Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Siska80: Giovane orco distratto sprigiona il male facendo resuscitare i defunti, mentre Goku deve vedersela con un demone pericolosissimo. Episodio di media durata che può contare su un ritmo inarrestabile, su una trama interessante e protagonisti (buoni e cattivi) che sono la vera forza trainante della vicenda. Per essere un prodotto Anni Novanta non ci si può altresì lamentare né dell'animazione, né tantomeno del design dei personaggi, invero particolarmente curato. In definitiva buono nonostante il lieto fine ovvio, e diretto a un pubblico eterogeneo.
Didda23: Berg non ha mai fatto film eccezionali, nonostante sappia destreggiarsi bene nell'uso del mezzo cinemtografico. In questo caso, con una sceneggiatura più che discreta, riesce a confezionare un film che, seppur non indimenticabile, sa intrattenere a dovere lo spettatore. L'atroce vicenda è trattata con i giusti crismi senza troppi eccessi nella drammatizzazione degli eventi, conferendo un giusto tono realistico. Non male il cast capeggaito da Mark Wahlberg che si trova benissimo in ruoli del genere. Un film solido e ben realizzato.
MEMORABILE: L'analisi delle immagini delle telecamere per trovare gli attentatori; Il rapimento del ragazzo asiatico; La guerriglia urbana.
Reeves: Un film sorprendente per molti motivi. Ad esempio è una delle prime volte in cui si parla della contrapposizione tra militanti del PCI e "cinesi" (le scritte fatte da Ric e Gian), tema tipico di quegli anni per Bellocchio ed altri. Poi c'è uno spogliarello maschile. E c'è una straordinaria presa in giro delle doti amatorie di Walter Chiari. Insomma, tante belle sorprese. E anche Peppino non se la cava male, come parodia dei latin lovers.
MEMORABILE: I militanti del PCI scoprono le scritte e inseguono i sedicenti maoisti.
Mco: Quando si approccia un lungometraggio di più di due ore e mezza la prima cosa a venire in mente è: "Riuscirò a resistere senza interromperne la visione?". In questo caso, la risposta è affermativa, grazie anche alla dinamicità del plot, sempre alquanto innovativo col progredire del minutaggio e alla bravura degli interpreti. La coppia commissario-barista come killers non è roba da tutti i giorni. Se ci si aggiunge che lui è il mitico Girone si intuisce la forza di questa opera. Piacevole anche la Grimaldi (nuda per un nanosecondo).
MEMORABILE: La tortura alla Grimaldi, dentro uno spazio chiuso e claustrofobico.
Gabrius79: Spumeggiante e frizzante commedia francese "on the road" diretta dal sempre bravo (nel suo genere) Claude Zidi e con un Coluche divertentissimo e decisamente in forma. Ci sono svariate gag (a volte estreme come quella del pizzico di zanzara) che fanno ridere e decollare il film. Sicuramente un piccolo gioiellino del cinema francese da recuperare.
B. Legnani: Il vero protagonista della pellicola è Saro Urzì, che sforna una favolosa prestazione sul grottesco, con la quale cattura in modo magnetico lo sguardo e l'attenzione. Poi si ricorda Leopoldo Trieste, anch'egli maschera grottesca. Curiosamente passano in secondo piano i due giovani, per quanto decisamente bravi. Film forse meno graffiante rispetto all'ottimo Divorzio all'italiana, ma parimenti imperdibile.
Rikycroc77: Film che meritava un budget maggiore e un trattamento più autoriale, considerata la povertà della messa in scena e l'eccessiva fretta di raccontare in tre distinti blocchi l'intera storia. Avrebbe guadagnato di più in profondità e caratterizzazione dei personaggi se si fosse concentrato solo su un preciso episodio del racconto. Tuttavia Van Peebles riesce a infondere dramma e umanità alla storia, con un terzo atto che ci ricorda quanto la guerra spinga a compiere gesti atroci contro la nostra volontà. Non perfetto, ma onesto e con molto cuore.
MEMORABILE: L'attacco del sommergibile all'Indianapolis, intenso e drammatico; L'incontro tra McVay e il comandante giapponese.
