Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Samuel1979: Non così male, ma è evidente che in questo ennesimo film di Villaggio le idee continuino a mancare e ci si affidi in gran parte alla verve comica del protagonista. La trama, seppur movimentata, offre rare spunti interessanti; da ricordare la simpatica presenza del compianto Francesco De Rosa, che ricalca il losco personaggio già visto in Piedone a Hong Kong.
Nando: Classica commedia italica ad episodi con la coppia d'oro del cinema italiano. Tre episodi piacevoli in cui emerge l'anima partenopea della Loren e la proverbiale compostezza di Mastroianni. De Sica dirige con abile mestiere; certo tra i tre episodi spicca il primo mentre il terzo, nonostante il famoso spogliarello, appare poco brillante.
Bruce: Film atipico e di difficile catalogazione; drammatico, sentimentale, psicologico, giallo... tutto insieme. Vi si respira l'aria buona degli anni settanta, forse grazie al tema di Morricone e alla forte suggestione della casa misteriosa e abbandonata dove vive rinchiusa e sola la ragazza. Non tutto fila per il verso giusto, ma la vicenda, sospesa tra verità e finzione, intriga lo spettatore.
Reeves: Infelice tentativo di commedia sofisticata tutta al femminile, con tre insopportabili ragazze che dovrebbero interessarci con la loro caccia all'uomo e le continue mossette. Trama scontata e, nonostante le apparenze, anche moralistica. Sciupati Nigro e la Enrichi, che avrebbero anche la capacità di recitare ma che qui non la dimostrano. Una specie di campionario dei luoghi comuni della gioventù finto scanzonata.
MEMORABILE: La partita di calcio femminile, nonostante ci giochi l'allora fidanzata di Ronaldo.
Ronax: Per l'occasione Ercole vive ai tempi dell'imperatore Traiano e mette la sua proverbiale forza contro il perfido usurpatore Filippo Afro e i suoi complici, supportati da una banda di pretoriani. Sorvolando sui risibili anacronismi, come gli spostamenti quasi in tempo reale fra Ravenna e la Pannonia (l'attuale Ungheria), il film è in fondo divertente nella sua assurdità e Pierotti riesce comunque a mantenere un discreto ritmo. Sullo schermo sfilano gli abituali frequentatori del genere come Steel, Palmara, Vargas, Pazzafini e Lorenzon, mentre la bella di turno è Wandisa Guida.
MEMORABILE: Dopo aver saputo che la sua protetta è in pericolo, Ercole rompe le catene e sfonda le sbarre della sua cella.
Johnny (Tamblyn), un pistolero che ama tenere segreto il proprio cognome, aiuta lo sceriffo appena incontrato sulla via a mettere in fuga gli uomini del fuorilegge Ace Ketchum (Philbrook) durante un classicissimo assalto alla diligenza. Lo sceriffo lo ringrazia e Johnny, colpito al braccio, viene fatto curare nella hazienda di Don Pedro Fortuna (Rey), dove conosce la di lui bella figlia, Pilar (Granada). Rimessosi in sesto, ha in testa solo una cosa: trovare Ace Ketchum per vendicarsi di qualcosa che non ci viene detto e che probabilmente ha a che vedere con la sua infanzia e la scomparsa di sua...Leggi tutto madre. Ma nella zona si aggirano anche pericolosi banditi messicani a completare un quadro da selvaggio west in cui si muore facile come sempre e dove in questo caso al villaggio col saloon è sostituita l'hazienda dei Fortuna. Johnny si muove tra questa e gli spazi aperti dove combatte e spara, mentre la storia procede in attesa che si verifichi l'atteso faccia a faccia col pericolosissimo Ketchum. Che non mancherà, ovviamente, svelando retroscena inattesi nonché un colpo di scena che chi è abituato a leggere le recensioni prima di vedere un film sa già probabilmente dall'inizio (ma stavolta basta interpretare un minimo il titolo originale per arrivarci). Il film ad ogni modo non si basa solo su quello e propone la formula tipica del genere con un Russ Tamblyn piuttosto credibile nel ruolo. Begli scenari di frontiera, un finale con trappola sufficientemente ingegnoso ma poco altro che sappia uscire dalla routine. Meno appassionata del previsto la love story tra Johnny e Pilar (anzi, lui pare decisamente disinteressato, concentrato sul suo unico obiettivo), piuttosto in ombra Fernando Rey che si limita a fare il saggio padrone di casa. Il mezzo dollaro d'argento del titolo italiano fa riferimento a quello che Johnny porta al collo, la cui altra metà svelerà parte del “mistero”. Chiudi
Saintgifts: John Ford porta ancora in primo piano la differenza tra i "civili" pionieri e i selvaggi indiani. Rimane abilmente in bilico tra i diversi modi di vivere, le religioni, gli orgogli di appartenenza, senza mai prendere apertamente le parti di nessuno. Una scena molto esplicativa mostra Elena, messicana rapita dai comanche e per 5 anni moglie di Orso di Pietra, che si fa ancora il segno della croce ma prega prontamente nel modo indiano, alla morte del marito. Nonostante l'importanza del tema, le parti migliori sono quelle umoristico-ironiche.
