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Puppigallo: Torna l'agente più sessista, razzista e inopportuno della categoria; e lo fa con più battute e ritmo del primo capitolo. Si sorride parecchio e, qua e là, si ride proprio, soprattutto quando vira verso il demenziale, o il protagonista dice la sua con quella faccia contraddistinta da un sorrisetto beffardo, anche quando non capisce palesemente cosa gli stanno dicendo. La spalla femminile farà sì che possa dare il meglio-peggio di sé e la pellicola ne gioverà. Nota di merito per: "Sogno una riconciliazione tra ebrei e nazisti". Riuscito.
MEMORABILE: Il ragazzo si sveglia due secondi prima dello schianto e dice: "Siamo arrivati?"; L'inseguimento più lento del mondo con colonna sonora incalzante.
Silvestro: La difficoltà di affrontare il peso degli anni che avanzano e la sindrome di Peter Pan: il film di Brizzi affronta queste tematiche senza particolare originalità ma con un certo brio che rende godibile la pellicola e gli permette di portare a casa la pagnotta senza troppi problemi. Ben assortito il cast, una garanzia la colonna sonora anni Ottanta. Niente di memorabile, ma piacevole
Stefania: Gli innumerevoli colpi di testa della passionale aspirante assassina per gelosia Bardot sono siglati da spagnoleggianti accordi di chitarra: la ragazza è però di origine corsa! Vabbè, per i francesi, sono sempre popoli latini dal sangue caliente... Abbastanza caliente, e soprattutto movimentatissima, è anche questa commedia, la prevedibilità del finale è compensata dalla bontà di alcune trovate, su tutte quella del "sonno teleguidato" dell'ipnotizzatore indiano. Piacevole galoppata su un cavalluccio da giostra, ma a briglia veramente sciolta!
MEMORABILE: Lo spogliarello sotto minaccia di fucilazione; La valanga.
Deepred89: La Germania post-bellica fa fortunatamente solo da sfondo a un’ennesima storia di corna ingabbiata da una freddezza che dalle ambientazioni alla confezione si insinua direttamente negli animi degli spettatori, che assistono a uno spettacolo sentimentalmente intrigante (e nemmeno prevedibilissimo negli esiti) ma tutto sommato freddo, per quanto formalmente impeccabile. Ottimo Clark, non all’altezza la Knightley. Guardabilissimo, per quanto decisamente poco memorabile.
Siska80: Ragazza mollata dal fidanzato poco prima di Natale fa un singolare incontro in aereo... Qui si vola basso (è proprio il caso di dirlo) su tutta la linea: la trama, oltre a essere abusata, è anche poco verosimile e gira intorno ai continui scontri tra i due interpreti principali, che in questo caso non brillano per avvenenza (sebbene lui si salvi coi modi raffinati e lei con la simpatia). Prima di giungere allo scontato happy end bisogna armarsi di pazienza e sorbirsi dialoghi sciocchi e situazioni riciclate da pellicole simili (tipo la forzata condivisione della camera d'albergo).
Vitgar: Film gradevole che rappresenta il canto del cigno di un certo tipo di western. Regia agile con una trama scanzonata sostenuta da un'adeguata interpretazione da parte di Hill e Fonda, che danno quel tocco di ironia che non guasta. Sempre presente il grande Mario Brega. Ottima la colonna sonora di Morricone.
Pigro: Un giapponese è processato per omicidio. Film raffinato che vuole reinventare le forme del classico cinema giudiziario. La storia (piuttosto esile) è continuamente frantumata da una miriade di immagini e rapidi flashback che ci riportano ad altre storie: l’amore di un giornalista per la moglie dell’imputato e la vergognosa deportazione (vera) di migliaia di americani con occhi a mandorla in campi di concentramento Usa. La cura dell’immagine e la fotografia sono ricercate e preziose fino a rasentare l’autocompiacimento estetizzante.
Saintgifts: Mi giova il fatto di non aver visto I due carabinieri: mi sento più libero di commentare quella che giudico una raffinata barzelletta (l'ennesima) sui carabinieri, ma in genere sugli italiani tutti. È senz'altro la commedia a prevalere sul poliziesco all'acqua di rose, com'è giusto vista la predisposizione degli interpreti, tutti molto bravi a dare il meglio di quello che sanno fare (si trova anche il modo di far esibire Montesano in una delle sue macchiette). Boldi-Nautico in uno dei rari momenti in cui mi è piaciuto, Manfredi signor colonnello.
