Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
cliccando qui.
Lucius: Per due terzi una commedia brillante dai tempi perfetti a metà strada tra Colazione da Tiffany e Vacanze romane, poi lo sfarzo viene meno e il film ricade nell'ordinario, quasi anonimo incedere. Una giovane e quasi anonima (per l'età) Elsa Martinelli, novella pretty woman, si trova catapultata, grazie alla sua onestà, in un mondo che neppure avrebbe mai immaginato di frequentare. Un romanticismo da cartolina per una tappa minore ma non disprezzabile della filmografia di Monicelli.
Gelido: Un film appassionante e drammatico che sembra mescolare in perfetto equilibrio l'eleganza espressionista, l'impegno sociale neorealistico e la perfetta macchina narrativa del cinema classico americano. Ma la forza e la modernità dell'opera si trova soprattutto nell'interpretazione modernissima di brando e degli eccellenti comprimari. L'atteggiamento mafioso non risulta connaturato al sindacato e infatti è la presa di coscienza della base a risolvere la situazione, non agenti esterni.
Siska80: Commediola americana che sciorina i soliti luoghi comuni del genere pseudo romantico: il restauro da compiere nella terra natia, il ritrovato amore, il ballo che fa scoccare la scintilla e il finalone con bacio (stavolta in presenza di una bimba, capirai che variante!). L'innegabile fascino della coppia protagonista è l'unica cosa che salva (seppur minima parte) il film dal disastro; quanto al resto, i dialoghi non brillano, nessun colpo di scena all'orizzonte o un solo momento che faccia battere più forte il cuore: se si ha qualcosa di meglio da fare, trascurarlo è matematico.
Geppo: Un film dalla sceneggiatura scritta di corsa... Tecnicamente il prodotto è discreto ma anche banale, diciamo non proprio al livello degli altri film di Sergio Martino. La storia ha dei piccoli momenti divertenti ma anche curiosi, soprattutto perché Gigi Sammarchi passa un po' in secondo piano per fare spazio a Gianni Ciardo e quindi troviamo soltanto in parte la coppia "Gigi e Andrea". Le star femminili sono una bella e brava Moana Pozzi (che interpreta bene il suo personaggio) e un'insopportabile e deludente Tinì Cansino. Discreta la regia.
MEMORABILE: Silvio Spaccesi a pranzo da Andrea e Moana; I titoli di testa; La partita a tennis.
Samuel1979: Un film a metà strada fra realtà e immaginazione, una storia fiabesca in cui tre ragazzini, con stupore e innocenza, intraprendono un viaggio simbolico verso lande sconfinate. Il regista affronta con discreti risultati il tema della purezza infantile come antidoto contro i veri pericoli della società moderna affidandosi alla buona prova dei giovani attori. Bene Somma nelle vesti di un simpatico giullare.
Piero68: Sicuramente più vicino alla realtà di quanto lo fosse Tombstone di Cosmatos, almeno per i fatti salienti e i personaggi reali. Ma l'eccessiva durata (oltre 180 minuti) spezza le gambe allo spettatore che già dopo una prima parte inutile e vaga fa fatica ad andare avanti con la visione. Grandissimo cast, sfruttato però molto male, con caratterizzazioni abbastanza stereotipate. Sicuramente la fotografia restituisce l'aria di un'epopea lontana, ma come al solito, quando si affrontano leggende realmente esistite, si tende a enfatizzare troppo.
Il ferrini: Sicuramente la miglior sceneggiatura del trio, supportato da un cast di ottimo livello: Battiston nella parte del ladro, il sempre ottimo Catania, un Picone e una Paola Cortellesi entrambi agli esordi. Da menzionare anche Augusto Zucchi, già odioso medico nel loro primo film, che qui interpreta un insopportabile direttore dei Grandi Magazzini ove Giovanni lavora come mimo. Il film scorre via piacevolmente fino al sorprendente (e lieto) finale. Peccato solo per la terrificante colonna sonora di Samuele Bersani.
Pessoa: Che Sergio Martino non fosse Blake Edwards lo sapevamo anche prima di Spaghetti a mezzanotte, sebbene il regista romano diriga questo film con il solito mestiere. Ma la storia, già vista mille volte, viene infarcita di troppe lungaggini per arrivare alla fatidica ora e mezza e la sceneggiatura si affida troppo spesso all'improvvisazione di Banfi, che in mancanza di spalle adeguate si rifugia stoicamente nelle parti meno nobili del suo repertorio, guadagnandosi comunque il cachet. Trascurabile il resto. Per chi è in cerca di risate facili.
MEMORABILE: Banfi che medita il suicidio con la pistola in mano..
