Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Giacomovie: Un vagabondo viene indotto a recarsi a Parigi dove scopre di avere un ricco sosia. Il tema del doppio è caro a Totò e qui gli permette di utilizzare il suo repertorio con un gioco di equivoci a volte scontato ma sempre divertente. La varietà di situazioni tiene alti ritmo e buonumore e vi sono alcuni celebri momenti (come la scena in treno e la canzone "Miss").
Minitina80: Parte subito male, lasciando intendere la pochezza di contenuti al quale si è destinati ad assistere. I due comici, infatti, si imbattono in un gruppo di ragazzi a dir poco antipatici e assolutamente non credibili nei loro ruoli. Il seguito non è da meno e si fatica seriamente a capire quale sia il senso dell’operazione a causa di uno scritto esangue e incapace di far ridere per mancanza congenita di opportunità. Quell’aroma anni Settanta che lo contraddistingue, inoltre, non gli giova affatto. Pretestuoso il titolo, che non ha nulla a che vedere con la serie della Disney.
Siska80: Punto d'incontro fra C'è post@ per te (lo scambio epistolare) e una delle più classiche e banali storie di ambientazione natalizia (due colleghi di lavoro non in ottimali rapporti che finiscono per innamorarsi). La durata è media, ma anche troppa per una commediola insignificante come questa, con un cast poco noto e poco convincente impegnato in ruoli stereotipati e, come nel caso della protagonista (sempre col sorrisetto falso stampato in volto), persino antipatici. Fastidioso.
Faggi: Che oltralpe siano stati innamorati (forse lo sono ancora) de I soliti ignoti è cosa nota; e si vede bene in questo prodotto che seppure non indimenticabile ha una sua dignità e una discreta capacità di intrattenere. Tutto è corretto e ben girato, ci sono trovate umoristiche sufficenti e qualche bella immagine. Se non ci si aspetta molto, lo si guarda senza noia.
Bizzu: Nemmeno il bonario De Luigi ce l'ha fatta a rendermi digeribile questo scempio. Vuoi per la totale mancanza di un briciolo non di originalità, ma addirittura di idee di fondo, vuoi per il pessimo senso dell'umorismo, oppure per l'inserimento palese di pubblicità (Durex ovunque) posso tranquillamente affermare che di peggio non c'è. Poi se qualcuno mi spiega cosa c'entra il 3D con un film così lo ringrazio vivamente.
Reeves: Modestissima rievocazione a opera di Mario Soldati delle gesta di Fra Diavolo, il bandito sanfedista che lottava contro i francesi. Come in tanti film prodotti dalla Lux i mezzi sono notevoli e i costumi molto curati, ma la regia è molto piatta e incerta tra l'avventura e la commedia. Amedeo Nazzari, di solito efficace, qui cerca di fare Erroll Flynn ma non funziona per niente.
Siska80: Film decisamente all'insegna dell' inverosimiglianza: bella violinista in crisi diventa la tata (!) di tre ragazzini e fa il colpo della sua vita accalappiandone (fortunata, eh?) il fascinoso padre diplomatico. Fiabe del genere sono fuori moda da un bel pezzo ma, cosa peggiore, non si segnalano eventi che possano in qualche modo movimentare una trama tanto esile e prevedibile (che chiosa con l'immancabile bacio fra i due interpreti principali): volendo esser generosi, si salva giusto la famigliola nascente, ma la visione resta opzionale.
Galbo: Un western dall'impianto narrativo classico, incentrato sui temi di vendetta e giustizia e interpretato dalla famiglia Sutherland, padre e figlio, affiancati da altri ottimi attori come Cox e Wincott. Girato in un bel contesto ambientale, il film si segue con piacere, complice anche la giusta durata e l'assenza di "tempi morti", sebbene penalizzato da una regia che non sottolinea con il giusto pathos i momenti topici della vicenda, gestiti prevalentemente dal carisma dei singoli attori. Non un capolavoro, ma nel complesso non male.
