Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Vitgar: Poliziottesco di cui non si sentiva di certo la necessità, soprattutto da un maestro del genere come il regista toscano Lenzi. I bei tempi sono ormai lontani e qui ci si trova di fronte a un action (vista l'ambientazione nelle lontane americhe) fiacco e prevedibile, dove poco si salva dalla noia e dal grigiore. Cast deboluccio (a parte Napier). Gran bella figliola la Peynado.
Matalo!: Fino a qualche giorno fa per me era solo una locandina di un film che all'epoca non riuscii a vedere. Ferroni non ci mette troppo sprint in questa variazione su Robin Hood e l'atmosfera dell'epoca non c'è quasi mai. Ma non è un regista inetto all'azione e qua e là ci son scene efficaci. Buoni caratteristi (al solito svetta Adorf), Gemma recita con la sua voce e questo dona un tocco di gioventù al personaggio che interpreta. Lo sceriffo di Nottingham è Luis Davila, uno dei protagonisti di Matalo! (potevo non dirlo visto che è il mio nickname?)
B. Legnani: Debole commediola di Corbucci, molto stiracchiata, con lunghi momenti di navigazione per arrivare ad un metraggio decente. Tutti sono poco ispirati e anche Dorelli, che in queste parti è solitamente perfetto, non può ovviare più di tanto ad una sceneggiatura così così. I bimbi sono sopportabili, il che è già qualcosa. La Antonelli si doppia da sé?
Graf: La comicità ribalda, terragna e fisica di Franco e Ciccio questa volta genera un pastrocchio (quasi) senza senso, un minestrone senza sale. Una sfilza di sketch che non compone alcuna trama degna di una qualsiasi logica, un ritmo furioso che non genera divertimento arguto ma solo molesta confusione, una sceneggiatura che si affida troppo a giochi di parole e a diversivi linguistici che raramente raggiungono il bersaglio. Regia ai minimi termini, si salva lo spirito farsesco dei tanti caratteristi che bazzicano le pellicole del duo comico siciliano.
Vitgar: Film piratesco un po' debole sotto tutti i punti di vista. Vi sono situazioni poco credibili e anche i duelli sono un po' comici. Resta la presenza dell'indimenticato Amedeo Nazzari con la sua poderosa stazza e la sua voce stentorea e inconfondibile. Presente anche Fangareggi che, comunque, è più indicato per i film western.
Paulaster: Madre scappa di casa con l’amante e l'equilibrio familiare precipita. Sceneggiatura dalla parte del piccolo protagonista che non risparmia nulla agli adulti: egoismo, leggerezza, insensibilità. Ottimi momenti di regia che sa alternare le punte drammatiche (con finale coraggioso) ad attimi di respiro (burattini, mago e balli) necessari per distogliere l'attenzione dalla guerra. Commovente il bambino nelle sue reazioni alla madre.
MEMORABILE: I sogni del bambino in treno; Il bambino sulle rotaie; "Bambino vai via" detto dal mago.
B. Legnani: Tremendo. Il peggior Franco e Ciccio mai visto da chi scrive. Storiella misera, rimpolpata, per arrivare a un metraggio decente, con interminabili balletti presi da filmati di repertorio. Ripetitiva, inoltre, e noiosa, perché Franco e Ciccio qui stentano a strappare sorrisi. C’è la Biagini e c’è Gino Buzzanca, mafioso, con Franco e Ciccio, come ne L’onorata società. Ne ho scritto fin troppo.
MEMORABILE: Unico sorriso: Franco che, all'inizio, giocherella con la valigia.
Puppigallo: Favola caraibica agrodolce, con splendidi paesaggi e un mare, che fa venir voglia di tuffarsi attraverso lo schermo. Detto ciò, la sceneggiatura è semplice, lineare, con prevedibile epilogo. Ma la freschezza dei dialoghi e il rapporto tra il protagonista e lo squalo tigre fa sì, che lo si segua senza alcuno sforzo, riuscendo anche a immedesimarsi nel ragazzo, che fugge il processo, in grado di uniformare e inglobare tutti, cancellando il passato, in nome del mero guadagno. Ancora oggi, una pellicola piacevole.
