Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Urraghe: Commedia amara con Silvio Orlando nel ruolo di un professore disilluso di un liceo di Roma negli anni 90. Opera prima di Riccardo Milani, due anni dopo La scuola di Lucchetti ne ribadisce le tematiche con un tocco leggero e confortevole. Prove attoriali nella norma, buona sceneggiatura ma regia acerba. Si lascia guardare contando sulla melanconia del ricordo dei tempi del liceo.
MEMORABILE: Dalle parole del diario di uno studente: "Scrivere aiuta a vincere la paura".
Vitgar: Film che sembra di un secolo passato; ma è comunque gradevole e abbstanza divertente, anche se la trama è deboluccia, essendo imperniata sulle angherie della vecchia nonna (magistralmente interpretata da Tina Pica). Buono anche il resto del cast, bellissima la Koscina, Salvatori un po' fuori ruolo col suo ghigno da borgataro.
Il Gobbo: Impacciato maestrino di provincia con velleità erotiche si innamora, ricambiato, di una bella ragazza veneziana, ma di famiglia ricchissima... Poteva venir meglio questa commedia con pruriti in cui Lado prova la carta di un Morandi parolaccioso e sessualmente intraprendente (c'è anche un nudo integrale, ma controfigurato). Ma la satira sociale è greve, il cotè sentimentale un po' melenso (e non mancano le corse degli innamorati al ralenti), il ritrattino di provincia superficiale. Comunque guardabile. Mini apparizione del futuro Gaspare!
Ammiraglio: È quasi incredibile come in un solo film ci vengano presentate così tante situazioni e personaggi di natura davvero comica. Primo fra tutti Austin, mirabilmente interpretato da Mike Myers (ovviamente andrebbe visto in originale per apprezzare tutti gli accenti e le sfumature del linguaggio), ma anche il Dr. Evil che è tra i personaggi più comici ed assurdi mai creati fino ad arrivare a personaggi secondari come Scott (la sessione di terapia di gruppo è fenomenale) o il capo di Austin.
Herrkinski: Commedia sentimentale non priva di qualche spunto riuscito, più che altro nella prima parte; Hendel ha un umorismo misurato che convince, la Buy sgrana gli occhioni e si rende tenera, i comprimari fanno un buon lavoro e i frequenti cambi di scena e situazioni mantengono l'interesse. La storia tende però a sfilacciarsi nell'ultima mezz'ora, portando a un finale che non convince appieno. Resta un lavoro comunque curioso e meritevole di una visione, nonostante alcuni evidenti difetti che l'hanno confinato a film minore. Belle location romagnole.
MEMORABILE: La Buy al lavoro alla festa "comunista".
Cinema97: Il tema della vedovanza rivisto in chiave comica e con un cast di grandi nomi del cinema anni '60-'70. La visione, per gli appassionati del genere, è obbligatoria per l'incontro tra Lucio Dalla con Franco e Ciccio. In realtà Franchi e Ingrassia appaiono solo nel primo segmento intitolato "La nostra signora", lasciando poi spazio a Nino Taranto e Raimondo Vianello. Le bellissime "Il cielo" e "E dire che ti amo" sono le hit sparate per dar spazio al cantautore bolognese nelle vesti di narratore/medico. Non memorabile ma piacevole.
MEMORABILE: Lucio Dalla con la rivista Playboy in mano mentre racconta l'episodio con Franco e Ciccio; Vianello e la "vecchia" nonna.
Luke v.9.: Una pellicola costruita su misura per il quartetto dei Gatti Di Vicolo Miracoli e quindi una pellicola dove far emergere le singole particolarità di ognuno di loro (e già si vede comunque che Calà spicca sugli altri). Un film semplice, talvolta con delle piccole cadute di tono. Tuttavia gli attori sono simpatici, l'atmosfera è giusta e la sequenza iniziale dei titoli di testa è davvero una bella scena.
Belfagor: Depp è bravo come sempre, Bale è più espressivo del solito, gli altri attori (seppur sacrificati) sono degni comprimari, la resa del digitale è ottima e c'è una notevole perizia nella ricostruzione storica (armi incluse, il che è raro)... eppure il film di Mann non riesce a coinvolgere fino in fondo. La parte sulla Grande Depressione, essenziale per comprendere appieno un personaggio come Dillinger, viene lasciata sullo sfondo, mentre in altri punti il film si dilunga troppo, facendo sfumare la tensione. ***
MEMORABILE: La prima evasione; il cinegiornale; l'arrivo di Dillinger intervallato alla sequenza in bianco e nero.
Markus: D'ambientazione pugliese, il film continua la saga de L'insegnante la cui prorompente avvenenza (Edwige Fenech nei panni di una professoressa d'inglese) turba la vita a scolaretti indisciplinati e insegnanti gaudenti; insomma, i bassi istinti primordiali prendono il sopravvento generando situazioni “pochadistiche”. Un po' volgare - ma ci sta, nel genere - il film conta su un ricco stuolo di caratteristi e comici che, grazie alla loro vitalità, in parte compensano la flebile sceneggiatura.
Rigoletto: Il seguito di Filo da torcere è un film perfettamente in linea con il capostipite e, volendo, lo potremmo considerare come un unico film diviso in due parti; questa impressione deriva dal fatto che non vi è alcun mutamento, nessuna crescita evolutiva in personaggi che sono presi da un film e appiccicati pari pari sull'altro. Ovviamente, considerando che i film in questione sono due, diventa un elemento non dico disturbante, ma che evidenzia tutte le debolezze della sceneggiatura. Alla fine se il più "evoluto" diventa Clyde qualcosa non va.
