Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Pessoa: Uno dei primi musicarelli moderni, reso quasi obbligatorio dal successo planetario della title track. La parte musicale, seppur molto presente, non si interseca con la storia, forse un po' banale ma non insulsa, che brilla di luce propria e trova anche qualche momento da incorniciare. Cast interessante con De Sica che stende tutti azzeccando tutti i mezzi toni dal comico al drammatico in un personaggio a lui congeniale. La regia di Tellini è corretta ma non memorabile, in linea con la pellicola che tutto sommato è ampiamente guardabile, soprattutto se siete appassionati del genere.
MEMORABILE: Il bambino che non aveva mai visto il mare; L'elicottero in città in una strada nemmeno tanto grande.
Faggi: A quasi trent'anni di distanza lo si può considerare uno dei classici del trash (comico/sexy?) all'italiana e tra i prodotti più malriusciti del periodo. Montagnani ci crede (però non fa ridere), le varie gnocche fanno del loro meglio (con l'attrezzatura di madre natura) e c'è pure Aldo Fabrizi (!); il risultato è confuso, scalcagnato e desolante. Tuttavia consoliamoci ed esaltiamoci: c'è di peggio.
Siska80: Trentenne celibe privo di velleità genitoriali impara ad apprezzare la famiglia grazie a un caso fortuito. I francesi dimostrano ancora una volta di avere l'occhio vigile sui temi d'attualità affrontando il complicato rapporto adulti/bambini (rapporto spesso goffo, soprattutto quando ci sono di mezzo alcuni papà di oggi non ancora abituati ad adempiere agli stessi doveri di una madre). Purtroppo, tuttavia, le situazioni presentate sono banali. il finale prevedibile e buona parte del cast è fastidiosamente sopra le righe: un'occasione sprecata, il film risulta in sostanza mediocre.
Cotola: Seconda avventura extralarge per la curiosa scimmietta George ed il suo amico dal cappello giallo, Ted. Stavolta i due viaggeranno in diversi paesi per consentire ad un cucciolo di elefante di ricongiungersi con la sua famiglia. Rispetto alla serie c'è un andamento meno sketchistico e più narrativo e non potrebbe essere altrimenti. La storia è semplice, ma il ritmo è buono e così anche gli adulti non rischiano di annoiarsi o almeno non troppo. In originale tra le voci, piccole particine per Tim Curry e per il grande Jerry Lewis.
Daidae: Considerato e a ragione il peggior Pierino apocrifo. Un lercio miscuglio di battute oscene, volgari ("nano... ma con un cazzo così!" "Vado a fare un panino di merda"), luoghi comuni sui carabinieri e altre fesserie. Non solo non fa ridere, ma infastidisce. Il peggiore, tolto l'orrido protagonista, è Ghiani nei panni di un carabiniere tontissimo. Da buttare.
Capannelle: Con la Bigelow i ricami vengono spesso banditi ed è utile per non diventare patriottici (ad esempio non ho visto sventolare bandiere americane, mentre Spielberg ci avrebbe addobbato anche i cessi). Ma la cosa si riflette anche sulla presa filmica, che stenta a decollare: c'è Maya ma gli altri personaggi potevano essere meno insipidi. Tanti particolari ma l'impressione è che vengano snocciolati con fare documentaristico. Per fortuna che l'ultima mezzora, quella del raid, è girata alla grande.
Cotola: A differenza di molti episodi della serie ha un certo mordente e poche pause ed il mistero riesce a coinvolgere abbastanza lo spettatore. Peccato però che, come spesso accade, la soluzione finale è un pò troppo macchinosa e fa sembrare Poirot eccessivo
nel capire tutte le verità da piccolissimi particolari. E' un pedaggio da pagare al
genere ma a volte soluzioni più semplici rendono un servizio migliore a questo tipo
di film o libri.
Myvincent: Storia di una famigliola coreana che persegue il grande sogno americano di ricchezza e di rivalsa, lontano da realtà originarie così invivibili. L'arrivo dell'anziana nonna crea uno stacco fra abitudini e modi di essere tradizionali e nuove contaminazioni occidentali. Ma l'obbiettivo del regista è raccontare quanto le difficoltà incontrate nel corso della vita siano in grado di riattaccare i pezzi in frantumi e far ripartire nuovi slanci. Lo stile è pacato ed equilibrato, a volte anche banale, la morale è evidente. Sopravvalutato.
Pinhead80: Questa parodia del Festival di Sanremo ha il pregio di essere molto divertente anche grazie all'impostazione teatrale (e non poteva essere altrimenti) data dal regista. Le canzoni presentate dagli artisti in gara sono simpaticissime e Pippo Franco nei panni del conduttore tiene le fila di tutti gli sgangherati personaggi che salgono sul palco. Inoltre l'opera ha il pregio di affrontare alcuni scandali dell'epoca senza farsi grossi problemi. Per chi ama la comicità del Bagaglino è senz'ombra di dubbio un film da non lasciarsi sfuggire.
Siska80: Il giovane Lincoln parte per la Scozia con i genitori e le dieci sorelle, scoprendo di avere sangue nobile nelle vene. Delizioso cartone che fa venire voglia di tornare bambini per la genuinità dei personaggi, le rocambolesche avventure, l'atmosfera carica di allegria contagiosa, l'inevitabile trionfo del bene e non ultima la grafica dai tratti essenziali e infantili che immerge lo spettatore (ebbene sì, anche quello adulto) in una dimensione senza tempo suscitando una certa nostalgia per un passato nel quale era facile sognare a occhi aperti. Consigliato a tutta la famiglia.
