Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
cliccando qui.
Rambo90: Filmetto godibile, tutt'altro che essenziale ma che si lascia seguire e strappa più di un sorriso. L'episodio migliore probabilmente è il primo, bizzarro nello spunto e che trova in Laurenti un felice interprete; l'ultimo con Laganà è il più divertente, sebbene sembri una barzeletta tirata per le lunghe; poi ci sono i due episodi centrali, simpatici ma dimenticabili (già bravo però Giallini). Un piacevole passatempo.
B. Legnani: Inizio e fine indimenticabili. Si parte con un terribile mostro marino nel mare di Itaca: tràtassi di innocua foca che sguazza in poche decimetri d'acqua, ripresa in primissimo piano e "doppiata" con feroci versi animaleschi. Conclusione alla "Arrivano i nostri!", con Ercole che poi consiglia Sansone di diffidare di Dalila.... Morris di fronte all'impassibile Lloyd pare Gassmann (anche grazie al doppiaggio di Cigoli). C'è pure qualcosa di carino (come la Orfei che nuota nel Treja e la trionfante cartapesta del pre-finale), ma resta sotto al mediocre: *½
Piero68: Dopo aver praticamente sperimentato tutti i generi in voga in quegli anni (dai peplum ai musicarelli, dagli spaghetti-western ai polizieschi) Paolella chiude la carriera con questa classica commedia pecoreccia a espisodi in perfetto stile "fine anni 70". Quattro episodi con quattro attori che non erano proprio il top per quel periodo e una sceneggiatura davvero deprimente e vuota. Solo il comparto femminile è di serie A (la Poggi, la Karlatos e la Baxa). Da menzionare l'episodio di Ponzoni, che sarà ripreso molti anni dopo e con l'interpretazione di Boldi.
Thedude94: Buon remake ben diretto dal bravo Mangold, che fa dell'ottima interpretazione di Bale il cavallo di battaglia di una storia non troppo complessa, ricca dei soliti topoi da film western e di pistolettate tipiche del genere. Buono anche il resto del cast, così come la fotografia e le scenografie. Ben montate e girate le scene delle sparatorie e degli inseguimenti. Insomma, un classico modernizzato principalmente per quanto riguarda gli attori, ma che vive dello stile americano frequente negli anni di massima espansione del genere. Da vedere.
Pessoa: La farsa di Scarpetta offre un ottimo spunto a un Totò scatenato che conosce bene la storia ed è circondato da alcune delle sue migliori spalle. Si ride di gusto (per quanto molti riferimenti comici si siano persi col tempo) grazie soprattutto a splendidi duetti che il protagonista inscena con grandi caratteristi come Castellani, Giuffrè, la Scarano, la Maggio, Furia e il bravissimo Ninchi. La confezione naturalmente è piuttosto arrangiata e quando il Principe non c'è lo spettacolo langue, ma a questo siamo già abituati. Simpatico!
MEMORABILE: I duetti di Totò con Carlo Ninchi, Pupella Maggio e Tecla Scarano, fra i migliori del suo repertorio.
Didda23: Incredibilmente l'opera, complici le aspettative che rasentavano lo zero, a tratti riesce a divertire. Gli episodi sono alquanto eterogenei: il primo (quello più romantico) è senza dubbia quello che rispetta di più i crismi della commedia sentimentale; il secondo è il peggiore: le citazioni tarantiniane toccano decisamente il trash; il terzo è certamente il più divertente: qualche battuta è assai riuscita; il quarto, quello più melodrammatico, inizia bene ma è troppo lungo per essere goduto appieno. Mediocre, ma decisamente sopra le attese.
Siska80: Solitamente in film del genere sono le donne ad avere un background interessante e una personalità speciale; in questo caso invece è il protagonista a catturare maggiormente l'attenzione con il suo essere a tratti burbero, ma in fondo dolcissimo nonostante una gioventù difficile. Due ore passano in fretta forse proprio perché, essendo scattata sin dal primo incontro la scintilla tra i due interpreti principali (e consapevole del lieto fine inevitabile), lo spettatore segue con pacatezza l'intricata vicenda, godendo della bravura del cast e soprattutto dei magnifici paesaggi rurali.
MEMORABILE: Lo scontro con Ray; Derek si confida con Kennedy.
