Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Siska80: Un giovane viene ucciso all'interno di un parcheggio (scena tranciata sul più bello di un girato comunque scadente) e la colpa ricade su una ragazza (ok, è vero che nasconde un segretuccio, ma il pubblico scafato non si fa ingannare dalle false piste). Si segue giusto per la curiosità di sapere chi sia il vero colpevole ma, a fronte di un ritmo discreto e un trio di attori affiatato (che presta il volto alle due sorelle e alla nuova fiamma della maggiore), si tratta comunque di un thriller poco coinvolgente anche nel finale movimentato e che si vede a stento una volta.
MEMORABILE: La mazzata in testa (alla persona sbagliata).
Saintgifts: Affresco ottocentesco di una Roma papalina dove si cospira e si tagliano teste, affrontato con spirito romanesco e interpreti che si attagliano perfettamente a una sceneggiatura ricca che sfugge a ogni genere. Un lavoro molto ordinato, che non alza mai i toni e lascia alle ottime caratterizzazioni il compito di far sorridere anche di fronte a reali fatti tragici. "Pasquino" è al centro: forse non colto ma lucido, pronto a cogliere tutte le sfumature "senza cuore" del potere e a lasciar seguire il suo corso a una vicenda poi dimenticata.
Homesick: Quantunque fuori stagione (siamo nel 1975), i western atipici sono sempre meritevoli di interesse, specialmente quando dietro la macchina da presa c’è il poliedrico Margheriti: protagonisti di colore, gradevoli echi classici (figure ricalcate su Butch Cassidy, Doc Holliday, Wyatt Earp, nonché su quelle del bounty-killer implacabile, dello sceriffo corrotto, della prostituta e dell’indiano), dialoghi coloriti e prodromi dei film avventurosi del regista attraverso le esplosioni e le inondazioni dello scenografico excipit. Ben accetto.
Cotola: Discreta commedia di Sidney Pollack che si incentra su una situazione molto usuale come quella del travestimento e che deve il suo successo alla notevole performance attoriale di un grande Dustin Hoffman (scandalosamente dimenticato dai premi oscar). Peccato che la sceneggiatura sia priva di guizzi e che il regista si limiti a dirigere in maniera diligente ma ben poco personale come aveva saputo fare altrove. In ogni caso buono e di classe superiore e ben più raffinata di tanti prodotti simili.
Smoker85: Due vecchi leoni di Hollywood di nuovo insieme per questa commedia (che genererà anche un sequel) che parte abbastanza lenta e sembra abbia difficoltà a carburare. Con l'entrata in scena della bella Ann-Margret e i primi approcci con i due acerrimi nemici-amici si comincia a ridere un po'. Nel complesso gradevole ma non eccezionale
MEMORABILE: Lo scherzo del pesce; Le scene col mitico Meredith.
Pessoa: Terza fatica cinematografica e seconda consecutiva per la coppia Battista-Salvi che, se possibile, riescono a fare peggio che in precedenza. La colpa è essenzialmente dello script, assolutamente deficitario, che propone battute e situazioni che invece di far ridere lasciano sgomenti per la loro pochezza. I protagonisti dimostrano ancora una volta di non riuscire a reggere un film intero sulle spalle e le seconde linee sono del tutto inadeguate. Si salvano solo un'intrigante Bergamo e il solito Mattioli che però appare troppo poco. Scarsissimo.
Ciavazzaro: Catastrofico non molto riuscito. Niente da fare: tra i catastrofici 70's e quelli 90's c'è un dislivello enorme. "Daylight" ne è la prova: Stallone in parte, ma effetti speciali che nonostante auto che provocano la chiusura del tunnell (che poi si inonda) e altre esplosioni qua è là, non convincono lo spettatore. Discreto Mortensen. Meglio i catastrofici degli anni 70, ribadisco...
Daniela: Durante la festa di Halloween, una bambina viene assassinata. La polizia dà scarso peso al fatto che, poco prima, si fosse vantata di aver assistito ad un omicidio, ma è di diverso avviso Poirot, chiamato ad indagare sul caso da un'amica scrittrice... Bell'episodio per l'ambientazione in una piccola comunità che, dietro un'apparenza idilliaca, cela un groviglio di segreti inconfessabili ed intrighi criminali. Anche la trama è complessa ma non astrusa, per cui si segue con interesse fino all'immancabile confronto finale che scioglie tutti i nodi
Galbo: Una commedia dal buon successo e tutto sommato riuscita produce un sequel che si muove sul terreno della fiction televisiva. Marco Ponti dirige una commedia dalle svolte narrative improbabili che vive di momenti estemporanei, i più riusciti legati alle performance dei caratteristi e degli attori più esperti come Placido e la Calzone. Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti offrono una prova più opaca forse dovuta anche alle carenze piuttosto evidenti della sceneggiatura.
Galbo: Nonostante non sia la prima regia di Clint Eastwood e'decisamente la sua opera meno memorabile. Le premesse (il furto di un aereo spia sovietico ad opera di un pilota americano) non sono originalissime ma e'tutto lo svolgimento a lasciare francamente insoddisfatti da chi dal grande attore e regista americano si aspetta sempre il meglio. Routinario.
Jj berzeli: Polignano è protagonista tanto quanto gli attori ed è forse l'attrattiva principale del film, le scenografie e i panorami sono splendidi. Alcuni dialoghi sono divertenti ma l'originalità e lo spirito latitano, tutto scorre su binari prestabiliti senza troppi scossoni. La cena è il momento più godibile, con la Riccobono ciliegina sulla torta. La Chiatti e Scamarcio professionali ma stereotipati, bravo e rifinito Placido. Menzione d'onore per il prete (Uccio de Santis), sicuramente il personaggio più riuscito
MEMORABILE: La "Festa della Fica a Copenhagen"; "Ma è distante Copenhagen da Polignano?".
