Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Zampanò: Citti ha posto il mistero della morte al centro del suo originale percorso registico, l'ha reso un fattore politico, che sia cimiteriale o morale. L'ha fatto nel Casotto, figurarsi qui. La forma è mitopoietica, senza vuoti: nel ribaltamento dei valori, da trapassati è bene non essere ricordati laddove da vivi è l'unico obiettivo. Tecnicamente, poi, nell'89 ormai sa il fatto suo, i carrelli e i quadri frontali "pasoliniani" sono consolati dalla dolcezza delle note di de Masi. Cast sapido, incoronato da Gassman e Benti (bravi anche Luotto e Rubini); McDowell sfasato, Melato bellissima.
Daniela: Fratelli artigiani emigrati dalla Toscana negli USA hanno modo di mostrare il loro talento quando vengono ingaggiati per la costruzione delle scenografie di Intolerance di Griffith... Omaggio all'infanzia del cinema, sfarzoso nella messa in scena e sorretto da una sceneggiatura ricca di eventi e passioni, ma penalizzato nella capacità di coinvolgere dalla propria magniloquenza che, avvolgendo tutto in un'aurea mitica, finisce per appiattirlo nell'elegia auto-referenziale a rischio ridicolo. Quanto al cast, lascia l'impressione di essere stato assemblato un poco a caso.
Ciavazzaro: Buona commedia con un cast esemplare, a partire da una delle mie favorite: Franca Valeri. Ma c'è l'ottimo Chiari, Cestiè (il bambino dei film drammatici, questa volta un po' meno odioso del solito), la Casini, i giovani Boldi e Teocoli... Da citare anche Andreasi nel ruolo del commissario.
MEMORABILE: La Valeri al telefono con Chiari: duetti eccezionali per la bravura di entrambi.
Uomoocchio: Ambiguo ma (o forse proprio per questo) molto interessante, anzi direi perfino sconvolgente, assolutamente inusuale. La presenza di uno scrittore in un convitto religioso porta a galla e fa esplodere le contraddizioni e i tormenti dei vari personaggi, tutte persone dalla religiosità sofferta e con un passato pesantissimo. Anticlericale? Forse solo ad una lettura superficiale. Grande cast, ottima, al solito, la regia di Damiani. Da riscoprire e analizzare a fondo.
Daidae: Uno dei peggiori film di Massi e uno dei peggiori interpretati da Merola (che da lì a breve abbandonerà il cinema per dedicarsi al canto). Il solito guappo ha il cuore spezzato da una donna crudele: tipica sceneggiata. Attori immondi (Merola non brilla, le protagoniste femminili fanno decisamente pena) e fotografia orribile; tralascio poi le ambientazioni... Brutto e girato in fretta e furia.
Panza: Grazie all'aria rassicurante che con la vecchiaia ha assunto nel corso negli anni perdendo il volto comico dei primi tempi, Villaggio funziona anche in questa interpretazione dove rinuncia alla maschera fantozziana (salvo, purtroppo, rindossarla nel brutto Fantozzi 2000). Il lato prettamente comico del film funziona poca o niente mentre l'aspetto più sentimentale legato al rapporto con Insinna è quello più curato, con tutti i limiti di una sceneggiatura poco grintosa. Decisamente anonimo, lo si guarda e lo si dimentica poco dopo.
Siska80: Sarà per la candida bellezza della giovane protagonista (che nasconde i lunghi capelli color grano in un cappellino bianco), o forse per gli incantevoli paesaggi, oppure per l'aria da brave persone del cast che suscita empatia e ti fa sentire in famiglia; qualunque sia la ragione, il film risulta comunque gradevole, nonostante la trama sia esile, non particolarmente originale e proceda senza rilevanti scossoni (al centro della vicenda troviamo la solita contadinotta ingenua che rischia di farsi irretire dall'uomo sbagliato, ma il pubblico scaltro immagina già come sarà l'epilogo).
Giufox: Notevole tentativo moderno di restituire su schermo le vertigini emotive e orbitali di un'immersione nello spazio cosmico. (Ri)Visto su piccolo schermo, e senza supporti stereoscopici, la sua portata sensazionalistica si riduce drasticamente, mentre le coordinate ontologiche si scoprono deboli. C'è da chiedersi se l'annientamento di ogni verosimiglianza nel finale pesi sulla struttura generale, o se semplicemente sia un vortice che regala emozioni solo nella parte iniziale ed al primo giro. Tra detriti, allucinazioni e navicelle - l'espressionismo gravitazionale di Cuarón.
