Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Gestarsh99: Girolami e Vitali daccapo assieme per il lancio di un "nuovo" personaggio studiato ad hoc per sobbarcarsi schermicamente l'eredità comico-romanesca di un Pierino in profonda crisi d'identità, prosciugato nel morale dalla pipinara di emuli-vampiro rovesciatasi in sala agli inizi dell'82. Tanto carismatico e ingagliardito l'uno, quanto rattristante e perennemente randellato quest'altro: un cialtronello trasteverino dedito a guasconate fallenti degne di Er più e Rugantino. La voglia di riscossa e divertimento è costantemente castrata dai paliatoni e dai fiaschi sonori incamerati dal protagonista.
MEMORABILE: Il sor Augusto rivolto a Giggi: "Me dispiace, a Giggè, ma la zampogna mia sòna n'artra musica, tiè!" e giù un pernacchione fragoroso.
Daniela: In un antico palazzo romanzo, un anziano principe squattrinato convive con alcuni fantasmi amichevoli. Quando il principe muore incidentalmente, il nipote pensa di vendere l'edificio a speculatori edilizi intenzionati ad abbatterlo... Considerato spesso opera minore, il film di Pietrangeli, che costituisce uno dei pochi esempi di fantasy italiani, è una piacevole fiaba surreale innervata da bonaria ironia, molto curata nella confezione (fotografia di Rotunno, musiche d Rota), interpretata con garbo da un cast di valore, in cui l'unica nota stonata è il doppiaggio di Buazzelli.
Fabiorossi: Probabilmente il film si ispira a vicende già proposte in pellicole precedenti - mi riferisco a La scuola e a Il portaborse - ma anche qui Silvio Orlando riesce a farci vivere con una sorta di benevola leggerezza situazioni che conservano tutta la durezza di una realtà che non tutti conoscono. Il cast, composto anche da attori non professionisti, tende a conferire al film un’aria da home made movie, ma questa caratteristica tutto sommato non guasta quando si vuole raccontare una storia che tutti hanno già, per un verso o per l’altro, vissuto.
MEMORABILE: Silvio Orlando rivolgendosi alla collega Pandolfi: "Anch'io sono pieno di lividi, ma non si vedono perchè sono tutti dentro..."
Puppigallo: Non ha asolutamente la forza del primo capitolo, anche se i protagonisti, per fortuna, non hanno terminato le cartucce da sparare. Assieme continuano a funzionare piuttosto bene, nonostante la sceneggiatura li aiuti poco. Ecco quindi che le loro macchiette diventano indispensabili, per sopperire a una storia scritta solo per farli tornare in azione. Se non altro, la ballerina, che dopo un trauma non riesce più a pronunciare la r, è abbastanza simpatica; e il finale sottolinea il destino di certi personaggi, che Fantozzi esaspererà in seguito (i perdenti cronici).
MEMORABILE: L'uomo del Totocalcio "Picchiatemi!"; Capannelle in ospedale, dopo aver divorato un'enorme quantità di cibo (momento anche triste, visto il responso)
Ultimo: The Departed è un noir di altissimo livello firmato da un maestro quale è Martin Scorsese. Certo, si tratta di un remake quindi la sceneggiatura non è originale, ma la pellicola deve il suo successo a un cast stellare orchestrato al meglio che non incappa mai in momenti statici. Scorsese tiene sempre alto il ritmo e le cose migliori si vedono nei dialoghi tra un ottimo Di Caprio e uno stellare Jack Nicholson, come sempre una spanna sopra tutti. Non male nemmeno Matt Damon. Un po' troppo tirata per le lunghe la parte finale, ma grande cinema.
Ciavazzaro: Atroce, senza mezzi termini. Alessandro Gassman in particolar modo offre una pessima interpretazione. Salvo del cast solo la Merlini e Philippe Leroy in versione Yanez. C'è anche la Arcuri, che anche in questo caso come attrice proprio non convince. Scene assurde, plot mal scritto e confusionario, proprio brutto. Da evitare accuratamente.