Nicola81: Uno dei tanti film d'azione interpretati da Charles Bronson, qui attorniato da un cast notevole in cui spiccano Mason e la Ullmann. E sono proprio gli attori a tenere in piedi la pellicola, non certo una storia (quella dell'ex detenuto rintracciato dai vecchi complici che hanno ancora bisogno di lui) che il cinema ci ha proposto innumerevoli volte. Ordinaria la regia di Young, che trova qualche guizzo nel lungo inseguimento e nella resa dei conti finale, discretamente efficace benché scontata nel suo epilogo.
Capannelle: Un passaggio di consegne ideale tra i due mostri sacri romani della comicità made in Italy. Il film si lascia vedere, girato con garbo ma senza grosse trovate e nessuno dei due lo può annoverare tra i suoi successi. Sordi fa il suo senza strafare e Verdone ripropone con Mimmo il personaggio tipico dell'imbranato, sia nella comune che in viaggio col papà ancora molto "sveglio".
Samuel1979: Un film a metà strada fra realtà e immaginazione, una storia fiabesca in cui tre ragazzini, con stupore e innocenza, intraprendono un viaggio simbolico verso lande sconfinate. Il regista affronta con discreti risultati il tema della purezza infantile come antidoto contro i veri pericoli della società moderna affidandosi alla buona prova dei giovani attori. Bene Somma nelle vesti di un simpatico giullare.
Nella prima sequenza Eric Roberts finisce investito, forse ucciso. Possibile che la star esca di scena così presto? No. Si torna infatti a quattro settimane prima; a quando cioè la filiforme Laurie (Morris), in rotta di collisione col fidanzato (McNamara) beccato in casa con l'amichetta, decide di trasferirsi dalla sorella; la quale è via per un mese ma gli lascia le chiavi di una stanza nella splendida villa con piscina dove vive con la figlia (Chomer). Tra zia e nipote c'è un bel rapporto, e ancora migliore è quello con Alan Cypher (Scott), un aitante...Leggi tutto artista a tempo perso che ha preso in affitto la dependance ed esibisce il suo fisico scolpito appena può. Laurie e la sua collega di lavoro (Swain) ci scherzano, al liceo dove insegnano, e proprio lì ricompare Eric Roberts, nel ruolo a sua volta di un professore. Poche scene, ma almeno si vede. E di tanto in tanto si rivede anche l'ex fidanzato di Laurie, che ammette le sue colpe ma non riesce ad accettare che lei lo abbia lasciato. Questo lo scenario in cui Laurie si muove, sempre più attratta dal bellimbusto del "piano di sopra" (la traduzione italiana del titolo peraltro spoilera non poco, anche se meno di quello originale). David DeCoteau, ormai specializzatosi in tv-movie televisivi senza grandi ambizioni, mette al servizio il suo mestiere per una storia assai tradizionale, in cui l'ambiguità comincia a farsi sentire solo nella seconda parte, visto che inizialmente i pericoli sembra possano venire semmai dall'ex fidanzato invadente al limite dello stalker. Ma allora chi ha investito Eric Roberts? E' ancora presto ma le soluzioni ci verranno date, senza che la polizia a dire il vero faccia granché per arrivarci. Anzi, la detective incaricata delle indagini (Viveca A. Fox, ovvero l'altra "star" del cast) si vede pochissimo e quasi sempre senza che la sua presenza lasci il segno. Meglio allora Roberts, che almeno un paio di scene in cui poter incidere a suo modo le ha (specialmente il faccia a faccia con Scott, in cui ne riconosciamo l'inconfondibile ghigno sornione). E va detto che nella seconda parte in qualche modo la storia, fin lì adagiata a raccontare la nascente relazione tra Laurie e Alan (tenuta in piedi da una sceneggiatura decente e da interpretazioni valide), decolla e piazza il suo bel colpo di scena che tutti s'aspettavano, mantenendo la storia su discreti livelli fino all'ultima parte, nella quale invece cede a una chiusura da thriller convenzionale senza idee in cui nemmeno la regia di DeCoteau può far molto. E sempre accompagnati da una fotografia scintillante e patinata si scivola verso un epilogo consolatorio da dimenticare... Chiudi
Pigro: Inglese catturato dai Sioux diventa pian piano membro della tribù, sposandosi con una ragazza e affrontando la fatidica prova sacrificale al sole. Fulcro del film è proprio questa scena, di grande effetto e parecchio disturbante per lo spettatore che, in qualche modo, deve superare anch'egli la prova - quasi psichedelica - per approdare a un'altra visione del mondo. Splendido film contro gli stereotipi sugli indiani, al confine con un'antropologia alla portata di tutti e marcato da lunghissime parti in lingua sioux. Ineludibile.
