Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Lovejoy: Una delle migliori pellicole dell'indimenticato duo comico. Divertente, scatenata parodia del classico di Stevenson, resta a tutt'oggi il miglior film del regista con la coppia. Grande profusione di gag e battute (tra le altre: Barbanera dice "L'indiana si è innamorata del muchacho" e Franco ribatte "Sono un muchacho che piacio!"), i due comici scatenatissimi, ma altrettanto eccellenti gli attori di supporto. Da segnalare il sempre grande Sancho, il fido Andronico e D'Orsi. Cult.
MEMORABILE: Ciccio alle prese con il creditore D'Orsi; Ciccio racconta a Franco una delle sue molte avventure; Ciccio impartisce ordini alla ciurma; in cabina.
Daniela: Nel remake del bel film del 1948 il regista Hazanavicius cambia il contesto storico, passando dagli orrori dei campi di concentramento nazisti agli stermini operati dai russi in Cecenia con il pretesto di un'operazione antiterrorismo, e aggiunge un filone narrativo a latere per raccontare la brutale iniziazione alla guerra di un ragazzo russo arruolato a forza. Certe sequenze sono di forte impatto drammatico, il piccolo protagonista molto bravo e la commozione nel finale assicurata ma il film, oltre ad essere appesantito da un certo didascalismo, forse mette troppo carne sul fuoco.
Pinhead80: In una Roma deserta nel giorno di Ferragosto, un uomo invadente e istrionico coinvolge uno studente di legge in un'avventura destinata a cambiargli per sempre la vita. Gassman è strabordànte nel personaggio che interpreta e dà sfogo a tutte le sue capacità. Dall'altra parte abbiamo il perfetto ragazzo timoroso e frenato che Trintignant recita alla perfezione. Il film è un tourbillon di avvenimenti. Non ci si ferma mai (pure dormire è un lusso) e non si sa quale piega prenderà la giornata. Un pezzo di storia del cinema.
MEMORABILE: Il clacson; La balera di campagna; Il finale.
Rocchiola: Nel genere mafia-movie ho sempre preferito la visione meno magniloquente e più realista di Scorsese. Ma è indubbio che l’opera di Coppola sia diventata subito un riferimento e che presenti elementi di pregio a partire dalle interpretazioni, passando per la fotografia di Gordon Willis e le scenografie di Tavoularis e terminando con le musiche di Nino Rota. Una saga familiare shakepeariana che mostra per la prima volta le implicazioni sociali e politiche della malavita organizzata. Brando con l’ovatta in bocca è entrato nel mito.
MEMORABILE: L'attentato a Don Vito; La morte di Don Vito nel giardino tra le piante di pomodoro; Le uccisioni di Sonny, McLuskey e Brasi; La parentesi siciliana.
Mark70: Tocca rivalutare i cinepanettoni odierni, dopo la visione di questo filmetto: a voler vedere il bicchiere mezzo pieno ci sono musichette graziose e si gode la visione di alcuni splendidi nudi, per il resto buio profondo. Si salvano solo Bombolo e Cannavale, che provano a fare qualcosa di valido e improvvisano un po', ma non c'è niente da fare. La trama loffia e prevedibile, un budget ridotto all'osso e la pessima recitazione dei comprimari affossano irrimediabilmente il film.
MEMORABILE: "E' forte un casino!": la frase viene pronunciata almeno 20 volte durante il film, giusto per ricordare il titolo...
Kinodrop: L'inconfessata e non vissuta omosessualità relega Nolan a una vita all'insegna dell'inautenticità e della frustrazione, che anche la conoscenza di un ragazzo di vita non riuscirà a risolvere se non a prezzo di un completo cambio di rotta. Sia la storia che la confezione sono piuttosto fragili e anche la sceneggiatura è appena passabile, ma il tutto si regge sulla grande prova di Robin Williams che supplisce con gli sguardi e col non detto rendendo perciò plausibile e condivisibile il rovello di un 60enne che ancora deve iniziare a vivere.
MEMORABILE: La routine in banca; Il matrimonio senza passione; La "comprensione" della moglie.
