Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Manfrin: Mazzacurati prende spunto da un vero fatto di cronaca (fu rubato in realtà il mento di Sant'Antonio dalla banda Maniero) per affibbiare la vicenda a due scalcinati ladri di galline, diversi nel carattere ma con il medesimo sogno di una vita migliore. La narrazione procede bene grazie a un interessante succedersi degli avvenimenti e la coppia Bentivoglio/Albanese funziona alla grande, accaparrandosi la simpatia dello spettatore. Consigliatissimo.
Caesars: Famosissimo film diretto da David Lean che risulta, visto oggi, un poco inferiore rispetto alla sua fama e alla messe di premi vinti. Intendiamoci, è un buon film e il duello psicologico tra gli antagonisti è notevole, però il ritmo è lento e la trama stenta a coinvolgere in modo totale lo spettatore. Ottime, ovviamente, le interpretazioni di tutti gli attori, con una menzione speciale per il grande Alec Guinness. Rimane un film da conoscere.
Siska80: Un attore che si prepara a interpretare il ruolo di un allevatore chiede aiuto a una donna appena tornata single... Vuoi vedere che tra loro scocca la scintilla? Fino a qualche anno fa film di questo genere affrontavano tematiche importanti e significative, purtroppo adesso si limitano a narrare fatti di vita quotidiana assolutamente irrilevanti: in questo caso, ad esempio, manca qualsiasi forma di romanticismo (nemmeno l'ambientazione natalizia riesce a scaldare la fredda atmosfera che si respira sin dall'inizio) e la coppia protagonista è anonima e male assortita. Dimenticabile.
Paulaster: Quattro ragazzini finiscono in riformatorio e vengono abusati. Storia che ricalca lo stile di C’era una volta in America e all’inizio non dispiace per le ricostruzioni, escluso il tributo alla carrozzella. Levinson non convince per un taglio che non va a fondo, sebbene il ruolo di un ottimo Bacon ne dia i presupposti. Il passaggio al tribunale allunga il film a dismisura, anche per mancanza di tensione emotiva. La conclusione insiste sui buoni sentimenti e non è recitata bene. Nel cast da urlo DeNiro è solo comprensivo, Hoffman ha qualche momento, Gassman dà prova di mestiere.
MEMORABILE: La partita a football; Bacon scoperto al ristorante; La matrice presentata dal prete.
Ciavazzaro: Sfortunatemente uno dei capitoli peggiori (il più brutto è l'ultimo), della serie. Si parte con una buona idea di base, ma la messa in scena è molto modesta e le gag non fanno altro che riciclare quella dei vecchi film (ad esempio il colloquio con Luc Merenda nell'episodio delle gondole è copiato pari pari da quello con Paul Muller in Fantozzi Contro tutti). Evitabile, solo per appassionati.
Elenamaria: Il mio film preferito tra i "balneari" di Girolami. Trasmette allegria e spensieratezza e quando lo vedo mi tira sempre su il morale. Secondo me è da apprezzare anche per l'umorismo leggero e raffinato di Sandra e Raimondo e anche di tutti gli altri attori, un umorismo che, forse, ai giorni nostri non esiste quasi più nel cinema. La trama e i dialoghi sono semplici ma non banali, belle e romantiche le musiche.
MEMORABILE: Piero, Claudio e Romoletto sono dentro la tenda e la macchina parte e se la porta via!
Siska80: Una giovane torna al paese natio per una questione importante (si fa per dire) e si ritrova contesa da due uomini. Trama di due righe in effetti pretestuosa e un po' imbarazzante per la sua ingenuità in cui almeno un minimo di suspense è garantita dalla presenza di più baldi uomini tra i quali scegliere: simpatico il trio di protagonisti, abbastanza regolare il ritmo, recitazione a tratti sopra le righe alla maniera americana, dialoghi semplici, belle location, finale da fiaba anacronistico che strappa un sorriso. In breve mediocre, ma utile a trascinare un po' di tempo in relax.
Markus: Marito e moglie con figli si separano ma per convenienza continuano a convivere sotto lo stesso tetto. Su un fatto non lontano dalla realtà Dominique Farrugia costruisce una moderna commedia verbosa alla francese basata, almeno nella felice prima parte, sugli spassosi battibecchi tra Gilles Lellouche e la bella Louise Bourgoin. Il film si può considerare non riuscito del tutto, in quanto - forse inevitabilmente - nella seconda parte si tinge di un vago sentimentalismo che toglie spazio al ritmo e... alla risata.