Galbo: Gli anni giovanili della regina Vittoria e l'amore per il consorte in un film dalle ambientazioni tipicamente britanniche stranamente diretto da un regista francese. Ricostruzione ambientale di ottimo livello e buona performance degli attori (non si scopre adesso il talento di Emily Blunt) ma il tema, se non si è dei cultori della storia della monarchia inglese, non è dei più interessanti e per di più la narrazione è alquanto fredda e poco partecipata.
Luchi78: Due episodi simpatici, senza lode e senza infamia. Forse c'è qualche risata in più nell'episodio di Celentano, con i richiami a Bogart e a Psycho, mentre Montesano ha una scrittura più fantasiosa e ricercata. Corbucci ogni tanto rallenta il ritmo della regia e il film ne risente. Mi chiedo come la Suma sia potuta diventare un sex-symbol...
Rocchiola: Western crepuscolare dalla parte dei perdenti ambientato sullo sfondo delle lotte tra grandi allevatori e ladri di bestiame. Penn al terzo excursus nel genere sembra più che altro interessato a sovvertirne le regole negando allo spettatore persino il classico duello finale. Nicholson appare spaesato e sottotono, mentre Brando gigioneggia nei panni di un killer che considera il proprio cavallo l’essere più amabile al mondo. Ne esce un film più affascinante che riuscito privo dello slancio avventuroso-picaresco del capolavoro Piccolo grande uomo.
MEMORABILE: L’impiccagione iniziale organizzata come una festa campestre; Il ladro di bestiame ucciso nella latrina; L’insetto inserito nella bocca di un ladro.
Daniela: Una famiglia quacchera dell'Indiana vive una vita serena in un clima severo, ma le truppe sudiste si stanno avvicinando ed il figliolo maggiore vorrebbe fare la propria parte... Regista di capolavori drammatici, Wyler si concede una vacanza con questo affresco bucolico pieno di bonaria ironia che, dopo aver accennato agli orrori della guerra civile, mostra il grande potere della gentilezza, in grado di trasformare invasori brutali in ospiti rispettosi. Film troppo edulcorato? Certo, ma in modo delizioso. Bella l'ambientazione, di pregio fotografia e ost (Tiomkin), perfetto il cast.
MEMORABILE: Il bambino e l'oca; Le corse al calesse con il vicino di casa; Il discorso infervorato a voce molto alta per coprire il suono della pianola.
Ronax: La provvidenziale brevità, consequenziale alla elementare linearità della vicenda, rende sopportabile questo modestissimo peplum girato quando ormai il genere era giunto al capolinea. Più che alla storia, grondante di incongruenze e assurdità a tutto spiano, si gustano le scene di battaglia condotte con una discreta disponibilità di mezzi, anche se alcuni spezzoni sembrano insertati da altre pellicole. Poco incisivi i due eroi principali, meglio i consumati caratteristi come Pazzafini e Aureli. La deliziosa Maria Grazia Spina è al centro dell'inevitabile sottotrama sentimentale.
Il Gobbo: Così così. Partenza fiacca e stiracchiata, imperdonabli lungaggini (quasi insostenibile la sequenza dell'arresto di Joe Minasi), decisamente meglio a Chicago, ma di nuovo nella parte finale crollo del ritmo, che manda a ramengo l'ottima imitazione di Valentino. Poco sfruttato Enzo Andronico consigliori, la coproduzione spagnola risolleva il morale con un cast di contorno con le amate facce dei caratteristi western, da Jose Calvo a Bartha a Frank Braña.
MEMORABILE: "Con le donne siamo viveur, con gli uomini morteur"
Rocchiola: Uno dei migliori film della carriera un po' sovrastimata di Dmytryk. Un western classico che all’apice dell’età d’oro del genere introduce qualche novità interessante, come la prevalenza dell’ambientazione cittadina sui tipici paesaggi naturali e l’ambiguità del personaggio interpretato da Quinn ai limiti dell’omosessualità. Il tema principale resta comunque quello dell’affermazione dell’ordine costituito sui vecchi valori del selvaggio west già alla base della famosa Sfida all’O.K. Corral. Tralasciabili le due sottotrame romantiche.
MEMORABILE: L’iniziale umiliazione dello sceriffo in carica; La sfida fratricida tra Fonda e Quinn; Le pistole con il calcio d’oro gettate nella polvere.