Myvincent: Senza dubbio il film più umoristico del grande Fellini, ripropone con nostalgico feeling "cartoline" sparse appartenute alla sua giovinezza romagnola; ricche di stagioni, caratteri, macchiette e in un'epoca storica (quella fascista) tutt'altro che idilliaca. Non una vera storia, come sempre, ma incursioni nell'animo umano che solo un genio poteva rendere universali ed eterne. Scenografie e tema musicale semplicemente straordinari.
MEMORABILE: Le lezioni di pronuncia di greco antico, cosparse di "pernacchiette"...
Cangaceiro: Commistione tra il cinema di Leone e il nuovo che avanza, incarnato dall'esuberanza di Terence (poche chiacchiere: si scrive Nessuno, si legge Trinità). Sequenze à la C'era una volta il west (l'incipit è leoniano al 100%) si alternano agli sberleffi di Hill, ralenti peckinpahiani fanno capolino tra le moviolate da film comico, il tutto all'insegna dell'armonia. Molto suggestive le immagini del mucchio selvaggio. Ultimi 20 minuti da assaporare: è il canto del cigno del vecchio West, sottolineato dalla struggente lettera di Fonda (che buca sempre lo schermo).
MEMORABILE: L'avanzata del mucchio selvaggio con Fonda, indeciso, ad aspettarli.
Daniela: Dalle memorie autobiografiche di una naturalista che ha dedicato la vita allo studio dei gorilla di Africa, un film dai nobili intenti con belle sequenze semi-documentarie ehe tuttavia sconta una certa freddezza: nell'interpretazione energica di Weaver, l'ossessiva protagonista non suscita molto empatia. Analogamente, anche Apted dirige con professionalità ma impersonalmente, limitandosi a pochi accenni sugli aspetti controversi dell'operato di Dian Fossey. Un film che si fa seguire con interesse ma non suscita molte emozioni e non va oltre i limiti di una biografia convenzionale.
MEMORABILE: Le sequenze nella foresta con il gruppo di gorilla; Le false impiccagioni.
Dusso: Sequel abbastanza deludente; non c'è Woods per contrasti con Agata Flory, il cattivo cambia personaggio ma è sempre Anchoriz, c'è un personaggio come l'indiano che è piuttosto ridicolo. Film con parti godibili ma che dopo 50 minuti buoni va decisamente in calando. Buono anche qui il finale sul treno, musiche intelligentemente riciclate dal film precedente.
Dusso: Forse meriterebbe mezzo pallino in più, ma è un film molto simpatico (sicuramente ricorda Johnny Stecchino). Ballerina è esilarante, anche se la sceneggiatura non gli offre tutte le gag sperate. Menzione particolare per la coppia Sperandeo/Lo Verso - veramente perfetti per i loro ruli - con Sperandeo spassoso ogni volta che apre bocca (e poi la sua mimica facciale è sempre straordinaria)!
Matalo!: Fa tenerezza il pensiero democratico di Costner, così "limpido", così "diritto". E dopo il flop di Waterworld ci vuol pensare lui alla fiaba dell'inossidabilità dei Valori dopo il Grande Conflitto. Il seme lanciato dal postino farlocco fa crescere la pianta dell'americano democratico in lotta contro un cattivo da operetta. Costner peggiora i difetti di Balla coi lupi e si lascia andare in un racconto lunghissimo e puerile, con qualche buon momento ma degno dei migliori flop di sempre. E infatti il film ha vinto diversi Razzie Award.
Reeves: Il giovane rampollo di buona famiglia veneziana, opportunamente mascherato, combatte contro i pirati e i loro complici nella nobiltà della stessa Venezia. Buon film di cappa e spada nel quale Luigi Capuano ci mette l'ottimo mestiere e Gordon Scott ha una buona fisicità ed è abbastanza disinvolto. Gianna Maria Canale, qui a fine carriera, è sempre bellissima.
Rambo90: Un fiume ininterrotto di battute e sketch divertenti, dove a funzionare non è tanto la trama (comunque a suo modo originale) ma il perfetto affiatamento fra Troisi e Benigni, due mostri sacri della commedia italiana, che interagiscono (e si divertono) alla grande regalando risate assicurate anche con i momenti più blandi. Bravo anche Bonacelli, indimenticabili il Vitellozzo di Monni e la lettera a Savonarola. Un classico.