Gabrius79: Un film con dei bei paesaggi sicuramente, però chi spera di farsi un bel po' di risate col buon Brignano rimarrà deluso. Il film è noioso e mancano veri e proprio colpi d'ala. Anche la presenza di Pannofino non riesce a sollevare questa commedia piuttosto spenta. Peccato.
Capannelle: Scrittura e fattura del film sono dimenticabili, i due protagonisti non proprio azzeccatissimi ma un paio di cose allietano la visione: il ritmo, anche sonoro, delle scene di inseguimento nella parte centrale e la versatilità con cui Crowe assolve al suo compito di bulldozer stermina tutti. Crowe parte senza indugio e raggiunge il top (aggiungendo la componente verbale) nella scena del fast food. Nel prosieguo però scivola nel parodistico e sia lui che la Pistorius non sono in grado di riscattare una sceneggiatura già didascalica di suo.
Daniela: Perdigiorno viene rimorchiato da una sventola mozzafiato che cerca di coinvolgerlo in un grosso furto, ma il tizio è meno sprovveduto di quel che sembra... Il romanzo di Elmore da cui è tratto il soggetto era stato già trasposto sullo schermo nel 1969 in un film non particolarmente riuscito per colpa di una sceneggiatura ed una regia poco grintose. Le cose non migliorano molto in questo remake, ma il tono più leggero ed ironico rende lo spettacolo gradevole. Decisiva in questo senso la presenza di Owen Wilson che, come recita in una nota pubblicità, è "il biondo che non impegna".
Giùan: Summa del cinema totoesco o meglio sarebbe dire di come Totò avrebbe voluto fossero il suo cinema e il suo personaggio. In effetti non c'è dubbio ci sia, rispetto alla serialità parodistica e clamorosamente guittesca dei Totò-film, una scrittura più attenta e partecipe che però, se da un lato regala al Principe notevoli sfumature malinconiche, d'altro canto esaspera e lusinga certi aspetti qualunquisti della maschera. Resta comunque un'opera imprescindibile per comprendere l'uomo (stratificato) e l'attore (straordinario). Impagabile la scelta di Stoppa-Caporale per tutte le stagioni.
Rambo90: Dopo il flop di OcchioPinocchio, Nuti torna a raccontare una storia semplice, di quelle che gli son sempre venute molto bene. Il risultato riesce a metà, con una prima parte molto divertente e recupera tanto della sua surrealità poetica. Lui stesso sembra più in palla come attore rispetto al film precedente e trova nella Ferilli la giusta musa. Peccato che nel secondo tempo la storia corra troppo, scivolando verso il finale in maniera repentina e sbrodolandosi nella sceneggiatura. Comunque non male, con alcuni fantastici colpi di biliardo e alcuni movimenti di camera interessanti.
Viccrowley: Non sazi di millemila film celebranti la retorica americana, si torna a combattere e dopo vietnamiti, russi e iracheni si tirano in mezzo i bosniaci. Wilson come action hero c'entra come la neve a ferragosto e i cattivi hanno lo spessore della carta velina, piazzati lì solo per magnificare la potenza morale dell'esercito Usa. Derivativa ai massimi livelli, la vicenda non riesce a distinguersi nemmeno sul versante action, riducendosi a un continuo saltellare tra mine e proiettili nel tentativo di trovare un senso. Mezzo pallino in più per un grande Hackman.
Skinner: Uno dei film meno noti di Marlon Brando, è uno dei film più politici mai prodotti nella Hollywood classica, vale a dire fino ai '70. Al di là della struttura molto classica del film, di alcune inutili divagazioni e di prevedibilità evitabili, il discorso politico è ricco di notazioni non ovvie e molto coraggiose per il tempo su temi tabù come colonialismo e imperialismo americano. Film più che dimenticato, rimosso.
Hackett: Ennesima declinazione dell'amore idealizzato e portato sullo schermo da Pieraccioni, che cerca di fare il suo meglio ma si appoggia a una sceneggiatura poco ispirata, quasi un pretesto per mettere il regista toscano ancora una volta sulle tracce di una bella ragazza. Alla fine il buon Leonardo se la cava meglio di tutti, ma i comprimari (dalla Barbera al duo Habere e Papaleo) hanno personaggi troppo stereotipati e ridondanti, che stancano a metà film.