Pigro: Il copista dipinge la terza Maja "di Goya" e il falsario tenta di rifilarla: la storia consente di aggregare attorno a Totò diversi filoni comici possibili, dalla farsa in stile Feydeau alla commedia degli equivoci giù giù fino al pittoresco-satirico spagnoleggiante. Il tutto discretamente congegnato sia a livello di sceneggiatura che di realizzazione, peraltro con un buon cast (dove su De Funès primeggiano semmai Carotenuto e Furia) e con lo stesso Totò ben inserito in un contesto più ampio e al tempo stesso non fragile. Vedibile con piacere.
Reeves: Biografia di Goffredo Fofi raccontata quasi interamente da lui stesso. I suoi gusti riguardo al cinema, il teatro, la letteratura; la sua passione politica, le mille tensioni che lo hanno accompagnato nel suo percorso di vita. Il documentario è ben realizzato, indaga negli archivi in modo corretto. Peccato solo non vengano mai citate le tante "cantonate" prese da Fofi negli anni, da quando stroncava Petri a quando insultava chi amava Woody Allen. Un santino, per uno che di santini in carriera non ne ha fatti.
Daniela: Gran successo anche internazionale per questa biografia, ovviamente molto romanzata, della celebre cantante ed attrice Lina Cavalieri, modesta fioraia che divenne grazie alla bellezza e al talento una delle icone della Bella Epoque. Al di là dello sfarzo delle scene e dei costumi, resta ben poco: Lollo si impegna volonterosamente, ma senza riscattarsi da una certa stucchevolezza che inficia gran parte delle sue interpretazioni, mentre Gassman, il principe impettito cui spetta animare l'intreccio amoroso, parla con la voce di E.M.Salerno (!)
Samuel1979: Film fra i meno riusciti dei Vanzina, che verrà ricordato più che altro per essere il primo "ruolo" da vero protagonista del giovane Bova. Qui Raoul fa quel che può, ma è ovvio che come attore è ancora acerbo e con ampi margini di miglioramento. Detto questo la commedia sfiora il banale per tutta la sua durata e il finale appare già scontato sin dalle prime battute. Buona la colonna sonora, che rende più gradevoli le varie scene.
Galbo: Una delle poche regie dello scrittore Michael Crichton, anche autore del romanzo dal quale è tratto il film. L'impianto è quello dell'"heist movie" tradizionale nel quale la regia (che peraltro non spicca per personalità) è al servizio della sceneggiatura. I personaggi sono ben caratterizzati e la prova del cast di buon livello. Ottima la ricostruzione ambientale.
Magnetti: Film di avventura ambientato in Canada al limite del circolo polare artico che ha il merito di mettere i bambini-ragazzi di fronte a un prodotto senza computer grafica etc. Qui c'è solo l'avventura con un protagonista credibile e un orsetto memorabile. Gli alti e bassi sono dovuti a un budget non fantascientifico. Il fascino dell'avventura selvaggia al limite delle possibilità umane è intatto.
MEMORABILE: I paesaggi spazzati dal vento ghiacciato
Galbo: Film dall'assunto non particolarmente originale (ultimi "giorni da leone" per un gruppo di amici prima della partenza per il vietnam) ma ben fatto e coinvolgente, esordio alla regia di K Reynolds. Il film riesce a cogliere efficacemente lo spirito anarchico e ribelle ma anche in parte patriottico della gioventu' amricana degli anni '70 ed è girato con un'occhio alla riflessione ed uno allo spettacolo, con una fotografia suggestiva e una bella colonna sonora.
Silvestro: Cartone animato che riprende molti spunti di classici dall'animazione senza grande grande originalità e freschezza. La pellicola si lascia guardare, merito soprattutto di una confezione professionale e disegni riusciti. Tuttavia mancano i guizzi necessari per vivificare il tutto. Nel complesso, un cartone che scorre via senza grossi sussulti. Mediocre.
Rambo90: Due amici fanno rapine in banche cambogiane per conto di un contatto che li ricatta. Peccato che i soldi appartengano a un boss importante e che questi reclami vendetta. Action a basso costo, ma dalla confezione decente, tra sparatorie ben girate e una fotografia che valorizza abbastanza le location. La trama però è già vista e a volte annoia, colpa anche di un protagonista poco carismatico. Seagal per una volta fa il villain e funziona, White invece fa poco più di un cameo. Finale più coraggioso del previsto.
Ducaspezzi: È il fantascientifico ad essere stato innestato sulla pianta western e il risultato è discretamente riuscito. Credevo che la scommessa fosse far materializzare la truppa aliena nel contesto ottocentesco del West facendo sì che, su tutto, lo stupore avesse ragione dello stridore. E a tal fine mi immaginavo che la caratterizzazione western dovesse essere credibile e riconoscibile, senza farsi snaturare granché dalla giostrata "intromissione" (più che fusione) della sci-fi, prevalendo. Così è stato: gli alieni, del resto, miravano all'oro!