Pigro: Brani dell'opera di Mozart in una meravigliosa (in senso letterale) traduzione con i disegni di Emanuele Luzzati animati da Giulio Gianini. I colori e le forme tipiche del grande disegnatore si moltiplicano e reinventano con un parossismo che lascia senza fiato e incanta, sposando perfettamente la musica del "Flauto magico". E' un'esplosione di felicità e fascinazione che incide per sempre nei nostri occhi i personaggi usciti dal sogno fecondo di Luzzati. Che bellezza! Magico, emozionante, divertente, insomma imperdibile.
Caesars: La trama è di un'assurdità unica (non c'è praticamente nulla che possa risultare pur lontanamente credibile), ma è inserita in una commedia ben realizzata, che riesce a farci accettare, durante la visione, anche gli accadimenti più strambi. Non certo memorabile, ma "leggera" e con qualche riflessione non banalissima. Buone le prove attoriali e la regia, che riescono a dare il giusto supporto a un soggetto che in mani sbagliate avrebbe potuto facilmente naufragare. Divertente, con moderazione.
Dusso: Un libro molto difficile da portare su grande schermo; il film di Salles risulta infatti frammentario, con una storia poco interessante a causa dei tanti salti temporali (dovuti ma che non aiutano lo spettatore). La Stewart (che per la prima volta si spoglia) non convince nel personaggio di Marylou. Un film che si dimentica subito purtroppo...
Homesick: Il noir alla Di Leo: violento, nichilista, cinico accusatore dei connubi tra mafia e politica. Regia magistrale e attori e caratteristi tutti in gran forma: Silva al solito perfetto come killer infallibile e imperturbabile, la Santilli molto brava ed espressiva, nonché al top della bellezza e della disinibizione. Grandissimi Caprioli, Garko, Capponi. Solenni musiche di Bacalov.
Cangaceiro: Più che un sequel è un nostalgico tributo al primo capitolo, omaggiato a ogni piè sospinto con tanti rimandi e allusioni. Il film in sè vale poco o nulla e si ha l'impressione che sia Banfi (ormai troppo vecchio, è la caricatura di se stesso) che i Martino non credano molto nella bontà dell'operazione, vissuta più come un atto dovuto ai fans di Canà. Pessime tutte le apparizioni di volti noti del calcio e del giornalismo, con l'eccezione del simpatico sproloquio di Lotito. Si rivede con piacere dopo anni il buon Lucio Montanaro.
Reeves: Misconosciuto western che racconta un caso di vendita di fucili agli indiani. Si scolpiscono personaggi veramente notevoli e indimenticabili, primo tra tutti il soldato deluso ma onesto interpretato da Richard Boone. Ritmo incalzante, mai una pausa, dialoghi interessanti e grande professionismo nelle scene d'azione dirette con mano sicura da Gordon Douglas, poco noto anche lui. Da recuperare.
Nando: Una donna si vendica del marito fedifrago disconoscendolo ed iniziando un gioco delle parti con il coinvolgimento di un medico. Commedia italica provvista di un cast valido ma carente nella narrazione, che arranca faticosamente. Le situazioni tendono al ripetitivo (d'altronde la reale ambientazione era negli anni 30).
Domino86: Pellicola leggera e per nulla impegnativa che si lascia seguire anche senza troppa attenzione. Nulla di nuovo in questo film: piacevoli l'umorismo e la simpatia del napoletano Salemme (anche se ho trovato troppo spinta la sua sfrontatezza quando si reputa vincitore). Si può guardare ma non è sicuramente essenziale.
Ciavazzaro: Primo special televisivo della serie, che col suo successo portò alla realizzazione a cadenza annuale di uno special. E le ragioni del successo si comprendono benissimo: animazione e grafica ben curate, ottimi complotti (addirittura si scomoda la massoneria!!!) e ottimi siparietti comici, come quello dell'arresto di Lupin. A farcire il tutto un po' di erotismo.
