Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Minitina80: Nino Taranto è la pietra angolare di un'altalenante serie di mini storie che si susseguono senza legami di sorta. Si alternano Billi e Riva, Walter Chiari, Dapporto senior e un istrionico Sordi in gonnella che supera se stesso. Manca, però, il guizzo che gli avrebbe permesso di superare l’asticella del buon prodotto, mentre così rimane dispersa nel mucchio delle buone commedie del passato, ben recitata e capace di strappare qualche sorriso nei canonici novanta minuti. Il demerito è imputabile a una regia discreta, ma non troppo incisiva.
Renato: Insomma, non siamo ai vertici banfiani (banfeschi? Chissà) ma è un film di quelli da vedere. Peccato che la storia abbia qualche rallentamento di troppo, ma il "coglionnello" alla prese con questa assurda storia del trapianto del membro (tema comunque già trattato in un film di Steno) è senz'altro divertente. Notevole Lucio Montanaro negli insoliti panni di una suora piuttosto incazzosa.
Deepred89: Splendido thriller giudiziario. La sceneggiatura è complessa ed intelligentissima: si evolve con un susseguirsi di imprevedibili colpi di scena che culminano in un ottimo finale. Superbo Laughton, indimenticabile la Dietrich; ottima come al solito la regia di Wilder. Assolutamente da vedere.
Puppigallo: Più che un film è un delirio, con un bigfoot alto minimo sei metri!, palesemente schizofrenico, che cammina bipede, ma poi decide di essere un gorilla e cambia postura. In più, ogni volta che calpesta il terreno, sembra che esplodano delle bombe a mano; e c’è chi vuole proteggerlo anche dopo che ha staccato una trentina di teste a morsi. Non ce n’è uno normale; sono tutti dementi riuniti in una sola cittadina (un record). Ridicolo, con dialoghi penosi e effetti pietosi (il mostro fa movimenti assurdi). Così mal concepito che un’occhiata, magari…P.S. Turbigfoot corre come un treno.
MEMORABILE: Alice Cooper calciato via dal palco dal bigfoot, dopo che gli ha urlato "Fatti sotto!"; Il finale sul monte Rushmore in "stile" King Kong...
Il Gobbo: L'idea di focalizzare sul sottobosco delle visite di leva non è male e fornisce a Cicero succulenti spunti per i suoi oltranzismi (l'uovo, il gomitolo, a parte l'incredibile inizio) e momenti surreali (Vitali che mangia le Pagine gialle in uno dei sogni di Pea, Delle Piane che recita Shakespeare travestito). Le parti canoniche però sono modeste, le apparizioni del bambino nefaste, un grande Carotenuto non basta. Non il miglior Cicero, ma passabile. Umiliani rispolvera un paio di brani da Svezia inferno e paradiso!
Rambo90: Un thriller duro e teso, coinvolgente nonostante la lunga durata (che non inficia assolutamente sull'attenzione, tanto il film è girato bene). La fotografia è ottima, fredda e crepuscolare, quasi un accento sulla violenza dei personaggi; violenza che spesso colpisce ancora di più per quanto dettata da un'estrema umanità. Gyllenhall è bravo, ma Jackman (lontano da Wolverine) è sorprendente per immedesimazione e convinzione. Anche la soluzione non è banale. Ottimo.
Gottardi: Totò partecipa al celebre telequiz allo scopo di vincere il denaro necessario per acquistare il bar dove lavora la figlia (che non lo conosce come padre) ed evitarle di perdere il lavoro mentre due gangster lo ricattano. Trama che fa perno sulle partecipazioni alle puntate di "Lascia e raddoppia", con tanto di ricostruzione dello studio televisivo, Mike Bongiorno ed Edy Campagnoli. All’epoca tipico film di attualità, oggi è uno spaccato storico della società italiana che convergeva davanti ai teleschermi con meraviglia. Questo e le freddure di Totò sono il reale motivo d’interesse.
Zio bacco: L'episodio era stato messo in cantiere ma abortito dopo l'improvvisa morte di Fernandel. Questo film non ne è che la ripresa, con cambio di attori (malgrado Cervi fosse ancora vivo). Inutile dire che non vale i precedenti, sebbene la regia di Camerini sia molto valida. Moschin è bravo e decisamente mette all'angolo il mediocre Stander. Tuttavia il paragone con la coppia d'assi è davvero inevitabile e l'operazione non sfonda anche perché ormai la serie ha già dato tutto, nonostante la fertile penna di Guareschi (scomparso pure lui). Vedibile.
Ultimo: Un classico del western che narra le vicende di due personaggi realmente esistiti, interpretati in maniera esemplare da Douglas e Lancaster. Il film ha due facce: a una prima parte discreta ma a tratti troppo mielosa segue un secondo tempo di grande cinema, che confluisce nella sparatoria finale (ben più lunga di quella svoltasi nella realtà) degna dei migliori western. Buono il cast, così come il film.
Pigro: Una studentessa scopre involontariamente i segreti che si celano dietro l'omicidio di due giudici, che coinvolge la Casa Bianca. Thriller d'azione classicamente imperniato sul rapporto tra la libertà d'inchiesta giornalistica e le subdole trame del potere economico e politico. La storia è interessante (con quel po' di "impegnato" che non guasta), la realizzazione ineccepibile, tutto nel solco del buon prodotto hollywoodiano, senza infamia e senza lode.
Samuel1979: Un pizzico di ironia, ma anche (e soprattutto) l'amarezza e il disagio di un mediocre artista che dopo lungo tempo viene "riesumato" per un noto programma televisivo italiano. Discreta commedia diretta con bravura da Cappuccio, regista a me sconosciuto, coadiuvato inoltre da un Solfrizzi che si dimostra un attore "coi fiocchi"; molto convincente la prova di Belen nei panni della diva del momento.
