Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Saintgifts: Presenti quasi tutti i protagonisti dell'epopea del West, mancano solo le istituzioni (ma esistono nei discorsi), cosa abbastanza normale in un territorio dove la legge fatica ad arrivare. Non ci sono nemici da combattere, se non per una mera questione di denaro, anche sotto forma di pelli, scalpi, whisky. Ci sono particolari, come il carrozzone con il letto in ottone e l'elegante lampada appesa, che fanno subito capire il tono della vicenda e, se non bastasse, la coppia Winters, Savalas, con i loro battibecchi. Messico visto come terra di libertà.
MEMORABILE: Burt Lancaster cita la Bibbia a Ossie Davis ma casca male...
Ciavazzaro: Diretta dal buon Nichetti, una fiction davvero brutta. Massimo Ghini in queata occasione fatica davvero nel dare una buona prova recitativa, la storia è pessima, approssimativa (con gran finale, magari...). Il cast secondario non aiuta (forse la Autieri soprattutto come presenza, ma non basta). Bocciato senza speranza.
Silvia75: Roma 1954: quattro giovanotti del rione Ponte e Parione, capitanati da Alvaro (Franco Fabrizi in gran forma) cercano di organizzare alcune truffe con esiti disastrosi. Il film non si distingue per la regia ma per l'ambientazione: trattorie, barbieri, vicoli, il mercato, lo stadio, le corse dei cavalli, le montagne russe, il lungotevere, Ostia la domenica: un microcosmo ormai svanito. Brava Giovanna Ralli nel ruolo della irascibile pescivendola fidanzata con il bel Antonio Cifariello. Ci sono anche Maurizio Arena, Vittorio De Sica e Totò.
Renato: Molto divertente, uno dei film della coppia che preferisco in assoluto. La storia è semplice (i due preti di un paesino che si fronteggiano in quanto uno conservatore e l'altro progressista) e c'è solo una lunga divagazione su alcuni hippy da barzelletta a spezzare un po' il ritmo, per il resto tutto funziona egregiamente, compreso Lino Banfi in un ruolo di supporto. E poi c'è una giovane e bellissima Fenech a fare da tappezzeria (e che tappezzeria!); per gli appassionati di Franco e Ciccio rimane un film importante.
MEMORABILE: La rivalità tra la parrocchia di S.Antonio contro quella del Sacro Cuore di Gesù tramutata in sfida calcistica.
Bruce: Con maestosi paesaggi marini che sembrano dipinti di William Turner in movimento, Ron Howard narra l'epica avventura che sta alla base del romanzo di Moby Dick. Tra tempeste e incredibili scene di caccia alle balene, naufragi drammatici e prove disperate di sopravvivenza, si comprende che l'uomo non è affatto omnipotente ma deve rispettare la Natura e comprendere i propri limiti. Da vedere sul grande schermo per essere apprezzato appieno.
Tarabas: Sarà anche il sequel di un capolavoro, sarà anche poco originale... Sarà soprattutto che sembra impossibile fare film così nell'odierna italietta cinematografica, ma il ritorno dei Soliti Ignoti è sempre gradito, nei palinsesti tv. Gli innocui ladri imbranati in trasferta a Milano non sono migliorati dai tempi del primo colpo, ma funzionano benissimo e anche il cambio Mastroianni-Manfredi non dà problemi. Per certi versi, meglio l'autista morto di sonno del grande Nino. Mastroianni era troppo elegante per fare il ladro spiantato. Grande intrattenimento.
Galbo: Banalissima commedia diretta dal duo Castellano e Pipolo nella fase calante della loro carriera. Se l'idea di "affacciarsi" nei paesi dell'est (nei primi anni '90) poteva avere la sua originalità, il tutto viene rovinata dalla solita sequela di gag quasi sempre scontate e di stampo tipicamente televisivo ed interpretate da un cast con il fiato corto, con Greggio che conferma la sua scarsa propensione per il cinema e il solito poco sopportabile Calà.
Cotola: Inizia come un avventuroso-marinaresco con tanto di ossessione per un pesce. Si inoltra poi nei territori del thriller con tanto di moglie infelice che cerca un gonzo per ammazzare il marito. E poi? Arriva la svolta imprevista che lo spinge nella fantascienza. Assurdo? Forse. Eppure è ciò che lo salva parzialmente dal tracollo, sebbene anche sotto questo punto di vista la derivatività c'è. E questo pout pouri riesce anche ad interessare fino alla fine. L'epilogo può sconcertare, ma se si accettano le regole del "gioco", alla fine i conti tornano.