Siska80: Un giovane capitano si imbosca tra i Pirati per sgominare un'intera organizzazione, ma ad un certo punto viene scoperto. Normale amministrazione, per dirla in poche parole: abbiamo il baldo protagonista, la bella fanciulla dal passato turbolento (dato che l'elemento sentimentale non può mai mancare, in questo caso anche per rimpolpare una trama decisamente esigua) e lo scontatissimo happy end: la differenza la fanno tuttavia i raffinati costumi, gli esterni accattivanti, la buona fotografia, il ritmo sostenuto, l'azione concitata e non ultimo un cast dalla recitazione misurata.
Galbo: Sequel del bel classico L'avventura del Poseidon, il film di Irwin Allen è incentrato sui soccorsi alla nave capovolta del primo film. Come nella migliore tradizione dei film di genere catastrofico prodotti negli Anni Settanta, anche questa pellicola si caratterizza per il cast composto da grandi nomi di Hollywood, ma questo non basta a mascherare la pochezza della sceneggiatura, che scorre sui binari del già visto, e con pochissime idee. Banale.
Ale56: Ottimamente interpretato da tutti gli attori ("La vita è una cosa meravigliosa" è la frase pronunciata da Salemme al termine della pellicola). Carlo Vanzina dimostra ancora una volta la qualità della sua regia spigliata, Brignano si re-interpreta imitando più volte i propri sketch Zelighiani, Salemme è bravissimo, Proietti lo eguaglia. Di contorno ci sono i bravi Laganà, Mattioli e la Brilly. La trama è un pretesto per portare sul grande schermo l'Italia al giorno d'oggi tutta mazzette, raccomandazioni e intercettazioni. Sufficenza meritata.
Caesars: Discreto film, diretto con mestiere da Wolfgang Petersen, che si lascia seguire con discreto interesse per tutta la sua durata. Tutta la prima parte serve per introdurre i personaggi e per preparare e prepararci alla sezione dedicata alla tempesta, come uso nei film catastrofici. George Clooney riesce a essere abbastanza convincente nel ruolo del capitano dello sfortunato peschereccio. Classico film d'intrattenimento ben realizzato ma senza molta anima.
Siska80: Affascinante uomo d'affari in vista del suo matrimonio si fa dare lezioni di valzer da una bella coreografa... Scommettiamo che scocca la scintilla tra i due? Commedia sentimentale all'acqua di rose prevedibile in toto ma tuttavia accettabile nella sua mediocrità per la coppia di protagonisti affiatata, il ritmo dinamico, personaggi accattivanti e quel tocco di romanticismo che non guasta e converge in un azzeccato finale ballato. Lo snodo prevede il solito iter: incontro, prime confidenze, avvicinamento, momento di crisi interiore, risoluzione in un brevissimo lasso di tempo.
Ronax: Tardo western girato da Parolini con capitali israeliani che si trascina abbastanza stancamente per più di un'ora con una trama banale e stiracchiata, ma che si riscatta parzialmente con un vigoroso finale dal sapore leoniano accompagnato dalle note morriconeggianti di Romitelli. Lee Van Cleef e Jack Palance gigioneggiano piuttosto stucchevolmente, l'uno nel doppio ruolo di un prete e di suo fratello gemello ex pistolero, l'altro nei panni di un cattivissimo (ma a tratti anche un po' ridicolo) capo banda. Poco valorizzata la bella Sybil Danning.
MEMORABILE: Le apparizioni del "fantasma" del prete ai banditi terrorizzati.
Keyser3: Risi sulle tracce di Monicelli con risultati, se non superiori, quanto meno pari. La cialtroneria dei protagonisti che si apprestano al colpo è la stessa, ma qui la scena si sposta da Roma alla rutilante Napoli, il cui ritratto è particolareggiato e fin troppo realistico. Attori perfetti, dal grande Nino a Totò, ormai purtroppo stanco e provato, fino alla giunonica Senta Berger, a Mario Adorf e al sottobosco di comparse che sono la forza della commedia all'italiana. Spassoso fin dall'inizio, con un ritmo che incolla lo spettatore fino al finale, in verità abbastanza prevedibile.
