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Dusso: Ok, è cinema di serie C probabilmente, ma alla fine non cosi abominevole. La Fani è straordinariamente brava pure qui (e non è poco...), Masino è simpatico e Becherelli non è malvagio. Piuttosto incredibile il lungo pre finale sentimentale e malinconico, in un film che parte quasi come un Pierino. Da notare la scena che anticipa il finale de L'allenatore nel pallone.
Reeves: Il mitologico per eccellenza: scanzonato, roboante, pieno di situazioni da favola, tutto incentrato sulla muscolatura straordinaria di Steve Reeves. Nonostante gli anni siano trascorsi rimane sempre un film piacevole a vedersi, un prototipo nel quale si notano molte cose che saranno replicate e altre che invece non funzionano e verranno abbandonate (il cantore che esegue canzoni mentre la ciurma deve vogare): La Koscina mai così sexy.
Stefania: Gassman è un arcangelo, avvocato (cognome: Bertuccia) di due diavole! Commedia grottesca di un uomo di paglia in una fabbrica di plastica, "materiale del futuro", garantisce il Commendator Tarocchi Rosa, quell'Adolfo Celi che è, in fondo, il pezzo forte del film. Film comunque ben congegnato e abile nel disattendere, ad ogni svolta, le aspettative più ovvie, nel condurre per mano lo spettatore in un frastornante girotondo, un gioco di (alta) società puerile e perfido. Così come viene condotto per mano, e preso per il naso, l'avvocato Bertuccia dalle due diavole...
MEMORABILE: L'incredibile residenza di campagna di Tarocchi Rosa. Il cadavere di Adolfo Celi mummificato nella plastica!
Panza: Heist movie tirato via che presenta una forte carenza sul lato comico non possedendo la necessaria ironia che dovrebbe contraddistinguere questa categoria di film. Si tratta più di simpatia, in realtà, per questo gruppo di scapestrati che spaziano dallo stralunato inventore al nobile decaduto. Interessante invece la pianificazione del colpo sviluppata in maniera abbastanza originale. Attrae solo per il cast, ma questo non rispetta assolutamente la somma degli addendi previsti. Regia spigliata con inquadrature sghembe e sfumature western. Belle le musiche.
Ujd1961: Cruento melodramma familiare tanto caro ai copioni di quell'epoca, ambientato nella Sila calabrese degli anni '40 del secolo passato, con validi attori (specialmente Silvana Mangano), filmati in un bianco/nero quasi gotico. Unica pecca: Amedeo Nazzari, poco credibile nelle vesti di un dispotico "pater familias" di quell'arcaica Calabria per la sua inflessione linguistica tipicamente sarda.
Zampanò: De Santis narra della sua culla ciociara dotandola di una tosta dignità arcaica a cui però fa velo la disinvoltura borghese di Raf Vallone. Folco Lulli invece cinghialeggia a dovere in un ruolo finalmente principale, circuendo la bella Bosè, troppo sofisticata per fare la pastorella. Prova neorealista montana che sborda nell'epicità del "revenant"; certo inferiore a Riso amaro e Caccia tragica, ma con un sonante finale politico.
Saintgifts: Thriller che centra il suo scopo: quello di mettere in ansia, assieme al protagonista Denzel Washington, lo spettatore che si cala nei panni del poliziotto in una vicenda che sempre più lo invischia. Il fatto che Washington si debba guardare non solo da chi ordisce la trappola ma anche dai suoi colleghi, fra cui anche sua moglie, con la quale è in rotta, promossa detective, è la parte che intriga. Rimane poco credibile come il protagonista si lasci buggerare, ma ci sono di mezzo i sensi e l'amore e allora... Simpatica la figura dell'amico.
Gugly: La vicenda delle quattro amiche nella serie era fulminante, divertente... e nuova; qui, chi già conosce troverà fondamentalmente i personaggi che ama, ma diluiti in due ore e in un romanticismo eccessivo; gli altri, beh... vedranno anche qualche piccola scena hot (anche di nudo maschile); tutti ammireranno uno stile patinato e laccato, feste, borse, viaggi, ma alla fine quasi tutti vogliono l'amore eterno; meno male che rimane uno spiraglio di coerenza: viva il personaggio di Samantha! Romanticismo vuittonato.