MEMORABILE: I denti a scacchiera; I brani orecchiabili.
Capannelle: E' un film che passa rapidamente: corto, documentaristico, scarno nella messa in scena. Potrebbe essere questa scelta di sobrietà, insieme al fatto che siano i veri protagonisti a recitare, a salvarlo. Ma l'assenza di pathos e di costruzione filmica, qualche puntualizzazione non necessaria (le preghiere, la maestra tignosa) e una parte di viaggio europeo decisamente noiosa lo rendono poco memorabile. Oltre ai tre americani recitano sul set anche altre persone presenti sul treno quel giorno.
Paulaster: Coppia di amici ne uccide un terzo e nasconde il corpo in un cassone del loro appartamento. Piccolo trattato sull’omicidio inteso come sfida d’intelligenza ed esaltazione del superuomo. Impianto teatrale ristretto in cui una fluida regia regala piani sequenza puntuali nel ritmo e nel creare una suspense misurata. Piccole venature di umorismo nero che spaziano dal filosofico all’astrologia. Stewart sembra un pigro commissario a cui non sfugge nulla, perfetto nella sua moralità. L’omosessualità latente dei protagonisti più che accennata sembra solo lievemente insinuata.
MEMORABILE: Le mani che portano alla celebrità; Il festival dello squartamento; La ricostruzione dei fatti con i movimenti della mdp.
Rigoletto: Una commedia nella quale la parte poliziottesca è ben costruita ed è evidente come Milian abbia ancora fiato da spendere, rafforzando in Nico Giraldi l'immagine del poliziotto tamarro che più che andare a braccetto con la legge percorre un binario tutto proprio. Meno incisivo Bombolo, ma pur sempre spalla efficace. Nel complesso resta migliore di Delitto al ristorante cinese.
Trivex: I due nemici - ma non troppo - si troveranno a doversi coalizzare estemporaneamente per vincere gli eventi del destino. Un film animato davvero piacevole, che sembra più antico di quello che è; ma è anche questo un suo punto di forza. Si parla di buoni vs cattivi, alla vecchia maniera, con molta azione e qualche bella risata che fa bene a grandi e bambini. Il finale "riassetta" la coppia per preparare nuove avventure di un bellissimo classico senza tempo, da vedere assolutamente.
MEMORABILE: L'incendio e il salvataggio, con il "commovente" discorso di Tom.
Markus: Amore e fornelli per questo sentimentale pensato soprattutto per lei. La vicenda si districa tra diatribe culinarie, chef (e aspiranti tali) con annessi, connessi e gelosie che sul lavoro non mancano mai. La connotazione della pellicola di Christie Will Wolf (non nuova a film di questo genere) è chiaramente volta al lieto fine e allo sbocciare dell'amore su tutto. Il film scorre veloce: un vantaggio non di poco conto, se consideriamo che il soggetto è eufemisticamente abusato. In ogni caso scadente.
Taxius: In un futuro distopico c'è solo un modo per tenere tranquilla la popolazione: uno spietato show televisivo in cui i malcapitati dovranno sopravvivere in una gigantesca arena inseguiti da quattro terribili sterminatori. Tipico film alla Schwarzenegger tutto azione, muscoli, pugni ed esplosioni. Pellicola non invecchiata benissimo in quanto i segni dell'età si notano (soprattutto negli effetti speciali e nella scenografia), ma nonostante ciò il film diverte e non annoia ed è questo che ci si aspetta da una pellicola del genere. Promosso.
Anthonyvm: Elementare eco-horror con un orso dalla furia incontrollabile (e con tutti i bracconieri che girano nel suo territorio non gli si può dar torto). La storia si è già sentita decine di volte e l'Hackl di Saw V non fa nulla per renderla più attraente agli occhi di un pubblico avvezzo a certi cliché. Fra personaggi stereotipati (il cacciatore pazzerello che la prende sul personale dopo un trauma passato) e una sconfinata prevedibilità delle dinamiche narrative (è chiaro sin da subito chi vive e chi muore), si salvano la violenza grafica, le location e certi SFX. Meglio rivedersi Grizzly.
MEMORABILE: Gli orsi fatti a pezzi dai bracconieri; La gamba infilzata in un ramo; Il cacciatore che gira nella foresta con un cavallo bianco; L'attacco finale.
Piero68: Hill si congeda dal genere che lo ha reso famoso e lo fa nel peggiore dei modi sfruttando, male, il sequel di una delle sue pellicole di maggior successo. Il ritmo però non è lo stesso e soprattutto manca la novità. Nolte sempre granitico e Murphy caustico, ma sono loro per primi a non crederci molto. Hill punta più sull'action a scapito della gag divertente, ma è un film che alla fine non lascia il segno. Persino i cattivi erano più credibili nel primo.
Fabbiu: Più che un film, è un episodio più lungo del solito: 40 minuti per mostrare lo scontro di Goku e Piccolo contro Garlik Jr, personaggio inventato in questa occasione ma poi recuperato anche nella serie tv Dragon ball Z (inesistente però nel manga da cui è tratto il tutto), sceneggiatura ai minimi termini; cronologicamente si inserisce tra i primi episodi della serie Z, ma con diverse e notevoli incongruenze. Il tratto animato è praticamente identico a quello visto in tv (stessi autori) mentre il doppiaggio originale mantiene i nomi del manga
MEMORABILE: Goahn ubriaco fa pipì in testa a Crili.
