di sempre. Fantozziano è aggettivo ormai da tempo nel dizionario, alcune battute e situazioni sono parte del lessico comune, i tentativi d'imitazione ormai non si contano più. Tragicomico fino al midollo, spesso geniale. Epocale.
MEMORABILE: "Avete pesci?" "Non abbiam pescato, Dottore!" "Avete pane?" "Doveva portarlo lui!" ("No, lui!") "E allora che me moltiplico io?"
Gottardi: In un fortino avamposto sperduto tra indiani giustamente in rivolta, arriva un tenentino da West Point che porta regolamenti e scompiglio sentimentale nella moglie di un collega. Western a mezza strada tra il classico e il crepuscolare; giocano sul primo piano lo stampo dell'ambientazione e alcune sottotrame (vedi la love story), sul secondo un’azione non proprio travolgente e una larvata giustificazione per le azioni degli indiani. Nel complesso ha una sua originalità che merita la visione. Walsh si conferma maestro, come Ford, nelle riprese “rocce sudore e polvere”.
Modo: Raramente un film può risultare tedioso come questo! E' la sagra dei luoghi comuni e indirettamente una presa in giro dei costumi locali. La parte italiana è imbarazzante e vedere Luca Argentero recitare meglio di altri colpisce! La Roberts al minimo sindacale non basta per risollevare le sorti di un film insulso. Mezzo pallino in più solo per la fotografia e la piacevole musica.
Siska80: Povera Laura: ha problemi col padre, la matrigna e pure la sorellastra, ma per fortuna ci pensa un bel biondino a consolarla... forse. Thriller alla buona che di buono non ha proprio nulla: sagra del già visto (ivi incluso il colpo di teatro finale della serie "to be continued"), non può contare né su una buona recitazione, né su una sceneggiatura accettabile: persino il finale abbastanza frenetico rischia di far calare la palpebra per l'assoluta mancanza di tensione e la prevedibilità dell'insieme. In sostanza, una pellicola mediocre che fa persino sorridere, per la sua ingenuità.
MEMORABILE: Dentro il bagno; La polizia che arriva fuori tempo massimo.
Piero68: Sicuramente più vicino alla realtà di quanto lo fosse Tombstone di Cosmatos, almeno per i fatti salienti e i personaggi reali. Ma l'eccessiva durata (oltre 180 minuti) spezza le gambe allo spettatore che già dopo una prima parte inutile e vaga fa fatica ad andare avanti con la visione. Grandissimo cast, sfruttato però molto male, con caratterizzazioni abbastanza stereotipate. Sicuramente la fotografia restituisce l'aria di un'epopea lontana, ma come al solito, quando si affrontano leggende realmente esistite, si tende a enfatizzare troppo.
Didda23: Una devastante eruzione vulcanica in terra islandese ha l'effetto di abbassare vertiginosamente le temperature e in aggiunta un grosso iceberg si muove a velocità supersonica verso le coste statunitensi. Un Asylum non del tutto indegno, con i soliti effetti speciali pasticciati e risibili, una trama molto basilare (l'onesto padre di famiglia che vuole salvare la figlia) e un cast tutto sommato onesto (il protagonista è Labyorteaux, volto noto per gli appassionati di J.A.G. - Avvocati in divisa). Trascurabile, ma con un minimo di fascino.
MEMORABILE: L'esplosione fatta con materiali di fortuna; Il volo su un piccolo Cessna; L'arrivo a New York.
Il Gobbo: Sabrina è la figlia dell'autista di una facoltosa famiglia, innamorata di uno dei due rampolli, che manco la vede. Ma dopo aver studiato a Parigi ed essere diventata una donna affascinante le cose cambiano... Se conoscete una Sabrina, la santa patrona è Audrey Hepburn, che con questo film divenne definitivamente un'icona glamour. Wilder tenne a freno il sarcasmo, magari dispiacendo allo zoccolo duro, ma il successo e l'impatto storico furono assicurati. Bogey nel ruolo più inconsueto della carriera. Per sentimentaloni. Orripilante il remake.