Siska80: Una sera una giovane afgana bussa alla porta di un uomo chiedendo riparo: inizia così per entrambi un'avventura pericolosa. Nonostante lo spunto sia interessante in quanto attuale, la pellicola non decolla mai veramente: si guarda con interesse, certo, però manca la capacità di coinvolgere lo spettatore. I due interpreti principali se la cavano, le location sono accattivanti, l'azione è una componente fondamentale specie nella seconda parte, ma il finale non è di quelli che si ricordano. Peccato, avrebbe potuto essere realizzato meglio, anche tecnicamente (la fotografia è scadente).
Pigro: Gruppo di ladri informatici mette le mani su un chip decodificatore finendo in un gioco ad alto rischio tra spie e mafia. Classico film che mescola azione e thriller, con tutti gli elementi al posto giusto per una confezione discreta ma senz'anima, narrativamente frettolosa e nel complesso banale. Peccato perché il parco-attori è decisamente di alto livello, ma sprecato. Il titolo italiano non c'entra praticamente nulla.
124c: Dopo il successo planetario del primo film ecco il secondc, che, più che far capire le cose, le complica. La trama resuscita il personaggio di Hugo Weaving, sconfitto nel precedente film da Reeves, per puri motivi commerciali. Ci sono due fratelli con le trecce bionde che danno le mele a Neo e persino Monica Bellucci, che tenta l'eroe/profeta baciandolo davanti sotto gli occhi di Carrie-Ann Moss, ormai non più così bella. È vero che qui si sta preparando lo scontro finale, ma più che avvincere questo film annoia e la cosa dispiace. **
Luluke: Lillo e Greg formano una coppia molto affiatata, forse attualmente la migliore nel proporre una forma di comicità che si rifà alla tradizione delle gag fulminee, non sempre però adattabile alla struttura complessa di un film. Le incursioni del duo nel cinema sono perciò rare e anche questa loro terza pellicola, scritta e diretta insieme al navigato Puglielli, sale di tono soltanto durante i loro dialoghi, senza che il resto lasci grande traccia, compresa la parte assegnata a Guzzanti e la relativa sottotrama. In ogni caso si ride quanto basta per giustificarne la visione.
Lupoprezzo: Riuscirà il maggiore Reisman a trasformare un manipolo di avanzi di galera in efficienti soldati pronti a tutto? Per l'occasione Robert Aldrich mette insieme le migliori facce granitiche disponibili a hollywood, confezionando un buon film bellico che non va oltre l'intrattenimento, complice un eccessivo tono scanzonato che pervade tutta la pellicola. La prima parte, quella dell'addestramento, è sicuramente la migliore. Magnifica la prova di Telly Savalas nel ruolo del pazzo Maggott.
Chi pensava di trovarsi di fronte a uno dei tanti catastrofici con tornado costruiti in serie farà bene a ricredersi: qui la trama è straordinariamente complessa e prevede l'entrata in scena di droni, satelliti, lunghi pistolotti metereologici, codici segreti, variazioni climatiche e chi più ne ha più ne metta. A fronteggiare questi particolari tornado congelati, creati artificialmente da squadriglie di aerei comandati a distanza con lo scopo da una parte di portare l'acqua ai paesi oppressi dalla siccità e dall'altro di fornire una nuova arma letale al governo americano, troviamo un enesemble...Leggi tutto di fenomeni come d'abitudine. In poche parole i protagonisti sono uno scrittore di libri sull'argomento, due intraprendenti fan dello stesso e la troupe scientifica principale artefice dei tornado, cui come al solito la rivoluzionaria e sperimentale operazione è largamente scappata di mano. Dissemninato di termini tecnici e spiegazioni quasi per addetti ai lavori, il film non va oltre - dal punto di vista degli effetti speciali - a qualche cupo turbine che pochi sconvolgimenti fa. In aggiunta, nel finale, scariche elettriche convogliate e un paio di panoramiche cittadine con tornado digitali disegnati sopra. Cast scadente, azione limitata dalle tragiche prolissità della sceneggiatura. Si puntava tutto sul soggetto particolarmente articolato, ma è evidente quanto, in film così, a contare sia più la regia.Chiudi
Pigro: La fiaba di Andersen rivive con molte variazioni che puntano decisamente sull’esaltazione dei legami della famiglia, declinati in vario modo durante il viaggio della protagonista per ritrovare il fratello imprigionato. La trama non riserva particolari complessità, indirizzando il film verso un pubblico infantile con conflitti facili e risoluzioni esili. Tuttavia il disegno è piuttosto piacevole e i due accompagnatori (ermellino e troll) moderatamente carini anche se decisamente copiati (L’era glaciale è il grande riferimento).