Katullo: Curiosa la Swank nella sua parte di moglie succube di un Reeves raramente cattivo, come poi dimostrerà anche in questo caso; plauso per Ribisi, attore sottovalutato dalle grandi potenzialità mentre la Holmes, Kinnear e Simmons fanno ciò che gli si chiede, stop. La Blanchett si discute poco, è troppo bella, al pari della sua bravura. Ciò che barcolla risiede quasi tutto nella sceneggiatura, non solo per la prevedibilità del mistero, quanto per alcuni input che non sfociano, mentre il melodramma è sempre dietro l'angolo. Comunque passabile, di thriller peggiori ce n'è a bizzeffe.
Cotola: Una delle più belle e straordinarie commedie nere di tutti i tempi, animata da una grande regia come Capra (capace di girare in questo caso un film molto lontano dalle sue corde), una notevole sceneggiatura (meno stupida di quanto si possa pensare in un primo momento) ed un cast ricco di attori eccellenti, fra i quali spiccano Cary Grant ed un Peter Lorre una spanna sopra tutti. Imperdibile ed inimitabile.
Reeves: Un film a modo suo significativo di quanto Le fatiche di Ercole con Steve Reeves, girato due anni dopo, abbia rivoluzionato il genere film in costume. In questi film azione zero, dialoghi insopportabili, donne vestite abbottonate fino al mento (notare la differenza tra la Allasio qui interprete principale e la Koscina indimenticabile a fianco di Reeves). Un film antico, o più probabilmente antiquato.
Pessoa: Puntuale parodia del peplum di Cerchio (il regista con cui l'astro di Totò ha brillato meno), si distingue per una storia inconcludente e uno script particolarmente piatto che sfiora a più riprese la noia. Gli stessi due protagonisti, grandi amici ed esimi improvvisatori, sono spesso costretti ad attingere nell'infinito ma obsoleto repertorio dell'avanspettacolo (la parodia di Mussolini, gli scontati doppisensi). Poco efficace il cast di contorno mentre anche gli aspetti tecnici (ost, scenografia, fotografia) sono deficitari. Mediocre.
MEMORABILE: "Maestà, il popolo ha fame", "Eh no, non cominciamo con la politica adesso!".
Mclyntock: Western tradizionale e convenzionale, a basso costo e affidato a un regista dal solido mestiere come Walsh, che si sforza di imprimere ritmo e di evitare un certo programmatico schematismo alla vicenda. Vi riesce solo in parte. Suggestivo l'uso delle ambientazioni paesaggistiche (l'Arizona e il Nevada), il film è puntellato da un cast che crede in quello che fa, Marvin e Brand su tutti. Hudson un po' spaesato.
Rambo90: Da un buon romanzo della Christie, una trasposizione fedele ma non troppo coinvolgente. I due protagonisti sono molto bravi a tratteggiare i loro personaggi e sono riusciti gli innesti comici, ma la vicenda non sempre coinvolge e è proprio l'intreccio misterioso a soffrirne. Comunque si arriva alla fine senza fatica e come passatempo può bastare.
Galbo: La commedia brillante satirica non è opera facile da realizzare e certamente non è nelle "corde" della regista Chiarello. Volendo ironizzare su una donna in "zona menopausa", l'autrice adotta un registro comico nelle intenzioni, quanto povero nella realizzazione, mettendo in campo pochissime idee ed affidandosi ad una sceneggiatura davvero misera. Ritmo blandisimo e Il tutto sulle spalle della Finocchiaro, brava caratterista, non in grado (almeno in questo caso) di reggere sulle spalle un ruolo da protagonista.
Siska80: Bel fantasma femminile è incaricato di occuparsi di un giovane terreste per una speciale missione natalizia. Ok, sognare a occhi aperti non guasta, ma qui si esagera tra sorprese inerenti al passato (l'identità dell'ectoplasma) e il finale a base di spoiler che più zuccheroso di così non si può. Ammesso che si riesca a guardarlo tutto, essendo il film la reunion del già visto (e meglio) altrove, rimangono da salvare il simpatico cast misto e l'atmosfera avvolgente; quanto al resto (dialoghi e sceneggiatura nella fattispecie) è meglio soprassedere. Inutile e si dimentica in fretta.
