Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Stubby: Bellissimo western con un Giuliano Gemma bravissimo e soprattutto supportato da una schiera di caratteristi fantastici. Storia molto avvincente con un pizzico di giallo che tiene incollati al teleschermo. Forse unico neo il comparto musicale un pochino sottotono.
Markus: Garbata commedia a quattro episodi che non lasciano però il segno. Si comincia con "Turno di notte" (**): il biascicante Laurenti è persuasivo nel suo personaggio stralunato, ma un po' malinconico; "Tutt'un tic" (*!): lungo segmento con protagonista Liotti (e un giovane Giallini), non convince e induce al tedio; "Ho chiuso il gas?" (**): dilettevole e per fortuna velocissima vicenda con il sempre egregio Gianmarco Tognazzi; "Frutto proibito" (**!): il migliore del lotto, con la coppia Laganà (ottimo)/Ferilli che regala un'ironica parentesi di relax.
Pigro: Primo film da protagonista per Liz Taylor, e ancora in compagnia animale, questa volta di un cavallo con il quale vincere il Gran Premio insieme all'amico orfanello. Buoni sentimenti zuccherosi e gusto pittoresco si miscelano in un film perfettamente equilibrato nei suoi vari elementi: un vero congegno a orologeria per coinvolgere bambini e famiglie, fra passione e divertimento. Lei è radiosa, ma tutto il cast funziona con omogenea bravura, come sapevano fare i filmoni hollywoodiani di una volta. Piacevole.
Pumpkh75: Mi copro gli occhi di fronte a difetti evidenti (Verdone è un Mimmo lievemente più sveglio, Sordi non eccelle in regia e attinge a piene mani dentro una smaccata morale qualunquista) e mi ritrovo, a ogni visione, a sbracarmi dalle risate: sarà che trovo i romanissimi duelli linguistici tra i due irresistibili, sarà che è uno di quei film che spesso viene citato nelle mie serate tra amici. Fondamentali Infanti e Margie Newton, ma a stordire tipo KO è la bellezza di Tiziana Pini. Cult.
Jandileida: Di nuovo Germi si prende l'onere di sbeffeggiare l'ondivaga moralità pubblica degli italiani. Se qua e là si soffre per un andamento un po' ripetitivo, è difficile dimenticare alcune scene in cui un catalizzante Urzì dà corpo e anima a tutta l'ambiguità di un mondo legato a valori che già all'inizio degli anni '60 vedevano perdere la loro centralità fino a diventare niente più che uno spettacolo di pupi. Regia sempre sapiente, attori in parte: la Sandrelli entrava definitivamente nell'immaginario erotico italico per uscirne, forse, decenni dopo.
Mickes2: Grande stile per questa pellicola di Mann; tra l'altro adoro la camera a mano e quindi, per me, grande coinvolgimento. Bellissima storia carica di fascino, che fila via splendidamente. Le sparatorie costruite dal regista hanno sempre quel qualcosa in più.
Faggi: Spettacolare peplum (di fatto è un kolossal). Sergio Leone dirige affascinato da stilemi manieristici di gusto sia d'oltreoceano che italiano ma riesce a trovare una cifra che, a posteriori, può essere detta personale. Tutto l'apparato strettamente produttivo (fotografia, scenario, costumi, effetti speciali) è pregevole (la statua del colosso resta impressa): la fattura dell'insieme è di qualità. I personaggi sono, più o meno, mere marionette da governare ma la vicenda funziona. Grande gioia per gli occhi (e anche per il cervello, in fondo).
Vstringer: Truffa ai danni della regina Maria Antonietta e di un gaudente cardinale ordita dalla spregiudicata Jeanne, discendente dei Valois in cerca di legittimazione, nella Francia dell'immediato pre-1789. Affresco storico dalla regia corretta incentrato su truffa e truffatrice (una sempre brava Swank) che svapora nel finale: in questo senso, le prende di santa ragione nel confronto con le analoghe puntate di Lady Oscar, il cartone animato! Nel resto del cast, sottotono Walken e la Richardson, ottimo Brody.