Galbo: Proseguono le avventure del pappagallo Rio e della sua variopinta famiglia, questa volta in trasferta in Amazonia il sequel di Rio mutua dal film precedente il gusto visivo (si vedano le scene iniziali), la fantasmagorica ambientazione e la tecnica di animazione davvero eccellente. Il limite è una storia poco originale in cui prevalgono i temi ambientali, ma che viene diluita da intermezzi musicali non travolgenti. Doppiaggio italiano mediocre.
Galbo: Tpico prodotto live action Disney degli anni '70 (che furono per questo genere di pellicole particolarmente fertili), Una ragazza, un maggiordomo, una lady è un film evidentemente destinato ad un pubblico familiare. Piuttosto scontato per trama e struttura narrativa, il film può tuttavia contare su un gruppo di protagonisti veramente di grosso calibro, dalla Foster al grande David Niven, nonchè Helen Hayes.
Cangaceiro: L'ambientazione polacca è del tutto impalpabile; tanto valeva usare un qualsiasi altro paese europeo. Senza intrighi astrusi e snodi assurdi come in troppi suoi recenti film Seagal, con dei capelli ridicoli e inizialmente bardato con un buffo pastrano, deve semplicemente liberare una sua piccola amica (questo grande affetto epistolare rasenta la pedofilia) e smantellare un traffico di prostituzione. La bambina ed il piccolo aiutante del protagonista sono credibili e spontanei, almeno più del fu codino. Dello stesso regista meglio Detonator con Wesley Snipes.
Pigro: Due bambini nell'Alabama degli anni 30, tra il padre avvocato, un nero accusato di stupro e un misterioso vicino ritardato. Classico filmone che fa sempre piacere vedere, ma sopravvalutato, a causa dello sbilanciamento tra ritratto (altalenante) di un'infanzia in crescita (sospesa tra mitizzazione e prime prese di coscienza sociale), e questione razziale a cui viene dedicata un'incongrua lunghissima parentesi in forma di dramma giudiziario, che riecheggia I dannati e gli eroi. Le due anime non legano tra di loro e il buonismo diluisce le potenzialità della storia.
Rigoletto: In un ruolo un po' diverso da quelli solitamente interpretati, Clint Eastwood offre una buona prova all'interno di uno spaccato nel quale è rappresentata un certo tipo di "America", zeppa di personaggi burini la cui logica semplicemente non esiste. Affiancato dal fido Lewis (qui bravissimo) e da una Locke conturbante Clint mette su, diretto da Fargo, un buon film "on the road" non solo per gli spostamenti da un luogo a un altro, ma anche per essere composto da personaggi che nascono e provengono dalla strada.
Capannelle: Ispirato alla storia di Pierre Dulaine, ballerino professionista che organizzò corsi di danza per ragazzi emarginati. Punto di forza del film le coreografie delle danze che, saltellando fra generi opposti, sono riuscite e cariche di energia. Banderas e la Woodard fanno il loro senza strafare. I ragazzi e la storia non brillano per originalità, lo scontro tra classi sociali e l'inevitabile riscatto dei più deboli sono raccontati con passaggi e dialoghi decisamente scontati.
Magnetti: L'era glaciale è un buon cartone animato in computer grafica, con una solida storia e personaggi riusciti che garantiscono un buon intrattenimento, senza momenti di stanca fino alla emozionante la scena finale con il mammouth che... In un settore sempre in fermento L'era glaciale si ritaglia il suo bell'angolino prestandosi a ripetute visioni senza annoiare mai. C'è anche il plus della storia parallela che vede impegnato lo scoiattolo Scrat con la sua ghianda: molto divertente.
Furetto60: Cialtrone gestore d’un B&B s‘inventa una nuova religione per gabbare il fisco, ma la cosa gli sfugge di mano. Commedia che parte in modo originale e divertente ma, come Pulcinella, scherzando scherzando qualche verità, o almeno qualche spunto di riflessione, la dice. Purtroppo Leo produce il suo solito cliché, oltre tutto qui eccessivamente balbettante, mentre quando la scena arriva dalle parti di Battiston e della Buy il film prende decisamente quota.
Ale nkf: Già dalle prime scene le ottime musiche di Dick De Benedictis e la solida regia affidata a Richard Lang riescono a mantenere un livello di tensione piuttosto alto in particolare quando sembra esserci lo zampino di Jigsaw (anche se verrà 20 anni dopo!) nei misteriosi attentati alla vita agli ospiti dell'hotel realizzati con molta cura. Le indagini vengono condotte molto bene da un Paul Drake in forma che si invaghirà della testimone dell'omicidio. Insomma, gli appassionati non devono assolutamente perderselo.
Caesars: Superpolpettone melodrammatico che ha il torto di confrontarsi con la realtà della storia, quando gli italiani stanziati in Grecia nel 1943 furono massacrati dai soldati nazisti. Nicholas Cage appare del tutto fuori luogo e i nostri soldati sono rappresentati nel modo più stereotipato possibile. La realizzazione è professionale, ma si poteva ottenere decisamente qualcosa di meglio. Evitabile tranquillamente.
Dopo il successo inatteso di SHARKNADO era naturale che si moltiplicassero le veloci imitazioni. Un'idea tanto folle non era tuttavia facilmente replicabile e questo STONADOS (chissà perché alla spagnola), che sostituisce agli squali delle semplici rocce, ottiene risultati decisamente meno interessanti. C'era d'altra parte l'obbligo commerciale di battere il ferro finché caldo e, nel giro di poche settimane, questo si è riusciti a fare: trombe d'aria che, conseguentemente a una eruzione nella...Leggi tutto zona di Boston (il film è ambientato lì, come si può arguire dall'inconfondibile skyline), raccolgono in sé migliaia di massi di diverse dimensioni scaricandoli sui poveretti che si trovano nei pressi.
