Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Luchi78: Sicuramente parecchio al di sotto del Caruso Pascoski di padre polacco, ma non così male come lo si dipinge. La storia strizza l'occhio alla commedia più classica, dove il lato comico ed irriverente lascia il passo a qualche sentimentalismo in più e, a onor del vero, anche a qualche scelta poco azzeccata (Platinette che fa la suora transessuale???). Mancano dei comprimari all'altezza e se ne avverte il peso, la Dazzi è quasi una macchietta, mentre la Serafini è fin troppo freddina nel ruolo fondamentale della figlia.
Il Dandi: Il reportage del prologo in stile Comizi d'amore sembra promettere un film che purtroppo non c'è: nel tentativo di cavalcare l'onda del dibattito d'attualità sul divorzio Sordi non riesce ad andare oltre la solita goliardica tirata d'orecchi all'ipocrisia del borghese cattolico che in realtà mantiene più famiglie in parallelo. Riciclo degli anni '50 e, quel che è peggio, non fa nemmeno ridere. Solo per completisti o per curiosi delle epifanie stracult (Dario Argento, Eugene Walter, Marina Morgan, Enza Sampò...).
Ruber: Adesso capisco perché la premiata ditta Izzo e family ha smesso di fare film insieme... diretti poi dalla Izzo stessa... Sceneggiatura scadente, cast che non viene minimamente sfruttato e dove forse solo il povero Covatta con la sua spontaneità campana e qualche battuta salta il dirupo; gli altri ci cadono in pieno; il figlio della Izzo è irritante nel parte del burino coatto. Le storie sono assurde e non si ride mai.
MEMORABILE: La "ninna nanna" simulata sotto le lenzuola da Abatantuono e Cucinotta per distrarre i bambini dalle loro performance amorose!
Nando: Commediola che s'ispira ai classici della cinematografia americana con risultati scadenti nonostante la discreta verve dei due comici nostrani. Il travestimento femminile è simpatico ma altamente improbabile e costellato di battute e doppi sensi da trivio.
Rambo90: Divertentissima commedia degli equivoci anni '60. La storia mette insieme quanti più fraintendimenti e situazioni equivoche possibili, creando un ritmo veloce e simpatico, che non ricorre mai alla volgarità. I fratelli Carotenuto in coppia sono formidabili, supportati da una bravissima Franca Valeri e dai gustosi duetti fra la Maggio e la Palumbo, in più c'è la bellissima (e brava) Sylva Koscina a fare da pomo della discordia. Un film frizzante e godibile, retto da situazioni risapute ma sempre coinvolgenti, quasi impossibile oggi. Notevole.
Siska80: Una giovane (e bella, come di consueto) in cerca di una famiglia per dodici cuccioli abbandonati troverà inaspettatamente anche l'amore (un tipo affascinante, neanche a parlarne). L'idea di partenza non è affatto male anche se i cagnolini purtroppo non sono altro che un pretesto per la solita commediola/fiaba natalizia che si conclude con l'immarcescibile bacio a suggello dell'amore sbocciato tra i due interpreti principali (inizialmente, e prevedibilmente, in rapporti non ottimali). Da vedere solo se non si ha nulla di meglio da fare.
Tarabas: Una famiglia di Quaccheri viene coinvolta suo malgrado nella guerra civile, quando reparti sudisti arrivano al confine dell'Indiana per razziare approvigionamenti. Contro i principi religiosi della sua comunità, il figlio maggiore si unisce alla milizia volontaria generando una crisi familiare. Il tema avrebbe potuto essere molto interessante, il cast avrebbe permesso di volare ben più alto, ma il film sbaglia tono e mescola senza molto costrutto momenti spassosi (lo scettico paterfamilias Cooper duetta con la devota moglie-predicatrice) e il dramma della guerra. Occasione sprecata.
Markus: La Seconda Guerra Mondiale è appena terminata e una combattente francese, Angélina, rientra in aereo in patria restando all'apparenza vittima. Tutti la danno per morta ma Sebastien, con il suo fido Belle, ci vuole vedere chiaro. Come già il titolo espone, le avventure del ragazzino con il bel cane dei Pirenei continuano incessantemente. L'opera di Christian Duguay risulta ben realizzata, con il gusto e il denaro necessario per coinvolgere il pubblico in "avvincenti" peripezie tra severi boschi, insidie montanare e la cattiveria dell'uomo.