Modo: Commedia a episodi, riusciti soprattutto quelli di Pozzetto e Sordi. Sordi riprende il gorilla dell'Americano a Roma. Pozzetto sempre visionario e surreale con una storiella ben amalgamata. Celentano e la Melato così così, mentre Villaggio qualche sorriso lo strappa. Nel complesso molto meglio di altre pellicole simili.
B. Legnani: Operina che colpisce chi non conosceva i Gatti, ma dalla quale, chi già bene li conosceva, si attendeva un poco di più. Film disuguale, ma con qualche momento esilarante. Il film in cui i Gatti fanno le comparse ha lo straordinario titolo "La dottoressa del distretto / ogni sera ci ha il vizietto / di portarsi gli alpini a letto". Il Papa, vedendo i Gatti per tv, fra una risata e l'altra dice "Gaudeamus! Gaudeamus!" Ci sono Lauzi, Bologna, Jimmy il Fenomeno...
MEMORABILE: Il citato titolo del film con Orchidea.
Dusso: Forse meriterebbe mezzo pallino in più, ma è un film molto simpatico (sicuramente ricorda Johnny Stecchino). Ballerina è esilarante, anche se la sceneggiatura non gli offre tutte le gag sperate. Menzione particolare per la coppia Sperandeo/Lo Verso - veramente perfetti per i loro ruli - con Sperandeo spassoso ogni volta che apre bocca (e poi la sua mimica facciale è sempre straordinaria)!
Siska80: Forse il ruolo più bello e complesso affidato a una Hepburn totalmente in parte (una giovane suora colta e intelligente divisa tra il desiderio di rispettare le regole e quello di sovvertirle): ritmo sostenuto nonostante la durata importante, belle location, valido cast, trama con uno snodo ben articolato, (anche perché si ispira a fatti veri) e un finale per nulla scontato.
Homesick: La scuola leoniana impartisce le sue lezioni anche Oltreoceano: Gries ne assimila l’enfasi posta sulla violenza, la spiccata caratterizzazione dei personaggi (Brown, Lamas, Reynolds), le commistioni con ironia ed erotismo – la Welch blocca un convoglio con una doccia, la Miranda mostra fugacemente il seno – e la location spagnola, pur fotografata con un senso dello spazio tutto americano. La trama è resa difficoltosa da frequenti lentezze e punti morti, ma si ridesta nel gran finale con l’assalto al treno tra sparatorie, esplosioni e linciaggi. Ispirato allo sterminio Yaquis del 1912.
Ultimo: Ennesima pellicola con Enzo Salvi nelle vesti di Don Donato. Il film tutto sommato si lascia guardare, ma la vicenda è veramente poca cosa e si aggrappa a qualche iniziativa degli interpreti. Meglio la prima parte, con un Enzo Salvi ripetitivo ma quantomeno simpatico. A patto di non aspettarsi nulla di che un'occhiata la si può anche dare. Tra gli altri, discreti Mattioli e la Cruciani.
Parsifal68: Quando Hollywood negli anni sessanta si muoveva per narrare vicende collegate alla II^ Guerra Mondiale solitamente lo faceva in pompa magna e senza lasciare nulla al caso. E' il caso di questo filmone lungo (quasi 3 ore) e denso di spunti retorici ma comunque ottimamente realizzato e magistralmente interpretato da grandi attori (Peck, Niven, Quinn, Papas, Quayle). Il ritmo è incalzante e la tensione quella giusta. Nomination al miglior film (vinse però il magnifico West Side story).
Il ferrini: La regia di Olivier non è esente da difetti, vedi l'interminabile scena musicata dell'incoronazione, ma come attore è formidabile e nei duetti con la Monroe c'è un'innegabile alchimia nonostante - si dice - sul set lui la malsopportasse. Marilyn è magnetica, sebbene in tutto il film indossi un unico abito e la sua interpretazione, sia nei movimenti che nelle espressioni, è davvero perfetta, tant'è che vinse il David. Molto bravi i caratteristi, dal maggiordomo alla regina madre, e in generale un film leggero, dalla trama semplice e lineare. Più scoppiettante il primo tempo.
Androv: Film che tratta un argomento spinoso con tatto, forse grazie al minor bacchettonismo dell'epoca. Il lavoro non è male, nonostante la recitazione un po' amatoriale (ma funzionale). Calà funziona bene, la parte del bambinone gli si addice in modo perfetto. Ottima la piccola Gravina e Ricky Tognazzi, che nonostante lo stile naif riesce a essere funzionale. Il film possiede una sua poesia, riuscendo a gestire una situazione delicata con rara scioltezza, cosa non facile. Interessante l'inserto onirico-musicale alla Thriller. Finale scontato e tronco, ma resta un tentativo coraggioso.