La prima vittima è un ragazzo che sta giocando a basket con un amico in un campetto: dal cielo gli cade d'improvviso un masso sulla testa e lo disintegra. Non ci vorrà molto per capire che la stessa fine la rischiano tutti i suoi concittadini, col vulcanologo di turno - tale Joe Randall (Johansson) - che per primo riesce esattamente a scoprire cosa stia succedendo. D'altra parte non è che i tornado cacciasassi ("stonado" è la "geniale" fusione tra tornado e stone - cioè masso - ideata dal metereologo che s'accompagna al protagonista) siano esattamente invisibili, e nonostante sembri sempre che spostandosi da un quartiere all'altro nessuno sappia cosa stia accadendo a duecento metri di distanza (gli spettatori accalcati allo stadio si aspettano di assistere tranquillamente alla partita mentre la loro città sta venendo distrutta) non ci vuol molto a notarli. L'effetto tra l'altro è sempre lo stesso, figlio della solita computergrafica povera dei tv-movie catastrofici americani da quattro soldi: un turbine improbabile che pare disegnato e che rotea scagliando in ogni direzione oggetti tondi simili a minidischi impazziti (a proposito, c'è Locuratolo tra i doppiatori, la voce di Alcor).
E così, mentre Joe e l'amico meteorologo (Spence) cercano di avvertire senza successo le autorità competenti, che giudicano il fenomeno descritto loro tutto sommato nella norma, i bostoniani corrono disperati per le strade, incessantemente, mentre i sassi dei tornado solcano il cielo come meteore. In aggiunta non poteva mancare la famiglia in pericolo; è naturalmente quella di Joe, che ha perso la moglie ma ha ancora due figli adolescenti pronti a cacciarsi nei guai appena si presenta l'occasione. Tocca cercarli insieme alla sorella poliziotto (Friggon) e recuperarli, come vuole la tradizione del genere.
Detto di un protagonista che la faccia da studioso proprio non ce l'ha, del meteorologo che gioca a fare il brillante per conquistare la sorella di Joe dai begli occhioni azzurri, non resta che registrare un bassissimo tasso di coinvolgimento, soprattutto a causa di effetti speciali che non solo sono di infimo livello ma son pure sempre gli stessi, con i sassi che fioccano dal cielo per cadere in terra mostrando un rivestimento tipo carta stagnola; ogni tanto cominciano a fremere ed esplodono. La soluzione sarà quella di sempre, che non anticipiamo per non rovinare il sorpresone e a cui segue un epilogo agghiacciante con la famigliola felice in salotto davanti alla tv pronta a sghignazzare allegramente dopo stragi che hanno appena decimato Boston e chissà quanti loro conoscenti.Chiudi
Myvincent: Un anziano libraio fa amicizia con un ragazzo africano a cui insegna il piacere e il significato della lettura, per gradi. Attorno e dentro al suo negozietto, vari sketch di vita vissuta si susseguono: un professore che è alla ricerca di un suo libro introvabile, un barman gentile che cerca l'amore... Un'opera poetica, un po' fiabesca, che dice tante cose, con personaggi ben messi a fuoco (specie per i contorni sfumati) e che si conclude con un messaggio politico molto forte. Inutile aggiungere altro sulla bravura di Remo Girone.
Galbo: Personaggio iconico ultracentenario della cultura infantile, l'ape Maia ritorna con un lungometraggio a lei dedicato che non delude le aspettative anche se prevalentemente destinato ad un pubblico infantile. Il restyling grafico può dirsi riuscito così come la caratterizzazione del personaggio principale, rispettoso dello spirito anticonformista della celebre serie televisiva. Animazione e sfondi decisamente ben fatti per un film godibile la cui visione è adatta un po' a tutti.
Ultimo: Dopo il bellissimo primo film un sequel niente male, ma di livello inferiore. La vicenda non è interessante come nel primo capitolo e non tutti i nuovi personaggi introdotti sono riusciti. Rimane comunque un prodotto di animazione esteticamente ben fatto, adatto a tutta la famiglia e valido per una serata tranquilla davanti al piccolo schermo. Simpatici gli opossum e il solito povero scoiattolo.
Pigro: Primo film da protagonista per Liz Taylor, e ancora in compagnia animale, questa volta di un cavallo con il quale vincere il Gran Premio insieme all'amico orfanello. Buoni sentimenti zuccherosi e gusto pittoresco si miscelano in un film perfettamente equilibrato nei suoi vari elementi: un vero congegno a orologeria per coinvolgere bambini e famiglie, fra passione e divertimento. Lei è radiosa, ma tutto il cast funziona con omogenea bravura, come sapevano fare i filmoni hollywoodiani di una volta. Piacevole.
Galbo: È il teatro la dimensione ottimale del regista e attore Salemme che trova sul palcoscenico il suo ideale habitat. Lo conferma la televisiva di questo suo fortunato lavoro teatrale, una commedia degli equivoci ambientata durante la festa di compleanno della figlia del protagonista. Battute a raffica e ritmo notevole per un lavoro il cui regista conferma l’abilità della messa in scena e della direzione degli attori, volti poco noti ma tutti decisamente in parte. Buono.