Herrkinski: Meravigliosa epopea mafiosa di uno Scorsese ai massimi livelli, coadiuvato da un cast splendido; dagli ormai classici protagonisti fino alle figure di contorno non c'è un volto fuori posto, le interpretazioni si amalgamano alla perfezione lasciando i riflettori all'attore di turno a seconda della microstoria raccontata, con Pesci e Liotta a brillare in particolare. Realistico, con un montaggio magistrale, movimenti di mdp sinuosi e una fotografia magnifica, violento il giusto e raccontato con uno stile che non annoia nemmeno per un istante; solo Casinò può competere a questi livelli.
MEMORABILE: L'incipit giovanile; Le parti con Pesci; La carrellata con Liotta e la futura moglie attraverso le cucine del ristorante.
G.Godardi: Truffatore per caso incontra un truffatore professionista: daranno avvio ad una proficua società. Secondo film per Ale e Franz dopo il farsesco La terza stella. Qui siamo nei pressi invece di una commedia più strutturata che lascia poco spazio a demenzialità cabarettistiche. La prima ora è molto buona, con una sceneggiatura ben scritta e arguta ricca di momenti spassosi. Poi però di colpo tutto si affloscia nell'ultima parte del film, con l'entrata in gioco delle compagne dei due protagonisti. Come se la sceneggiatura si fosse inceppata. Peccato.
Piero68: Chiaramente il film non può che ricordare Attila e L'armata Brancaleone in chiave post-moderna. E però l'idea di partenza non è malvagia e le gag divertenti non mancano, grazie soprattutto all'eterogeneità dei vari personaggi. Anche la sceneggiatura, che può sembrare scontata, riesce a riservare qualche sorpresa. Numerose la partecipazioni "famose" ma sul cast, più di ogni altro, svettano sicuramente i due pugliesi Solfrizzi e Abbrescia (anche se il secondo ha molto meno spazio del primo). Numerose anche le citazioni.
Siska80: Mentre partecipa a un concorso di decorazioni, una giovane donna si imbatte in un ex con figlioletta a carico. In sostanza, trionfo del già visto con l'aggravante della totale assenza di un qualsiasi, anche banale, colpo di scena che possa risollevarne in parte le sorti. Si guarda più per forza di inerzia che per reale curiosità visto che tutto scivola via come olio dalle prime immagini e nemmeno l'ambientazione natalizia riesce a coinvolgere appieno forse a causa di una coppia di protagonisti anonima e poco convincente (la ragazzina è invece simpatica).
Enzus79: Al Pacino e Robert De Niro insieme: sarà un capolavoro? No. Trama con un finale che già si capisce a metà del film ma che nonostante tutto coinvolge abbastanza. Meglio Al che Robert (interprete di un personaggio proprio antipatico).
Mark70: Ha il fiato corto il quarto film di Verdone, che sembra quasi un remake allungato dell'episodio di Mimmo da Bianco, rosso e Verdone. La storia del bamboccione che si innamora della modella comincia a mostrare la corda a metà del film; poco plausibile la Hovey come top-model (ma poi possibile che la madre tirannica la lasciasse sola intere giornate con il professore?), prevedibile il finale e nonostante qualche battuta azzeccata alla fine ci si annoia un po'. Consigliato solo ai fan di Verdone.
Rambo90: Fumettone d'avventura d'altri tempi, che conserva però ancora un certo ritmo (soprattutto nella prima parte, la migliore) e può contare sulla regia salda di Wellman che in fatto di costruzione della vicenda ci sapeva fare. Wayne è particolarmente gigioneggiante qui, parla da solo e fa molte battute sopperendo col carisma a una sceneggiatura non sempre interessante. Buona l'alchimia con la Bacall (che infatti sarà scelta come partner per il suo addio al cinema) e spettacolare il bombardamento finale da parte dei cinesi comunisti. Godibile.
Homesick: Pur non abbandonando del tutto i canoni tradizionali del western italiano, Ferroni si concentra sull’aspetto psicologico, presentando un pistolero-clown incapace di uccidere a causa di un trauma infantile. Steffen è più espressivo del solito e il cast enumera una serie di volti noti dai ruoli incisivi, come il cattivo Cianfriglia e Pazzafini direttore del circo. Bravo il piccolo Stefanelli.