Noodles: Discreto film marittimo di guerra, a tratti molto intenso. Parte male, poco interessante, lento e farraginoso, ma poi all'improvviso si risistema e si fa godibile, a tratti anche emozionante. Monoespressione ma di grande intensità la prova di John Wayne, mentre non convince il personaggio di Lana Turner. Lo spunto e la trama sono già visti, ma vale la pena di vederlo, anche per le belle scene sull'isola, a metà film.
Siska80: Evviva, finale con doppio bacio! Già, perché le protagoniste sono due donne identiche che decidono di scambiarsi i ruoli per qualche tempo, con tutti i prevedibili qui pro quo conseguenti (com'è possibile che amici, parenti e colleghi di lavoro non si accorgano di nulla non ci è dato saperlo): trama assurda vista decine di altre volte (e con risultati migliori, seppur lievemente) per questa commediola natalizia priva di mordente nella quale - a fronte di un cast modesto - spicca esclusivamente l'effervescente Lind, ma la cui visione rimane comunque a discrezione dello spettatore,.
Homesick: Unico western di Vancini, segue le varie diramazioni del genere - condanna ingiusta, vendetta, traffici d’armi e bande rivali di leoniana memoria – che lo script di Di Leo sviluppa ricorrendo a quel connubio tra violenza ed ironia già sperimentato con successo per Tessari. Il meglio si trova alla partenza (l’evasione dal campo di lavoro e la seduta dal barbiere) e all’arrivo (l’asso nella manica che conclude la lunga sparatoria), ma il film enumera altri buoni momenti garantiti dalla prestanza di Gemma e dal vigore di Rabal e di caratteristi come Sanmartin, Cobianchi d’Este, Pajarito, Corra.
Nando: Discreto prodotto di animazione che offre colori luminosi e scintillanti con personaggi simpatici. Belle le ambientazioni carioca; la storia appare tuttavia troppo semplicistica con vicende non propriamente esaltanti. Piacevole il doppiaggio italiano.
Siska80: Trentenne celibe privo di velleità genitoriali impara ad apprezzare la famiglia grazie a un caso fortuito. I francesi dimostrano ancora una volta di avere l'occhio vigile sui temi d'attualità affrontando il complicato rapporto adulti/bambini (rapporto spesso goffo, soprattutto quando ci sono di mezzo alcuni papà di oggi non ancora abituati ad adempiere agli stessi doveri di una madre). Purtroppo, tuttavia, le situazioni presentate sono banali. il finale prevedibile e buona parte del cast è fastidiosamente sopra le righe: un'occasione sprecata, il film risulta in sostanza mediocre.
Redeyes: Ancora una volta è forte la contradditorietà di Fantozzi: laddove da una parte se ne apprezza e loda la sagacia e la grottesca resa dei nostri vizi e virtù (poche), dall' altra si rimane soffocati da un eccessivo ricorso al tragicomico. Difficile rider di gusto alla seconda visione, difficile non cominciar a provar tristezza per il povero Ugo, ormai logoro, ma difficile anche non pensare che siamo o saremmo un po' tutti dei mentecatti Fantozzi. Alcune scene son comunque strepitose!
Magi94: Commedia brillante di Woody Allen, che mischia gag comiche appartenenti al suo periodo d'esordio con un umorismo più raffinato dai molti spunti filosofici, dando vita ai vari duetti tra Woody e Diane Keaton che poi rivedremo in Io e Annie. Anche se sono presenti scene non riuscite sul piano della commedia, sono numerosissimi gli spezzoni esilaranti, sia dal lato puramente comico che da quello intellettuale: si gioca dissacrando le grandi domande filosofiche e chi se le pone. Costumi curati che riportano in una Russia idealizzata dei romanzi dell'800.
MEMORABILE: Le smorfie da corteggiamento di Woody, che non ha paura di ridicolizzare l'idea di "mascolinità"; "Possiamo smetterla di parlare di sesso?".
Tarabas: Torna Samuel Gerard, il cacciatore di evasi de Il fuggitivo, stavolta in cerca di un comune assassino, almeno in apparenza. Ovviamente non è così. Parte bene, rispettando le attese di un buon film d'azione e intrattenimento, poi però la trama accumula elementi sempre meno credibili, finendo in una baracconata che risulta implausibile. La trama spionistica regge fino a un certo punto e poi deraglia anche quella, tra agenti doppi, spie vendute e tutto nel fracasso più totale. Molto inferiore al riuscito primo capitolo.