Nicola81: Western senza infamia e senza lode, incentrato su una faida tra allevatori di bovini e pecorai tra cui si frappone un protagonista abbastanza originale: un predicatore con un passato da pistolero e che infatti saprà ancora ricorrere alle armi, quando la situazione lo richiederà. Inizialmente non manca qualche sequenza piuttosto violenta, ma l'epilogo è all'insegna della riconciliazione e della tolleranza (pure troppo, a pensarci bene…). Buona la prova del cast, ma la bellezza della Hershey risalterà maggiormente in seguito.
Taxius: Dopo aver vinto la lotteria il povero giornalista Ciottoli perderà il biglietto; da qui avranno inizio le sue disavventure. Simpatica commedia in puro stile Villaggio che vede come protagonista l'ennesimo sfigatissimo suo personaggio. Il film è un insieme di trovate ed è molto simile agli ultimi su Fantozzi (il tipo di gag è lo stesso). Molto divertente, anche se la fine stona un po' con tutto il resto.
B. Legnani: Sconcertante avventuroso di Cottafavi, che usa registri che fanno a pugni fra di loro nel narrare la vicenda di un’ostilità fra Spagnoli e Mori, sfociante in una sanguinosa battaglia. Sia nel caso che la lettura sia semplicemente questa, sia che esa sia quella asserita dal lodante Morandini (parabola su potere, guerra e lotta partigiana), la messa in burletta di tutto ciò che attraversa il film è cifra stonatissima, che stride con la vicenda oggetto della narrazione. Fu un fiasco: non bisogno davvero stupirsene.
MEMORABILE: “La guerra è la condotta naturale dell’Uomo!”
Daniela: Dal 1939 al 1949, l'odissea di un contadino romeno, onesto e gran lavoratore: deportato come ebreo, perseguitato in Ungheria come spia, costretto in Germania a collaborare con le SS, infine trattato alla stregua di un criminale di guerra... Trasposizione dell'opera di un romanziere romeno, diretta da un regista francese con protagonisti un attore statunitense di origini messicane ed un'attrice italiana: un pot-pourri che, come spesso accade nelle coproduzioni internazionali, toglie credibilità ad una vicenda già anche troppo movimentata, nonostante l'impegno profuso da Quinn.
MEMORABILE: Un'alto funzionario governativo prende appunti... disegnando margherite; Il prototipo della razza ariana (poco credibile)
Stubby: Sinceramente, a parte un paio di battute passate giustamente alla storia, ATTILA è pressochè insignificante e piuttosto noioso. Diego Abatantuono porta sulle spalle tutto il peso del film mentre gli attori di contorno sono totalmente anonimi.Preferisco di gran lunga il Diego di oggi. Nel cast presente una Rita Rusic in forma fisica smagliante.
Furetto60: Fiacca commedia rosa, protagonista la brava Capotondi purtroppo sacrificata sull’altare di una sceneggiatura scontata e priva di mordente. L’ambientazione in ambito musicale poteva costituire un buono spunto, ma quella che dovrebbe essere il pezzo forte, la canzone dell’ex marito che entusiasma gli ascoltatori, in realtà è una canzonetta insignificante. Mi sarei atteso un minimo di impegno in più anche in tal senso.
Rambo90: Un film mediocre, sbrindellato nella sceneggiatura che fa un misto di eventi senza approfondirne nessuno e opaco nella regia che non sembra riuscire a gestire un materiale così vasto. Se si arriva alla fine è per Travolta, che calza bene il suo ruolo, dimostrando di averi creduto. Non male anche trucco e parrucco, mentre tutto il resto sa di televisivo, con una ricostruzione d'epoca davvero incolore. Insignificante.
Rigoletto: Non il migliore tra i film ad ambientazione carceraria, ma sicuramente un prodotto dignitoso: raggiunge i suoi obiettivi per una serata disimpegnata, non va sopra le righe, il protagonista lo conosciamo bene. Sembrerebbe il programma standard per un prodotto di routine. Tutto è capire se ci si può accontentare del risultato; per quanto mi riguarda è accettabile, con un cast forse di non primissimo piano ma funzionale e con qualche punta ben oltre la media (LaFleur, Kilpatrick). Promosso.