Furetto60: Sorrisi in agrodolce per questi mostri che ripropongono coppie comiche già consolidate. Tristissimo l’episodio con la vecchietta confinata all’ospizio, molto originale l’episodio no word con l’attentatore (islamico?), paradossale e divertente la funzione funebre che si trasforma in spettacolo, un senso di deja vu (e non al cinema...) per i pronto soccorso che non soccorrono. Tanto Sordi, ma non solo Sordi.
MEMORABILE: Guarda caso gli episodi forse più tristi riguardano la Sanità (pubblica e privata).
Homesick: All’interno del capitolo dedicato ai prodotti minori nella grande libro del w.a.i. questo è un trascurabile paragrafo: soggetto e sceneggiatura senza idee né autentica progressione drammatica, verdi esterni che nulla hanno di western, regia anemica e personaggi inconsistenti; il finale tra Lawrence e Raho è un tonfo nei cliché più abusati, a dispetto dell’azzardo splatter. Una Galli avida e perfida è l’unica a farsi valere in mezzo ad interpreti sotto tono, mentre la polselliana Katia Cardinali compare all’inizio, nel ruolo di una delle amiche della Giordano.
MEMORABILE: L’imbarazzante numero canoro della Fabrizi: per un attimo pare di assistere ad un musicarello...
Pumpkh75: Rispetto ad altri nevosi slasher da baita, sceglie più oculatamente di sposare un survival movie a campo aperto, il che è sicuramente interessante e offre l’opportunità di perderci dentro bianche distese e vertiginosi paesaggi. Se si rovescia la medaglia la scelta porta però a tutta una parte centrale sepolta da una valanga di uggiosi non-avvenimenti, spia palese che da raccontare c’era proprio poco e quel poco era mal distribuito. Fosse stato tutto come gli ultimi cinque minuti, quelli sì aguzzi e asprigni, si sarebbe meritato il doppio del pallinaggio. Intorpidito.
Paulaster: Durante un furto un ladro assiste a un omicidio. Thriller che mescola intrigo politico, investigazione e sprazzi action. Eastwood carica il giusto e alcune scene sono riuscite (l'attesa dietro la porta blindata, i cecchini come contro JFK, il collier), oltre a portare in scena una specie di Arsenio Lupin che si cala dalle finestre. Peccato per la sceneggiatura troppo fantasiosa, con la polizia che condanna a priori il protagonista, gli agenti segreti tutt’altro che impeccabili e la figlia che appare dal nulla. Anche il finale è un po' tirato per i capelli, come risoluzione.
MEMORABILE: L'esecuzione della moglie; Il ballo col collier; La macchina precipitata; La siringa nel collo.
Homesick: Film a episodi discontinuo, dall'esito incerto. Il segmento migliore e più divertente per la sua schietta italianità è quello di e con Sordi; quello di Bolognini è scontato e dimenticabile, mentre quello di Salce è la solita estenuante fantozzata. Sempre apprezzabile il lavoro svolto dai numerosi attori e caratteristi presenti.
Galbo: Noir di produzione italiana che impegna un cast internazionale capitanato dal granitico Charles Bronson. La trama non è particolarmente originale ma si tratta di un film in cui la forma e l'estetica cinematografica contano più di tutto e da questo punto di vista il regista Sollima dimostra di saperci fare. Purtroppo il film è limitato da qualche calo di ritmo di troppo altrimenti sarebbe stato notevole.
G.Godardi: Eccovi I Mostri Oggi! Ovvero Anni 90 parte terza (o quarta se consideriamo anche Miracolo italiano) quasi venti anni dopo. Ovvero Oldoini che si crede di essere Risi! Purtroppo per noi non lo è e il film è di una noia quasi mortale, con l'aggravante che i pochi episodi salvabili sono derivativi da quelli dei due mostri storici! Abatantuono gigioneggia alla Gassman, Bisio si sforza di essere versatile tramite parrucche, la Ferilli è insopportabile. Incredibilmente il più bravo è Panariello!