MEMORABILE: La cagnetta di Samantha, dimostrazione vivente che i cani somigliano al padrone...
Ciavazzaro: Ricostruzione biografica della vita di Cimarron, un giornalista avventuriero, a partire dalla fine dell'800 fino alla seconda guerra mondiale. Bravo Glenn Ford, ancora di più Maria Schell. Grande cast di caratteristi di contorno (Baxter, Wickes McCambridge). Da vedere. Coinvolgente e sorretto da buone interpretazioni.
R.f.e.: Sullo stile de Il grande cielo, Corvo Rosso non avrai il mio scalpo e soprattutto del più incisivo Il cacciatore del Missouri con Clark Gable, la pellicola ha tuttavia qualcosa che non funziona. Probabilmente il difetto è nel manico, regia e sceneggiatura. Davvero seducente Elsa Martinelli (una delle più belle e al contempo esteticamente sottovalutate attrici del cinema italiano, al pari di altre di cui solo oggi i mass-media nostrani sembrano accorgersi di quanto fossero belle e di classe, come Virna Lisi o Catherine Spaak).
Ramino: Ci mancava solo questo! Un film (si fa per dire) poverissimo senza una sceneggiatura, con una regia approssimativa, girato in presa diretta (voglio sperare per la pochezza dei mezzi e non per velleità neorealistiche) e con un cast assurdo: Ariani toscano, la Perego milanese, il povero Brega e la sora Lella romani (gli unici che fanno credere a uno pseudo vincolo di parentela credibile). Da evitare!
Nicola81: La trama del romanzo e dell'indimenticabile cartone animato vengono sostanzialmente rispettate, quindi da questo punto di vista non dobbiamo aspettarci sorprese, anche se trattandosi di un film i tempi sono inevitabilmente molto più ristretti. I paesaggi svizzeri sono splendidi, la piccola protagonista è davvero deliziosa, ma è il cast nel suo complesso a funzionare, con ovvia menzione per il nonno di Bruno Ganz. L'inevitabile melassa viene propinata in dosi tutto sommato accettabili e comunque ogni tanto fanno bene anche queste pellicole...
Galbo: Film western assai crudo il cui tema portante e' la lotta di un uomo solo contro i suoi simili e la natura ostile. Opera che concede poco allo spettatore, scarnificando al massimo la componente spettacolare a favore della messa in scena di un contesto ambientale rappresentato in modo alquanto realistico. Bravissimo Richard Harris. Crudo.
Hackett: Commedia sentimentale dai toni pacati arricchita da un buon cast nel quale ovviamente spicca il sempre bravo Pozzetto. L'attore milanese questa volta ha l'opportunità di potersi esprimere senza ricorrere per forza alle battute facili e alla sua celebre mimica, potendosi concentrare su una recitazione misurata con qualche inevitabile guizzo di ironia. Proprio sulle sue spalle si regge tutto il film che comunque ha anche meriti propri. Brava anche la poco utilizzata (al cinema) Maddalena Crippa.
Homesick: Le fonti storiche filoromane hanno tramandato l'immagine dei Cartaginesi come un popolo barbaro e sanguinario; complice altresì il romanzo d'origine, Maté vi si adatta senza il minimo spirito critico, dirigendo una storia alquanto ordinaria ed entro i canoni fotografici e d'azione dei film avventurosi d'epoca. Alla modestia delle interpretazioni, vincolate a ruoli tagliati con l'accetta, sfugge solo quella di Jack Palance, fiero e indòmo, che in italiano beneficia della voce autorevole di Emilio Cigoli. Ai limiti del cartoonesco Puccio Ceccarelli.
MEMORABILE: La "bevanda dorata"; la lotta tra Palance e Ceccarelli a corte.
Cotola: In questa sua terza avventura extra large, George diventa nientemeno che astronauta. Ma la sua navicella precipita nella giungla dove vivrà numerose e diverse avventure. La storia è un pelino più intricata del solito, ma si lascia
comunque seguire senza problemi anche dai più piccoli. Così come il film risulterà alla fine gradevole un po' per tutti, grandi e piccini, sebbene questi ultimi gradiranno, ovviamente, di più.