Grada: il padre, veterano, che aveva visto partire il figlio per l'Iraq con malcelato orgoglio e pari apprensione, viene a sapere per vie traverse che è rientrato ed è stato ucciso. Per tutto il film si ostina cercare i colpevoli, scoprendo non solo polizie inefficienti e omertose, ma soprattutto quanto quella guerra può devastare le coscienze e restituire reduci ormai incapaci di gestire vite e sentimenti. Film cupo per l'ambientazione e l'incombere della maschera del taciturno protagonista oppresso dal dramma, anche se animato dal coraggio della ragione.
MEMORABILE: La rappresentazione della guerra lontana (ma i cui effetti deleteri sono così vicini) con spezzoni danneggiati di film girati dal soldato al fronte.
Herrkinski: Produzione dal budget contenuto per Lundgren che torna a dirigere, oltre ad essere co-protagonista con l'atletico Adkins, una sorta di buddy-movie con una montagna di soldi da recuperare in un edificio dismesso pronto per la demolizione. Con pochi mezzi Lundgren dimostra di saper confezionare un action efficace e lascia la maggior parte dello spazio ad Adkins, con qualche scontro corpo a corpo niente male, oltre a sparatorie, vari pericoli e cariche di dinamite pronte ad esplodere; un canovaccio già visto ma girato con mestiere, nonostante ci metta un po' troppo ad ingranare.
Reeves: Veramente divertente questo adattamento cinematografico di uno dei maggiori successi teatrali di Salemme, che qui esordisce come regista. Ironia nell'interpretazione della Herzigova, bravissimo Buccirosso (i suoi dialoghi con Salemme a volte sono da urlo), ottime anche le caratterizzazioni minori. Salemme presenta di fatto i suoi partner abituali (Buccirosso, Paone, Casagrande), scherza con i luoghi comuni italioti, costruisce ottimamente le battute. Non sempre in seguito saprà mantenere questa intensità e questo ritmo.
MEMORABILE: "C'è chi dice che ha dieci possibilità su cento di salvarsi!": Buccirosso cerca di convincere la moglie che non è detto che Salemme debba morire.
Enzus79: Dopo che gli ammazzano la moglie, ex pistolero si mette alla caccia, insieme alla figlia, dei killer. Western soporifero, quasi piatto, con risvolti e dinamiche molto prevedibili. Per non parlare dei personaggi. Almeno non annoia: un'ora e mezza di discreto intrattenimento. Nicolas Cage abbastanza convincente. Regia efficace al minimo. Mediocre la colonna sonora.
Daidae: Una delle pietre miliari della comicità. Il regista è Salce e si vede. Un ispiratissimo Villaggio porta sullo schermo le disavventure di un impiegato che viene da una sua idea (i libri su Fantozzi li ha scritti lui). Si ride, amaro comunque si ride; la parte migliore è senza dubbio lo scontro col "feroce" cavalier Catellani. Un must!
MEMORABILE: L'autobus al volo, la partita a biliardo, le balle di Calboni.
Lovejoy: Nuova versione del più celebre ammutinamento della storia del mare. I suoi punti di forza: i magnifici paesaggi in cui si dipana la drammatica vicenda, la splendida prova di un Anthony Hopkins inappuntabile Capitano Bligh, il cameo eccellente di Laurence Olivier, le belle prove di Gibson, Bernard Hill e Neeson. Punti deboli: l'eccessiva durata e la regia prolissa di Donaldson. Comunque accettabile.