Cotola: A dirla tutta pensavo molto peggio. Non si discosta troppo dall'originale (già di suo non certo una perla del genere) che avrebbe dovuto però essere svecchiato maggiormente e invece fa registrare sì qualche buon momento, degli attori non male (almeno rispetto al solito), qualche sana ed efficace spruzzatina di gore ma anche tanto (troppo) deja-vu con i soliti militari folli e cretini e l'ennesima
fuga contro tutto e contro tutti. Per essere un remake risulta onesto ma anche abbastanza spento.
Tarabas: "Accountability". Autorevolezza. Affidabilità. Capacità di suscitare rispetto. Se metti Eastwood in un film, la sua accountability ti condiziona, perchè la sua faccia non può mentirti. Così, sarò indulgente verso questo filmino scritto in modo così convenzionale da consentire esatti pronostici dei destini di ciascun personaggio alla sola entrata in scena. Cast notevole, grande Goodman, misuratissimo e perfettamente in parte, bravi i giovani (persino Timberlake). Ha un futuro da heavy rotation sui Bellissimi di Rete4.
Markus: Film per napoletani, ma forse nemmeno costoro troveranno empatia con questi personaggi così tronfi di cliché. C'è da dire che il film è scorrevole, ma con la stessa facilità fallisce sul piano della risata e appare forse più convincente in certe dinamiche della delinquenza locale qui mostrata. La pecca maggiore risiede nella scelta del caratterista Giovanni Esposito promosso a protagonista, evidenziandone qualche limite. Meglio Francesco Di Leva.
Xamini: Di riflessioni sul sesso e le sue patologie ne esistono, là fuori. Questa è una variante spagnola, edulcorata da un po' di ironia che produce una commedia godibile, ma anche smussata e senza particolari slanci o affondi, al punto da diventare quasi un film sentimentale. Andrà bene se siete in cerca di qualcosa di leggero sul tema.
Herrkinski: Visto in lingua comanche, si fa apprezzare maggiormente la ricostruzione d'epoca, pur con qualche licenza storica, e le prove del cast di nativi; si nota anche la volontà di tornare alle atmosfere del prototipo, anche se l'ampio utilizzo di CGI risulta a tratti pacchiano, specialmente nella prima parte con gli animali selvatici. Di certo da un prequel era lecito aspettarsi qualche tipo di background dei "predatori", mentre bisogna accontentarsi di una sorta di semplice reboot settecentesco, totalmente privo di novità sostanziali; ben fatte le scene di lotta, ma è tutto quel che c'è.
Rambo90: Il detective Dooley è perseguitato da un maniaco che vuole ucciderlo: mentre cerca di scoprire chi è deve anche fare i conti con l'età avanzata del suo cane Jerry Lee. Sequel discreto, dove pesa sicuramente la confezione da prodotto DVD rispetto a quella cinematografica del precedente. Le scene action sono comunque ben realizzate (soprattutto la sparatoria iniziale) e Belushi con la sua simpatia sa tenere in piedi anche i momenti più infelici del copione. Non male.
Mickes2: Da non conoscitore/fan della saga ho trovato interessante la rivisitazione di Mendes: uno 007 non più perfetto che deve fare i conti con i propri limiti, sopratutto fisici. Una caduta dal cielo e la dolente risalita per riaffermarsi come uomo, prima di tutto. Se dal punto di vista estetico il film luccica, lo stesso non si può affermare per lo script, che convince in parte peccando in prolissità negli snodi conclusivi; compensa con un villain ferocemente hannibalesco e una gestione adeguatamente bilanciata tra action e studio dei personaggi.
Siska80: Ragazza non proprio irreprensibile ha l'opportunità di cambiare il suo destino grazie a un trio di fantasmi e a Santa Claus... Più che una commedia, un film comico che sfiora la parodia horror (Sloane seppellisce due ex fidanzati nel giro di un paio d'anni); eppure, nonostante l'assurdità dell'intreccio, il film non è affatto male, anzi riesce spesso a divertire grazie soprattutto al contributo di un cast adatto (principalmente la simpatica Christina Milian, già vista in Un Natale perfetto).
Belfagor: Ennesima tirata per i capelli della storia antica: questa volta viene preso di mira il crollo dell'impero romano d'Occidente e il destino di Romolo Augustolo. Svuotata di pressoché qualunque riferimento storico, la pellicola si riduce ad una mera storiella dal retrogusto fantasy ma non troppo, carica di banalità e piuttosto derivativa. Decisamente sprecata la presenza di attori quali Firth e Kingsley.
Belfagor: Un impenitente dongiovanni riceve una dickensiana lezione dai "fantasmi" delle sue ex-fidanzate. Nonostante lo spunto letterario sia interassante, il film lo declina nei modi più banali della commedia romantica, senza mai puntare in alto. Da apprezzare, comunque, la prova della Garner (che conferisce personalità a una storia d'amore altrimenti piatta) e del divertente Douglas.