Siska80: Il giovane Lincoln parte per la Scozia con i genitori e le dieci sorelle, scoprendo di avere sangue nobile nelle vene. Delizioso cartone che fa venire voglia di tornare bambini per la genuinità dei personaggi, le rocambolesche avventure, l'atmosfera carica di allegria contagiosa, l'inevitabile trionfo del bene e non ultima la grafica dai tratti essenziali e infantili che immerge lo spettatore (ebbene sì, anche quello adulto) in una dimensione senza tempo suscitando una certa nostalgia per un passato nel quale era facile sognare a occhi aperti. Consigliato a tutta la famiglia.
MEMORABILE: I denti a scacchiera; I brani orecchiabili.
Cotola: Interessante Damiani in costume che, dopo una prima parte così così, ne realizza una seconda piena di spunti intriganti. Il risultato è buono e la pellicola è anche abbastanza avvincente. Riuscita, con qualche cedimento nel finale, la figura del console che deve redigere l'inchiesta. Confezione televisiva ma professionale ed in ogni caso superiore alla media.
Taxius: L'ultimo film in cui compare il nome di Totò nel titolo e questo crea un po di tristezza, pensando anche che il grande comico napoletano sarebbe morto l'anno dopo. Totò d'Arabia fa il verso a Lawrence d'Arabia non riuscendo però a convincere del tutto in quanto alcune scene risultano veramente inutili; diciamo che l'unico che si salva è proprio il grande Totò. Comunque il film non è assolutamente brutto e una guardatina la merita.
Dopo il successo dei tanti film ispirati al mondo dei Lego ci prova anche la Playmobil a portare su grande schermo i suoi caratteristici pupazzi animati, ma il risultato non è dello stesso livello. Già nella realtà i Playmobil (tedeschi) sono stati introdotti molti anni più tardi dei Lego (danesi) e senza raggiungerne lo stesso grado di popolarità; identica sudditanza, in qualche modo, si riflette al cinema, con un film che guarda all'esempio altrui riprendendo (con meno creatività) l'idea del prologo in carne ed ossa, in cui la fresca diciottenne...Leggi tutto Marla (Taylor-Joy) perde i genitori rimanendo a vivere col fratellino Charlie (Bateman). Quattro anni dopo la disgrazia lei non sembra riuscire a dimenticare e lui, intristito, raggiunge un negozio di giocattoli dove sono esposti centinaia di Playmobil. Grazie alla luce di un faro giocattolo che d'improvviso s'accende, Charlie e Marla (che lì è arrivata cercando il fratello) finiscono proiettati in un mondo immaginario popolato dai noti pupazzetti. Mentre tuttavia lei mantiene un aspetto "moderno", lui si trasforma in vichingo, con tanto di barba ed elmo; perché il primo "mondo" visitato dai due è quello, tra drakkar che sbarcano sulla spiaggia dando il via a una "feroce" battaglia. Più che un film, a dire il vero, si ha spesso la sensazione di guardare shorts pubblicitari che esibiscono il prodotto. Ben realizzati dal punto di vista grafico, comunque: immediatamente riconoscibili, i Playmobil diventano parte di un universo che anche i non più giovani non tarderanno a ritrovare nei loro ricordi, con ambientazioni diverse che corrispondono perlopiù a quelle in cui abitualmente i pupazzetti sono inseriti nelle confezioni giocattolo. Dai vichinghi si passa al villaggio western fino agli antichi romani (in cui l'imperatore è doppiato in Italia dal rapper J-Ax, interprete pure di una delle quattro o cinque canzoni che di tanto in tanto s'inseriscono nella storia fin dall'inizio). Ci sono inseguimenti, spostamenti velocissimi da un luogo all'altro, mostri, dinosauri, cavalli alati e pure qualche personaggio destinato ad accompagnare Marla nella ricerca del fratellino, che nel mondo virtuale riscompare presto. In particolare saranno con lei Del, venditore ambulante che gira con il suo furgoncino ed è convinto che la ragazza porti con sé un tesoro, e Rex Dasher (in originale doppiato da Daniel Radcliffe, in Italia da Davide Perino), un agente segreto in giacca, cravatta e occhiali da sole. Non esiste una vera storia, solo una traccia minimale da seguire che funge da pretesto per mostrare più situazioni diverse possibili attraverso una regia comunque competente che rende discretamente spettacolare l'azione. Qualche idea fa sorridere (il riconoscimento della retina per passare una porta blindata quando l'occhio dei Playmobil è solo una palla nera; la maschera alla 007 che nasconde un volto praticamente identico...), qualche personaggio suscita simpatia, ma la forza del film sta soprattutto – per gli appassionati - nel ritrovare in versione animata quei bizzarri, rigidi pupazzetti che per molti rappresentano solo una versione semplicizzata dei Lego ma che invece nei Settanta e negli Ottanta, soprattutto, avevano una loro dignità e che tutti i bambini di allora vedevano esposti nei negozi. E anzi, quando nel 1974 comparvero per la prima volta, la Lego non aveva ancora introdotto le figure umanizzate così come oggi tutti le conoscono e che tanto ricordano per molti versi i Playmobil (le mani a tenaglia, lo snodo unico tra busto e gambe, i capelli da incastrare in blocco sulla testa...). Senza nessuna pretesa se non quella di divertire i più piccoli, il film svolge parzialmente il compito puntando sui colori accesi, la velocità e la fluidità dei movimenti, ma prima di ogni cosa sull'originalità data dai pupazzetti Playmobil, che sono indubbiamente quelli e solo quelli. Chiudi
Anthonyvm: Ochetta tutta shopping e chihuahua si rivelerà brillante avvocatessa, senza per questo rinunciare alla propria frizzante personalità. Non è dunque un vero processo di metamorfosi a veicolare il plot, bensì l'abbattimento dei pregiudizi attraverso l'orgoglio di mostrarsi per come si è realmente. Morale classica ma sempre edificante, specie se affrontata col piglio leggero ed energico che il soggetto impone. Molte gag percorrono la via facile degli stereotipi, ma il più delle volte con abbastanza garbo da convincere, anche grazie all'abilità della Witherspoon di non rendersi irritante.