Ryo: Terzo della trilogia di Cat & Hutch e il più noioso dei tre. Molte scene tirate troppo per le lunghe (nel finale c'è una sequenza dove i cowboy si posizionano per un agguato che sembra eterna!). Dialoghi nella norma, Cat non fa quasi nulla, Hutch si vede dopo mezz'ora per non fare pure lui praticamente niente. Un western molto atipico, privo o quasi di quegli elementi che hanno reso famoso il genere.
Deepred89: Azione senza un attimo di tregua in cui suonerebbe ridicolo parlare di verosimiglianza, con regia scarna e immediata e zeppo di ironia probabilmente non sempre involontaria. Divertimento piuttosto costante, che impenna di fronte ai frangenti più esagerati trovando il proprio apice nella paradossale (uno contro centomila), lunghissima e scatenatissima (pure con un paio di dettagli semi-splatter) sparatoria finale. Schwarzenegger quasi autoironico, mentre cattivi poco incisivi e una fastidiosa presenza femminile a far da spalla abbassano i toni.
MEMORABILE: La cabina sradicata; I pettorali di Schwarzy che pulsano allo svuotarsi del mitra contro lo sciame di cattivi.
Siska80: Un"aspirante quanto determinata giornalista ha una grossa occasione quando deve scrive un articolo astrologico con l'aiuto di un esperto. Commedia innocua e neanche totalmente originale che però, nonostante una trama pretestuosa e di spessore nullo, non è disprezzabile pur raggiungendo solo la mediocrità. Il ritmo è abbastanza regolare, il finale prevedibile ma grazioso; in special modo la coppia di protagonisti è affiatata e simpatica (soprattutto lei quando sorride ogni volta che si trova in imbarazzo). Nel complesso una produzione che merita un'occhiata disimpegnata.
B. Legnani: Meno peggio del film gemello Sandokan alla riscossa (chiaramente sono stati girati in unica sessione lavorativa). Stavolta ci sono le consuete inverosimiglianze (quanti colpi spara la pistola di Sandokàn?), ma la storia non ha i paurosi buchi del film precedente. Anche stavolta, purtroppo, la recitazione resta la grande assente, forse ad eccezione delle interpretazioni di Mino Doro e di Aldo Bufi Landi. Quando è ipnotizzata la Bettoia è quasi più espressiva di quando non lo è...
Saintgifts: John Ford porta ancora in primo piano la differenza tra i "civili" pionieri e i selvaggi indiani. Rimane abilmente in bilico tra i diversi modi di vivere, le religioni, gli orgogli di appartenenza, senza mai prendere apertamente le parti di nessuno. Una scena molto esplicativa mostra Elena, messicana rapita dai comanche e per 5 anni moglie di Orso di Pietra, che si fa ancora il segno della croce ma prega prontamente nel modo indiano, alla morte del marito. Nonostante l'importanza del tema, le parti migliori sono quelle umoristico-ironiche.
Gugly: Film ben recitato (anche se la Ferilli zoppica nel ruolo di una siciliana) che si avvale di una sceneggiatura fedele alla storia del giovane magistrato, legato a precisi valori e ad un contesto familiare che potrebbero sembrare esagerati per l'uso filmico. Ottimi Leopoldo Trieste e Regina Bianchi per una storia che non è gradevole da alcun lato in cui la si osservi.
MEMORABILE: La madre del magistrato quando apprende la professione della fidanzata del figlio: "Un avvocato fimmina..."
Il ferrini: Se tecnicamente è ineccepibile, è pur vero che niente aggiunge al già (stra)visto nell'ambito del suo genere. Solite spie russe e americane, soliti addestramenti, torture per ottenere confessioni, gli immancabili scontri corpo a corpo. Ciò che invece si colloca sopra la media è il cast, dalla glaciale Rampling all'impulsiva Parker, passando ovviamente per Irons. Jennifer Lawrence è in forma (anche fisica); diversi nudi per lei, perfino integrali. Alcune scene restano (il "pela-persone", la "lezione" sul sesso orale), ma il film si dimentica.