B. Legnani: Titolo ingannevole, perché l'azione riguarda un complotto ordito ai danni dell'Imperatore. Film pesantemente contaminato dai "I tre moschettieri" di Dumas. Questa forte ibridazione causa pure i momenti più deboli, che dovrebbero essere ridanciani, ma che male si sposano con la retorica del peplum in generale e della vicenda in particolare. Film molto lungo (105' per televisione) che riesce però (chiamiàmole ellissi, chiamiàmoli buchi di sceneggiatura...) a sorprendere per mancanza di continuità. Recitato pure maluccio, con troppi volti chiaramente slavi. "Fico" per Morandini (che gli dà **!).
Enricottta: Rispetto a tanti altri film dell'epoca e del genere è diretto con un certo piglio. Curata la fotografia, luci molto belle e cast internazionale. Ridicolo Hamilton come partigiano, ma ci può stare. Finale bello. Onesto lavoro di Lenzi, che è un bravo e versatile professionista.
Nicola81: Un western che è soprattutto un racconto di formazione, che parte come una simpatica commedia ma con John Wayne che alla consueta graniticità del suo personaggio aggiunge una nota malinconica preludio a un crescendo drammatico dai risvolti davvero spiazzanti. Magari la riscossa conclusiva pecca di credibilità (un po' troppo repentina l'evoluzione dei ragazzini in pistoleri infallibili), ma era quello che ci voleva per rimettere le cose a posto e soddisfare lo spettatore. Browne fa il cuoco saggio, Dern è un cattivo decisamente schizzato. Non male le musiche di John Williams.
Paulaster: Nella disanima di uomini e donne maturi a rincorrere una giovinezza svanita ci si deve prestare a forzature narrative. Il reparto femminile funziona meglio in quanto le loro storie sembrano più plausibili. Teocoli è fuori età per un ruolo del genere, Lillo è peggio di una caricatura e Bentivoglio sforna una prestazione a cui gli riesce di dare un'anima; le giovani leve sono inguardabili a livello recitativo. Regìa con pochissime idee che usa le panoramiche per cambiare situazione.
MEMORABILE: Teocoli che dice di correre a 5 minuti al km è inverosimile.
Siska80: A causa di un devastante terremoto che ha colpito Washington, il presidente si ritrova sotto le macerie e bisogna salvarlo. La sottotrama fa riferimento a un complotto ma poco importa, dato che l'esito finale si assesta sul livello della mediocrità. Considerando la durata inferiore agli standard, l'azione non è così elevata come dovrebbe e certe sequenze appaiono persino ripetitive e monotone. La vicenda si anima giusto nella parte conclusiva, ma la tensione stenta comunque a decollare. Nemmeno il cast brilla e non si segnalano personaggi degni di nota.
Ronax: Bigino per immagini di tutte le leggende che popolavano i libri delle scuole elementari del passato, dalle oche del campidoglio a Furio Camillo che affronta Brenno al grido di "non con l'oro si riscata la patria ma con la spada", cui gli sceneggiatori aggiungono l'immancabile traditore nel cuore del senato e l'altrettanto immancabile sottotesto sentimentale. Manicheo oltre ogni limite, con Mitchell che impersona un Brenno cattivissimo e Serato nei panni del valoroso e leale Camillo, si riesce comunque a vedere nonostante i bruschi passaggi e i salti immotivati della sceneggiatura.
MEMORABILE: Lo scontro finale a mani nude sul fiume fra i due contendenti.
Pessoa: Anche con quest'opera Siani sceglie di raccontare una sorta di favola dal sapore partenopeo confermando la china discendente dell'artista napoletano che non riesce più a trovare l'umorismo schietto e un po' scomodo che aveva caratterizzato i suoi primi lavori. La storia, piuttosto impalbabile, fa il paio con una sceneggiatura spesso insulsa che sfocia raramente in una risata, preoccupata più che altro di esaltare i buoni sentimenti. Il prodotto resta nel complesso poco coinvolgente e se è in grado a soddisfare le esigenze del pubblico infantile, cinematograficamente è un mezzo flop.