Paulaster: Celebre pianista polacco viene salvato dalla deportazione nazista e sopravvivrà anche grazie a un capitano tedesco. Ricostruzione accurata del periodo, sconta il parallelo con Spielberg (Schindler’s list era più emozionale e visivamente forte). Polanski non smarrisce mai il filo del racconto con soggetto il piano e affronta il tema, nella sua umanità, nella conclusione. Brody agevolato dai tratti fisici, nella fase emaciata dà spessore ai tragici eventi. Tributo finale abbastanza scontato.
MEMORABILE: Varsavia rasa al suolo; Il bambino ucciso attraverso il muro; Il piano suonato per finta.
Puppigallo: Sporca, umida, terribile e spietata guerra, che finisce per straziare anche l'animo di chi sopravvive. Persino l'attesa è quasi peggio di un proiettile in corpo. Notevole pellicola, che paga un po' il logorio del tempo ma che mantiene comunque la promessa principale: mostrare come il tutto si riduca a un tritacarne umano, che non fa sconti, colpendo più o meno duramente, a seconda della singola forza mentale e del personale livello di sopportazione della violenza, dello stress mentale e delle privazioni. Bene il cast, che contribuisce, nell'insieme, alla riuscita del film.
MEMORABILE: Nel labirinto; Calamita ha una crisi nervosa di pianto mentre mangia una ciotola di riso; La marcia sulla parete, simile a una Via Crucis.
Siska80: Alla fine di una puntata della nona stagione, Laura rivela che Albert sarebbe ritornato vent'anni dopo a Walnut Grove, come medico. French, smemorato o menefreghista, lo condanna invece a morte certa subito dopo il diploma! Tremendo film strappalacrime: inutile, fuori contesto e irrispettoso nei confronti dei molti fan di questo orfano dal carattere turbolento e pieno di conflitti interiori che però aveva conquistati da subito un po' tutti con la sua simpatia.
MEMORABILE: I malori sempre più frequenti del povero Albert.
Donarfio: Franco Amurri ricompone, dopo due anni, la coppia di Domani mi sposo legando stavolta al solito tema sentimentale quello della ricerca lavorativa per un neolaureato (anche se il protagonista nelle vesti di studente modello è poco credibile). A fungere da spalla troviamo un Benvenuti che viene messo troppo in disparte dalla sceneggiatura: negli anni 80 Calà viene "spremuto" tantissimo rispetto alle sue potenzialità e dà il meglio di sé quando ha qualcuno accanto che gli possa tener testa. Si tenta addirittura un inseguimento da poliziottesco.
MEMORABILE: Calà a cavallo in città; "Ma chi sei, Mamma Ebe?"; La prima offerta di lavoro cinematografica.
Saintgifts: "...ma che Piedone d'Egitto", avrebbe detto Totò. Piedone rimane infatti sempre napoletano, come del resto il bravo Cannavale, che qui indossa il look degli investigatori d'antologia americani, con tanto di trench sotto il cocente sole del Cairo. Divertente commedia che conclude le avventure di Piedone e ovviamente (per chi ha visto tutte le versioni precedenti) soffre di una certa ripetitività. Rimane comunque godibile. Bud Spencer oltretutto dimostra come sappia ancora nuotare da campione, facendola in barba ai coccodrilli.
MEMORABILE: Leopoldo Trieste, scienziato svampito ma non troppo.
Bruce: Scanzonata commedia comica poliziesca interpretata dalla collaudata coppia Montesano Pozzetto a caccia di narcotrafficanti. Piace la leggerezza del tono, il ritmo veloce oltre alla naturale simpatia dei due protagonisti, così diversi tra loro. Niente, ovviamente, di memorabile ma divertente, piacevole e poco volgare.
Maik271: Questo quarto episodio non raggiunge i picchi di tragica comicità dei precedenti ma si passa un'ora e mezza con divertimento. Il film è ben girato e il mitico ragioniere come di consueto subisce umiliazioni a destra e a manca. Belle trovate sono sicuramente le gare di atletica e la vacanza alla discarica. Personaggi preferiti sicuramente Franchino, Omar e il cameo di Antonelli.
MEMORABILE: "Ma che portantino io sono er pizzettaro de via della Scrofa".