Enzus79: Il film meno riuscito di Alfred Hitchcock. Spionaggio di mediocre livello (trama già vista e scontata), seppur la suspense non manchi. C'è poco o niente da rimarcare o di indimenticabile (eccetto l'omicidio del poliziotto tedesco) rispetto aelle altre pellicole dirette dal regista inglese. La coppia Andrews/Newman sembra tutt'altro che ben assortita. Discreta la colonna sonora.
Galbo: Una commedia che è anche una (amara) e veritiera riflessione sulla realtà contemporanea in cui è quotidiana la collusione con il potere, di qualunque origine sia. La sceneggiatura descrive cinicamente bene il processo e il lato debole del protagonista, colluso per caso e il carattere dei personaggi appartenenti alla famiglia del titolo. Credibile Sermonti, ancora di più (pur nell'esasperazione dei toni) la Ocone. La morale è che nessuno (si veda il personaggio di Marcoré) è quello che sembra. Buono.
Cangaceiro: Agente della DEA in lotta contro il narcotraffico subisce la straziante uccisione di sua moglie. Cercherà vendetta con ogni mezzo, lecito e non. La trama sembra rubata da un film con Steven Seagal e si dipana come una specie di sagra del banale e del già visto. La confezione si allinea pienamente al mosciume della vicenda poiché Gray, regista di seconda fascia, non sforna un guizzo, un'intuizione che sia una. Tocca fare tutto a Vin Diesel, sempre all'altezza, ma non pare questa una pellicola troppo adatta a lui. Niente male Olyphant nella sua comparsata.
Nicola81: Un film d'azione con tutti gli stereotipi del genere: il protagonista segnato da un tragico evento che saprà riscattarsi, gesta a dir poco inverosimili, i soliti cattivi da operetta e una sceneggiatura che non va certo per il sottile. Stallone recita alla sua solita maniera, ma Harlin dirige discretamente, il ritmo è ovviamente alto e gli scenari naturali (comprese le nostre Dolomiti) aiutano molto. Il realismo è tutt'altra cosa, ma a certi film si chiedono spettacolo e divertimento, e qui sono garantiti.
Buiomega71: Tremendo capitolo conclusivo della saga ormai senza più niente da dire (finiti i crucci d'amore, il matrimonio è stato ormai consumato) e quel che resta è un inutile, quanto noioso, scontro finale con i Volturi, che dopo 25 minuti di battaglia tra la neve, tra teste che si rompono e braccia che si staccano che nemeno nei cyborg movie di serie y di Albert Pyun e dove Todd Masters dà il meglio di sé, arriva un colpo di scena tanto vile e ingannevole da perculare il povero spettatore. In mezzo penose bambine in CG e il nulla cosmico che rovina ciò che di "buono" c'era nella prima parte.
MEMORABILE: La cultissima espressione "orgasmatica" di Edward al contatto con il teser vampiresco della bionda vampira; Bella attrata dal sangue dello scalatore.
Pinhead80: Il personaggio interpretato da Paul Newman è di quelli che rimarranno nella storia del cinema in quanto a indecifrabilità: Nick (Luke) non si riesce a comprendere, afferrare, è l'imprevedibilità fatta persona e per questo accettato solo da chi con lui condivide un destino simile. La versione integrale aggiunge 15 buoni minuti di film che tratteggiano ancora meglio la personalità sfuggente del protagonista.
MEMORABILE: Posso togliermi la maglietta boss?; La scommessa delle 50 uova.