Saintgifts: Intanto siamo distanti dai "cappelloni" dei western più convenzionali (qui si prediligono i copricapo di castoro). Sono le pellicce l'oro da trovare con grandi fatiche e sacrifici, per poi essere presi per il collo dai soliti commercianti. C'è molta aria di commedia all'inizio che ben si addice a uno stile di vita da uomini duri, che prendono tutto con filosofia e che hanno trasformato le paure in esperienze e in atteggiamenti che salvano la vita. Scenari fantastici con sullo sfondo le innevate Rocky Mountains e attori professionisti.
Herrkinski: Due "sans souci" vedono la loro amicizia fraterna messa a rischio quando uno dei due s'innamora di una ragazza, trascurando di conseguenza l'amico. Una bella storia, neanche tanto distante dalla realtà, se non fosse per le classiche gag surreali di cui la buona coppia Pozzetto-Celentano si rende capace; Oldoini però mantiene il clima generale sull'agrodolce (c'è qualche momento quasi commovente, specialmente nel finale) e a conti fatti si ride a denti stretti per buona parte del film. Rimane un lavoro gradevole, ma poteva essere più spassoso.
Enzus79: Kolossal storico parzialmente riuscito. Più che prolisso risulta "freddo": sono pochi i momenti coinvolgenti o che rigerinino l'interesse. Comunque ben diretto da Ridley Scott, con un'ottima fotografia e una discreta colonna sonora. Il cast, composto da grandi nomi, non convince appieno. Titolo italiano furbo e fuorviante: molto meglio quello originale, che ha un duplice significato.
Gottardi: Donna giovane e ricca viene brutalmente assassinata in casa e il marito subito arrestato. Avvocatessa in disuso torna in pista per difenderlo, e l’attrazione è dietro l’angolo. Scialbo giallo prevedibile in tutti i suoi sviluppi, sceneggiatura lacunosa e inverosimile fin dal suo incipit, in cui il marito viene arrestato in base a un indizio ridicolo. La parte processuale è l’unica ben sviluppata, nel solco della miglior tradizione hollywoodiana per i confronti incalzanti in aula e le deposizioni a sorpresa. La Close è brava ma non basta, Bridges qui belloccio ma ancora acerbo.
Daniela: Coppia felice si sfascia dopo la morte del figlioletto a causa di un incidente stradale. Anni dopo il bambino riappare all'interno della casa in cui ha vissuto la sua breve vita... Durante la visione del film si ha come l'impressione di avere una pistola puntata alla testa che intima: "Forza, commuoviti!" ma, se poche cose riescono a coinvolgere quanto il dolore per la morte di un figlio, alcuni passaggi risultano banalmente ricattatori e nel complesso la perplessità per l'approccio troppo superficiale in chiave new-age prevale rispetto all'autentica commozione.
Hearty76: Simpatica e scorrevole commedia all'italiana dei tempi andati, con l'accoppiata Pozzetto-Verdone ben preposta che tuttavia non riesce ad arrivare in fondo con sufficiente credibilità. Disseminata di rimarchevoli improbabilità, la storia si svolge comunque con ritmo abbastanza coinvolgente tra gag di genere (pure un tantino grottesche) e un intrigante risvolto giallo. Il fulcro è la presa in giro delle mode salutiste e vanesie che in quell'epoca prendevano sempre più piede. Una parte della sceneggiatura sembra persino un'involontaria parodia dei reality show a venire. Ma sì, passabile.
124c: Vecchio film sui pirati nostrano che oggi fa tenerezza per quant'è povero di trovate. Si continua la tradizione di belle piratesse vendicatrici in stile Jolanda, la figlia del corsaro nero, ma a colori e con la brava spadaccina Gianna Maria Canale al posto di May Britt. In un ruolo marginale, ma non troppo, Moira Orfei e in quello di antagonista, che contende alla Canale il cuore del bel conte Massimo Serato, Scilla Gabel. Giustino Durano diverte col suo servitore pauroso, mentre Franco Fantasia fa le prove per il Corsaro Nero di Sollima.
MEMORABILE: Il caratterista Paul Muller nell'ennesimo ruolo da cattivo ma ben doppiato in italiano e, quindi, senza le sue consuete inflessioni tedesche.