MEMORABILE: L'enorme cernia trascina il fratello; La pulizia della bocca dello squalo con ramanzina; "Io vado solo dove arriva la mia piroga"; La manta venerata.
Puppigallo: Se si voleva banalizzare il genere western, alleggerendolo con scambi verbali modello base, che più che risultare moderni, trasformano il tutto in una mezza baracconata, la missione è compiuta. E come se non bastasse, i personaggi sono a dir poco cartavelinici e improbabili, a parte il protagonista, che almeno ha una bozza di passato traumatico. Ma è davvero tutto qui; e tra botta e risposta avvilenti (il figlio dello sceriffo, che appesta la pellicola aprendo bocca) e un duello con “scudo paterno” a dir poco ridicolo, il tutto finisce nell'oblio dei filmetti inutili.
MEMORABILE: Il cagnolino, che risultando molto naturale, dimostra che dire "Quell'attore recita da cane" è discriminatorio; Travolta e "Botte", il sensibile...
Cangaceiro: Non male l'idea dell'incubo che travolge il bravo Villaggio, ma l'episodio viene stiracchiato senza brio tra un travestimento e l'altro. Pallosa la storia tra una Melato in gran spolvero e un Celentano col pilota automatico. Pozzetto è sempre lui, surreale ed efficace con le sue immancabili battute. A salvare il film però ci pensa Sordi, irresistibile col suo martellante e indimenticabile "commenda", incarnato dal buon Bologna. Era obbligatorio fare di meglio con cotanto cast a disposizione, ma Corbucci si è pigramente limitato al minimo sindacale.
Reeves: Ingenuo western in cui gli inglesi sono pessimi, i francesi buoni e il confine tra Canada e Stati Uniti consiste in un ponticello di legno su un fiumicciattolo. Molte ingenuità, ma anche belle scene d'azione guastate da tre presenze femminile stereotipate e antipatiche. George Marin ci crede, Franco Fantasia tira molto bene di spada (è la sua specialità), De Ossorio farà meglio con gli horror.
MEMORABILE: Il trapper ucciso dagli inglesi nella sparatoria: ripreso da quattro angolature divere, ma c'è solo lui....
Daniela: Dopo aver scoperto di essere affetto da tubercolosi, un pianista giocatore d'azzardo decide di ritirarsi in un paese dal clima migliore ma la sua fama di abile pistolero lo precede, senza contare i conti in sospeso con il passato... Aperto da un esplicito riferimento alla sfida all'Ok Corral, un western di routine ma di buona fattura come del resto quasi tutti quelli diretti da Sherman. Calhoun appare in parte, Laurie è molto graziosa per quanto poco credibile come ragazza da saloon principiante e tra i cattivi figura anche Van Cleef in uno dei tanti ruoli da ceffo preleonini.
Nando: Il grande Sergio Leone lo bollò come un western paranoico, ma l'unico lavoro di Vancini nel genere mostra lati dignitosi e positivi alternati ad altri carenti. Ingiustamente incarcerato, un uomo riuscirà ad evadere ottenendo la sua vendetta dopo tragiche peripezie. La sceneggiatura di DiLeo evidenzia anche lati ironici, fatti di non memorabili scazzottate e mostra un Gemma gigioneggiante poco coeso nella narrazione.
Alex75: Celentano e Pozzetto (per la seconda e ultima volta insieme, in una Milano ben più godereccia rispetto a quella di Ecco noi per esempio) fanno quasi perdonare una trama esile e trita grazie al loro gusto per la comicità surreale e nonsense che dà origine a una serie briosa e continua di gag e di battute, anche se meno geniali rispetto alla collaborazione precedente. Malgrado oltre a loro due ci sia poco altro (la bellezza della Van der Velden e delle auto d’epoca), il film svolge comunque il suo compito di regalare un po’ d’evasione.