Gabrius79: Con due mattatori come Abatantuono e Salemme ci si aspetterebbero fuochi e fiamme; invece li troviamo coinvolti in una commedia esile che li sfrutta per qualche simpatica battuta e poco più. Lascia il segno un’ottima e coatta Alvigini a fronte di una Celentano un po' ingessata. Il reparto giovani naviga a vista. La storia (che si svolge nella splendida cornice di Gaeta) appare un po' col fiato corto e non ha mai lo slancio per volare alto o quantomeno a una quota accettabile.
Galbo: Western di buon livello diretto da McLagen. La sceneggiatura presenta una buona caratterizzazione psicologica dei personaggi e l'impianto narrativo è buono anche se con un uso forse un po' eccessivo della violenza. Benchè ormai piuttosto anziano, il veterano James Stewart rimane una presenza carismatica ed è efficacemente contornato dagli altri attori. Buona la fotografia. Godibile.
Noodles: Un cappa e spada che tutto sommato si può anche definire dignitoso ma che veramente poco aggiunge al genere. Stavolta siamo in Russia (in realtà in provincia di Viterbo), ma i duelli sono gli stessi e gli amori anche. Solite scene di battaglia lunghissime per fare minutaggio, qualche ballo folkloristico qua e là... molto poco che possa interessare uno spettatore lontano dal genere. Gli appassionati lo apprezzeranno un po' di più, specie l'eroina di turno, una sempre splendida Edwige Fenech. Non male il cast, poverissime le location. Mediocre.
Bubobubo: Lei si avvia verso i quaranta con un crescente desiderio di maternità non condiviso dal compagno, professore nerd la cui unica passione viscerale è un cantautore americano scomparso nel nulla più di vent'anni prima. La crisi si acuisce dopo una scappatella di lui e il casuale incontro di lei col famigerato cantautore... Musica ovunque, in questo film tratto da un romanzo del solito Hornby, per una commediola sentimentale sugli impacci dell'età adulta e la crisi di assunzione delle responsabilità. Non molto di più, ma ottimi Hawk e la Byrne.
Ryo: Film che si scatena selvaggiamente tra immagini noir, sentimentalismo straziante ed eleganti sequenze d'azione. Riesce perennemente a coinvolgere grazie al materiale di partenza di Phillip K. Dick, su cui si basa e che contiene un concetto molto stimolante, che Spielberg sviluppa abbastanza bene. La scenografia cyberpunk è discreta e i cartelloni pubblicitari che scansionando le retine delle persone offrono pubblicità personalizzate al tempo potevano sembrare orwelliani, ma non si discostano molto dalla realtà odierna.
Piero68: Lentissimo e lunghissimo (dura circa 2 ore e mezza), il film si salva esclusivamente grazie alla presenza di due grossi calibri come Gibson e Vaughn che anche nella loro staticità riescono a esprimere al meglio le loro potenzialità. Il resto, sceneggiatura compresa, è davvero molto pretenzioso nonostante la banalità latente di alcune scelte. Comprimari discreti che però, per colpa di precise scelte narrative, pagano scotto per i vari plot hole. Insomma, i quindici minuti finali di discreto cinema non bastano a compensare le prime due ore di quasi nulla.
Supercruel: Peggior episodio della celeberrima serie dedicata al tenente McClane. Lo script, ancorchè interessante, non viene sviluppato in maniera coinvolgente, le scene d'azione sono meno incisive che vent'anni fa e le battute gettate in bocca a un pur discreto Willis non riescono quasi mai a pungere. L'unico tassello che funziona, beffardamente, è il rapporto tra Willis e Long e c'è da credere che non fosse quello l'obbiettivo primigenio del regista Wiseman. Addio John McClane.
Myvincent: Dal celeberrimo capolavoro romantico, una trasposizione su grande schermo luminosa e di ottima presa, dove lo spirito narrativo non viene umiliato dalla esigenze commerciali cinematografiche. Il film racconta e ripropone, con equilibrio stilistico, le gesta di un uomo qualunque e del suo cambiamento spirituale con tutte le conseguenze che ne derivano. Cast azzeccato e rispondente con i caratteri dei personaggi letterari.