Rambo90: Divertente western capitanato da due star in grandissima forma come Wayne e Douglas. I dialoghi sono veloci e pieni di simpatici botta e risposta (soprattutto fra i due protagonisti) e il resto del cast pure è buono, con ottimi caratteristi come Keel, Walker, Wynn e il discreto cattivo impersonato da Cabot. Bello l'assalto finale al carro di fuoco (una diligenza tutta in ferro, con mitragliatrice incorporata), un po' di banalità lungo il percorso ma è comunque un film davvero godibile.
G.Godardi: Dopo ben nove anni da Miami Super Cops la mitica coppia prova a rinverdire i propri fasti a metà anni 90. Ma non funziona. Questo per due motivi principali: non era ancora tempo di revival e soprattutto il film è vittima di una sceneggiatura puerile insopportabile, la quale si rivolge quasi esclusivamente agli infanti (insopportabili tutti sti bambinetti tedeschi che cantano "Stille Nacht"). La confezione invece è buona (Alabisio, Tafani, Donaggio) e anche la regia di Hill è professionale. Poche scazzottate e troppa melassa. Peccato.
Gabrius79: Atmosfere fiabesche e simil natalizie per questa pellicola di Siani fatta su misura per bambini e famiglie e che mette completamente al bando il linguaggio volgare a favore di battutine talvolta grossolane che a tratti comunque vanno a segno. C'è una certa cura nella fotografia e nella sceneggiatura, anche se a volte si fanno parlare insensatamente gli attori in inglese (con sottotitoli). Bene Esposito come spalla, mentre Siani ripete sempre se stesso.
Minitina80: Una commedia dai tanti spunti divertenti che ci regalano un Totò frizzante e pieno di vita, che sforna battute e giochi di parole a raffica. La sceneggiatura è ben costruita e curata in modo da garantire una certa continuità a discapito di buchi e tempi morti che spesso hanno penalizzato molti dei suoi lavori. La storia di per sé poi funziona e anche la regia sapiente di Steno e la bravura delle spalle contribuiscono a rendere la commedia gradevole e ben riuscita.
Markus: Mi dispiace dover riconfermare che dopo l'exploit di Benvenuti al Sud (ma aveva l'aiutino del remake) Miniero non è stato più capace di realizzare una commedia meritevole. La scuola più bella del mondo non aggiunge nulla di nuovo e il “già visto" regna sovrano: prendi un gruppo di irritanti bambini napoletani e li spedisci in Toscana; da lì una vicenda "scolastica" di nessuna interesse nonché priva di umorismo. De Sica fuori ruolo, Papaleo fa il solito "terrone", Arena ridotto a comparsa e la Finocchiaro... non pervenuta. Pessimo.
Pigro: Missione di un sottomarino tedesco (vista la versione di 200 minuti). Buon film di guerra che alla pura azione e alla spettacolarità bellica antepone il racconto, reso con asciuttezza e energia, della tensione psicologica nell'ambiente claustrofobico dell'U-Boot (ottime riprese). Quindi, una buona caratterizzazione non tanto dei singoli (tra i quali emerge il capitano, mentre il giornalista ha l'aria sempre fissa da baccalà) quanto dell'insieme che giorno dopo giorno con la barba sempre più incolta attraversa le insidie del mare.
Harrys: Interpretazioni pressoché perfette, partendo doverosamente dai protagonisti Christian Bale e Russell Crowe e concludendo con quel "bastardo" di Ben Foster (uno degli emergenti che più gradisco) e con Alan Tudyk. Strabiliante, a tratti, la regia di James Mangold (aspettiamoci sorprese in futuro); molto buona anche la fotografia. La vera, e unica, a dir la verità (ma decisiva), pecca del film risiede nel finale, ai limiti dell'inconcepibile. L'originale fendeva, il remake "svacca" clamorosamente. Smarrimento.