Skinner: Ritratto di un uomo, prima terrorista dell'I.R.A. poi pentito, ma sempre trascinato dagli eventi e piegato dalle circostanze. Gran bel film, con un McBride che dosa sapientemente momenti thrilling con altri più intimi (sti) e con un finale che ricongiunge finzione e realtà di quegli anni. Ma soprattutto film di attori, con un Dalton sorprendente in un raro ruolo "negativo" (anche se bene e male, come è giusto che sia, in quasto film sono molto relativi) e un grandissimo Anthony Brophy, talento recitativo poco sfruttato dal grande schermo.
Motorship: Se si fa una sommatoria delle commedie sexy di quel periodo, devo dire che questo film risulta davvero divertente e in parte riuscito. A fare la parte del leone sono Renzo Montagnani e soprattutto un eccelso Lino Banfi, a dir poco esilarante e in stato di grazia come del resto spesso in quel periodo. Splendide le icone di questo genere, Barbara Bouchet ed Edwige Fenech, si lasciano ammirare nella loro sensualità. Stuolo di caratteristi tra cui Renzo Ozzano, la quasi immancabile Marisa Merlini e il tassista Santonastaso.
Daniela: Fratelli pompieri per tradizione familiare, Bull e Brian non vanno d'accordo, tanto che il secondo, incaricato di indagare su una serie di incendi dolosi, giunge a sospettare del primo... Film drammatico interpretato da un cast variegato e prestigioso, non molto convincente dal punto di vista della trama e neppure nel tratteggio dei personaggi, piuttosto stereotipati (soprattutto i principali), ma certo spettacolare nelle varie sequenze dominate dal fuoco. Intrigante poi l'attribuzione al fuoco stesso di una personalità malevola che si manifesta con il ritorno di fiamma. Più che potabile.
Thedude94: Gioiellino di Johnson, gran film giallo fatto come si deve, con intrecci e trama chiari e sorprendenti. Lodevole il cast, che va dalla figura del detective ottimamente interpretato da Craig alla giovane e bravissima De Armas che va imponendosi sul grande schermo. Da un punto di vista della sceneggiatura è perfetto e registicamente non c'è nulla da eccepire, anzi: ogni aspetto tecnico è ben curato. Un film da vedere e rivedere per assaporare il gusto del detective movie classico, con flashback al punto giusto che non appesantiscono il tutto. Grande cinema.
Kinodrop: Un turista americano in Grecia, dopo un incidente in cui muore la fidanzata, si trova immischiato in una più che confusa rete di complotti politici e di corruzione, dalla quale cercherà di uscire impelagandosi sempre più. Personaggio anonimo e mediocre costruito addosso a Washington (figlio) impegnato in rocambolesche e impossibili prove fisiche che sviliscono la tenuta di una trama che avrebbe voluto cavalcare l'onda di vicende politiche ben note per una storiella da "superuomo" (non esente da retorica), un ercolino sempre in piedi, sfortunato certo, ma anche tanto ingenuo.
Minitina80: Un buon prodotto di intrattenimento, almeno in senso stretto, in quanto sotto l’aspetto storiografico sono poche le cose lasciate in sospeso, ragion per cui ampio spazio è lasciato alla spettacolarità della battaglia che ruba una parte importante del minutaggio complessivo. L’impianto visivo non manca di stupire per l’imponenza degli effetti e l’incanto dei paesaggi naturali neozelandesi. Fastidioso oltre il limite Legolas, le cui abilità in battaglia vanno oltre le comuni leggi del fantasy e della fisica; antipatico, invece, Alfrid.
MEMORABILE: Elrond, Galadriel e Saruman che contrastano Sauron.
Redeyes: La serie tv era divertente e ben congegnata, il film è ben congegnato ma non divertente. Indirizzato non solo ai vecchi aficionados che avrebbero di sicuro guardato anche questo, ma sopratutto ai nuovi, vogliosi di amore e romanticismo. Finale telefonato all'insegna del volemose bene, che non disturba, ma è in linea con questa pellicola, che è furbetta e niente più. È più una carrellata di griffes ed aperitivi che la storia di 4 amiche. Banalotto eppur guardabile.
124c: Secondo film animato di Asterix, in trasferta in Egitto, con Obelix e il mago Panoramix, per aiutare un costruttore siculo a erigere un palazzo per conto della regina Cleopatra. L'incontro fra personaggi fittizzi e due leggende classiche come Cleopatra e Giulio Cesare è molto spassoso. Cleopatra è un'isterica, ma è la cosa migliore del film; Cesare invece un furbastro che vuole fregare tutti, come nei fumetti originali. Le gag non si contano, come le scazzottate coi romani e l'architetto cattivo. Oreste Lionello torna a doppiare Asterix.
MEMORABILE: Giulio Cesare: "A 'sti galli malefici je faccio 'ffà l'antidopping!" Servo: "Il leone di Cleopatra canta meglio di Sinatra e non soffre il raffreddor".
Mco: Anna Magnani e la miseria, la voglia di essere chi non si può, ma con l'amore da mettere al primo posto. Quell'amore che è riposto nel ragazzino, cresciuto come se fosse suo, lasciato andare con il cuore a pezzi. Interpretazioni di rilievo per una pellicola che fa riflettere su come il mondo cambi per essere, alla fin fine, sempre uguale. Regionalismi fortemente presenti, specchio di un'Italia diversificata e combattiva. Buona la regia di Righelli.