Matalo!: Si scorge che la regia non è di serie B ma questo non basta; non c'è nemmeno la decantata ironia di cui dice Giusti su Stracult. Il film è davvero esile, un po' all'americana (Starnazza è un po' Stampy di Un dollaro d'onore, Manni un po' Gary Cooper di Mezzogiorno di Fuoco) molto all'italiana. Ma di tutti i western di Corbucci resta giustamente il meno ricordato. Colpa della povertà della storia, colpa di un Damon poco sopportabile, che dovrebbe creare un personaggio di culto con le stesse colt di Fonda in Warlock; troppo inconsistente...
Trivex: Pesante, anche per la sua lunghezza (la director's cut dura 199 minuti) e sorprendente. La prospettiva tedesca è inquietante: si tratta pur sempre di un sommergibile, il cui comandante prende ordini da Hitler. Direttamente, eseguendo le sue disposizioni, massacra un manipolo di naufraghi nemici, inerti e disarmati, che chiedevano di essere salvati. Tecnicamente e umanamente cupo, scorretto come la guerra e nevrotico. E chi non lo sarebbe, tra le lamiere e sott'acqua, con le bombe di profondità che ti sfiorano. Comunque, si tiene per le bombe, naturalmente.
124c: Strano vedere Franco Zeffirelli, solitamente un amante di tragedie letterarie inglesi, che firma la regia di una pellicola di genere sportivo. I bravi attori non mancano di certo (si pensi al trio principale composto da Jon Voight, Faye Dunaway e Rick Schroder), però non si sente il suo tocco italiano, o almeno si percepisce meno che in altre pellicole. La tragica storia di un pugile non più giovane, con figlio a carica ed ex-moglie assillante, sa fin troppo di film americano; però è un bel film.
Lovejoy: Discreta commedia a sfondo western. Ben diretto da Lucidi, con un ritmo elevato e un buon lavoro sui personaggi. Cast che magari non sarà il meglio che si potesse trovare sulla piazza ma il duetto tra i due protagonisti, Spencer e Palance, vale da solo la visione. Niente di particolarmente memorabile, comunque.
Siska80: Due cacciatori proteggono una donna da un tizio senza scrupoli con l'aiuto del fido Zanna Bianca. Tra scazzottate in pubblico, buoni sentimenti a piene mani e bimbi dolci quanto furbetti, il film si lascia vedere grazie anche a un ritmo abbastanza regolare scandito da una musica orecchiabile e azzeccata e un cast che offre una prova sufficiente. Non la migliore tra le pellicole dedicate al celebre quattrozampe ma comunque vedibile, pur non potendo contare né su una trama originale né su colpi di scena che infrangano la prevedibilità degli eventi. Non privo di una tenera ingenuità.
Ciavazzaro: Sufficiente. Meglio di altre produzioni vanziniane recenti, ma i limiti rimangono e anche ben marcati. Ci sono Carol Alt (e questo rende gradevole per certi versi la visione), l'insopportabile Matteo dei Cesaroni e la Stella che fa la Pravo (dimostrandosi però un'orrenda brutta copia). Non tutto fa pena, ma il livello è medio-basso.
Paulaster: Problemi in famiglia tra una massaia quasi disperata e un critico teatrale arrivista. Divertente solo a tratti (con un paio di furbe canzoncine della Day) ma variegata sulle riflessioni morali dell'essere giudice senza voler esser giudicati. Corretta fin troppo dal punto di vista matrimoniale lascia perplessi sul ruolo di papà di Niven con le sue esternazioni riguardo i figli che gli pregiudicano la libertà. Confezione curata.
MEMORABILE: Il figlio chiuso in gabbia con il chiavistello.
Reeves: Un western minore di Raoul Walsh, che dimostra di avere comunque un grande ritmo e ottime scene d'azione ma difetta nella sceneggiatura, troppo elementare. Rock Hudson, sempre pulito e sbarbato in mezzo al deserto e dopo lunghe marce a cavallo, è veramente fuori parte e il punto di vista del reduce sudista è solo malamente accennato. Però Lee Marvin giovanissimo ha un suo fascino.