Siska80: I cattivi del passato si uniscono a quelli del presente e i Teen Titans sono costretti a loro volta a coalizzarsi con la controparte di un tempo. La trama è delle più comuni nonostante l'idea delle combo conservi ancora un certo fascino, ma il cartone (indirizzato in special mondo ai più piccoli) rimane comunque apprezzabile per il ritmo incessante, i dialoghi a effetto e la simpatia dei vari personaggi: certo, dal punto di vista tecnico è men che modesto, potendo contare su un design strampalato e poco accattivante, eppure i colori improbabili rendono l'atmosfera frizzante.
124c: Carlo Verdone e Sergio Leone, attore/regista e produttore, si concedono il bis (e che bis!), visto che qui il personaggio simbolo è la nonna di Elena Fabrizi. Altro film a episodi, dove il nostro interpreta tre caricature dell'italiano anni '80 che va a votare. C'è non solo Mario Brega camionista (che brutta fine, però, il suo personaggio!), ma anche un Angelo Infanti pre-Manuel Fantoni tentazione amorosa della moglie del precisino Furio. Si ride anche qui grazie a un cast affiatato e a un Carlo Verdone che snocciola battute a raffica.
Puppigallo: Misero tentativo Pieraccionico di west-commedia, qua e là quasi dramma, con personaggi ultrafinti, spesso ridicoli (Bowie va oltre la macchietta gigioneggiante; e lo scemo del paese è indescrivibile nella sua improbabilità), o semplicemente sprecati (Keitel, nella sua normalità, sembra un pesce fuor d'acqua in questo mucchio di attori, o presunti tali). Più che un passo falso, una megascivolata su buccia di banana con atterraggio di testa in una piscina vuota. P.S. Anche Pieraccioni (Doc), col suo modo di parlare, fa a pugni col genere; e buonismo e banalità completano il suo West.
MEMORABILE: Bowie, in piena notte, suona e canta davanti alla casa di Pieraccioni, spaccando la chitarra in testa allo scemo e nessuno gli spara; C'è un codice...
Hackett: Film divertente e adrenalinico che regala quanto promesso senza ingannare lo spettatore. Certo la storia non è delle più elabotrate ma la pellicola è un giocattolo per il divertimanto e a questo si attiene alla perfezione. Bravo McAvoy nel doppio ruolo del nerd che diventa eroe, bella come sempre la Jolie ma abbastanza imbalsamata.
MEMORABILE: La bellissima scena dell'ato che "raccoglie" McAvoy dalla strada.
Nando: Commedia abbastanza scontata, provvista di situazioni stereotipate e di un finale al limite del fantastico. Cast corale in cui emergono Marcorè, grande sensibilità, la Impacciatore e Solfrizzi. Bova se la cava mentre la Solari è bella ma non balla. Musiche molto ruffiane per una pellicola buonista che oramai sembra il marchio di fabbrica di Genovese.
Belfagor: Seguito di Stuart Little che vede il topolino protagonista incontrare un uccellino di nome Margalo, minacciata da un falcone. Questo sequel ha gli stessi pregi e difetti del capostipite, sebbene la storia sia più movimentata e gli effetti speciali siano migliorati. Adorabile Geena Davis nei panni della signora Little, divertente il pavido e sardonico gatto Fiocco Di Neve che stempera gli eccessi di zucchero. Ben realizzate le sequenze aeree.
Rigoletto: Siamo davanti a quella che forse è la più bella trasposizione cinematografica delle avventure di Asterix e Obelix. Sotto certi aspetti è da considerare anche la più divertente (con punte di assoluta ilarità) grazie soprattutto alla diversificazione delle fatiche. Da questo punto di vista la "Casa che rende folli" è straordinaria. Una piacevole riscoperta che andrebbe trasmessa più spesso in TV come faceva una volta TMC. ****
Il ferrini: Il punto più alto della carriera di Banfi, che grazie a Salce trova un buon equilibrio fra la commedia degli equivoci (sala d'aspetto del dentista) e quella corporale (l'azienda del dr. Tomas). Si ride molto e non si pensa mai, il che era esattamente l'obiettivo del film, che non ha neanche una trama o se ce l'ha è del tutto irrilevante. Per i cultori degli eighties carrellata di caratteristi leggendari (da Reder a Bracardi) ma anche di donne che toglievano il sonno, dalla Miti alla Pozzi. Da vedere almeno una volta.