Giacomovie: Una tensione efficace rende questo quinto e conclusivo capitolo migliore dei due precedenti, nei quali si notava una certa diluizione del sugo della storia; qui invece la vicenda regge. Inoltre c’è una buona struttura avventurosa, con belle scene sia in mare che in spazi desertici. A sembrare un po' più stanca del solito è proprio Michèle Mercier, che comunque porta adeguatamente a compimento una saga che le è valsa la fama a livello mondiale. Bei costumi. ***
Thedude94: Buon remake ben diretto dal bravo Mangold, che fa dell'ottima interpretazione di Bale il cavallo di battaglia di una storia non troppo complessa, ricca dei soliti topoi da film western e di pistolettate tipiche del genere. Buono anche il resto del cast, così come la fotografia e le scenografie. Ben montate e girate le scene delle sparatorie e degli inseguimenti. Insomma, un classico modernizzato principalmente per quanto riguarda gli attori, ma che vive dello stile americano frequente negli anni di massima espansione del genere. Da vedere.
Panza: Avventure liguri per Greggio e Pozzetto impegnati nel solito incontro tra contrari. Parenti vorrebbe addirittura fare critica sociale sulla disabilità ma fa invece impantanare notevolmente la pellicola che non sempre ha i giusti tempi a causa della regia morta. Esilarante la parte all'albergo con twist assurdo, peggio la trama di contorno. Così così, ma la coppia aveva i numeri e se fosse stato vent'anni fa, magari...
Mco: Fuggendo dal solito e metodico tran-tran familiare, Brignano vola nei Caraibi alla ricerca del fratello, il quale pare a suo agio tra i ritmi dell'Avana. Una commedia vecchio stile, apprezzabile per l'assenza di volgarità (punto decisamente a favore) ma meno valida sotto il profilo del divertimento (punto decisamente a sfavore). Il Brignano, re di monologhi teatrali davvero spassosi, dà il meglio di sè quando riesce a riprodurne i contorni (ad esempio nelle scene a tavola), ma nel complesso, al cinema, la sua ars non funziona come vorrebbe.
Saintgifts: A differenza di altre produzioni americane tratte dalla Bibbia, trasformate in kolossal oppure romanzate oltremisura e curate molto più sotto l'aspetto spettacolare che non quello "storico", questo King David, diretto bene dall'australiano Beresford, con belle location in Abruzzo, si distingue per aver saputo separare l'aspetto religioso da quello politico, dando il giusto peso a entrambi, evidenziando maggiormente quello umano-politico; una lettura che spoglia la vicenda da ogni aura soprannaturale. Bene il cast, Gere compreso.
MEMORABILE: Il giovane David che uccide Golia (non proprio come descritto nella Bibbia).
Homesick: Tipico cinema d’intrattenimento americano degli anni Ottanta, tutto azione, battute e autoironia, con sostanzioso contorno delle bellezze della cantante Vanity e di una Sharon Stone pre Basic instinct. Ovvio che i numi tutelari sono Schwarzenegger e Stallone e non è un caso che alcuni caratteristi - Weathers, Duke e Davi – provengano dalle fila delle loro pellicole, sebbene Nelson, in italiano doppiato dall’autoritaria voce di Nando Gazzolo primeggi su tutti per professionalità attoriale. Uno dei “castratori” nella sala da biliardo è Branscombe Richmond, futuro Bobby Sixkiller in Renegade.
MEMORABILE: I resti di “Papadoc” dentro l’armadio; il provvidenziale intervento di Ed (Prince Hughes).
Nando: Schwarzenegger diventa russo in questa spy-story in cui lo stesso coopera con colleghi americani. Discreta trama e buone scene d'azione, certo vedere Arnold col colbacco fa sempre un certo effetto. Interessante vederlo in compagnia di Belushi, due attori poco coesi ma uniti nella narrazione.
Piero68: Noiosissimo e praticamente senza storia questo survivor movie ispirato alle vicende accadute a Eric LeMarque (promessa dell'hockey su ghiaccio mai veramente esplosa) durante un fuori pista su snowboard sui monti della Sierra Nevada. Hartnett è anche bravino a sostenere questa sorta di One man show, ma sia la regia che la sceneggiatura latitano spaventosamente. Rispetto a film come Alive o 127 ore, questo "6 below" letteralmente sparisce, al confronto. Finale poi troppo ruffiano per essere credibile. Nemmeno la fotografia riesce a elevare la qualità complessiva.
Lovejoy: Versione cinematografica di un personaggio di successo dei fumetti e della tv made in Usa. Discreta, sorretta da un buon ritmo e da alcune gag molto divertenti. Ma la trovata geniale è stata affidare la parte del burbero vicino Mr. Wilson al carismatico Walter Matthau, qui davvero esilarante. Ottimo come sempre anche Lloyd. Così così il giovane Gamble.