Silvestro: Un Verdone in tono minore ma che dimostra comunque la sua abilità di fare cinema anche in assenza del brio e delle idee che ne hanno caratterizzato i giorni migliori. Un film quindi gradevole, anche se privo di spessore drammatico e della verve comica tipica del regista romano. Come sempre Verdone si conferma attore di livello e la sua interpretazione aiuta e non poco il film a tenersi in piedi.
Homesick: Perde mezzo pallino davinottico per quel finale rosa che sembra stato concepito apposta per il grande pubblico, ma il maestro Robert Wise sa mantenere la vicenda sempre tesa, definisce le contrastanti psicologie dei vari personaggi - mai monodimensionali - e sintetizza i temi classici del western: l'amicizia virile, l'etica del lavoro, la difesa della proprietà privata, la natura, la giustizia, la vendetta e il perdono. Eccezionale James Cagney. La giovane Irene Papas esporta a Hollywood la sua inconfondibile maschera drammatica.
MEMORABILE: La punizione inflitta da Cagney ai ladri-torturatori di cavalli, costretti a camminare scalzi per ore e ore sotto il sole e su terreni accidentati.
Daniela: Il film che aveva fatto ben sperare in Noyce, rivelatosi in seguito regista piuttosto mediocre. Partenza a razzo (l'incidente d'auto), poi una lunga parentesi sommessa (il dolore per la perdita del figlio, la crociera come terapia per ricominciare a vivere) prima dell'incontro con il naufrago. E da qui la doppia partita (quella della moglie sola con il folle sulla barca, quella del marito sull'altra imbarcazione in avaria) si fa molto serrata. Ben interpretato, sfrutta gli ambienti ristretti a contrasto con la vastità oceanica. Da vedere.
Rambo90: Ordinaria amministrazione e nulla più. La sceneggiatura fin dal principio propone tutte le svolte più prevedibili e classiche di un western, caratterizzando i personaggi il minimo che serve a delineare chi sono i buoni e chi i cattivi. Anche la regia di Walsh è meno ritmata del solito e nonostante la breve durata ci si annoia un po'. Hudson poco in parte, molto meglio i vari cattivi (tra cui un sottoutilizzato Marvin). Mediocre.
Rambo90: Una bella fotografia, regia ancora salda di Castellari, musiche niente male e un cast ben assortito; purtroppo manca qualcosa... forse i tempi del western italiano sono ormai tramontati e il prodotto, pur godibile, non divent mai imperdibile. Franco Nero ha ancora il carisma necessario al suo ruolo, Saxon è un grande cattivo e non mancano sparatorie e momenti violenti, ma i fasti di Django sono lontani. Comunque guardabile.
Belfagor: Il racconto di Fitzgerald era lungo una ventina di pagine: forse non era il caso di stirarlo così tanto. La prima ora è scorrevole e ben costruita, ma poi il film si sfilaccia e diventa prolisso, con un gran dispendio di forze e un altrettanto grande spreco di occasioni. Commovente prova d'attrice per la Blanchett, che evita di rendere stucchevole il suo personaggio. Incredibile il make-up, giustamente premiato con l'Oscar. La prossima volta, meno minuti e più profondità.
MEMORABILE: Le sequenze dell'uomo colpito da sette fulmini.
Stuntman22: Divertente ma macchinoso l'ultimo film della serie storica di don Camillo, con una trasferta in Russia ricreata dalla produzione nelle campagne italiane. Cast ricco ma non sempre in palla. Molto bella la Granata, straripante la burrosissima giostraia veneta della ventiduenne Marina Morgan, tengono ancora banco Urzì (che ha più spazio del solito) e il più marginale Smilzo di Marco Tulli. Spiccano i lineamenti angolosi del pope ortodosso di Muller, futuro Visconte Cobram fantozziano. Resta divertente, anche se ormai piuttosto ordinario.
MEMORABILE: Il pope che pesta il burocrate russo; La Traviata nel kolchoz; "Glielo consegniamo legato e impacchettato".