Mascherato: L'All Stars Shoot di Stallone, in fondo, è una veglia funebre (cui mancano, Seagal, Norris e Van Damme), ma, del resto, negli ultimi lavori il buon Sylvester ha provveduto sistematicamente ad incidere epitaffi poetici (Rocky Balboa) o nostalgici (John Rambo) sulle lapidi degli ‘80 cinematografici. Qui, sebbene ci si dia da fare per restituire atmosfere leggere ed autoironiche (il cameo di Schwarzy) alla fine è sempre il rimpianto (il monologo di Rourke) a farla da padrone pur nella salvaguardata amicizia maschile, ormai merce rara anche al cine
Pumpkh75: L’incipit texano con yankees, profughi messicani e tensioni sottopelle è il barlume di luce dentro la tenebra in cui ronfa la serie. Passa però troppo poco prima che la notte senza giudizio cali ancora: la purga sposta i confini temporali ma non ne cambia il potere lassativo, il centrale fuggi fuggi caotico è un cucciolo che si mordicchia la coda e solo nel finale si torna a opportuni deserti apocalittici, segno che regia (non malvagia) e produzione sapessero in fondo cosa potesse funzionare e cosa no. Cast come il film stesso: disordinato. Eiaculatio precox di un finto post-atomico.
Puppigallo: Di questo simil Dracula (anche lui arrivato via mare, come il suo parente più famoso, ma per motivi diversi) con la sindrome di Braccio di Ferro (dategli una sacca di sangue e diventa fortissimo) non si sentiva certo la mancanza. In più, la storia è di rara banalità e gli effetti sono tutt'altro che eccelsi. Se poi si aggiungono due poliziotti di consistenza cartavelinica e un cattivo speculare, ecco che la fantafrittata è fatta. Difficile, se non impossibile, salvare qualcosa che non scompaia già nella memoria a brevissimo termine. Evitabile.
MEMORABILE: "Se continui così mi volto e zoppico lentamente in direzione opposta"; Come si chiama la nave di Morbius? Murnau, come il regista di [f=4]Nosferatu[/f], "wow".
Teopanda: Killer nei boschi inseguono un ragazzino che ha assistito all’omicidio del padre. Dopo un brillantissimo incipit, il film continua con l’estrema dinamicità che lo contraddistingue, riuscendo a restare godibile in tutti i frangenti dell’inseguimento. Peccato per la scelta della Jolie (non che reciti male, ma non pare adatta al ruolo del pompiere solitario che le è stato affidato), mentre è buonissima la prova del giovane attore che interpreta il protagonista. Peccato per le parti del film poco approfondite.
Nando: Oramai Seagal sforna quattro/cinque film l'anno, tutti molto convenzionali, in cu si ritaglia la solita parte da militare invincibile oppure giustiziere senza paura. Anche stavolta il risultato è modesto, con ambientazioni anonime in terra romena e le solite sparatorie condite con corpo a corpo arcinoti. La narrazione vive di molti flashback ma risulta molto semplicistica con un finale tronco che lascia basiti.
Stefania: Il cast è di prima grandezza, la sceneggiatura molto meno. Un serio avvocato americano americano e un'esuberante cantante napoletana, solito scontro tra caratteri e mentalità, e c'è in gioco l'affidamento di un bambino di otto anni. Poi lo scontro diventa una divertente schermaglia, tra una canzonetta e una baruffa, sotto il bel cielo di Napoli e di Capri... Soliti stereotipi, serviti con un certo garbo, ma il bello del film è sicuramente la Loren in un personaggio che le si adatta a pennello. Discreto.
Mutaforme: Commedia per ragazzi (non si può definire diversamente, data la sua ingenuità) che tenta di unire un tocco di fantascienza con una componente romantica. Un tale connubio ha funzionato in Ritorno al futuro, ma in questo caso l'effetto è solo quello di indebolire una storia partita nel verso giusto ma crollata inesorabilmente col susseguirsi di situazioni poco credibili, fino al patetico finale.
Ciavazzaro: Insomma. Pitt e la Jolie, coppia nella vita e in questo caso anche nel film, non fanno faville. Lei è molto più brava da sola e lui come al solito recita peggio di un cane. Qualche scenetta d'azione e buoni scontri (abbastanza risibili) tra i due non lo fanno arrivare a più di 2 pallini.
Rambo90: Thriller riuscito solo in parte. Il personaggio di Johnson è irritante fin da subito e va dato atto alla sceneggiatura di saper giocare bene un paio di colpi di scena, ma verso la fine qualcosa scricchiola e la storia si conclude in modo troppo facile e prevedibile. Comunque buona la regia di Lumet, mentre la De Mornay ha il giusto cipiglio (unito a un grande fascino) per il ruolo.
