Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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124c: Secondo capitolo demenziale sull'arma, stavolta ambientato non in caserma, o in un ritrovo di omosessuali, ma in un manicomio. Forti del successo del primo capitolo, si bissa, aggiungendo, oltre alle consuete gag sui carabinieri, anche quelle sui matti. Il risultato è caotico e confuso, tanto che anche qui la trama risulta inesistente, mentre il film è in mano ai comici che cercano, con affanno, di riempire i canonici 90 minuti di durata. Bracardi e Luotto fanno gli "arboriani", ma non basta!
Galbo: Il fertile filone del cinema italiano dedicato a carabinieri, polizia e forze armate varie si arricchisce (?) di un nuovo fulgido esempio diretto da Mariano Laurenti che si pone a metà tra la commedia degli equivoci (lo spunto iniziale) e il film di barzellette (il prosieguo); si tratta in ogni caso di un filmetto trascurabile, segnato negativamente da una sceneggiatura sciatta, colma di gag di bassa lega e recitazione pedestre. Coinvolto purtroppo anche un bravo attore come Benvenuti.
Franz: Non tutte le location del film, spacciate per toscane, lo sono in realtà, ma per me questo è IL film per eccellenza della vita rurale toscana. Sceneggiatura che ben suddivide le vicende tra le diverse figure femminili (tutte ritratte come positive o comunque portatrici di sani valori) e quelle maschili (illustrate come meschine, doppiogiochiste, "vigliacchette", tranne nel caso del personaggio di Giuliano Gemma), un film che inneggia a un ragionato ottimismo.
MEMORABILE: Il povero zio demente interpretato da Blier manda nella scarpata Noiret con tutta l'auto...
Tomastich: Rappresentazione di tutto ciò che hanno (non) regalato gli anni '90 nel panorama cinematografico italiano: tempi lunghi, scenate da post-yuppismo rinnegato, vestiti comprati alla Standa, nessuna eleganza, nessuna raffinatezza, tutta sciatteria.
Noodles: Per chi ama i film d'avventura ci sarà di che leccarsi i baffi. Bellissimi paesaggi, mare aperto, assalti alle navi, duelli con la spada, pirati... tutto molto bello. Un film che assicura un pomeriggio di relax. Ma attenzione. Chi ha letto Salgari e la sua saga sul Corsaro Nero si renderà conto che il film, per quanto discreto, è ben lungi dal riproporre l'atmosfera dei libri. Problema che si ripropone spesso. Splendido il cast femminile. Si può guardare e con piacere.
Gabrius79: Film sulla falsariga della celeberrima Armata Brancaleone che diverte ben poco nonostante un buon cast di divi nostrani che purtroppo sono mal serviti da un copione noioso e patetico. La storia è arrangiata alla meglio ma non attrae e si assiste così a una serie di sbadigli.
Redeyes: Caino e Caino arranca, ahinoi, nella perenne ricerca di una sorta di ritmo, o di un cambio di passo che vada oltre le spicciole battute toscane. Personalmente credo che una buona dose di colpa vada anche cercata nell'interpretazione di un Montesano fuori luogo, dialetticamente parlando e soprattutto in fase discendente. Esce fuori un parlato fuori luogo, artefatto, che risulta ancora più assurdo del clima grottesco della storia in sé. Si vada ad aggiungere certe scelte registiche rivedibili. Dimenticabile.
Piero68: Purtroppo in Italia ci sono ancora cineasti che pensano che per fare un buon film basti tirare in mezzo gli anni di piombo, le BR ecc. come se tutto il resto venisse da sé. Se poi a questo si aggiunge pure una sorta di favola romantica unita alla metafisica e innestata su di un prodotto assolutamente insufficiente ecco a voi LSdA! Un film imbarazzante sotto tutti i punti di vista: regia, cast... Una sceneggiatura inspiegabile e senza caratterizzazioni. Pe non parlare di sonoro, montaggio ecc. Persino Rubini sfigura.
MEMORABILE: L'incomprensibile commento sonoro con "Video killed the radio star" quando la polizia va casa del professore appena scomparso.
Redeyes: Per quanto sia un film troppo furbetto, l'elemento paranormale non è ben districato: la storia sentimentale è spinta al massimo (basti pensare al perché la compagna di Costner si trovi in Venezuela), in più ci sono piccole situazioni a metà strada fra l'assurdo, l'improbabile e l'idilliaco. Costner non dispiace, a mio giudizio, e il film scorre abbastanza bene. La parte in Venezuela, nonostante sia inverosimile nella sceneggiatura, grazie ad una buona fotografia risulta piacevole. C'è di peggio in giro!