Smoker85: Il primo lavoro televisivo incentrato sulle Sacre Scritture vede come protagonista il grande Richard Harris, che poi interpreterà l'ultimo episodio della serie. Il cast è di buon livello (annovera anche Vittorio Gassman) e la confezione è apprezzabile, ma complessivamente risulta lento, pesante e troppo asciutto.
Rigoletto: Un disastro realizzato in maniera inconcepibile. Di taglio giornalistico, quasi un reportage della vita di Cristo come compendio dei Suoi insegnamenti, eppure vuoto, un vaso a uso ignobile. Di apprezzabile c'è solo la fotografia, il resto lascia allibiti, compreso Rossi, totalmente incapace di magnetizzare l'interesse dello spettatore. Non so a cosa pensasse Rossellini, ma distruggere la fluidità narrativa a favore di tanti piccoli quadretti non aiuta. L'assoluta mancanza di spiritualità contribuisce a renderlo il peggior film su Gesù.
MEMORABILE: Vedere Erode Antipa (lo sprecato Ucci) vestito come un Cesare e trapiantato in Galilea è di per sé una spia del disastro incombente.
Daniela: La vita di Gandhi, dagli anni della fine dell'800 in cui come giovane avvocato si batte in Sudafrica per i diritti della minoranza indiana fino all'assassinio da parte di un fanatico indu nel 1948, ricostruita tentando di coniugare le ragioni della divulgazione storica con quelle dello spettacolo. Se alcuni passaggi risultano troppo agiografici e certe figure di contorno mal definite e/o superflue, il film si fa sempre seguire con interesse, per merito della regia altamente professionale di A. e soprattutto dell'interpretazione di Kingley, impressionante per mimetismo. Didattico in senso buono
Camibella: Gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù Cristo vissuti con gli occhi del Tribuno Clavio. Malgrado sia ben rifinito, il film non convince pienamente e resta in bilico tra narrazione biografica e maldestra investigazione che sfocia poi in un'improbabile conversione. Un bel pacco che nasconde un regalo non propriamente all'altezza ma comunque non disprezzabile.
Panza: Anche qui il finale rovina tutto visto che si giunge alla risoluzione del delitto in maniera preveggente, quasi casuale e perciò poco convincente (caratteristica spesso presente in questi film-tv con Mason). Qui però anche le parentesi con gli aiutanti risultano perlomeno ironiche (fantastico il processo sul furto di biancheria che l'aiutante avvocato deve affrontare) e più vedibili del solito. La regia perde fra l'altro troppo tempo con le scene inerenti al musical che si sta allestendo ma si riprende parzialmente con il resto della storia...
Modo: Avvincente film d'azione sornione e ironico. Pochi momenti morti. Superba prova dell'istrione John Malkovich e ottimo Bruce Willis, ma tutti sono affiatati. La storia non è certo originale, anzi è piuttosto banalotta, comunque supportata da ottimi effetti speciali e battute a volte irresistibili. Talmente alto il livello degli attori che si perdonano volentieri certe leggerezze. Si merita un bel voto.
MEMORABILE: La casa sotterranea, fuori di testa l'ingresso!
Samdalmas: Classico film per ragazzi degli anni '8o che ancora oggi conserva il suo fascino tra vecchie mappe, pirati e inseguimenti. Ha lanciato attori come Sean Astin e Josh Brolin ma Anne Ramsey, la terribile madre dei Fratelli, ruba la scena a tutti. Una delle produzioni più fortunate di Spielberg, che all'epoca non aveva rivali nel genere. Da ricordare anche la canzone-tormentone di Cindy Lauper.
Rambo90: Un po' come in Notting Hill si uniscono le diversissime vite di una popstar e di un professore di matematica, ma quello che è iniziato per caso e in modo quasi giocoso si trasforma poco a poco... Una rom com studiata a tavolino con due personaggi incarnati alla perfezione dai due protagonisti, che si danno da fare e dimostrano tanta simpatia e affiatamento. La chimica tra loro è il vero punto di forza, perché la sceneggiatura offre passaggi scontati anche se sa dosare lo zucchero tra sorrisi e piccoli momenti di riflessione. Belle le canzoni create ad hoc.