Anthonyvm: Sottovalutato e divertente sexy-thriller depalmiano, trionfo di stile e citazionismo (anche autoreferenziale) come il fruitore abituale si aspetta, consciamente irrazionale e persino umoristico nella sua improbabilità (e la maestria con cui il regista trasforma un twist ending da insulti in un gioiello paranormale di incastri fatalisti merita da sola un inchino). Anche se non tutto funziona (Banderas è un po' fiacco), resta un'opera avvincente (proemio di pura suspense), sensuale (l'innaturale splendore di Romijn-Stamos), formalmente meticoloso (dal montaggio alla fotografia). Buono.
MEMORABILE: Il tentato furto al festival di Cannes; Il suicidio della sosia; L'incidente col camion; La danza di Romijn-Stamos; Sul ponte; L'ultimo quarto d'ora.
Piero68: Incassare oltre il miliardo di dollari non è da tutti. Farlo con un film che ha zero idee è da geni del marketing. Certo, le riprese in IMAX3, gli effettoni e tutto il resto. Ma qui siamo probabilmente alla peggiore pellicola della serie, in ordine di sceneggiatura. Con tanti vuoti narrativi, un montaggio stranamente scadente e un cast che fa rimpiangere persino l'antipatico Labeou, perché Wahlberg non riesce a entrare nel personaggio nemmeno per un minuto. Meno male che Tucci ci mette sempre il cuore (alla fine infatti sarà il migliore).
Lele Emo: Film horror senza lode e senza infamia. Caratteristici i vampiri che risultano affascinanti grazie ad un trucco davvero eccezionale. Complessivamente però troppo lungo, con a mio avviso molti "vuoti" che lo rendono un po' "barboso" in alcuni passaggi. La tensione è abbastanza alta soprattutto inizialmente, prima che i vampiri siano "rivelati", poi durante lo svolgimento si familiarizza e l'effetto decresce notevolmente. Finale che distrugge ogni tentativo precedentemente intrapreso. Globalmente appena discreto.
Nicola81: Regista che in passato aveva dimostrato maggiori ambizioni, Hyams dirige il classico action americano anni '90, incentrato sulla figura dell'ennesimo protagonista solo contro tutti. Qui, a dire il vero, il personaggio di Van Damme, almeno all'inizio, non ha connotati propriamente eroici, ma quando i soliti ex agenti CIA che hanno saltato il fosso (altra novità!) prendono in ostaggio anche la sua bambina, il nostro si scatena e il film scivola sempre più nell'inverosimile. Si può vedere, per carità, ma a patto di tenere il cervello in standby.
Taxius: Black Dawn è un qualcosa di indefinibilmente brutto e ridicolo a partire dal grassissimo protagonista, talmente gonfio da non riuscire nemmeno a muoversi: eh sì, perché Steven Seagal non si muove e in tutte le scene d'azione è ripreso di spalle o da lontano con una controfigura che pesa 30 Kg di meno. La trama non esiste, la noia abbonda e la qualità della recitazione lascia a dir poco a desiderare. Allucinante.
Ultimo: Non ho visto l'originale ma questo remake non mi è parso gran cosa, probabilmente a causa di un cast sottotono e una regia televisiva. Poco convincente è sopratutto il protagonista, colui che dovrebbe portare avanti la vicenda. Meglio la seconda parte, con un aumento di tensione negli ultimi venti minuti e un finale tutto sommato riuscito. Manca qualcosa nella sceneggiatura, che lascia qualche punto in sospeso. Mediocre, ma sufficiente.
Disorder: Emma è forse il personaggio più interessante mai uscito dalla penna di Jane Austen: bella e superficiale ma non frivola, intelligente e cinica ma non priva di bontà, conquista soprattutto per il fatto di essere lei stessa perfettamente cosciente dei propri limiti e per i suoi sforzi per migliorarsi. Gwyneth Paltrow le rende onore con un'interpretazione davvero sublime, eclissando letteralmente il resto del cast. Buone anche ambientazioni e musiche, un po' troppo anonima e poco incisiva invece la regia. Comunque una degna trasposizione.
Ultimo: Thriller non male, ma al di sotto delle aspettative e della sua fama. Certo, Zemeckis si dimostra un regista abile e in grado di girare una pellicola dai contenuti horror qua e là soprannaturali, ma il film non cattura completamente, complice una sceneggiatura prevedibile. Brava e in parte Michelle Pfeiffer, sottotono Harrison Ford. Promosso, ma nulla di più.