MEMORABILE: Lasciata al ristorante fra i singhiozzi; La coniglietta sexy alla festa "in maschera"; L'alibi inconfessabile; La rivelazione a sorpresa in tribunale.
Daniela: Mentre si divertono a sparare ai messicani che attraversano clandestinamente il confine nel deserto, tre ragazzotti incoscienti causano la morte della moglie dell'ex sceriffo del posto... Western moderno di bella ambientazione, indebolito da una sceneggiatura che mette troppo carne sul fuoco invece di concentrarsi sulla vicenda principale ma impreziosito dalla solita grande interpretazione di Ed Harris che ha il dono di risultare credibile ed incisivo qualsiasi ruolo ricopra: qui è un uomo onesto, desideroso di conoscere la verità andando oltre i pregiudizi, propri prima ancora che altrui.
Anthonyvm: Assemblando un po' di luoghi comuni della sci-fi ufologica (luci, abduzioni, parassiti, i soliti Grigi) e del fantahorror più o meno recente (l'essenza del mathesoniano "I visitatori", le possessioni ultracorporali, le nuances psicologiche di Signs, il silenzio di A quiet place...) Duffield propone una curiosa variante fantascientifica del genere home-invasion, tracciando al contempo una parabola sull'incomunicabilità, il peso dei sensi di colpa, il superamento (forse illusorio) di un trauma. L'ottima prova di Dever compensa cadute di ritmo ed effetti visivi non sempre entusiasmanti.
MEMORABILE: La prima intrusione domestica; Gli umani controllati tramite mostrilli sottocutanei; L'alienucolo ferino; L'indovinato accento beffardo dell'epilogo.
Galbo: Operazione cinematografica piuttosto furba in chiave commerciale e sorta di rifacimento in chiave femminile de L'attimo fuggente, Mona Lisa smile è una commedia coraggiosa nelle intenzioni (ruolo rivoluzionario della pedagogia in piena epoca di caccia alle streghe) quanto banale nella realizzazione; il film di Newell è basato su una sceneggiatura poco incisiva ed originale, preso più dall'assecondare le star protagoniste che non a curare la storia che appare priva di una vera anima narrativa.
Parsifal68: Seguito inevitabile ma più fiacco e meno coinvolgente delle avventure del famoso spadaccino con la sensualissima coppia Banderas-Zeta Jones. In questo secondo capitolo, uscito nelle sale dopo ben 7 anni dal precedente, la trama è poco credibile e in più è resa melensa dalle vicende familiari dell'eroe in maschera, che stonano con l'azione. Inoltre vi è un errore storico clamoroso riguardante la nitroglicerina. che fu brevettata solo nel 1875 e in Europa, mentre i fatti narrati sono antecedenti alla Guerra di Secessione americana (1861-65).
MEMORABILE: Il cavallo che cavalca sul treno è a dir poco risibile.
Daniela: Mandato a ispezionare una piattaforma petrolifera, un tizio ha la cattiva idea di portarsi dietro moglie e figli; un bell'impiccio, quando si ritroverà bloccato sulla stessa piattaforma assediata da un megalodonte risvegliato da dei aztechi in vena di eco-revenge per protestare contro i danni ambientali... Film girato palesemente in economia che ovvia alla necessità di mostrare il meno possibile il bestione ammorbandoci di discorsi banali fra personaggi altrettanto banali affidati a un cast modesto. Evita il monopallino solo grazie all'epilogo, almeno in parte imprevedibile.
Enricottta: Si fatica ad uscire fuori dagli streotipi, ma continuo a non capire se alcuni film vengano scritti "ad usum neapolitani" (mi si passi il latino maccheronico); perché alla fine alcune opere non soddisfano nessuno, né noi napoletani, tantomeno il resto del mondo. La cara città incassa l'ennesimo sputo in faccia. Purtroppo Loy vede Napoli come una splendida cartolina magari consegnata dal Peppiniello di turno, piena di macchie d'unto e molto spiegazzata.
Jcvd: Per commentare é necessario aver visto il film per intero, ma in questo caso sarebbe davvero pretendere troppo. Inguardabile, di rara bruttezza. Boldi ha toccato il fondo e si prova pena/vergogna per lui, nel vederlo alle prese con le solite gag stupide come non mai. I personaggi di contorno sono assolutamente vomitevoli. Simona Ventura non è un'attrice e si vede!
Nick franc: Banale commediola che cerca di trattare tematiche importanti ma fallisce l'obiettivo, poiché le affronta in modo scontato e superficiale. Il cast, che sulla carta poteva sembrare ben assortito, non funziona: Bisio è poco convincente, la Finocchiaro e Cacioppo antipatici, Gassman terribile nella sua caratterizzazione, Herlitzka non si sa come sia finito qui (anche se è protagonista di uno dei momenti più piacevoli). Non si ride praticamente mai e la vicenda si snoda pigramente fino alla conclusione. Un'occasione sprecata.