Galbo: Tra i migliori film diretti da Lina Wertmuller, è una tipica storia di stampo italiano con un personaggio principale (di caratura piuttosto modesta) che fa dell'arte di arrangiarsi la sua unica grande risorsa. Pregevole nella ricostruzione storico-ambientale, il film si segnala per la buona sceneggiatura e una regia molto personale e contemporaneamente al servizio della storia. Bravissimo Giannini nel ruolo principale.
Homesick: Amori contrastati e tragici nella Cartagine della Terza guerra punica, che sta per essere distrutta dall’esercito di Scipione Emiliano. Spettacolare sotto il profilo scenografico, vanta lunghe e numerose scene di arrembaggio e battaglia immortalate da uno sfavillante Technicolor, e l’adozione del punto di vista dei cartaginesi, gli eterni sconfitti. Rimarchevole la presenza sexy della Heywood nuda – coperta a malapena da un velo svolazzante – durante la scena del rito sacrificale.
Jandileida: Se la Repubblica Romana non fosse caduta in quel luglio del 1849 e fosse riuscita nel suo intento di liberare Roma dalla sua nobiltà nera, ecco forse Marina Ripa non avrebbe avuto l'occasione di scrivere le sue memorie (?) e Vanzina di regalarci questo film irrimediabilmente, a tratti ridicolmente, brutto. Paradossalmente la Alt è quella che esce meglio da questa Caporetto filmica. Per il resto i dialoghi sono imbarazzanti, i personaggi disegnati come stereotipo vuole, la storia patinatamente vuota, insulsa ed insultante. E il debito saliva, saliva, saliva...
MEMORABILE: "Sto per fare l'amore con la donna più bella che abbia mai conosciuto (vero) e hanno fatto un socialista presidente del consiglio (socialista chi?)"
Capannelle: Ancora divertente ma mi aveva colpito di più all'epoca. Rivedendolo mi sembra penalizzato dalla stucchevolezza di certe situazioni che sai già dove vadano a parare o sono disegnate con troppo ottimismo (tipo il raggiro nel canyon). Come regia comunque Kasdan non delude e amalgama bene un cast decisamente eterogeneo. Tra i buoni scelgo lo sbarbatello Costner e Kline in pigiama.
124c: Tangentopoli secondo Albertone, otto anni prima che scoppiasse il vero putiferio politico, con la partecipazione di Joe Pesci e la sempre bella Dalila di Lazzaro. Film di denuncia molto divertente e riuscito, con un Alberto Sordi in grande forma. Decisamente riuscita la parte degli arresti illustri, ma anche le scene del giudice con "l'amico"/nemico Joe Pesci sono ben girate. Alberto Sordi sappiamo che, più o meno, se la cava sempre, ma anche il Joe Pesci "italiano" non è male. L'unico mio rammarico è di non essermi goduto questo film in sala.
MEMORABILE: Alberto Sordi ad una nervosa Dalila di Lazzaro: "Si rilassi, si distenda!"
Daniela: Durante una riunione conviviale nella villa di un ricco senatore, viene assassinato un primario donnaiolo ed i sospetti sono tanti: è stata la moglie, l'amante in carica o quella del ritorno di fiamma? Il regista ha avuto l'idea di mettere in scena un romanzo della serie Poirot eliminando la figura dell'investigatore: ne risulta un giallo lambiccato che non ha neppure il fascino, magari demodé, del gioco intellettuale. Poirot senza Poirot è un buco senza ciambella, più che una ciambella senza buco. L'interesse latita, il cast è sprecato, il film non diverte e non appassiona.
Il ferrini: Celentano è perfettamente a suo agio nel ruolo del bisbetico avvocato e nonostante la sceneggiatura pecchi sovente di ingenuità, il film si lascia guardare. Adorabile la segretaria Finocchiaro e belle anche le locations toscane. Quello che invece si stenta a comprendere è l'utilizzo di Debra Feuer (cos'ha fatto oltre a sposare Mickey Rourke?), che è tanto bella quanto inutile. La storia, che è una sorta di commedia "gialla", è simpatica e ci regala anche qualche colpo di scena. Potabile.