Siska80: La spensieratezza del precedente capitolo si è persa per strada, al pari di gran parte del cast; come se non bastasse, le coppie di personaggi rimaste - in qualche modo imparentate - sono noiose, stereotipate e invischiate tra l'altro (che gran fantasia!) in complicazioni simili e parallele (ovviamente risolte nel migliore dei modi giusto negli ultimi minuti del film): da una parte il giovane non vedente e la fidanzata appena tornata dall'estero; dall'altra l'ossessiva madre di lui che rischia di perdere l'amore. Non male il cast; da vedere solo per completezza.
Lupus73: Sulla scia della celeberrima saga dei Griswold, ma soprattutto del più recente Vita da camper (sul cui canovaccio la pellicola sembra basarsi caricando e inacidendo il tutto), arriva questa versione politicamente scorrettissima e scurrile della famigliola in vacanza, che in effetti è solo una famiglia simulata a fin di lucro illecito, e composta da uno spacciatore, una spogliarellista, un ragazzotto ingenuo e una giovane sbandata. Divertimento assicurato, trovate brillanti che praticamente azzerano i tempi morti e tanto umorismo sardonico (ma con un finale un po' edulcorato).
Pierluca: Ragazzetti maghi e guerrieri, una scuola per futuri eroi, una ricerca della reliquia per battere il male... giuro che questa storia l'ho già sentita!!! La salsa classica interpretata con banalità e prevedibilità sembra un Hercules (serie televisiva) ma più fighetta e danarosa. Il protagonista, Zeus e Poseidone si salvano, lo sceneggiatore no, speriamo che cambi lavoro. Guardatelo, sul serio, fatelo con gli amici e giocate a indovinare chi è il ladro, chi è più cattivo e chi muore (io ho azzeccato tutto e non sono certo bravo). Zzzootttt.
MEMORABILE: Il casinò a Las Vegas non è male come anche Medusa in chiave postmoderna.
Herrkinski: Una reunion tra vecchi amici degenera quando si scopre che un macchinario in stile Alexa può riavvolgere o fermare il tempo a comando. Lo spunto sci-fi/tecnologico è solo un mezzo tramite il quale fare una riflessione sulla fragilità dei rapporti e sui peggiori istinti degli esseri umani, in un ritratto della società piuttosto pessimista, solo vagamente mitigato dal barlume di speranza finale; L'inizio, anche a causa di una fotografia da sit-com e di una mdp spesso traballante può far presagire il peggio, ma il film si riprende con un crescendo di tensione efficace, pur prevedibile.
Minitina80: Dramma a sfondo bellico che vede protagonisti Mastroianni e la Loren, ancora una volta assieme e con discreti risultati. Le sequenze più coinvolgenti e ricche di pathos sono quelle che si svolgono in Russia mentre i flashback lasciano un po’ il tempo che trovano avendo i due attori girato scene simili con risultati migliori. Le melodie di Henry Mancini sono di quelle che non si dimenticano, espressive e avvolgenti, come solo pochi sanno scrivere. Non il miglior De Sica, ma a ogni modo meritevole di considerazione.
MEMORABILE: Era come se fossi morto e subito dopo ero un altro.
Galbo: L'impressione generale è che Harley Quinn sia un carattere che fatica ad avere una sua autonomia indipendente dal Joker. Birds of prey è un film molto curato nella fotografia, nelle scenografie e nella coreografia delle scene d'azione e la Robbie è l'interprete ideale del personaggio, ma il film non decolla per una trama confusa e poco interessante ma sopratutto per un ritmo altalenante che alterna momenti riusciti a parti francamente noiose.
Reeves: Action scatenatissimo, pieno di ritmo (è tratto da un videogame di successo) e con bellissime scene di sparatorie (soprattutto quella iniziale in un centro commerciale). Peccato che la trama sia assurda e che gli attori principali (soprattutto Antonio Banderas) non facciano neanche finta di credere a quello che stanno facendo. Lucy Liu si trova a suo agio, ma non basta.