Galbo: Storia di Zak, giovane affetto da sindrome di Down che vuole diventare campione di wrestling. Per farlo parte in compagnia di Tyler, un pescatore di granchi. Ambientato lungo la costa degli USA meridionali, un racconto di formazione in cui viene esaltato il rapporto tra i due protagonisti, giovani “losers” in fuga verso una vita migliore. Un film in cui il viaggio dona dimensione e spessore al racconto, con una suggestiva ambientazione e un’ottima prova di Shia Labeouf (una delle sue prove migliori) e del giovane Zack Gottsagen. Piccola ma significativa parte per Bruce Dern.
Capannelle: Molta azione e buone trovate. Preferisco il ritmo sostenuto ma più ragionato del primo film della saga, ma è comunque un buon film. Jackson è divertente ed efficace contraltare del protagonista. Irons pure bravo anche se mi sembra troppo spietato per la vicenda. Una storia magari meno intelligente rispetto al primo capitolo (specie nella seconda parte) ma sempre a forte impatto. E McLane ha sempre meno tempo per rifiatare. Encomiabile.
Gordon: Tratto da un romanzo, questo ottimo film ripercorre con alternanza di narrazioni e analessi la vita di un solertissimo ma frustrato maggiordomo di stampo britannico doc, interpretato da un glacialmente perfetto Anthony Hopkins. La pellicola, oltre a offrire alcuni spunti divertenti (preziosa la presenza di un giovane Hugh Grant), riesce anche a far riflettere lo spettatore sempre da un punto di vista defilato sugli avvenimenti, mantenendo alta l'attenzione. Leggermente debole, forse, il finale.
MEMORABILE: La "calorosa" reazione sentimentale del maggiordomo alla proposta della governante; Il quiz proposto dal sincero democratico a Hopkins.
Schramm: Dà davvero ai nervi vedere tanta classe, tanta cura figurativa e tanta disinvoltura registica guastate da uno script che fa dell'instabilità la sua tenue de soirée. Vien la carogna, perché Simpson ci sa davvero fare, usa la mdp come un pennello e la sa lunga su cosa turba disturba inquieta e spaventa la platea. Ma alla scrivania c'è ahilui e ahinoi quel Jake Wade Wall reo impunito di crimini filmici quali Chiamata da uno sconosciuto e il remake di The Hitcher: chiara l'entità del danno?
Aco: Commedia sentimentale, giallo e thriller. A livello narrativo la storia inizia in media res e la ricostruzione degli eventi è affidata ai protagonisti che, in un’aula di tribunale, con una serie di flashback raccontano quanto è accaduto fino a quel momento. Una scelta che contribuisce a rendere ancora più accattivante una storia molto articolata, ricca di colpi di scena, sostenuta da una buona recitazione dei protagonisti, accurate riprese e una valida colonna sonora.
MEMORABILE: "L'incontro" tra Adrien e Margot in automobile.
Caesars: Superpolpettone melodrammatico che ha il torto di confrontarsi con la realtà della storia, quando gli italiani stanziati in Grecia nel 1943 furono massacrati dai soldati nazisti. Nicholas Cage appare del tutto fuori luogo e i nostri soldati sono rappresentati nel modo più stereotipato possibile. La realizzazione è professionale, ma si poteva ottenere decisamente qualcosa di meglio. Evitabile tranquillamente.
Bruce: Kolossal tragico romantico, coinvolgente e commovente. Una volta tanto una superproduzione americana non sprecata. Cameron non sbaglia nulla e il risultato complessivo è ottimo. Anche i protagonisti sono quelli giusti. La colonna sonora pure. Spettacolare e valoroso.
Pinhead80: Difficile trovare delle parole che possano descrivere il disappunto per questo film per la tv che pareva promettere bene (almeno dal titolo) e che invece si rivela un totale disastro. Se non ci fosse da piangere verrebbe da ridere vedendo come è caratterizzato il mad doctor saltellante, costantemente in mutande, che si fa portare giovani donne da seviziare a suon di adrenalina. Chi può lo eviti.