Jena: Classicismo western allo stato puro (anche se gli indiani qui sono già buoni, desiderosi di pace mentre il cattivone è il generale yankee guerrafondaio e in cerca della medaglia). Curiosa l'ambientazione nelle paludi della Florida (ricostruite in studio). Bene Hudson, adatto nel ruolo di bel cavaliere senza macchia e tutto onore e valori, più scontato al limite della macchietta Quinn nella parte del capo indiano pacifista. Piace la linearità della storia, secca, svelta e senza fronzoli. Stona solo il finale troppo forzatamente buonista.
MEMORABILE: La spedizione nella palude e il conseguente massacro degli yankee.
Didda23: Marito viene trovato morto e i sospetti ricadono immediatamente sulla moglie; ma non è tutto come sembra... Mediocre thriller tv penalizzato da una patina eccessivamente televisiva e una regia poco grintosa nelle scene madri. La sceneggiatura si eleva un minimo dal genere, soprattutto per riuscire a intrattenere senza troppo sforzo (complice pure la durata). Parte conclusiva che appaga con colpo di scena non del tutto prevedibile. Condivide praticamente quasi l'intero cast con il coevo Una tata pericolosa (pure la sceneggiatrice è la stessa).
MEMORABILE: La statuetta a forma di gufo; Il detective Malone; La pazzia del marito dell'amica avvocato.
Zio bacco: La miglior prova di Hopkins, letteralmente perfetta. Il film supera il libro grazie a una sceneggiatura maiuscola, ma sono superbe le interpretazioni del cast e la regia, che non sbaglia un colpo. Darlington Hall è la magniloquente ambientazione, lussuosa e decadente, della vita di uomo che non sa e non vuole uscire dal suo ruolo e si immola al servizio del padrone di turno. Amari i risvolti affettivi dei personaggi, dai lutti agli amori mai confessati e ai matrimoni falliti. L'epilogo è il solo possibile. Favoloso.
Caveman: Catastrofico di serie Z di una povertà disarmante. Aerei, con presidente annesso, che rischiano di fare macelli inenarrabili. Gli esterni sono poveri, ma le scene girate all'interno veramente disarmanti. Scenografie posticce ed effetti cgi da mani nei capelli. L'unico motivo che lo salva dal monopallino è la presenza di Reginald VelJohnson, molto più presente, parlando di tempo in scena, di quanto si possa pensare in produzioni di questo tipo.
Piovrone: Il film è movimentato e si lascia guardare (curioso Samuel Jackson con la faccia pulita in versione integrità morale!), Harrison Ford è sempre rassicurante, Sean Bean ha la faccia giusta dell'IRA, ma è penosa nel finale la famigliola avvolta nel plaid (tipico, banale e scontatissimo finale all'americana). Interessante la figura del vegliardo portavoce dei terroristi.
Rambo90: Film soprattutto per bambini, molto curato negli effetti speciali e dalla storia semplice, ma che può accontentare un pubblico di famiglie. Il ritmo è spigliato e i buoni sentimenti cosparsi a profusione sono alternati con gag più o meno riuscite sulle difficoltà del topolino nel vivere in un mondo di umani. Il doppiaggio italiano ha la buona intuizione di affidare a Laurenti la voce di Stuart; più a disagio invece Bonolis, palesemente forzato nei panni del gatto pavido e geloso. Non male.
Pinhead80: Una commedia intelligente capace di sviluppare attorno alla crisi economica e lavorativa del nostro paese una storia divertente e malinconica allo stesso tempo. Nonostante l'istinto truffaldino sembri avere la meglio sulla storia, i personaggi in realtà sono dotati di una grande sincerità interiore che li porterà a non vergognarsi della propria miseria di fronte agli altri. La coppia Salemme-Ghini qui funziona alla grande.
Zender: Ritratto di donna assai problematica (ruba dove si fa assumere) e dell'uomo che di lei s'innamora. Personaggio difficile per Tippi Hedren, magistralmente diretta da Hitch e affiancata da un Sean Connery amabilmente ironico che la sposa con in testa un unico pensiero, a lei dedicato: "io ti salverò". Agli amanti del giallo mancherà l'intreccio, ma chi amò la Bergman in salsa freudiana ne potrebbe apprezzare l'aggiornamento semplificato a sessi invertiti, meno intrigante e virtuoso ma toccante. Finale con flashback non del tutto soddisfacente.
MEMORABILE: Temporale di sera, in ufficio da Connery; Prima notte di nozze in nave: freddina...; La strada della casa a Baltimora, con la nave su sfondo dipinto.
Rambo90: Jackie Chan (che si chiama così anche nel film) si reca in Corea per salutare il padre morente mai conosciuto, ma questi in punto di morte lo infila in un pasticcio fatto di oppio, spie e signori della droga. Inizio intrigante, che si trasforma presto in una lunga serie di inseguimenti e risse che non lasciano il tempo di caratterizzare bene i personaggi, tutti anonimi (compreso il protagonista). Comunque il ritmo è svelto e l'insieme sufficientemente spettacolare da divertire. Jackie si esibisce in un stunt finale davvero notevole.
Belfagor: Per arginare l'aumento di criminalità, l'accademia del comandante Lassard apre le porte ai civili. Dopo il deludente terzo capitolo, la saga si risolleva riproponendo l'addestramento delle reclute come fonte di gag, che non saranno nuovissime ma risultano comunque efficaci. I momenti divertenti non mancano, il cast lavora con la sinergia del primo film e il finale in mongolfiera è ben realizzato. E finalmente ritorna il tenente Harris.
Anthonyvm: Troupe di filmmaker viene invitata in una sorta di comune New Age per girare un documentario, ma l'aria si fa presto tesa e misteriosa. Quello che potrebbe inizialmente sembrare un sottoclone di The sacrament (a partire dall'espediente del found-footage), apre a un tratto le porte all'horror lovecraftiano, svelando un concept dal buon potenziale, ma inficiato dall'uso maldestro del format prescelto. Durante la prima metà non accade nulla e il crescendo di inquietudine non si fa avvertire; al momento dei "big reveal" la noia ha già avuto la meglio e il realismo non è di casa. Peccato.