Il ferrini: Venier, dopo la lunga e proficua collaborazione con Aldo, Giovanni e Giacomo, porta su grande schermo questa buona commedia che come pregio principale ha quello di scollare di dosso ai due protagonisti i loro soliti personaggi. Ne viene fuori una divertente ma anche delicata storia d'amicizia, che pur nascendo dalla disperazione ed essendo coltivata a suon di truffe e d'imbrogli finisce perfino per emozionare. Apprezzabile l'omaggio a Nove regine; sicuramente per Ale e Franz un notevole progresso rispetto a La tserza stella.
Galbo: La vicenda dell’eliminazione da parte dei federali americani di un leader del movimento politico delle pantere nere, avvenuta grazie all’opera di un infiltrato, produce un film che ha il merito di informare su eventi che trovano scarsa risonanza fuori dai confini americani. Pellicola molto ben realizzata, si caratterizza per la buona ricostruzione ambientale e l’ottima prova di tutto il cast. Il regista inoltre riesce a conferire un certo grado di spettacolarizzazione ai fatti senza tralasciare il rigore della ricostruzione. Un buon film.
Galbo: Celebre e controverso scrittore, J.D. Salinger meritava una pellicola dedicata alla sua figura, ma questo film di Strong non gli rende giustizia. La sceneggiatura non riesce a rappresentare appieno la complessità del personaggio che appare monodimensionale e banalizzato nella sua totale chiusura al mondo, che viene in maniera semplificata attribuibile allo stress post traumatico. Lo steso Hoult non sembra avere la maturità necessaria per l'interpretazione e anche Spacey sembra mal utilizzato. E' invece sufficiente la ricostruzione ambientale d'epoca. Deludente.
Siska80: Donna raffigurata in un famoso dipinto improvvisamente prende vita e fugge in cerca della sorella che non vede da tempo. Seppur non originale nella trama e dal finale ovvio, è impossibile non trovare simpatico questo film in cui la protagonista (una travolgente Bannier) se ne va in giro per tutto il tempo con addosso abiti di molti secoli fa, rimanendo coinvolta in una serie di grottesche (anche se prevedibili) situazioni allorché si trova a stretto contatto con la tecnologia. Ritmo e cast non sbagliano un colpo e non mancano i momenti teneri; ideale per una serata in famiglia.
Siska80: Per salvare un vitellino in pericolo Nocedicocco si mette in guai seri: come farà a venirne fuori? Sebbene indirizzato a un pubblico perlopiù adulto, il cartone risulta comunque avvincente sin da subito per il ritmo costante, la vivacità della trama che presenta una serie di disavventure divertenti ma soprattutto per la galleria di simpaticissimi personaggi spesso in contrasto tra loro. Il design è soddisfacente anche se da videogioco, gli sfondi essenziali, colorati e immobili (fatta eccezione per i liquidi come l'acqua, la lava il vomito, ecc.). Happy end assicurato. Riuscito.
Almicione: Eccezionale commedia di Scola. La storia d'Italia dalla fine della guerra al 1974 narrata attraverso le vicende di un gruppo di amici i quali, rappresentanti ognuno di un peculiare individuo della coeva società italiana, permettono di comprendere il cambiamento (e non) di quei decenni. La caratterizzazione dei personaggi è mirabile e le scene finali del film fanno riflettere, oltre a rattristare un poco: le speranze, gli ideali, i progetti dei tre protagonisti si sono annicchiliti; una generazione florida è morta. Quanta amarezza!
Ruber: Film ad alto contenuto di adrenalina e suspense, con un Madsen (ormai noto per i suoi tanti lavori con Tarantino) in splendida forma e con un ruolo da killer cucitogli addosso in modo formidabile. L'incipit rivela alcuni dettagli della storia, ma la sceneggiatura è scritta davvero bene e abbonda di scene con sangue a go go in cui le armi la fanno da padrone. Il tutto si svolge in uno sperduto bar in una serata fredda (come da copione per questi thriller ad alta tensione). Finale prevedibile ma ci sta, visto che il film ti incolla allo schermo. Brava la cameriera “Benson”.
MEMORABILE: La frase finale della Benson: "Io ho tanti problemi e ho paura di cambiare ma so fare una cosa: contare...".
Redeyes: Ad anni dal Johnny toscano ecco Ballerina nelle vesti del boss. Come già detto quasi tutto sa di deja-vù, a metà strada fra quel Benigni e anche Zalone e così come nelle loro pellicole la volgarità è fortunatamente bandita. Efficacemente parodistico il cast autoctono, su cui spicca un "eticissimo" Lo Verso. La storia è gradevole e Ballerina ispira una certa simpatia.
MEMORABILE: Lo Verso che critica le auto a benzina della polizia.
Siska80: Un vigile del fuoco vedovo e con ragazzino a carico si innamora di nuovo ma non sa come comportarsi. Nessun colpo di scena all'orizzonte nonostante gli sceneggiatori a un certo punto tentino un flebile depistaggio: il lieto fine è assicurato e il bello (si fa per dire) è vedere per quali vie ci si arriverà. Nel complesso mediocre, ma la timidezza di padre e figlio suscita una certa tenerezza e le loro vicende sentimentali parallele strappano un sorriso per l'ingenuità di fondo. Simpatico il cast, discreto il ritmo, sequenza conclusiva vagamente frizzante. Un' occhiata ci sta.
Jj berzeli: Secondo Bradbury la forza della fantascenza era poter essere specchio critico della società. E il film, sotto questo punto di vista, riesce magistralmente, mettendo in bocca alla razza delle scimmie verità retrograde che lo spettatore ritiene medievali, schierandosi dalla parte dell'evoluto uomo (un Heston bravissimo) salvo poi trovarsi beffato nel finale che spiega tutto alla perfezione (le origini dei miti e delle religioni, il suicidio tecnologico, la "fede" nella scienza). Bellissimi i panorami e soprattutto la musica della prima parte tra avanguardia, concreta e improvvisazione.