MEMORABILE: La confezione, di livello più alto rispetto al film in sé.
Zardoz35: Blanda satira sulle divisioni regionali italiane in un film che ci ricorda (e ci fa rimpiangere) il mitico Attila. Abatantuono torna a parlare in "terronese" per un viaggio in un'Italia del futuro, tornata divisa in staterelli. Originali alcune trovate, come il Sud Italia in mano agli africani e la Roma tornata Stato pontificio, ma a non essere all'altezza sono gran parte degli attori e dei caratteristi. Si salvano solo un vivace Solfrizzi e uno stralunato Ceccherini. Godibile.
Pinhead80: Ancora una volta l'ennesima riproposizione triviale e stereotipata delle differenze tra Nord e Sud che dovrebbe far ridere lo spettatore. Il problema è che siamo a livelli di comicità bassissimi, con attori stanchi di interpretare i soliti ruoli triti e ritriti recitati ormai a memoria ma sempre più mestamente. Pessimo.
Enzus79: Ovviamente William Friedkin nella sua carriera ha fatto di meglio, ma The hunted non è proprio da buttare. L'evolversi della storia risulta intelligente e i duelli corpo a corpo fra Lee Jones e Del Toro (ottima interpretazione) sono interessanti.
Enzus79: Tratto dall'omonimo fumetto. Film che intrattiene e a tratti diverte, pur avendo una trama abbastanza confusionaria e dinamiche tutt'altro che lineari. Violento ma senza eccedere, accompagnato da azione di buona qualità. Margot Robbie è idonea al ruolo: convincente e simpatica. Il resto regge poco, con il peggiore (in tutti i sensi) che risulta essere qui Ewan Mcgregor. Efficace la colonna sonora.
Piero68: Per come la vedo io Il cacciatore non è tanto un film sul Vietnam prima e dopo la cura ma molto più semplicemente un film sull'amicizia. Il Vietnam serve più da metafora che interviene a cambiare le vite. Un po' come Un mercoledì da leoni. Non è poi un caso che gli interpreti siano (udite udite) una comunità di russi trapiantati negli Usa. Grandissimo De Niro così come Walken e Savage con Streep, di fatto unica protagonista donna, irraggiungibile. Mitiche alcune scene (le due roulette russe) con una fotografia veramente spettacolare.
MEMORABILE: AL ritorno dal Vietnam De Niro va a caccia. Ha un cervo nel mirino ma alla fine non riesce a sparare e lo risparmia: qualcosa è cambiato in lui!
Puppigallo: Pellicola per adolescenti che mescola abbastanza maldestramente i freak con i vampiri, prendendosi almeno poco sul serio. Il risultato però è un ibrido in cui la quantità di fenomeni da baraccone non viene sfruttata a dovere. E così, oltre al vampiro mentore del protagonista, col suo ragno colorato, risulta difficile ricordare altro (a parte i mini freak, che se non altro hanno un perché, vista la loro origine). Nel complesso, niente di che.
MEMORABILE: "La vita non avrà anche senso, ma per la morte ho ancora qualche speranza".
Avepaolo: Quasi un ottimo film se non fosse per il finale veramente buttato lì così, quasi per caso; affrettato, tre minuti che rovinano un ottimo film: mix fra giallo, azione, dramma. Ottime, comunque, sceneggiatura e cast. Rimane da vedere assolutamente, sia dagli amanti e non, anche solo per la sua capacità di interpretare vari generi.
Rambo90: Commedia tipica per famiglia, piena di buoni sentimenti e con gag molto elementari. Ciò nonostante la mano di Hughes riesce a tenere il tutto nell'accettabile, con alcune parti anche genuinamente godibili, soprattutto per merito di Belushi, di una splendida Lynch e della spontaneità della bambina. Meglio la prima parte comunque, rispetto alla banalità della seconda in cui intervengono i classici assistenti sociali. Buona la colonna sonora.