Capannelle: Eccellente commedia che vanta una buona scrittura oltre che un cast ben scelto e ottimamente diretto dall'abile Rob Reiner. Lo storytelling, basato sull'incrocio dei punti di vista dei due giovani protagonisti, è condotto bene e senza esagerazioni; ogni tanto il film rallenta, ma sa trovare nella genuinità di fondo una sua validissima caratteristica.
Lovejoy: Commandos angloamericano viene inviato in Jugoslavia per compiere una missione pericolosa: distruggere una diga che si rivela fondamentale ai fini della guerra. Buon ritmo e notevoli le scene d'azione. Eccellente il cast, dominato al solito da un ottimo Robert Shaw e dal nostro Franco Nero.
MEMORABILE: L'emozionante preparazione della distruzione della diga e il finale con lo scambio di complimenti tra i protagonisti.
Daniela: Aspiranti Robin Hood che rubano a fin di bene ingaggiano un ladro più maturo per mettere a segno tutti insieme un colpo grosso... Harlin in caduta libera in questo brutto clone di Ocean's eleven che tenta di imitarne il glamour ma inciampa in sequenze di imbarazzante cattivo gusto. Completano il disastro gli stereotipi a manetta, la fastidiosa ed onnipresente voce off, la banale ost modaiola, una certa dose di razzismo e le prestazioni mediocri del cast: se i giovani sono inconsistenti quanto bellini, Brosnan pare annoiato e Roth dà il peggio di sé. Da dimenticare al più presto.
Ultimo: Ennesima pellicola con Enzo Salvi nelle vesti di Don Donato. Il film tutto sommato si lascia guardare, ma la vicenda è veramente poca cosa e si aggrappa a qualche iniziativa degli interpreti. Meglio la prima parte, con un Enzo Salvi ripetitivo ma quantomeno simpatico. A patto di non aspettarsi nulla di che un'occhiata la si può anche dare. Tra gli altri, discreti Mattioli e la Cruciani.
Vanessa: Certamente, da una struttura di base così buona, si poteva realizzare un prodotto decisamente migliore senza per forza imboccare le solite ed ormai consuete strade... Performance più che sufficiente per tutti gli attori, dalla piccola Dakota Blue Richards fino alla bellissima Nicole Kidman, ad eccezione del mediocre Daniel Craig. Regia di Chris Weiz molto attenta all’aspetto scenografico. Nel complesso film gradevole ma senza pretese!
Ishiwara: Lo schema del primo episodio funzionava bene, quindi si è continuato sulla stessa linea. Cambiamento fondamentale l'inserimento di Pesci, che porta la coppia a diventare un terzetto ed a spingere maggiormente sull'umorismo. Mantenere lo stesso regista dà una continuità apprezzabile allo stile, ma la sceneggiatura è profondamente diversa: si punta più in basso e si appiattiscono i personaggi. Rimane godibilissimo, ma qualcosa si è perso. Peccato.
MEMORABILE: La bomba sotto il WC; l'apparizione di Glover al consolato sudafricano.
Viccrowley: Dopo più di un decennio dal capostipite e con l'interludio di orribili spin off, tornano gli scatenati protagonisti originali per un ultimo, beffardo saluto. Jim, Finch, Oz, Stifler e Kevin sono cresciuti ma restano in fondo i soliti goliardici ragazzoni pronti a far bisboccia e a correre dietro a improbabili gonnelle. La riunione è un pretesto per riunire la banda e per riallacciare i rapporti, ma la vita adulta porta problemi e un velo di malinconia. Gag divertenti e grande feeling tra i protagonisti ne fanno forse il capitolo migliore.
MEMORABILE: Stifler e la mamma di Finch; La mamma di Stifler e il papà di Jim.
Teddy : Sulla carta avrebbe dovuto essere un delirio collettivo e metropolitano, invece il film di James DeMonaco è un incubo privato, sottilmente moralista, incentrato sulle faide interpersonali di una famiglia borghese all’interno di una villa-prigione. Funziona ma senza alcuna pretesa politica, ritmicamente supercollaudato e con una buona dose di frastornante violenza. Sempre bravo Ethan Hawke.