Lovejoy: Visto lo straordinario successo riscosso dal primo film, Lupo e i suoi collaboratori pensarono bene di darne un seguito immediato, praticamente con lo stesso cast. E così Bud Spencer e Cary Guffey tornano a rivestire i loro rispettivi personaggi ma la pellicola è di gran lunga inferiore alla precedente. Colpa di situazioni già viste, battute già sentite, di una regia che latita e di attori poco ispirati.
Il ferrini: Si sorride spesso, soprattutto nella prima parte, perché il meccanismo della sincerità a ogni costo dà vita ad alcune gag esilaranti. Il climax del film è senz'altro l'invenzione dell'uomo che sta in cielo, formidabile nell'evidenziare le contraddizioni della religione; da lì in poi però sale un po' troppo il livello insulinico della pellicola, che vira verso la commedia romantica. Jennifer Garner in gran forma, mentre Ricky Gervais dà il meglio di sé dietro la macchina da presa e non davanti. Imperfetto ma da vedere.
Daidae: Mamma mia che schifezza! Una delle peggiori commedie sfornate nei mitici anni 80. È davvero brutto vedere validi attori (Banfi, Villaggio) sprecati in un film lento, noioso, vacuo e inutile, mentre sul resto del cast (in particolare un mediocre De sica e un orrido Merenda in una delle sue interpretazioni più scarse) è meglio stendere il famoso velo pietoso. Non strappa una risata neppure sotto minaccia di morte, da zero assoluto.
Enzus79: Bello spaghetti-western, non c'è che dire. E se Petroni non è né Leone, né Corbucci o Sollima, comunque il film ha dei ritmi buoni e la storia non annoia mai. I personaggi attirano l'attenzione, così come la bellissima colonna sonora di Morricone. Eccellenti gli attori.
Il ferrini: Pozzetto al suo top e già questo basterebbe, ma qui ci sono perfino una storia divertente e una buona regia. Certo, gli effetti speciali son quel che sono, ma il film straripa di buone idee e questo è innegabile: dall'alano che mette la freccia in auto fino alla parodia di Hulk la povertà di mezzi è evidente ma non impedisce mai le risate. Piacevole anche la colonna sonora, in parte "rubata" a Asso, che uscì l'anno prima. Il cast di contorno è ininfluente a parte ovviamente Gaetano, che ha la voce di Gammino (il doppiatore di Harrison Ford).
Smoker85: Sospeso tra il comico e il tragico, il film rappresenta una sorta di compendio della filosofia di De Curtis, secondo la quale il mondo si divide tra persone oneste, destinate a tribolare, e "caporali", ossia individui abietti, raccomandati e incapaci che ci sbarrano la strada in ogni fase della vita. Ottimo contraltare di Totò è qui Paolo Stoppa, che incarna i vari "caporali" in modo molto efficace. La storia regala molte risate, ma è permeata da una insolita malinconia di fondo. Agrodolce.
MEMORABILE: Totò che canta la sua "Core analfabeta"; L'esibizione con la Mari in "A cammesella"; Il trucco per saltare le file davanti alla bottega.
Piero68: Trucco pesante e per l'occorrenza occhi azzurri: dopo tanti ruoli incerti Depp dà prova di essere attore vero e veste la maschera del malavitoso Bulger con una somiglianza impressionante. Per il resto solita storia di gangster senza cadute eccessive ma senza nemmeno picchi spettacolari. Cooper si ispira evidentemente a Scorsese ma dimostra che come regista ha ancora dei limiti, nonostante le evidenti capacità latenti. Buono il cast di contorno, con Edgerton a volte troppo sopra le righe. Ricostruzione dell'epoca non sempre all'altezza.
MEMORABILE: I filmati e le foto sui titoli di coda delle intercettazioni ambientali.
Daniela: L'intraprendente Fred gestisce un'agenzia specializzata nel fornire alibi fantasiosi ai fedifraghi. I suoi guai iniziano quando si innamora della figlia di un suo cliente... Remake-fotocopia di un film francese di successo che ne replica pregi e difetti, ossia uno spunto brillante seguito da uno svolgimento da ordinaria commedia degli equivoci. Il cast conta facce simpatiche ed alcuni bravi attori (felice in particolare la scelta di Signoris) e certe situazioni divertono, ma lo sforzo di geolocalizzazione è pigramente ridotto alle inflessioni dialettali e poco altro.