Cotola: Desolante, pretestuosa e presuntuosa (un film di Alessandro Siani... ma per piacere!) commediola da quattro soldi che ricicla spudoratamente il cinema di Troisi senza averne le caratteristiche e i tempi. Il cast di contorno sarebbe buono ma si butta via in maniera indecente, Ruffini ha già rotto le scatole (è insopportabile!) e la Canalis è sempicemente ridicola.
Anthonyvm: Divorziato che stravede per la figlioletta ritrova una vecchia fiamma che proprio non può soffrire i bimbi; tentare di nasconderle la scomoda paternità sarà un'impresa. Gradevole, anche se per ovvi motivi non originale, commedia dei sotterfugi e degli inganni solidamente costruita attorno al simpatico De Luigi. Ci si mette un po' ad affezionarsi alla storia e ai personaggi per qualche iperbole di troppo che protende verso il farsesco, ma nel complesso il processo maturativo dei protagonisti riesce a convincere. Simpatico il subplot amoroso di Pisani che si aggiudica l'ultima battuta.
MEMORABILE: Tensione a tavola col sushi; Riprodurre esattamente i disegni a gessetto della figlia precedentemente cancellati; La canzone di Chicco al "patello".
Pigro: Il mondo (anzi, Seattle) salvato dalla famigliola in crisi innaffiando tentacoloni giganti piovuti dal cielo? Possibile nel mondo dei b-movie americani dei ’40-50, ma anche in quest’opera dozzinale, che recupera quell’antica sbrigatività (riaggiornata alla luce di più recenti film catastrofici) raccontando una storia ridicola, con sceneggiatura banale, situazioni imbarazzanti, effetti risibili. Ha un’attenuante: è un tv movie, quindi con budget esiguo e regole elementari da rispettare. Con questo presupposto, riesce perfino a farsi vedere.
Siska80: Una famigliola che tira avanti tra problemi di vario tipo viene messa a rischio da un'avvenente talent scout. Meno banale di quanto lascerebbe intendere il titolo, il film propone situazioni in cui molti potranno identificarsi optando per uno stile leggero (il precariato, il ribaltamento dei ruoli nella società odierna, lo stress che corrode i rapporti) avvalendosi di un ritmo abbastanza regolare e di un cast sufficiente. Certo, il finale serve a lanciare un messaggio d'incoraggiamento, ma è pur vero che un approfondimento in chiave più seria avrebbe avuto una presa maggiore.
Noodles: Un ottimo action movie, che basa la sua bellezza sulle immagini spettacolari e su un ritmo tra i più frenetici che si ricordino. Non ci si ferma un momento, l'azione corre ininterrotta sino alla fine. Due ore che non si sentono. Lo spettacolo a tutti i costi non sempre è convincente, come non convince appieno la trama. Meglio sedersi e godersi lo spettacolo, e la bravura della regista Bigelow. Nel cast un grande Gary Busey che ha ancora a che fare con i cavalloni e un acerbo Keanu Reeves. Interessante il personaggio di Patrick Swayze. Un film assolutamente da vedere.
Ciavazzaro: Il bravo Jones riprende i panni dell'agente Sam Gerard (già presente ne Il Fuggitivo). L'interprete principale è ottimo, c'e un buon ritmo e alcune scene d'azione ben realizzate (ricordo con piacere la scena in cui l'aereo precipita in un fiume). Discreto Snipes ma meglio Downey, jr. Non male.
Federico: Ennesimo passo falso di Pieraccioni, che dopo le prime 3 discrete commedie dirette e sceneggiate, non riesce più a tirar fuori qualcosa di veramente divertente e originale. Il film esce a Natale come alternativa "meno volgare" al consueto cinepanettone Parenti/De Laurentis, quindi gli incassi sono sempre discreti per consentire al regista di realizzare un nuovo "capolavoro" della commedia. Il film è molto noioso e poco divertente; l'unica cosa interessante è la mostruosa somiglianza di Suzie Kennedy con Marilyn Monroe. Ceccherini sfruttato male.
Lupus73: Regia piuttosto inusuale per Raimi (se parliamo di questi soggetti) che lascia da parte ogni eccesso kitsch-horror-gore e persino il macabro sarcasmo (e humor noir) per un thriller soprannaturale dai toni drammatici con protagonista una cartomante in un paesotto rurale americano; ed è presto "caccia alle streghe". Tutto somato bilanciato e non così male (pur senza farci gridare al miracolo), con una sceneggiatura interessante arricchita dal colpo di scena verso la fine. La confezione è un po' troppo standard e mancano i marchi di fabbrica del regista.
MEMORABILE: Il contrasto tra la razionalità del processo e gli indizi "visionari" della protagonista; Reeves/bifolco bruto; La OST a base di violino folk.