Galbo: Ambientata poco dopo la guerra di secessione, è la storia dell'assalto al forte Yuma da parte di un gruppo di confederati. Tecnicamente curato, il film si avvale di alcune sequenze riuscite e di una buona prova di Giuliano Gemma. Il limite del film è quello di presentare personaggi troppo stereotipati e "rifugiarsi" entro schemi narrativi un po' logori.
Siska80: Una giovane commerciante di oggetti usati trova per caso una teiera dal valore inestimabile di cui vuole appropriarsi un affascinante antiquario. Ok, si tratta di una delle tante produzioni sfornate annualmente, ma non ha una trama degna di questo nome. Novanta minuti circa di sciocchezze assortite, scaramucce, ricerche non proficue per poi arronzare il tutto negli ultimi dieci minuti con l'immancabile bacio tra i due protagonisti e un matrimonio con balletto finale. Dialoghi insipidi e cast anonimo completano il disastroso quadro. Da evitare.
Lucius: Da un lato paesaggi extraterreni mozzafiato, dall'altro trovate altamente discutibili e inverosimili (l'atmosfera respirabile, l'assenza di vento e un'aria sospesa, rarefatta, in odore di fiction, invece stiamo parlando di cinema ad alto budget...) e attori strapagati, mal diretti, che affrontano i rispettivi ruoli quasi come se timbrassero un cartellino in azienda. Gli effetti speciali e la fotografia da soli non bastano a elevarne il livello. Puro intrattenimento, usa e getta. Un'occasione sprecata.
Homesick: Attribuito a Sequi, pare sia stato girato in realtà dallo sceneggiatore Albert Band (Alfredo Antonini), ideatore del corbucciano I crudeli – uscito l’anno dopo - con cui peraltro questo w.a.i. ha diverse similitudini. La vicenda, circoscritta in ambito familiare, assume da subito una piega tragica che si rinnova nel gran finale in cui Cotten, paterfamilias sudista e retrivo, investe tutta la sua consumata ars dramatica. L’indomito Mitchum jr. riscatta la scialba prova di Massacro al grande canyon e dà man forte all’ex uomo del peplum Scott. Abbondano azione e sparatorie.
Redeyes: Dopo l'estate al mare italiana arriva l'excursus caraibico con un cast simile, o quasi, al precedente. Non c'è la suddivisione in episodi netta come nel precedente ma storie parallele che non s'intrecciano, tuttavia. Nessun "episodio" spicca sugli altri nel mare magnum della mediocrità, nonostante la presenza di buoni intepreti come Brignano, Buccirosso e Proietti. Montaggio veloce ma sceneggiatura ai minimi storici e poche risate. Si salvano le locaton paradisiache e poco altro.
B. Legnani: Terribile incursione di Lenzi nel mondo western. Sceneggiatura (correità di Marco Leto) che è incerta sulla strada da prendere, finendo con l’essere un micidiale mix fra spaghetti tradizionale e spunti spesso deliranti (che il borgo sperduto ospitasse un manicomio è già folle: che muoiano solo gli infermieri e che i degenti siano messi in carcere va oltre il tollerabile). Ovviamente Lenzi ci mette i doppi giochi, ma non si stupisce nessuno (come non sorprende il pazzo che torna nel prefinale). Lawrence a disagio, Ireland non ci prova neppure. Anonimi gli altri, tranne Piero Lulli.
Pigro: Presentazione del fidanzato in famiglia: solo che lui è nero e la famiglia è bianca. Classico film di impegno civile contro il razzismo più sottile ("Non sono razzista ma..."), ottimamente interpretato da grossi calibri come Tracy, Hepburn e Poitier, ben scritto da William Rose e ben diretto da Stanley Kramer. Nonostante i quarant'anni di distanza, il film non mostra una ruga di invecchiamento, anche se emerge un filo ancor più sottile di razzismo: il diverso va bene purché sia irreprensibile, ricco e di successo (e anche questo è attualissimo).
Redeyes: Scadentissima commedia sul pluri-affrontato tema della vincita alla "lotteria". Il pregio della pellicola è unicamente Salemme protagonista, che nonostante una sceneggiatura banalissima riesce a sostenere il ruolo. Attorno si muove un cast ricco, fra "zelighisti" e non, che però sprofondano in ruoli completamente sbagliati che ne mortificano la verve comica. La storia impiega fin troppo tempo a mettersi in moto e quando lo fa manca dello spunto necessario, fino ad arrivare a un finale persino meno azzeccato di tutta la prima parte.