Enzus79: Terzo capitolo della saga di Axel Foley: dopo la morte del suo capo a Detroit, dovrà ritornare a Beverly Hills per sgominare una banda di falsari. Storia scritta senza inventiva e a dir poco banale. Meno incisivo rispetto al passato, questo film diverte e coinvolge davvero poco. Regia di John Landis poco efficace. Eddie Murphy meno empatico del solito. Peccato per la non riconferma della coppia Ashton/Reinhold.
Redeyes: Le premesse, visto sopratutto il pachidermico Freeman, non eran buonissine, eppure. Eppure il film conquista. Un'action con tanta auto ironia che accalappia. Mi riferisco sopratutto al perfetto Amlkovich, che se gli si vuol trovare un difetto che però tale non è, pare quasi un Murdock dei vecchi A-team. Willis, non delude affatto e tutto va a gonfie vele. Pur sapendone in anticipo il finale si finisce con uscir soddisfatti dalla sala. Bell'action movie!
Straffuori: Insolito film romantico da magone e lacrime agli occhi continue, dolce e mieloso da far cariare dentature, con due romantici e affiatati Keanu Reeves e Sandra Bullock. La casa è incantevole ed il distacco temporale è affascinante e romantico. Per una serata all'insegna del romanticismo può anche essere consigliato.
Rebis: Anomalo western di John Huston che vorrebbe essere la risposta progressista a Sentieri selvaggi, ma a discapito delle istanze filo-indiane naufraga in un finale razzista e reazionario che ha dello sconcertante. Lo spettro dell'incesto si aggira tra Lancaster ed Hepburne senza instillare turbamento. Lillian Gish, che passa con disinvoltura dal pianoforte al fucile, è quanto di meglio il film possa offrire. Confezione di routine.
Galbo: Un riluttante eroe di guerra viene esibito come un trofeo insieme ai suoi commilitoni in un tour nel nativo Texas. Ang Lee offre un ritratto della provincia americana e di un ragazzo come tanti reduce dalla guerra irachena. Il continuo rimando tra passato e presente è centrale nelle dinamiche del film ma la sceneggiatura mostra più di un limite e la lunghezza è eccessiva mentre va lodata la prova del cast nel quale si ritrova con piacere, benché in un piccolo ruolo, Steve Martin. Non male.
Reeves: Una storia originale nella quale i cattivi sono (giustamente) i feroci ufficiali piemontesi che dopo l'unità d'Italia depredarono il meridione. Originale l'idea di raccontare il tutto come un western (anzi un southern, seguendo l'indicazione di Ennio Flaiano), ottima l'interpretazione femminile, ben realizzate (con un occhio a Quentin Tarantino) le scene d'azione.
Piero68: Se nel primo toccava a Dennis Quaid elevare il parco attori di questa baracconata, in questo sequel lo scettro passa a Bruce Willis. Ma come nel primo caso è sempre troppo poco per poter risollevare un prodotto scadente in partenza e senza nessuna velleità di fare cinema. Storia opzionale con una serie di scene super action di scontri e sparatorie messe insieme col Bostik che fanno da scenario a una serie di personaggi altamente improbabili. Insomma, un film indirizzato soprattutto ai malati di videogame.
Rambo90: Cinefumettone poco entusiasmante, che conferma la scarsa vena creativa di quest'universo DC, con una sceneggiatura senza sorprese e - cosa peggiore - un villain (e annesse motivazioni) banale e poco interessante. La regia fa del suo meglio tra effetti speciali e azione, ma a mancare sono proprio i contenuti, con i protagonisti appena abbozzati che vivacchiano solo del carisma dei loro interpreti. Sprecate poi Adams e Lane, mentre Gal Gadot appare la più convinta del gruppo. Umorismo che non sempre va a segno, occasione mal giocata.
Katullo: La credibilità della vicenda e l'iniziale ridimensionamento di Johnson sembrano buone idee, seguite dai primi passi felpati della sceneggiatura, anche se ci si immagina facilmente che prima o poi si deflagrerà facendo più di qualche danno. Assolta la prima parte, con l'istinto paterno dominante che si prepara ad affrontare il pericoloso mondo del peggior crimine addirittura dall'interno, la collaborazione dell'uomo qualunque con la legge fa crollare ogni lieta speranza (Sarandon da dimenticare),mentre si fa sempre più scontato il finale da eroe improvvisato e sbaciucchiato da tutti.