Siska80: Due amiche vengono separate in maniera inattesa quando cade il muro di Berlino: ce la faranno a ricongiungersi? Poco contano l'assoluta mancanza di tridimensionalità e il design fumettistico: storie come questa, ampiamente educative, riescono a trasmettere non solo l'atmosfera claustrofobica e desolante che si respirava all'epoca, ma anche la voglia di lottare per i propri ideali e di credere nella possibilità di un domani migliore. Empatico il personaggio della ragazzina protagonista, tenera e determinata (e con la pessima ma spesso utile abitudine di origliare dietro le porte).
Maxx g: Poco o nulla mi aspettavo e sono stato accontentato. Film su divorzi, figli eccetera ce ne sono a decine e l'originalità non ce la si può certo attendere. I tre ragazzi sono odiosi quanto basta mentre la coppia Albanese-Cortellesi (lei fastidiosa) funziona discretamente. E' un peccato perché forse con uno sforzo ulteriore degli sceneggiatori... Ne risentono quindi ottimi attori come Buccirosso, la Bonaiuto e la Rocca. Nulla di che.
Markus: Una giovane e piacente avvocatessa newyorchese eredita dallo zio metà di un campo di vigna; l'altra metà, invece, viene data... al suo "ex"! Fianco a fianco, con i dissapori addosso, dovranno portare avanti la casa vinicola. La pellicola di Bradford May offre il classico incontro/scontro tra ex fidanzati; si rinnova così sterilmente un distensivo sentimentale dal taglio televisivo, che nulla aggiunge alla folta filmografia di questo genere. Un film di scarso valore artistico, recitato con i "crismi" di una telenovela.
Siska80: Unico neo la trama dal finale scontato, con la solita storia d'amore tra un giovane povero (qui abile pattinatore costretto a rubare per necessità) e una fanciulla ricca (ovviamente ribelle e desiderosa di autoaffermazione). Per il resto la pellicola eccelle per costumi, location sfarzose, fotografia, cast, effetti speciali e azione (nonostante la durata superi le due ore, lo spettatore non ha mai modo di annoiarsi): in pratica si tratta di una bella fiaba interpretata da attori in carne ed ossa realizzata con uno stile impeccabile e un umorismo notevole. Promossa a pieni voti.
MEMORABILE: L'incursione notturna andata male; La rappresentazione vivente dei segni zodiacali; La rissa nella bettola; Il fuoco freddo.
Anthonyvm: Senza apportare novità di sorta alle usuali meccaniche dei thriller televisivi della stessa risma (femmina folle stalkera la protagonista poetessa ed elimina uno per uno coloro che s'intromettono nel loro rapporto), questo modesto prodottino canadese si lascia seguire con apprezzabile leggerezza senza attentare più di tanto all'integrità intellettiva dello spettatore (eccezion fatta per la solita facilità con cui la protagonista si lascia abbindolare dalla sociopatica di turno, la Scerbo di Sharknado e seguiti). Climax finale più centrato del solito, con accettabile resa dei conti.
MEMORABILE: L'odiosa madre malata della Scerbo; Agguato al marito nel parcheggio; Veleno per topi nella bibita della governante; La bimba col coltello alla gola.
Pigro: Una donna al crocevia di tre uomini: il marito, un giovane spiato dalla finestra, un vecchio smemorato che nasconde un angosciante segreto. La ricerca della verità biografica nella storia del vecchio corrisponde alla ricerca della verità più intima della protagonista. Il film è piuttosto leccato, ma qui Ozpetek riesce a toccare le corde giuste e convince. Anche grazie alla bella figura interpretata dal sempre magnetico Girotti alla sua ultima apparizione. Bella la colonna sonora.
Giùan: Western contemporaneo, che del genere americano per elezione riprende certo la basicità ma anche una solidità tradizionale con discrete variazioni sugli eterni temi dell'appartenenza (familiare), del dolore (i "lutti" nelle vite di George e Margeret) e della giustizia (qui personale e vendicatoria perché non c'è altro modo per ottenerla). Bezucha si fa aiutare dai landscape del Nord Dakota e dalla prova in sottraendo di Costner e carismatica di una Lane invero splendida (bello il confronto con la "matriarcarpia" Manville). Tirata per i capelli la presenza del ragazzo indiano.
Daniela: Dal carcere in cui è rinchiusa per omicidio e rapina, una vedova continua a dirigere le attività criminali dei suoi figli che, sapendola affetta da un male incurabile, sono disposti a tutto pur di farla uscire... Saga familiare di buona fattura che può contare su un cast ben assortito in cui spiccano il cattivissimo Grillo e Leo, chon s figura accanto ad altre madri spietate con gli altri quanto amorevoli con la propria prole. Per contro, la sceneggiatura è approssimativa, vistose incongruenze minano in maniera irreparabile la credibilità della storia, l'epilogo lascia perplessi.
MEMORABILE: In negativo: le stringhe, la pistola in bella vista, le minacce di morte in aula senza conseguenze; In positivo: il balletto prima dello sparo.