MEMORABILE: Heston: "Vorrei un bacio dalla dottoressa" e la dottoressa-scimmia: "Ma sei brutto!".
Daniela: Spiazzante: pensavo fosse una parodia della saga batmaniana mixata con altri richiami supereroicistici, a partire dal comprimario Superman, invece è un film d'azione che ne costituisce l'ennesimo capitolo/variante. Certo si tratta di una avventura animata (bene) con personaggi composti da mattoncini Lego ma ciò non basta a connotarlo come parodia, benché sia condito da battute e rimandi ironici del resto spesso presenti anche nei film della saga con attori in carne ed ossa. Certo imperdibile per i leghisti (nel senso giocoso del termine) ma non scanzonato ed irriverente come mi aspettavo.
MEMORABILE: The Joker preoccupato dall'intenzione di Lex Luthor di eliminare Batman; La chiamata a raccolta dei membri della Justice League
Lovejoy: Ottimo western ben scritto e diretto con maestria da un Eastwood ispiratissimo. Storia affascinante, scolpita in immagini in maniera pressoche perfetta, con un ritmo elevato e colpi di scena a non finire. Cast perfetto in cui spiccano su tutti il solito Eastwood; bill McKinney e John Vernon. Bella colonna sonora.
Furetto60: Cialtrone gestore d’un B&B s‘inventa una nuova religione per gabbare il fisco, ma la cosa gli sfugge di mano. Commedia che parte in modo originale e divertente ma, come Pulcinella, scherzando scherzando qualche verità, o almeno qualche spunto di riflessione, la dice. Purtroppo Leo produce il suo solito cliché, oltre tutto qui eccessivamente balbettante, mentre quando la scena arriva dalle parti di Battiston e della Buy il film prende decisamente quota.
Josephtura: Film che purtroppo si perde nel nulla. Incomincia in modo interessante, sembrerebbe poter affrontare i problemi e le conseguenze nel lungo periodo di un modello economico impostato sul massimo guadagno e al massimo risparmio. L'ambientazione è anomala e curiosa, ma poi invece di approfondire il problema si lascia che un'attrazione sentimentale di contorno diventi la strada principale che porta alla fine della storia.
MEMORABILE: Le frasi del tassista, solo che anche queste alla fine si perdono nel nulla...
Mdmaster: Triste pensare che questo sia il ruolo più famoso di Curry negli anni novanta. Un film televisivo che prende quanto di peggio di un racconto di King tremendamente sopravvalutato, ne lascia solo i classici stereotipi (cattivi unidimensionali, alcolizzati, città di provincia, paure interiori stupide, ecc) e ci affianca un cast davvero tremendo, si salvano solo i bambini. La regia televisiva accoppia un continuo di close-up inutili e scene drammatiche completamente vuote, incorniciando una trama che ha ben poco senso. Povero Tim, davvero.
MEMORABILE: Ma perché invece di parlare continuamente di galleggianti, Pennywise non uccide i bambini e basta? Si vedrà nel finale...
Siska80: Anziano ex sceriffo si ritrova a fronteggiare un vecchio nemico che vuole portagli via il ranch. Potrebbe passare per un qualsiasi film per la tv, dati i mezzi limitati e soprattutto la trama esile e vecchia; solo che qui si preferisce strafare affiancando al protagonista (un bravo Voight) un'estesa famigliola pronta a dare una mano. Il finale è ovviamente scontato, ma soprattutto l'azione non è elevata come ci si aspetterebbe (si perde troppo tempo coi dialoghi, specie nella prima parte). Nel complesso una produzione mediocre che non suscita emozioni.
Siska80: Delizioso cartone che non mancherà di tenere i più piccoli (ai quali è rivolto) con gli occhioni sgranati di curiosità e divertimento per merito di una grafica da videogioco, animazioni convincenti, sfondi coloratissimi, personaggi simpatici (compresa la cattiva maga Cornacchia, col rossetto fucsia sul becco), movimentate disavventure e tantissima azione. Non dispiacerà nemmeno agli adulti, i quali avranno modo di godere di una messinscena genuina capace di riportarli indietro nel tempo e di staccare la spina grazie a una trama semplice, scorrevole e dal prevedibile lieto fine.
Hart crane: Opera essenziale, minimalista, incentrata su una straordinaria Seydoux, capace di rendere con inarrivabile bravura, a livello espressivo e psicologico, la poliedricità sofferta di una giornalista in crisi di coscienza professionale, ma troppo inserita in un lavoro che ama per abbandonarlo definitivamente. Sguardo sul cinismo onnivoro dei mass media che sezionano la sofferenza umana per puro fine di spettacolarizzazione. La protagonista stessa è vittima dell’ipocrisia dell’informazione quando subisce il fascino di un giornalista camuffato da ingenuo innamorato.
MEMORABILE: I primi piani sulla Seydoux, con i suoi monologhi e i suoi silenzi; Il viaggio in auto di padre e figlio.
Capannelle: Chiaro tentativo da parte dei produttori di ingentilire la commedia scollacciata con attori e battute da commedia degli equivoci ma buona parte del girato rimane grossolana, specie nel secondo tempo. Se Milian, Moschin e la Buccella, pur ripetitivi, sanno farsi apprezzare, altri personaggi non brillano per originalità o risultano senza senso (vedi Gassman). Musiche gradevoli e perfettamente intonate, location ed esterni al risparmio.