Chi pensava di trovarsi di fronte a uno dei tanti catastrofici con tornado costruiti in serie farà bene a ricredersi: qui la trama è straordinariamente complessa e prevede l'entrata in scena di droni, satelliti, lunghi pistolotti metereologici, codici segreti, variazioni climatiche e chi più ne ha più ne metta. A fronteggiare questi particolari tornado congelati, creati artificialmente da squadriglie di aerei comandati a distanza con lo scopo da una parte di portare l'acqua ai paesi oppressi dalla siccità e dall'altro di fornire una nuova arma letale al governo americano, troviamo un enesemble...Leggi tutto di fenomeni come d'abitudine. In poche parole i protagonisti sono uno scrittore di libri sull'argomento, due intraprendenti fan dello stesso e la troupe scientifica principale artefice dei tornado, cui come al solito la rivoluzionaria e sperimentale operazione è largamente scappata di mano. Dissemninato di termini tecnici e spiegazioni quasi per addetti ai lavori, il film non va oltre - dal punto di vista degli effetti speciali - a qualche cupo turbine che pochi sconvolgimenti fa. In aggiunta, nel finale, scariche elettriche convogliate e un paio di panoramiche cittadine con tornado digitali disegnati sopra. Cast scadente, azione limitata dalle tragiche prolissità della sceneggiatura. Si puntava tutto sul soggetto particolarmente articolato, ma è evidente quanto, in film così, a contare sia più la regia.Chiudi
Markus: Delitto in laguna tra acquitrini, uccelli di varie specie e piante dall'aria un po' selvaggia alla Frogs. Il racconto dal quale il film è tratto viene così sviscerato attraverso la buona interpretazione di Daisy Edgar-Jones, trasportando lo spettatore nella umida Louisiana degli Anni '60. Un quadro suggestivo e ben confezionato per un film che non lascia però troppo il segno, anche se nel complesso degnissimo di visione. Il messaggio "subliminale", volendo guardare, non è però troppo felice.
Galbo: La figura dello chef donnaiolo e filosofo nonchè brillante ma insoddisfatto seduttore, ben interpretato dall'istrionico Luca Zingaretti domina questa commedia diretta da Simona Izzo. Convincente sul versante interpretativo, il film, piuttosto piacevole nel primo segmento, è segnato da una seconda parte più fiacca e scontata, ma rimane comunque uno spettacolo piuttosto gradevole.
Caesars: Non un grande film ma sicuramente si ride e anche tanto, quindi sicuramente l'obbiettivo dei fratelli Farrelly è raggiunto alla grande. Ben Stiller è buon protagonista e affianca una Cameron Diaz che si ammira per la sua bellezza. Non rientrerà mai tra i classici del cinema ma è indicatissimo per chi voglia passare due ore di allegra spensieratezza.
Noodles: Una specie di 9 settimane e 1/2 in chiave più moderna. Ma la tristezza è la stessa. E come spesso accade, quando un film diventa un caso è spesso una delusione. E questo film non fa eccezione. Curato nell'aspetto estetico, risulta però così curato da essere finto in tutte le sue espressioni, compresa la recitazione, con la coppia di protagonisti estremamente impacciata. Spaventosa la mancanza di idee degne di nota. Zero erotismo, c'è solo un po' di discreta fotografia. Tutto il resto è da dimenticare.
Digital: Una squadra speciale deve cercare di proteggere un agente di polizia indonesiano a conoscenza della password utile per disinnescare una letale arma batteriologica. Non sarebbe neanche male nella sua prevedibilità, ma Wahlberg è costantemente in overacting e le scene d’azione sono girate caoticamente, il che determina confusione. La Cohan è al solito simpatica come una martellata sui denti; poco meglio Uwais, mentre Malkovich è sciaguratamente relegato a una parte tutt'altro che importante. Ennesimo film strutturato come una serie tv: è un bene?