Galbo: Coproduzione diretta a quattro mani da Baldi e Thorpe, la cui storia è basata sulla guerra tra Tartari e Vichinghi. L'ambiente medioevale che fa da sfondo al film è tutto sommato ben ricostruito. La storia, sia pur non molto originale, è abbastanza avvincente e il film si segue fino alla fine grazie anche (e forse soprattutto) all'eccellente cast impiegato.
Pinhead80: Non si può di certo annoverare tra i migliori film del regista toscano. Pochissimi i momenti divertenti e pure la storia non riesce a intrigare a dovere. Anche il cast femminile appare sottotono rispetto agli standard a cui Pieraccioni ci ha abituato. Dimenticabile.
Berto88fi: Ultimo film della trilogia eastwood-iana di Van Horn, che si affida a qualche sprazzo d'humor e alcune valide scene action per mascherare una sceneggiatura dal fiato corto. A mortificare il prodotto contribuiscono i cattivi di turno, che sembrano gente decisamente poco sveglia uscita da un fumetto; brava e simpatica invece la Peters. Sul genere, decisamente più godibile il precedente Filo da torcere.
Reeves: Interessante digressione di Corbucci nel mondo del cinema in costume, con una truce storia (scritta con Luca Ronconi!) che coinvolge i Borgia, una compagnia circense, sordidi odi e amori disperati. Gli attori sembrano un po' spaesati ma la storia è talmente caratterizzata dalle tinte forti che il film si fa vedere ugualmente; testimonia un'epoca nella quale tutto era possibile, anche che Ronconi scrivesse per un film dichiaratamente popolare.
Siska80: La trama è piuttosto machiavellica (due fratelli eroi racchiudono dentro di sé la metà di un un pericolosissimo mostro e c'è chi trama già alle loro spalle), eppure intrigante anche perché il corto ha l'intelligenza di mescolare in maniera bilanciata momenti carichi di tensione durante i quali avvengono violenti scontri ad altri umoristici a cui contribuisce la gestualità un po' esagerata dei personaggi principali. Design, animazione ed effetti speciali sono soddisfacenti e si passa volentieri sopra a un finale politicamente corretto che vede il bene trionfare ancora una volta.
Enzus79: Ispirato a una storia vera. Si mescolano dramma e soprannaturale per raccontare tematiche di amore ed elaborazione del lutto. Purtroppo il fim non è riuscito granché: troppo statico, offre pochi spunti di interesse. I personaggi perdipiù non coinvolgono: stereotipati o freddi. Edoardo Leo in un ruolo che poco gli si confà, al contrario della Porcaroli. Colonna sonora modesta.
Galbo: Grazie ad un macchinario di Van Helsing, il genero di Dracula si trasforma in un rettile mostruoso e lo stesso conte acquisisce caratteristiche umane. Il quarto capitolo della serie dedicata all’hotel dei mostri è il migliore dai tempi del capostipite, grazie sopratutto alla trovata dell’umanizzazione del protagonista, che, grazie ad una sceneggiatura brillante, è il pretesto di gag brillanti condotte con ritmo elevato. Non mancano i riferimenti più seri, come quello del ricambio generazionale. Come sempre elevato il livello dell’animazione. Ottimo anche il doppiaggio.
Redeyes: Dopo le prime due debordanti pellicole, geniali sketches più che veri e propri film, arriva questa terza fatica che non fa sbellicare dal ridere come i precedenti ma piace. Un amaro ritratto d'amicizia. Buona la sceneggiatura, certo non è da Palma d'oro, ma nemmeno, poi, così stiracchiata. Alcuni momenti sono comunque spassosi, ma per lo più si sorride riflettendo e non è cosa da poco. Merita senza dubbio una visione.
Panza: Solito action che ha le sue fondamenta (non solidissime) negli effetti speciali, certamente spettacolari e fatti con un'ottima computer grafica. Le fondamenta non sono molto solide, appunto perché tolto ciò il film diventa fumo senza arrosto. Le parti riempitive sono abbastanza inutili e strappano qualche risata a fatica (ad esempio l’inizio). Comunque un film che si lascia vedere (con le dovute cautele).
MEMORABILE: La battuta su Jerry Lewis: molto squallida.