Deepred89: Fotografata e girata in modo tutt'altro che infame, una commedia con ascesa-discesa (con annesso l'insensato escamotage dei tiramisù, forse inserito per caricare di significato il titolo da flop anticipato) di sorprendente pesantezza, sempre fallimentare in battute e gag e scontatissima (oltre che stiracchiatissima) nel soggetto. De Luigi attore sopportabile solo a tratti, poco incisive le donne, piacevole cammeo moral-ecologista di Pippo Franco. Faticoso e interminabile, senza nemmeno quel trash che l'avrebbe reso più godibile.
Fabbiu: La cosa che più mi piace di Blade Runner è l'estetica dell'ambientazione, questa società angosciosa con architetture di diverse epoche, piena di luci ma in costante penombra, cupa come cupo è il carattere di ogni personaggio, sia umano o replicante. Ford sbattuto e stanco va contro i suoi principi in questa missione che si interroga sul valore dell'umanità; fantascienza allo stato puro, ma che a mio parere nei fatti non è articolata in modo entusiasmante. Buono, ma un po' sopravvalutato; le diverse "versioni" ne danno un valore aggiunto.
Saintgifts: Nulla è impossibile per Frank (uno Statham molto in parte), che sia al volante o circondato da decine di brutti ceffi o sotto il fuoco di migliaia di proiettili e missili, lui se la cava sempre. L'incredibilità, caratteristica di molti film d'azione, è proprio la cifra vincente quando, come in questo caso, è portata in scena con seria ironia e, più che creare tensione, diverte. La Costa Azzurra è il giusto scenario, con strade e città ideali per gli inseguimenti d'auto, ma a Frank è sufficiente indossare una maglia per essere super armato.
Renato: Variazione un po' loffia su un tema comunque sempre gradevole. Lui è un fotografo cinico e sciupafemmine, ma solo perché ha tanto sofferto in passato (certo, come no); lei è perdutamente innamorata di lui da tipo 25 anni... insomma ci siamo capiti. Un film piatto, però Douglas un paio di risate riesce a strapparle e in colonna sonora si può ascoltare "Keep on loving you" dei Reo Speedwagon. Aggiungo solo che considero i segni del tempo sull'incantevole viso della Garner una vera e propria ingiustizia.
Puppigallo: Il ritorno dello scalcinato agente English è pari al suo debutto, ovvero una veste vedibile con qua e là momenti riusciti, non sufficiente però a determinarne la riuscita. Il vero problema è che una simile pellicola avrebbe bisogno di gag a raffica e non di pause, o di colpi a vuoto (anche l'asiatica che perseguita English alla lunga scassa). Peccato, perchè il protagonista è indubbiamente simpatico, al contrario dell'insignificante spalla (il nero), pressochè inutile. Nota di merito alla scena dove English malmena una vecchietta: "Ne vuoi ancora, vecchia ciabatta!?". E quando si avvelena.
MEMORABILE: English deve partire in missione: "Maestro, sono pronto!". E il maestro: "No...finestrino, o corridoio?"; Se gli dicono Mozambico gli balla l'occhio.
Daniela: In una cittadina di provincia, l'Istituto di educazione domestica continua ad impartire alle collegiali lezioni di cucina, cucito e bon ton ma i fermenti femministi cominciano a serpeggiare mentre da Parigi arriva l'eco delle contestazioni studentesche del '68. Poteva essere una buona idea quella di mostrare il cambiamento da un'angolazione tanto particolare ma il film resta in superficie, insistendo troppo sui lati grotteschi di alcuni personaggi e sugli scrupoli vedovili della direttrice della scuola. Ne risulta una commedia promettente sulla carta ma stucchevole alla visione.
Giom: Banale e scontato. La storia di cappuccetto rosso rivisitata con l'introduzione del lupo mannaro, ma della fiaba non è rimasto niente e il lupo mannaro non terrorizza affatto. Un voto scarso anche agli attori, senza contare che la bellezza di questi, soprattutto della protagonista, in un ambiente ostile nero e gelido come quello del film è quantomeno inverosimile e rende il film ulteriormente brutto.
Luras: Banale ed ennesima storia a sfondo catastrofista, in cui davvero tutto è già stato stravisto innumerevoli volte: gli asteroidi che piovono dal cielo e che prima di essere fermati distruggono mezzo pianeta, lo scienziato bistrattato dai colleghi e malvisto da moglie e figlio con cui però si riappacificherà nel finale e un abbozzo di storia romantica con la consueta bella giornalista. Tra l'altro non si capisce perché per la versione italiana si sia deciso di anglicizzare il titolo originale.