Capannelle: "Sahara" richiama da vicino le avventure di Indiana Jones, le condisce con un'ironia più marcata (in parte riuscita) e un tocco glamour con la Cruz (personaggio poco credibile). Anche gli effetti sono ammodernati; niente di speciale ma almeno non si prende a pugni la logica. L'operazione diverte ma a tratti: già a metà film un'occhiata all'orologio ci scappa e lo sviluppo è sempre meno convincente.
Rocchiola: Etichettato come film minore e non troppo riuscito, rappresenta invece l'ultimo inconfondibile sguardo di Ford verso i grandi spazi della natura americana. L'aspetto migliore del film riguarda infatti l'uso che il regista fa dei paesaggi naturali e il modo in cui costruisce un'inquadratura in schermo panoramico sullo sfondo delle mitiche figure della Monument Valley. C'è un qualcosa di geometrico nel modo in cui riempie ogni singolo fotogramma. E poi anche se non immune da una certa retorica, anticipa i futuri e più celebrati western filo-indiani.
MEMORABILE: Tutta la prima parte con una Monument Valley che forse solo in [f=243]Sentieri selvaggi[/f] è stata fotografata così bene in Techincolor.
Puppigallo: Fantascienza poco fanta e molto terra terra, anche se il tutto avviene su un altro pianeta. Un'umanità predatrice (l'estrazione da organismi e la storia della ragazzina sul suo lavoro di eviscerazione per arrivare alle uova lo confermano) e in certi casi disumanizzata o semplicemente persa è un po' il succo di questa vicenda, dove due individui agli antipodi finiscono per ritrovarsi soli contro tutti (mutuo soccorso). Il concetto è semplice e non ci sono particolari guizzi, ma la pellicola è onesta e i protagonisti affiatati. Non male dopotutto.
MEMORABILE: L'estrazione della gemma; "Sparami o passami il kit"; La "bella" storia dei ratti; L'amputazione "Per ora sento solletico...".
Raremirko: Di sicuro un documentario interessante e ben fatto, riguardante un altro ottimo film diretto da Spielberg. Chiama in causa tutti i membri principali di cast e crew e, almeno in una cosa, sconcerta davvero: il terminal aeroportuale, salvo qualche ripresa reale avvenuta in veri aeroporti, è stato totalmente ricostruito in studio (bozze architettuali incluse)! Ben fatto, non noioso, stimolante, vale la visione (perlomeno per non perdere i retroscena legati a un film davvero speciale).
Samuel1979: Scialba fiction in due puntate dedicata al Generale Dalla Chiesa, che nonostante annoveri tra le sue fila un mostro sacro come Giannini perde nettamente il confronto con la celebre opera di Ferrara. La fiction, nonostante le numerose pecche, ha comunque il merito di fare luce sul comportamento di Dalla Chiesa nei confronti delle Brigate Rosse.
Daniela: All'uscita nelle sale, deluse chi si aspettava un film fortemente schierato e polemico sulla scia di JFK, dato che Stone affronta gli eventi dell'11 settembre concentrandosi sull'eroismo dei pompieri ed in particolare sui due interpretati da Cage e Pena. Approccio legittimo, certo motivato da una sincera ammirazione, ma che finisce per far assomigliare il film ad un catastrofico qualsiasi, nonostante le didascalie finale riconducano la tragedia alle sue devastanti proporzioni e, se non mancano momenti autenticamente commoventi, ce ne sono troppi altri ricattatori o stereotipati.
Siska80: Giovane aspirante romanziera risponde alle lettere dei fan di un famoso scrittore in una maniera molto (forse troppo) personale. In una società schiavizzata dall'omologazione, ecco che una volta tanto viene infine premiato a dovere lo spirito di iniziativa; purtroppo si ferma qui la creatività del film, nel quale il controverso rapporto tra Joanna e Margaret ricorda abbastanza da vicino quello tra Andrea e Miranda (Weaver ha quasi lo stesso look di Streep, ossia in stile Crudelia De Mon), ma nell'insieme rimane godibile, pur nella sua mediocrità, per la bravura del cast.
Piero68: Insomma, per gli amanti dell'action made anni 80 la sola comparsa di Chuck Norris "ammorbidito" ma soprattutto ringiovanito varrebbe da sola quasi tutto il film. Se a questo si aggiunge tutta la schiera di vecchietti terribili il gioco è fatto. Statham è probabilmente l'unico quasi fuori posto, in questa sorta di rutilante gioco al super-eroe. Perché infatti il gruppo dei mercenari sembra più ricordare quello dei Vendicatori di Marveliana memoria che non un gruppo di guerriglieri prezzolati. La sceneggiatura? Ma perché, ce n'è una?