MEMORABILE: La OST elettronica; Il teschio di tirannosauro che emette uno strano ronzio; Il malessere generale; Il sogno comune; L'ultimo filmato della grotta.
Daniela: Uno scienziato napoletano depresso che lavora nel bel mezzo del deserto del Nevada per captare segnali provenienti dalle stelle riceve in "eredità" due nipoti rimasti orfani che il fratello, prima di morire, gli ha affidato con un video messaggio... Fantascienza minimalista, pretesto per parlare di elaborazioni del lutto dolorose e della necessità di interiorizzare il ricordo della persona cara ed andare avanti, in un film non del tutto riuscito per un certo compiacimento della propria bizzarria ma coraggioso nel voler percorrere strade poco battute ed anche commercialmente poco appetibili.
Nando: Remake di breve durata che s'ispira a un fatto realmente accaduto in Italia. Le vicende di un trentacinquenne professore universitario che preferisce gli agi familiari piuttosto a una vita indipendente. Abatantuono regala battute a ripetizione con quel suo efficace fare sornione, la Finocchiaro appare abbastanza ripetitiva mentre Pisani è in parte. Finale prevedibile.
Nando: Film Tv targato Rai in cui si narrano le vicende della fondatrice del movimento dei focolari, una convincente Capotondi, in uno sviluppo narrativo corretto che si avvale di flashback e della genesi del movimento. La conversione della protagonista avviene in un'Italia martoriata dai bombardamenti, nonostante la violenza sia edulcorata e si cerchi in primis di caratterizzare il personaggio.
Nando: Pellicola abbastanza convenzionale che prendendo spunto da una situazione di bullismo scolastico vede il solito agente ritiratosi a vita privata difendere la sua famiglia dalle angherie di un insospettabile trafficante di droga. Nulla di nuovo tra inseguimenti, sparatorie e lotte all'ultimo sangue. Statham vince nettamente il confronto con Franco mentre le due protagoniste femminili non incidono minimamente.
Nicola81: Notevole pellicola che va oltre il puro intrattenimento proponendo un'interessante dicotomia tra il valore delle opere d'arte e quello della vita umana. Come da consuetudine del cinema bellico dell'epoca, in alcuni frangenti i tedeschi si lasciano ingannare troppo facilmente, ma la vigorosa regia di Frankenheimer garantisce belle sequenze spettacolari e una tensione quasi costante. Lancaster bravo come sempre, parti brevi ma incisive per Moreau, Simon e Flon, ma il migliore è Scofield nei panni del colonnello nazista la cui passione per l'arte va di pari passo con la spietatezza.
Nando: Paolo Taviani omaggia il fratello Vittorio con una pellicola evocativa dedicata al grande Luigi Pirandello, le cui ceneri subirono un triste iter burocratico salvo giungere nel dopoguerra nella sua dislocazione prevista; successivamente, una narrazione di un ultimo racconto del poeta mostra una potenza incredibile soprattutto nel tormentato e commovente finale. Grandi musiche del maestro Piovani e soprattutto cinema vero come i fratelli Taviani seppero fare in passato.
Panza: Dopo un brutto flashback con un filtro abbastanza ridicolo (purtroppo siamo quasi negli anni '80 e con l'arrivo del computer questi effetti speciali andavano bene...) che presupporrebbe un altro genere di film, assistiamo a un cambio di registro. La vera chicca è la presenza di David Hasselhoff post-Supercar e alle porte di Baywatch. Per il resto la trama è svliuppata con la solita capacità dimostrata scivolando in un finale troppo affrettato, seppur diverso dal solito, che mette in luce in modo ridicolo le "capacità" preveggenti di Mason.
Lou: L'eroico avvocato Rob Bilott dedica vent'anni di lavoro per costringere la DuPont a concedere indennizzi ai cittadini del West Virginia avvelenati dagli scarichi di sostanze tossiche impiegate per la produzione del Teflon. Buon film di denuncia civile, con un Mark Ruffalo che si immedesima con convinzione nel ruolo del protagonista, uomo dimesso e tenace, totalmente votato alla causa.
Noodles: Dovrebbe essere un resoconto impersonale delle terribili vicende riguardanti Aldo Moro, ma il regista mette comunque in campo una evidente critica alle istituzioni del periodo e alla loro ignavia. Non è l'unico apporto personale alla vicenda, perché anche i brigatisti vengono tratteggiati come sciocchi che parlano solo a slogan. Detto questo, c'è un connubio felice tra documentario e thriller e la prova di Gian Maria Volonté vale il prezzo del biglietto. Il resto del cast è meno che mediocre, salvando Mattia Sbragia e Margherita Lozano. Non brutto, ma ha numerosi lati rivedibili.
Luchi78: Film ormai diventato un classico, un po' per l'atmosfera natalizia, un po' per le ripetitive gag che vedono protagonista Macaulay Culkin e il duo Stern-Pesci. In fondo lo scopo del film è solo quello di mostrare le improbabili peripezie realizzate da un bambino prodigio in barba a due altrettanto improbabili ladri. Repetita iuvant, ma alla lunga scoccia un po'...
Nando: Action in salsa siamese con l'oramai onnipresente Cage che interpreta la parte di un killer spietato salvo innamorarsi di una ragazza muta. Sviluppo narrativo poco originale che presenta qualche adrenalinaca scena ben realizzata ma nulla più. Finale imprevedibile.