Josephtura: Dopo una incredibile e in realtà inverosimile scazzottata Peck guarda Heston e gli dice: "E adesso cosa abbiamo dimostrato?". Grande film in presa panoramica, girato il più possibile in esterni con riprese "americane" tipiche del western. Un riuscitissimo mix di melò, dramma e coraggio virile, il tutto intriso in un fortissimo inno non al pacifismo ma alla stupidità della violenza e della "vittoria" in una cultura/ambiente che fa del "potere" la ragione di vita.
MEMORABILE: Quante volte un uomo ti deve conquistare? (in originale "How many times does a man have to win you?")
Beffardo57: Un giovane perito, al suo primo impiego, trova lavoro al banco dei pegni di Torino ed entra così in contatto con un sottomondo, ignorato dai più, dove si incrociano personaggi ora disperati, ora sordidi, talvolta cinici e profittatori. La crisi di coscienza del ragazzo sarà di breve durata. Il racconto è sobrio e asciutto, senza sbavature e concessione al sentimentalismo; l'ambientazione torinese evita la tentazione della banalità. Interessante.
Saintgifts: Tutte le immagini del film sono chiaramente un omaggio alla pittura fiamminga del '600 e la ricostruzione dei luoghi e degli stili di vita di quell'epoca sono particolarmente curati fino a far percepire gli odori, le temperature e le sofferenze delle mani screpolate delle domestiche. La trama è semplice e la regia lenta per rafforzare ogni particolare. Ben descritto il pittore (un monocorde Firth) e le sue presunte tecniche (camera obscura), brava la suocera (Judy Parfitt) e la moglie (Essie Davis). Adeguata la Johansson. Buona colonna sonora.
Deepred89: La tematica del coming out affrontata coi toni ariosi e romantici di un teen-movie anni Ottanta, tra college, una "perfetta famiglia americana", poco temibili bulli un po' alla Corey Feldman e una vena di ottimismo che dà nuova linfa a una tematica troppo spesso ancorata al cliché sesso+maledettismo. Soggetto interessante, ma la sceneggiatura non riesce ad andare molto oltre, pur dipanandosi con indubbia piacevolezza e mostrando un apprezzabile coraggio nel non arretrare di fronte al profluvio di cosiddetti "buoni sentimenti".
Anthonyvm: Americanata sin dal titolo, ma se presa per lo spettacolone blockbuster che ovviamente è, può intrattenere. Inutile precisare che la caratterizzazione dei personaggi, coi loro archi narrativi risaputi e un po' patetici (c'è chi ha perso la fede, chi desidera una famiglia, chi è in cerca di rivalsa...), è a dir poco basica e che la correttezza politica esonda (il cane che si salva per miracolo). Il valore totale del film risiede negli effetti speciali (quelli sì, molto buoni) e nella prova di Will Smith, che è un eroe scafato e simpatico come al solito. Troppo lungo, ma accettabile.
MEMORABILE: Il mega-UFO sovrasta Washington; Il raggio distruttore in azione; Smith prende a pugni l'alieno; L'Area 51; Il viaggio spaziale di Smith e Goldblum.
Taxius: Film mediocre con una storia mediocre, zeppo di inesattezze con gente che riesce a respirare sott'acqua per mezz'ora senza bombole e una recitazione sempliciotta nonostante il buon livello del cast. Non tutto è da buttare, comunque: i fondali marini sono molto belli così come il sedere di Jessica Alba, assoluto protagonista del film.
Parsifal68: Mediocre commedia che sa di già visto e di poco credibile. Gli attori sono anche simpatici e bellissima la Felberbaum, però la sceneggiatura è molto poco incisiva e zeppa di luoghi comuni. Colpa di un regista inesperto che non riesce a dare al film i guizzi giusti che lo elevino dalla media, purtroppo bassa, dell'attuale filmografia italiana. Mezzo pallino in più per la Sarah.
Deepred89: Realizzato da un nome noto ai fan degli horror-action novantiani made in Usa, un film d'azione convenzionale ma indubbiamente spassoso, ben ritmato, confezionato senza troppa personalità ma pure senza alcuna sbavatura, interpretato da un discreto Brosnan e da un Ben Cross che più bastardo non si potrebbe. Scene familiari (col povero Brosnan che ha appena perso la figlioletta, rischia la separazione e viene pure cornificato) inutili ma non troppo fastidiose, OST con assolo chitarristico sputato dirattamente dalle viscere dei '90. Godibilissimo.