Domino86: Siamo nel pieno della commedia italiana e lo spettatore sa già cosa aspettarsi leggendo il cast della pellicola; anzi, a un occhio più esperto basterà leggere il titolo. Nel complesso lo svolgimento è fortunatamente scorrevole e grazie ai tanti comici presenti ci si diverte (prima fra tutti Anna Maria Barbera). Storia per nulla originale en nonostante le risate, si tratta del classico film che una volta visto si dimentica quasi subito.
Delpiero89: Buon prodotto dei fratelli Vanzina. Il cast "romanaccio" funziona molto bene e la storia, nella sua semplicità, è apprezzabile. Si ride abbastanza e non si può nascondere un certo interesse nei confronti degli avvenimenti relativi al "colpo". Niente di trascendentale, ma sicuramente godibile. Persino la Bellucci è divertente, ed è tutto dire...
Lucius: Va dato atto a Garrone di essere riuscito a riportare alla luce un mondo immagnifico, grazie ad alla sua inventiva e fervida immaginazione. Il reparto tecnico lo ha aiutato in questo non poco, con effetti speciali assolutamente credibili e un cast con le facce giuste, volti da un passato immaginario tra fiaba e mitologia. Pur con qualche snodo narrativo prevedibile e una trama troppo incentrata sull'orco di turno, "Il racconto dei racconti" riesce nell'impresa di riportare sul grande schermo italiano un valido fantasy di matrice internazionale.
Ryo: Commedia spassosa, che sfodera un ampio arsenale di battute, cliché e luoghi comuni sul razzismo. Numerose le gag, talvolta molto divertenti. Complice della funzionalità della pellicola è soprattutto la spedita recitazione degli attori piuttosto che la sceneggiatura (la quale, invece, risulta lineare e senza grosse sorprese).
MEMORABILE: Le battute di Charles ("Non mi avevi detto che erano bianchi!", "La quinta figlia avrebbe sposato un Rom!"); Il personaggio di Pascal N'Zonzi.
Capannelle: Sicuramente buona la costruzione dell'atmosfera che non cerca soluzioni stravaganti o effetti sanguinolenti e la volontà di mantenere i cattivoni di turno nell'ombra più totale. Data la limitatezza di personaggi e luogo d'azione col passare del tempo il racconto diventa un po' ripetitivo ma non perde attrattiva. Più di una scelta sul limite della credibilità ma è un peccato ricorrente per il genere. Discreta la prova della Tyler alle prese col mondo horror.
Puppigallo: Se un poliziotto russo integerrimo e uno americano furbacchione e dalla parlantina sciolta uniscono le forze per acciuffare un delinquente anch’egli russo, le gag sono assicurate. Nnon è un film comico, anche se gli scambi tra Belushi e Arnold (che sembra un robottone) sono spesso divertenti (I parrocchetti, le parolacce, lo scambio degli orologi). Il film scorre bene, senza eccessive pretese e con un cattivo veramente cattivo dalla testa ai piedi. La prima scena in Russia (ancora Unione Sovietica) è notevole (occhio alla gamba). Nel suo genere riuscito.
MEMORABILE: L'albergatore: "Nome?". risposta di Arnold: "Danko". E l'albergatore: "Nato stanco".
Harrys: Ovviamente non mi aspettavo granchè, soprattutto dalla sceneggiatura; è proprio per questo che il demerito maggiore del film consiste nell'eccessiva piattezza delle scene puramente action, con un grado di inverosimiglianza davvero poco digeribile (mi spiego: non è che pretendessi chissà che in merito, ma un graffietto sul volto del belloccio Walker dopo un incidente mostruoso vogliamo disegnarlo?). Il buon Diesel (Vin...) spacca sempre però.
Belfagor: Personalmente lo ritengo il migliore della saga fino a questo momento. Columbus dimostra una grande abilità nel coniugare gli aspetti più leggeri con gli elementi oscuri che verranno poi accentuati nei film successivi. Le ambientazioni sono ottime e la Camera dei Segreti è davvero inquietante. Gli effetti speciali, come sempre, sono di prim'ordine e il cast (che vede Harris nel suo ultimo film) si arricchisce di elementi nuovi, fra cui Branagh che gigioneggia con grande stile.