Daniela: Ladruncolo in fuga capita nel bel mezzo di un provino e si aggiudica la parte. E' inizio di una promettente carriera e di tanti guai, in cui verrà coinvolto anche un investigatore gay. Bizzarra commedia che omaggia il noir classico con una spruzzata di parodia, proponendo una coppia improbabile ma affiatata, con Donwey jr. e Kilmer che - una volta tanto - fanno a gara in simpatia. La storia è lambiccata e pretestuosa, ma le situazioni curiose, i dialoghi brillanti, gli ammiccamenti al pubblico esibiti senza troppa spocchia. Divertente.
MEMORABILE: "I Will Survive" al cellulare - nel momento più opportuno
Pessoa: I puristi potrebbero obiettare per l'ambientazione storica, ma in film come questo si tratta di un dettaglio utile più ai costumisti che agli sceneggiatori. Il consueto avventuroso con il solito eroe mascherato a metà fra Zorro e la Primula Rossa nella Francia postrivoluzionaria. Cast impeccabile dominato dallo sguardo da sciupafemmine incallito di uno scatenato Curtis, che interpreta anche molte scene d'azione in prima persona. La storia, con i colpi di scena al punto giusto, ha ritmo e spessore a sufficienza per farsi seguire con interesse fino al finale al cardiolpalmo. Merita!
MEMORABILE: Le scene all'arma bianca interpretate da Curtis in prima persona; La scena finale.
Ronax: L'affiatata coppia Carnimeo/Garko dà il via alla mini epopea di Spirito Santo, per passare però subito dopo il testimone nella meno dotate mani della coppia Karis/Mauri. Temi, personaggi, ambientazione e persino colonna sonora rimandano al fortunato Vamos a matar... corbucciano, calcando il pedale più sul farsesco ma senza rinunciare a una cospicua dose di pur fintissima violenza. Comunque il mestiere c'è e un discreto divertimento è assicurato. All'opera tanti gloriosi caratteristi e una splendida Velasquez che regala all'occhio la sua parte.
Jurgen77: Commediola anni 80 con Verdone e Pozzetto come protagosti. Si ride e ci si diverte in leggerezza. Chiaramente la pellicola non ha grandi pretese, ma il tutto risulta di buona fattura e il titolo è uno dei più celebri della commedia comica italiana degli anni 80. Discreti anche i comprimari. Da vedere per passare qualche ora in spensieratezza.
Capannelle: Buon western che propone un'efficace atmosfera e valide interpretazioni, anche se lo schematismo della trama e l'abbondanza di buoni sentimenti rischiano di indispettire chi guarda. Il tutto viene però riscattato da un duello finale tosto e iperrealista. Lunghetto come durata, sforbiciare qua e là avrebbe aiutato.
Giacomovie: Terza puntata delle avventure della bella Angelica, più stanca delle altre nelle idee. I dialoghi sono diventati accademici, si è persa la vivacità del ritmo e si sono ridotti i continui cambi di registro nella trama. È rimasta immutata solo l’attenzione riservata alla parte scenografica. Nell'insieme però tiene bene il filo conduttore dell’intera vicenda e in questo senso è un episodio utile per la soluzione di certi nodi rimasti in sospeso. Michèle Mercier continua a essere un incanto. **!
Daniela: Tourneur e Bava in staffetta per narrare le gesta di Filippide, alterando non poco la leggenda che lo indica come il primo maratoneta della storia. Farsi di corsa 42 km per portare una lieta notizia è un gesto eroico, ma poco decisivo, mentre qui il pettoruto Reeves si dà molto da fare per determinare la vittoria. Sandalone di quelli fatti con lo stampino, retorico fino allo spasmo, ma girato con professionalità e reso gradevole dalla presenza di tante facce note: Lupo marziale, Garrani saggio, Fantoni vil traditore.
Cotola: In questa sua terza avventura extra large, George diventa nientemeno che astronauta. Ma la sua navicella precipita nella giungla dove vivrà numerose e diverse avventure. La storia è un pelino più intricata del solito, ma si lascia
comunque seguire senza problemi anche dai più piccoli. Così come il film risulterà alla fine gradevole un po' per tutti, grandi e piccini, sebbene questi ultimi gradiranno, ovviamente, di più.