MEMORABILE: Le avventure tragicomiche del cagnolino.
Rambo90: Non uno dei migliori di Salemme: la storia è interessante ma si ride davvero poco, il cast è ricco ma poco affiatato (Papaleo è spaesato) e molte gag e personaggi potevano essere tagliati (come i motociclisti che parlano in rima). Si salvano i consueti duetti fra il protagonista e Casagrande e il colpo di scena finale inaspettato (ma anch'esso non realizzato al meglio). Inutili partecipazioni di Montella, Ferrara e Cannavaro (nonchè di un Flavio Bucci invecchiato e poco ispirato). Mediocre.
Rambo90: Bellico di spionaggio, dal cast altisonante ma dall'andamento noioso, a causa di una regia troppo piatta e di personaggi molto stereotipati. La trama inscena una cospirazione attorno alla morte del generale Patton ma di azione ce n'è poca e i dialoghi non sono particolarmente brillanti. Ben scelte le location e bravi Cassavetes e Von Sydow, sprecati invece tutti gli altri (a partire da una spaesata Loren).
Galbo: Film piuttosto atipico nella filmografia del maestro inglese; si tratta di una spy-story con alcuni toni della commedia (vedi il rapporto tra i due protagonisti), ma dal ritmo molto serrato e con alcune sequenze rimaste nella storia del cinema (quelle finali sopratutto). Particolarmente curati la fotografia e il montaggio. Il film ha uno dei punti di forza nel cast, non solo per i due ruoli principali (interpretati splendidamente), ma anche per quelli di contorno (specialmente James Mason).
Magerehein: Adrenalinico film d'azione/salvataggio ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, vanta tanti pregi (colonna sonora, ambientazioni montane memorabili, ritmo sostenuto, senso di tensione costante, la recitazione di Burton); non ci si annoia di certo. Bisogna d'altro canto pagare dazio al consueto difetto tipico dei film americani di genere; decisamente inverosimile che due soli uomini riescano a fare fessa un'intera guarnigione di tedeschi e a farla pure franca. Tale mancanza di realismo potrebbe irritare qualcuno, ma nel complesso il giudizio non può che essere positivo.
Didda23: Un'eclisse solare buca lo strato d'ozono e la gelida mesosfera raggiunge la terra con esiti catastrofici. Disaster movie di basso lignaggio dai risibili effetti speciali (tutti, ovviamente, in scadente computergrafica) e dalla sceneggiatura pseudo-scientifica che fa rabbrividire. Tralasciando qualche momento ultra trashy (le morti istantanee per il freddo), si denota un minimo di mestiere nella regia di Trenchard-Smith soprattutto nelle scene in interni. Un'opera evitabilissima, ma con qualche piccola cartuccia e con un cast potabile.
MEMORABILE: Il salvataggio della figlia sulla spiaggia; Il tentativo con i palloni atmosferici; I missili di nitrato d'ammonio.
Guru: Un film divertente che mescola l’ironia dei comici di Colorado con l’esperienza e l’eleganza di alcuni artisti navigati. Le espressioni facciali di Abatantuono sono uniche. Interessante la storia raccontata su un doppio binario con l’elemento imprescindibile, intoccabile e immortale della telecamera! La fotografia è mediocre ma il livello generale del film è buono. Regia che non stupisce ma che sa cogliere aspetti della nostra realtà.
Motorship: Nonostante la regia di Parenti sia del tutto assente e la sceneggiatura alquanto sciatta, il film è gradevole e non viene mai a noia. Merito anzitutto di un Renato Pozzetto piuttosto in forma, non proprio al massimo ma che comunque ha ancora tante freccie nel suo arco. Bella la parte in cui Pozzetto si trasforma da sfigato sfrattato a calci (metaforicamente) a truffatore vendicativo del sistema immobiliare bieco e crudele. Rimane impressa per quanto riguarda il resto del cast Paola Onofri (bellissima!).
MEMORABILE: Ufficio immobiliare di Pozzetto in una cabina telefonica con zingarella come segretaria; Il pugno in faccia alla "segreteria telefonica" di casa Marini.
Galbo: Simpatica commedia su una rockstar in disarmo e due suoi ammiratori oltre oceano. La trama è decisamente originale e la sceneggiatura sa alternare efficacemente i momenti brillanti (legati al mondo dei fan e alle illusioni correlate all’arte e alla fama) e quelli sentimentali. Bravo Ethan Hawke ma la vera protagonista è l’ottima Rose Byrne in un ruolo molto convincente. Molto bella la colonna sonora. Un buon film.
Digital: Quest'ultima fatica di Joel Schumacher si traduce in un thriller assolutamente privo d'inventiva: il plot è risaputo e anche i vari snodi narrativi sono ampiamente prevedibili, ma nonostante ciò riesce a generare un pizzico di tensione e a tener desta l'attenzione dello spettatore fino alla fine. Una delle opere meno memorabili del regista statunitense, ma gli attori si impegnano (compreso il tanto bistrattato Cage) e il film si segue con piacere.
Nando: Avventura per ragazzi tra panorami mozzafiato e incontaminati. Tutto abbastanza scontato, con la presenza di un inverosimile cucciolo di orso polare quasi addomesticabile. Tipico prodotto americano dai buoni sentimenti infarcito di ruffianeria e destinato al famigerato lieto fine. Heston non lascia quasi traccia.