Rambo90: Argomento delicato, trattato con la giusta dose di umorismo e buoni sentimenti da una sceneggiatura scaltra, che parte infarcita di gag (molte riuscite) per poi lasciarsi andare a un sentimentalismo non fastidioso ma quasi liberatorio. Wahlberg e la Byrne sono una coppia naturale, affiatata, ma si fanno rubare la scena dai tre ragazzini e dalle simpatiche figure di contorno del gruppo di genitori affidatari. Gradevole, leggero, consigliato.
Lupus73: Ex marine imbolsito (Cage) pensa poco ai bisogni della casa e della focosa moglie finché arriva il ragazzotto (giovane padre) a riparargli la staccionata; un uragano nella notte e succede di tutto. Sembrerebbe il classico thriller all'americana fino alla svolta dei 70' con venature tematiche tipiche dell'horror. La narrazione che in flashback percorre tutta la durata è uno dei punti forti, ma di punti deboli ve ne sono diversi; in altri casi la commistione di generi è positiva, ma qui il non calcare la mano sull'horror indebolisce il nocciolo duro del soggetto, che rimane abbozzato.
MEMORABILE: Cage è sempre Cage, e ancora una volta rende interessante un personaggio quasi anonimo.
Galbo: Filmetto leggero che si spera sia solo una pausa nell'ottima filmografia del grande R. Scott. Tutto risulta già visto e sentito: la storia è quanto di più scontato si potesse proporre, con luoghi, situazioni e battute trite e ritrite. La regia si limita ad una piatta descrizione di luoghi (l'ambientazione è comunque magnifica) e situazioni. Gli attori recitano per onore di firma. C'è da sperare che per realizzare una tale pellicola il regista sia stato almeno ben pagato (ma questo è certo).
Galbo: Lodevole la scelta della regista Tognazzi di rappresentare la quotidianità di una coppia omosessuale al femminile; il film spreca tuttavia il suo potenziale rifugiandosi nei facili stereotipi della fiction che rendono la seconda parte molto meno riuscita della prima che era al contrario condotta con il grande equilibrio della normalità e rappresentava bene i due caratteri (e le visoni contrapposte della vita) delle protagoniste. Delle interpreti, la Ferilli convince più della Buy. Riuscito a metà.
Enricottta: Rappresenta un pugno nello stomaco, forse nel cuore. Il film è bellissimo: i sentimenti sono universali, Ozpetek ce li descrive con pulizia e scioltezza, meritandosi un plauso. Gli attori (Accorsi su tutti) sono bravi, c'è cura nelle musiche, e si evidenzia un retrogusto di malinconia, che a tratti si fa struggente.
Kinodrop: Una grande base sottomarina di trivellazione va in tilt e lo sparuto equipaggio dovrà vedersela prima con l'apparato tecnico disastrato e poi con un mostro marino dall'aspetto indecifrabile ma paurosissimo e vorace. Il plot non eccelle per originalità e le citazioni alla fantascienza subacquea (e non solo) cercano di dare uno spessore "più condivisibile" alle avventure dei protagonisti. Molto coinvolgente sia l'atmosfera claustrofobica tra luminescenze e bagliori nel buio che l'apparato sonoro, con stridori sinistri e rimbombi agghiaccianti.
MEMORABILE: La pericolosa fuga verso il settore con le capsule di salvataggio; I superaccessoriati scafandri; Il mostro marino.
Belfagor: Non male come primo film di una saga videoludica che ben si prestava all'adattamento sul grande schermo. L'uso della CGI, seppur massiccio, ha un buon impatto visivo e permette di creare un'atmosfera epica che si mantiene per tutto il film. Per quanto piuttosto semplice, la storia riesce a coinvolgere, anche se nel finale viene messa troppa carne al fuoco per aprire la porta al capitolo successivo. Tra gli umani, bravi Cooper e Schnetzer, sottotono Fimmel. Sorprendente la resa degli orchi.
Ira72: Film in costume ambientato nei Paesi Bassi dove, nel XVII secolo, il mercato dei tulipani era un po' come la Borsa di New York oggi. Decisamente ben fatto: atmosfere meticolosamente ricostruite, così come i costumi. In parte anche gli interpreti su cui spicca (anche se in un ruolo marginale) la badessa Dench, che conferisce quelle note di sarcasmo e ironia utili a stemperare la parte drammatica. Il punto forte è senz'altro il ritmo, incalzante grazie anche ai diversi colpi di scena.
Belfagor: In seguito a una guerra totale, un messianico postino (Costner) fa risorgere la speranza degli Stati Uniti, ormai ridotti a sparute comunità. Nonostante l'evidente patriottismo, questo western postmoderno non ha avuto successo negli USA, complici probabilmente lo svolgimento dozzinale, la recitazione mediocre e la regia approssimativa. Buona parte dell'immaginario post-nucleare era già stato esplorato da Mad Max, serie dalla quale questo film trae ispirazione senza però raggiungere gli stessi livelli.