Thedude94: Gioiellino di Johnson, gran film giallo fatto come si deve, con intrecci e trama chiari e sorprendenti. Lodevole il cast, che va dalla figura del detective ottimamente interpretato da Craig alla giovane e bravissima De Armas che va imponendosi sul grande schermo. Da un punto di vista della sceneggiatura è perfetto e registicamente non c'è nulla da eccepire, anzi: ogni aspetto tecnico è ben curato. Un film da vedere e rivedere per assaporare il gusto del detective movie classico, con flashback al punto giusto che non appesantiscono il tutto. Grande cinema.
Saintgifts: Sergio Leone dirige il suo primo film dopo aver fatto esperienza con questo genere come aiuto regista (Ben Hur, Quo Vadis?, Gli ultimi giorni di Pompei). Notevoli sono la messa in scena, le ambientazioni e i costumi per non parlare della statuona. Molto buona anche la fotografia e discrete (per l'epoca) le scene del terremoto. La regia non è male e il film potrebbe essere classificato un colossal. Credo che sia stata la scelta degli attori (Lea Massari a parte) a relegare questa opera nella categoria "film di genere". Cosa centra Rory Calhoun?
Minitina80: È un personaggio controverso questo improbabile seduttore, per niente simpatico o divertente, ma fanfarone e presuntuoso al punto da suscitare anche un po’ di fastidio. È la maschera di un perdente che non ha i mezzi per farcela, ragion per cui l’epilogo accomodante non appare meritato. Il resto non è da meno, essendo difficile provare un minimo di empatia per qualcuno. A questo punto viene da chiedersi se l’intento fosse proprio quello di mostrare figure mediocri da sbertucciare. Così non fosse, sarebbe arduo comprenderne il senso.
Paulaster: Famiglia attraversa l'America durante le vacanze. Commedia che resta nei limiti del demenziale e sforna una comicità che resiste nel tempo. Le disgrazie assortite del quartetto sono scorrevoli e i vari segmenti hanno la giusta durata. Alcune scene (il cane legato, la zia morta) hanno trovato spunto anche in altre pellicole. Chase ha la faccia adatta di chi fa buon viso a cattivo gioco e si nota la presenza della modella Brinkley (futura moglie di Billy Joel); John Candy ha solo una piccola parte.
Il ferrini: Non male, pur essendo un genere abusato e che per quanto si sforzi di sorprendere non ci riesce mai, proprio perché è implicito che debba farlo. Forse Owen convince più della Roberts ma sono entrambi in forma e lo sarebbe anche Giamatti, se il suo personaggio fosse un po' meno cartoonesco. Ritmo serrato, location di grande impatto (Roma su tutte), divertimento assicurato per chi ama gli action ma anche la parte sentimentale è ben scritta, anche se lo si capisce dopo un po'. Quasi tre.
Capannelle: Un soggetto classico e relativamente semplice, nobilitato da una buona regia di Kramer e un ottimo doppiaggio per la versione italiana. C'è forse troppo buonismo, qualche dialogo è portato all'eccesso, ma la vicenda viene presentata con uno stile da apprezzare e mantiene comunque un buon ritmo. Bravi tutti gli attori, meritato il riconoscimento alla Hepburn per una performance che si incastra alla perfezione nel racconto.
Tomastich: Mentre in Italia si fa ancora fatica a realizzare un teen movie in grado di tenere il timone saldo e un immaginario ben preciso (La Befana vien di notte), Joe Cornish al suo secondo lungometraggio - ma con una solida esperienza di sceneggiatore nella serie A dell'entertainment - confeziona una piacevolissima scorribanda magica e "leggendaria" nella quale il mito arturiano viene trasportato ai giorni nostri.
Raremirko: Un buon film d'azione, con un ispirato e sempre bravo Butler che qui, almeno a tratti, qualcosa deve al nostrano Er monnezza. Belle sequenze (su tutte l'intro con le sparatorie e quella, lunga, nel traffico fermo), facce giuste (il figlio di Ice Cube è uguale al padre), ritmo e stile. Il finale beffardo magari non è indicatissimo del tono generale, ma Gudegast ha talento.
Rambo90: Seagal è incaricato di ritirare un pacchetto dal contenuto misterioso e consegnarlo a un uomo ancora più misterioso. Una trama confusa, tra doppi e tripli giochi, con dialoghi che spesso non vanno da nessuna parte e un incredibile assenza di ritmo. I combattimenti sono ridotti all'osso, le sparatorie noiose e rovinate da inutili ralenti, i cattivi davvero ridicoli. Per non parlare poi delle modestissime location... A salvarsi sono giusto un paio di esplosioni in grande stile e un Seagal ancora non sovrappeso.
Ira72: Sono molteplici i meriti di questo film: trattare un tema importante con garbo, senza pietismo, in un alternarsi di sorrisi e commozione, la sceneggiatura scorrevole e coinvolgente, due ottimi interpreti e una certa cura per ambientazioni e fotografia. Che dire poi della splendida colonna sonora di Einaudi, che sa dare il giusto risalto alle tante scene importanti? Molto intenso anche il finale, cui seguono i titoli di coda durante i quali si possono vedere i personaggi reali di questa storia che pare quasi una fiaba e che, invece, non lo è affatto.
Siska80: Due donne figlie di una coppia coinvolta in un amore clandestino si incontrano giocoforza a causa di una eredità. L'inizio sembra promettente, ma andando avanti con la visione ci si rende conto che questa innocua commedia altro non fa che girare a vuoto: che il lieto fine sia scontato lo si sa già, visto il ciclo di film cui appartiene, ma arrivare all'epilogo senza annoiarsi è dura (i dialoghi sono il punto più debole)! Dispiace principalmente per il precario utilizzo d'un cast niente male (fa piacere rivedere una "vecchia gloria" come Alpi), ma la visione resta discrezionale.