Achab50: Davvero un buon film che parte in maniera piuttosto frammentaria per la quantità di personaggi coinvolti ma che con una rimarchevole abilità registica finiscono per costituire una solida trama. Come giustamente già osservato è quasi un ritorno al neorealismo, aggiornato alla situazione attuale. Bella prova di tutti gli attori, che recitano quasi per sottrazione. Fotografia volutamente dimessa e scene prevalentemente notturne che contribuiscono a creare complicità. Bel risultato che ci dà speranza per il depresso cinema italiano.
MEMORABILE: Il marito che beve il succo di pera al Pronto Soccorso, che è uno dei punti di svolta del film.
Atticus85: Due attempate star (il botox-addicted Hanks e la sempre piacevole Roberts) si sfidano in un duello sentimentale preadolescenziale tra i banchi di scuola, lui neo Candide fuori tempo massimo, lei professoressa monolitica: poco credibile? C'è di più: la sceneggiatura della sciagurata Nia Vardalos infarcisce la storia con pistolotti retorici spicci e ricattatori sulla recente recessione economica. Un film soporifero e irritante, autentico colpo di sonno cinematografico capace di stendere al suolo anche un elefante. Hanks non è Capra.
Didda23: Una pellicola particolarmente intensa, quella di Schrader, soprattutto nella capacità di dipingere un personaggio mosso da una incredibile voglia di espiazione di un passato non certo lusinghiero. Edgerton è maschera perfetta, sia nei tormenti sia nella pacatezza con la quale cura la vegetazione. Lo sviluppo narrativo fra il protagonista e la padrona di casa (una Weaver molto efficace) ha elementi più interessanti rispetto a quello che si va a creare con la nuova arrivata (la nipote con problemi). La parte finale non ha sussulti imprevedibili, ma si apprezza per la semplicità.
MEMORABILE: Il diario; I tatuaggi; Gli incontri privati fra il protagonista e la padrona di casa.
Daniela: Durante una gita al lago in camper, una bimba di 10 anni scompare senza lasciare tracce. Mentre la polizia batte i boschi circostanti, i genitori disperati iniziano a fare ricerche per proprio conto combinando guai... La situazione dovrebbe far scattare in automatico l'empatia verso i protagonisti: se qui non accade è per colpa di atteggiamenti così incoerenti e insensati da impedire ogni immedesimazione. Il colpo di scena finale spiega queste assurdità comportamentali ma è tanto forzato da confermare la sensazione di essere stati presi in giro. Felicemente perdibile.
MEMORABILE: In negativo: la lezioncina sull'elaborazione del lutto impartita a 4 giorni dalla data della scomparsa della bambina.
Piero68: Nonostante il buon montaggio iniziale, molto serrato, bastano poche battute per capire dove la trama voglia andare a parare. Super action adrenalinico in perfetto stile Statham, solo che per una volta (e solo per una ventina di minuti) il nostro eroe è costretto a vestire i panni del perdente. Ma si rifarà presto e con gli interessi. Russi, cinesi, poliziotti, Statham: tutti contro tutti in una sarabanda di scontri. Cast semi anonimo con i soliti 2-3 caratteristi cinesi onnipresenti come James Hong e Reggie Lee. Solo per appassionati del genere.
Puppigallo: Folle, un po' fumetto, spesso ironico e a tratti demenziale, questo secondo capitolo risulta superiore al primo grazie ai nuovi innesti, su tutti lo squaluomo non molto sveglio e il traumatizzato dalla madre con singolare capacità. Anche l'aver confermato Harley Quinn giova alla pellicola, aumentando il livello di follia (notevole la scena in cui si salva da sola mentre gli altri...). Persino il mostro (che alla fine farà pena grazie a una frase) è fisicamente e cromaticamente in linea col prodotto e contribuirà alla riuscita di questa allegra fantasplatterata, a tratti notevole.
MEMORABILE: La donnola (gli occhi), che purtroppo...; "Ha parlato quello con la tavoletta del cesso in testa"; Il massacro per sbaglio; "Gnam gnam?"; Rat attack.