Pumpkh75: Ha lo stesso difetto del libro (che comunque gli è superiore): sembra abusivo, uno straniero in terra straniera, una custodia per i-phone sul modello sbagliato. Non aiuta lo sbiaditissimo McGregor, men che meno le orride reinterpretazioni dei personaggi del 1980 con attori che si saranno forse vergognati. C’è del positivo? Flanagan in regia guadagna sempre la pagnotta, la Rose Cilindro della Ferguson non lascia tutto il tempo che King gli ha trovato su carta ma è tutto fluttuante, quasi indifferente ai sensi. Routine dei nostri giorni.
Anthonyvm: Il Ferrante di Sharknado firma quello che, a prima vista, parrebbe il solito stalker-movie da Lifetime, con la mamma pazza che cerca di far fuori la nuova moglie dell'ex-marito per riavere la figlioletta. E per un'ora buona l'impressione iniziale sembra trovare conferma, fra luoghi comuni e svolte telefonate. Sarà il terzo atto a stravolgere il trito plot con un twist inatteso e una rivelazione simpaticamente disonesta. Purtroppo il climax conclusivo viene consumato a furia di spiegoni verbosi e cliché evitabili. Cast discreto: per una volta i buoni sono più interessanti dei villain.
MEMORABILE: La sfuriata della mamma alla festa, fra insulti e spray al peperoncino; L'imbarazzante tête-à-tête fra matta e bambina al bar; L'arresto del padre.
Daniela: Una squadra di poliziotti dai metodi rudi si trova messa all'angolo quando il nuovo sovrintendente pretende che si dia più importanza alle indagini a tavolino rispetto alle azioni sul campo... Jean Reno è troppo anziano per il ruolo ma può contare ancora sul fascino della bella faccia da duro, il rampante Lenoir ha una vena autoironica che non dispiace, Murino è bella e brava, il danese Cedergren sfodera la grinta necessaria per impersonare il super criminale di turno, il film è un action di routine ma risulta più scorrevole e ritmato dell'originale inglese di qualche anno fa. Potabile.
Ciavazzaro: Tedioso. L'unico momento degno di nota è quando il buon Grant si becca alcune pallottole, per il resto il protagonista assoluto della pellicola è terribilmente odioso e il ritmo lento. La storia poi è assai prevedibile e senza alcun tipo di sorprese.
Cotola: Se in John Wick l'innesco narrativo era il cane del protagonista, qui è un braccialetto della figlia. Pazzesco, no? Sì, lo è. Ma è inutile lamentarsene. Così come sono da mettere in conto le inverosimiglianze, la violenza sicuramente eccessiva e gratuita (ma molto fumettosa), come pure non ci si può certo stupire che non ci siano particolari sorprese narrative. Meglio godersi lo spettacolo fatto di novanta minuti ritmatissimi, esplosivi e divertentissimi per chi apprezza il genere. Notevole, compresa la scelta dello score. Cinema USA e getta? Forse, ma di gran "classe".
Galbo: Doug Liman dirige un film difficilmente catalogabile, sorta di combinazione tra pellicola avventurosa e fantascienza dispotica il cui spunto è decisamente originale, un pianeta colonizzato dagli essere umani nel quale i soggetti di sesso maschile manifestano pensieri (i suoni) perfettamente avvertiti da tutti. Complessivamente abbastanza godibile, presenta qualche limite (una parte centrale un po' ripetitiva e le figure degli alieni che si limitano a una rapida "comparsata") ma è segnato da una suggestiva ambientazione e una buona prova degli attori.
Jcvd: Poco da eccepire su questo film di 007, che sa catturarti sin dalle prime inquadrature. Daniel Craig è perfetto per questo ruolo e non fa rimpiangere i vari Connery e Brosnan, in una pellicola adrenalinica e senza sosta. Certo qualche "americanata" poteva essere evitata (vedi i vari inseguimenti in auto e non), ma resta tuttavia un prequel ben fatto e degno di nota. Presente anche la nostra Caterina Murino.
Siska80: Il film merita almeno una visione perché fortemente ancorato all'attualità: la vicenda infatti ruota intorno a una disastrosa arma di sterminio di massa e (come se non bastasse) il protagonista, anziché il classico eroe senza macchia, è un killer dall'oscuro passato che va avanti a furia di anfetamine. Il figlio d'arte Milo Gibson si conferma valido attore alternando nella mimica facciale durezza a fragilità; buon ritmo, azione frenetica, finale azzeccato.