Puppigallo: Torna l'Harry Potter Olimpico in un sequel ancora più pagliacciata del precedente. E' arduo salvare qualcosa, perchè anche gli effetti visivi di un certo livello ormai non sono più una rarità. Se non altro, questa seconda parte è coerente con la prima, continuando a caricaturizzare maldestramente i vari personaggi, buoni e cattivi (il ciclope ha un parco giochi e sembra Predator formato gigante). Se poi aggiungiamo, battute da quattro soldi, momenti quasi imbarazzanti (le tre tassiste, l'Olimposta, gli spot) e un inutile Cronos, ecco che il filmetto vietato ai maggiori è servito.
MEMORABILE: Il torobot scatenato; "Lui è un ciclope". "E' meglio chiamarlo ocularmente svantaggiato..."; Gli zombi megamostrintestinali...mah
Puppigallo: Buon bellico che si avvale di un ritmo pressoché costante e, soprattutto, riesce a disegnare in maniera piuttosto convincente i vari personaggi, sia all'interno del carro (i russi e un afgano), che all'esterno (i mujahidin), comprese le donne, molto meno propense a fare sconti. Purtroppo si esagera, perdendo in credibilità, nella parte finale; e proprio con l'elemento femminile. Comunque, la tensione viene creata in maniera efficace, tanto all'interno del carro quanto tra gli inseguitori, che non sono più al sicuro degli inseguiti. Meritevole di visione.
MEMORABILE: Schiacciato dai cingoli; "Dammi un uomo da smembrare!"; Il delirio del capo carrista (la fine dell afgano); "Quando siamo diventati noi i nazisti?".
Kinodrop: In un paesino che più tetro e plumbeo non si può, si consuma una variante di un mito ancestrale dei nativi americani, mischiato a velleità socio-psicologiche legate a una realtà di abusi e di violenze familiari. Un horror dal ritmo piuttosto greve che va per le lunghe, quasi relegando sullo sfondo la presenza mostruosa che solo nel finale si manifesta tra le penombre e gli squarci di luce nella miniera da cui si è originata la contaminazione. Una scrittura piatta con attori piuttosto modesti e un parco orrifico ridotto al minimo e lasciato furbescamente all'immaginazione.
G.Godardi: Commedia on the road girata "velocemente", che anticipa Tangentopoli. Corbucci non ha certo la mano leggera e in certi punti è volgarotto (vedi il "pacco" posticcio di Pappalardo), ma è indubbiamente divertente. Fa piacere vedere Dorelli in forma per una delle sue ultime sortite al cinema. Villaggio funziona molto di più quando fa il genovese puro che quando si mette a fantozzeggiare. Alcuni passaggi sono un po' illogici, così come il finale è troppo forzato. Comunque si lascia guardare.
Neapolis: Raramente guardo i film d'amore, ma la trama di questo mi incuriosiva molto: ci racconta per vent'anni la storia di un giorno (il 15 luglio), dell'amore/amicizia tra Emma e Dexter tra alti e bassi della loro vita e del loro rapporto. La loro inafferabile voglia di amarsi e di essere felici è ostacolata dai rispettivi caratteri ma alla fine tutto sembra si risolva; ma come tutti i film d'amore il destino è in agguato... Da vedere per gli amanti del genere.
Rigoletto: Il lavoro di Fincher merita sicuramente tutto il plauso perché riesce a sfornare e condurre coerentemente una storia nuova e affascinante; una vita alla rovescia, da una nascita geriatrica a una morte neonatale. Lo fa avvalendosi di elementi importanti quali un cast convincente e una buona sceneggiatura. Pur senza mai andare sopra le righe riesce a tenere viva l'attenzione dello spettatore nonostante il rovescio della medaglia segni un tempo narrativo lento e una durata complessiva di oltre due ore e mezza.
MEMORABILE: L'eccellente attenzione nel tratteggiare tutti i personaggi secondari.
Luchi78: Film tra i più "lenti" di Franco, abbinato a musiche sinfoniche e un'ambientazione prettamente sadiana. Montaggio realizzato con inquadrature spesso in controluce, scelta della quale mi sfugge il significato, dilata i momenti musicali e accompagna spesso con voce narrante i torbidi dilemmi dei protagonisti. Piacevole la coppia femminile protagonista, anche se è la Romay con la sua sensualità innata a conquistare la scena erotica appena il suo mentore gliene dà occasione. Vivacità zero, finale estenuante.