Rambo90: Commedia tipica per famiglia, piena di buoni sentimenti e con gag molto elementari. Ciò nonostante la mano di Hughes riesce a tenere il tutto nell'accettabile, con alcune parti anche genuinamente godibili, soprattutto per merito di Belushi, di una splendida Lynch e della spontaneità della bambina. Meglio la prima parte comunque, rispetto alla banalità della seconda in cui intervengono i classici assistenti sociali. Buona la colonna sonora.
Lou: Commedia riuscita grazie a una buona sceneggiatura e ad attori belli e bravi, tra cui la Heigl ormai famosa grazie soprattutto a "Grey's anatomy". Ci si diverte, a tratti ci si commuove su temi già visti ma sviluppati con attenzione e ironia, per fortuna senza superficialità, anche se il finale non brilla certo per originalità.
Anthonyvm: Dopo che la migliore amica dei tempi della scuola si rifà viva, una mamma si ritrova invischiata in giri di rapine e omicidi, col bonus della sua intera famiglia in ostaggio. Thriller per la TV dallo script discretamente strutturato, che alterna l'avventurosa e coatta complicità della protagonista (una carinissima Rosslyn Luke) alla sezione di home invasion con papà e pargoli tenuti sotto tiro da uno dei due criminali. La tensione sta più nelle intenzioni che nella resa effettiva, ma il ritmo è sufficientemente dinamico, specie nel frenetico (ai limiti del ridanciano) finale. Okay.
MEMORABILE: L'uccisione del negoziante; Recandosi in ufficio (zona off-limits) per recuperare la pistola; Il finale con passaggi continui di armi e contrattacchi.
Zender: Verdone abbandona Furio e gli altri sbilanciando la commedia in direzione sentimentale. Trova in una Giorgi brillante e per il tempo inedita l'esuberanza che dolcemente lo travolge, da sedurre solo con l'inganno nascondendosi dietro la scorza dell'avventuroso Manuel Fantoni. Per un De Sica poco incisivo in versione partenopea ci sono dall'altra un Brega debordante che si aggiudica i momenti più comici e un Infanti fanfarone da Oscar. Leggero e volatile come il borotalco, tenero e ancora ingenuo ma accorato, sincero.
MEMORABILE: Gran finale: l'amica chiusa in bagno, la Giorgi attonita, le urla di Brega fuori campo che salgono sempre più suggerendo punizioni inenarrabili.
Siska80: Giovane (e naturalmente bella) erede al trono si ritrova a lavorare per uno (scommettiamo affascinante?) stilista... Pellicola a corto di idee che ricicla l'antico tema delle disparità sociali (ovviamente aggirabili in commedie del genere), ma che comunque trasmette vitalità e positività: l'atmosfera natalizia nel caso specifico rimane ai margini della vicenda ambientata nel mondo della moda e con un epilogo "al bacio" scontato ma comunque atteso anche dallo spettatore meno romantico. I due interpreti principali sono gradevoli e hanno feeling, ma il livello generale resta mediocre.
Pigro: La lunga e dolorosa consapevolezza della fine di un rapporto è raccontata in una commedia che affronta i sentimenti oscillando tra tanto già visto e al contempo tanta sincera intensità. Buona la narrazione dell’annaspo in cui il protagonista si ritrova, più o meno azzeccati tanti spunti di contorno, un po’ forzato il meccanismo delle mail scambiate tra lui e lei (che rendono poco realistica la cornice), qualche cedimento alla routine di certo cinema italian-romano, ma nel complesso si toccano le corde giuste, e il film merita.
Greymouser: Punti di forza di questo scatenato action-fantasy sono il ritmo serrato e l'assunto abbastanza originale della trama (tratta da un fumetto). Film di pura evasione, alla fine, ma sicuramente più intelligente e curato della media di genere, con un finale apprezzabile per la relativa imprevedibilità. Attori assolutamente in parte ed effetti speciali all'altezza. Tutto qua, ma è abbastanza per godere di un intrattenimento di classe.
Rambo90: Storia di vita vissuta con contorno di truffe, non così originale come si può pensare ma ben girata e abbastanza veloce. La sceneggiatura alterna bene momenti drammatici ad altri che strappano grasse risate e la giusta scelta del cast fa il resto. JLo incisiva e sensuale, forse nel suo ruolo migliore, contornata dalla brava Wu e da una serie di personaggi ben abbozzati. Fondamentale anche l'apporto della colonna sonora, con alcune hit che scandiscono bene il passare del tempo. Buono.