Teddy : Sarà per la trama sviluppata in modo pretestuoso, sarà per l’inverosimile bruttura degli SFX, sarà per la totale assenza di atmosfera, ma più che un semplicissimo brutto film sembra quasi un pastrocchio digitale sfuggito al controllo e alla supervisione degli addetti ai lavori. Chi si aspettava un District 9 2.0 vada pure altrove. Sentieri psicologici non localizzati.
Taxius: Il quinto capitolo della saga dei pirati dei Caraibi non è male, ma ha il grande difetto di assomigliare troppo al primo film al punto da sembrarne un parziale remake: i personaggi del giovane Turner e dell'astronoma sono identici a quelli di Bloom e della Knightley, stesso discorso per i dannati e per l'oggetto del loro richiamo (nel primo il doblone, qui la bussola), per non parlare di dialoghi e situazioni varie. Jack Sparrow nonostante tutto diverte ancora e certe gag funzionano. Qualche momento morto c'è, ma alla fine è godibile.
Piero68: Anche se il personaggio di Pine ricorda vagamente quello di Cruise in Rain man, il film, tutto sommato, è girato con discreta professionalità e le caratterizzazioni funzionano. Dramma familiare incentrato sull'accettazione o meno della cosiddetta famiglia allargata. Interessante anche la retro-ambientazione che, visti i vestiti, i gadget e i riferimenti alle varie rockstar, dovrebbe risalire agli anni 70 circa. Brava come sempre la Pfeiffer e bella la colonna sonora. Finale ruffiano ma veramente inaspettato e ottimamente pensato.
Gabrius79: Un'ennesima riproposizione delle differenze sociali tra Nord e Sud piuttosto ritmata e con alcuni momenti divertenti grazie alla bravura di Silvio Orlando e degli altri caratteristi, che assieme a lui cercando di allietare il soggiorno di un Fabio Volo a suo agio. Buona quindi l'ambientazione e graziosa la storia, ma l'idea dei rapporti Nord-Sud sta diventando troppo sfruttata.
Daniela: Sceneggiatore a rischio di entrare nella lista nera di Hollywood perde la memoria a seguito di un incidente e si risveglia in un paesino dove viene scambiato per un soldato disperso durante lo sbarco in Normandia... Temi importanti (il maccartismo, le ferite della guerra, i diritti civili) conditi dalla nostalgia per la vita semplice di provincia, gli affetti familiari, l'amore per il cinema, una confezione curata, un cast in parte; eppure il film coinvolge meno del previsto per alcuni passaggi troppo telefonati e un eccesso di retorica unita a una durata eccessiva.
Pigro: Lei perde la memoria dopo un incidente, dimenticando di avere un marito che soffre per la sua distanza: dramma sentimentale (da una storia vera), a cui la variante dell’amnesia dovrebbe dare un pizzico di brivido in più. Brivido ben presto disciolto in una banalità narrativa, che raccoglie tutto il possibile dal magazzino della commedia romantica, palleggiandosi tra cliché e retorica. La resa non è malaccio, e l’idea di puntare su molti esterni (Chicago) ben realizzata. Ma ovviamente non ci si aspetti nulla di originale o davvero emozionante.
Paulaster: Alla morte del padre tre fratelli si recano al funerale. Trama esile utile a sviscerare i personaggi di Albanese; sembrano quasi dei racconti a sé. Alex Drastico è il più popolare grazie alla tv, ma è Ivo Perego la rivelazione; Pacifico può dirsi pervenuto solo grazie a un balletto. Solite scaramucce tra nord e sud, anche se diverse battute razziste non vengono risparmiate. Albanese si nota come regia in quanto sceglie di non avere spalle che potrebbero distogliere attenzione dalle sue battute.
MEMORABILE: L'idea di mandare il capofficina al funerale; Le foto al funerale; Il risveglio sulla nave con gli albanesi.
Onion1973: C'è questo misterioso buco nel bosco, che uno psicanalista non avrebbe difficoltà a identificare in altro, e una madre sola con lo scialbo figlioletto. Col lento passare dei minuti l'alterità del figlio va crescendo lasciando sempre più inquieta la madre. L'accumularsi di varie testimonianze la convincono a dubitare della sua identità. Horror noiosetto, che ricerca tensione nell'atmosfera buia e polverosa più che nella trama. Più psicologico che d'azione, si può vedere, se si acuiscono vista e pazienza. Certo la parte risolutiva lascia un po' perplessi per inconsistenza ed effetti.