Siska80: Vano tentativo di suscitare ilarità con una commedia all'insegna dell'assurdo (interpretata da un cast mediocre), la cui protagonista è antipatica sia nel ruolo della paladina della giustizia, sia in quelli del designer che veste e parla palesemente frou frou. L'idea del travestitismo è qui utilizzata in maniera esagerata (come solo gli americani sanno fare) generando equivoci sciocchi e uno svolgimento prevedibile dell'intreccio (con immancabile love story inclusa).
Puppigallo: Il terzo capitolo è sulla falsariga del secondo, con scontri spostati però sul pianeta alieno e militari onesti e non. L'originalità, doppio colore a parte, continua a latitare (gli esseri ciechi alla Descent; La regina aliena, che è un misto di Predator e Aliens, come anche lo scontro finale). Ma il discreto ritmo, il non prendersi troppo sul serio e effetti accettabili conferiscono comunque alla pellicola una sua dignità. Vedibile.
MEMORABILE: Il mostro alieno che estirpa cervelli dice alla ragazza: "Sei un abominio"; Il Titano, qui però controllato, omaggio al [f=23155]primo[/f] capitolo.
Markus: Un film confezionato su misura per esaudire il sogno dei molti fan che a suo tempo gioirono all'ormai celebre fake trailer di Planet terror. Rodriguez accontenta ragazzetti brufolosi con la t-shirt degli AC/DC, ma forse anche qualche bamboccione in cerca di pellicole di puro svago. Sostanzialmente Machete propone quello che ci si aspetta, ovverosia molto splatter, ammazzamenti vari e qualche scena trash. Il limite maggiore del film è la lunghezza eccessiva: accorciarlo di una mezz'ora avrebbe giovato. Non molto convincente, a mio giudizio.
Puppigallo: Abbastanza coraggioso nella realizzazione, va apprezzato per l'interpretazione piuttosto originale di un fenomeno che viene descritto, fotografato e proposto al pubblico da sempre. Poi però bisogna fare i conti con un protagonista che sembra costantemente sedato, una narrazione che qua e là rallenta, con tanto di storia parallela di una tragedia televisiva; e, soprattutto, con due ore abbondanti poco giustificate dalla quantità di vero succo. Eppure non è una di quelle pellicole che passano e vanno, essendo comunque in grado di lasciare qualcosa. Un'occhiata gliela si può dare.
MEMORABILE: La nuvola ferma; Il protagonista della sit com fa un macello; L'extra "spettacolo" letale nell'arena; "Scusa, colpa mia".
Ciavazzaro: Robert Redford è un signor attore ma il film non mi è piaciuto. La pellicola risulta essere abbastanza pesante, ed è stato difficile (per me) seguirlo nella sua interezza. Più che discreto il cast secondario, ma in definitiva povero di idee. Bocciato.
Deepred89: Piccolo spaccato generazionale per una commedia a episodi intrecciati complessivamente riuscita, con storie semplici, scorrevoli e messe in scena con professionalità, in grado di far sorridere e riflettere pur senza mai scavare in profondità. Tra i vari episodi citiamo la vicenda adulterina di Bentivoglio, in cui appare netto il divario tra la notevole performance del protagonista e un soggetto la cui improbabilità scade a più riprese nell'irritazione. Mediamente discreto il resto del cast. Nella fascia alta del regista.
Smoker85: Il plot non è dei più originali: una coppia matura si conosce casualmente e, dopo le iniziali (e divertenti) incomprensioni dovute ai caratteri apparentemente opposti, finisce coll'innamorarsi. Mattatori della pellicola due vecchi leoni del cinema che dimostrano ancora di saper ruggire. Il cast di contorno è funzionale alla coppia protagonista e la supporta al meglio. Commedia simpatica che riesce nel suo intento di intrattenere e far sorridere senza troppe pretese. Piacevole.
MEMORABILE: La scena-omaggio alla [f=366]Dolce vita[/f] di Fellini, con Plummer e la McLaine nei rispettivi panni di Marcello e Anita.
Ryo: Spassoso e anche più esagerato del primo capitolo. Si mantiene per molti versi quasi intatta la struttura di quello, con il poliziotto McClane invischiato in un nuovo attentato terroristico. La regia è ottima, il ritmo serrato e il film riesce a intrattenere notevolmente con continue e spettacolari scene d'azione, la cui maggior parte sono altamente inverosimili; fa anzi sorridere l'azzardo con cui il protagonista le affronta e l'eccessiva fortuna sempre dalla sua parte. Ottimo Franco Nero villain di turno e il plot twist finale.