MEMORABILE: La disquisizione sulla cucina con Crews che si prepara un piatto di rigatoni.
Puppigallo: Quando una pellicola non fa certo del ritmo il suo punto di forza, basando praticamente tutto sul rapporto tra le due coppie, fonte di quasi continuo imbarazzo e disagio degli ospiti, il rischio di sbadiglio è piuttosto alto. In questo caso però, grazie agli attori (in parte) e soprattutto proprio a quel disagio quasi tangibile che scaturisce da strane reazioni, la storia, pur senza particolari guizzi, assume quel fascino sinistro indispensabile a decretarne la riuscita. E il finale poi...
MEMORABILE: Il bambino vede l'ospite e apre la bocca; Il "maledetto" e sfuggente Ninus, coniglio di pezza che li inguaierà; Le foto nel capanno.
Reeves: Dopo tanti documentari, Elisa Amoruso esordisce nella finzione con una storia (fortemente autobiografica) di amicizia che viene da lontano e che deve fare i conti con la società e la realtà di oggi. Cast robusto, direzione degli attori molto sicura, ottime apparizioni per attori noti (il prete interpretato da Bigagli è davvero ottimo). Forse però c'è un po' troppa "maniera", nel descrivere la periferia romana.
Raremirko: Ho visto la versione di 100 minuti è l'ho trovata molto buona. La Torrini è stata in passato altalenante (pur confezionando sempre opere interessanti e a volte anche dotate di cast internazionale), ma qui ha davvero dato il meglio di sè, sia nelle riprese che nella direzione degli attori, uno meglio dell'altro. La trama è criptica e forzata, ma il film si lascia vedere che è un piacere. Come coniugare bene televisione e cinema di alto livello. E' stato girato pochi giorni prima del terremoto all'Aquila, nelle stesse zone.
MEMORABILE: L'insano gesto del guidatore di colore con avvocato sul retro; La frase "Non vi libererete mai di me"; Gli interrogatori.
Gugly: Un buon prodotto sulla nascita di uno storico gruppo e del suo frontman; Malek è minuto e meno somigliante degli altri interpreti, in compenso le emozioni dovute alle canzoni non mancano ed è bello vedere come nascano testi ormai immortali. Cosa resta? Mercury all'inizio sembra somigliante al nostro Renato Zero, poi ci lasciamo trascinare dagli eventi sino al Live Aid. In definitiva si lascia vedere (in originale).
Noodles: Cronologicamente è forse il primo capolavoro di Alfred Hitchcock. Nonostante il difetto di indugiare spesso troppo nella storia d'amore Bergman-Grant, per quanto spettacolare, il film è splendido per concezione, con un grandissimo senso della tensione e un attenzione per i particolari da gran maestro. La storia in sé non è nulla di straordinario, trattasi di semplice spy story. Ma sappiamo che nelle mani di Sir Alfred la storia più semplice diventa mozzafiato. Ottimo il trio di protagonisti, eppure quella che più si fa apprezzare è la Konstantin nel ruolo di madre castrante. Ottimo.
Enzus79: Tratto dal romanzo di Jean-Patrick Manchette: ex mercenario si trova a dover riprendere armi in mano per difendersi da alcuni agguati. Action che non raggiunge neanche la mediocrità: troppo statico e prevedibile, con un brutto il finale. Tensione dosata male. Non basta la regia piuttosto efficace di Morel. Sean Penn non trasmette nemmeno empatia: molto meglio Bardem. Peccato.
Xamini: In 90 minuti era difficile riprodurre tutti i passaggi della carriera dai Baggio, così il film sceglie di rinunciarvi a prescindere dedicando tempo solo ad alcuni di questi (in particolare quelli amari) per porre l'accento sul fattore umano. Anche a valle di una decisione di questo tipo (che, de facto, elimina completamente la sua ascesa al Pallone d'oro), sarebbe stato preferibile includere qualche filmato d'epoca in più; tuttavia la prova di Arcangeli si può dire riuscita nel riproporne il carattere e qualche emozione (con una fotografia un po' da fiction) riesce ad arrivare.