Scarlett: Forzato sequel di La rivincita delle bionde. Piuttosto noiosetto. C'è il chiaro tentativo di bissare il consenso avuto dal primo film, con il risultato pessimo che notoriamente è figlio dei sequel. Non c'è niente di nuovo, ed anzi viene esasperata la figura della bionda in rosa facendola apparire quasi come un fenomeno da baraccone.
Puppigallo: Divertente, brioso, con molte trovate (la scommessa tra Cleopatra e Cesare, il leone di Cleopatra, l’assaggiasapone, come la Sfinge perse il naso, l’architetto bislacco, il veleno preparato cantando, “Quando l’appetito c’è”). Nota di merito per i pirati (regolarmente pestati e affondati quando incrociano Asterix e Obelix), specialmente per il capo (“Chi ga dito all’arembagio?”). Meritano però una menzione anche i braccianti e il cattivone. Obelix è particolarmente spiritoso. Tratto piacevole. Notevole e da vedere.
MEMORABILE: Il capo dei pirati, dopo l'ennesima legnata subita: "Niente si è perduto, salvo l'onore".
Rigoletto: L'idea (una sorta di giallo a sfondo biblico) è interessante e Damiani non pecca né di presunzione né di idee, ma si scontra con una lentezza di base che sarà pure congenita del genere ma alla quale bisogna far fronte con qualche trovata. È esattamente questo che manca, perché il resto va abbastanza bene, incluso il non entusiasmante taglio televisivo. Carradine si ritaglia il suo spazio senza essere oscurato da Keitel (un po' sottotono di suo) e il resto del cast (con Infanti in testa a tutti) contribuisce efficacemente al risultato finale.
Berto88fi: Ultimo film della trilogia eastwood-iana di Van Horn, che si affida a qualche sprazzo d'humor e alcune valide scene action per mascherare una sceneggiatura dal fiato corto. A mortificare il prodotto contribuiscono i cattivi di turno, che sembrano gente decisamente poco sveglia uscita da un fumetto; brava e simpatica invece la Peters. Sul genere, decisamente più godibile il precedente Filo da torcere.
Galbo: Autore in passato di opere di rilevo, il regista Annaud tenta la carta del kolossal arabeggiante il cui ovvio modello di riferimento è Lawrence d'Arabia. Manca tuttavia al film del regista francese l'ampio respiro del capolavoro di David Lean. Benchè il film sia adeguatamente realizzato infatti, la storia è piuttosto asfittica e i personaggi (praticamente tutti maschili, rimanendo le donne relegate sullo sfondo) poco interessanti e non adeguatamente approfonditi. Rimane un certo gusto visivo e la capacità di realizzare scene di massa.
Gabrius79: La partenza del film è un po' fiacca, salvo poi prendere la giusta direzione dopo una ventina di minuti; da quel momento c’è lo spazio per una buona dose di divertimento con incastonate alcune gag simpatiche che funzionano grazie alle doti di De Luigi e a un Andrea Pisani in forma. La Ramazzotti riesce a dare la sua impronta e porta a casa il risultato, così come la piccola Sbaraglia. Godibile cameo di Shapiro. Sceneggiatura non troppo eccezionale (che all’inizio non imprime molto ritmo al film) e finale prevedibile.
Siska80: Un giovane viene ucciso all'interno di un parcheggio (scena tranciata sul più bello di un girato comunque scadente) e la colpa ricade su una ragazza (ok, è vero che nasconde un segretuccio, ma il pubblico scafato non si fa ingannare dalle false piste). Si segue giusto per la curiosità di sapere chi sia il vero colpevole ma, a fronte di un ritmo discreto e un trio di attori affiatato (che presta il volto alle due sorelle e alla nuova fiamma della maggiore), si tratta comunque di un thriller poco coinvolgente anche nel finale movimentato e che si vede a stento una volta.
MEMORABILE: La mazzata in testa (alla persona sbagliata).
Paulaster: Il vecchio Chaplin ripercorre la propria vita di fronte al suo editore. Attenborough punta alla descrizione a grandi linee e alla vita privata (matrimoni, paternità, Hoover). Purtroppo la grandezza del genio non viene restituita, anche se si nota il notevole sforzo produttivo e la cura nel ricreare i set dell'epoca. Downey jr. non ha sempre la mimica giusta e si difende, specie nella fase giovanile. Ottima scelta Geraldine Chaplin. I piccoli inserti delle vere scene dei film sono magia pura.
MEMORABILE: La prima improvvisazione con Charlot; La casa sull'orlo del precipizio; Bandito dagli USA.
Taxius: Il film è un grande flashback in cui l'ultimo sopravvissuto della spedizione che tentò di catturare il gigantesco cetaceo racconta a Melville le disavventure sue e di tutto il resto della ciurma (racconto che poi Melville userà per scrivere il suo libro). L'ultima opera di Howard è un buon blockbuster con ottimi effetti speciali, una buona trama e scene drammatiche molto forti. Il vero protagonista è l'uomo, la balena bianca compare pochissimo. Inutile dire che alla fine si fa il "tifo" per la balena: il vero cattivo è l'uomo.