Anthonyvm: Ragazza sedicenne vuole conoscere la madre biologica (e la si può capire, dato che quella adottiva le impedisce di uscire coi ragazzi o addirittura di indossare i bikini), ma, come le ferree regole dei thriller TV impongono, le conseguenze saranno spaventose. Se alla prima parte si possono rimproverare con una certa bonarietà gli usuali limiti delle produzioni da piccolo schermo, la definitiva stroncatura giunge a metà strada, con un twist talmente falso e soap-operistico che persino nel contesto di una parodia susciterebbe la più pura forma di irritazione. Cast, comunque, decente.
MEMORABILE: L'ex-galeotta randomica spinta in strada e fatta investire; Guida sotto caffè drogato; Tentato investimento della madre adottiva; Il segreto rivelato.
Il ferrini: Lo schema è piuttosto classico: gruppo di sismologi con collega particolarmente apprensivo e allarmista, scetticismo generale, fin quando si scopre che le sue previsioni erano corrette e restano pochi minuti per mettersi in salvo. Nonostante questo la pellicola scorre bene, generando una tensione costante e gli effetti in CGI sono pochi (meglio) ma di buona fattura. Gli attori son tutti bravi, soprattutto la bambina (Edith Haagenrud-Sande) e le location suggestive. Si lascia guardare.
Rambo90: Nella paccottiglia che Seagal gira ultimamente per i dvd, questo film riesce a elevarsi un po'; se non altro diverte e offre qualche combattimento interessante, perlopiù però eseguito dal giovane Webster. Steven appare meno del previsto ma si regala qualche battuta ben piazzata e un personaggio meno convenzionale del solito. Per i fan del genere può valere una visione serale; un passatempo come un altro...
Nando: Un affresco corale ambientato a Roma con un cast variegato e ben utilizzato. Da una tragica morte si dipana una storia con varie sfaccettature tutte incentrate sull'importanza dell'amore ed il saper comunicare le proprie emozioni. Brava la Buy e Garko lievemente sottotono Accorsi.
Rigoletto: Un film paradossale, ascrivibile alla categoria "si ama o si odia" come tanti più o meno illustri predecessori. Concepito intelligentemente e debitore di Altman, ha in sé qualcosa di irritante che, già nel semplice prologo, spiazza anche lo spettatore più scafato. Innegabile però la grandezza delle interpretazioni, in cui spicca un Cruise in stato di grazia; non gli riesce però il miracolo di salvare il pubblico da una condizione di depressione permanente.
Capannelle: Ispirato alla storia di Pierre Dulaine, ballerino professionista che organizzò corsi di danza per ragazzi emarginati. Punto di forza del film le coreografie delle danze che, saltellando fra generi opposti, sono riuscite e cariche di energia. Banderas e la Woodard fanno il loro senza strafare. I ragazzi e la storia non brillano per originalità, lo scontro tra classi sociali e l'inevitabile riscatto dei più deboli sono raccontati con passaggi e dialoghi decisamente scontati.
Rullo: Una storia d'amore sullo sfondo dell'ultimo Nerone, ormai alle sue battute finali. Peplum interessante e ben diretto, complice un ottimo Robert Taylor, forte di una sceneggiatura ben scritta e di un soggetto solido. Belle le scene all'interno dell'anfiteatro e buon climax nel finale. Anche le musiche accompagnano egregiamente le scene. Un buon film.
Siska80: L'impressione è quella di un compito svolto in maniera diligente, soprattutto dal punto di vista formale: location eleganti, trucco e costumi che ben ricostruiscono l'epoca, recitazione sobria da parte dell'intero cast, una protagonista giovane ma dalle idee chiare. Peccato però che a decretare l'incompiutezza alla pellicola vi sia la scelta registica di incentrare la narrazione soltanto sull'inizio della carriera di Antonia come direttrice d'orchestra (un sogno che pareva irrealizzabile), accantonando l'aspetto maturo di questa talentuosa donna. Nell'insieme, quindi, niente male.