Siska80: Non ci si lasci ingannare dalla nuova ambientazione (l'Andalusia), giacché la sequenza narrativa è la solita: ecco infatti giungere anche in quel di Spagna un problema da risolvere, un avversario da fronteggiare, quindi la svolta risolutiva nell'ultimissima parte. Gli scenari sono senza ombra di dubbio spettacolari e la full immersion nella natura è talmente imponente da dare al film l'aspetto di un documentario sui cavalli; proprio per questo il coinvolgimento dello spettatore risulta minimo e il risultato finale è nel complesso mediocre, quanto lo fu nei capitoli precedenti.
Minitina80: Riesce la commistione tra thriller e soprannaturale, legandosi bene le due componenti in un intreccio dal sapore classico eppure sempre efficace. Superba Michelle Pfeiffer, capace di restituire un’interpretazione profonda e dalle molteplici sfaccettature, a rubare la scena a chiunque osi gravitarle attorno. La regia di Zemeckis è ponderata e ordinata, dimostrando di guardare ai maestri del genere per la compostezza delle riprese e la gestione dei tempi. La tensione si avverte sulla pelle e non manca quell’ambiguità diretta a fuorviare lo spettatore, immancabile in questi contesti.
Capannelle: Come in molte commedie degli ultimi lustri si cerca di far ridere e commuovere sommessamente, senza cercare drammatizzazioni artificiose e inserendo rapporti di coppia che nascono dalle situazioni più improbabili. Anche come personaggi non propone scavi o variabili di chissà quale pregio, ma si può dire che le loro relazioni funzionino e siano tratteggiate con cura. I riferimenti alla Dolce vita felliniana aprono e chiudono il film: pur rimanendo sullo scolastico aggiungono qualcosa di piacevole.
Tramestio: La Santa Follia della "Pulzella d'Orleans" viene, nella visione del regista, privata della santità. Rimangono dunque la follia, l'ossessione, la schizofrenia. E rimangono i conflitti, le lotte, le vendette, presenti e confliggenti nella mente dell'adolescente Giovanna, sanguinose e truculente nelle tante scene di battaglia, vellutate e velenose nelle vicende inerenti gli intrighi di corte. Lode alla protagonista, alle prese con uno dei pochi ruoli importanti della sua carriera, onor di firma per Hoffman e Malkovich. Da vedere, senza attendersi il capolavoro.
Galbo: Già roccioso eroe di film d’azione, Chan si ricicla brillantemente nei panni di un padre che cerca vendetta in un film sospeso tra thriller politico ed action movie. La regia è di Campbell che memore dei suoi trascorsi “bondiani” dirige in modo ottimale le scene d’azione. Ma il film, complice una buona interpretazione di Brosnan, funziona anche nel rapporto denso di ambiguità tra i personaggi che tentano di fare prevalere la convenienza politica a scapito delle ragioni della giustizia. Un buon film.
Ryo: Herbert Ballerina l'ho sempre adorato, quando diretto da Maccio Capatonda: ha un timbro di voce e una parlata che si associano a ottimi tempi comici naturali. Diretto da Enrico Lando e nel ruolo da protagonista assoluto, la sua forza caricaturale viene meno; facendo ridere sì, quando parla, qualunque cosa dica, ma spesso scadendo in gag ridicole e dall'effetto imbarazzante, ed è stranissimo vederle contrapposte a diverse trovate intelligenti e dal ritmo giusto. Grandioso Tony Sperandeo (che a volte sembra il vero protagonista del film), divertente Maccio.
MEMORABILE: La contrattazione "2 euro!"; "Attenzione che se si stressa troppo... poi si ritrova con un buco in testa!"
Il Gobbo: Lenzi ha frequentato solo tangenzialmente il western; questo dei due è il migliore. Peter Lee Lawrence è un obiettore di coscienza (!), che però impugnerà le colt per vendicare i genitori. Lo aiuta un predicatore bellicoso (John Ireland), ma ci si potrà fidare? Film dall'andamento canonico, fino a una sequenza quasi horror (l'evasione di un gruppo di pazzi, capitanati da uno spiritato Fajardo, che mettono a ferro e fuoco il villaggio) che apre un profetico squarcio su certo cinema lenziano che verrà.
Rambo90: Fumettone d'avventura d'altri tempi, che conserva però ancora un certo ritmo (soprattutto nella prima parte, la migliore) e può contare sulla regia salda di Wellman che in fatto di costruzione della vicenda ci sapeva fare. Wayne è particolarmente gigioneggiante qui, parla da solo e fa molte battute sopperendo col carisma a una sceneggiatura non sempre interessante. Buona l'alchimia con la Bacall (che infatti sarà scelta come partner per il suo addio al cinema) e spettacolare il bombardamento finale da parte dei cinesi comunisti. Godibile.