Undying: Garbata commedia (che punta tutto sulla versatilità di un Verdone in perfetta forma) in grado di divertire grazie agli atteggiamenti, alle posture ed alle espressioni facciali del bravo attore/regista. Claudia Gerini - bellezza "acqua e sapone" - è in parte, la sceneggiatura è sviluppata su dialoghi chiari, significativi ed efficaci e la regia non dimentica mai, al momento opportuno, di strappare un rilassante sorriso senza prima far riflettere. Riuscito quindi, con l'aggiunta di una bella colonna sonora...
Gottardi: Ex sceriffo tutto d’un pezzo arriva in cittadina dove il signorotto locale, ostile al passaggio della ferrovia che ostacola i suoi traffici, lo scambia per un ispettore delle stesse e tenta di cacciarlo con ogni mezzo. Western convenzionale che più convenzionale non si può. Ma il male non è tanto questo, quanto un ritmo abbastanza sonnolento e poca azione, specie nella prima metà del film, un protagonista legnoso che non genera empatia e un finale scontatissimo. Cinemascope non sfruttato e fotografia piatta. Noioso come un compito ricopiato, anche per gli amanti del genere western.
Noodles: Partendo da un cliché, l'uomo che si traveste da donna, il grande Billy Wylder ci regala una delle commedie migliori della storia del cinema. Irresistibili le gag della ditta Lemmon-Curtis, splendida come sempre Marilyn. Il film, tra le tante cose, si basa soprattutto su dialoghi straordinari e ricchi di humour, tra i migliori mai scritti. Il film corre dall'inizio sino al celeberrimo finale e non annoia mai. E risulta modernissimo, nonostante l'età ormai avanzata.
Tomastich: Un film rilassato, piacevole, poco avvezzo sia all'azione sia all'introspezione, dove gli Hill sono un viaggio per raggiungere un terreno su cui personaggi poco raccomandabili tentano di mettere le mani. Carine le musiche che accompagnano le scorribande. Nulla di più.
Piero68: Classico teen movie USA con una sceneggiatura che sa di stantio. Però il tutto è condito da bellissime scene di combattimenti e il cast non è da buttae via. C'è il vampiro "cattivo" del primo Twilight (Cam Gigandet), c'è il miglior amico del Gladiatore (Hounsou) e poi c'è Sean Faris, a detta di molti stella nascente del panorama Hollywoodiano. Il film nel suo complesso meriterebbe 1 pallino, ma ne metto due perché, ripeto, le scene di lotta sono veramente ben fatte.
Bubobubo: Come ti trasformo un'instant-vanzinata in un supercult, venticinque anni dopo: le contrapposizioni manichee tra nord-ovest berlusconiano e proletariato romano comunista, l'ultima reliquia della moda fatale a stelle e strisce memore della Milano thrilling da bere, persino la sorella di un professore delle Due Sicilie convertitasi all'antiproibizionismo... Scherzi a parte, nonostante sia oggettivamente un film di nessuna pretesa, per di più invecchiato male e precocemente, lo si riguarda sempre con il certo, divertito distacco che possono vantare i sopravvissuti (agli anni seguenti).
Markus: Storia di due graziose sorelle che devono sgomitare nel mondo del lavoro e degli affetti dopo che il loro potente padre è finito in carcere per frode. Una lozione profumata per il corpo fatta in casa da una delle due ragazze le salverà... Vicenda sentimentale con sfumature decisamente leggere; anche il dramma di fondo è affrontato nella maniera più basica possibile, con scenette e recitazione che ricordano molto certe fiction per teenager. Film senza ambizioni se non quella di far passare un'ora e mezza nel completo disimpegno.
Galbo: Un po' "polveroso", il glorioso mondo dell'avanspettacolo emerge in questa commedia realizzata negli Anni Cinquanta. Il film riflette bene il mondo che vuole rappresentare. Qualità non eccelsa dei numeri (in questo caso la sceneggiatura degli episodi di cui il film è composto), ma grande professionalità degli attori, veri e propri "istrioni" dalle grandi capacità di improvvisazione. Qui emergono in particolare i grandi Sordi e De Sica che risollevano le sorti di un film altrimenti modesto.