Gordon: Forse la pellicola italiana più divertente, senza dubbio la più conosciuta. Ormai infatti tutte le scene, spesso migliorate rispetto a quelle dell'omonimo libro, sono nella cultura collettiva italiana, anche perché Villaggio tratteggia mirabilmente il nostro connazionale medio, pur in una caricatura oltremodo servile. Per il resto si ride, ovviamente, di gusto e i vari comprimari si incastrano bene, alcuni molto, nei rispettivi ruoli. Sapiente ma un po' spezzettata la regia, iconiche le musiche.
Pigro: Le continue liti tra due anziani vicini si moltiplicano con l'arrivo nel quartiere di una avvenente cinquantenne. Se i due amici-nemici in questione sono i grandi Matthau e Lemmon, ecco venir fuori una felicissima commedia brillante, nel solco della solida tradizione della commedia americana. Gustosi i bisticci, gustose le facce... insomma, un film piacevole per una serata, ben calato in un ambiente invernale glaciale che richiama il gelo dei sentimenti.
Belfagor: Tratto dall'omonimo romanzo di White, è un film per famiglie incentrato sull'accettazione del diverso. Nonostante il tema di fondo scontato e l'impostazione zuccherosa, il film ha il pregio di non prendersi troppo sul serio, come si intuisce già dalla premessa iperbolica di una famiglia che adotta un topo invece di un bambino. Impeccabili Hugh Laurie e Geena Davis nell'interpretazione, che sfiora volutamente la parodia, della classica coppia wasp. Buoni gli effetti speciali, che conferiscono naturalezza al piccolo protagonista.
Siska80: Produzione palesemente ambientalista, racconta delle peripezie che una sorta di Tarzan in gonnella affronta per salvare dalla distruzione la giungla amazzonica. Nonostante la trama non particolarmente originale, il film è inappuntabile dal punto di vista di grafica e animazione, gode di un ritmo costante, presenta personaggi simpatici (in special modo le due guide spirituali), una protagonista graziosa (fragile e nel contempo tosta) e un finale che scalda il cuore. Adatto a tutta la famiglia, merita un plauso anche per il doppiaggio italiano accurato. In definitiva buono.
MEMORABILE: La tartaruga gigantesca; Il disboscamento.
Giùan: Prima del film sul ballerino e dopo quello con la pornostar, il film "parcellizzato" migliore di Soderbergh, che dedica anima e corpo cinematografici alle arti marziali miste, trovando in Gina Carano un’interprete sorprendentemente intensa, la cui fisicità e femminilità sono assecondate dal regista di Atlanta con una umiltà e una passione per il genere verrebbe da dire degne di altre imprese. Peccato che l'"androne" maschile all stars non sia all'altezza della protagonista e sia lì evidentemente a far da cornice senza molta convinzione, così come una storia dinamica ma senz'anima.
Elsolina: È la storia di Filumena Marturano che, grazie a Eduardo De Filippo, è entrata attraverso il teatro nella cultura e nella vita di ogni partenopeo. A Vittorio De Sica il gran merito di aver trasformato una grande opera da palcoscenico in un capolavoro cinematografico grazie all'interpretazione di un grandioso e bellissimo Mastroianni, al fianco della giovane Loren. Un connubio perfetto per presentare allo spettatore una storia che non stanca mai, alla base della quale sono percepibili le capacità del maestro Eduardo. Capolavoro del cinema italiano.
MEMORABILE: "Sto piangendo Don Mí e comm' è bell' chiagner!"
Galbo: Una giornata della vita di un giovane disoccupato perseguitato dalla madre e alle prese con i problemi del vivere quotidiano. Questo l'esordio da protagonista (senza i Giancattivi) di Francesco Nuti. Il film si fa vedere ma lascia poche tracce in quanto poco originale e personale, giusto con qualche trovata simpatica ma nulla di più. Migliore quando affronta la realtà con una cifra surreale, cosa evidentemente più nelle corde artistiche dell'attore.
Gold cult: Deliziosa opus seconda di Verdone, sul podio delle sue migliori, che mescola tre storie on the road a tema comune (le elezioni politiche, quando in Italia il proprio diritto-dovere valeva ancora la percorrenza di centinaia di chilometri) delineandone ciascuna con un clori e sapori diversi: Bianco: oppressione e pedanteria, Rosso: leggerezza e sfortuna, Verdone: tenerezza e innocenza. Carlo dirige bene, fa ridere e commuove, ma i suoi santi in paradiso lo aiutano: l'ala protettiva di Leone garantisce le musiche di Morricone e un cast non comune a tutti i registi (quasi) esordienti.
MEMORABILE: Molti, su tutti: ll vello intimo della Vukotic visto metaforicamente attraverso la vasca del pesce rosso; La disputa elettorale, con Mimmo disperato.
Enzus79: Storia interessante, è il contorno che non funzona: i dialoghi sono un po' troppo sciocchi e ci sono molti punti interrogativi, ed anche se gli attori sono quel che sono e la regia è mediocre, un po' di suspence c'è. Colonna sonora di Micalizzi che non verrà certo ricordata.
Magnetti: L'inizio è da manuale per un film thriller con tutti gli assi calati al momento giusto. Si crea così quella giusta suspense che invoglia ad arrivare all'epilogo, riuscendo anche a sopportare gli inutili impantanamenti (la storia con l'avvocatessa di grido in primis). Hopkins, pur esagerando un pochino, fa quasi da solo il film. Goslin, dopo un inizio incerto, riesce a dare credibilità all'avvocato che scopre di avere una coscienza. Il finale ci sta tutto ma lascia comunque un po' a bocca asciutta.