Magerehein: Non banale anche solo per il fatto che, per una volta, i protagonisti (ben interpretati) non se la vanno a cercare. Ambientazione (che pare una degenerazione di certe scenografie di Wes Anderson) e prima parte risultano fisiologicamente inquietanti e disturbanti (quel "bambino" turba non poco), ma strada facendo il film emula la malcapitata coppia e finisce per smarrire la strada girando continuamente in tondo. C'è dunque troppa monotonia e anche un eccessivo ermetismo; solo i titoli di testa danno un'idea del perché tutto ciò sia accaduto, ma nient'altro viene spiegato. Imperfetto.
Siska80: A primo impatto sembrerebbe un film di Rosamunde Pilcher con una bella fiaba dietro l'angolo (due sorelle da tempo lontane ricevono un'eredità misteriosa che arriva "a fagiolo", tanto per rimanere in ambito culinario); invece lentamente la vicenda si fa seria affrontando temi sempre attuali e toccanti. Peccato per la dispersività che inficia sul ritmo creando un considerevole varco tra le parti migliori, ossia l'inizio in cui ci vengono presentate le protagoniste (due attrici bravissime) dal carattere molto differente e la conclusione amara. Non troppo originale ma significativo,
Gestarsh99: Dove saranno finiti mai i vecchi Farrelly Bros, quelli con gli unghioni del politically uncorrect, propugnatori della comicità più disdicevole e poeticamente indelicata? I tempi delle provocazioni psico-patologiche, delle goliardate gelatinose e delle pesanti punzecchiature estetiche sembrano oramai lontani. Il loro cinema si è abbondantemente addomesticato nei recinti della commedia ironica meno problematica, addolcito di una mansuetudine innocua e buonista, adagiato nella zuccherosità familistica più accomodante e mainstream. Le risate ci son sempre, ma oltre il solletico non vanno.
MEMORABILE: La simpatica canzoncina country che Fred dedica alla vagina della moglie dell'amico riccone ed esibizionista...
Supercruel: Film francese su due coppie che si scambiano i relativi partner. Le scene erotiche sono presenti ma non volgari, anzi spesso emerge una sorta di lato giocoso e frivolo. I dialoghi, in taluni passaggi, sono piuttosto banali e scadenti, anche se gli interpreti sono tutti piuttosto credibili e salvano l'atmosfera del film nonostante queste cadute di stile. I quattro diveranno così uniti da formare una sola "supercoppia", ma tra gelosie e incomprensioni il gioco non è facile. Tutto sommato un film sufficiente, anche se un po' fighetto e scontato.
Cangaceiro: Sconcertante Seagal-movie in formula straight to video. Passi per il pasciuto protagonista continuamente e vistosamente controfigurato, a lasciare allibiti è la storia: uno zibaldone che unisce disordinatamente premonizioni oniriche, una lunga parentesi men in prison (in cui si copiano stancamente tutti i tòpoi del genere), personaggi inutili (gli asiatici!) che entrano ed escono come se nulla fosse e un finale patetico da pubblicità progresso. In tutto questo ambaradan ci ho capito ben poco. Girato in malo modo con pochi spìccioli è un film di serie Z!
Enzus79: Adattamento cinematografico di una graphic novel. Film che si fa apprezzare più per la forma che per la sostanza. Ottime le scene di combattimento e di inseguimenti d'auto: intrattenimento puro. Regia dell'ex stuntman David Leitch efficace. La trama in sé non ha niente di sbalorditivo, si sfiora lo scontato purtroppo. Charlize Theron convincente. Da applausi la colonna sonora.
Nicola81: Lo sceriffo Robert Mitchum e il fuorilegge George Kennedy (bravi entrambi) rappresentano un'epoca ormai al tramonto e sono ritenuti sorpassati, però, pur trovandosi su fronti opposti, si rispettano e finiranno col coalizzarsi di fronte alla minaccia di una pericolosa banda. Western i cui contenuti crepuscolari sono smorzati da una vena farsesca che finisce col renderlo il classico prodotto né carne né pesce. Andamento discretamente noioso e anche la resa dei conti conclusiva, benché particolarmente movimentata, risulta priva del pathos che ci si aspetterebbe da un film del genere.
Piero68: Inutile, pessima, irritante rivisitazione di un cult con un Amendola che non è nemmeno l'unghia di un piede di Tomas Milian. Per non parlare poi di Salvi. Mi astengo per evitare censure. Anche la sceneggiatura è semplicemente ridicola. Perchè nei vecchi film di Giraldi è vero che la prevalenza era la commedia, ma con un sottofondo di giallo o poliziesco. Mi spiace dirlo ma i Vanzina, con i loro film, continuano a gettare discredito su un genere (la commedia italiana) che all'epoca ci è stato invidiato e copiato.