Victorvega: Per certi versi una delusione. Non bastano un regista affermato nel genere e attori di richiamo per rendere piacevole una commediola che riesce ad andare avanti solo affidandosi alla simpatia dei protagonisti e all'argomento pruriginoso. Lo si doveva capire già dal brutto e inutile cappello introduttivo che il film sarebbe deragliato dal semplice binario di una commedia gradevole. Buono lo spunto iniziale, male lo svolgimento. Finale banale. Bravo De Luigi però e simpatici Greg il farmacista, Forest e l'Andreozzi, azzeccati comprimari.
Dusso: Un discreto ritmo ma forse fin troppo frenetico e film spesso troppo urlato; una commedia (incredibilmente, vista la trama senza nudi) con qualche momento gradevole che prende anche una risibile strada "gialla" per rendere interessante un qualcosa che altrimenti annoierebbe subito.
Nando: Tre amici legati da un brutto evento nella loro infanzia vengono accomunati da un' disgrazia nella loro maturità di uomini. Un efficace e doloroso spaccato degli States attuali in cui si evidenziano i devastanti effetti degli abusi su minori e tutto quello che provocano nella crescita. Un cast stellare in cui tutti gli interpreti mostrano le loro migliori capacità a cominciare da Penn.
Puppigallo: Filmaccio senza arte ne parte, dove l'unica nota positiva è data dal paesaggio scozzese, con le sue alte e imponenti scogliere (non abbastanza alte però per i vichinghi...). Il resto è urla, grugniti, dialoghi piuttosto pietosi e battaglie a suon di lame e frecce, che non aggiungono proprio nulla di nuovo, anzi, tendono a banalizzare tutto, o a esagerare, sconfinando nell'assurdo (il vecchio inammazzabile). Il finale poi, è da non credere, con una sorta di cattivo stile Terminator e un fantasalto.
MEMORABILE: La ragazza coi poteri...Altrimenti era troppo poco utile; L'inarrestabile capo dei mercenari, che urla "Vichiiinghi!" come Kirk urla "Khaaan!".
Puppigallo: Pesca con la dinamite nelle acque NewYorkesi, cammina sui cornicioni, viene scambiato per Clint Eastwood e si darà parecchio da fare (a modo suo) per proteggere la donna da un trafficante e i suoi sgherri, prima a New York e poi in Australia. Ormai non c’è più la novità e il personaggio è sempre lo stesso, simpatico, un po’ ingenuo e astuto. Il film è palesemente realizzato solo per riproporlo, tentando di bissare il successo del primo capitolo. Ma se si escludono le cadute (il nero macchietta, la banda...), il risultato non è poi così male.
MEMORABILE: L'uccello GiarraGiarra; Dundee vede il serpente di un incantatore e gli spezza il collo senza che il proprietario neanche se ne accorga.
Pinhead80: Senza ombra di dubbio questo di Gary David Goldberg non è un film particolarmente originale (almeno nella sceneggiatura) e ricorda moltissimo altre commedie (tra tutte citerei C'è post@ per te). Ma a parte questo è un film che riesce ad avere una certa presa sullo spettatore perché lo porta a confrontarsi con quella che è l'ansia di poter rimanere soli, senza una figura importante al nostro fianco. Tra quest'ansia e il sogno di una vita felice si pone come veicolo la tecnologia, che diventa strumento per accendere passioni.
Urraghe: Le avventure social/erotiche/psicotiche di Claire (Binoche), una donna cinquantenne. Film superficiale nella presentazione del personaggio principale, a tratti eccessivo, che si regge esclusivamente sull’interpretazione dell’attrice. Un’attrice di indubbia bellezza ma proprio per questo fuori contesto. Il climax è contorto e insensato. Fotografia gradevole e regia da sufficienza. Una pellicola che non arricchisce, non diverte, che scorre benino senza lasciare traccia.
MEMORABILE: "Io sono solo un medico. Il suo medico. Non sono un’amica"; La scena in cui lei gira in tondo con l’auto davanti alla scuola dei figli.