Nick franc: Più che Risi & co. Oldoini sembra riprendere il discorso interrotto tanti altri prima, quando negli Anni 90 sperava in un Miracolo Italiano mai arrivato. Qui ci sono alcuni attori che un minimo ci credono (Bisio e Finocchiaro), ma tra gli episodi solo tre o quattro funzionano (il trittico finale, invece, è terrificante): la "satira" è qualunquista ed evita di calcare la mano contro i bersagli più scomodi. Oltre al macchiettismo e al cattivo gusto il film paga anche una piatta regia di stampo televisivo, con una sceneggiatura che non esita a rubacchiare idee dai precedenti Mostri.
MEMORABILE: Gli episodi "Povero Ghigo" e "Terapia d'urto", gli unici realmente divertenti.
Deepred89: Comicità surreale e demenziale che nasconde, dietro una forma sconnessa ed episodica, una satira robusta e spietata, che tocca senza troppi giri di parole tematiche che pure i classiconi della commedia bellica nostrana hanno sempre scansato (droghe al fronte, abusi sessuali da parte dei superiori). La comicità è spesso di grana grossa (seppur con qualche perla) e non mancano le lungaggini, ma è da vedere almeno per il ricco cast, la solida regia e la serpeggiante cattiveria. La battuta sulla "coproduzione francese" viene da Week-end di Godard.
Saintgifts: Pilato è davanti al Senato e a Caligola e deve rispondere del suo operato in Giudea. Si ripercorrono così i momenti del prefetto romano dal suo arrivo in Giudea fino alla crocifissione di Gesù. Film forse passato in sordina ma non per questo privo di meriti. La sceneggiatura è attenta a rispettare la storia, ma si concede di interpretare tutti i punti di vista e gli interessi in gioco, da quelli ebrei a quelli romani. Buona la direzione di Callegari e Irving Rapper. Curate le scenografie, interpretazioni convincenti.
MEMORABILE: La costruzione dell'acquedotto; Le macchine da guerra.
Mickes2: L’America dei gangster, dell’invisibile confine tra Bene e Male è rivisitata da Scott in grande stile tramite una fulgida e pregnante mini-epopea sulla cattiveria e sulla fame di ascesa verso il potere. La strada come una giungla metropolitana, con le sue regole scritte col sangue, la corruzione, l’avidità nidificata in ogni angolo di Harlem, nucleo operativo nella carriera del malavitoso Frank Lucas. Seppur debitore delle lezioni scorsesiane, l’opera è impreziosita da una sceneggiatura pulita e da tempi invidiabili. Filmissimo.
Deepred89: Realizzato da un nome noto ai fan degli horror-action novantiani made in Usa, un film d'azione convenzionale ma indubbiamente spassoso, ben ritmato, confezionato senza troppa personalità ma pure senza alcuna sbavatura, interpretato da un discreto Brosnan e da un Ben Cross che più bastardo non si potrebbe. Scene familiari (col povero Brosnan che ha appena perso la figlioletta, rischia la separazione e viene pure cornificato) inutili ma non troppo fastidiose, OST con assolo chitarristico sputato dirattamente dalle viscere dei '90. Godibilissimo.
Enzus79: Commedia che a tratti (veramente pochi) fa divertire. E dire che la coppia Brignano-Pannofino convince... Si cade purtroppo, come al solito, nel mieloso (i flashback) e i personaggi di contorno (vedi quello della Raffaele) sono inutili e banali. Film che merita al massimo un'occhiata.
Flazich: Spielberg si getta a capofitto nel genere fantascientifico e lo fa tornando indietro di milioni di anni inventandosi uno zoo preistorico. Un gruppo di persone voglion stupire il mondo riportando in vita animali estinti, ma per una serie di incidenti l'esperimento va male e si salveranno in pochi. Di facile lettura, ("non giochiamo a fare Dio"), la pellicola scorre e i dinosauri sono veramente convincenti. Il film lo definirei un evergreen da vedere nelle buie e fredde notti d'inverno.
Nando: Un americano e il suo cavallo nell'arido deserto arabo per una pellicola avventurosa con validi scenari e situazioni adrenaliniche. Ispirato da una vicenda reale, il film si segnala per il buon cast con un magnetico Sharif e un appropriato Mortensen e per il bel finale animalista.