Piero68: Rai Fiction scimmiotta per la seconda volta un bellissimo film di Magni investendo del ruolo di protagonista Proietti (era già successo con Preferisco il paradiso). Inutile dire che ancora una volta i risultati sono terrificanti e lontani anni luce dalla bellezza del film originale, che nel caso de In nome del papa re fruttò ben 3 David compreso miglior attore a Manfredi. Regia a livello dilettantesco e una ricostruzione scenica poco curata sono i difetti peggiori. Ma non sono gli unici. Cast inadatto e, a tratti, involontariamente comico.
Alex1988: Avventura extra per Michael Mann, specialista del neo-noir, qui alle prese con il romanzo di James F. Cooper. Supportato da un Daniel Day Lewis forse meno convinto del solito, ma sempre ottimo attore, Mann confeziona il prodotto al meglio; epicità nelle battaglie, ma senza sfociare troppo nella spettacolarità. Superba anche la fotografia di Dante Spinotti, frequente collaboratore di Mann. Unica pecca, una leggera prolissità.
Il ferrini: Di buono ci sono sicuramente gli effetti speciali e la colonna sonora nostalgica, di mediocre molte battute, di pessimo la sceneggiatura decisamente pedestre. Fortunatamente però il film ha un notevole impatto visivo durante le "partite" che mantiene alta l'attenzione; ottimo il gigantesco Pacman che gira per la città ma soprattutto la sfida finale a Donkey Kong. Gli attori stanno al gioco anche se i dialoghi son di grana grossa e gli sviluppi prevedibili. Per un gran film che omaggi la cultura anni '80 si attenda Spielberg.
Sabryna: Film drammatico/sentimentale passabile. Trasmesso in TV il più delle volte durante i periodi festivi di Natale e Pasqua, racconta di un bambino povero di Brooklyn improvvisamente divenuto erede di una fortuna in Inghilterra. Il piccolo Lord Fauntleroy, generoso e tenero, farà breccia nel duro cuore del nonno (intepretato da Alec Guinness). Un po' scontato nello stile e nelle tematiche, tuttavia abbastanza piacevole da seguire.
Nando: Favola ecologista che vede un lupo e un cucciolo di leone entrare in simbiosi negli splendi scenari canadesi. La caduta di un aereo e la morte del nonno mettono in condizione una giovane pianista di doversi occupare degli animali. Una pellicola dedicata ai ragazzi. Tuttavia alcune situazioni rasentano l'inverosimile (un leone nel freddo canadese?). Per una serata dedicata ai bambini.
Galbo: Documentario su e con Ornella Vanoni, il cui pregio è quello di non guardare al passato. Ne deriva non il solito biopic (non mancano, anche se sono ridotte al minimo, le immagini di repertorio) ma il ritratto di un'artista al presente e di una donna che non teme di mostrarsi invecchiata e lontana dagli splendori giovanili. L'ambientazione (un centro termale) un po' straniante aiuta nell'esercizio della confessione che lascia da parte le banalità per un approccio a volte ruvido ma autentico.
Natron : Un curioso thriller, se non altro per l'ambientazione tra le montagne messicane, sul tema del trauma infantile non completamente rimosso e male elaborato. Una baita lugubre e una foresta ancora più cupa aiutano lo spettatore a immergersi nel dramma familiare e personale del protagonista, grazie a una seconda parte decisamente tesa, ma il colpo di scena finale e la didascalia esplicativa sembrano forzare una risposta artificiosa a domande che altrimenti sarebbero restate nel cassetto. Dove dovrebbero rimanere anche gli psicofarmaci.
Minitina80: Chissà quante persone possano ancora credere a queste pseudo favole piene di sorrisi e altruismo che fanno sparire in un sol colpo i mali del mondo. Come se non bastasse, si è scelto di ambientarla nel periodo natalizio che magicamente rende le persone più buone, accrescendo il senso di retorica che si percepisce. La voce della Houston non si scopre in questa occasione e le prove canore, per quanto degne, risentono del vuoto che le circonda, a causa di una vicenda che non possiede i numeri per restare impressa o minimamente intrigare lo spettatore. Si dimentica in un battibaleno.