Rambo90: Non male. Sarà per il modo genuino con cui è girato o per l'affiatamento dei protagonisti (con un Mandelli discretamente in parte) ma tutto sommato è un film che diverte. Funziona anche la cornice con Abatantuono, che ha sempre la sua grande naturalezza nel dire le cose e un sorprendente Facchinetti. Non sempre il ritmo è alto, la parte al Luna Park dura troppo ed è ininfluente, ma come filmetto pomeridiano fa il suo dovere.
Galbo: Il granitico ed inossidabile (nonchè scarsamente dotato dal punto di vista attoriale) Steven Seagal torna all'action puro dopo il tutto sommato godibile Trappola in alto mare. Questo film non si può dire altrettanto riuscito e il limite va ricercato nel cambio di regia, dall'esperto Davis all'anonimo Murphy. Il film risulta esagerato in tutto (spari, acrobazie e quant'altro), laddove un uso più morigerato della spettacolarità avrebbe giovato.
Samuel1979: Terzo capitolo della serie molto simile al primo con la sola differenza che qui manca l'originalità. Un film con poche idee e con scene già viste. Le conferme dei vari Guttenberg, Graf e Winslow garantiscono comunque sequenze discretamernte divertenti, ma il meglio viene dalle nuove "reclute" Zed (Goldthwait) e Sweetchuck (Kazurinsky). L'assenza del "cattivo" G. W. Bailey (Harris) si sente.
Ronax: Fuggita da un odiosissimo padre padrone e divenuta più per caso che per scelta una temibile fuorilegge, Belle Starr incrocia il suo destino con quello di un altrettanto famigerato pistolero. Liberamente ispirata a un personaggio realmente esistito, la pellicola è costruita interamente in funzione della bellezza sensuale della Martinelli, con una struttura che alterna lunghi flashback alle scaramucce amorose con Montefiori e alle sparatorie di rito. Diretto tutto o in parte da Lina Wertmüller sotto pseudonimo, non nasconde qualche ambizione autoriale ma soffre di eccessive lungaggini.
MEMORABILE: La tortura cui viene sottoposto Montefiori per fargli rivelare cove ha nascosto i gioielli.
Nando: Action movie fracassone con tendenze soprannaturali e fenomeni da baraccone sparsi qua e là. Il plot narrativo manca di originalità ed appare in alcuni frangenti lievemente confuso. Cage recita col pilota automatico. Da segnalare in positivo la lunga scena dell'inseguimento tra il camper e la Dodge nera che rende meno amara la disfatta.
G.Godardi: E il giorno venne.... ma dove questo porti non ci è dato sapere. Come al solito il problema rimane sempre nel finale: sembra che il regista sia incapace di girare un film senza il finale ad effetto... per cui qui manco ce lo mette (il finale, non l'effetto)! Peccato perché l'atmosfera c'era tutta, un mix tra Ai confini della realtà e certa sci-fi anni 50-60. La parte iniziale poi era davvero neinte male, anche se sempre ispirata allo spauracchio post 11 settembre, come per The Village. Pazienza, sarà per un altro giorno.
Pigro: Storia vera di un pianista ebreo che riesce a sopravvivere al ghetto di Varsavia: film bellissimo, di grande precisione e emozione al tempo stesso. Emerge potente la figura solitaria e sola del protagonista (ottimo Brody) in mezzo a un'umanità coinvolta, ma quasi remota, di piccole comparse nella giostra della vita di ciascuno. Colpisce la quantità e varietà di ambienti chiusi (case, stanze, officine), diversi, nessuno claustrofobico ma tutti aperti a fughe prospettiche che danno l'illusione di una fuga e di un movimento in realtà impossibili.
Rambo90: Film senza nerbo, una sorta di dramma action che già dai primi minuti si sa dove andrà a parare. Non aiutano una fotografia sbiadita e una regia a dir poco elementare, mentre la sceneggiatura affastella cliché in sequenza. Il cast è pieno di star in disarmo, tra le quali chi risalta maggiormente è di certo Rourke, che se non altro si sforza di recitare in modo credibile. Bruttino il sangue in CGI. Evitabile.