Lupoprezzo: Torres & co. riprendono in mano le dinamiche di Buried e decidono di farcirle di edificanti patriottismi americani in una sequela di improbabili situazioni da rasentare il ridicolo. La claustrofobia presente nel film di Cortés va a farsi friggere in un nanosecondo (ma non era questo l'intento, purtroppo), per sbragare nel patetico e nella candid camera più tronfia. Il doppio coup de theatre è incredibile oltre che mortificante per lo spettatore, il quale a quel punto si sente irrimediabilmente preso per i fondelli.
Motorship: Davvero niente male questa commedia natalizia di Brizzi. Un film invero senza nessuna pretesa, questo sì, ma comunque abbastanza simpatico, divertente e comunque con qualche buona trovata. Inoltre il cast è ottimo: Abatantuono è il migliore assieme alla Finocchiaro; Bova se la cava molto bene, così come anche la coppia Bisio-Gerini. Menzione d'onore per la Barzizza in un ruolo gustoso, così come per Gigi Proietti il quale, nonostante faccia solo un cameo, lascia davvero il segno. Da vedere se si vuole passare una serata in relax.
Cotola: Quarto capitolo dello "sporco" ispettore con Eastwood in cabina di regia oltre che attore. Il risultato è più che buono e sicuramente migliore dei capitoli precedenti (fatta eccezione, ovviamente, per il primo della serie). Divertimento, violenza, citazioni... insomma tutto quel che si può chiedere ad un solido film di genere come ormai, purtroppo, se ne vedono sempre meno.
Pinhead80: Ennesimo film sul mito vampiresco, che come novità propone un'inedita location, ovvero l'Alaska (l'ambientazione sembra più quella di La cosa). Durante un mese di oscurità strane creature seminano la morte in un paesino dimenticato da Dio. Francamente convince a metà, in quanto ci sono alcune forzature registiche e non sempre gli attori sono all'altezza della situazione. Di positivo c'è però da segnalare un'ottima suspence che aleggia su tutta la pellicola.
Puppigallo: Sono robotte da orbi anche in questo quarto capitolo, dove più che altro si capisce quanto queste
Bayracconaction puntino decise ai piccoli e al pubblico asiatico (l’aggiunta dei dinosaurobot). Detto ciò, tocca sorbirsi, come al solito, dialoghi modello base, personaggi caravelinici, con obbligo di gnocca e tanta fuffa tappabuchi tra un pirotecnico combattimento e l’altro. Nel suo genere può avere un suo perchè (svela le origini dei robot), ma ciò non giustifica l'ultraminutaggio e l’aver voluto ancora più umanizzare i transformer (fisionomia e espressioni del volto; un fasidioso scimmiottio).
MEMORABILE: La fine di uno dei personaggi non robotici (cotto a puntino...finalmente); "I contratti, come gli umani, scadono"; Il volo con umani riafferrati.
Galbo: In questo film dei Wachowski brothers, Matrix incontra Harry Potter: è una strana combinazione tra fantascienza e fantasy, con il solito eletto coinvolto nei destini dell'universo. Peccato che in questo guazzabuglio cosmico, piuttosto appagante visivamente, i due registi non riescano a lasciare una traccia personale, come invece accedeva nel loro precedente e controverso film, ma si limitino a "dirigere il traffico"; ne deriva una pellicola che si dimentica in fretta nel mare magnum di film simili e con una protagonista inadatta. Mediocre.
Blutarsky: Commedia d'azione valorizzata dalle interpretazioni degli attori, simpatica baracconata girata discretamente da Dean Parisot. Al cast confermato si aggiungono la Zeta-Jones e Hopkins. La storia perde un po' in linearità e semplicità rispetto al primo capitolo, ma complotti e pericoli nucleari permettono al film di usufruire di diverse location (alcune cartolinesce) in giro per il mondo. Ironico e godibile nella sua basicità. Il cast simpatico e affiatato riesce a intrattenere ed elevare un prodotto altrimenti di routine.
MEMORABILE: I battibecchi Willis-Parker; L'interrogatorio della Mirren.
Berto88fi: Pur non tra gli apici del regista, siamo di fronte a un buon noir. Curata la messa in scena e innegabile lo stile in regia, ma che affianca scene di forte impatto con altre più statiche e tediose, eccedendo nelle sequenze splatter, chiudendo la pellicola senza un degno e soddisfacente finale. Mortensen davvero azzeccato e in parte, ben coadiuvato da Mueller-Stahl e Cassel.
MEMORABILE: Il triste canto della giovane prostituta; L’affiliazione ufficiale al clan; La sigaretta spenta in bocca e poi... via le dita!