Daniela: Non è la prima volta che si tenta di trasporre personaggi nati sul web nel formato cinematografico e, anche in questa occasione, quel che funzionava a livello di sketch stenta a risultare altrettanto divertente se inserito in una storia di maggior respiro, tanto più se mancano idee fresche a livello di sceneggiatura e la regia è para-televisiva nel senso più convenzionale del termine. A parte l'ambientazione sarda, splendida per meriti naturali, si salva qualche gag legata al personaggio di Calabresi, l'Elon Musk italiano, mentre è poco sfruttato Bisio, manager zen.
Matalo!: Freddo, serrato, pienamente "in medias res" sin dall'inizio; contornato da musiche ectoplasmatiche del grande jazzista Don Ellis, questo film è un poliziesco proverbiale, che all'epoca riscosse grande successo. E ancora oggi si vede con piacere, dato che non ha perso un grammo della sua lezione di stile. Hackman perfetto come Popeye Doyle, poliziotto bastardo e incattivito. Il contrasto tra la lauta cena di Rey (luciferino) e il suo trancio di pizza takeaway la dice lunga sui privilegi dei grandi criminali e la bassa paga del poliziotto.
MEMORABILE: Inseguimento finale memorabile (citato ne [f=1767]I blues brothers[/f]). La fuga nella metropolitana di Rey.
Galbo: Film parecchio, ed al di là dei suoi effettivi meriti, considerato da pubblico e critica, è un'originale ma a volte sterile operazione stilistica in cui la forma conta più dei contenuti. Più che una storia in sè, il film racconta ed illustra (a volte efficacemente altre meno) gli stati d'animo e la psicologia molto particolare della protagonista. Purtroppo questo gioco inizialmente piacevole ed originale mostra presto la corda e l'opera diventa ripetitiva.
Sircharles: Pellicola di inenarrabile bruttezza. Spiace davvero che un totem come De Niro abbia deciso di concludere una superba carriera macchiando il suo curriculum con tali performance. Trama asfittica e tirata per i capelli, volgarità a piene mani, comicità largamente latitante. L'unico elemento di brillantezza, la giovane studentessa ninfomane che "punta" l'anziano Robert, viene utilizzato col contagocce. Un finale discreto non riscatta un'opera che non avrebbe meritato l'onore dell'uscita nelle sale.
Reeves: Incredibile pasticcio erotico-filosofico che vuole raccontare in flashback (da un'ambulanza che cerca di salvare un uomo) come la Grande Mela sia un luogo di facili costumi, di borghesi guardoni e di ragazze disponibili ma con problemi. E poi c'è Gianni Dei, qui forse nella sua peggiore performance, nel ruolo di un libertino dal cuore d'oro. E soprattutto c'è il J&B onnipresente, nella casa dei due protagonisti e nel bar ambiguo dove si fanno incontri. Dialoghi terribili.
Galbo: Da un film del genere non si ci si aspettano certo interpretazioni da Oscar e analisi sociologiche, ma magari qualcosa di più di una commedia lunghissima, disimpegnata ma insulsa, in cui prevalgono le battute volgari e la sciatteria delle interpretazioni (anagraficamente fuori tempo massimo) da parte delle due protagoniste, anche sceneggiatrici. Migliore, anche perché autoironiche le prove della Wiest e di Brolin, che interpretano i genitori delle protagoniste.
Lebannen9_: Non il solito film di Liam Neeson. I veterani intepretati dall'attore irlandese lasciano il posto a un goffo ma deciso "uomo tranquillo", il quale cerca vendetta per la morte del figlio. La trama scorre lineare, nonostante le diverse forzature per inserire personaggi/scene discutibili. L'umorismo utilizzato rende il film una brutta copia di un film di Tarantino. Buona l'interpretazione di Neeson.