G.Godardi: Certi film estrapolati dal contesto originario perdono la loro ragione d'essere. Paradigmatico in tal senso è il caso di questa supermegaproduzione nata per contrastare l'egemonia tv tramite l'invenzione del sistema Cinerama: ovvero uno schermo lunghissimo e ricurvo che sullo schermo tv risulta quasi "inguardabile". Giocoforza anche la fruizione del film risulta pregiudicata impedendo l'immersione sensoriale dello spettatore facendo insorgere consequenzialmente parecchi sbadigli. Tuttavia è un film da vedere almeno una volta nella vita.
Lupoprezzo: Torres & co. riprendono in mano le dinamiche di Buried e decidono di farcirle di edificanti patriottismi americani in una sequela di improbabili situazioni da rasentare il ridicolo. La claustrofobia presente nel film di Cortés va a farsi friggere in un nanosecondo (ma non era questo l'intento, purtroppo), per sbragare nel patetico e nella candid camera più tronfia. Il doppio coup de theatre è incredibile oltre che mortificante per lo spettatore, il quale a quel punto si sente irrimediabilmente preso per i fondelli.
Puppigallo: Un Cage ormai inespressivo (anzi una ce l’ha: triste e malinconico con simil-paresi facciale) è l’improbabile protagonista di una vicenda altrettanto poco digeribile, in cui si alternano personaggi costruiti con chiodi e martello e di rara pochezza. La violenza non aggiunge né toglie praticamente nulla; e il colpo di scena finale, più che stupire, fa esclamare "Ma vaff...". A completare poi il quadro ci pensa il poliziotto amico di Cage, che è utile più o meno come uno scaldabagno rotto.
MEMORABILE: Due momenti comico-demenziali: Cage dice a un tizio ferito di non morire, fracassandogli la testa; e all’amico che ha appena squartato: “Alzati, dai”.
Lupus73: Variazione sul tema della licantropia decisamente fuori dai soliti schemi e discretamente brillante. La malattia come retaggio genetico di una famiglia altolocata, che la tiene sotto controllo, anche se il risultato è pur sempre un homo homini lupus ma con eleganza, rifiutando quello selvaggio da bestia, per un approccio "di caccia" più signorile. Interessante la metafora tra il cannibalismo e la comunione cristiana e le conclusioni finali. Sicuramente di fascino l'ambientazione nella ricca tenuta tra il bosco e i vigneti, buona la caratterizzazione dei personaggi.
Cloack 77: Tutti i difetti imputati al film hanno credibilità: zero pathos, zero possibilità di immedesimazione in personaggi psicologicamente troppo rozzi, zero respiro per gli insistiti e ripetuti corpo a corpo e per uno sviluppo narrativo meccanico e affrettato, zero possibilità per gli attori di essere personaggi completi e non soltanto “padre e figlio”, addestratore e recluta, cacciatore e preda. Resta però un “tocco” non da poco: se Rambo era “vittima” della guerra, qui il protagonista è figlio dell'oggi, della capacità di uccidere.
Daniela: Agente teatrale porta sul palco il proprio autista, che inaspettatamente riscuote un grande successo come show-man fra il malizioso ed il pecoreccio. Ma il successo, si sa, dà alla testa ed il ragazzo si dimostrerà un "core ingrato" nei confronti del suo pigmalione. Film dall'inizio piuttosto promettente, anche grazie alla presenza di Beppe Fiorello (non un mostro di simpatia, ma adatto al ruolo), che però affonda ben presto nella banalità e in moralismo fastidioso. Anche Verdone - sorta di Danny Rose all'amatriciana - convince poco.
Lucius: Difficile tradurre in immagini il folle sentimento della gelosia (un buio che offusca una mente malata) e allo stesso tempo lodevole il provarci. Lo fa Aranda, con una pellicola che sa scavare in un animo malato alle prese con un amore malsano. Il film restituisce allo spettatore il dramma di chi scambia il sentimento con il possesso. Una passione che si trasformerà in ossessione portando la storia a deragliare verso un binario di ineluttabile e drammatica sofferenza. Ancora un triangolo dalle imprevedibili conseguenze. Asciutto, amaro, morboso.