Minitina80: È sempre un piacere trovarsi tra le mani film simili, in grado di regalare un’ora e mezza di intrattenimento semplice e non pretenzioso. Non inventa nulla di nuovo e nemmeno cerca soluzioni narrative o cinematografiche particolari. Si colloca a metà tra il drammatico e il gangster/noir, avvalendosi di un Van Damme che interpreta molto bene il ruolo per il quale si può sviluppare una discreta empatia. Il classico film non appariscente e poco roboante, ma piacevole da guardare.
Paulaster: Ribelle cittadino arriva nel paesello e ripristina il divertimento a suon di rock. Trama per adolescenti degli anni 50: il ballo è proibito e il pastore indica la via smarrita. Abbastanza banale, ma la sostanza la mettono Lithgow e Bacon, che ha un certo carisma. Piccolo cult grazie ai balletti tra le luci anni 80: si ha l'impressione che i protagonisti se la spassino solo grazie a qualche canzoncina, senza per forza far uso di droghe.
MEMORABILE: I balletti sulle caviglie; Penn rissoso.
Siska80: Non importa se il protagonista è, come in questo caso, un animale, l'argomento è indubbiamente da interpretare in senso generico; la diversità (qui doppia, visto che Clifford oltre ad essere di stazza fuori dal normale è di un improbabile colore rosso fuoco) non è un deficit, bensì un valore aggiunto. Si passa sopra all'uso non eccelso del digitale in nome di un mix accurato di humour, azione e sentimento che si rivela educativo (il messaggio sul potere dell'amore giunge forte e chiaro), godendo appieno della simpatia e della dolcezza del personaggio di Emily, anche lei emarginata.
MEMORABILE: Il salvataggio dell'uomo in pericolo; La triste separazione; La foto di gruppo.
Ruber: Misera commedia italo/francese assolutamente fuori tempo massimo che vorrebbe rinverdire i fasti delle commedie in costume anni '70. La regia di questa sconosciuta Brasi è mediocre anche solo per come inquadra castelli e campagne romane, in modo quasi dilettantesco, per non parlare della fotografia orrenda e della scialba sceneggiatura. Il cast dimostra una totale inadeguatezza ai ruoli, pessimi anche i dialoghi e il doppiaggio. Quattro anni di ritardo per l'uscita!
G.Godardi: Adam Sandler scapolone impenitente sembra aver trovato la ragazza adatta a lui. Ma c'è qualcosa che non va: proprio quando è sicuro di averla conquistata costei pare ignorarlo. Per forza non ha la memoria breve! Simpatica commediola estivo-esotica che pare un versione comica di Memento. Se vi piace Sandler è il film adatto. Se poi vi piace la Barrymore allora è da vedere a scatolo chiusa... (da non perdere le sue trasparenze sotto la pioggia!). Distensivo e rilassante.
Daniela: Don Camillo e Peppone si scontrano sulla proposta di gemellaggio di Brescello con una cittadina sovietica... Dopo il modesto quarto capitolo, una chiusura gradevole della saga che, se da un lato ne conferma il conservatorismo filo-clericale, dà modo a Fernandel e Cervi, più a loro agio nei panni abituali di parroco e sindaco rispetto a quelli di monsignore e senatore, di brillare ancora una volta nei rispettivi ruoli: è grazie a questi azzeccatissimi interpreti se la saga stessa è ricordata con affetto a distanza di tanti anni al di là dei meriti strettamente cinematografici.
MEMORABILE: Lo sciopero della fame e la sua doppia conclusione.
Galbo: Con il documentario dedicato al suo amico e storico collaboratore Ennio Morricone, Tornatore realizza uno dei suoi film migliori. Il filo conduttore è una splendida intervista al protagonista dalle quale emerge un personaggio straordinario nel suo talento ma anche nella sua umiltà, per anni "sofferente" di un complesso di inferiorità nei confronti della musica "colta" e al contempo omaggiato come un "classico" da tutti coloro che hanno lavorato con lui. Il pregevole montaggio consente di apprezzare contestualmente al racconto le immagini dei film e ascoltare i commenti musicali.
Siska80: Ok, l'idea di coinvolgere una comunità intera per aiutare un padre a salvare la propria figlia parte dalla parrucchiera Sharon, ma è pur vero che il contributo altrui resta fondamentale (motivo per cui il titolo originale era più corretto): l'esito finale è di poco superiore alla media, ma solo perché il film si basa su una storia reale, altrimenti si tratterebbe del solito dramma che sfrutta la malattia di un bimbo per far presa sul pubblico esasperando certe situazioni per rendere l'atmosfera esasperante. Non male il cast, abbastanza regolare il ritmo. Non totalmente riuscito.
Galbo: Da qualche anno la serialità è una cifra distintiva del cinema blockbuster che paradossalmente si applica anche ai prodotti dal non grande successo commerciale. E' il caso di un film che non ha fatto certo la storia ma che ha trovato un sequel realizzato con l'"innesto" di attori come Dwayne Johnson e Bruce Willis. Il risultato è una macchina spettacolare nella quale la trama è un pretesto e che è una sorta di sommatoria di sequenze action con personaggi spesso improbabili e che dura troppo. Spettacolare ma il cinema sta da un'altra parte.
Siska80: Attore comico in difficoltà torna in famiglia per trascorrere la Pasqua in serenità e viene invece coinvolto in una serie di disavventure. La tendenza tipicamente americana alla spettacolarizzazione (vedasi la movimentata sequenza in macchina) è qui per fortuna contenuta, giacché si preferisce intelligentemente puntare sullo stile cabarettistico: numerosi sono infatti i monologhi (ben scritti) del protagonista (un gigioneggiante Koy) capaci di far sorridere e nel contempo riflettere sulla società in cui viviamo. Solito finale caotico simil backstage sui titoli di coda. Simpatico.