Rambo90: Un killer, nascosto in una baita tra le nevi, soccorre una ragazza che ha avuto un incidente. E quello che all'inizio (e per una interminabile ora) sembra un incontro fortuito si rivelerà essere ovviamente altro. Reno recita svogliatamente, un po' meglio la Lind, ma il film è letargico e non offre alcuna sorpresa. Gli intermezzi con i poliziotti poi sono del tutto pleonastici. Si salvano le ambientazioni sul lago ghiacciato, di un certo fascino, ma è un thriller di brutta routine.
Daniela: Complessivamente non peggiore del capitolo precedente, alquanto mediocre: ancora minore fantasia nella sceneggiatura, stessa prevedibilità e stessi personaggi principali di scarsissimo spessore, ma per fortuna anche meno dialoghi imbarazzanti a favore delle scene d'azione. I due odiosi nipotini sono rimpiazzati da una bimbetta neutra, co-protagonista della scena più bella: una sequenza elegante, fiabescamente gotica, che spicca rispetto alla frenesia trash di tutto il resto. Nel cast Goldblum è lo specchietto per le allodole, Cromwell fa il vegliardo, Levine e Jones fanno da ... (no spolier).
MEMORABILE: Asta sottocosto: Ronaldo è costato quasi di più di tutto il paleo-zoo; l'artiglio che si avvicina lentamente al letto
Galbo: Film solo all'apparenza benale e frivolo, è in parte una raffinata satrira sociale del carrierismo e del rampantismo della società americana (ma non solo), in cui l'immagine conta più dell'essere. Il tutto in una commedia molto divertente, letteralmente monopolizzata dalla sua giovane interprete, irresistibile nei panni della ragazzina apparentemente ingenua, che supera in fubizia e abilità i suoi concorrenti. Molto godibile.
Sebazara: Anche se ancora lontano dai suoi grandi capolavori, Eastwood comincia già a mostrare i primi segni di talento e di maturità registica. Un film insolito per chi è abituato all'Eastwood più classico, molto ragionato e attento nel raccontare la storia di Huston sul set de La regina d'Africa. Purtroppo molto sottovalutato da pubblico e critica, è invece un valido film biografico che presenta buone prestazioni attoriali e caratterizzazioni psicologiche, a tratti fallace nella sceneggiatura e nel tratteggiare le ossessioni del protagonista. Comunque da rivalutare.
Siska80: Ok, i protagonisti sono i soliti belli con dentro un mondo da offrire (in special modo lui) e il finale "al bacio" è matematico, ma poco importa: questa commedia romantica porta una ventata di aria fresca sin dalle prime immagini e ha il pregio di non prendersi troppo sul serio, proponendo una trama poco verosimile (le amiche della protagonista prendono alla lettera le previsioni di una zingara) anche se non del tutto impossibile (vedasi lo snodo). Il ritmo è costante, i personaggi gradevoli e l'ultima sequenza chiude perfettamente il cerchio. Nel complesso niente male.
Cangaceiro: Un film sentito, fatto col cuore dal factotum Favreau, credibile e divertito nei panni di un corpulento e talentuoso Vissani d'America. Ci si perde un po' in frizzi e lazzi nella prima parte, dove comunque i momenti azzeccati non mancano e appare anche un Hoffman doppiato da Giorgio Lopez con voce marcatamente decrepita. La storia decolla piano, sbocciando in un variopinto e scanzonato road-movie formativo che a tratti emoziona con sincerità. Invidiabile la verve di Leguizamo, gran cameo di Downey Jr. Tolti gli ingenui difetti sarebbe stato un gioiellino.
MEMORABILE: Il cameo/supercazzola di Downey Jr.; La "sensazione piacevole" data dall'amido di mais...
Galbo: Action movie non certamente memorabile ma tutto sommato piuttosto divertente a patto di non prenderlo sul serio come decisamente hanno fatto i realizzatori che hanno introdotto nell'opera una robusta dose di (auto)ironia facendo del film una sorta di rifacimento pop di alcune pellicole epiche prima tra tutte Conan il barbaro. Il film diventa pertanto una sorta di gioco citazionista curato nelle sequenze d'azione e ovviamente penalizzato nei dialoghi e nella sceneggiatura. Disimpegnato.