Cangaceiro: La simpatica trovata che consente al protagonista di ascoltare i pensieri delle donzelle che calcano la scena è la ragione di vita del film stesso, che si barcamena tra vuoto pneumatico (le vicissitudini con la figlia sono repellenti) e qualche sorriso stiracchiato. Gibson fa la parte del leone, sfoderando una brillantezza e una padronanza dei tempi comici tanto notevoli quanto inaspettate, dando prova di duttilità in una commedia insolita per le sue corde. Pari e patta tra le due belle: più composta e sfuggente la Hunt, teatrale e sexy la Tomei.
Galbo: Varie storie si incrociano nella giornata dedicata a San Valentino a Los Angeles. Diretta dallo specialista del genere Garry Marshall (autore del successo planetario di Pretty Woman), Appuntamento con l'amore è una commedia rosa piuttosto insulsa che ha l'amore come poco originale tema centrale. Nonostante l'impegno profuso nella scelta del nutrito cast, le storie e i personaggi sono quanto di più comune e banale possa offrire un prodotto del genere e anche la "confezione" è piuttosto ordinaria. Evitabile.
Oblomoff: In un seguito ideale di Yuppies 1 e 2, i due rampanti vitelloni Calà e Greggio inseguono ancora le sottane, stavolta al di là dalla Cortina di ferro. Che, malauguratamente per loro, cade, permettendo alle loro conquiste est-europee di ricongiungersi a loro qualche tempo dopo in quel di Crema. Accanto ai dioscuri della commedia sexy anni Ottanta, un Rodolfo Laganà poco a suo agio: troppo composta, educata e misurata la sua romanità. Simpatica particina per Santonastaso; poco sfruttato Nicheli, che non si scatena nelle sue pirotecniche battute.
Paulaster: Giornalista di denuncia scrive i discorsi al Segretario di Stato: contrapposizioni classiche tra il nerd di talento e l'affascinante donna di potere. Prima che scoppi l'amore il film scorre, poi diventa un mattone melenso nel versante sentimentale (analogo a Notting Hill) o esagerato in quello politico. Rogen interpreta sempre lo stesso ruolo che campa di volgarità esplicite, la Theron dimostra di saper recitare. Qualche buona battuta sparsa e una durata eccessiva (inguardabile l'attacco dei ribelli che porterebbe almeno a una guerra).
MEMORABILE: Il sosia di Hitler in Argentina; Chi ha ucciso Kennedy; La Theron sballata in discoteca.
Galbo: Spassosa commedia realizzata dal geniale Frank Capra a partire da un'opera teatrale; il film mantiene un impianto decisamente da palcoscenico e la regia coglie perfettamente i tempi dello spettacolo, dotando il film di un ritmo praticamente perfetto, con momenti di irresistibile comicità di stampo noir. Ottimo il cast, con un eccellente Cary Grant, affiancato da ottimi caratteristi, come nella migliore tradizione della commedia americana di grande livello.
Faggi: Filmaccio dall'alto tasso di povertà di idee e di costrutto, quasi da porno senza scene hard. Tre episodi: il primo, esotico (Hong Kong), lascia freddi e il colore locale è mal adoperato; il secondo (pseudo-blasfemo) ha una bella protagonista (Gayat) in slile coeva rivista erotica patinata; il terzo è una specie di commedia scollacciata all'italiana. Prevale la miseria dell'insieme, l'erotismo vero latita ma almeno la musica è appropriata (suadente come prescritto dal genere).
Pigro: Il principe non cerca moglie, ma tanto sappiamo già come va a finire, considerando che in viaggio in America troverà una bella ragazza con cui dover lavorare. Scordatevi toni da commedia o comicità o appunti sociali: siamo in pieno film natalizio, che risponde ad altri canoni, narrativi ed estetici. Che tuttavia qui sprofondano nella melassa e nell’incosistenza: non c’è uno spunto originale o quantomeno stuzzicante, ma solo il noioso procedere verso le tappe prevedibili e previste dello script natalizio.
Reeves: Decamerotico di seconda scelta diretto con pseudonimo da Renato Savino che non riesce mai a far ridere a causa di una sceneggiatura banale e di una recitazione costantemente sopra le righe. Sprecata anche la bellezza di Rosalba Neri, che domina decisamente sullo scarso parco attori del film. Rispetto agli altri decamerotici è decisamente più spinto sul terreno della volgarità.