Il ferrini: Film che funziona bene, provocando empatia nello spettatore fin dall'inizio. È accettabile o è comunque scorretto osservare qualcuno che non si cura della propria privacy? Da qui nasce la storia di una coppia che si ritroverà talmente assorbita dalla vita dei vicini da dimenticarsi della propria. Idea eccellente, molte (forse anche troppe) le scene di sesso, aspetto che mina un po' l'equilibrio del film. La parte thriller è infatti relegata agli ultimi minuti e appare un po' sbrigativa, pur riservando un gran coup de théâtre.
Cotola: Bastano gli ultimi cinque minuti a (s)qualificare il film per quello che è. Approfittare di un tema delicato e serio come quella della disabilità la dice lunga su tutto il resto. All'inizio se ne parla appena: si lascia la
cosa in sottofondo per dar vita ad una storiellina come tante altre. Ma alla fine, la sceneggiatura non si trattiene dal servire un epilogo che lascia basiti per la sua faciloneria: vorrebbe essere drammatico e commovente, ma risulta involontariamente ridicolo per come viene gestito e per un livello di verosimiglianza pari allo zero assoluto ed anche meno. Pessimo!
Nando: Commediola giovanilistica ambientata in un liceo in cui i protagonisti vengono relegati in una classe da ultimi, da cui il titolo. Personaggi troppo marcati e poco autentici, notevolmente cinematografici. Qualche momento piacevole di tanto in tanto si trova, ma nel complesso si assiste a una pellicola modesta ove anche gli interpreti si comportano di conseguenza.
Puppigallo: L’unico modo per apprezzare una tale pellicola è quello di riuscire a entrare in una sorta di simbiosi col protagonista, un veterano di guerra con seri problemi psicologici, sempre in bilico tra uno squallido presente da sicario (seppur di feccia umana) e un traumatico passato. I suoi sporadici "Ma che stiamo facendo" sembrano essere gli unici momenti di quasi lucidità; e questo la dice lunga sul personaggio. Bravo Phoenix, che già da solo dà un perché al tutto; e nota di merito per la madre, che gli domanda di fidanzate di vent’anni prima.
MEMORABILE: Le telecamere di sorveglianza riprendono l’irruzione di Joe; Dentista fai da te; La sepoltura; Una “bella coppia”.
Piero68: Action dozzinale che scopiazza da tanti altri film di genere. Costruito interamente attorno alla figura di Vin Diesel per sfruttarne il successo nascente essendo questi reduce da XXX e Fast and furious, sarà invece la sua quasi tomba artistica visto che aspetterà almeno altri 6-7 anni prima di tornare a livelli discreti. La sua prova risulta infatti molto sotto la media e il suo personaggio assai poco credibile. Cast di contorno con i soliti volti "cattivi" e sceneggiatura che, nonostante la sua semplicità, a tratti diventa incomprensibile.
Herrkinski: Horror anomalo che inserisce l'elemento di genere in un contesto prettamente drammatico; il ragazzo che ha bisogno di sangue per vivere è una sorta di Martin senza l'energia di quest'ultimo, ma in compenso ha una famiglia che lo aiuta a procurarsi le vittime, in una rappresentazione del nucleo familiare deprimente e grottesca. Cuartas, all'esordio, è bravo a creare atmosfere suburbane desolanti e funeree ma a parte quelle e qualche slancio splatter si rischia il colpo di sonno a più riprese, vista la lentezza esasperante del narrato, non riscattata nemmeno da un finale moscio.
Ciavazzaro: Meglio dell'originale. Nonostante lo spettatore sappia già ciò che succederà la tensione è palpabile e il crescendo orrorifico avvinghia lo spettatore. Ottimo cast con un bravissimo Olson prete, Young buon padre-padrone che risulta assai antipatico e menzione pure per "l'indemoniato" figlio. Cito l'accennata, inquietante scena incestuosa e il cupo finale.
Ilcassiere: Decisamente deludente. Una trama già vista e rivista, tanto che dopo tre minuti si sa già quasi tutto di quello che accadrà. La regia di Gabriele Muccino è scontata, la location bella ma banale, i luoghi comuni si sprecano. Ed è un peccato perché molti degli attori sono davvero bravi; su tutti Massimo Ghini, tenero, buono, triste e ingenuo malato di Alzheimer.
MEMORABILE: Ghini che quasi chiede scusa alla Gerini per essersi ammalato.
Ale nkf: Io che sono stato un vero appassionato di questa breve serie di Scuola di polizia sono davvero dispiaciuto che come puntata finale abbiano scelto un film tanto ridicolo e obbrobrioso. Non si può guardare! Avevo registrato la prima messa in onda ma non sono mai riuscito a guardarla tutta fino in fondo!
Pinhead80: Il prodotto è curato, forse anche troppo, quasi che l'estetica debba per forza prendere il sopravvento sulla storia, che rimane interessante ma non aggiunge nulla alla voce naufraghi disperati. Detto questo il film è buono e le scene d'azione convincenti così come in generale la recitazione. In certi momenti però Howard la tira troppo per le lunghe, forse per far raggiungere alla storia una dimensione omerica. In definitiva meglio quando la protagonista è in scena (la balena) che quando a farla da padrone è l'uomo.
Deepred89: Non è solo la commedia più malinconica a oggi realizzata da Verdone, ma anche quella meno assolutoria verso i suoi protagonisti maschili, grotteschi nel loro egoismo e nella loro ipocrisia, ironici per la loro perenne inadeguatezza, controbilanciati da due intense figure femminili. La regia gestisce con abilità i momenti più difficili - il threesome, la spiaggia - ma altrove scivola nello scontato o nell'imbarazzante, come nella scena dello striptease coniugale. Ornella Muti incapace di valorizzare appieno un personaggio tanto complesso.