Markus: Un fatto di cronaca del 1997 (il film è ambientato in quell'anno) trasformato in una pellicola "demenziale". Appare sin da subito chiaro che la spina dorsale è la verve del protagonista Galifianakis ma, ahimè, sul piatto del divertimento ci sono ben poche portate. La pellicola "gira" male, con momenti di vuoto piuttosto evidenti; fatto curioso e per certi versi disastroso per un film americano che, alla mancanza di espressività (tipica invece del nostro umorismo), dovrebbe supplire con la scrittura. Si ride davvero troppo poco per essere indulgenti.
Cangaceiro: Stavolta Leone si accoda alla "moda" del western politico, arrivando per ultimo in ordine di tempo e riproponendo i suoi inseparabili stilemi. Primissimi piani alternati a panorami amplissimi, scene madre memorabili unite a lungaggini inutili, colonna sonora morriconiana da far vibrare l'anima. L'impressione è che in questo genere il caro Sergio avesse già dato tutto e che il film non è che il preludio a C'era una volta in America, con la storia incentrata sull'amicizia tra i due protagonisti, i numerosi flashback e un finale brusco ed enigmatico.
MEMORABILE: Le umiliazioni iniziali subite da Miranda, il crollo del ponte, l'ultimo flashback.
Viccrowley: Ad inizio anni 80 la coppia Spielberg/Lucas riscrive i connotati al cinema d'avventura classico, incidendo a fuoco nell'immaginario collettivo il professor Jones, archeologo fascinoso e avventuriero, saggio e al contempo spaccone. Nel suo esordio Indy è alle prese con la ricerca della leggendaria Arca dell'Alleanza affiancato dalla bella Marion e opposto ai nazisti, suoi nemici giurati. Fin dalle prime battute si profilano situazioni che diverranno archetipiche nel cinema d'azione a venire, con un connubio perfetto fra paura, commedia ed emozioni.
MEMORABILE: "E tu cosa fari Indy?" "Non lo so, in qualche modo mi arrangerò!"
Paulaster: Omosessuale in crisi e rockettara sbandata scendono per l’Italia anche alla ricerca di se stessi. L'inizio, con descrizioni abbozzate e momenti sospesi, fa presagire il polpettone ideologico sulla paternità, invece verso la fine la riflessione migliora e diventa intimista. Ragonese che non ha la stoffa per il ruolo e Marinelli con buone espressioni ma che non sembra sempre a suo agio. Regìa che cerca di essere autoriale ma gli stacchetti musicali danno l’impressione di allungare il brodo. Note sul folclore italico lasciano il tempo che trovano.
MEMORABILE: Marinelli che si guarda nello specchio appena truccato.
Rambo90: Parte bene con il solito sicario che vuole ritirarsi, costretto a un ultimo incarico dal suo mentore e dal fatto che potrebbe diventare lui stesso bersaglio. Poi però si sfilaccia man mano, introducendo troppi personaggi e dando molto spazio a una Rapace troppo sopra le righe per risultare minacciosa. Colpi di scena telefonati e finale anticlimatico, ma se non altro le scene action sono dirette con competenza. Simpatico Golding come protagonista, Neill sempre gradito.
Taxius: Due pianeti Terra l'uno l'esatta copia dell'altro in un sistema che ne può reggere solo uno e con quindi i rispettivi abitanti che cercano di salvare il proprio e far sparire l'altro. B-movie fantascientifico girato con molte scene in prima persona, quindi in puro stile videogame, con pochi mezzi ma comunque buone idee. La trama, originale e affascinante, non sempre è gestita bene e questo è un vero peccato, perché altrimenti questo Kill Switch sarebbe potuto essere un piccolo grande gioiellino. Se lo si prende per quello che è non delude.
Siska80: C'è ben poco di sentimentale in questa commediola che utilizza il Natale come mero pretesto per inserire una sorta di pseudo giallo in un mare di banalità male assortite. Giovane archivista s'innamora di affascinante decoratore e insieme indagano su un fatto davvero singolare... Che si svolgano in un albergo (come in questo caso), in montagna, in California oppure a New York, molte produzioni americane moderne mancano di spessore e originalità. La coppia protagonista è belloccia e se la cava a recitare ma è sprecata, purtroppo.