Galbo: Uno spietato sicario è in Tahilandia per un'ultima missione. Qui collabora con un piccolo delinquente locale, Kong, e conosce una ragazza della quale si invaghisce. Diretto dai fratelli Pang, il film è un remake di una loro opera precedente ed è un action piuttosto tradizionale che non brilla particolarmente a causa di una sceneggiatura prevedibile e priva di spessore nella descrizione dei personaggi e della prova opaca del protagonista. Buone l'ambientazione e la realizzazione delle scene d'azione.
Luluke: Un discreto giallo freddo, in cui più che la soluzione dei misteri per i quali il protagonista torna sui luoghi della sua giovinezza, a convincere sono gli elementi che dovrebbero essere secondari. A cominciare dall'ambiente, l'outback australiano, rappresentato nella sua apparente immutabilità. Per proseguire con le interpretazioni, tutte molto calibrate, con Bana che si conferma uno dei migliori attori in circolazione. E tra i meno sfruttati. Lodevole anche l'impegno di Connelly nel destreggiarsi tra le pieghe di un romanzo non così facile da trasporre in un film.
Scarlett: Forzato sequel di La rivincita delle bionde. Piuttosto noiosetto. C'è il chiaro tentativo di bissare il consenso avuto dal primo film, con il risultato pessimo che notoriamente è figlio dei sequel. Non c'è niente di nuovo, ed anzi viene esasperata la figura della bionda in rosa facendola apparire quasi come un fenomeno da baraccone.
Cangaceiro: Ennesimo filmetto alla Saranno famosi, passato praticamente inosservato in Italia, che procede di luogo comune in luogo comune con una prevedibilità che lascia molto basiti. Soggetto super striminzito, personaggi che più stereotipati di così non si può e regia senza un briciolo di personalità. In questo bailamme si fa notare la solare freschezza della Winstead, davvero adorabile. Qui fa la parte di una ragazzotta acqua e sapone riuscendo lo stesso ad essere sensuale e conturbante. L'unico stimolo alla visione è la presenza della giovane attrice yankee.
Saintgifts: Più America di così! La limonata fresca e genuina costa 25 cents, la bambina che l'ha fatta sa che è buona e non teme nulla, nemmeno i complimenti e non accetta mance. Forse è questo ciò che ha fatto riflettere Steven: il volto sano, onesto di un'America che tiene in considerazione il denaro più di ogni altra cosa, ma che è pronta a combattere per un'idea, se la crede buona. Difficile conoscere la verità, la fregatura è sempre dietro l'angolo; persino questo buon film può avere altri scopi che non siano solo mostrare il vero volto delle cose.
B. Legnani: Benché la grandiosità sconfini nella lentezza, e benché oggi il film appaia abbastanza lontano dai gusti contemporanei, resta un bel kolossal, ottimamente diretto ed ottimamente interpretato, pure dotato di panorami splendidi. Il tema musicale è passato alla storia. Il finale, riproposto in Palombella rossa, è quasi sadico verso lo spettatore. Da vedere, ma solo se armati di saggia pazienza.
Trivex: Film "action-cop" perfettamente riuscito. Bruce Willis è motivato alla grande nel suo ruolo e la storia, seppur non sempre drammaticissima, è congeniale al tipo di prodotto. Siamo di fronte infatti a un'ottima forma di intrattenimento che va bene (quasi) per tutti e, cosa non così usuale, non annoia nemmeno in seconda o terza visione. L'atmosfera 80s e la genuinità della realizzazione "a misura d'uomo" (fa vedere quello che ci si aspetta) lo rendono tanto commerciale quanto apprezzabile.
Nicola81: Non lo si può certo definire un film sbagliato; anzi, l'approccio alla materia denota ambizioni e competenza in egual misura, gli effetti speciali sono notevoli. Però le parti più prettamente scientifiche possono risultare ostiche ai non addetti ai lavori, mentre quando all'opposto si cerca di semplificare spesso si scivola anche nella superficialità. Le quasi tre ore di durata si sentono tutte, ma per Nolan l'ipertrofia non è certo una novità. Ottimi Caine e la Chastain, mediocremente improbabile la Hathaway, senza infamia e senza lode gli altri.