Ale nkf: Verdone dà una riprova di essere, oltre che un ottimo regista, anche un ottimo attore. Le tre storie in cui si divide il film sono perfette, ma la coppia Furio/Magda è straordinaria (quanto ammiro qella povera donna!). Rattrista un po' il finale che forse era evitabile essendo il film comico. Comunque molto buono.
Galbo: La crisi economica ancora in pieno sviluppo provocata da uno sparuto gruppo di cinici affaristi senza scrupoli. Margin call mostra il re nudo con estrema efficacia; quasi un dramma teatrale da camera nel quale contano soprattutto i dialoghi che pur talora ostici a causa di tecnicismi, rappresentano l'essenza della pellicola e sono fondamentali per la sua riuscita insieme al gruppo di efficacissimi interpreti, Irons e Spacey su tutti.
Cotola: Seconda avventura extralarge per la curiosa scimmietta George ed il suo amico dal cappello giallo, Ted. Stavolta i due viaggeranno in diversi paesi per consentire ad un cucciolo di elefante di ricongiungersi con la sua famiglia. Rispetto alla serie c'è un andamento meno sketchistico e più narrativo e non potrebbe essere altrimenti. La storia è semplice, ma il ritmo è buono e così anche gli adulti non rischiano di annoiarsi o almeno non troppo. In originale tra le voci, piccole particine per Tim Curry e per il grande Jerry Lewis.
Siska80: Tre sprovveduti amici in balia della giungla: come andrà a finire? Si naviga (letteralmente) tra sfondi fissi e altri animati (l'acqua) in un insieme complessivamente poveristico all'interno del quale emergono con prepotenza i vari personaggi (che per il loro design plastico ricordano molto da vicino le sorpresine di una nota marca di uova al cioccolato). Produzione con animali antropomorfizzati indirizzata soprattutto ai più piccoli che - pur facendo storcere il naso in quanto imparagonabile agli anime Anni Ottanta per trama e grafica - si lascia comunque guardare con simpatia.
Anthonyvm: Divertente "presa per i fondelli" di grandi dimensioni. Fincher dirige con la consueta maestria nel costruire una solida e costante tensione, avvalendosi anche della bravura della coppia Douglas/Penn (quest'ultimo non molto presente invero). Il risultato è un avvincente thriller di paranoia dove il dubbio e il senso di minaccia regnano sovrani. Chi in un film cerca realismo e logica ferrea rimarrà di certo deluso, se non addirittura irritato, dal momento che per godersi lo spettacolo la sospensione dell'incredulità è d'obbligo. Finale assurdo.
MEMORABILE: L'inquietantissimo pupazzo-clown di poltergeistiana memoria; Le scritte luminescenti sui muri di casa Douglas; L'ondata finale di colpi di scena.
Jandileida: Onorevole film per famiglie in cui i conigli animati (molto ben fatti) interagiscono con i protagonisti in carne e ossa. Tratto da una fortunata serie di libri inglesi, si basa essenzialmente su di un canovaccio già visto molte volte: l'idillio, puramente platonico e molto bucolico, tra una pittrice e un coniglio un po' spaccone viene turbato dall'arrivo di un terzo incomodo umano. Niente di nuovo dunque, ma qualche battuta riuscita e alcune scene rocambolesche al punto giusto rendono l'ora e mezza abbastanza piacevole. I più piccoli rideranno con gusto.
Matalo!: Prima di arrivare al dunque per due ore ho avuto l'impressione di vedere il remake kolossal de Il laureato; già Norton a volte mi ricorda Hoffmann, specie le spalle. La scena del parco dove trova Lyv Tyler col nuovo boyfriend è papale a quella del classico di Nichols. Poi, sopraggiunta la battaglia finale, il gateau di patate e stinco-gorgonzola che avevo mangiato ha avuto la meglio e ho preso sonno. Noioso e uguale a tutti gli altri film su eroi Marvel, specie Iron Man (dove però c'è un vispo Robert Downey jr.)
MEMORABILE: Lou Ferrigno gurdia giurata (il lavoro che meritava di fare anche nella vita); Stan Lee che si beve il guaranà.
Pinhead80: Il soggetto era molto accattivante: un medico di origini ebraiche che rinuncia a soccorrere un uomo di fede neonazista. Così come lo sviluppo legato al senso di colpa poteva portare a una serie di accadimenti di un certo rilievo. La verità è che il film si sgonfia su se stesso, chiudendosi in quei silenzi che voleva narrare ma che alla fine non portano quasi da nessuna parte. Nonostante siano evidenti il peso delle azioni e le loro conseguenze, i personaggi sembrano essere tutti in grado di avere una seconda possibilità. Al film manca la benzina proprio quando doveva accelerare.
Alex1988: Una dolce storia riguardante due bambini la cui madre, accusata di aver indotto la figlia a prostituirsi, viene arrestata e i ragazzi vengono momentaneamente dati in custodia a un giovane carabiniere. Nel corso della storia i tre protagonisti si avvicineranno sempre più, fino al sospeso finale. Amelio sa toccare le corde giuste e, nonostante qualche piccola caduta di ritmo qua e là, dà vita a un film da apprezzare. Gran premio della Giuria a Cannes.
Luchi78: Banalità varie e superficialità nella scrittura fanno da sfondo alle immagini di una Roma turistica, esclusivamente da cartolina: si sono invertite le priorità, gli episodi non hanno consistenza alcuna mentre l'ambientazione in una Roma che è solo tramonti e monumenti rimane tanto bella quanto stucchevole. Un fallimento completo, non riesco a salvare neanche uno degli episodi nonostante le numerosi interpretazioni e i volti più o meno altisonanti; anzi nomino come peggiore quello con un Benigni davvero sprecato. Sconsigliato assolutamente.