Pessoa: Film che riprende un celebre episodio del Primo conflitto mondiale con una storia intrisa di spirito patriottico e buoni sentimenti pensata essenzialmente per gli spettatori dalla lacrima facile (che dovevano essere tanti, visto il successo della pellicola). Poco da segnalare, a parte l'ovvietà della vicenda, sottolineata da una sceneggiatura esageratamente ampollosa. Belle le location originali e discreta la prova degli interpreti, soprattutto maschili. Una visione che lascia il tempo che trova, a meno che non siate davvero appassionati del genere.
Rambo90: Da un buon romanzo della Christie, una trasposizione fedele ma non troppo coinvolgente. I due protagonisti sono molto bravi a tratteggiare i loro personaggi e sono riusciti gli innesti comici, ma la vicenda non sempre coinvolge e è proprio l'intreccio misterioso a soffrirne. Comunque si arriva alla fine senza fatica e come passatempo può bastare.
Lupus73: Regia piuttosto inusuale per Raimi (se parliamo di questi soggetti) che lascia da parte ogni eccesso kitsch-horror-gore e persino il macabro sarcasmo (e humor noir) per un thriller soprannaturale dai toni drammatici con protagonista una cartomante in un paesotto rurale americano; ed è presto "caccia alle streghe". Tutto somato bilanciato e non così male (pur senza farci gridare al miracolo), con una sceneggiatura interessante arricchita dal colpo di scena verso la fine. La confezione è un po' troppo standard e mancano i marchi di fabbrica del regista.
MEMORABILE: Il contrasto tra la razionalità del processo e gli indizi "visionari" della protagonista; Reeves/bifolco bruto; La OST a base di violino folk.
Markus: Farsa vagamente sexy che promette molto ma mantiene poco. L'ambientazione sicula, con le quasi immancabili faccende di mafia gestite a mo' di commedia, sono tirate persino per le lunghe; se poi ci aggiungiamo che un caratterista come Enzo Monteduro viene elevato a protagonista... c'è poco da star allegri. Le squallide scenografie fanno da triste cornice a una storia che Roberto Bianchi Montero gestisce come può, salvato solo in parte dalla professionalità di qualche attore (Francesco Mulé, Venantino Venantini e la bella Valeria Fabrizi).
Ronax: L'innocenza primitiva dei tahitiani e quella evoluta degli svedesi messe a confronto in questo mondo movie di riporto, realizzato assemblando materiali eterogenei palesemente girati in anni diversi. La firma è di quel Virgilio Sabel, già autore del micidiale In Italia si chiama amore e che anche qui chiama a raduno tutti i peggiori luoghi comuni di certa pseudocultura italiana dei primi anni '60. Quando tace l'insopportabile commento finto serioso di tal Sergio Calvena, si può però moderatamente apprezzare qualche suggestivo scorcio paesaggistico.
MEMORABILE: La ridicolissima e strafinta rissa fra i raggare; I giovani "bruciati" svedesi degli anni '60.
Schramm: Bissare (magari sorpassare) Woodstock? Perché no, vediamo come: carnevalara estetica pop-punk e new-wave, freakerie e sguaiataggini neohippie, demenZaz assortita che impietrisce, la giraffa in campo una scena ogni due, un dissipato Lou Reed, McDowell che si autocita e mickjaggereggia (con bellissimo crooning stradaiolo, va detto). Qualche pacca va a segno, nell'insieme fa la stessa figura di chi in una compagnia vuole fare il simpatico a tutti i costi lasciandoti in crescente imbarazzo. Futile bizzarria è la sua valuta; chi non lo vide all'epoca faticherà a capire chi urla al cult.
MEMORABILE: Cane scalciato; Poster; Jews-band; Pusher alieno e animazione psichedelica; Assolo di batteria con cosce di pollo; Eloquio genitale.