Taxius: Divertente commedia d'azione in cui un gruppo di disperati tenta di fare un colpo in un attico in cima a un grattacielo. In molte scene il film ricorda I soliti ignoti e non mi stupirei se Ratner si fosse ispirato proprio al capolavoro di Monicelli. Un film leggero, veramente divertente che non annoia nemmeno per un secondo grazie anche all'ottimo cast e a un Eddie Murphy per la prima volta senza lo storico doppiatore Tonino Acolla. Ideale per passare una serata in compagnia.
Teopanda: Come il primo capitolo, il sequel è caratterizzato da una trama piuttosto scarna e non approfondita, ma anche da scene di azione ben dirette dal ritmo altissimo (forse anche troppo, vista la quasi totale assenza di dialoghi). L’espediente dell’infiltrato ha fatto però il suo tempo, inoltre si sente l’assenza di Diesel, con un Gibson che non riesce bene a rimpiazzarlo edun Walker che fatica a prendersi il film tutto sulle sue spalle. Nonostante questi difettucci si rivela comunque un sequel divertente e abbastanza godibile, quindi non può essere giudicato troppo male.
Aco: Con Nikita Luc Besson dimostra che è possibile coniugare l’introspezione con l’azione, creando una spy story francese dai ritmi americani. Il risultato è un film che mostra sia gli aspetti psicologici e addestrativi dello spionaggio, allora (1990) poco conosciuti dal grande pubblico, sia l’organizzazione e l’attuazione delle azioni vere e proprie. E al tempo stesso i problemi pratici della vita quotidiana di un agente segreto.
MEMORABILE: “Due cose non conoscono limiti: la femminilità e il modo di abusarne” (la maitresse a Nikita).
Rambo90: Commedia sentimentale garbata e simpatica, per quanto affatto originale, che ha dalla sua un buon ritmo e qualche divertente trovata di sceneggiatura. La coppia Argentero/Felberbaum funziona soprattutto quando c'è da litigare, con la seconda davvero notevole nei panni di avvocatessa invimperita con il genere maschile. Un po' arronzate le figure di contorno, con Morelli simpatico ma ininfluente e le altre figure femminili appena abbozzate. Non male, nel complesso.
Paulaster: Un anno di vita studentesca durante le lezioni in una scuola media francese. L'ambiente descritto è multietnico e il livello è in equilibrio tra la periferia accesa delle banlieu e chi è più tranquillo. Numerose le sfumature di approccio all'insegnamento dei professori che devono inculcare nozioni a insolenti e scurrili ragazzi. A volte i toni vanno oltre il ragionevole manco fossimo nell'arena dei leoni. Anche le inquadrature mosse seguono il livello di tensione e nella prima parte son troppo accentuate. Comunque resta uno spaccato valido delle scuole francesi.
MEMORABILE: Gli autoritratti; Il ragazzo dark che pensa di essere diverso; Il tu al professore; La madre africana.
Daniela: Un padre in fuga con il figlioletto eliofobico, braccato dagli fanatici di una setta che lo ritengono un profeta e da agenti governativi interessati ai suoi straordinari poteri... Espressamente ispirato al carpenteriano Starman e agli incontri spieberghiani, un film di discreta fattura e con un cast di pregio che, se inizialmente intriga, nello svolgersi della trama non appaga e talvolta irrita: troppi gli snodi irrisolti ed i passaggi frettolosi nonostante la non breve durata, mentre l'epilogo fanta/fantasy lascia piuttosto perplessi.
MEMORABILE: L'incrocio fra Gardaland ed il sogno di un archistar ubriaco
Jdelarge: Maestro del genere, dopo il successo dei precedenti titoli, Leone ha la possibilità di sbizzarrirsi in questo film grazie all'aiuto di tre attori incredibilmente adatti: Eastwood, Van Cleef e Wallach. La fotografia è un capolavoro, come del resto la colonna sonora di Morricone. La trama è decisamente classica e forse la durata del film è eccessiva, ma Leone riesce a conferire al prodotto una potenza visiva e dialogica maggiore rispetto ai classici spaghetti, tant'è che diviene riduttivo catalogare il film nel genere western all'italiana.
MEMORABILE: Il buono rivolto al brutto: "Io dormirò tranquillo, perché so che il mio peggior nemico veglia su di me".