Jena: Il primo episodio funzionava perché era un piccolo film di fantascienza classica che azzeccava il personaggio principale, quelli di contorno e la trama essenziale. Qui si vuole incredibilmente strafare e si sforna una magniloquente storia di invasioni planetarie, razze dominatrici, eroi furiani. Il film non è brutto ma un po' pesante, ridondante e senza la freschezza dell'originale. Riddick diventa una specie di supereroe, la trama è abbastanza scontata con numerose assurdità, l'impianto scenografico grandioso. Moderatamente divertente.
MEMORABILE: I confronti tra Riddick e i cacciatori di taglie (le parti non a caso più in linea con lo stile di [f=3878]Pitch black[/f]); Il carcere spaziale di Crematoria.
Ale nkf: Dopo anni di assenza Raymond Burr torna sugli schermi televisivi con questo notevole film-tv. Della Street, la futura assistente di Mason, viene accusata di omicidio e sembra che tutte le prove siano a suo sfavore... Il cast è buono (Patrick O' Neal, la vittima, aveva ricoperto il ruolo di assassino nel telefilm Colombo nell'episodio Progetto per un delitto) e fin dalle prime scene le musiche di Dick de Benedictis riescono ad instaurare un ottimo clima di tensione. La vicenda è intricata, ma coinvolgente soprattutto per un finale a sorpresa.
MEMORABILE: La musica della sigla iniziale e le semplici, ma efficaci inquadrature dell'aula di tribunale.
Maxspur: Jackie Earle Haley, candidato all'Oscar nel 2006 per il film Little children, è il nuovo Fred Krueger e affronta con personalità e rispetto il difficile compito. La voce "ustionata" come il resto del corpo fanno parte di un restyling più che discreto. Il cast, forse, accontenterà le nuove generazioni ma in realtà lascia parecchio a desiderare, mortificando in parte il lavoro del regista. Quando Krueger esce dal muro si sarebbe fatto volentieri a meno della CGI, considerando che nel film dell'84 la stessa scena era stata girata con due soldi ed effetto magnifico.
Mco: Il principe delle donne alle prese con una figlioletta che non vuole altro che il suo amore. Questa in estrema sintesi la vicenda che vede il simpatico attore di colore districarsi tra coperte, danze e uffici amministrativi. La piccola e graziosa bambina sta in scena in maniera convincente e regala perle di tenerezza sparse qua e là per tutto l'arco del film. Esilarante il frammento che vede Murphy ballare in pieno centro, sotto gli occhi di tutti.
Lovejoy: Un thriller giudiziario non dissimile da mille altri, con un colpo di scena abbastanza telefonato. Pochi i momenti davvero interessanti (in particolare la bollente scena di sesso tra Ford e la Scacchi). La regia di Pakula è a tratti incerta. Del ricco cast si segnalano soprattutto i sempre grandi Raul Julia e Brian Dennehy. Nella media Ford e la Scacchi.
Rambo90: Una specie di Men in Black più infantile e demenziale, abbastanza ispirato e divertente sul versante comico, decisamente meno riuscito su quello action. Bridges è fantastico, Reynolds se la cava e Bacon è un buon villain, ma nonostante un bel ritmo e alcune idee azzeccate il tutto non entusiasma troppo. Sarà per le psicologie dei personaggi troppo tagliate con l'accetta o per un fracasso che non lascia mai spazio a qualche dialogo più adulto. Comunque simpatico, soprattutto per un pubblico di ragazzini.
Samuel1979: Uno dei film più anonimi di Verdone il quale manifesta chiaramente segni di stanchezza e poca ispirazione; d'altra parte la poco pregevole prova di Asia Argento, la quale mal interagisce con l'attore romano, non fa che esasperare la mia insofferenza verso questo film. L'unica scena degna di nota è quella girata con Bernabucci e Maccione.
Capannelle: Bella la prima parte dove si respira aria da thriller vecchia maniera: niente inseguimenti mozzafiato né ipertecnologia ma tensione e dialoghi appropriati (vedi i confronti in redazione o con la polizia). Poi, al momento di decidere dove andare, il copione piano piano si ingarbuglia e attraversa incroci pericolosi tipo il maneggione intervistato in albergo o lo stesso finale. Peccato veramente. Bravo Russell Crowe, fatta come dio comanda la regia.
Daniela: Un altro action man della terza età. Questa volta si tratta di Ron Perlman, classe 1950, nel ruolo di un fornaio a cui il figlio che non vedeva da anni affibbia una nipotina diventata muta a seguito di trauma. Detto figlio si è messo nei guai per una partita di droga e per rintracciarlo il protagonista con bimba al seguito dovrà affrontare un nugolo di malavitosi, mettendo in campo quanto appreso nel suo passato top-secret. Originalità prossima allo zero ma la faccia scolpita di Ron e una certa vena ironica rendono la visione potabile, anche se non imprescindibile.
Xamini: C'è qualcosa di inquietante in quella donna. Ma l'inquietudine si insinua nello spettatore sin dai titoli di testa (e dal titolo originale: un Vertigo decisamente più centrato) e non lo lascerà mai, passando attraverso la passione romantica (fotografata da un mare tempestoso), le fasi oniriche (anzitutto il bosco) e quelle più squisitamente centrali, a tornire il mistero di questa vicenda divisa in due fasi. Capolavoro, pur non condividendo l'entusiasmo per il volto della protagonista.