MEMORABILE: Il salto fuori dall'aereo col sedile; Lo schianto dell'aereo di linea; La lotta sull'ala dell'aereo con la scia di benzina infuocata finale.
Pumpkh75: L'intrigo giallo è un abile specchietto per le allodole, dato che alla Mann sembra interessare da vicino più lo sviluppo, dalla colpa alla redenzione, dei due personaggi principali. Il bersaglio è centrato, grazie alle ottime interpretazioni e all'ambientazione umida e opprimente, ma proprio le defaillances nell'intrigo thriller privano la pellicola di quel quid che avrebbe reso il tutto più corposo e saporito. Non male, comunque.
Puppigallo: Fantaminestrone guarda e getta, senza una propria identità (Dune; Il quinto elemento, Star Wars), che si dimentica quasi subito. L'unico personaggio con un minimo di fascino (sinistro) è il cattivo, tanto flemmatico quanto pericoloso. Il resto è effetti, colonna sonora martellante e qualche scena visivamente interessante (troppo poco). In più, alcune soluzioni per giustificare il macello post inseguimento sulla Terra senza che tutti se ne accorgano (la memoria a breve termine, la ricostruzione...), risultano buttate lì giusto perchè qualcosa bisognava pur dire. Mediocre.
MEMORABILE: Sua maestà pulisce i cessi; Gli alieni elastici in sala operatoria; La burocrazia aliena; L'occhio di Giove (la millenaria tempesta).
Redeyes: Spin-off di un già non eccelso film, riesce nell'intento di annichilire l'ironia e tediare con teen-ager scorpioni e cattivi sotto effetto steroidi. La trama è piuttosto piatta, sviluppandosi attorno alla sete di vendetta, ma anche di giustizia del giovane guerriero che non è un principe di Persia ma poco ci manca. Il combattimento finale con lo scorpione digitale rasenta il ridicolo. Prodotto per ragazzetti in erba, ma quella buona!
Daniela: In una cittadina della Georgia, un "nuovo ricco" mal sopportato dall'aristocrazia locale uccide un noto marchettaro: legittima difesa? delitto passionale? omicidio a sangue freddo? Rispetto alle sue tematiche abituali, uno dei film più eccentrici di Eastwood: può contare su una bella ricostruzione ambientale nella prima parte ma risulta pesante e poco coinvolgente nella seconda, quella dedicata alla fase processuale. Fra il perplesso giornalista di Cusack e l'ambiguo miliardario di Spacey, il personaggio che resta più impresso è quello di Lady Chablis nella parte di se stesso/stessa.
Blutarsky: Commedia d'azione valorizzata dalle interpretazioni degli attori, simpatica baracconata girata discretamente da Dean Parisot. Al cast confermato si aggiungono la Zeta-Jones e Hopkins. La storia perde un po' in linearità e semplicità rispetto al primo capitolo, ma complotti e pericoli nucleari permettono al film di usufruire di diverse location (alcune cartolinesce) in giro per il mondo. Ironico e godibile nella sua basicità. Il cast simpatico e affiatato riesce a intrattenere ed elevare un prodotto altrimenti di routine.
MEMORABILE: I battibecchi Willis-Parker; L'interrogatorio della Mirren.
Siska80: Al bando le fanciulle fragili nel corpo e nella mente del secolo sedicesimo! L'Ofelia che qui ci viene mostrata è una giovane di buona salute, intelligente e determinata, che non si lascia abbattere neanche nei momenti di profonda sofferenza. Si tratta di un film in cui gli eventi storici passano in secondo piano rispetto a un universo femminile interiore fatto di amori, invidie, ambizioni sfrenate e continue delusioni. Il ritmo tuttavia aumenta quasi a un'ora dall'inizio e nel cast risultano veramente efficaci solo le interpretazioni di Ridley e Watts (mentre McKay è inespressivo).
MEMORABILE: La protagonista derisa dalle altre ancelle; Il duello.
Von Leppe: La macchietta di Petrolini trasposta in un film non riesce ad appassionare e far ridere molto. Alberto Sordi interpreta il ruolo di Gastone, vestito col frac e il classico aspetto tra Rodolfo Valentino e Bela Lugosi, ma forse non è del tutto in parte, anche se i tormentoni “m'ha rovinato a guera” e “io so' Gaston Le Beau” si addicono all'attore romano. Tra gli altri noti attori appaiono pure Mimmo Palmara e Chelo Alonso, che proprio ai tempi di questa pellicola spopolavano nel cinema di genere italiano.