Siska80: Film come ce ne sono tantissimi (anche italiani), in cui il vero protagonista è un quartiere "difficile" con la variegata gente che vi abita (tra gang capitanate da loschi individui, bravi ragazzi che tirano a campare e pettegolezzi ce n'è per tutti i gusti); in effetti prolisso e non troppo coinvolgente, sebbene non manchi qualche momento action in grado di catturare un minimo di attenzione. Il cast, invece, se la cava dignitosamente e il finale raccontato - per quanto privo di originalità - non manca di suscitare un certo effetto, lasciando con l'amaro in bocca in alcuni punti.
Noodles: Unisci un genere morto e sepolto da vent'anni e due grandi che ormai avevano dato tutto e ottieni un flop totale. L'ultimo film di Bud & Terence è un fiasco clamoroso. Le idee sono a zero, straviste e ammuffite e a nulla vale l'unica scazzottata presente nel film. Sembra la moviola della domenica sera e anziché far ridere mette tristezza. Anche la storia è estremamente banale. La fotografia è ben curata e qualche piccola gag c'è, ma è meglio per i fans e per gli "esterni" lasciar perdere.
Rigoletto: Le (dis)avventure dell'Accademia di Polizia più pazza d'America continuano con un episodio che ha un suo perché: la formula è collaudata così come il cast, che vede nel piacevole rientro di G.W. Bailey (sostituito negli episodi 2 e 3 dal bravissimo Art Metrano) un valore aggiunto. Il resto è storia nota: scherzi feroci, battute fulminanti e quello strano mondo fiabesco-senile del comandate Lassard costituiranno ancora una volta il mix vincente.
Ilcassiere: Mi domando come abbia fatto la regista a riuscire laddove molti altri hanno fallito, ovvero a raccontare la storia di una coppia gay trasmettendo in pieno allo spettatore la sensazione di assistere alla storia di una famiglia tradizionale. Vengono rappresentati in modo assolutamente realistico le dinamiche familiari, i problemi, l'amore e non mancano i momenti divertenti. Ulteriore pregio: tutti i personaggi sono ben caratterizzati e molto interessanti.
Didda23: Ancor più straordinario alla luce della mancanza di originalità. Ebbene sì, Villeneuve si conferma regista talentuoso e in quest'opera mostra di saper prendere lo spettatatore per mano, rendendendo il girato significativo ed empatico. La sceneggiatura parte in sordina per esplodere con il passare dei minuti, dosando alla perfezione la tensione narrativa. la fotografia del veterano Roger Deakins è superba (giusta la candidatura agli oscar). L'umanità di Gyllenhaal, la ferocia di Jackman e la fragilità di Dano aumentano lo spessore psicologico. Grandissimo esempio di cinema.
Pigro: Cosa nasconde la strana morte di un barbone al pronto soccorso? Le indagini del medico si scontrano con agguati e minacce fino alla sconcertante scoperta. L’idea non è brutta, anche se non originale (fin dove si può spingere la ricerca medica?), con spunti interessanti come l’ambiguità di ciò che possiamo definire “male”. Hugh Grant, attorno a cui è costruito il film, è perfino bravo in una parte inconsueta. Ma gli spunti tosti rimangono in superficie a vantaggio della sola azione (che non è neanche così mozzafiato come vorrebbe).
Cotola: Luc è un ragazzo di provincia che passa con disinvoltura da una ragazza all'altra, causando sofferenze profonde nelle sue ex conquiste. Quando pensa di avere trovato quella giusta, dovrà fare i conti con due realtà, una più amara dell'altra. Ritratto di un uomo sentimentalmente immaturo che delude non poco se si pensa che la sceneggiatura è stata scritta anche dallo stesso Garrel e da Carrière. Tutto è troppo semplice e banale e a non convincere è anche la duplice "svolta" che sembra quasi punitiva nei confronti del protagonista, come se gli si volesse far scontare le sue scelte.
Siska80: Quando un giornalista statunitense viene rapito al Cairo, la moglie fa di tutto per farlo liberare. L'elemento più insopportabile sono i dialoghi, stereotipati almeno quanto il personaggio del protagonista (il quale trova il tempo di fare battute al vetriolo invece di pensare se arriverà intero al giorno seguente) e i sequestratori (i soliti spacconi da quattro soldi di cui si immaginano le miserevoli sorti). Per fortuna il film si anima nella seconda parte e regala scene di massa ben realizzate e di sicuro impatto emotivo. Nella media delle produzioni del genere.
Modo: Discreta commedia di Pietrangeli che sente particolarmente il peso dell'età. Sordi sempre bravo e a suo agio nella parte (qui da macho "osessionato" e codardo). Alcune trovate sono divertenti e il film si guarda comunque senza problemi. Forse manca un po' di mordente. Seconda parte meglio della prima.
Modo: Bel film bellico girato in Italia. Ottimi attori, su tutti i due più famosi, Robert Mitchum e Peter Falk. Si gioca di rimessa, pian pian si cerca di conquistare il territorio. Nel mezzzo non si sprecano i duri e avvincenti combattimenti. Buona la fotografia, che non sfigura con le pellicole simili dell'epoca. Le riflessioni finali possono sembrare un po' semplicistiche ma non per queste banali.
B. Legnani: Tremendo film di Salvatores, che affonda nella retorica, nella retorica dell'antiretorica (il che è quasi peggio) e nell'accumulo del romanzesco (il che, per una "tranche de vie", è la cosa più distonica). Aggiungiàmoci una Stella imbarazzante, un Rubini fuori ruolo, un flashback che dura quasi mezzo film e la caduta nel grottesco. La parte migliore è quella iniziale, con Abatantuono bravo, benché ripetitivo. Insufficiente. Da Ibiza, Marrakech e l'Egeo sono tragicamente lontani, non solo geograficamente.