Daniela: Peter Bretter, un tranquillo compositore di colonne sonore, dopo 5 anni viene piantato dalla sua fidanzata Sarah, divetta di serial tv. Per cercare di superare il brutto momento va in vacanza alle Hawaii e capita proprio nello stesso albergo dove alloggiano Sarah e il suo nuovo amante, l'egocentrico cantante rock Aldous Snow. Commedia fra il romantico e lo scollacciato, piuttosto divertente soprattutto per merito della simpatica goffaggine di Jason Segel, non volgare seppure mostrato nudo come un verme (verme comunque ben dotato).
Homesick: Solita commedia sentimentale che, pur elegantemente fotografata e a tratti divertente, è assolutamente vuota e banale nei contenuti. Tra gli attori colpisce soprattutto un ottimo Steve Martin, quasi inquietante e irriconoscibile: pelle di un repellente rosa-suino, viscido e lercissimo. Trascurabile.
Anthonyvm: Senza apportare novità di sorta alle usuali meccaniche dei thriller televisivi della stessa risma (femmina folle stalkera la protagonista poetessa ed elimina uno per uno coloro che s'intromettono nel loro rapporto), questo modesto prodottino canadese si lascia seguire con apprezzabile leggerezza senza attentare più di tanto all'integrità intellettiva dello spettatore (eccezion fatta per la solita facilità con cui la protagonista si lascia abbindolare dalla sociopatica di turno, la Scerbo di Sharknado e seguiti). Climax finale più centrato del solito, con accettabile resa dei conti.
MEMORABILE: L'odiosa madre malata della Scerbo; Agguato al marito nel parcheggio; Veleno per topi nella bibita della governante; La bimba col coltello alla gola.
Ultimo: Quel che rende questa avventura di Lupin un bel film di animazione è l'assoluto talento registico di Hayao Miyazaki, capace come pochi di rappresentare paesaggi colorati che quasi fanno passare la trama in secondo piano. Detto questo, la vicenda prende piede da subito e suscita grande interesse nella seconda parte piú action. Una piccola nota negativa riguarda la parte riservata ai fidi compagni di Lupin, troppo in secondo piano rispetto al solito. Un buon film, consigliato ai fan del genere e non.
Stefania: Una trashata immane, e sì che partiva benino... Pensavo fosse giunto Sardanapalo "a mostrar ciò che in camera si puote", col marito di Lorenza che escogita una variante creativa della classica roulette russa. Poi... il tema del seduttore travestito da donna aveva precedenti illustri, dalla mitologia a Sergio Martino ("Zucchero, miele e peperoncino"), ma qui trova una delle sue declinazioni meno eccitanti e più ridicole. Recitato da cani, diretto peggio, e devo fermarmi qui!
MEMORABILE: L'increscioso episodio della spazzola di ferro. L'incidente: capottano tre volte, lei e il ninfetto, e gli fa appena male il collo!
Kekkomereq: Commediola che ha i suoi momenti divertenti, anche se pochi. I protagonisti sono presentabili, eccetto Biggs (penoso). Buona anche la chimica tra i protagonisti e ottima l'interpretazione di Eva Longoria (lo confesso: ho guardato il film solamente perché c'era anche lei). La sceneggiatura non è niente di speciale; anzi, se escludiamo qualche risata il resto è da telefilm. La sposa fantasma è la solita commedia romantica che non aggiunge niente al genere; magari con qualche modifica poteva uscirne qualcosa di più spiritoso.
Jcvd: Classica americanata con sceneggiatura che fa acqua e una regia abbastanza anonima. Il cattivo interpretato da Snipes è eccessivamente fastidioso, mentre le scene di azione sono spesso e volentieri confuse e prive di originalità. A salvare il film ci pensano però uno Stallone DOC, con battute e humour a valanga e la sempre graziosa Bullock.
MEMORABILE: Le tre conchigliette; le parolacce a volontà.