Pigro: A Berlino divisa tra est e ovest i nostri finiscono per equivoco nelle mani di russi e di americani. I momenti migliori sono quelli in cui i due si ritrovano da soli a riempire lo schermo con le solite chiacchiere, gag e tormentoni (il furto di oggetti compiuto da Totò ai danni di Peppino o l'attraversamento dell'Alto Adige): nel cuore del film ci sono ben 20 gustosi minuti di seguito in cui recitano solo loro. Per il resto, dalla parodia di Vincitori e vinti in poi ci si attesta su una mediocrità di storia e ritmo, spesso poco divertente.
Minitina80: Il numero due arriva puntuale come la pioggia in inverno e non cambia molto della formula originale. Decisamente più fastidiose le parentesi giovanili da party a bordo piscina o da college, qui molto più accentuate e risibili. La mano nell’architettare la suspense, invece, è sempre buona e il finale nel complesso efficace. Ne viene fuori una pellicola altalenante in cui si alternano momenti riusciti ad altri in cui verrebbe voglia di andare avanti. Sfiora le due ore, decisamente troppe: un accurato lavoro di taglio gli avrebbe giovato.
Rambo90: Gradevole, dal sapore quasi disneyano per innocenza di sentimenti dei suoi protagonisti e per la semplicità delle situazioni messe in scena. Si sorride spesso, soprattutto per le sbadataggini del professor Stewart (sempre impeccabile e in parte) e Mumy è un bambino con un'ottima espressività. Il momento migliore è l'incontro con Brigitte Bardot, di una certa dolcezza e che dà al film il vero guizzo prima della prevedibile chiusa. Non male.
Redeyes: Spesso ci si chiede se ce ne fosse il bisogno, botteghino a parte s'intende. Questa volta la domanda è più che lecita, anche perché il nano Tremotino non buca lo schermo e la sensazione di deja-vù non viene questa volta sormontata e sconfitta da uno Shrek mattatore. La trovata dell'universo parallelo può forse intrigare inizialmente, ma in fin dei conti è ben poca cosa. Credo e spero che si sia giunti al termine.
Anthonyvm: Mix parzialmente riuscito fra trapped-movie in stile Wrecked e cinema sui serial killer, con un sadico autostoppista che tormenta una biondina rinchiusa in un'auto capovolta. Il Softley di The skeleton key dirige un thriller nel complesso schematico, dall'immancabile subtext psicologico (la protagonista assalita da dubbi e insicurezze prematrimoniali che si troverà a superare prove molto più fisiche e dolorose) alla svolta apertamente orrorifica dell'ultimo atto, privo di sorprese e presto dimenticabile, ma sufficientemente adrenalinico e piacevole a seguirsi. Brava e bella la Hough.
MEMORABILE: Fuori strada; Cenetta a base di ratto; L'eroina trova il cellulare proprio mentre il killer torna sul luogo dell'incidente; La casa delle torture.
Giacomovie: Nonostante la prevedibilità del film (basta il titolo e la locandina per capire quasi tutta la trama), si riesce a condurlo in modo controllato tenendolo lontano dal fastidioso stile da fotoromanzo. Ne risulta una storia d'amore matura, integrata col vissuto precedente dei due, che è adatta a coppie dai 40 anni in su e che cerca di mettere in risalto la forza rigeneratrice dei sentimenti. Il difetto sta nell’approssimazione e nel modo leggermente affrettato di concludere la storia. La coppia Gere-Lane se la cava benino. **!
Rambo90: Classica commedia della recente ondata italiana che si ferma al puramente carino. La confezione è buona ma la trama avrebbe potuto osare un pochino di più invece di mettere in fila la solita serie di luoghi comuni e storielle già viste. Comunque, grazie al cast ricchissimo, ogni tanto si sorride: Solfrizzi e Rubini i migliori, la Solari solo bella, Bova migliora, Marcorè il più divertente, puramente esornativi gli altri. Durata eccessiva ma il ritmo scorre e così non ci si annoia, ma nemmeno si grida al miracolo. Finale da diabete.
Fabbiu: Con un tocco grafico di forte impatto, pulito, ricco di dettaglio e colore, questo film rievoca, per la cura delle atmosfere, una sensazione che ricorda lo stile Miyazaki, però ispirato alle antiche storie e leggende irlandesi e scozzesi. Riesce ad appassionare con una interessante storia di folklore e continuo mistero, ma anche toccare lo spettatore con alcuni picchi di poesia sia visiva che narrativa. Rivolto prevalentemente ai bambini, ma gli adulti avranno di che farsi cullare, grazie anche alla bella e delicata musica.
Rambo90: Thriller altamente prevedibile, ma girato a ritmo serratissimo, in modo non dissimile da The Call, di cui condivide la protagonista. Ed è la stessa Berry, che offre una performance grintosa e sentita, uno dei motivi di forza del film, che pure quando l'azione latita e rallenta un po' almeno può contare sulla sua performance. Prieto viene dal peggio del cinema italiano, ma sembra saperci fare con gli inseguimenti e la tensione. Non male.
Gabrius79: Commedia giovanilistica che ironizza bonariamente sulle malattie di quattro giovani ragazzi. Nel corso della prima parte ha diversi momenti divertenti e simpatici grazie anche a una gustosa Lucia Ocone (che però appare poco) e a un Vincenzo Alfieri (il malato di sindrome di Tourette) in stato di grazia (forse anche perché è il meglio servito dalla sceneggiatura). Bene anche il cast dei genitori con Ghini, Tognazzi, Calabresi e Autieri. Nella seconda parte il film si affloscia e perde in freschezza. Depardieu inutile.