Galbo: Esordio cinematografico come regista per l'attore Antonio Albanese che realizza un'originale commedia inventando un personaggio colpito da amnesia che interpreta con grazia. Il film che pecca di alcune indecisioni sul versante registico, presenta tuttavia una sceneggiatura garbata con dialoghi piuttosto surreali ma ben scritti e le notevoli musiche di Nicola Piovani. Valida anche la fotografia.
Matalo!: Non entusiasmante esordio di Douglas come produttore (la Bryna, dal nome della madre). Il problema è nel fiato cortissimo della storia che, però, vede Douglas dalla parte degli indiani. Se ne innamorerà di una ma, bello sforzo, è la bellissima Martinelli, che dice tre parole e indiana non sembra. Un Matthau giovane assieme a Lon Chaney sono i cattivi. Elisha Cook è il solito nanetto ipersensibile, discepolo di Matthew Brady, che fa scappare gli indiani coi fuochi del... magnesio. Magnifica fotografia.
Giacomovie: Originale è il tema di un ideale mondo in cui non si dicono (e neppure si concepiscono) le bugie e di cosa succede quando qualcuno le "inventa" per tornaconto personale. Per portare avanti questo particolare soggetto si finisce a volte per inscenare situazioni che appaiono paradossali, ma si mantiene un ambito di simpatia, di equilibrio, di curiosità e di intelligenza che lo rendono interessante.
Dusso: Ok, è cinema di serie C probabilmente, ma alla fine non cosi abominevole. La Fani è straordinariamente brava pure qui (e non è poco...), Masino è simpatico e Becherelli non è malvagio. Piuttosto incredibile il lungo pre finale sentimentale e malinconico, in un film che parte quasi come un Pierino. Da notare la scena che anticipa il finale de L'allenatore nel pallone.
Faggi: Interessante mattone storico di coproduzione sovietica, italiana e messicana. Franco Nero interpreta John Reed, giornalista statunitense comunista, coinvolto da osservatore nei fatti della rivoluzione d'ottobre a Pietrogrado; la Rome è la sua donna. L'oggetto è ben fatto, gli avvenimenti ricostruiti con esattezza e imparzialità (e con notevole dispiegamento di mezzi tecnici). Potrebbe essere necessario predisporsi ai rischi di noia, ma si sarà ripagati sotto il profilo della conoscenza.
Puppigallo: Pellicola esageratamente lunga, nonostante la carne al fuoco avventuroso sia tanta. La narrazione è abbastanza fluida. Ma se si analizza il contenuto, alla fine, il vero motivo d'interesse è dato dal rapporto tra lui, sognatore, spirito libero, che non bada alle possibili conseguenze; e lei, follemente innamorata e pronta quasi (perchè pondera e ha i piedi per terra) a qualunque sacrificio per assecondare il marito. Il resto, tra nemici degli indiani, o di chi è comunque diverso, giovani senza un futuro e un cocciuto cercatore di petrolio, non rappresenta nulla di nuovo. Comunque, non male.
MEMORABILE: I due anziani, con più sale in zucca di tutti; La drammatica corsa ai lotti, con ogni mezzo, biciclette comprese; Gli occhi di lei, malinconici.
Rambo90: Un Gassman scatenato per una vicenda molto comica ma discontinua: la sceneggiatura cambia stile e perno della situazione più volte. Poco male però, gli interpreti sono tutti all'altezza (c'è anche un grande Celi e un Delle Piane molto divertente) e il ritmo scorre veloce. La regia di Capitani aggiunge un tocco di bizzarria tra inquadrature sbilenche e veloci movimenti di camera. Gradevole.
Cotola: La storia non è di quelle nuove: tutt'altro. Eppure il film è una piccola perla che dimostra il vecchio adagio secondo cui non è poi così importante cosa racconti, ma come
lo racconti. Merito di un ritmo alto che permette di mantenere costante, o quasi, la tensione e di una regia sobria, efficace e per nulla sbruffonesca. Molto bene anche che gli innesti ironici, tipici di molte pellicole del genere, siano quasi azzerati. C'è qualche esagerazione, specie nel finale, ma fa parte delle regole del gioco. Bella prova di Van Cleef; imbambolato invece Law. Quel che si dice un buon film di genere.