Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Buiomega71: Commediola leggera e frivola ma salvata, in parte, dall'abilità di Comencini che regala almeno due momenti da antologia per il genere (la confessione della Spaak al prete e gli equivoci al cinema, dove si proietta un non meglio identificato western e la maliarda vogliosa spacciata per la madre). Ma al di là di qualche punta gustosamente feticistica (la Spaak che massaggia i piedini alla Reynaud, la Spaak che si toglie le scarpette e si infila le ciabattine da camera) rimane ben poco, se non l'ardire, per l'epoca, dell'amore a tre. Resta impressa la radiosità di una Spaak seducente.
MEMORABILE: La Spaak con la maschera da sub pre [f=10353]Un abito da sposa macchiato di sangue[/f]; Il tentato suicidio con il gas; I discorsi di Salerno sull'impotenza.
Homesick: Hitchcockiano e intricato. Donen dirige nel suo stile raffinato e multiforme già ammirato in Sciarada, unendo commedia, thrilling, spionaggio, azione, love-story. Le scenografie sono arzigogolate e talora lisergiche; la sceneggiatura arguta e incalzante. Peck recita con molta ironia, alla maniera di Cary Grant, affiancato da una splendida e vivacissima Loren e da un perfidamente mellifluo Badel. Suggestivi i titoli di testa commentati dalle armonie mediorientali di Henry Mancini.
MEMORABILE: Peck, drogato e abbandonato in una strada trafficata, crede di essere un torero nell'arena.
B. Legnani: Western iberico-italiano che porta avanti due trame che poco si intrecciano, quasi da far pensare che siano nate in modo indipendente. Una vede una serie di vendette trasversali che manco la mafia, l'altra un rapimento ed un ritrovamento d'infante non proprio lineari. Dialoghi così così, con qualche momento un po' surreale. Qualche faccia cara, qualche faccia che non convince (in primis il giovane Romero Marchent), qualche snodo assai carente di logica. Chi vuole la violenza la trova: ma molto, troppo, di tutto il resto manca, e in modo crepitante. Se vi contentate...
Daniela: Calvin era lo studente più popolare e promettente del college, Bob un nerd ciccione vittima di scherzi atroci. Vent'anni dopo, il primo è un modesto contabile, l'altro un agente della CIA dal fisico bestiale... Variante dell'uomo tranquillo che si ritrova coinvolto in un intrigo spionistico, incrociata con il tema "strana coppia", qui due ex compagni di scuola molto diversi caratterialmente e fisicamente. Commediola action scacciapensieri, in cui il poderoso The Rock funziona meglio del logorroico partner. Niente di che, ma il messaggio antibullismo è lodevole.
MEMORABILE: "Ma come hai fatto a diventare così?"; "Beh, con sei ore di palestra al giorno per 20 anni possono farlo tutti...".
Lovejoy: Dei due film usciti nello stesso periodo sul grande schermo, il migliore. Ben scritto, con una certa cura nei dettagli e un maggior approfondimento nei personaggi, per non parlare di un ritmo più elevato e di un cast perfetto, al contrario del pessimo film con Willis. Oltre ai prodigiosi effetti speciali, infatti, il cast è splendido. Basterebbero due pezzi da novanta come Freeman e Duvall a rendere una pellicola degna di essere vista. Ma qui ci sono anche gli ottimi Schell e Redgrave, gli intensi Wood e Tea Leoni. Bella colonna sonora.
MEMORABILE: In trepidante attesa dell'inizio della fine, sulla spiaggia.
Caesars: Da una commedia romantica interpretata da Meg Ryan e Tom Hanks ci si può aspettare di più. Qui invece siamo dalle parti del già visto e risaputo; ma non è questo il lato peggiore della pellicola: il problema è il grado di zuccherosità che percorre tutto il film e che rende pesante arrivare all'agognata parola "fine". Si salvano le interpretazioni dei due protagonisti e una New York autunnale fotografata davvero bene.
Galbo: Se non ci si aspetta nulla di più di un onesto B-movie si potrà trovare gradevole la visone di questa pellicola interpretata da un tosto ed ombroso Banderas, guardia notturna in un mall preso d’assedio. Il film ha il pregio della sintesi ed entra subito nel vivo dell’azione. La prova dell’attore è credibile senza troppe esagerazioni ed il cast di contorno convincente, compresa la bambina in fuga e Kinglsey sufficientemente paranoico. Niente di originale ma nel complesso non male.
B. Legnani: Il problema non è nuovo. Si può rivoluzionare la trama di un ponderoso classico della letteratura, per forza di cose tagliando con l'accetta, per di più con modifiche più che sensibili? Una produzione ricca, professionale, che però si scontra col citato delitto di lesa maestà e che nell'ultima mezzora perde colpi. Interpretazioni buone, con Neeson che però a sua volta cala man mano, forse per colpa del calo della pellicola. Le due palle e mezzo sono un compromesso fra le varie considerazioni.