Gestarsh99: Accomiatate le implacabili recrudescenze assassine dei tanti giustizieri ciechi e spietati (Seven Days, Red white & blue, The horseman), la rivalsa omicida trasmigra nella sagoma dolorante di un vendicatore paterno molto più dimesso e umano, lucidamente capace di separare la stretta violenza essenziale dalla barbara cattiveria gratuita. Il danese Oplev affida il ruolo sul piatto d'argento a un Farrell molto controllato e sicuro di sé, accostandogli con superfluo nepotismo la diletta Rapace, motrice di una vicenda parallela assai decidua e accessoria. Un noir Mann-ierato che però non scontenta.
MEMORABILE: Il brutale ma "caritatevole" assassinio del prigioniero albanese segregato nel relitto navale...
Giacomovie: Kim Basinger e Uma Thurman formano un duetto micidiale di bellezze esteriori malefiche dentro. L'intrecciato caso freudiano che ne deriva si protrae però stiracchiato e senza troppa inventiva, tanto che la parte meglio riuscita diviene quella processuale. Ma la notevole impennata di suspence (e di ritmo) nel finale salva il film dall'ordinaria amministrazione. Può essere istruttivo per gli appassionati di psicologia, per la trattazione dei temi dell'ebrezza patologica e del disturbo bipolare della personalità.
Mco: New start più che rifacimento (difatti dovrebbe conoscersi come Kung fu Kid), con ambientazione di grande impatto e storia che mostra da vicino le difficoltà di inserimento in un nuovo Mondo (sociale prima che sportivo). Le scene di preparazione e propeduetica si rivelano suggestive, mercé gli sfondi caratteristici che le accompagnano e la varietà di espressioni che il piccolo Smith disegna sotto sforzo sul suo viso. Il finale adrenalinico, poi, regala momenti elettrizzanti e una carica notevole anche dal punto di vista emotivo. Consigliato!
MEMORABILE: La sfida di balletto tra i due ragazzini nella sala giochi.
Didda23: L'ultima fatica di Morel è un action deludentissimo sotto molti aspetti soprattutto a livello di sceneggiatura che si prende troppo sul serio (tralasciando l'elemento ironico, vero punto di forza del genere), mischiando poteri oscuri, arrivisti e idealisti in un calderone a tratti veramente incomprensibile. Penn, fisicatissimo per l'occasione, ci crede (sceneggia e produce) ma non colpisce. La banalità sconcertante lo rende un film dimenticabilissimo e simile ad altri prodotti. L'unico elemento che me lo farà ricordare è la presenza dell'affascinante Jasmine Trinca.
Nando: I figli d'arte con la bellezza del momento ciclonico generano una pellicola stereotipata e zeppa dei soliti luoghi comuni. L'ambientazione cubana con gli italiani onesti frapposti a quelli affabulatori è carente. Il finale, dopo le solite traversie, buonisticamente scontato.
Gugly: Versione in fiction (con sensibili modifiche) di una celebre commedia eduardiana, dove a fare da padrone è l'incomunicabilità, è proprio il caso di dirlo, in salsa napoletana. La Loren gioca in casa nel ruolo di madre nobile, mentre Luca de Filippo riprende il padre. La regista mantiene il nucleo della commedia (i legami familiari) svisando solo qua e là con qualche accenno al sesso. Simpatico De Crescenzo; si vede anche la Mussolini in una piccola parte.
MEMORABILE: Il pranzo in cui esplodono tutti i conflitti.
Xamini: Il fascino del romanzo originale stava nel forte elemento trasgressivo all'interno del contesto del tempo; letto con il senno di poi e di un adulto, lo smarrisce in gran parte e arriva alla noia. Questa riduzione riesce paradossalmente a stemperarne qualche difetto, pur avendo poco da offrire, oltre a qualche secchiata di trasgressione fuori tempo massimo (siamo nel 2012!) e il forte carisma di Neal Cassady. Risulta, in sostanza, un piacevole tuffo in una lettura giovanile (di formazione?).