Nando: La battaglia contro il terrorismo internazionale è affidata oramai all'utilizzo dei droni che talvolta generano dubbi etici e morali coinvolgendo le intelligence di vari stati. Pellicola discretamente realizzata, interessante lo scaricabarile, ma nel finale si sfocia, ahimè, in una retorica spicciola tendente al pietismo. Cast ben assortito e sorprendenti le telecamere volanti.
Siska80: Il film ha il pregio di risvegliare le coscienze portando alla luce un tremendo caso di femminicidio avvenuto in Sicilia qualche anno fa, e lo fa avvalendosi di una coppia di protagonisti all'altezza della situazione (soprattutto l'appassionata e un po' malinconica Vanessa Incontrada). Per il resto, nulla di nuovo: immancabili i problemi di inserimento all'interno della nuova famiglia da parte dei piccoli orfani, le difficoltà economiche degli zii tutori, la lotta per avere giustizia. Merita comunque la visione.
MEMORABILE: I dipinti dei bimbi; L'apparizione della defunta sulla scia di "Dono d'amore" con la Bacall; Il canto corale in auto.
Daniela: Veterinario marpione corteggia la bella vicina di casa che all'inizio resiste e poi ci sta. Travolti dalla passione, i due si sposano ma il destino cinico e baro è in agguato... Titolo banale per un film sentimental-drammatico altrettanto banale nella trama e nella messa in scena di marca piattamente para-televisiva, come dimostra il lieto fine ruffiano. Wilkinson è un attore di indubbio valore e anche Palmer in altre occasioni ha mostrato talento e grinta: entrambi sono sprecati in questa pellicola perdibile senza rimpianti in cui i cani rischiano di farsi ricordare più degli umani.
Minitina80: Impossibile negare la genialità dell'idea di irridere e sovvertire i canoni delle fiabe tradizionali, oltre a quel pizzico di trasgressione che non può che compiacere lo spettatore. Il risultato è una ventata di freschezza capace di divertire e far sorridere in leggerezza, anche per le innumerevoli citazioni che stimolano ancor di più la curiosità. Può permettersi, inoltre, il lusso di esortare a riflettere sul tema dell’accettazione del diverso e sulla vacuità dell’apparire in un certo modo pur di sentirsi parte di qualcosa. Non difetta di nulla per essere apprezzato e consigliato.
Bubobubo: Se Trump è salito al potere è proprio perché l'establishment democratico (la Clinton e l'ex beniamino Obama compresi) gli ha spianato la strada. Il tema, peraltro non risolto, viene affrontato a partire dal suo contorno, dunque, dallo scandalo dell'acqua contaminata di Flint alle proteste di insegnanti e autisti, dalle "solite" sparatorie sino ai nuovi e giovanissimi figliocci sandersiani dem-soc. Più sobrio e serioso del recente passato, assai meno retorico, non graffia ma si lascia apprezzare. Adatto ai tempi di cui intende parlare.
MEMORABILE: La crudele messinscena di Obama con l'acqua municipalizzata di Flint.
Stefania: Le commedie balneari con protagonisti adolescenti, o almeno giovani, possono essere stupide, melense, mal riuscite...ma non tristi. Quelle con protagonisti maturi, come questa, sono invece decisamente tristi, a prescindere dalla qualità della sceneggiatura, che comunque, qui, è mediocrissima. Infatti, l'unico a emergere indenne dalla generale mestizia è Pozzetto, che giovanissimo non è, ma ha una mimica (e un ruolo) da bambinone, oltre a recitare nell'episodio dallo script appena più originale e meglio elaborato. Villaggio si auto-scimmiotta, Banfi non ha alchimia con l'Antonelli, e si vede...
MEMORABILE: La "gamba" di Pozzetto; il duetto di Banfi con la Vukotic che da' una spiegazione psicanalitica del malessere dell'Antonelli.
Enzus79: Uno dei film di Steven Spielberg che, pur avendo un ottimo soggetto e un bellissimo significato, non è tra i più riusciti. La noia non sembra mai sparire e seppur Spielberg abbia girato film molto più "pesanti" di questo, la pellicola in questione sembra non finire mai, dato che la durata eccessiva si fa sentire più terribilmente. Bravissima la Goldberg, meno il regista...