Didda23: Marito viene trovato morto e i sospetti ricadono immediatamente sulla moglie; ma non è tutto come sembra... Mediocre thriller tv penalizzato da una patina eccessivamente televisiva e una regia poco grintosa nelle scene madri. La sceneggiatura si eleva un minimo dal genere, soprattutto per riuscire a intrattenere senza troppo sforzo (complice pure la durata). Parte conclusiva che appaga con colpo di scena non del tutto prevedibile. Condivide praticamente quasi l'intero cast con il coevo Una tata pericolosa (pure la sceneggiatrice è la stessa).
MEMORABILE: La statuetta a forma di gufo; Il detective Malone; La pazzia del marito dell'amica avvocato.
Homesick: Ricollegabile al filone militaresco solo nel titolo, la commedia di Blasetti ha un'inattesa svolta fantastica-favolistica - un amore che sopravvive allegramente alla morte -, ma al contempo resta molto terrena esaltando la gioiosa carnalità dei rapporti. Ruspante la Granata, pulcinellesco Casagrande; Caprioli è degradato a scemo del villaggio e Brazzi rispolvera la sua antica veste di latin-lover. La regia deve affrontare ben cento minuti: troppi per mantenersi sempre fresca e vigile, anche perché, stringi stringi, il copione esaurisce presto quanto ha da dire.
MEMORABILE: La medium Valeri posseduta dallo spirito; Le apparizioni canterine del fantasma di Casagrande che disturbano gli incontri della Granata.
Alexpi94: Commedia sexy sulla scia di Malizia, con una splendida Daniela Giordano (in gran forma) nel ruolo della bella marietta. La trama è semplice: una bella cameriera che lavora presso la villa di un barone siculo, dovrà vedersela con il padrone di casa e con il di lui figlio che faranno a gara per portarsela a letto. Non un capolavoro (comunque qualche sorriso lo strappa) ma guardabile, soprattutto per gli appassionati del genere.
Galbo: Raramente si è assistito al cinema ad una così banale raccolta di ovvietà e luoghi comuni come in questo brutto film di John Madden. Da un fatto storico serissimo e tragico, regista e sceneggiatori ricavano un film assolutamente ridicolo, sia per le forzature narrative, sia per la banalità della storia in sè e per ridurre i personaggi a delle semplici macchiette (l'unico che si salva è il partigiano greco interpretato da Bale). Ovviamente atroce il ritratto dei poveri italiani in guerra.
Alex1988: Montaldo, alla sua prima esperienza nel cinema "di genere", dimostra di saperci fare. Sfruttando un buon copione e un cast di prim'ordine, porta sullo schermo una storia non dotata di grande ritmo ma appassionante al punto giusto, destinata a concludersi con un finale a sorpresa. Celebre, ma non come molte altre, la colonna sonora di Morricone. Buono.
La prima vittima è un ragazzo che sta giocando a basket con un amico in un campetto: dal cielo gli cade d'improvviso un masso sulla testa e lo disintegra. Non ci vorrà molto per capire che la stessa fine la rischiano tutti i suoi concittadini, col vulcanologo di turno - tale Joe Randall (Johansson) - che per primo riesce esattamente a scoprire cosa stia succedendo. D'altra parte non è che i tornado cacciasassi ("stonado" è la "geniale" fusione tra tornado e stone - cioè masso - ideata dal metereologo che s'accompagna al protagonista) siano esattamente invisibili, e nonostante sembri sempre che spostandosi da un quartiere all'altro nessuno sappia cosa stia accadendo a duecento metri di distanza (gli spettatori accalcati allo stadio si aspettano di assistere tranquillamente alla partita mentre la loro città sta venendo distrutta) non ci vuol molto a notarli. L'effetto tra l'altro è sempre lo stesso, figlio della solita computergrafica povera dei tv-movie catastrofici americani da quattro soldi: un turbine improbabile che pare disegnato e che rotea scagliando in ogni direzione oggetti tondi simili a minidischi impazziti (a proposito, c'è Locuratolo tra i doppiatori, la voce di Alcor).
E così, mentre Joe e l'amico meteorologo (Spence) cercano di avvertire senza successo le autorità competenti, che giudicano il fenomeno descritto loro tutto sommato nella norma, i bostoniani corrono disperati per le strade, incessantemente, mentre i sassi dei tornado solcano il cielo come meteore. In aggiunta non poteva mancare la famiglia in pericolo; è naturalmente quella di Joe, che ha perso la moglie ma ha ancora due figli adolescenti pronti a cacciarsi nei guai appena si presenta l'occasione. Tocca cercarli insieme alla sorella poliziotto (Friggon) e recuperarli, come vuole la tradizione del genere.
Detto di un protagonista che la faccia da studioso proprio non ce l'ha, del meteorologo che gioca a fare il brillante per conquistare la sorella di Joe dai begli occhioni azzurri, non resta che registrare un bassissimo tasso di coinvolgimento, soprattutto a causa di effetti speciali che non solo sono di infimo livello ma son pure sempre gli stessi, con i sassi che fioccano dal cielo per cadere in terra mostrando un rivestimento tipo carta stagnola; ogni tanto cominciano a fremere ed esplodono. La soluzione sarà quella di sempre, che non anticipiamo per non rovinare il sorpresone e a cui segue un epilogo agghiacciante con la famigliola felice in salotto davanti alla tv pronta a sghignazzare allegramente dopo stragi che hanno appena decimato Boston e chissà quanti loro conoscenti. Chiudi