Puppigallo: Il sole fa i capricci (tossisce venti solari: smisurati ammassi di fuoco, elettricità e materia fusa verso la Terra). E mentre gli ottusi militari incolpano i russi per la distruzione di una navicella, gli scienziati conoscono la tremenda verità. Sarà la fine? Un fantacatastrofico che non aggiunge ne toglie nulla ai suoi predecessori del genere. Qui si parla anche di effetto serra e buco nell’ozono, ma per il resto si ha a che fare con dialoghi appena passabili, ritmo altalenante, personaggi nella media e effetti così così. Mediocre.
MEMORABILE: Un giornalista domanda al protagonista (scienziato) Americano: “Perchè una navetta fatta in Russia?”. E lui: “Perchè costava meno”.
Thedude94: Ancora una volta nella saga si punta sull'azione vera e propria; McQuarrie infatti decide di dare spazio alle scene altamente spettacolari (di cui si ricorda quella di Cruise appeso all'aereo) tralasciando il senso di una trama abbastanza sconnessa e confusionaria. Cast tutto sommato mediocre, con un innesto nuovo (la Ferguson) che non lascia il segno, così come il villain principale. Tra fughe spericolate e sparatorie di vario tipo il tempo passa velocemente, e questo è un pregio, ma alla fine si ci accorge che nulla è stato aggiunto al discorso complessivo legato ad Ethan Hunt.
Supercruel: Esce in Italia con titolo "mocciano", l'ultimo film con protagonista la Lopez. Il target, in effetti, è quello giusto dato che siamo al cospetto di una grossolana commedia sentimentale banale, stupida e irritante. Personaggi e dialoghi terribili, gag penose, tempi morti, giusto per elecare i difetti più vistosi. Null'altro da aggiungere, un totale disastro. Un pallino ed è pure troppo.
Ryo: Commediola on the road che vede cinque sconosciuti scoprire di essere tutti fratelli dello stesso padre, morto in America, che ha loro lasciato un'ingente somma in eredità. La formula funzionerebbe anche sulla carta, ma spesso la sceneggiatura ha momenti poco riusciti. Salemme spicca, mentre le parti deboli riguardano le due ragazze (e non a causa della loro recitazione). Le location statunitensi lasciano un po' a desiderare, tanto che in alcuni frangenti pare girato in Italia!
MEMORABILE: Salemme, dimenticandosi che è sua sorella, ci prova con lei; La sosta dalle prostitute; La truffa per recuperare le ceneri.
Paulaster: Giovane in cerca di denaro facile cerca di sfondare come broker. Temi sempre affascinanti l'avidità e la spregiudicatezza degli yuppies anni 2000, difformi dai predecessori solo perché stavolta siamo ai margini di Wall Street. Buona la descrizione del metodo di lavoro, meno il rapporto col padre e l'intervento poco approfondito dell'FBI. Ribisi in parte come gli interventi di Affleck. Lieve morale finale, ma difficile da applicare dove si specula.
MEMORABILE: "Ogni telefonata è una vendita di azioni o dei motivi per cui uno rifiuta".
Belfagor: Col senno di poi, l'esordio alla regia di Hoblit mostra già un elemento cardine della filmografia del regista: una trama in funzione di un finale a sorpresa che, superato il primo impatto, risulta piuttosto forzato. Rimane comunque interessante il conflitto tra Gere in una delle sue prove più intense e un Norton sbarbatello ma di incredibile efficacia. Buono anche il cast al femminile, in particolare la Linney. Nel complesso, un film che avrebbe potuto volare in alto ma che, come l'avvocato protagonista, è caduto per la troppa hubris.
Pumpkh75: Kavanaugh dissoda un campo da lui già seminato (la paranoia e il dubbio che ne consegue) e ottiene un raccolto simile a quello di qualche anno prima: le maggiori differenze stanno forse in un contatto più grezzo ed epidermico e nello sguardo più scaltro verso tematiche demoniache di più facile impatto sulla massa, ma tra sangue selvaggio e incentivati cambi di scena si veleggia senza grossi cali, perlomeno fino a quel finale inutilmente sottomesso al twist a tutti i costi. Validissimi sia la Matichak che il giovane Bloom, Hirsch stavolta è invece dimesso. Arzillo ma non troppo.
Daidae: Mediocre e noiosa commedia che neppure la presenza del grande Albertone riesce a tirar su. La Brigliadori è tanto geaziosa quanto evanescente, il resto del cast (Gora a parte) è pessimo. Inizia bene ma poi si perde in una serie di gag una più stupida dell'altra; si salvano solo alcune scene riuscite come quella in chiesa. Deludente.