Redeyes: Il pestifero rosso, forte di un buon successo, viene riproposto in stile ribollita, ma con risultati ben peggiori e con nuova sparring partner. Mentre nel primo si faceva qualche risata, qui si sorride solamente. Le due pesti hanno un visetto adatto e nulla più. Per accontentare tutti si inserisce anche una storiella d'amore al fianco di quella genitoriale, ma nessuno ne esce soddisfatto. Tv movie e nulla più.
Kinodrop: Ermanno, un ragazzo senza né arte né parte, dovrà fingersi compagno di Lena, una giovane polacca incinta, che secondo un accordo dovrà poi dare in affidamento il neonato ai parenti di lui. Un dramma insolito sull’incapacità di affrontare la vita da parte di gente ai margini che non sa cosa volere e aspettarsi, oscillando tra sentimenti e impulsi contraddittori. Coinvolge poco per la mancanza di dinamica, per la regia ancora acerba e per la recitazione incolore di tutti i protagonisti (per non dire della dizione ai limiti del comprensibile).
MEMORABILE: I soldi dello zio Fabio; Il video poker; La nascita di Sole e la nuova consapevolezza di Ermanno.
Galbo: Un padre di famiglia alle prese con una sindrome psichica bipolare. Un film che ha il limite di presentare una realtà edulcorata rispetto al vissuto delle persone con disagio mentale. Al netto di questi aspetti, una commedia drammatica garbata che ha il suo punto di forza nell'interpretazione di un bel gruppo di attori. Mark Ruffalo si conferma interprete versatile e mette in mostra nello stesso personaggio differenti aspetti di recitazione passando con naturalezza dal registro brillante a quello drammatico. Non male, nel complesso.
Galbo: Disertore dell’esercito tenta di “riciclarsi” entrando nelle grazie della famiglia dell’ex fidanzata. Commedia transalpina ambientata in epoca napoleonica, combina il meglio dei film in costume (per l’impeccabile ambientazione) e insieme i pregi della commedia degli equivoci della quale possiede tempi e ritmi. Il film è incentrato sui duetti tra due attori eccellenti come Jean Dujardin e Melanie Laurent, che mostrano un’ottima intesa reciproca.
Rambo90: Action comedy banalotta, riscattata però dal ruolo fondamentale e trascinante della musica. Il protagonista infatti vive perennemente con le cuffie nelle orecchie e insieme a lui sentiamo pezzi favolosi che scandiscono il ritmo del film: romanticismo, inseguimenti, pianificazioni. Tutto a ritmo dell'Ipod di Baby, idea migliore e forse unica degna di visione. Per il resto assistiamo a un action prevedibile, con caratterizzazioni sopra le righe che non sempre divertono e un discreto gusto nel dirigere i momenti più "veloci".
Markus: Aspirante scrittrice con addosso il fardello di essere stata mollata dal fidanzato romanziere in carriera, s'iscrive a un corso nel Vermont. Lì, in periodo natalizio, incontrerà uno scrittore dapprima ostile... Il regista Alex Wright, basandosi sul romanzetto d'amore originario, assembla il dolce Natale (il cui epocale titolo italico dà già l'idea di ciò a cui si andrà incontro), un po' di volti giusti per assecondare l'occhio e una storiella a lieto fine. Il film scorre veloce e ci evita lagne, cosicché la pratica scacciapensieri è servita.
Galbo: Autore del buon Eden lake, del quale recupera la coprotagonista, James Watkins dirige un action movie che (se liberato dalle implicazioni socio politiche, che appaiono pretestuose) è abbastanza godibile. Non bisogna aspettarsi alcuna originalità nella caratterizzazione dei personaggi e in generale nella trama. Il film presenta tuttavia buone sequenze d'azione (quella sui tetti e un'altra all'interno di un furgone) e può contare sulla presenza scenica di Idris Elba, portato per pellicole del genere e attore di un certo spessore.