Silvestro: Il confronto tra questo film e Strappare lungo i bordi è inevitabile, considerando le forti similitudini tra i due lavori. Se nel caso della serie tv possiamo parlare di un'opera riuscita, in questo caso invece dalla penna di Zerocalcare esce qualcosa di interessante e con discreti spunti; ma ancora acerbo, frammentario e privo della necessaria maturità stilistica.
124c: Uno dei primi film con la bella attrice australiana Nicole Kidman, ambientato in alto mare e che nonostante un cast complessivo che ammonta a sole tre unità, regala suspense e tensione dall'inizio alla fine. Sam Neil si riconferma il grande professionista che è anche come marito di Nicole, ma pure Billy Zane come naufrago psicopatico è davvero in parte. Nulla di trascendentale, ma riesce a tenere il pubblico attaccato alla sedia fino alla conclusione e a rivelare il talento di un'attrice che con gli anni saprà fare di meglio.
Minitina80: Ogni opera di Cimino è caratterizzata da un’intensità emotiva e da una convinzione davvero fuori dal comune. Lo si nota dalla descrizione della metamorfosi interiore dei protagonisti e dalla maggiore attenzione che dedica al significato della storia più che ai fatti in sé. Ancora una volta molte sequenze assumono un valore simbolico che acquisiscono una forza maggiore per gli scorci maestosi della Monument Valley. Per entrare in sintonia e goderne di rimando è necessario lasciarsi coinvolgere e con Cimino non è difficile.
Anthonyvm: Un Michael Moore schietto e ironico come di consueto analizza la vittoria di Donald Trump e riavvolge il nastro per individuare le ragioni sociali del suo "scioccante" trionfo, puntando il dito anzitutto contro l'establishment del Partito Democratico. Finché ci si sofferma sulle figuracce dei liberal (l'incredibile risposta di Obama alla popolazione di Flint nei riguardi della crisi idrica) e sull'ottimistico supporto dei movimenti di giovani attivisti, la dissertazione suona convincente; molto meno efficaci le solite comparazioni allarmiste fra Trump e Hitler. Buono nel complesso.
MEMORABILE: Compilation di uscite controverse di Trump; Sanders tradito dal suo partito; Moore innaffia il giardino del governatore Snyder con acqua contaminata.
Giùan: Si rischia di combattere, lungo il corso della sua ponderosa durata, contro il desiderio primigenio ed epidermico di detestarlo, cedendo alfine nella fatidica, platealmente "impudica" scena della nascita dell'agnellino (e no vabbè: il silenzio degli agnellini no Abdellatif!). Kechiche perde ogni precedente senso della (dis)misura e per ammannirci la "purezza" dello sguardo di Amin avvolge il profluvio affabulatorio rohmeriano di una sensorialità che fa un baffo (ma verrebbe da dire, perdonate, il cu...) al miglior (?) Korine. Da ululato la Bau (sob!)
Pinhead80: Tremendo filmetto che cerca di spaventare lo spettatore con qualche effetto speciale (la cosa migliore del film) e un sacco di mezze idee copiate da altri film e cacciate dentro alla rinfusa. La sensazione è che l'essere partiti sin da subito con il piede sull'acceleratore si sia rivelata una scelta controproducente. Il film infatti nel suo incedere si ammoscia su se stesso sino all'orribile scena dell'esorcismo (orribile perché girata davvero malissimo). Se potete evitatelo.
Rambo90: Commedia gradevole, che stenta un po' nella prima mezz'ora ma si fa più svelta e simpatica con l'entrata in scena del bambino. Bateman e la Aniston sono una coppia affiatata e la sceneggiatura, pur essendo banale, offre qua e là qualche scintilla. Anche il cast di contorno non è male, sebbene l'unico ad avere occasioni per far ridere è Wilson, mentre Goldblum e la Lewis sono sprecati. Non eccezionale, ma vedibile.
Cotola: È vero, l'unica idea è quella di girare un giallo christiano senza Poirot: mal ne incoglie al regista poiché il ritmo è spento e lento e non interessa minimamente. Del "povero" assassinato e degli altri non importa proprio a nessuno. Noia e sopore regnano sovrani fino alla brutta e sbrigativa spigazione finale. La grande scrittrice merita ben altro trattamento. Il cast non è disastroso.