Giùan: Impervio pure all'interno della filmografia cassavetesiana e tra le meno riuscite mise en scene dell'indipendente per eccellenza. Va detto peraltro che anche in questo caso il nostro porta il buddy movie a una estremizzazione il cui limite sarà invalicabile e che alcuni momenti di verità, così come l'alchimia tra tre ineguagliabili attori e compagni, valgon l'intero sacrificio d'una visione che cortocircuita però con sterile frenesia pubblico e privato, cameratismo e individualità.
MEMORABILE: La formidabile, quasi insostenibile sequenza delle canzoni al bar con la donna costretta a interpretare con "sentimento"; In camera da letto a Londra.
Taxius: Divertente action con protagonista la più classica coppia che scoppia composta da un ex bodyguard in rovina e un detenuto, costretti a unire le forze per abbattere un nemico comune. Inseguimenti, esplosioni, incidenti e chi più ne ha più ne metta; il film di Hughes ha tutti gli ingredienti giusti per divertire e tenere altissima l'adrenalina senza dare mai dare un momento di tregua. Siamo davanti a un puro film di intrattenimento che assolve pienamente il suo compito. Si fa anche rivedere volentieri.
Almicione: Orrore, amore e pazzia in quello che sembra un Burton per adulti. Ma un Burton non è: del Toro mostra infatti tutta la sua esperienza mediante colori, luci e ombre che regalano inquadrature originali e mirabili. Non si può dire lo stesso della trama, che non riesce sicuramente a coinvolgere nella prima parte e presenta in generale dei punti deboli. Si poteva osare maggiormente nelle camere oscure della casa laddove ci si è invece arrestati alla superficie. Comunque, una visione non si disdegna.
Anthonyvm: Giovane coppia americana si reca in Georgia per un po' di snowboarding, nonostante numerosi turisti siano scomparsi nella zona. Con paesaggi montani di straordinaria resa grafica, Kapralov sembra indeciso sulla via da seguire, se quella surreale-psicologica di Kubrick o quella macabro-survivalista di Peter Carter; tentando di accoppiare le due linee stilistiche, il regista ucraino dà forma a un prodotto nel complesso insoddisfacente, anche a causa di protagonisti poco amabili. Lento e irrealistico (specie nella seconda tranche in solitaria à la Wrecked), ma davvero bello a vedersi.
MEMORABILE: L'inquietante receptionist dell'albergo; Il sentiero di rose sul manto nevoso; Le mani gelate; Il pupazzo di neve con sorpresa; L'identità del folle.
Galbo: Opera molto intensa e personale, sebbene non sempre equilibrata, rappresenta il frutto di un viaggio nella memoria operato dal regista italo-turco Ferzan Ozpetek insieme agli autori del film. L'incontro tra due sensibilità quella di Giovanna e quella del vecchio smemorato è la chiave che spiega il percorso del film e motiva le azioni della giovane protagonista. Ben scritto (tranne forse che nella parte riguardante la love story tra la donna e il giovane bancario) e ben interpretato e diretto.
Nicola81: Non certo uno dei migliori film né di Schwarzenegger né del regista Davis, però in fondo non così indegno come molti ritengono. Certo, è inverosimile che un pompiere possa compiere un'impresa del genere, e la Neri è tanto bella quanto fuori posto, però la trama (la solita vendetta di chi è stato colpito negli affetti più cari) si lascia comunque seguire e la sceneggiatura riserva anche un discreto colpo di scena. Volendo si può leggere una velata critica alle politiche Usa in America Latina, ma poi prevale la componente patriottica, come dimostra la raffigurazione dei terroristi.
Galbo: A quasi un ventennio dal capostipite (per il genere) Twister, un'altra rimarchevole (per il budget) produzione americana dedicata ai tornadi. Se nel settore effetti speciali siamo allo stato dell'arte, molto poco c'è da dire sullo spessore dei personaggi (minimale) e sul carisma degli attori (limitato). Il film è destinato pertanto soprattutto agli estimatori dei primi (che peraltro tardano a dispiegarsi) che troveranno pane per i loro denti.