Ultimo: Commedia senza troppe pretese, con Brignano nella solita parte dell'imbranato che, suo malgrado, si ritrova nelle vesti di "maestro del sesso". Insipida la prova della Incontrada, così come di Berruti, messo lì giusto a fare tappezzeria. Buona la prima parte, la seconda è troppo telefonata. Brignano merita almeno una visione.
MEMORABILE: Il camioncino di Brignano, che assomiglia tanto a quello di un famoso [f=3184]film con Jim Carrey[/f].
Gabrius79: Commedia che nonostante la presenza della Littizzetto e di Papaleo risulta essere inferiore alle attese lasciando così allo spettatore qualche discreta gag e niente più. Peccato perché lo spunto iniziale era interessante (tratta da un libro). Protagonisti un po' sottotono.
Disorder: Instant-remake del tutto inutile e scialbo. In genere gli americani tentano di rifare "in grande" successi stranieri ma qui è proprio il contrario: questa sembra la versione povera del film di Besson (o una puntata dell'omonimo telefilm). Trama identica all'originale, interpreti poco convinti o fuori parte (specialmente Keitel, veramente inguardabile), ha proprio il sapore della bassa operazione commerciale. Sconsigliato.
Siska80: Ci risiamo: la protagonista che ha sempre odiato il Natale ha modo di ricredersi quando conosce un affascinante vedovo... Per far presa sul pubblico (specialmente femminile) si ricorre ancora una volta a un bimbo che (pensa un po' quale sorpresa!) sarà il deus ex machina della situazione favorendo (sempre casualmente) l'incontro tra due cuori solitari. Cast sufficiente. Per fortuna la breve durata non consente di annoiarsi troppo.
Ciavazzaro: Sequel di cui non si sentiva troppo il bisogno. Stavolta l'attenzione è focalizzata soprattutto sulla famiglia dello scienziato e, nonostante il suo istrionismo, neanche Eddie Murphy offre una grande interpretazione. Si può lasciare sugli scaffali. Inutile.
Markus: Ennesimo mero remake di un film francese di successo. Nel liceo con più bocciati d'Italia si prende una decisione: assumere i peggiori insegnanti in circolazione per un estremo tentativo di invertire la situazione. L'opera di Silvestrini, per fiacchezza di battute e scarsità di situazioni davvero divertenti, ne esce con le ossa rotte: consumato il simpatico effetto incontro/scontro iniziale tra insegnati e alunni ci si trascina stancamente verso il finale ripetendo le stesse scenette in loop. Mancata empatia coi personaggi.
Modo: Si entra in una macchina sportiva piena di telecamere e non se ne esce più! Peccato che a parte inseguimenti e derapate con botti non ci sia molto altro, se non una giovane hacker alleata che fa da copilota. Il tutto per salvare la moglie rapita. Sicuramente le azioni sono ben girate ma per fare un buon thriller ci vuole altro (compreso il finale). Ethan Hawke si è prestato a ruoli decisamente migliori.
Pinhead80: Testimone di un atto di terrorismo che gli cambierà totalmente la vita, un uomo trova la propria ragion di vivere diventando uno spietato assassino. Nel suo mirino ovviamente ci sono cellule terroristiche pronte a colpire nuovamente. Il film è un po' un pasticcio che pesca a piene mani da altri action movie ben più accattivanti. Keaton nel ruolo dell'addestratore veterano e senza scrupoli non ci azzecca per niente. Una volta visto si è già dimenticato.
Belfagor: Sulla falsariga (leggi: riciclo) di Point break, un agente FBI si infiltra nel giro delle corse clandestine. Viste le basi, è quanto mai lecito aspettarsi un'americanata a tutto spiano e infatti è così. Tuttavia, il livello di tamarraggine è tale da rendere l'operazione, se non simpatica, almeno godibile a cervello spento: le corse delle auto ipermodificate sono realizzate con indubbia capacità. Vin Diesel e Michelle Rodriguez mettono facilmente in ombra Walker.