Mco: Cosa può accadere quando due soggetti digiuni di appetiti libertini si trovano di fronte a occasioni di baldoria inaudita? La coppia storica del cinema comico di casa nostra ce lo spiega, tra situazioni irresistibili (tutta la sequenza del night club) e giochetti di parola marchio di fabbrica del duetto (la traduzione simultanea in "inglese"). Il modello sta nel titolo e la vena "licenziosa" si scorge anche in qualche centimetro di epidermide più della norma, tra calze, reggicalze, décolleté e gambe all'aria. Non trascendentale ma simpatico.
Didda23: Il film ha tutte le caratteristiche sia del teen che del lacrima-movie. Purtroppo lo svolgimento è privo d'inventiva e la sceneggiatura grossolana. La regia è piatta come una tavola da surf e la mimica dei protagonisti monocorde. Nonostante gli innumerevoli difetti si segue con empatia e partecipazione. Il film sarà fonte d'ispirazione per il film italiano Almeno tu nell'universo.
Piero68: Se lo si guarda senza aver visto il primo capitolo le risate sono garantite. La demenzialità di alcune gag tocca davvero punte impressionanti ma soprattutto funziona. Visto come sequel è chiaro che perde quella freschezza tipica della prima uscita. Andrò controcorrente ma io, avendoli visti tutti e due, li metto sullo stesso piano e rivedo sempre più volentieri questo dell'altro. Cast sempre all'altezza e tante battute fulminanti che si fanno ricordare.
MEMORABILE: Gli adesivi sulla valigia del terrorista; La presentazione del comandante Over con i due secondi Dose e Craft: "Over-Dose, Over-Craft".
Siska80: Corposo disaster movie russo (che però segue la scia del sensazionalismo proprio delle produzioni made in USA) su un tema, letteralmente, scottante: la dura vita dei vigili del fuoco esposta di continuo a innumerevoli pericoli. Purtroppo si deve aspettare più di mezz'ora per entrare nel vivo dell'azione; eppure ne vale la pena, dal momento che il cast è convincente, gli effetti speciali impressionanti e il ritmo si fa via via più concitato sino a giungere a un finale che colpisce pur nella sua prevedibilità: lodevole l'intento di (di)mostrare le gesta eroiche dei pompieri.
MEMORABILE: La ragazza sulla pista; Il gancio rotto; In mezzo alle fiamme col cellulare in mano.
Daniela: In una casa di campagna del Vermont, tristi amori e macerazioni familiari tra un gruppo di residenti ed ospiti di passaggio... Dopo Interios girato nel 1978, Allen dirige un altro film alla maniera di Bergman, questa volta mescolato a a Cechov e Ibsen: formalmente molto curato, soprattutto per quanto riguarda la fotografia dai toni morbidi e le scelte musicali, il film assomiglia alla sua protagonista, interpretato da Farrow, molto calata nel ruolo: mestissimo, uggioso nel suo compiacimento auto-commiserativo. Insomma, una lagna che fa rimpiangere l'Allen ruspante degli esordi.
Modo: Film con pratagonista il grande Sordi e il "delfino" Verdone. Pellicola riuscita a metà. Si evidenzia la contrapposizione tra l'Albertone guascone e sboccato all'ennesima potenza e il giovane timido e insicuro. I dialoghi non sono molto illuminati e le trovate comiche non sopperiscono a tale mancanza. Cosicché si fatica a dare un gran voto. C'è da dire che vedere i due attori recitare assieme arreca una piacevole malinconia.
Cotola: Notevole esordio cinematografico di Verdone che dà vita ad una riuscita galleria di
personaggi che verranno poi ripresi (e parzialmente modificati) in altri suoi film
successivi, con risultati inferiori. Come regista dirige in modo sobrio e lineare, come attore ci fa una gran bella figura, senza mai strafare. Piccola parte per un grande Mario Brega. Riuscito, dal ritmo elevato, risulta parecchio divertente anche a distanza di molti anni. Bella la colonna sonora che non potrebbe essere più morriconiana di così.
Ciavazzaro: Sarebbe un film sta roba? Di schifezze ne ho viste tante, ma questo arriva a livelli che mai avrei potuto immaginare! Non c'è un cast, la storia presenta particolari assurda (che però non fanno mai ridere). Una boiata terrificante, statene alla larga.