Alex1988: Operazione insolita per Willis, che interpreta un poliziotto antieroe e antimacho. Il plot è poco originale: poliziotto deve scortare un galeotto in tribunale entro due ore (le "due ore" del titolo); in quelle due ore succederà di tutto. L'azione, ovviamente, non manca e Willis fa di tutto per uscire dal cliché, ma sembra tutto già visto. Discreto.
Caesars: Deludente. Dopo un inizio discreto, con l'arrivo in scena (pochi minuti la sua presenza) di Constantin il film incomincia a precipitare. Trama scontata ma anche oltremodo inverosimile, cast sprecatissimo (escluso Bronson, discretamente efficace), regia senza particolari guizzi. Si salvano sicuramente le belle location in costa azzurra e la professionalità con cui è realizzato il film. Peccato, perché il nome di Matheson (da un suo romanzo è tratto il soggetto, malamente sceneggiato) faceva sperare decisamente in meglio.
Reeves: Curioso film che è girato con tutti i trucchi tipici del cinema a basso costo (ambiente unico, cast modesto e abbastanza improbabile, compreso Robert Woods nel ruolo di un marine americano nichilista con problemi mentali) ma che in più ha una lunga serie di monologhi (peraltro noiosissimni) su vita, morte, omosessualità e genere umano. Insomma, un pasticcoio tipico dell'epoca, che non decolla mai.
Giùan: Un funerale e alcuni amorazzi: certo quelli di Abel per Marianne e Eve per Abel ma pure quello (allo spettatore "nascosto") di Marianne per l'"amico" invisibile Paul e del piccolo Joseph... per chi? Garrel, aiutato dalla penna di Carrière, riesce nell'ardimento di donare levità e vitalità a ménage sentimentali che nel cinema francese son stati "consumati" da esemplari maestri. Così il film, grazie a un dinamismo e a una grazia inesplicabili (l'incipit fa piuttosto disperare), omaggia Truffaut e Rohmer, Chabrol e il primo Godard, guidato da un umile disincanto.
MEMORABILE: La matura sensualità della Casta; Paul precipita per le scale; Il disamoramento di Eve per Abel; Il medico presunto gay.
Undying: Daniela Sanguinetti di San Marzano (la Doria) viene spedita dal padre nei dintorni di Lecce per prendere parte ad un seminario composto da 12 ragazzi e 12 ragazze che tutto fanno, fuorché impegnarsi altrimenti se non cercare d'incontrarsi l'un l'altra. Mediocre pellicola, poco ironica e diretta con poca energia; orientata, più che altro, a mettere in esposizione il (bellissimo) corpo di Daniela Doria...
Gordon: Terzo film dedicato all'ormai celebre vicenda del Bounty e dei suoi ammutinati che si concentra prevalentemente sulla parte storica di quanto accaduto e non sulle vicende amorose. Hopkins, interpretando il capitano Blight (uomo scorbutico e collerico ma non certo un despota) riesce a caratterizzarlo perfettamente dalla prima all'ultima scena. La regia di Donaldson è convincente come d'altro canto è buona l'interpretazione da parte di (un giovane) Mel Gibson e degli altri attori. Suggestivi i paesaggi.
MEMORABILE: Blight che si presenta nervosissimo alla corte marziale; Il dialogo tra Hopkins e Gibson la sera prima dell'ammutinamento.
Jdelarge: Leone realizza un peplum a due facce: la parte migliore è rappresentata dalla bellissima messa in scena, dalle straordinarie inquadrature e dall'ottimo utilizzo di luci ed effetti speciali. D'altro canto la durata risulta eccessiva soprattutto perché la caratterizzazione dei personaggi viene lasciata totalmente in sospeso, con una conseguente perdita d'interesse da parte dello spettatore, che si trova a vedere un film maestoso ma con personaggi quasi ridicoli.
Caesars: L'idea di partenza poteva anche essere divertente, rifare la guerra di Toia (in questo caso di Troika, dal nome della casa di appuntamento di proprietà di Ettore che è però nelle mire della chiesa per una speculazione edilizia) in chiave umoristica ed ambientandola ai giorni nostri. Il risultato finale è però deludente, nonostante Castellari riesca a tenere alto il ritmo inserendo anche alcune sequenze d'azione degne di lui. Il divertimento latita e il notevole cast attoriale a disposizione risulta decisamente sprecato.