Puppigallo: Prequel realizzato senza un minimo di impegno, che parte persino decentemente ma che col passare dei minuti si mostra per quello che purtroppo è: un ibrido pellicola-videogioco, che degenera sempre più in un mare di buio, spari, rantoli; il tutto senza un minimo di originalità, a parte il discorso dell'orfanotrofio "speciale" e giusto un paio di scene. Se poi si aggiungono attori anonimi e un finale con due esseri, uno più ridicolo dell'altro (il secondo vince comunque per distacco), il risultato non può che essere misero.
MEMORABILE: L'uomo incendiato va alla polizia; L'orfana con maschera storta e capelli che le escono da uno dei buchi per gli occhi; Donna sventrata sul tavolo.
Daniela: Ennesimo film con una fanciulla che spara come un tiratore scelto e mena come un fabbro, tanto da avere la meglio con facilità di scagnozzi grandi come armadi 4 stagioni... Pura routine quindi, ma girata con professionalità da un regista esperto nel genere e messa in scena senza badare a spese quanto ad ambientazioni. Se Jackson resta piuttosto defilato, la bella Maggie Q e il fascinoso Keaton duettano con eleganza rendendo potabile la visione anche se si avverte la mancanza di una sceneggiatura più articolata e meno prevedibile nei suoi eccessi e nella sua inverosimiglianza.
Daniela: I professionisti sono uomini assoldati per liberare una donna rapita da una banda di ribelli messicani. L'impresa è ardua ma non impossibile, tuttavia durante la vicenda i quattro dovranno affrontare non solo tanti pericoli ma anche scelte di ordine morale, dato che la cose non sono come appaiono. Bel western, con una storia avvincente di amicizia virile ambientata all'epoca della rivoluzione messicana. Nello splendido cast figurano autentici assi come Lancaster, Marvin, Ryan, Strode ma il migliore di tutti è Jack Palance.
MEMORABILE: Lancaster dà l'ultimo addio alla guerrigliera messicana
Siska80: La trama è piuttosto machiavellica (due fratelli eroi racchiudono dentro di sé la metà di un un pericolosissimo mostro e c'è chi trama già alle loro spalle), eppure intrigante anche perché il corto ha l'intelligenza di mescolare in maniera bilanciata momenti carichi di tensione durante i quali avvengono violenti scontri ad altri umoristici a cui contribuisce la gestualità un po' esagerata dei personaggi principali. Design, animazione ed effetti speciali sono soddisfacenti e si passa volentieri sopra a un finale politicamente corretto che vede il bene trionfare ancora una volta.
Victorvega: Belle l'ambientazione e l'atmosfera create da questo thriller: notturna, molto poco all'italiana secondo quanto ci ha abituato il nostro cinema. Il punto di partenza è interessante e la presenza di un grande attore come Castellitto curiosa. Tuttavia le grandi premesse si confermano solo in parte perché la storia non cresce del tutto se non nella svolta finale. I toni sussurrati in certi casi non permettono l'immediata comprensione. Valido, meritevole di considerazione ma con il rimpianto di un film non interamente riuscito. Foglietta sempre bella e brava. Curiose le finte location.
Myvincent: La guerra civile spagnola vista da un giovane inglese idealista e vissuta sulla sua pelle fino al punto di farlo crescere in ogni senso e diventare uomo. Il film ha la forma di un racconto a ritroso, ricostruito epistolarmente e ha l'onestà politica di soffermarsi sulle ambiguità e le contraddizioni anche all'interno della parte "rossa" anticapitalista, fra stalinismo e partigianesimo. A volte forzosa e superficiale la recitazione di qualche attore.
MEMORABILE: Il fazzoletto rosso pieno di... terra e libertà.
Jorge: Quarto capitolo per la saga di Craven che, dopo 10 anni, modernizza la storia quanto a premesse, mezzi e motivazioni, riuscendo nell'intento. Per carità, niente di nuovissimo, ma qui Craven dirige con ritmo e gusto, indovinando alcuni momenti. La sceneggiatura ritorna a Williamson, che infarcisce qua e là la storia dei suoi "must" (le regole dei film horror, il "metacinema" etc) ma senza appesantire il tutto. Adeguato il cast (una Campbell matura) e stavolta Craven non fa l'errore di eccedere nella contaminazione horror-commedia. Buono.