Giùan: Due ore di potente eloquenza cinematografica a omaggiare uno dei Giganti dell'oratoria nella storia contemporanea. Wright sfodera una brillantezza che potrà (giustamente) far storcer il naso agli storiografi ma non può non coinvolgere esteti della visione ed emotivi della pellicola. La incessante dialettica tra la prosa di Churchill e la sintassi cinematografica del regista di Espiazione è il motore che avvolge l'intero film relegando ai margini (colpevolmente? probabilmente) tutto il resto: famiglia, Corona, oppositori, popolo. Trasudante (buona) retorica.
MEMORABILE: Le due scene al Parlamento inglese; Il maquillage di Gary Oldman; Il borbottio di Churchill.
Pinhead80: Un gruppo di ragazzini, accompagnati da un adulto, deve partire con il treno per raggiungere un campus studio in Sicilia. Le cose però non andranno come previsto e i bambini si ritroveranno a viaggiare soli e sotto le grinfie di un capotreno misantropo. Deludente commedia che vede al timone un Luca Miniero che qui non riesce mai a strappare una minima risata né con il cast degli adulti né tanto meno con quello degli under. La trama è davvero poca cosa e sembra assurdo che si sia dovuto attingere al cinema d'oltralpe. Dialoghi scialbi e sboccati fanno il resto. Pessimo.
Minitina80: Una pellicola onesta e non pretenziosa, assolutamente nella media dei b-movie degli anni ottanta. Ha reminiscenze fantascientifiche, ma lasciano ben presto la scena all’horror votato ai momenti più ripugnanti e disgustosi, in cui riesce discretamente. Il puritanesimo delle zone rurali americani rappresenta un’aggiunta che non fa altro che peggiorare la situazione nella fattoria maledetta.
MEMORABILE: La lenta ma terrificante trasformazione della Gregory.
Belfagor: Soderbergh promette spesso, se non un grande film, almeno una buona quantità di chiassoso intrattenimento. Spesso non mantiene le promesse, ma questa volta ha toppato in modo imbarazzante. Fra una sceneggiatura telefonatissima e l'ennesima storia di mercenari e servizi segreti, ci si annoia così tanto che neanche le botte da orbi riescono a risollevare un po' la pellicola. La Carano ha il physique du role ma il suo personaggio è interessante quanto la vernice che si asciuga. Le andrà meglio con Fast & furious 6.
Anthonyvm: Non esente da difetti (oggi più evidenti che allora), ma sempre a suo modo affascinante. La storia è valida, lo script poteva essere migliore; ottime le sequenze ambientate nel passato, quelle con Connery su tutte; un po' meno quelle nel presente, specialmente quando si concentrano sulla forzata love story fra il monoespressivo Lambert e la Hart. Bei combattimenti, musiche dei Queen generazionali, effetti speciali cheesy con effetto nostalgia a mille. Brown nei panni del Kurgan è uno spettacolo e una delle principali ragioni per vedere il film.
MEMORABILE: Il duello fra Connery e il Kurgan; La morte di Heather con "Who Wants to Live Forever" in sottofondo; Le follie notturne del Kurgan; Il duello finale.
Ilcassiere: La saga delle banalità. Lo spettatore adolescente (perché un adulto potrebbe non reggere più di 10 minuti) si trova di fronte a una storiella ridicola, una morale da quattro soldi e un trionfo di superficialità. Il povero Kevin Bacon poteva scegliere qualcosa di meglio per il suo primo ruolo da protagonista. Bella quanto inutile Lori Singer.
Herrkinski: Parte di una moltitudine di documentari usciti sui Queen negli anni 2000, si concentra principalmente sul carismatico frontman Freddie Mercury, tra interviste ai compagni di band, ad amici e collaboratori, oltre che al cantante stesso; rispetto ad altri film dedicati al musicista, l'approccio è abbastanza generalista, nonostante qualche buona nozione sui suoi lavori da solista e le curiosità sui celeberrimi party che organizzava. Probabilmente tutte cose che i fans conoscono già ampiamente, comunque un discreto passatempo da ora di cena, se visto in uno dei frequenti passaggi tv.