Belfagor: Se il primo capitolo aveva almeno un minimo di trama, qui siamo alla stagnazione totale: un tira e molla di due ore incentrato su una relazione malsana (lui si conferma degno di Criminal minds, lei butta al vento qualsiasi possibilità di indipendenza) spacciata per amore, tra conflitti risolti nel giro di dieci minuti e impacciate scene erotiche affondate dall'inesistente alchimia fra i due protagonisti. A suggellare il disastro, Kim Basinger degradata da musa dell'erotismo soft a marpiona da soap-opera con annesso repertorio di frasi fatte.
Jandileida: Tra la noia che mi assaliva e l'amatorialità della storia ho potuto capire che: 1) Steven, con una faccia tra il costipato e lo smarrito e gonfio come non mai, si infiltra in un'organizzazione terroristica che smercia plutonio e salva il mondo, con molta flemma 2) Si puo assemblare una bomba atomica in una stanza d'albergo con la sigaretta in bocca. Nessuna coreografia di lotta degna di questo nome (tra l'altro tutte con la controfigura), giusto qualche botto per giustificare la catalogazione sotto azione ed un Gabbiano veramente ai minimi storici.
MEMORABILE: Il parrucchino alla Silvan della controfigura di Seagal.
Nando: Provare degli attori emergenti ed inventarsi una vicenda vampiresca che presenta linee accattivanti e dialoghi ben misurati: questo è il lavoro del bravo Jordan, che realizza questa pellicola molto patinata e personalmente poco credibile. Ricordo tuttora che quando la vidi al cinema mi addormentai per qualche minuto.
Piero68: Episodio della saga interlocutorio, inferiore finanche al primo che già di suo era deludente. Le poche novità rispetto al primo rendono il tutto molto poco digeribile. Il cambio di regia non è il massimo e il cast risulta abbastanza sottotono. Finanche le colonne portanti (leggi Lawrence e Harrelson) sembrano non credere affatto nel progetto. Addirittura estemporanee alcune parti del girato che risentono anche di un cattivo montaggio. Insomma, un flop quasi totale che salva le apparenze solo grazie ad alcuni effetti e pochissime trovate.
Belfagor: Anche questo film è un trucco: applicato con leggerezza, non cola e non lascia segni e questo è già un pregio. Impossibile non fare un parallelo con la divertente serie de La tata, anche se in questo film l'unica cosa allo stesso livello è la brava Fran Drescher, che si conferma adatta per questi ruoli. Il resto non ha nulla di particolare e sembra fare affidamento unicamente sulla protagonista. Non è un granché, ma di pomeriggio in TV difficilmente si trova di meglio.
Daniela: Sorelle di madri diverse non hanno mai conosciuto il padre, ladro professionista; la sua presunta morte sarà l'occasione per una riunione di famiglia e la messa in atto di un "colpo grosso"... Ci sono molte commedie francesi che divertono con grazia e leggerezza: non è questo il caso. Il plot è banale, gli sviluppi prevedibili, le gag stucchevoli e quasi tutte giocate sui contrasti caratteriali fra le due sorelle (la disilvolta e la puritana). Reno si impegna al minimo ma risulta comunque più gradevole delle sue poco brillanti partner. Film scialbo, perdibile senza rimpianti.
Paulaster: Churchill deve decidere se proporre condizioni di pace ai nazisti. Film storico che per essere credibile si affida alla confezione: ambienti, fotografia e protagonista di caratura. Goldman incarna al meglio la mimica (a volte è troppo vispo) e lo humor inglese dello statista. Prima parte più fluida e corale, la conclusione punta solo al fatidico discorso. Qualche informazione bellica in più sarebbe convenuta, invece si è puntato sul lato umano con il ruolo della segretaria che risulta poco interessante.
MEMORABILE: I bombardamenti dall'alto; Il Parlamento euforico; I cappelli al muro.
Galbo: Da consigliare solo ai fervidi ammiratori di Panariello questo one man show del comico toscano. I personaggi dell'attore, discretamente divertenti in tv, annoiano terribilmente al cinema perchè mal serviti da una sceneggiatura assai mediocre e a corto di idee. Anche la pretesa di assumere la regia del film è decisamente sbagliata.