Harrys: Tavanata cosmica. Intendiamoci: adoro le tamarrate, ma qui si è esagerato però. Ettolitri di sangue (eccessivamente fumettosi) ed arti (sorprendentemente "arrendevoli") che schizzano dappertutto, regia che riesce nell'impresa di surclassare definitivamente il cosiddetto stile "videoclipparo" (incredibile come questo sia lo stesso regista di quel gioiello di V per Vendetta), recitazione e dialoghi della più infima specie (non di certo coadiuvati dal pessimo doppiaggio). Per quel che mi riguarda: primo errore dei Wachowski (qui produttori).
Pinoderosa: L'ascesa e repentina caduta di Tony Montana che da piccolo criminale esule cubano diviene un boss del narcotraffico. Intepretato da uno strepitoso Al Pacino e diretto da un Brian De Palma in questo film al suo meglio, è un film che lascia incollato lo spettatore senza respiro per quasi tre ore. Assolutamente da vedere e rivedere.
Pinhead80: Chi ha letto il romanzo rimarrà deluso da questa trasposizione televisiva dell'incubo creato da Stephen King. Se la prima parte regge (quella delle chiamate e dei ricordi di gioventù), la seconda (quella degli adulti che combattono il mostro) fa naufragare l'opera nella noia più assoluta. Gli effetti speciali finali sono tra i più brutti che abbia mai visto in vita mia e non rendono merito al pathos creato dall'attesa di vedere manifestato in tutta la sua potenza l'orrore. Peccato perché di materiale per fare bene ce n'era a iosa.
MEMORABILE: I ragazzini alle prese con il pagliaccio Pennywise; L'album di fotografie che si anima.
Trivex: Divertente e spintarello quanto basta grazie al "funzionante" (in tutti i sensi) Montagnani e alla bellissima e brava Fenech (succube di madre, ma col punto fermo); poi c'è pure Carrol Baker, insospettabilmente efficace nella parte e per finire quello che "non funziona" (grande Ray, un mito). Anche morbosetta, la storia; con un finale che in parte si capisce da una delle prime scene e per l'altro verso affonda ancor più nel torbido (relativamente, s'intende!).
Cotola: Simpatica commediola (prodotta da Spielberg) per tutta la famiglia incentrata sul leggendario personaggio del titolo che, adottato da una famiglia, combinerà tanti guai portando scompiglio in una tranquilla comunità. Gradevole e divertente sebbene non originalissimo ed imprevedibile. Oscar per il trucco.
Rambo90: L'inizio del declino di Seagal (insieme a Ticker) è un clone di The Rock con comprimari da barzelletta (Ja Rule!) e un cattivo inutilmente sopra le righe (Chestnut). Seagal si adopera in poche (e mal girate) scene d'azione, lasciando che tutto l'insieme lo sovrasti e il risultato è davvero povero. Pedante colonna sonora a ritmo di rap. Ultimo film con Seagal ad aver avuto distribuzione cinematografica (fino a Machete) ma ciononostante ha avuto un sequel.
Ciavazzaro: Buon episodio sceneggiato dallo specialista Joel Steiger; i cliché sono rispettati, le musiche ottime, la trama regge e vi è un ottimo cast di guest-star (tra cui Hill, qui in una delle sue ultime interpretazioni) e un bravissimo Burr nei panni di Mason. Da vedere.
Daidae: Allora fece scandalo, in quanto la March (allora diciottenne) interpreta una ragazzina di quindici anni. Tolto questo particolare si tratta di un film non eccezionale ma più che vedibile. Scene erotiche raffinate, bei paesaggi e buona sceneggiatura: ci siamo.
Belfagor: Il mostro in sé è affascinante come sempre; in più in questa versione acquista un che di titanico, assurgendo a monito contro l'umana hybris. Il problema è che il resto del film gli fa da mero contorno: l'inizio non ingrana mai, le scenette con la famiglia del soldato sono il solito piattume sdolcinato, i mega-insetti si limitano a rubare scene al nostro caro lucertolone. Cranston sarebbe stato un protagonista più interessante rispetto a Taylor-Johnson; Watanabe riesce a infondere spessore nelle scene in cui compare.
MEMORABILE: Il mostro viene chiamato col suo nome originale Gojira.
Galbo: La città di Marsiglia fa da sfondo ad una guerra tra bande criminali, con la complicità di poliziotti corrotti. Polar diretto dallo specialista (ed ex poliziotto) Olivier Marchal e prodotto da Netflix, un film in cui nessun personaggio è esente da ambiguità a partire dai poliziotti (unità anti gang e anti droga), i cui metodi sono assai poco ortodossi. Un film crudo, non originale ma ben realizzato in cui la violenza è funzionale alla trama e il cast annovera un cast molto ben scelto, con la presenza per la verità poco incisiva di Jean Reno e di Claudia Cardinale.
Enzus79: Uno dei migliori film del genere e perciò di Steven Spielberg. Un sci-fi non per bambini come E.T. ma molto di più, con qualche sprazzo di buona filosofia. Il buonismo spielberghiano non manca, però si può dire tranquillamente che è uno dei suoi film più "maturi". Bravissimo Dreyfuss.