Vanessa: Molto divertente, secondo me; Christopher Walken fantastico con Hanks e DiCaprio molto bravi. Avvincente nella trama (che è tratta da una storia vera, per cui più facile da realizzare in modo sensato rispetto ad una sceneggiatura originale), anche se in alcuni momenti sembra dilungarsi un po' troppo. Comunque non mi ha mai stancato nonostante sia uno dei film che abbia visto più volte negli ultimi anni. Questo è lo Spielberg che mi piace di più, senza troppi nazionalismi e senza effetti speciali pirotecnici.
Pinhead80: Ormai è usuale vedere Robert De Niro cimentarsi nella parte del vecchietto indomito capace di mettere in subbuglio la quiete famigliare. C'è da dire che funziona benissimo e dimostra ancora una volta di essere un grande attore anche quando riveste questi ruoli simpatici. Le schermaglie tra lui e il nipote sono molto divertenti e riempono la totalità del film senza che questo cada mai di ritmo. Ci sono alcuni momenti classici di questo tipo di commedia americana come la partita a dodgeball e la festa di compleanno con tanto di Babbo Natale incluso, che sono sempre esilaranti.
MEMORABILE: Uma Thurman in auto e il poliziotto che si affianca a lei al semaforo.
Graf: John Frankenheimer sa come si girano i film d’azione e neanche questa volta si smentisce; questa pellicola di genere bellico pone accanto al tema della resistenza al nazismo quello dello mossa strategica per beffare il nemico con l’astuzia e il coraggio; il risultato è un’opera di buon livello. La storia parte in modo piano con alcune sequenze piuttosto lente e alquanto oscure ma quando la tensione prende l’abbrivio il film comincia ad accelerare come un direttissimo giungendo alla stazione della compiutezza drammatica con perfetto orario.
Galbo: Il primo film in costume di James Gray segnala un’involuzione del suo cinema. Chiaramente debitore per “impalcatura” generale a Leone, Scorsese e Coppola, il regista mantiene la tendenza a parlare di vicende familiari, ma perde la potenza drammatica di alcuni dei suoi film precedenti e sceglie una storia piuttosto povera di spunti, con personaggi poco approfonditi e interessanti. Certamente curata la caratterizzazione ambientale ma alla lunga il racconto è noioso. Buona la prova dei due protagonisti maschili mentre la Cotillard delude.
Zaratozom: Il film sembra la fotografia di una pessima squadra di calcio: un bel gruppo di campioni messi assieme senza uno straccio di schema di gioco. Peccato, perché con tutte queste star si sarebbe potuto fare veramente un lavoro esilarante. La protagonista poi risulta persino imbarazzante. Non si ride mai. Le battute sono noiose e trite, la regia sciatta, la sceneggiatura banale. Inguardabile.
MEMORABILE: L'esibizione canora è l'attimo che da solo non vale comunque la tortura di tutto il film.
Enzus79: Biopic di uno dei personaggi più iconici del selvaggio west ovvero Wyatt Earp, sceriffo che partecipò alla sparatoria dell'O.K. Corral. Purtroppo il film risulta abbastanza "freddo", non riuscendo a coinvolgere totalmente. Durata monstre di tre ore e più per raccomtare in modo certosino trent'anni di vita sembrano un po' troppi. Manca di verve. Kevin Costner tutto sommato convincente.
Puppigallo: Parodia di una serie di film che mi vanto di non aver mai visto e che, a meno di sconvolgimenti, non vedrò. Dovendo quindi basarmi solo su ciò che la pellicola mi ha offerto, senza avere riferimenti, posso dire con una certa franchezza che trattasi di boiata, che solo a sprazzi raggiunge la mediocrità, mantenendosi quasi sempre a livelli comico-demenziali di così bassa lega da domandarsi cosa abbia convinto il regista di avere senso dell'umorismo. E' sulla falsariga di 3ciento, che era una quasi totale vaccata. Se non altro, qui c'è un po' meno cattivo gusto.