Capannelle: Dujardin si trova molto bene nei panni dell'agente che non si rende conto delle gaffe a ripetizione e procede imperturbabile per la sua strada. Le situazioni che affronta e i personaggi messigli accanto, però, non lo aiutano più di tanto. Forse il dittatore e i suoi sosia, come la manager dell'hotel, riescono a rendere interessante la prima parte, ma bisogna contare anche la pochezza dell'agente giovane e diversi tempi morti che si presentano lungo il percorso.
Rambo90: Molto simpatico e divertente, soprattutto nella seconda parte quando la sceneggiatura ingrana davvero e il caos in famiglia comincia a prendere il sopravvento. Niven e la Day non sono molto affiatati ma il copione sa dare loro ottimi assoli, come i simpatici momenti musicali di lei e l'ironico distacco di lui. Si ride spesso e il ritmo non è affatto male.
Redeyes: Giusto il nome richiama la celebre saga, per il resto siamo in trasferta a Napoli con il duo di comici a farla da mattatori; proprio loro sono la nota più dolce, con un Salvi meno sguaiato del solito e un Battista che funge da ottima spalla. Le battute, un po' come la trama, sono spesso semplici, ma salvo rari casi poco grette; per questo anche la visione non risulta pesante. Il cast di contorno, fra caratteristi e buoni attori, non gira affatto male e forse la pellicola è un po' come la corsa finale: non può perdere, viste le aspettative!
Mickes2: La purezza del mare che si perde a vista d’occhio contrapposta al mostro tentacolare e autocostruito dei social media. Piccola vertigine intimista capace di trascendere il mero discorso didattico e in grado di sintonizzarsi nelle distonie delle tre splendide protagoniste in modo graffiante e commovente. Un genuino spaccato della generazione odierna e il rapporto ossessivo e abbacinato con gli smartphone. Nelle diverse derive caratteriali il regista coglie la percezione ondivaga di una realtà, l’incapacità di comunicare, le peggiori irriflessioni.
MEMORABILE: “I followers non sono persone reali”; 30K.
Il Dandi: Il budget d'eccezione non sempre giova, perché il contrasto fra ambizioni da serie A (Agostina Belli incinta di Kirk Douglas) e soluzioni all'italiana (set esotici che pullulano di figuranti csc) rende il film difficile da collocare (e talvolta da accettare) non avendo né un taglio pienamente internazionale ma nemmeno più quello casareccio all'interno del quale avrebbe spiccato. Celi sprecato, Douglas professionale, De Martino indeciso su cosa puntare (ansia o splatter?). Horror medio, invecchiato come le urgenze ecologiste cui paga pegno.
Pigro: Un giapponese è processato per omicidio. Film raffinato che vuole reinventare le forme del classico cinema giudiziario. La storia (piuttosto esile) è continuamente frantumata da una miriade di immagini e rapidi flashback che ci riportano ad altre storie: l’amore di un giornalista per la moglie dell’imputato e la vergognosa deportazione (vera) di migliaia di americani con occhi a mandorla in campi di concentramento Usa. La cura dell’immagine e la fotografia sono ricercate e preziose fino a rasentare l’autocompiacimento estetizzante.
Siska80: Antologia male assortita che mette insieme quattro film a caso dei comici siculi con l'ausilio di una voce narrante, evitando però accuratamente di selezionare il meglio. La prima tranche con Franchi nella parte del prete affamato è divertente ma troppo breve; la seconda ambientata nella villa infestata è esilarante (e la Biagini incantevole); la terza con protagonista il gatto ereditiere comincia a dare segni di stanca; la quarta è noiosissima.
MEMORABILE: Franco terrorizzato e accartocciato in terra dopo aver ricevuto la telefonata di Giuseppe Garibaldi.
Gottardi: Giornalista disoccupato a causa della sua inossidabile onestà intellettuale ritrova la sua fiamma adolescenziale ora candidata alla presidenza USA. Commedia sentimentale ma con derive politicamente scorrette, o anche il contrario. Ha frecciate che vanno a segno senza peli sulla lingua, come i dialoghi scurrili del protagonista, non gratuiti ma funzionali al carattere del protagonista (vedasi il tycoon clone di Trump, il presidente USA inetto, il sessismo imperante in TV). Non mancano patinature hollywoodiane e qualche concessione per la grande platea, ma anche le risate.
MEMORABILE: Il giornalista ebreo infiltrato in un covo di neonazisti.