Cotola: Uno dei film più furbi degli ultimi anni che, pur essendo stato molto sopravvalutato, può contare su alcuni elementi interessanti. In primo luogo lo stile visionario di Jeunet (ma non è una novità) che forse appare però in questo caso un po' troppo leccato. Inoltre la storia è abbastanza ben scritta e congegnata (anche se un po' prevedibile). Alcuni momenti poi sono davvero divertenti. Sulla genuinità del prodotto invece il discorso cambia. È chiaro che si tratta di una pellicola un po' troppo "zuccherosa" fatta per piacere a tutti ad ogni costo.
MEMORABILE: La scena con Ameliè "compagna" e le altre di quel tipo.
Enzus79: Inutile dire che guardando questo film si pensi a Un biglietto in due. Lì c'era un gran John Candy qui Downey Jr. è sprecato e Galiafianakis è più che banale. Inoltre c'è una buona dose di volgarità che più che far ridere innervosisce. Bella la colonna sonora.
Lovejoy: Distribuito in dvd come "Boa" è un ennesimo sottoprodotto del filone animali assassini.
Forse con la collocazione in uno scenario antartico dentro una prigione apparentemente di massima sicurezza qualcuno pensava che una cosa del genere non fosse stata mai fatta. Peccato che storia, messa in scena e attori siano alquanto imbarazzanti e che gli effetti speciali siano deliranti. Penoso.
Siska80: Si finge uomo per trovare lavoro e si innamora del suo datore... E adesso? Vedere i nostri registi riciclare le idee di certe commedie ingenue americane è davvero avvilente: tanto più che qui è praticamente impossibile confondere Liskova con un baldo giovanotto, e non perché ciò non sia fattibile (con un buon trucco si potrebbe, visto che l'attrice è priva di forme giunoniche), bensì a causa di una messinscena approssimativa (le sue curve femminili non sono ben occultate e i baffi sono chiaramente posticci). Comunque un film noioso e con una coppia di protagonisti male assortita.
Galbo: Varie storie si incrociano nella giornata dedicata a San Valentino a Los Angeles. Diretta dallo specialista del genere Garry Marshall (autore del successo planetario di Pretty Woman), Appuntamento con l'amore è una commedia rosa piuttosto insulsa che ha l'amore come poco originale tema centrale. Nonostante l'impegno profuso nella scelta del nutrito cast, le storie e i personaggi sono quanto di più comune e banale possa offrire un prodotto del genere e anche la "confezione" è piuttosto ordinaria. Evitabile.
Lupus73: Sequel che inizia 29 anni dopo la guerra nucleare (2018) tra Terra e nazisti lunari. Se nel precedente ci si ricollegava alle presunte aspirazioni naziste sulla conquista cosmica, qui entra in gioco tutto un armamentario di conoscenze esoterico-tradizionali pre, durante e post Terzo Reich come la terra cava e Agarthi (Ossendowski, Guenon), il Vril, il Graal, i rettiliani, e in base a questo viene ricostruito tutto un universo in CGI da capogiro. Al tono più epico e avventuroso fanno da contraltare i contenuti farseschi davvero esilaranti, e il risultato è all'altezza del primo.
MEMORABILE: Il culto religioso dei "jobs"iani che adorano il redivivo Steve; l'universo esoterico-tradizionale ricostruito; Hitler rettiliano.
Daidae: Inizio veramente ridicolo con l'incontro fortuito (caffè sulla camicia e mano vicino al seno) di due perfetti sconosciuti. Sembrerebbe una sciocchezza di film invece lo sviluppo è quello di un validissimo giallo con venature erotiche. Ottimo il cast, dove nessuno sfigura, bello il finale. Non è all'altezza dei suoi "simili" del 70 ma non è neppure da buttare via.
Xamini: Aggrapparsi agli stilemi di un genere è l'unica attenuante che questo film può opporre a una sequela di insulti (peraltro non riproducibili in questa sede). Non che altri college movie siano capolavori di razza, ma qui la volgarità è ai massimi livelli (l'episodio iniziale della nonna) e le risate al minimo. Ci prova l'emulo del Palowakski de La rivincita dei nerds, ma non ce la fa nel modo più assoluto. Carina l'idea degli odiosi nani (da sviluppare meglio) e il naked mile, cuore del film. Scontato il resto.
MEMORABILE: I titoli di coda, con le cartoline che fanno il verso ad [f=3986]Amelie[/f] e che - finalmente - riescono a strappare una risata!