MEMORABILE: La scazzottata "amichevole" col sediarotellato; Lei: "Che c'è, puzzo?". E lui: "Come di formaggio vecchio"; L'asiatico usato come scudo nell'incidente
Schramm: Non si vorrebbe dirlo così, ma D.J. Caruso la tira fuori con le tenaglie: mai come in questo caso il captive (con home invasion a far reflusso cinefageo) sembra regalarsi all'asfissiante metafora del riscatto sociale del tossicodipendente attraverso la cattività cattocomunitaria: la strenua uscita da uno sgabuzzino entro il quale il coniuge spacciatore ti confina assieme a tre grammi di metanfetamina diventa figurina liebig dell'uscita dal vizio. La domanda è: c'è ritmo e tensione? Friccica ne abbiamo? Quel tanto che basta a far scivolare benino un tutto sponsorizzato dal crocefisso.
Reeves: Il calcio di una volta raccontato in una commedia corretta e ben costruita, giocando ovviamente sulla carriera di Raf Vallone che prima di rivelarsi ottimo attore in Riso amaro aveva avuto un'importante carriera nel Torino Calcio. E' veramente un calcio lontano e che forse già all'epoca iniziava a diventare qualcosa di molto diverso, però Mastroianni fa il suo e Mario Camerini sa sempre dirigere con grazia.
Xamini: Ci ho trovato il tradizionale cinismo alleniano, mescolato assieme al consueto pout-pourri di personaggi (stilemi?) fluttuanti nel vacuo [non]senso dell'esistenza. Ma Basta che funzioni aveva tutt'altro piglio: non solo i personaggi paiono irrisolti nella vita ma anche nello script. Almeno, nel precedente lavoro, pur nella circolarità dei concetti espressi, a qualche genere di conclusione si arrivava. Qui, beh, qui...
Siska80: Immigrato africano si trasferisce a Parigi e si trova davanti alla piaga (purtroppo attuale) del razzismo. Solo in parte riscattato da un finale visionario quanto emblematico, il film è girato come una sorta di documentario, prediligendo le immagini e i silenzi alle parole, mentre la regia scava sui volti dei personaggi (in special modo su quello dell'ingenuo protagonista che credeva d'essere accolto a braccia aperta in una terra straniera solo sulla base di comuni antenati): il risultato complessivo è tuttavia mediocre, causa eccessiva freddezza narrativa. Merita però un'occhiata.
Galbo: Questa di Monicelli è una delle migliori commedie italiane degli anni '80. La sua carta vincente sta in una buona sceneggiatura che ha disegnato una bella galleria di ritratti femminili considerando e rappresentando la donna come vero fulcro della vita familiare e relegando le figure maschili ai margini anche per la chiara inconstistenza di queste. Cast eccellente sia nei ruoli principali (dove svettano la Ullmann, la Deneuve e Noiret) che in quelli di contorno (Blier e la Cenci in particolare).
Puppigallo: Ultimi dolorosi anni della vita di Califano, un cantautore e poeta pane al pane, che già risultava genuino quando appariva, parlava o si esibiva; e qui continua a esserlo, dimostrando una certa accuratezza della pellicola nella ricostruzione, unita al rispetto nel presentare un personaggio indubbiamente particolare, con tutti i suoi pregi e mille difetti. Certo, si avverte qua e là del dilettantismo recitativo, che fa inevitabilmente scendere il livello sotto la linea di guardia. Ma nel complesso non è male, risultando persino commovente grazie all'interpretazione di Butinar.
MEMORABILE: "Ce so du tipi de donne, da portà a letto e da portà a cena... lei la lascerei a casa"; "Io a fa' er pupazzo in televisione nun ce vado"; In Ferrari.
Domino86: Buon film che racconta di un padre, veterano del Vietnam, che parte alla ricerca del figlio tornato dall'Iraq e scomparso. Bravissima Charlize Theron nei panni dell'ispettore Emily Sanders. Pellicola che cattura poiché tocca temi sicuramente di attualità e lo fa mostrando scene crude.
Herrkinski: Ritratto del Chaplin artista e uomo, tra luci e ombre (la sua passione per le teenager oggi verrebbe condannata), che vive soprattutto sulla prova di uno straordinario Downey Jr., preparatissimo per il ruolo; azzeccato comunque anche il cast di contorno e ottima la ricostruzione ambientale e d'epoca. Gli eventi salienti vengono ben rappresentati e il film cede un po' solo nell'ultima parte; non eccezionale il make-up del Chaplin invecchiato, ma nel complesso è un buon film che rende onore a un personaggio importantissimo per il cinema, entrato nell'immaginario comune come pochi.