Smoker85: Il film si regge sulla bravura di Peppino e della Adani, con Totò meno presente del solito ma non meno spassoso o meno importante. La storia è sospesa tra dramma e commedia, ma si ride spesso grazie ai due artisti napoletani e alle brevi incursioni della deliziosa Franca Valeri. La riflessione sul moralismo esasperato e sulla nostalgia delle case chiuse forse non è poi così datata. Cast di contorno perfettamente integrato coi protagonisti.
MEMORABILE: Totò che implora i familiari di andare a prendere il pane perché ha fame; I monologhi finali della Adani e di Totò.
Capannelle: Il protagonista è un omaccione scorbutico e pedante capace di questionare su tutto ed elevare il litigio sul nulla a regola di vita. Ma dietro a questa facciata esistono sentimenti e trascorsi che prima o poi non possono più rimanergli dentro. Ritmo discreto, un po' ripetitivo come raggio d'azione ma sostenuto dalla performance di Lassgård che ne combina di tutti i colori senza mai cascare nel macchiettistico.
Furetto60: Di interessante e ben fatto metto solo le ricostruzioni: affascinanti certi scorci paesaggistici dall'alto della Roma nel primo secolo d. C., così come alcuni interni e i costumi. Purtroppo la storia non solo è scontatissima, ma anche mal progettata, con personaggi superficiali e piatti. Il ritmo, poi, troppo spesso è soporifero. Nel complesso un brutto film.
Saintgifts: Indispensabile che nella coppia, accomunata dalla malattia senza scampo, ci fosse un riccone. Questo è il punto che deprime tutti gli altri toccati nel film; punti di una certa importanza, riferiti alla vita in generale e più in particolare ai sentimenti e ai rapporti affettivi. Le inesauribili possibilità economiche danno la possibilità di esaurire la prima parte del film, film che si riscatta nel finale dove i soldi non contano più e in cui deve emergere, se presente, la parte migliore che è in ognuno di noi. La coppia bianco/nera non sbaglia.
B. Legnani: Interviste a tre pornodive, sprazzi di vita fuori dal set (anche con la Legge) e sprazzi delle loro attività professionali. L’unica carina è la bionda Lee, laureata in Belle Arti, anche interessante da ascoltare. Isis Love è il prototipo di chi finisce sul porno per adolescenza travagliata, Princess Donna fa vedere tutta la famiglia, con tanto di madre, da poco vedova, che si interessa degli strumenti da BDSM. Il film si fa presto noioso e, francamente, l’interesse torna solo quando si vede (nel limite del possibile) l’attività sui set.
Cloack 77: Quando le riprese "reali" prendono il sopravvento qualcosa scatta, gli spaventi non mancano, i dubbi montano e si riesce a superare tutto: l'inconsistenza dei personaggi, le loro psicologie quasi azzerate, la regia inesistente... Le riprese "reali" sono talmente ben fatte da cancellare addirittura la pretestuosità dell'intervento iniziale della Jovovich e da spingere ad indagare sulla loro effettiva veridicità. C'è un superamento dell'effetto The blair witch project.
Galbo: Memore dei suoi trascorsi action, Owen Wilson abbandona la commedia per un film che non ti aspetteresti da un attore come lui. Si tratta di una pellicola dal budget ridotto che il regista dirige con senso del ritmo e tensione che sopperisce ad una trama non certo originale e tutto sommato abbastanza ripetitiva: una famiglia in fuga da un gruppo di facinorosi che vuole la pelle di tutti gli americani. Positivo l'"innesto" del personaggio di Brosnan, al di là del "predicozzo" morale neocolonalista inserito forzosamente. Non male.
Homesick: Ennesima storia di un serial killer psicopatico che prende di mira un poliziotto - guarda caso - stressato e insonne. Un film brutto, girato male, con personaggi scontati e resi da attori (come Reaves e Spader) che in altre occasioni hanno dimostrato di fare assai meglio. Inutile cercare la tensione, perchè non ve n'è traccia. Unico motivo di interesse è la bellezza semplice ed avvolgente del volto di Marisa Tomei, che risalta ancor più da metà film in poi.
Markus: In mancanza d’idee ecco l’ennesimo rifacimento (stavolta di un film francese). Vicenda vista e stravista in mille altri film perché, in definitiva, è la solita - quasi snervante - storia che ci mostra una famiglia borghese allargata in cui a far da perno centrante/carismatico è il trio “senile” De Niro/Sarandon/Keaton spalmati da Zackham in un’ora e mezzo di situazioni da pochade (tiritere amorose, corna vissute, ripicche) nella solita villa americana sul lago immersa tra i severi boschi. Pellicola evitabile e soprattutto dimenticabile.
Taxius: Onestamente devo ammettere che mi aspettavo ben di peggio da questo film che, pur nella sua totale idiozia, riesce a divertire. Il film preso di mira è Paranormal activity, che viene ricalcato molto fedelmente ma in chiave demenziale; quindi, prima di vedere Ghost Movie, sarebbe consigliato vedere il film originale. Le battute sono quasi tutte di livello pecoreccio ma divertono. Ottimo per staccare la spina.