Anthonyvm: Cinema mainstream nella sua forma più sfiancante: personaggi stereotipati, cast di prim'ordine e fuori forma (per una volta il doppiaggio italiano viene in soccorso delle performance), tensione stantia e un plot scontatissimo quanto verboso (dalla love-story melodrammatica ai noiosi processi di negoziazione) che sembra prendersi tempi spropositati prima di entrare nel vivo. I venticinque minuti conclusivi, con gli "eroi" al salvataggio del donzello in pericolo, rimpolpano la sostanza con un paio di dignitose sequenze action, ma è naturalmente troppo poco. Si dimentica in un lampo.
MEMORABILE: L'incipit ceceno; La cattura di Morse; I negoziatori truffatori; Il "pazzo" religioso nel campo dei narcoguerriglieri; Crowe e Caruso al salvataggio.
Anthonyvm: Difficile non esprimere un giudizio (ma vale ovviamente la formula inversa) senza avanzare paragoni col pressoché coevo Vulcano - Los Angeles 1997. In questo caso, la scelta di ambientare la storia in una ridente cittadina montana anziché una grande metropoli, funziona meglio sul versante della generale verosimiglianza, la quale è comunque destinata a collassare nei labirinti di cliché catastrofici che saturano la seconda parte, fra sacrifici lacrimevoli, salvataggi in extremis e, soprattutto, l'irrinunciabile cagnolino "miracolizzato" dal sentimentalismo di Hollywood. Appena okay.
MEMORABILE: La buona resa degli effetti speciali; La casa invasa dalla lava; Attraversando il fiume acido; La pioggia di cenere; Il crollo del ponte; La miniera.
Herrkinski: Affrontando una vicenda che non riguarda gli Stati Uniti, Eastwood pecca un po' di agiografia tralasciando alcune ombre sulla vittoria del Sudafrica alla finale di rugby contro la Nuova Zelanda, per guardare invece al concetto ritenuto importante, ovvero il rilancio e la riunificazione di un paese dopo l'apartheid grazie a Mandela e al potere d'aggregazione dello sport. Eccellente Freeman, credibile Damon, sempre distinta la confezione imposta dal regista; un film che magari non emoziona particolarmente come facevano invece molte sue opere precedenti, ma comunque di buon livello.
Rambo90: Slasher dagli spaventi più che prevedibili e dalla storia talmente misera da non valere la visione se non in 3D (ma dopo un poco anche quello diventa noioso), cast e recitazione sotto il livello di guardia, regia appena passabile. Insomma il recupero di un sottogenere horror anni '80 non è per niente riuscito, siamo lontani anni luce dai vari Venerdì 13 e Halloween. Il colpo di scena finale poi è da chiedere indietro i soldi del biglietto.
Galbo: Si può realizzare un buon film anche se l'originalità latita e si "pesca" a piene mani dal lavoro altrui in modo più o meno citazionista (De Palma è l'ovvio modello di riferimento). La risposta è si' è il lavoro di Ruben Fleischer lo dimostra. Gangster squad è un film godibile grazie all'eccellente ricostruzione ambientale, ad un apparato tecnico di prim'ordine e alla capacità del regista di utilizzare al meglio gli attori a disposizione, anche se per una volta il grande Sean Penn è un po' sottotono, superato da attori come Brolin e Gosling.
Markus: Misera trasposizione del romanzo "Senilità" di Italo Svevo (per il quale, nel 1962, era già stato tratto un omonimo film) adattata ai patinati Anni '80. La prosperosa Serena Grandi assurge a protagonista ma, tolti i meriti che madre natura le ha dato e le classiche calze nere con la giarrettiera, resta il limite - non da poco - di una interpretazione insufficiente. Accanto a lei il vuoto e spiace vedere una brava attrice come Valeria D'Obici costretta a spogliarsi per "adeguarsi" a questa squallida messinscena da soft erotico.
Rambo90: Action dalla trama ondivaga, che parte in un modo e si sviluppa in situazioni paradossali e di poca logica, con i personaggi che cambiano casacca e alleanze senza motivo. Kevin Dillon non è suo fratello e non sembra tagliato affatto per la parte, gli altri gli fanno da contorno compreso uno spento Grillo e il classico Willis di fine carriera. Scene action montate piuttosto male con abuso di effetti splatter casuali. Evitabile.
Rambo90: Una prova intensa di Robin Williams, misurata e realistica, purtroppo al servizio di una sceneggiatura poco incisiva, che oltre all'idea di partenza offre ben poco, perdendosi in tanti momenti noiosi, nemmeno vivificati da una regia di routine. Non resta che ammirare il talento interpretativo del protagonista, ben supportato anche dalla buona performance della Baker e i suoi sguardi malinconici. Peccato, poteva sinceramente essere qualcosa di più.
Puppigallo: Tarantineggiare è sempre un rischio; e questa pellicola ne è un chiaro esempio. Genuinità e soprattutto credibilità, nonostante il genere la renda alquanto difficile, sono indispensabili, anche nelle situazioni più assurde; ed è qui che il regista di talento ha guizzo e estro in grado di renderlo tale. Purtroppo non è questo il caso; e nonostante si segua la vicenda senza particolari sforzi, o sbuffi, l'impianto finisce per apparire artificioso e troppo costruito a tavolino, ripercuotendosi inevitabilmente anche sugli attori. E il finale non sarà esente da tale sensazione.
MEMORABILE: Trejo che si lamenta della violenza; La faccia non c'è più; "Non ti spaventa la morte?". "No, mi spaventa che tu voglia parlare ancora".
Noodles: Film dalle ottime atmosfere cupe e morbose, con più di un'interessante critica sociale già portata avanti nel primo episodio ma dall'andamento in alcuni tratti eccessivamente lento. La distrazione è così un rischio continuo, nonostante vada sottolineato come il regista Eriprando Visconti riesca a mettere su un film godibile pur con una trama veramente esigua. Accanto al gigante Gabriele Ferzetti non sfigura assolutamente Rena Niehaus, mentre Miguel Bosè già di più. Molto buona la fotografia, sceneggiatura efficace e ordinata. Discreto.