Paulaster: Ciò che colpisce è l'ottima fotografia, che tiene insieme il film dando l'impronta precisa degli anni 80. Neon, luci strobo, sudore in controluce, fumi uniti alla musica di Moroder confezionano un prodotto destinato a durare. Poi certo la trama è risicatissima, con il padrone e l'operaia ballerina, l'aiutino e l'audizione. La Beals è graziosa, anche se all'inizio sembra spaesata, e il contorno attoriale resta sempre in superficie. Qualche sentimento sparso per oliare il meccanismo.
Redeyes: Di erotico c'è ben poco; se mi si parla di arrapante forse posso anche starci, ma di sicuro siamo su un livello gretto. La Ammirati sculetta, mostra pelo in abbondanza, ci dona pioggettine dorate, ammiccamenti e desideri pseudo incestuosi, forse, ma con uno spirito più da starlette del porno di 2^ categoria e con una goffaggine che scade nel sozzo. Inutile negarlo: ad un film come questo si preferisce, allora, un porno, che, in certi casi, anche a trama su questo primeggia! Bocciato totalmente!
124c: Film tratto da un famoso videogioco. Stavolta, però, gli eroi non sono forzuti maschietti, ma tre belle ragazze super-esperte di kung fu. In un'atmosfera da teen-movie (che fa pensare anche a I tre dell'operazione drago), dove il cattivo della situazione è Eric Roberts (inventore di speciali occhiali copia-mosse marziali), non sono da dimenticare la bella bionda ladra inglese e la principessa Devon Aoki (che se la deve vedere con Natassia Malthe, già vista in Elektra). Film simpatico e vacanziero.
MEMORABILE: Le tre ragazze che giocano assieme a pallavolo in spiaggia, sfoggiando dei bikini colorati.
Stefania: La Bellezza salverà Thomas? Thomas, semi-malavitoso che, in segreto, ha ripreso a studiare pianoforte. Non sono mai ferme, le mani di Thomas, mai libere. Le usi per i pestaggi, o per suonare Bach, le stringa a pugno nelle tasche del suo blouson noir. Bruciano di un'energia che lui vorrebbe creativa, ma che è distruttiva. Ambiguo finale: Thomas non è più un malavitoso, ma chi è, adesso? Forse anche lui se lo chiede, seduto in platea, nell'ultima inquadratura. E le sue mani riposano composte, stranamente ferme, stranamente libere.
MEMORABILE: Thomas e l'insegnante di piano, che parla solo cinese. La sua voce, per lui, è una musica incomprensibile.
Ruber: Action a basso costo girato in terra canadese che vede il classico poliziotto messo a riposo forzato per precedenti vicende a far da guardia del corpo a un giudice donna sotto attacco terroristico. La coppia Pullman/Olin se la cava bene, anzi insieme reggono tutto il film sulle loro spalle pur con una sceneggiatura non certo originale; ci sono diversi momenti di action molto ben costruita, ma il tutto sembra una copia carbone di altri film del genere.
Giùan: Indubbiamente il film di Brizzi va ad occupare un vuoto che il cinema generazionale Mocciano da un verso e Mucciniano dall'altro non avevano modo di coprire. Una commedia di media qualità, "realistica", non sguaiata, ben diretta e (abbastanza) conscia dei propri limiti: per la verità non è poco. Detto questo, resta personalmente insopportabile (cinematograficamente) quel senso di evanescente merendina la cui carica resiste 10 minuti e per di più genera assuefazione. Stucchevole la voce guida off e fastidiosa la citazione della "nonna delle mele". Faletti ok.
Viccrowley: Incorniciato da paesaggi incantevoli e cullato da una meravigliosa colonna sonora ecco il film di Clint che non ti aspetti. Un tono elegiaco e crepuscolare come da tradizione eastwoodiana per narrare senza retorica e in punta di fioretto una storia d'amore tanto breve quanto intensa tra due anime, entrambe sole a modo loro, in un mondo governato dalle convinzioni sociali e dagli obblighi di chi sa do non poter più tornare indietro. Sguardi, gesti, parole non dette o sussurrate per un incontro cristallizzato in un limbo senza tempo.