Reeves: Evidente l'origine teatrale del testo, che lavora molto sulle varie caratterizzazioni e su una recitazione decisamente più adatta al palcoscenico. Vorrebbe essere il racconto di come si possano perdere le tradizioni per via della globalizzazione ma non riesce mai a decollare, anche se qualche battuta fa ridere e Maurizio Mattioli è capace, come sempre, di prendersi la scena.
MEMORABILE: La preghiera ai santi che proteggono i mariuoli.
Jurgen77: Pruriginoso e bizzarro film di Bigas Luna. L'idea è molto particolare, con una mistura di "favola" infantile, erotismo e comicità. Il tutto risulta ben amalgamato e gradevole. Logicamente non un kolossal, ma qualcosa di buono c'è... Il sogno poi del bambino di bere il latte alla "fonte" è azzeccatissima.
Cotola: Tentativo "scoliano" mal riuscito di rinverdire i fasti della commedia all'italiana, come conferma già la scelta degli sceneggiatori che furono tra i più grandi nell'epoca d'oro del genere. Ne viene così fuori una pallida ed esangue galleria di figurine umane che risultano piuttosto trite e ritrite e che lo spettatore (che ha visto qualche film) ha incontrato diverse volte nelle sue visioni cinematografiche. Anche le situazioni raccontate sono abbastanza usuali. Si ride poco e non c'è cattiveria. In buona sostanza un film molto mediocre.
Ciavazzaro: Nulla di eccezzionale. Film ad episodi (di qualità variabile) nella norma, con un cast strepitoso. Si parte dal primo dove troneggia la divina Koscina, passando ad episodi più o meno interessanti (un po' meno udienze a porte chiuse, interessanti Ornella ed A porte chiuse). Ottima e bellissima la Giordano, sempre un piacere vedere la Montagnani. Sufficiente.
MEMORABILE: Jimmy il fenomeno: "Bella tutta nuda!"
Puppigallo: La genialità di Chaplin regista qui è particolarmente evidente. Non la si deve però cercare nella trama, o nelle inquadrature, ma nella capacità di raccontarci una storia molto triste in chiave ironica e spesso così comica da farci ridere di gusto (non è da tutti suscitare ilarità narrando di un poverino squattrinato, che fa l’impossibile per nutrire e crescere dignitosamente un trovatello). Ed è proprio grazie a questa sua capacità che ci si sente quasi traditi quando il piccolo gli viene portato via (scena struggente). Diavolo di un Chaplin.
MEMORABILE: L'omino (Chaplin) manda il bambino a rompere i vetri e poi compare "per caso" col vetro di ricambio.
Rigoletto: De Niro torna a vestire i panni del poliziotto integerrimo, affacendato a evitare un accostamento con il padre giustiziato per omicidio. Tutto si aspettava fuorché indagare sul proprio figlio. Ottima prova dell'attore italoamericano, che qui sceglie di dare una voce pacata e ragionevole al suo personaggio e fa da chioccia a un Franco notevole. Caton-Jones dirige bene un thriller dalle molte sfaccettature ma con sempre ben chiaro l'obbiettivo finale. Sfortunato Dzundza: dopo Douglas gli va male anche come partner di De Niro.
Didda23: Simpatico incrocio fra teen e road movie, l'opera firmata da Anders va oltre ogni più rosea aspettativa grazie a caratterizzazioni azzeccate (il mondo amish) e un ritmo che non latita mai. Dialoghi divertenti e attori in palla suppliscono alla mancanza di una regia troppo monotona e poco ispirata. Fortunatamente non si scade nel patetico e nel trash e, nonostante la storia percorra binari definiti e prevedibili, si lascia vedere con piacere. Classico film da "non male, dopotutto".
Matalo!: Non entusiasmante esordio di Douglas come produttore (la Bryna, dal nome della madre). Il problema è nel fiato cortissimo della storia che, però, vede Douglas dalla parte degli indiani. Se ne innamorerà di una ma, bello sforzo, è la bellissima Martinelli, che dice tre parole e indiana non sembra. Un Matthau giovane assieme a Lon Chaney sono i cattivi. Elisha Cook è il solito nanetto ipersensibile, discepolo di Matthew Brady, che fa scappare gli indiani coi fuochi del... magnesio. Magnifica fotografia.
Enzus79: In un obitorio padre e figlio, analizzando un cadavere di una donna, si trovano dinanzi a situazioni inspiegabili. Discreto dark movie, con una location che mette la claustrofobia addosso. Tensione e suspense non mancano, ma a deludere è la spiegazione di tutto l'arcano, che risulta un po' contorta. Cox ed Hirsch convincenti, regia ed effetti speciali più che efficaci.
Nando: Una reporter vuole incastrare dei carnefici sudamericani ma rimane coinvolta in una dura caccia all'umano nella giungla. Lo sviluppo narrativo trasforma la reporter in una via di mezzo tra Rambo e Lara Croft nonostante le premesse fossero altre, successivamente discrete ambientazioni e una morale finale, insieme a certe trasformazioni cinematografiche, generano riflessione.
Mickes2: Durante tutta la pellicola si respira una deliziosa aria di ribellione prettamente adolescenziale, a tratti ingenua, a tratti istintiva, ma sempre convincente e anticonformista, come l’autore che l’ha creata. Pioniere del cinema dell’infanzia e dell’adolescenza, Jean Vigo, ad un anno dalla morte, regala questo affresco grondante di poesia anarchico insurrezionalista. Il tempo oggi gli tappa inevitabilmente le ali, ma il fascino che emana è innegabile. Strepitosa la fotografia di Kaufman.