Galbo: Pregevole film giapponese dallo stampo fortemente intimista ed esistenzialista. Lo spunto, dopo un lungo prologo, è quello delle prove di uno spettacolo teatrale che mette in contatto il regista con la sua giovane autista. Essenziale la trama, fondamentali i lunghi dialoghi, basati su riflessioni sulla vita, l'amore, il sesso e la morte. Considerevole la durata di una pellicola che non annoia mai e riesce a conquistare lo spettatore con il suo significato e il rigore stilistico. Impeccabili gli interpreti. Da vedere.
Cotola: Deludente film di Raimi il cui punto debole più evidente è quello di non essere né carne né pesce. Colpa, per la maggior parte, di una sceneggiatura che non sa che pesci prendere e che per troppo tempo non imbocca alcuna via precisa (e quando lo fa è ormai troppo tardi per risollevare la baracca). Anche la Blanchett (sprecata) in questa occasione non offre certo una prestazione memorabile. Tuttavia qua e là qualcosa si salva e si vede la mano di un regista che comunque non è di grana grossa come molto suoi colleghi.
Pigro: Dodici militari criminali vengono ingaggiati per un’azione di sabotaggio dietro le linee naziste. Nonostante la lunghezza, è un film asciutto e compatto, tenuto saldamente dal regista grazie a una sceneggiatura ferrea e a una squadra di attori di grande resa. Lo spettatore è accompagnato nella storia dall’inizio, con un procedimento quasi pedantemente cronologico, ma proprio questo consente a Aldrich di attraversare varie fasi narrative, realizzando in pratica tanti film diversi nel film generale. Da vedere.
MAOraNza: Riuscire a dire qualcosa in ambito vampiresco senza cascare nei cliché classici dell'horror di genere era sicuramente un'impresa ardua. Malgrado le premesse "difficili", Carpenter ha realizzato un film violento, intriso di humor nero un po' pacchianotto, ma efficace. Si perde un po' nel finale, ma l'ispirata interpretazione di James Woods e alcune scene ad alto contenuto adrenalinico, sempre in bilico tra il serio e il faceto, ne fanno una pellicola non essenziale, ma sicuramente piacevole per gli amanti di questo filone.
Mclyntock: Piacevolissima commedia western, retta magistralmente dalla coppia Ford-Fonda, impeccabili nel mantenere il giusto brio per tutta la durata del film, che pecca di inerzia registica e di qualche banalità di sceneggiatura. Ci si diverte, grazie a loro, che accelerano il ritmo quando serve. Godibile!
Undying: Riprendendo il tema di un classico, Dante sviluppa una film ricco di effetti speciali all'avanguardia per l'epoca, tanto che "Salto nel Buio" incontra il favore del pubblico -principalmente- proprio perché quest'ultimo viene "letteralmente" rapito dall'effetto di maestosità dato da trucchi iperrealistici. Ma il tempo, senza clemenza, relega il film nel buio, dimenticato dai dizionari del cinema quando la computer grafica e lo sviluppo degli effetti animatronici preferiscono indicare altri titoli d'effimera notorietà.
Reeves: In attesa di diventare il re della commedia al'italiana ma ormai conscio che il vecchio cinema comico del secondo dopoguerra era superato, Mario Monicelli si cimenta con una commedia sofisticata che poggia tutta sull'eleganza principesca di Elsa Martinelli e che vuole essere simile a quelle classiche hollywoodiane. Però il personaggio che rimane più impresso è il romanissimo Fabrizi, che qui è straordinario.
Giacomovie: La celebre coppia palermitana Franchi-Ingrassia era "specializzata" in parodie e, quasi in contemporanea col film Dio perdona... io no, fa uscire questo western comico simpatico nella sua mediocrità, con almeno i rudimenti di un film "normale", non imbastito alla meno peggio. Ci sono diverse situazioni divertenti che spesso ricordano un'altra coppia di comici, la più grande di sempre: Stanlio e Olio. Le gag, pur se a volte infantili, sono continue e alto è il ritmo con cui si sviluppano. **
Saintgifts: L'adulterio in simultanea tra moglie e marito funziona, senza conseguenze, solo se è la moglie ad essere la sola a sapere tutta la storia. Wilder ama la donna e lo ha fatto capire in tanti suoi lavori, ma in questo Baciami stupido (titolo rispettato nella traduzione), ne fa un monumento di buon senso e intelligenza. Tempi abbastanza rispettati, anche se nel mezzo Wilder suole perdersi un po', interpreti condotti bene e ben scelti, specie quelli femminili, suocera compresa.
MEMORABILE: Le barzellette di Dean Martin. Le galline che becchettano nel deserto. La "seicento" da 495 dollari (new tires), "guadagnati" piacevolmente.
Nando: Un valido affresco dannunziano realizzato da Visconti che tra ambientazioni eccelse e veritiere ed un clima pervaso da profonda inquitudine sommersa, porta ad una corretta narrazione che si avvale di un cast importante ma soprattutto resta l'ultimo lavoro di un maestro cha ha regalato bagliori luminescenti di cinema.