Flazich: Spielberg si getta a capofitto nel genere fantascientifico e lo fa tornando indietro di milioni di anni inventandosi uno zoo preistorico. Un gruppo di persone voglion stupire il mondo riportando in vita animali estinti, ma per una serie di incidenti l'esperimento va male e si salveranno in pochi. Di facile lettura, ("non giochiamo a fare Dio"), la pellicola scorre e i dinosauri sono veramente convincenti. Il film lo definirei un evergreen da vedere nelle buie e fredde notti d'inverno.
Paulaster: In un teatro abbandonato si inscenano grazie all'animazione classici della musica. Inserti in stile goliardico con le vecchiette suonatrici o presi da Stanlio e Ollio per gli screzi verso il palco, ma regna un profondo pessimismo. L'uomo porta alla rovina il proprio genere, cosa sottolineata nel finale apocalittico. Prima si apprezzano il Bolero con l'andamento musicale che segue i personaggi e Vivaldi. Intermezzi funzionali con la primordiale comicità di Nichetti.
MEMORABILE: Dio che si tappa le orecchie; L'atleta diviso in due dal filo di lana.
Nicola81: Nel '69 il western si apprestava a cambiare volto, ma Hathaway era regista troppo ancorato alla tradizione classica, e infatti punta sull'usato sicuro consentendo all'inossidabile John Wayne di conquistare l'agognato Oscar. Al netto di qualche lungaggine, l'amalgama tra toni leggeri e drammatici può dirsi riuscito, e si apprezzano gli splendidi paesaggi valorizzati da una confezione di pregio (fotografia di Ballard, musiche di Bernstein), oltre a una buona prova del cast secondario in particolare della coprotagonista Darby (doppiata da Loretta Goggi), credibile ragazzina saccente.
Didda23: Una coppia in crisi, su invito di amici, decide di trascorrere una settimana di terapia in un resort lontano dal caos cittadino. Thriller tv slavato nella forma e nel terribile montaggio, supportato da una storia che - seppur non brillando per originalità - ha la capacità di "farsi seguire" senza troppi fronzoli. Soluzioni dell'intreccio trite e ritrite con una parte finale che rischia seriamente di scadere nel ridicolo involontario. Quantomeno non ci si annoia e il cast capeggiato dalla Mitchell (famosa per il ruolo in Settimo cielo) non è così tremendo.
MEMORABILE: L'arrivo in elicottero nel resort; La scoperta sul dottore; La brevissima fuga in automobile.
Markus: Commedia “scorreggiona” di fine epoca e per giunta parodisticamente non convincente. Si ridacchia e a tratti può essere godibile, ma forse per la povertà di mezzi, forse per la collocazione inefficace, non mi entusiasma. Manca in alcuni punti di ritmo. Il fatto che sia la parodia de Il Vizietto non cambia le cose, semmai mortifica ancor di più la pellicola di Girolami. Alvaro Vitali lo preferisco mentre prende schiaffoni dal preside Banfi in un liceo di Trani...
Paulaster: La vendetta per uno stupro come metafora della reazione post la dittatura di Franco. Gruppo di donne disinibite (coi travestiti di contorno) in una storia contro il potere rappresentato da un poliziotto. Almodóvar mantiene un clima spensierato proponendo sesso esplicito, deviazioni e utilizzo di droghe a scopi ricreativi. Sebbene la confezione sia povera nei mezzi, ci si diverte per la maggior parte del tempo e si può riflettere sulla voglia di cambiamento della popolazione spagnola.
MEMORABILE: La canzone lirica cantata per strada; “Erezioni generali”; Le mutande “Ponte” per peti, urina e compagnia; Il gruppo Bomitoni.
Cotola: Film in cui il soprannaturale esce fuori a poco poco ma quando lo fa si discopre in
maniera trita e ritrita. Solita storiellina di fantasmi in cui nella prima parte non
succede nulla mentre nella seconda non c'è nessuna sorpresa. Tutto già (pre)visto: un terribile fatto di sangue che torna pian piano a galla con conseguenze note. Inutile perdere tempo con pellicole del genere.
Siska80: Avete presente quando si odia una festività ma non le si può sfuggire in alcun modo? E' quello che capita ai protagonisti di questa vicenda, i quali riscopriranno per puro caso la magia del Natale. Idea simpatica e abbastanza realistica per un film che scorre piacevolmente anche se in maniera prevedibile grazie a un cast coinvolto e coinvolgente. Ideale per trascorrere un pomeriggio a rilassarsi e (perché no?) a sognare.