Gestarsh99: Ambasciatori di ambasce e inflessibili come esattori di Equitalia, quattro Testimoni di Geocalamità, in missione per conto di Dio solo sa chi, recapitano a una famiglia l'ingiunzione di pagamento di tutte le colpe umane. Non aspirano alla polvere eterna ma vorrebbero aspirarla e metterla nel sacco prima del patatrac. La fine del mondo rintocca nel bosco in nomine Shyamalan: suspense golosa, imponderabilità, smania di epifania, la massellanza da triceratopo di Bautista. L'epilogo insignificante azzera però miseramente ogni cosa, smascherando una precaria catastrofiction. La Pocalisse.
MEMORABILE: L'amichevole incontro nel bosco fra il mastodontico Bautista e la piccola Kristen Cui, intenta a raccogliere e imbarattolare grilli tra i fili d'erba.
Galbo: Lontano dai capolavori che verranno, Clint Eastwood dirige (e interpreta) una commedia western con l'aria di divertirsi molto. Il film è gradevole anche se leggero e il suo punto di forza è la buona caratterizzazione di un gruppo di personaggi decisamente particolare. Quà e là qualche incertezza della sceneggiatura, ma nel complesso uno spettacolo gradevole.
Pessoa: Tipico prodotto vanziniano che si limita a riprendere e sceneggiare in salsa nazionalpopolare canovacci rodati. Anche in questo caso si nota grande professionalità nel realizzare un prodotto decente senza la presunzione di competere con capolavori come La stangata et similia. Il cast di buon livello, con un superbo Buccirosso, completa il quadro di un tipico film per famiglie, divertente, rassicurante, sostanzialmente innocuo. Forse non abbastanza per il palato di un cinefilo, ma del resto il film non è stato pensato per entrare nella storia del cinema alto. In quel senso, funziona.
Homesick: Summa e memento del western: i suoi fondamenti concettuali – la complementarietà fra legge ed azione, i valori della democrazia e dell’associazionismo americano, l’onore, la donna perturbatrice, la storia confusa nella mitopoiesi – e due attori-simbolo (Stewart e Wayne). Lo spiccato caratterismo (dallo sceriffo nullafacente al dottore ubricacone) diffonde ironia, tampone per i profondi squarci di violenza aperti dalla frusta di un truce Marvin; ruoli secondari ma non meno efficaci per Strode e Van Cleef, presto reclutati nelle prime linee del cinema di genere tricolore. Crepuscolare e ferreo.
MEMORABILE: L’incendio della fattoria; la rivelazione di Wayne; il comizio del sudista John Carradine.
Pinhead80: Dalle 9 alle 5 ci mostra il lato B del porno, ovvero quello che succede dietro le quinte dei film e nella vita di tutti i giorni degli attori e delle attrici. Diversi personaggi si muovono in questo mondo: qui ne conosciamo alcuni molto famosi intenti a raccontare le loro esperienze e i motivi che li hanno condotti a intraprendere questa carriera. La cosa migliore del documentario è quella in cui traspare, dietro continue affermazioni di felicità, il senso strisciante di colpa e di angoscia. Non molto originale ma godibile.
Daniela: Maturo e fascinoso professore di lettere a Cambridge farfalleggia fra una relazione e l'altra fino a quanto una delle sue studentesse gli comunica di essere incinta... Commedia sentimentale dalla trama più movimentata del solito che può contare su un Brosnan in forma nei panni di un uomo inaffidabile ma inaspettatamente tenero come padre, oltre che su nonno McDowell finto burbero. Accettabile finché resta in superficie, la sceneggiatura però s'incarta quando cerca di affrontare tematiche più serie (vedi l'immigrazione clandestina). Nel cast femminile, Hayek vince facile sulla tinca Alba,
Caesars: La regia del buon Clint è solida come sempre e tutti gli interpreti offrono prova degna del loro nome; ciò fa sì che il film sia piacevole da vedere e tenga desta l'attenzione fino alla sua conclusione. D'altro canto però non si può ignorare il fatto che la trama richieda una dose di sospensione dell'incredulità degna di un fumetto di Diabolik (e questo per un film che vorrebbe essere "serio" è un difetto di non poco conto). Sono troppe le situazioni inverosimili che bisogna accettare per poter dire di trovarsi davanti a un buon prodotto.