Cloack 77: Meravigliosa la scena iniziale della nave, della bandiera da sollevare; divertenti, ironici e necessari per alleggerire la gravità del testo gli intermezzi della coppia Baron Cohen-Bonham Carter; fantastico il momento delle barricate: sentito, spettacolare, doloroso, avvincente, eroico, sognatore... Tom Hooper non sbaglia un colpo, canta insieme ai suoi protagonisti, urla la necessità della lotta e si fregia di un film a tratti indimenticabile.
Paulaster: Magistrato in pensione assume dattilografa e se ne innamorerà. Relazione di base platonica per evidente differenza di età, si sofferma sulle piccole intimità per mostrare i sentimenti crescenti. Sceneggiatura ellittica che cerca il sussulto nel finale, è sostenuta in gran parte dal ruolo di Serrault (ottimo nella rigidità d’animo) mentre alla Béart basta essere sfuggente.
Deepred89: Un altro bellissimo film di Almodòvar, più forte e sgradevole del solito. I temi non erano facilissimi da trattare ma il regista riesce a rendere il tutto assolutamente convincente, nonostante qualche (perdonabilissimo) difetto a livello di ritmo. Perfetto il cast e buona la colonna sonora (in un'ottima sequenza c'è pure Moon River). Ottimo.
Pessoa: Anche alla buonanima di Stevenson tocca, suo malgrado, la rivisitazione parodistica in chiave francocicciesca. La produzione è in linea con altre pellicole simili, con una sceneggiatura che si affida alle capacità improvvisative del duo siciliano e un budget al risparmio in cui la mano esperta di Amendola deve mettere più di una pezza. Il risultato, grazie soprattutto alla buona forma dei due protagonisti e di un credibilissimo Sancho, non è completamente da buttare e riesce a farsi guardare, almeno dagli appassionati. Efficace la canzoncina-tormentone dei titoli, buona la Torosh.
Galbo: Da uno dei più talentuosi e duttili registi americani, Robert Wise (capace di passare con disinvoltura dal dramma, al musical, alla fantascienza) uno dei migliori film mai realizzati dal cinema sulla boxe e in generale sul mondo spesso controverso di questo sport. Ricco di temi classici del genere, questo è un film appassionante, realizzato in un ottimo bianco e nero, con sequenze serrate e ottimamente girate e una regia che sottolinea al meglio le varie fasi della vicenda. Ottimo il cast.
Paulaster: Contadinotta si fa strada nell’avanspettacolo. L'ambientazione sono i teatrini popolari e vi si trovano ruoli memorabili: la Melato spagnola, Franco come coreografo, la Valeri stile Osiris e Farfarello ignorante. Giuffrè funziona per la presenza mentre la Buccella, nel ruolo della vita, esprime tutta la sua fisicità senza essere volgare. Salce ha diverse buone idee registiche per i vari numeri, anche se talvolta la confezione poteva essere più curata. Nell’ultima parte si snoda la vicenda amorosa coi soliti equivoci (e gli inutili cartelli), ma con una chiusura geniale.
MEMORABILE: Il numero della gallinella; La spaccata della Valeri; La fuga a Civitavecchia; La Buccella come perla dell’ostrica.
Daniela: Nel 1944, in un paesino di provincia, un ragazzo ingenuo e brutale, diventato collaborazionista non per scelta consapevole ma per una serie di circostanze casuali, si innamora di una giovane ebrea... Anche a distanza di decenni, si comprende lo scandalo suscitato al momento dell'uscita di questo film che offre un quadro spietato della società francese del tempo, privo di enfasi o espedienti retorici, all'interno del quale Lucien suscita ribrezzo ma anche umana pietà. Ottimi gli esordienti Blaise e Clèment, efficace il resto del cast, di grande qualità la confezione, epilogo di grande impatto.
MEMORABILE: La lettura della lettere anonime ed il commento della donna che apre le buste:"E'come una malattia"