MEMORABILE: Il bigliettino con l'invito affisso sul ponte coperto.
Lupus73: Commedia, azione e avventura si fondono in una farsa che descrive le gesta dell'eccentrico collezionista d'arte Mortdecai, con atmosfere retrò (alla Christie) ma confezione volutamente sgargiante, ricercata e digitalizzatissima (molta CGI e interi ambienti realizzati anche con rendering). Ottima l'interpretazione caricaturale e grottesca di Depp/Mortdecai, affiancato/spalleggiato da Jock, altro personaggio chiave. Nell'insieme riuscito e abbastanza divertente, anche se c'è da dire che la sceneggiatura non è il massimo (anzi, è piuttosto arricchita e gonfiata dai fronzoli di contorno).
Daniela: Non brutto, ma molto penalizzato dal confronto con il film d'esordio del detenuto spaziale Riddick: per quanto questo era misterioso, ansiogeno, elegante, tanto il secondo è esibizionista, fracassone, burino. A farne le spese è soprattutto il personaggio principale, che perde buona parte del suo fascino. Anche la storia, confusa e troppo affollata di personaggi, non aiuta, come pure i dialoghi, talvolta ridicolmente pomposi. Da salvare invece la buona confezione ed i discreti effetti speciali, per cui la visione, pur paccottigliosa, può risultare comunque non sgradevole. 2+
Pigro: Gli rapiscono la moglie e lui, ex agente segreto, ritorna all'azione insieme al figlio che ignorava il suo passato. Un discreto film d'azione, dove però l'azione più interessante e significativa non è quella (talvolta troppo spettacolare o sopra le righe) della spy-story, ma quella del rapporto tra padre e figlio. E' infatti questo il nucleo più interessante e stimolante del film, purtroppo non sempre sfruttato nelle sue potenzialità, nonostante la generosa interpretazione di Hackman e Dillon. Ma merita comunque la visione.
Siska80: Due gemelli che non si vedono da anni sono costretti a scambiarsi le rispettive vite per non perdere una grossa eredità. La somiglianza con certe commedie americane è troppo evidente: passi il finale buonista (peraltro implicito nel ciclo di cui la pellicola fa parte), ma l'assenza di originalità complessiva è disarmante. Eppure si sceglie di completarne la visione grazie a qualche momento simpatico ma soprattutto al cast davvero bravo (in special modo quello maschile): il migliore è il protagonista, un Tiberi dalla recitazione nervosa capace di coinvolgere e far sorridere.
Samdalmas: Tra le varie scoperte di Brass una delle più sorprendenti resta Claudia Koll, che in seguito a una crisi mistica ripudierà questo ruolo. Qui è nei panni poco vestiti di Diana, in cerca di avventure extra-coniugali e trasgressioni varie, tra Venezia o al rave party dove si concede a un ex seminarista. La Koll rivela anche discrete doti recitative, a differenza di altre muse brassiane.
MEMORABILE: Diana chiama il marito dal rave party ubriaca e circondata da uomini.
Nancy: Come sempre, dopo il successo del primo film, nel secondo si tende a calcare di più la mano con tanto di cambio di regista (scelta non azzeccata, ha reso più statico il tutto) per enfatizzare i primi piani della Lawrence e non penalizzare neanche una pagina della trama originale. Risultato: la noia. Forse il primo film non sarà stato aderentissimo al libro, ma qui si esagera e dopo un'ora e mezza non vogliamo altro che finisca e neanche la citazione di Lost risveglia dal coma. Di base avvincente, ma troppo annacquato, ridondante. P.S. Hoffman dov'era? C'era?
Cangaceiro: Più debole di Sms perché meno comico e più riflessivo. La parte iniziale con la satira al mondo delle soap, seppur poco ficcante, è l'idea migliore messa in pratica per l'occasione da Salemme. Col passare dei minuti però il protagonista prende altre strade perdendo le coordinate e smarrendosi nel più banale sentimental/buonismo degno del peggior Pieraccioni. Cast molto affollato ma non sfruttato a dovere: se Rubini si guadagna la pagnotta Panariello invece pazzeggia senza convinzione. Grandissimo Ronnie, da fucilazione i ciccioni del Chiambretti night.