MEMORABILE: "Perché le sole persone che mi interessano sono i pazzi, i pazzi della vita, pazzi delle parole"
Panza: Noioisa pochade a tema mafioso che promuove a protagonista un discreto caratterista affidandogli un personaggio abbastanza odioso. Insomma, di ridere non se ne parla, nemmeno ricorrendo ai soliti luoghi comuni sulla mafia, tanto che, rispetto a Monteduro, più simpatici risultano Mulè e Musco. A salvare la situazione sono i generosi nudi, anche se comunque manca il tono vivace e brioso che dovrebbe invece esserci. Nemmeno la trama è sviluppata a dovere, sopratutto quando si dovrebbe capire come faccia "carriera" Monteduro. Buone le musiche.
Siska80: Un giovane capitano si imbosca tra i Pirati per sgominare un'intera organizzazione, ma ad un certo punto viene scoperto. Normale amministrazione, per dirla in poche parole: abbiamo il baldo protagonista, la bella fanciulla dal passato turbolento (dato che l'elemento sentimentale non può mai mancare, in questo caso anche per rimpolpare una trama decisamente esigua) e lo scontatissimo happy end: la differenza la fanno tuttavia i raffinati costumi, gli esterni accattivanti, la buona fotografia, il ritmo sostenuto, l'azione concitata e non ultimo un cast dalla recitazione misurata.
Ciavazzaro: Primo special televisivo della serie, che col suo successo portò alla realizzazione a cadenza annuale di uno special. E le ragioni del successo si comprendono benissimo: animazione e grafica ben curate, ottimi complotti (addirittura si scomoda la massoneria!!!) e ottimi siparietti comici, come quello dell'arresto di Lupin. A farcire il tutto un po' di erotismo.
Ruber: Buona la prima di Edoardo Ponti, che scrive e dirige il suo primo lungometraggio e che sa dirigere con sapienza sua mammma, la Loren nazionalpopolare, ma che può contare anche su un ottimo cast (oltre a sua madre ci sono la Sorvino e la Unger per un dramma tutto al femminile). Ponti si gioca tutto su una sceneggiatura con tre donne con vite diverse ma con un passato angosciante e un futuro da ricostruire. La Loren ha poche battute ma è avvolta nei suoi silenzi che valgono molto di più e anche le seconde linee come il "drugo" McDowell rendono al meglio.
MEMORABILE: McDowell viene picchiato da tre ragazzini nell'identica scena che anni prima al contrario lo vedeva nel "drugo" di [f=904]Kubrick[/f].
Capannelle: Basato su un fatto realmente accaduto nel 1991 è un film a metà tra il catastrofico e l'avventura. Interessanti i caratteri dei marinai, bravi Clooney e Wahlberg, resa bene l'angoscia che monta quando scelgono di affrontare la tempesta. Gli effetti sono progettati con cura anche se la realizzazione digitale è ben visibile e l'onda finale esagerata. Per non parlare dell'elicottero dentro la tempesta. Film che si lascia vedere ma non rivedere.
Nando: Uno spaccato della scuola italiana con descrizioni abbastanza veritiere e discreta caratterizzazione dei personaggi. Orlando è il protagonista che si destreggia dignitosamente, mentre la Pandolfi appare abbastanza monocorde. Interessanti i ricordi del protagonisti con le conseguenti differenze tra la scuola degli anni 60 con quella dei primi 90.
Paulaster: Film d’evasione in ogni senso, anche per la storia, che racconta una fuga dalla realtà familiare. Leggerezza d'animo in caratterizzazioni ben definite: Ganz erudito e cortese, la Maglietta di bellezza matura e Battiston che inizia a farsi notare nei suoi primi ruoli. Sullo sfondo una Venezia utile al girato per le calli e gli alloggi ristretti e colorata dagli indumenti dei protagonisti. Perfettibile la parte finale, che chiude repentina, e indovinati gli inserti onirici.
MEMORABILE: Ganz che canta in playback; Battiston coi piedi a mollo.