Caesars: Curiosa la forma scelta dal regista per narrare la storia di George Lazenby, interprete per una sola volta di 007: l'attore stesso ci racconta la sua vita, e le sue testimonanze vengono ricostruite con attori. Ne esce qualcosa a metà strada tra il documentario e la commedia, che riesce ad interessare ma allo stesso tempo anche a divertire. Buono il cast attoriale, tra il quale compare anche Jane Seymour (la Solitaire di Vivi e lascia morire) e simpatico Lazenby. Un buon prodotto, consigliato non solo ai cultori del celebre agente segreto.
Gestarsh99: Cattivo segno per Tom e Gemma se il nido d'amore da sempre agognato somiglia paurosamente a una maquette penrosiana fatta di moduli abitativi in ricorsione e diorami surrealistici da sfondo teatrale (il sole di Ernst, i tetti e le nuvole di Magritte). Facile metafora del ciclo vitale e ancor più facile allegoria del rapporto fra uomo e (leggi del) mondo animale, che abbreviando per scorciatoie furbastre e sparpagliando intorno più ellissi di una mappatura orbitale, si gingilla con le rimembranze cinefile istantanee e il kafkismo cheap più cartolinesco tracannabile dal pubblico medio.
Galbo: La cattura ad opera degli israeliani del gerarca tedesco Adolf Eichmann, fuggito dopo la guerra in Argentina. Una produzione molto curata per la ricostruzione ambientale e interpretata da ottimi attori come Oscar Isaac e Ben Kingsley. Il film descrive bene la psicologia dei personaggi e il rapporto tra prigioniero e carcerieri che si stabilì a Buenos Aires prima del trasferimento di Eichmann in Israele. Buono il doppiaggio italiano. Film avvincente e informativo.
Cotola: Filmettino soft-core dai mediocri risultati in cui Fulci dà vita ad un modesto campionario di perversioni e morbosità assortite tenute insieme da un flebile filo narrativo che non riesce a tenere vivo più di tanto l’attenzione dello spettatore. Probabilmente un maggiore coraggio avrebbe giovato alla pellicola. Corinne Clery si mostra poco ma è sempre bella, mentre la Marsillach è molto “generosa” e sfodera una prestazione abbastanza convincente e certamente coraggiosa.
Pigro: Dopo il Decameron Pasolini affronta un altro novelliere medievale, quello di Chaucer nei cui panni si raffigura al termine del film stesso. Nato per essere un gioioso inno alla vita, questo film è invece calato in un’atmosfera livida e cupa, dove il sesso è più bestiale che vitale e dove aleggia in continuazione il tema della morte. Non mancano sfizi visivi (Brueghel) e cinematografici (con un omaggio esplicito a Charlot).
Samuel1979: Un film a metà strada fra realtà e immaginazione, una storia fiabesca in cui tre ragazzini, con stupore e innocenza, intraprendono un viaggio simbolico verso lande sconfinate. Il regista affronta con discreti risultati il tema della purezza infantile come antidoto contro i veri pericoli della società moderna affidandosi alla buona prova dei giovani attori. Bene Somma nelle vesti di un simpatico giullare.
B. Legnani: "Mènage à cinq" infarcito di dialoghi complessi e difficili (quanti capiscono il vero significato di "trucco di un Tartufo"?), spesso vacui, spesso risibili, spesso resi ulteriormente complessi da flashback e situazioni immaginate che si intrecciano col piano narrativo sequenziale. Polpettone insomma, reso guardabile da una regìa che dirige attori bravissimi (cast di quattro nazioni), fra i quali si può scegliere la Girardot, restando col dubbio che ciò sia dovuto al fatto che il suo è il personaggio meno innaturale di tutto il lotto...
B. Legnani: Uno degli erotici di Lando Buzzanca peggiori: superdotato il personaggio principale (lo si capiva bene pure dai flani dell'epoca, assai poco eleganti), ipodotato il film, che arranca spaventosamente, trascinandosi verso il finale. La cosa migliore è il volto di Stella Carnacina (toracicamente non vistosa), figlia del figlio del noto gastronomo Luigi Carnacina, che ha un'eleganza della quale il film è del tutto privo.
Markus: Misera trasposizione del romanzo "Senilità" di Italo Svevo (per il quale, nel 1962, era già stato tratto un omonimo film) adattata ai patinati Anni '80. La prosperosa Serena Grandi assurge a protagonista ma, tolti i meriti che madre natura le ha dato e le classiche calze nere con la giarrettiera, resta il limite - non da poco - di una interpretazione insufficiente. Accanto a lei il vuoto e spiace vedere una brava attrice come Valeria D'Obici costretta a spogliarsi per "adeguarsi" a questa squallida messinscena da soft erotico.