Paulaster: Ristoratore aiuta un siriano senza asilo dandogli lavoro e finti documenti. Kaurismaki affronta il tema dell’immigrazione dalle guerre islamiche con serietà descrivendo le istituzioni finlandesi e i radicali liberazionisti in un’ottica negativa. Cenni del suo cinema con vari attori già visti in precedenti pellicole, con gli ambienti scarni e canzoncine live a riempire; stavolta scarso humor salvo qualche breve scambio di battute. Il messaggio è che solo con l'umanità si può risolvere il problema.
MEMORABILE: La prima scena con il protagonista nel cumulo di terriccio; Il cane che si è convertito all’islamismo.
Herrkinski: Divertente farsa che vede un bravo Giuffrè affiancato da un cast sempre all'altezza e ben scelto; su tutti spicca la Rovere, esplosiva protagonista di un segmento particolarmente divertente, mentre la Mell (sempre bella) se la cava in un ruolo difficile. Il film si segnala anche per il coraggio nel trattare alcuni temi che sono ancora tabù oggi, figurarsi all'epoca; il contrasto col personaggio meridionale di Giuffrè - coinvolto in situazioni imbarazzanti per il maschio - funziona e regala alcune sequenze esilaranti. Buone anche la confezione e la regia di un Cicero in gran forma.
MEMORABILE: La parte con la Rovere; La Mell doppiata da un uomo.
Mco: Thomas è stato costretto dagli alti ranghi mafiosi ad abbandonare gli States per raggiungere lo "zio Nicola" a Venezia. Qui lavorerà nell'albergo di quest'ultimo, ai comandi della moglie Thelma. La storia ha una sua originalità e sfrutta al meglio la cornice pittorica di Venezia e dei suoi canali per dipanare l'intreccio tra malavita e sentimenti (impossibili). La Seigner meriterebbe un commento a parte per la sua capacità di seduzione, sia quando si mostra nuda che quando è vestita. Buoni anche gli altri, Mantegna in primis. Gradevole mélange.
MEMORABILE: L'amplesso "bestiale" sotto la pioggia battente.
Siska80: Guerra e amore (leggasi guerra e ancora guerra): due paracadutisti si contendono le attenzioni della bella figlia del sergente, il tutto mentre imperversa la Seconda Guerra Mondiale. Plot abbastanza scontato che prende con troppa leggerezza un tema serio col pretesto di mettere in risalto la goliardia coraggiosa e la forza di non abbattersi del popolo americano; non male le scene d'azione, anche se il resto non si discosta purtroppo dalla mediocrità (a fronte di qualche momento umoristico anticipatore delle commedie cameratesche Anni Ottanta). Cast non particolarmente brillante.
Caesars: Probabilmente Argento si è da tempo incamminato in una strada senza ritorno (speriamo che il prossimo La terza madre mi contraddica). Sono distanti anni luce i film che ho amato di questo regista. Questo film rappresenta senz'altro un tentativo di cambiamento del buon Dario (in fondo Non ho sonno, pur migliore di questo, era un remake di sue pellicole precedenti), ma il risultato è sconsolante. Silvio Muccino è inguardabile (e inascoltabile) e il resto del cast è impiegato molto male.
Markus: Indubbiamente tra i migliori Buzzanca-movie realizzati nel suo periodo d’oro, seppur a tratti stucchevole nei testi. La buona riuscita del film è merito senz’altro del carismatico Buzzanca, ma appare evidente quanto anche l’esperta regia di Salce sappia dare quel tocco in più che si nota. Decisamente stereotipata e datata la rappresentazione del Nord Italia industriale.
Daidae: Davvero niente male. Abbastanza simpatico come film e certamente al di sopra di tante squallide commedie sexy di serie C. Bene il cast, sopratutto quello femminile con la bella Christiana Borghi nei panni di una siciliana casta e pura (fino a un certo punto...) davvero di bell'aspetto. Consigliato.
Fauno: Dalla terra in cui tutti sanno e nessuno vede o sente nulla, esce questo personaggio, memorabile, quasi unico nella sua anarchia (5 figli avuti da 5 donne diverse) ma disponibile a 360° per venire a capo di ogni problema (vende e ripara elettrodomestici in pieno boom economico). Chi meglio di lui potrà risolvere l'eterno duello fra parenti proprietari di agrumeti aventi falde acquifere comuni, quando uno dei due fa perfino i riti per avere un erede e l'altra ha un'eterna rivalità con la moglie del primo? Superbi Tognazzi e la Ralli per un film arioso, folkloristico e mai lezioso.
MEMORABILE: Il frullatore; Il discorso finale di Mita; I buchi nell'auto come "prese di aerazione per i bimbi"; Il filo del microfono e quello della dinamite.
Galbo: Non prima di una serie di parodie del genere spionistico, Austin Powers il controspione si rivela un film piuttosto deludente. Buona l'idea dell'agente ibernato negli anni '60 e risvegliato nei '90 ma questo spunto è fin troppo sfruttato in un film che tende a ripetersi intorno alle stesse situazioni fino a stancare lo spettatore nonostante la buona (e doppia) performance del bravo protagonista.
Tomastich: Lello Arena ci guida dentro il suo film (quasi un monologo e un affresco delle sue capacità attoriali) attraverso sventure amoroso-lavorative filtrate con la solita ironia surreale e non-senso tipica del comico partenopeo. Bravi i caratteristi di contorno e bella, come non lo è più stata sul grande e piccolo schermo, Tosca d'Aquino.
MEMORABILE: I gatti neri e bianchi, le galline con gli occhi a mandorla.