Maxx g: Marco Bellocchio analizza questa volta il sistema giornale, il sensazionalismo dei quotidiani dell'epoca e lo fa con uno sguardo attento, spesso feroce. Siamo poco dopo il '68, le lotte politiche divampano, la destra e la sinistra si affrontano in singolar tenzone, quasi come Bizanti (Volontè) e Roveda (Garriba). In mezzo, un presunto caso di violenza carnale e la volontà di creare un caso espiatorio in redazione. Merita di essere visto e rivisto, per uno spaccato dell'Italia che fu e per riflettere sulla situazione attuale del nostro paese. Grande Volontè ma anche la Betti. Grande.
MEMORABILE: Il cameo di Bellocchio; I dialoghi tra Bizanti e Roveda.
Galbo: La spia di Philip Seymour Hoffman (grande interpretazione la sua, ma tutto il cast è su alti livelli) è l'antitesi del personaggio "bondiamo" e in generale il film fa del realismo la sua cifra narrativa. Nonostante il ritmo sia cadenzato, si avverte eccome la tensione di un lavoro fatto di attese e parecchio "dietro le quinte". Funziona l'ambientazione metropolitana volutamente anonima, e in genere il film appare la prosecuzione stilistica del precedente lavoro di Anton Corbijn ma è artisticamente più riuscito. Un buon film.
Pigro: Il vergognoso caso giudiziario di plagio che coinvolse Aldo Braibanti viene rievocato insieme alla figura di partigiano e intellettuale del protagonista, condannato perché omosessuale nell’Italia del 1968. Bel documentario che si avvale di testimonianze, pezzi di repertorio, documenti e ricostruzioni di dialoghi, che compongono un appassionato invito alla memoria e un richiamo alla libertà dell’uomo. Il montaggio incalzante e la ricchezza di informazioni e suggestioni incalzano così lo spettatore verso la conoscenza e la responsabilità.
Lovejoy: Modesta commediola diretta senza particolare estro da Mogherini e interpretata da un cast decisamente svogliato. Villaggio replica all'infinito il personaggio fantozziano per eccellenza, bistrattato da tutto e tutti; Banfi si limita a sciorinare tutto il suo collaudato repertorio fatto di "Madoonna.. " e cose simili; Moschin non crede per nulla a quello che fa e lo si vede chiaramente. L'unico divertente risulta Bucci: un po' poco per una pellicola di novanta minuti.
Siska80: I triangoli sentimentali, quelli che proprio non vai a cercarti ma ti mandano inevitabilmente in confusione. Pur non essendo il massimo dell'originalità e scontando un finale prevedibile, questa garbata commedia riesce a coinvolgere lo spettatore per la capacità di affrontare un tema serio in maniera scanzonata, proponendo una coppia di protagonisti simpatica e affiatata (le espressioni di lui in particolare strappano il più delle volte un sorriso, così come la colonna sonora allegra). Utile mezzo di intrattenimento, sicuramente migliore di alcune pellicole pseudo romantiche attuali.
Daniela: Negli anni 30 una giovane donna lascia famiglia e fidanzato per diventare suora missionaria in Africa. Carattere fiero ed indipendente, già dal noviziato trova molta difficoltà ad adattarsi alle rigide norme monastiche... Meno banalmente edificante di quel che si potrebbe immaginare, considerato soprattutto l'epilogo, un film dalla struttura complessa che soffre di un ritmo altalenante e di troppi stereotipi nella parte ambientata in Congo, ma contiene buone pagine ed evita facili derive sentimentali. Bella confezione e buona prova del cast con Hepburn intensa in un ruolo difficile.
Kinodrop: Una cena ultraesclusiva per pochi ricconi, organizzata da uno chef stellato su un'isola, si tramuterà portata dopo portata in una specie di horror-thriller dai connotati un po' fumosi oltreché artificiosi. Parrebbe una critica facile al mondo del gourmet sofisticato dominato dalla alterigia di chef dittatoriali, ma in realtà l'accento è focalizzato sulla patologia e la follia di un dominatore e di chi a lui si sottomette. La prima parte promette qualcosa, ma lo sviluppo è poco rigoroso e opera per sterili aggiunte che non alzano di un grado la temperatura emotiva. La boria è servita.
MEMORABILE: La didascalia maniacale delle varie portate; La connivenza tra lo chef e il personale; Il liberatorio cheeseburger.