B. Legnani: Interessante, curioso, amarognolo. Non proprio un buon film, ma senz'altro discreto. Grottesco bambinone, in cui ciascuno, magari solo qua e là, può riconoscersi, è il protagonista, con i suoi problemi e le sue "castrazioni". Buona prova di Paolo Villaggio. Azzeccatissimi la Kedrova e Faà di Bruno. Indimenticabile la De Santis col viso abbruttito.
Panza: Rispetto al capitolo precedente si perde il legame con il genere italiano (e si cambia ambientazione), ricopiando la forma di una puntata di una serie americana sonnacchiosa e anonima. Williamson dimostra carisma e i suoi modi bruschi hanno sempre il loro perché, ma le indagini e le scene d'azione al bromuro (con qualche ralenti inopportuno) sono blande e svogliate, tanto che se non fosse per il protagonista (tutto il resto del cast non si fa di certo ricordare) e per le scatenate musiche si rischierebbe di addormentarsi. Trascurabile.
Trivex: Lui un malvivente all’antica, con la sua “morale”; l’altro invece “moderno” e senza scrupoli. La vicenda alterna momenti da melodramma ad altri dipinti di “noir”, con qualche risvolto un po’ improbabile di intrecci e relazioni. Mentre Merola canta (ma non si vede), sullo schermo passa la bellissima Napoli e il momento non è nemmeno brevissimo. Ci sono parti di dialoghi che non c’azzeccano troppo e poi, alla fine, si torna ancora al (melo)dramma e poi alla tragica resa dei conti. Un film un po’ così, dal limitato fascino, che rischia di avvincere solo gli specialisti del genere.
Daniela: Il portuale Eddie Carbone, che vive a New York con la moglie e una nipote diciottenne cui è molto legato, offre ospitalità a due connazionali immigrati clandestinamente negli Usa. Quando fra il più giovane dei due e la nipote nasce un sentimento d'amore, in Eddie scatta la molla della gelosia... Adattamento piuttosto fedele del testo di Miller - a parte il finale - ben fatto e bene interpretato da Vallone, vigoroso e tormentato, si fa ricordare per alcune scene di forte intensità drammatica, anche se complessivamente manca quel "quit" in grado di farlo rientrare fra le opere migliori di Lumet.
MEMORABILE: Giustamente famosa, la scena del bacio imposto da Vallone a Sorel - lo scontro finale in mezzo alla strada
Piero68: Non posso che sposare quanto già detto da altri. Trattasi di operazione che cerca di ibridare il vecchio cinema poliziesco italiano con le moderne serie TV senza però riuscire ad avere lo spessore né dell'uno né dell'altro. Lento e con una regia deludente, il film si trascina stancamente fino alla fine senza eclatanti particolari. Cerlino poco credibile nei panni dello "sbirro" visto che ha ancora Don Pietro sotto pelle e resto del cast, Riondino a parte, come al solito pescato nel serbatoio gomorriano. Noioso.
Undying: E chi poteva essere la "prostituta" al servizio dell'Impero se non la prolifica (quanto bella e brava, per inciso) Femi Benussi? La briccona imperatrice ha un trascorso non proprio nobile, affiancato a quello della "vergine di Cappadocia" (Eva Czemerys). Due soldati al servizio di Nerone ricordano i precedenti di Poppea, molto più estroversa in (s)veste di donna che nei (pochi) panni di moglie. Al di là delle buone premesse, il divertimento risiede in altri lidi, al pari dell'erotismo; né funziona l'ibridazione "boccaccesca" con il peplum.
Rambo90: Niente di che. Sulla scia degli ignoti di Monicelli ma con molta meno verve a causa di una sceneggiatura che mette insieme situazioni poco riuscite, il film perde di vista il colpo e soprattutto abusa nella costruzione di personaggi ridotti a macchietta. Il cast salva un po' la baracca, con Fabrizi e Carotenuto sugli scudi e un Arena defilato che però azzecca un paio di battute. Molte situazioni sono talmente grossolane che per tutta la parte centrale il film sembra procedere a casaccio.
Rambo90: Western atipico, che concentra quasi tutto in interni e nella descrizione dei personaggi, non unilaterali come in molte produzioni del periodo ma anzi sfaccettati e ricchi di sfumature. Brynner è in gran forma e aderisce perfettamente alla figura del killer, il cast di contorno funziona molto bene (soprattutto Hingle come villain). Lento ma che appassiona, con un bel finale. Da vedere.