Luchi78: Passo falso di D'Amato che gira un film prendendo una toppa dopo l'altra: la Gemser in ruolo decisamente sottotono recita male e coi serpenti non ha alcun feeling, Palance sembra essere arrivato direttamente dal suo ranch e dulcis in fundus l'orrifico finale a cui viene sottoposto il povero Gabriele Tinti. Non vi ho trovato nulla d'interessante.
Spectra: Crudo, violento, perverso e folle sono gli aggettivi che mi vengono alla mente dopo la visione di questo buon film di Caligari. Mi ricorda molto L'ultimo treno della notte di Lado forse per le situazione di violenza estrema. Ritengo anch'io, come molti, geniale la scena della rapina a Little Tony che interpreta se stesso e canta "Cuore matto"... Fantastico!
Nando: Ispirato da una vicenda dell'epopea a stelle e strisce, il film narra in maniera corretta e funzionale lo sviluppo di un processo gestito in maniera partigiana e forcaiola. Buona l'analisi del sistema giudiziario del periodo. Cast validissimo con un'intensa Wright.
Reeves: Melodramma a sfondo politico-spionistico realizzato con cura e con qualche sorpresa nel finale, solo che la parte iniziale è troppo lunga e ripetitiva. Paola Pitagora all'epoca era davvero stupenda, il marmocchio commuove, Umberto Raho ha il solito ruolo da cattivo. Curiosamente non ci sono spunti erotici, all'epoca molto richiesti e sicuramente nelle corde del regista Amadio. Musiche ripetitive che appesantiscono i momenti morti. Comunque vedibile.
MEMORABILE: La danza dei Mamutones; L'espediente al traghetto per cercare di impedire il rapimento.
Il Dandi: Successo ovvio, giacché personaggi come gli squattrinati rampolli dell'aristocrazia decaduta (e non decadente) sono disegnati PER chi e DA chi ne è estraneo; non parlo dei Vanzina, ma di Marina Punturieri (poi IN Lante della Rovere poi IN Ripa di Meana): ancor più dell'ostentazione glamour di un lifestyle all'insegna di lusso e lussuria, è proprio l'ossessiva fascinazione per l'acquisizione di un titolo nobiliare a denunciare una mentalità intimamente borghese. Non ho mai immaginato Madame Bovary con le gambe di Carol Alt, ma se faranno un film sulla mia vita pretendo come minimo Johnny Depp.
Homesick: Fiacca commedia del sottogenere sui carabinieri che spara gag a vuoto, nonostante l’aggiunta della pista spionistica e il lieto fine che riscatta la sorte di personaggi di solito piuttosto iellati. Al gruppo di caratteristi, in gran parte provenienti da Pierino il fichissimo il cui regista Metz è qui l’aiuto di Girolami, si associano senza elevare la bassa media lo stralunato Alessandro Benvenuti, la divetta del “Drive in” Tini Cansino, un imperioso Benito Artesi e le starlets dal nudo facile Malisa Longo e Cinzia De Ponti.
MEMORABILE: Benvenuti che parla al poster di Rambo; i nudi della Longo.
Panza: Riuscito affresco della Roma del '21 tra anarchici in discesa e fascistelli rampanti in procinto di salire al potere. I personaggi funzionano; tra questi spiccano Alain Delon in un ruolo davvero ben recitato, Cervi carismatico e Tognazzi, indimenticabile nel ruolo del vecchio rintanato in soffitta. La trama fila e il film si guarda con piacere, dal momento che scorre via piacevolmente. Il soggetto è stato scritto da quel geniaccio di Jacopetti. Fotografia vivace di Henri Decaë, uno dei decani di tale professione in Francia.
Galbo: Un episodio significativo, tra i più cruenti della storia americana. Gary Ross lo ricostruisce con rigore filologico ed un personaggio che unisce bene epica e dolente umanità e che è affidato alla carismatica interpretazione di Matthew McConaughey. La segregazione razziale è dolorosamente presente e ben rappresentata. Interessante e ben condotto il parallelo con una vicenda recente collegata alla principale da un discendente del protagonista. Attori in parte. Un buon film.
Homesick: Coproduzione franco-italiana che, dopo un incipit col botto, prosegue fiaccamente per poco più di settanta minuti, cercando di mettere insieme un thriller inesistente. Lo salvano dal disastro totale l'ambientazione sulla costa bretone e l'impiego di un buon cast, seppur sprecato: la Schneider, che con la sola sua bellezza potrebbe renderne consigliabile una visione, Ronet e il nostro Tinti.