Gabrius79: Nonostante si tenti di giocare la carta di una certa audacità (per l'epoca), il film vola piuttosto basso e viene salvato perlopiù dalla bravura degli attori e dalla fulgida bellezza di Catherine Spaak. Il ritmo è altalenante e solo nell'ultima mezz'ora, quando entra in scena Trintignant, assistiamo a momenti piacevoli. Gradevole il leit motiv "L'amore dice ciao" di Armando Trovajoli.
Pigro: È la ballata dell’amore che non osa osare, superare convenzioni sociali e rimorsi. I due vicini di casa trascinati in un crescendo inappagato di attrazione vedono scivolar via un destino che non hanno il coraggio d’accettare. Una storia romantica, frustrata dall’educazione e dal timore che inibisce la passione dei due (non) amanti; malinconica e struggente, come la notevole colonna sonora. Meravigliosa l’eleganza dell’immagine, che cattura il mood anni 60, così come la narrazione per frammenti, anzi per singhiozzi di emozione congelata.
Reeves: Una specie di Bastardi senza gloria ancora più cult di quello che Castellari dirigerà un po' dopo e che Tarantino amerà con tutte le sue forze. Tante situazioni: americani vestiti da tedeschi, donne travestite da soldati, sgozzamenti notturni, cani che maneggiano candelotti di dinamite. Veramente un B-movie dichiarato, con tutti i suoi pregi e i suoi limiti. Spiega abbastanza bene perché la Carrà non abbia voluto procedere con il cinema: qui fa ridere, soprattutto quando piange. Stelvio Rosi yankee non si può vedere.
G.Godardi: De Souza è stato lo sceneggiatore dei più importanti film d'azione anni 80 e inizio 90. Questo Commando è uno dei suoi più famosi, una sceneggiatura ridotta all'osso per dar pretesto al buon Arnold di sfogarsi a dovere. E' più un videogame che un film, con il nostro eroe che passa da uno schema all'altro fino al combattimento finale. Girato bene, con ottime scene d'azione e un pizzico d'ironia che non guasta, è uno dei prodotti migliori del periodo, pur nella sua esibita pornografia della violenza.
Buiomega71: Puro cinema di pancia quello di Audiard, che lascia strascichi di visceralità (l'attacco dell'orca sott'acqua, la disperazione della Cotillard quando si rende conto di non aver più le gambe, i violenti incontri di boxe con denti che saltano, le fugaci scene di sesso occasionale del protagonista, il primo incontro tra i due fuori dalla discoteca). Mix tra dramma intimista, noir, animali assassini, destini tragici e scene d'amore disturbanti alla Tornando a casa, nonché un pre finale sul lago ghiacciato stile La zona morta. Peccato solo per l'happy end un po' posticcio e convenzionale.
MEMORABILE: Il tipo che ci prova in discoteca con la Cotillard, ricevendo uno sfregio sulla faccia; La Cotillard che striscia a terra; La maestosità delle orche.
B. Legnani: Viene subito alla mente Metti, una sera a cena, ma questo film ha un finale più prevedibile e un arzigogolo meno contorto. Anche questo è recitato bene, con un cast internazionale (solo tre gli italiani: la Blanc, la Traversi e Aldo Giuffrè, che si vede poco) di buon livello, che salva non poche frasi, concettose ma banali. Interessante il movimento della mdp che, nei dialoghi a due, non stacca mai, ma si sposta dall'uno all'altro. Il che dopo un po', però, viene a noia. Come il film.
MEMORABILE: La protagonista che afferma di convivere con una persona che adora, ma che... non ama.