Xamini: Lento sì, elegante pure, ma cervellotico. Ci si può chiedere se questa sua peculiarità sia necessaria, sia un marchio del genere. Anzitutto dubito che qualcuno si avventuri in una seconda visione; precisato questo, qualche concessione allo spettatore (alla sua comprensione) l'avrei fatta. Certo, questo senso enigmatico contribuisce a rendere appieno l'atmosfera e a elevare i personaggi sul piedestallo riservato agli agenti segreti. Dunque il gusto rimane. Però che fatica.
Gugly: Si salva giusto la professionalità di Giuffrè ma il plot, che pure sarebbe foriero di situazioni scoppiettanti, è lungo, ripetitivo e la regia, per paura di oltrepassare la linea rossa della volgarità visto il tema pruriginoso, si attesta su situazioni trasgressive all'acqua di rose che inducono al massimo al sorriso. Da ricordare in positivo Banfi mentre la Asti "vorrei ma non posso" isterica è lo stesso personaggio mal riuscito di un film più divertente; stranianti la presenza di un giovanissimo Massimo Dapporto doppiato e la colonna sonora base anche de "Il ballo del qua qua".
MEMORABILE: In negativo il terribile episodio di Crocitti.
Daniela: Una tranquilla coppia borghese resta sconvolta quando scopre che il proprio figlio tredicenne da mesi sta vendendo vari oggetti di loro proprietà, come stanno facendo molti altri suoi compagni, allo scopo di finanziare un progetto speciale... Film pieno di buone intenzioni ma banale fino all'inconsistenza: i ragazzini, anche se sostengono tesi giuste, sono rappresentati come nanetti saccenti, gli adulti non hanno reazioni credibili, le tematiche ambientali sono affrontate con superficialità. Finora la peggiore regia di Garrel, autore di film molto più interessanti di questo.
Taxius: A causa di un video compromettente una ragazza si suicida, ma la vendetta ricadrà su chi l'ha spinta al tremendo gesto. Cyber-bullismo in salsa horror ambientato dentro a un pc durante una chat tra un gruppo di ragazzi che, uno a uno, dovranno vedersela con un misterioso spirito vendicativo. Piuttosto originale e intrigante come film che, nel marasma di horror commerciali adolescenziali piuttosto scadenti degli utlimi tempi, ha il pregio di elevarsi a un livello superiore. Nulla di eccezionale ma almeno si fa vedere.
Disorder: Prima di darsi definitivamente al gossip con il noto sito scandalistico, D’Agostino ci ha provato anche con la satira cinematografica, con risultati purtroppo imbarazzanti. Più che un film, un’accozzaglia semi casuale di improbabili personaggi: Eva Grimaldi aspirante star che amoreggia con un imberbe Bova, Vastano conduttore-trash che spara freddure terrificanti, un sosia di Sgarbi e decine di donnine poco vestite. Verso la fine tocca vedere anche Aldo Busi correre nudo per il set. Terribile.
Pinhead80: A un esperto "cacciatore" di persone scomparse che sono in debito con la giustizia viene affidato il caso di una giovane madre in fuga dal marito. Ci troviamo di fronte a un Eastwood a metà strada tra il poliziotto duro e violento alla Callaghan e uno più mite e ligio che però poco gli confà. I momenti migliori del film sono legati ai metodi anticonvenzionali di cattura che mette in atto il protagonista (a partire da un divertentissimo incipit).
Pigro: À la guerre comme à la guerre: la battaglia per limitare le armi val bene qualche mossa sporca. Anche perché questo film non è tanto sulle battaglie civili quanto sulla figura ambiguamente superomistica della lobbysta, (apparentemente) senza scrupoli, che si aggiunge ai vari protagonisti titanici di molte saghe americane in chiaroscuro. Ritmo serrato e travolgente, con qualche bel momento (il dibattito tv, il colpo di scena finale), ma anche l’insopportabile verbosità tecnica e cavillosa in dialoghi scritti non a caso da un avvocato.