MEMORABILE: "Da soli si può andare in giro, in due si va sempre da qualche parte"
Delpiero89: Commedia corale di discreta fattura diretta da un giovane Paolo Virzì. Gli scontri tra due famiglie (allargate) in vacanza a Ventotene per raccontare gli italiani, di destra e di sinistra. Il tema politico è trattato con la consueta superficialità e si basa su comuni stereotipi mentre risultano relativamente più apprezzabili i momenti leggeri e meno presuntuosi. Orlando, come al solito, stufa e fa l'intellettuale, mentre è da evidenziare la prova del buon Natoli.
Daniela: Un maniaco sessuale grullo in grado di ammazzare anche dopo il suo arresto, una psicologa gnocca, un poliziotto bonazzo, un giudice pensionato che si serve di una ragazzina per incastrare pedofili a scopo castratorio: sono i principali personaggi di questo scombinato thriller modailo da cui sceneggiatura, scritta dello stesso regista, riesce ad accumulare un tale massa di sciocchezze e inverosimiglianze da lasciare allibiti. Uno spreco di soldi (bella la fotografia invernale) e di talenti attoriali solo in piccola parte compensato dai momenti di umorismo, ovviamente involontario.
MEMORABILE: La psicologa (Daddario) interroga duramente il maniaco, minacciandolo di mostrargli le tette nude se non risponde alle sue domande.
Rambo90: Un action thriller interessante secondo me, per quanto assurdo nel suo spunto di partenza. Ci sono molta azione, un po' di fantascienza e un serial killer imprendibile: un mix che mantiene sempre alto il ritmo, anche grazie all'esperta regia di Lam nel genere. Van Damme si sdoppia bene (è forse una delle sue interpretazioni migliori) ma si fa rubare la scena da un Rooker, in gran forma. Belle scene action con scontro finale emozionante e interminabile. Da vedere.
Caesars: Graziosa commedia ben diretta dall'esperto Cukor nella quale Montand e la Monroe, così come tutto il cast di contorno, forniscono buone prove attoriali. Peccato grave, però, il fatto che il tutto venga appesantito da troppi numeri musicali che interrompono la trama e allungano inutilmente (anzi: dannosamente) la durata della pellicola. A ciò si aggiungano altre situazioni che sarebbe stato meglio accorciare (tutta la parte dell'insegnamento da parte di Milton Berle) e si capirà come il risultato finale sia inferiore a quanto ipotizzabile, viste le buone idee di sceneggiatura.
Puppigallo: Buona pellicola che mostra piuttosto bene le vicissitudini che devono affrontare coloro che tentano di varcare il confine tra Messico e Stati Uniti. E se ci si mettono anche dei ragazzotti idioti a usare i poveretti come bersaglio… Discreta parte del successo del film è da attribuire a Ed Harris, convincente nell’interpretare l’ex sceriffo, che pur essendo coinvolto, suo malgrado in prima persona nella sporca vicenda (l’esito nefasto), riesce con inevitabile difficoltà a mantenere il giusto equilibrio che gli consente di indagare, nonostante l’omertà dilagante. Merita la visione.
MEMORABILE: Nel garage; Il protagonista alla frontiera “Ho accompagnato un’amica…”; L’adesivo sull’auto: Americani che fanno il lavoro che non fa il governo.
Ciavazzaro: C'è Monica Vitti, il che invoglia alla visione, ma poi il film risulta abbastanza innocuo e poco interessante. C'è un interessante cast secondario, ma il film a mio avviso è davvero inconsistente. Ci si può risparmiare la visione. Trascurabile.
Ronax: Una delle varie avventure cinematografiche liberamente ispirate al personaggio creato dallo scrittore italo-inglese Rafael Sabatini negli anni '20 del secolo scorso. In questa produzione iberica, con una modesta partecipazione italiana, il nostro eroe è impegnato a smascherare un usurpatore che gli ha sottratto il legittimo titolo nobiliare, impegno che non gli impedisce di fare strage di cuori fra la schiera di belle fanciulle da cui si ritrova sempre attorniato. Decoroso esempio esempio di quel cinema popolare dei tempi che furono e di cui rispetta puntigliosamente tutti i canoni.
MEMORABILE: Il duello fra Scaramouche e l'usurpatore sui tetti di Notre Dame.
Graf: Un film di guerra quasi senza azioni belligeranti con i due personaggi “nemici” alle prese con una parallela e complessa presa di coscienza sull'inutilità della guerra. Singolare accordo stilistico tra la maestosità della messa in scena, la profondità letteraria della sceneggiatura, l’energia della regia di Lean, la forza figurativa della fotografia, la sinfonia recitativa di un gruppo di attori di incredibile maestria in un film, nel quale, pian piano, prendono forma, in modo concreto, i fantasmi e i tormenti interiori dei due colonnelli antagonisti.
MEMORABILE: La marcetta fischiettata dai prigionieri.
124c: Una ladra acrobata viene arrestata dalla polizia francese che, però, la ingaggia, assieme a un giovane che legge le labbra, per rubare un pacchetto appartenente a un criminale. Avventura poliziesca con una bella protagonista bionda vestita di nero la quale, più che la seduzione, usa l'arte dell'astuzia e del doppio gioco. B-movie fumettoso ma modesto, con poche scene d'azione (a parte le sequenze sui tetti di notte, in cui Danièle Gaubert fa le sue acrobazie) e radi colpi di scena. Non è un prodotto noioso, ma c'è il rischio di dimenticarlo in fretta, a fine visione.