Tarabas: Psichiatra forense superstar viene coinvolto in una serie di omicidi che richiamano quelli commessi dall'ultimo serial killer che ha contribuito a far condannare. Pasticciatissimo thriller ad alta percentuale di paranoia diffusa, che moltiplica le false piste in mancanza di una sceneggiatura decente. Cast femminile patinatissimo con Pacino nel ruolo del sultano, unico maschio per quanto truccatissimo e piuttosto svogliato. Spiegone finale di una povertà strepitosa. Tremendo.
Reeves: Trama poco credibile (l'assedio nel fortino abitato da contadini messicani è demenziale, sia dal punto di visti degli assediati sia da quello degli assedianti) e il vecchio Malasomma non sa mettere nel western lo stesso ritmo che sapeva infondere alle commedie dei telefoni bianchi. Eppure riesce ad avere un suo fascino, anche perché il continuo scontro tra i due banditi alleati loro malgrado riserva i colpi di scena che il sottotesto giallo invece delude.
Herrkinski: Sorta di remake di Malabimba (ce n'era bisogno, eh?). Non si capisce bene il perché di questa operazione. Caratterizzato da una breve durata e da uno svolgimento confusionario, probabilmente dovuto a tagli effettuati per il mercato "tradizionale" (pare che la versione originale includesse inserti hard). Noiosissimo ed imbarazzante, privo di qualunque interesse. Anche peggio di Malabimba.
Il Gobbo: Oggetto di esteso (e preventivo) vituperio, è un prodotto né migliore né peggiore di tanta robaccia che circola impunemente sulle tv nazionali spacciata per fiction edificante, ma non meglio recitata né diretta. Casomai ad apparire folle è l'idea di farne un prodotto per le sale quando il piccolo schermo pareva la destinazione naturale e inevitabile. Posture e riprese dei protagonisti rafforzano il sospetto che il vero target di Troppo belli non fossero le donne. La marca d'abbigliamento, Datch, occupa ogni inquadratura come una Pejo d'antan.
Giùan: Lo stanco menage tra la bizzosa Taeko e il paziente Mokichi si scuote quando la nipote Setsuko si ribella alla consuetudine di un matrimonio combinato. Remake de La ragazza cosa ha dimenticato?, è tra gli Ozu più compiuti e ai quali sono personalmente più affezionato. Riflessione sul logoramento di un rapporto di coppia, la cui profondità si salda con la naturalezza della messa in scena e l’umanità della mdp. Elementi eterogenei (il pachinko, le distanze generazionali) concorrono senza forzature moralistiche all’esaltazione del rigore e della semplicità.
MEMORABILE: La straordinaria scena “fenomenologica” di Taeko che, in treno, pensa alla situazione col marito tra stazioni e ponti ferroviari.
Rambo90: Film di avventure piuttosto lento: nonostante una gran varietà di avvenimenti (soprattutto nella parte sull'isola) non si decolla mai del tutto. Inoltre, se Wayne è a suo agio nel ruolo del granitico capitano, meno consona sembra la Turner, con cui non trova mai l'affiatamento giusto. Belli i colori e le ambientazioni, ma forse sarebbe servita una regia più fluida, anche perché in alcuni punti sembra un film di almeno dieci anni prima. Mediocre.
Belfagor: Una commedia d'ambientazione ferroviaria dovrebbe filare con brio e velocità, invece questo film è gradevole quanto un ritardo firmato Trenitalia. Le vicende narrate con pretese da commedia corale ondeggiano fra il noioso e l'irritante (le velleità registiche sono davvero artificiose), con personaggi privi di interesse e pochissima spontaneità. Il migliore è un pur sbiadito Mastandrea, la Forte si impegna ma serve a ben poco. La prossima volta prendo l'autobus.
Siska80: Blogger frustrata "cacciatrice di maiali" (ossia fedifraghi) incontra Calvin, pronto a dimostrarle che esistono uomini capaci di essere fedeli: chi vincerà la sfida? Innocua commedia che sfrutta i social per raccontare una storiella banale e prevedibile da capo a coda. Il cast è alquanto modesto (si salva in calcio d'angolo giusto il protagonista, simpatico e con una recitazione meno straripante), i personaggi stereotipati e la noia la fa da padrona. Trascurabile.
Zio bacco: L'ho odiato fin da ragazzino. Il film, che è una macchia nelle carriere di Castellano e Pipolo, non paga dazio solo per l'incredibile carrellata di sciocchezze. Raramente, infatti, capita di vedere piccoli protagonisti così odiosi, le cui "marachelle" non sono solo volgari, ma anche inutilmente diseducative. La presenza di ottimi caratteristi sullo sfondo praticamente passa inosservata, dinanzi a una sceneggiatura terribile. Un peccato che certe commedie per bambini fossero montate con simile noncuranza. Pessimo.