Puppigallo: La buona notizia è che le sceneggiature ormai le possono scrivere tutti, anche durante il sonno (persino nella fase REM, dove già si sogna). La cattiva è che il risultato non può che essere piuttosto deprimente. Se questo è il futuro della commedia, rivoglio il passato. Nulla da dire sugli attori, che fanno quello che il copione gli offre; e qua e là, grazie soprattutto a Papaleo, si sorride (il suo disagio per la situazione è ben reso dalle espressioni). Ma con così poca benzina, a rigor di logica la pellicola sarebbe dovuta durare il tempo di un cartone dei Simpson...e non un'ora e trenta.
MEMORABILE: Il dottor Trombhouse; Nella recita dei bambini Lucignolo lo fa il cinese Zang; e il padre dell'escluso: "Sì adesso Pinocchio aveva un amico cinese..."
Digital: Particolare film che inizia come un noir dalle dinamiche apparentemente risapute (donna che chiede all’ex marito di uccidere il suo attuale, prepotente partner), salvo poi sconfinare nel fantastico, con puntante nel grottesco. La sensazione è quella di un patchwork mal assemblato che cerca in ogni modo di stupire ma che sprofonda, man mano che i minuti passano, nel ridicolo. Tra l’altro i più attenti non faticheranno a disinnescare il presunto colpo di scena. Spiace perché il cast è ottimo e l'ambientazione esotica è alquanto affascinante.
Il Gobbo: Teatro si appresta a mettere in scena uno spettacolo su Belfagor, ma di colpo l'eponimo si manifesta per davvero minacciando (e attuando) delitti... Spunto promettente ma svolgimento abbastanza terribile e ben lontano dalle atmosfere del serial televisivo, girato malino e recitato peggio (sarà anche il doppiaggio): insomma niente di memorabile. La Boschero fa la prima ballerina (... ) Non andava già bene il titolo francese?
Geppo: Più che una commedia è un film sentimentale leggermente sexy. È la semplice storia della tipica ragazzina (Leonora Fani) che gioca attorno all'uomo maturo (Philippe Leroy). La Bouchet arriva soltanto nella seconda parte del film. La trama l'ho trovata poco interessante, c'è qualche bella location, ma tutto il resto è appena sulla sufficienza. Philippe Leroy fa quel che può, Barbara Bouchet recita con tutta la sua unica eleganza ma purtroppo sottoutilizzata. Leonora Fani giovanissima che non esita a mostrarsi in tutto il suo splendore. Mediocre.
Homesick: Western controcorrente, che invece di seguire il trend leoniano si volge ai modelli classici statunitensi sulla guerra di secessione e gli scontri con i pellerossa, effettuando l'idonea scelta di ambientare la storia all'interno di un forte e di affidare il ruolo dell'ottuso colonnello sudista alla vecchia gloria Broderick Crawford, doppiato come si conviene da Emilio Cigoli. Qualche uccisione a sangue freddo e una lunga scazzottata semicomica per la contesa di un sigaro tradiscono l'anima italiana del film, diretto da Cerchio con essenzialità e scioltezza.
MEMORABILE: La strage compiuta dagli indiani; le uccisioni del sergente e della ragazza apache.
Hackett: Solido film diretto con mano felice da un regista che già in passato (Copland) aveva dato segni di avere una certa propensione per le atmosfere epiche di sapore western. L'ottimo cast lo aiuta in tutto e per tutto e alla fine il risultano non é niente male.
Tomastich: Dopo le peripezie californiane del primo capitolo, Eric Roberts sempre più folle cambia nome e nazione (Messico) per tentare di continuare a innamorarsi delle proprie pazienti e poi ucciderle (o uccidere qualche familiare). Il copione di questo secondo atto è al limite del ridicolo e proponibile solo nella categoria "so good, so bad". Finale con strizzatina d'occhio che neanche... Don Matteo. E non è nemmeno l'ultimo capitolo della saga...
Mco: Banfi e Vitali in un tipico prodotto della commedia fracassona e "sporcacciona" italiana. Ma di così osè c'è poco o nulla, se si eccettua qualche sparuta epifania pettorale rizzoliana o qualche atteggiamento della divertente (e provocante) Ria De Simone. Si ride, quello sì, secondo i canoni del genere, con fraintendimenti, tradimenti, nascondigli e doppi sensi ("mi fa male il sesso" dice Lino a una Rizzoli stupita, togliendo successivamente una pietra da sotto il sedere). Per inguaribili amanti della serie c nostrana.