Puppigallo: Più che di boxe si parla del passato che ritorna, trasformando un'amicizia fraterna in un misto di odio-invidia. Detto ciò, seppur qua e là ci si ricordi che sarebbe pur sempre un film sul pugilato, purtroppo, persino durante gli incontri (anche accettabili) bisogna sorbirsi un doppiaggio dei commentatori dei match non all'altezza; e questo fa sì che la sensazione sia di artificioso, nonostante si tenti di sporcarlo un po' con vecchie storie da strada. Oltre ad alcune belle riprese durante i match, alla fine resterà solo la simpatia della figlia, molto più sveglia del padre.
MEMORABILE: Lo studio di Creed del punto debole nel primo match; "Sei vecchio e scassato"; Il poderoso montante dell'avversario al ralenti.
B. Legnani: Decamerone di medio livello (ragionando nell'àmbito del genere, ovvio), grazie ad una vicenda di una accettabile compattezza. Bella la sfolgorante Femi Benussi (che si rotola pure tra i fiori), mentre provocantissima è la smaniosa Orchidea De Santis, con cintura di castità. Sguaiato Don Backy, che parla con una tonalità campana non sempre chiarissima. Meglio Puntillo. Importante ruolo per Fulvio Mingozzi. Guardabile, ma solo se si amano genere e periodo.
Rambo90: Una sorta di pazzo mondo giocato secondo i canoni della comicità di Mai dire Gol e simili. Peccato che il cast affollato e l'idea tutto sommato simpatica non riescano a salvare l'operazione, affossata da una sceneggiatura confusa e da un ritmo troppo frenetico per essere compreso in pieno. La simpatia della Gerini e di altri personaggi permette di sorvolare sulla pochezza delle gag, ma alla fine rimane impresso ben poco, se non l'incredibile caos dell'insieme. Aldo, Giovanni e Giacomo giocano abilmente la carta del cinismo. Mai davvero divertenti i commenti della Gialappa's.
Taxius: Uno scienziato riesce a clonare moglie e figli morti in un incidente stradale, purtroppo la società proprietaria delle attrezzature lo scopre e cerca di impossessarsi dei cloni. Mediocre film di fantascienza che dopo una prima parte molto promettente si affloscia nella seconda con tutta una serie di banalità uscite dalla sagra del già visto. Alla fine una visione gliela si può anche dare; e poi c'è Keanu Reeves, che anche in questi film non delude mai.
124c: Uno dei primi film con la bella attrice australiana Nicole Kidman, ambientato in alto mare e che nonostante un cast complessivo che ammonta a sole tre unità, regala suspense e tensione dall'inizio alla fine. Sam Neil si riconferma il grande professionista che è anche come marito di Nicole, ma pure Billy Zane come naufrago psicopatico è davvero in parte. Nulla di trascendentale, ma riesce a tenere il pubblico attaccato alla sedia fino alla conclusione e a rivelare il talento di un'attrice che con gli anni saprà fare di meglio.
Belfagor: Nuti riprende il personaggio di Caruso Pascoski per una commedia drammatica basata sulle incomprensioni fra genitori e figli. L'intento può anche essere valido, ma la realizzazione fa acqua da tutte le parti: le gag valide si contano sulle dita di una mano, la morale è composta da un paio di lezioncine spicciole, manca del tutto l'alchimia fra padre e figlia, i comprimari (inclusi la Dazzi e Remotti) aggiungono poco o nulla, quella che vorrebbe essere una maggiore maturità è solo una zavorra. Imbarazzante.
MEMORABILE: I palloncini che scoppiano (scena indubbiamente trash); Mazzo di fiori contro moscone.
Galbo: Uno dei personaggi più riusciti del film dei Coen torna in un film che è una via di mezzo tra un sequel e un remake. Convincono la caratterizzazione del personaggio, oltre che la raffinata e spassosa interpretazione di Turturro che incarna Jesus alla perfezione e che trova un ottimo partner in Bobby Cannavale, meno la trama poco organica e più fatta di momenti assemblati e il deludente personaggio della Tautou. Ottima invece la breve prova della Sarandon.