Lupus73: Una ragazza si trova nel bel mezzo di una tormenta e deve fare sosta per un po' in una struttura per ripararsi; qui trova altre persone, alcune delle quali presto si rivelano malviventi. Un thriller a tutti gli effetti, con toni ad alto grado di drammaticità, anche per i temi di fondo, e sicuramente qualche leggera venatura tipica dell'horror verso la parte finale; non da ultimo, una successione di twist e colpi di scena ben piazzati. Forse manca quella marcia in più nella sceneggiatura e in alcune dinamiche di regia che ne avrebbe fatto un prodotto superiore. Sicuramente vedibile.
Fabbiu: Più che un film, è un episodio più lungo del solito: 40 minuti per mostrare lo scontro di Goku e Piccolo contro Garlik Jr, personaggio inventato in questa occasione ma poi recuperato anche nella serie tv Dragon ball Z (inesistente però nel manga da cui è tratto il tutto), sceneggiatura ai minimi termini; cronologicamente si inserisce tra i primi episodi della serie Z, ma con diverse e notevoli incongruenze. Il tratto animato è praticamente identico a quello visto in tv (stessi autori) mentre il doppiaggio originale mantiene i nomi del manga
MEMORABILE: Goahn ubriaco fa pipì in testa a Crili.
Galbo: Un'altra donna appartiene al filone dei film intimisti di Allen, di chiara ispirazione bergmaniana. Non a caso la psicanalisi rappresenta l'espediente narrativo ed il "motore" del film. Ottimo il lavoro di scrittura compiuto sul personaggio centrale, donna di successo incapace di costruire negli anni una vita personale gratificante. La consapevolezza del suo fallimento umano viene "vivisezionata" dal regista che compie una lucida analisi forse troppo cerebrale (questo il limite del film) fino al finale sentimentalmente più partecipe.
Dengus: Capisco quando il buon Alvaro ribadisce che il vero Pierino è lui e basta; degli apocrifi, questo è sinceramente il peggiore, tanto che non regge nemmeno il confronto con quello di Ariani, che dei "non originai" è il migliore. Sceneggiatura quasi inesistente, barzellette assurde e situazioni forzatissime; si salva solo il buon Nino Terzo spalleggiato da Sandro Ghiani (per l'ennesima volta Carabiniere) e lo stesso protagonista, forse più rassicurante e meno volgare di Vitali, ma a cui manca la vis Pierinesca dello sfrontato Alvaro; pessimo.
Multimic80: Divertente e pungente satira che non si ferma al semplice pretesto di riproporre la comicità del Bagaglino ma riesce in parte a sdrammatizzare l'umore degli italiani, scossi dalle note vicende del 1992. Bravissimo Pingitore a trasformare questo film in un piccolo cult, nel quale compaiono anche alcuni attori che diventeranno celebri a partire dal decennio successivo (nella scena della conferenza stampa sono ben riconoscibili Gabriele Cirilli e Flavio Insinna). Mattatori in assoluto Pippo Franco e Mattioli; bella la Marini ai suoi esordi.
MEMORABILE: Paolo Galli a proposito dei raccomandati: "Una volta a un festival mi hanno mandato un muto. Dissero: Che te frega, tanto canta in playback!"
Graf: In questo film, di discreta stoffa farsesca, Franco e Ciccio sfoggiano tutto il loro repertorio comico corporeo ed elementare composto da boccacce, smorfie, ghigni, risate sguaiate e pagliaccesche unitamente a una mitragliata a getto continuo di battute e di freddure che colpiscono sempre il segno. Il film, l’ultimo diretto da Simonelli, è provvisto di idee feconde e d'occasioni di riso francamente godibili malgrado una sceneggiatura che, strada facendo, si aggroviglia e si appesantisce fino a divenire astrusa e gratuita. Convincenti i caratteristi.
MEMORABILE: La spassosa partita a poker scoperto; La gag, di grande forza surreale, dei capelli bianchi di Franco.
Belfagor: In chiaro contrasto con l'ottimismo di facciata del "boom" economico, Monicelli gira una pellicola sobria e amara, incentrata sulle rivendicazioni sindacali di un gruppo di operai vessati da condizioni di lavoro estenuanti. Nonostante alcuni momenti di alleggerimento stridano con il tono generale, il valore di denuncia del film è concreto e il realismo asciutto e conflittuale, accentuato dal b/n, fa sicuramente colpo. Convincenti le descrizioni dei personaggi. Nel cast compare una (allora) emergente Raffaella Carrà.
Reeves: Una scoperta davvero notevole, un film neorealista mai citato negli elenchi dei film ascrivibili a questo genere. Utilizza caratteristi del cinema di prima della guerra (ottimo Barnabò nel ruolo del capofamiglia comandone e avido), mostra le distruzioni della guerra con grande trasporto, alterna canzoni (evitabili, con il gusto di oggi) a scene più intense con parentesi comiche notevoli, come quando i protagonisti scoprono che qualcuno si è insediato in casa loro.
Galbo: Tentativo di Madonna di ripetere un exploit cinematografico già in parte riuscito in passato (Cercasi Susan disperatamente). In questo caso la scelta dell'attrice e cantante cade su una commedia urbana in cui la "dinamica" cerca di sostituire la consistenza con una sceneggiatura piuttosto lacunosa. Inoltre anche il carisma cinematografico della protagonista cede il passo a quello del simpatico puma impiegato.