Enzus79: John Carpenter si dà ai vampiri e bisogna dire che il risultato è davvero notevole. Storia horror semplice (squadra ammazzavampiri assoldata dalla Chiesa) con contorni da western, coinvolge e diverte al punto giusto, senza mai scadere nella banalità rovinando tutto. James Woods oltre che bravo è anche simpatico. Colonna sonora perfetta (scritta dal regista).
Belfagor: Ennesimo caso di commedia macchiata di action che vorrebbe essere brillante e fracassona ma finisce per risultare irritante. Il triangolo amoroso è banale e superficiale ed è difficile provare simpatia per i due maschietti dato il lavoro che fanno (mi ripugna la balorda esaltazione della CIA) e le loro manovre degne di uno stalker, mentre la Witherspoon, per quanto brava, è del tutto sprecata. La regia di McG, in linea con il resto della sua filmografia, è anonima e leccata.
Guru: Egregia interpretazione di Quinn nei panni di un rumeno che, denunciato come ebreo, verrà crudelmente allontanato dalla famiglia (e persino pubblicizzato come "campione" della macabra teoria purista!) sino alle ultime battute del processo di Norimberga. Verneuil dirige le emozioni e la voglia di ricominciare e addolcisce la pillola con l'ingenuità e la positività del protagonista. La fotografia è buona, ritaglia la sofferenza ma non si accanisce sul dolcissimo volto di Virna Lisi.
Matalo!: Come sempre Citti cerca gli accostamenti incongrui, l'alto-basso, Gassmann/Vitali, per costruire un'umanità grottesca e deformata come le differenze che la realtà propone. Anche in questo simpatico ma parzialmente riuscito film si respira un'aria di vita vera, bizzarra, assurda e sospesa nel magico. Senza retoriche, ruspante. Episodi migliori quello di Alvari/Giuffrè/O'Brien, Gemelli Ruggeri. Un po' penoso McDowell. Grande Gassmann becchino filosofo/truffatore.
MEMORABILE: "Ma dopo morti dove andremo a finire?" "Tutti a Parigi".
Jdelarge: Un Lenzi sottotono porta su grande schermo Kriminal, fuorilegge protagonista dell'ononimo fumetto. Il risultato è piuttosto scadente, complici ritmo e sceneggiatura decisamente insufficienti, oltre a un cast non proprio di spicco. Si salvano di gran lunga la bella colonna sonora (che avrebbe dovuto essere più presente) di Pregadio e Mussolini e le ottime location, in perfetto stile lenziano. Bellissimi i titoli di testa.
Homesick: Donne e motori in un asciutto melodramma partenopeo dall’immancabile lieto fine che premia i sentimenti semplici dei buoni e bacchetta affettuosamente arroganza e venialità dei cattivelli: i primi, il guaglione Tinti e l’amorevole Monlaur; i secondi, la Koscina ragazza «senza cuore e senza coscienza» e il losco “galletto gallicizzante” Mestral. La Pica è istrionica come un Totò al femminile. Celebri canzoni si succedono nell’accompagnare la pia madre Rosay (“Mamma”), la Cadillac (“Tu vuo’ fa' l’americano”), la preghiera (“Ave Maria”).
Lovejoy: Uno degli ultimi, convincenti film interpretati da Villaggio e diretto dal fido Parenti. Su una sceneggiatura firmata come al solito da più mani (e Villaggio è una di queste), una commedia dal fondo amarognolo molto divertente con un personaggio (quello di Ciottoli) che, pur essendo l'ennesima rivisitazione di Fantozzi, non sconfina mai nel patetico. Da ricordare sopratutto le vessazioni che subisce, sia pure involontariamente, la famiglia di Antonio Allocca e la distruzione del negozio di rarità.
Gottardi: Ex sceriffo tutto d’un pezzo arriva in cittadina dove il signorotto locale, ostile al passaggio della ferrovia che ostacola i suoi traffici, lo scambia per un ispettore delle stesse e tenta di cacciarlo con ogni mezzo. Western convenzionale che più convenzionale non si può. Ma il male non è tanto questo, quanto un ritmo abbastanza sonnolento e poca azione, specie nella prima metà del film, un protagonista legnoso che non genera empatia e un finale scontatissimo. Cinemascope non sfruttato e fotografia piatta. Noioso come un compito ricopiato, anche per gli amanti del genere western.