Fauno: La dote che aveva la Piedimonte nel muoversi musicalmente era a dir poco invidiabile e qui la mette bene in mostra, ma la maggiore curiosità sta nel vedere il celeberrimo Avallone (meglio noto come Truciolo) risollevarla moralmente nel momento in cui la cattiva sorte la prende di mira. Per il resto c'è la realtà del paesino con zero possibilità contrapposta all'Urbe, dove la strada è molto in salita; certo che l'ipocrisia e la vigliaccheria diffusa non sono lodate, ma biasimate e fatte a pezzi. Crocitti è banale come comicità, ma Gloria scalda il cuore fino alla fine.
MEMORABILE: "Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo; In questo modo avrai tempo solo per le cose belle"; La scena all'ospedale; "Anch'io ho bisogno di un uomo".
Bruce: Originale sexy lesbo thriller marino. Stanca del compagno la protagonista (non bellissima) raggiunge un’amica (decisamente più intrigante) su di un’assolata isola del Sud Italia e scopre la passione anche per l’altro sesso. Ma non finisce qui… finale quasi western. Sponsor in gran evidenza (mai visto tante sigarette in un solo film), musica ingombrante, lunghi e imbarazzanti silenzi. Regge per la pulita e lucente fotografia di Massaccesi, è girato anche con stile e gusto, ma obiettivamente non è un grande lavoro.
Lovejoy: Il vero esordio del grande regista americano è uno splendido road movie drammatico la cui tensione non cala mai neanche per un solo istante. Indimenticabile l'immagine di migliaia di auto di polizia all'inseguimento dei fuggitivi, con la folla accalcata ai lati della strada ad osannarli. Uno dei film meno compresi di Spielberg ma anche uno dei
più riusciti. Indimenticabile Ben Johnson nel ruolo del Capitano Tanner.
MEMORABILE: Il Capitano Tanner che fracassa la macchina ad alcuni improvvisati cacciatori di taglie
e sempre lui che restituisce la pistola al suo poliziotto.
Deepred89: Non troppo distante dai giovanilistico-vacanzieri del decennio successivo, comprensivo di amorazzi (c'è pure la Karlatos milf stile Virna Lisi nel film di Vanzina), tradimenti e dialoghi trash. Nei primi minuti un vortice di squallore investe lo spettatore; poi ci si fa il naso, magari ridacchiando degli antidiluviani dialoghi giovanilisti e concentrandoci sulla quantità industriale di scene di nudo, forse unico vero tratto distintivo del film. La deriva drammatico-esistenziale dell'ultima parte mette k.o. il film, manco confezionato malissimo.
MEMORABILE: Uno dei ragazzi raggiunge il tavolo da pranzo completamente nudo con in mano un vassoio pieno di cibo ed esclama: "Spaghetti all'uccelletto!"
Giacomovie: Uno degli apripista del genere della commedia sexy, che poi negli anni successivi ha preso strade più demenziali e dequalificanti. Quì almeno l'erotismo trova la sua coerenza in quanto finalizzato ad una satira sui complessi psicologici di inferiorità, in una vicenda che non manca di una certa arguzia e di un certo impegno recitativo. La Antonelli si contende a pieno titolo con la Fenech, la Bouchet e la Carati il titolo di regina sexy degli anni '70. **!
Giùan: Ambivalente! Da un lato gli van riconosciuti un contemporaneo senso ritmico (impattanti le riprese automobilistiche) e il tentativo di rappresentare un mondo provinciale, emotivo ma anche “spettacolare”, al cinema pressoché inspiegabilmente occultato. Per altro verso, però, questa sostanza originaria viene declinata drammaturgicamente in maniera non insincera ma affetta da un didascalismo vistoso e in definitiva surrogata a tanta narrazione già vista (“l'universo” tossicodipendente). Accorsi per una volta divertito e convinto, la De Angelis “buca” e si spera abbia voglia d'imparare.