Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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B. Legnani: Avventuroso con rapina. Film decoroso, che cerca di supplire con dettagli particolareggiatissimi qualche carenza di idea e mezzi scenici non sempre all'altezza. Umorismo talora carino, talora no. Recitazione desolante, di incredibile rigidità, ad esclusione (ovviamente...) del grande Dana Andrews, che con una sola espressione vale più di tutti gli altri messi insieme. Marisa Traversi, qui in versione cantante, conferma la sua sensualità.
Gestarsh99: Corbucci ci risparmia in questa occasione le colluttazioni allungabrodo alla Spencer-Hill e liofilizza nel tegamino commedia, "giallo" e azione mettendo assieme qualche inseguimentuccio su strada, un timidissimo granello di whodunit alla "fàmose a capì" e la contrattuale comicità sboccata (non nell'ugola dell'ispettore romano, cucita in voto di castità ma in quella del genuino Bombolo). Milian si duplica nuovamente - proprio come ne La banda del gobbo - riesumando con debolezza la stessa macchietta samuraica de Il bianco, il giallo, il nero e riproponendola in chiave pseudo-cinese ancor più burattinesca.
MEMORABILE: "Pocoto pocoto un par de cojoni..."; Il giochetto truffaldino della conta delle dita.
Galbo: Attore per eccellenza impegnato in film d'azione, il compianto Paul Walker è protagonista di un film drammatico ambientato durante i fatti dell'uragano Katrina. L'attore è autore di una buona performance in un film che non va però al di là della mediocrità. Se risulta infatti adeguato e ben ricostruito il contesto ambientale, sono evidenti le lacune narrative e i "buchi" di sceneggiatura. Alcuni momenti inoltre sono fortemente stucchevoli, così da sfiorare il ridicolo involontario.
Jurgen77: Interessante pellicola (poco conosciuta) del dopoguerra. Il film inizia come un film bellico abbastanza canonico per il periodo; poi però, complice l'affondamento del sommergibile, con conseguente morte di buona parte dell'equipaggio, inizia un dramma/thriller nel quale i superstiti dovranno decidere l'unico che potrà salvarsi. Il regista, così, fa emergere tutta la bestialità dell'animo umano dettata dall'istinto di sopravvivenza di ciascuno. Angosciante e teso sino alla fine.
Paulaster: Attraverso diverse testimonianze si parla del lato "occulto" del cinema di Fellini. Prima parte incentrata sull'esoterico e sull'interesse del paranormale (in Giulietta degli spiriti) e poi sulla visione cattolica (La dolce vita). Per i conoscitori del regista si svelano pochi particolari inediti, anche se i fatti raccontati non sono banali. Qualche intervista di repertorio dello stesso Fellini arricchisce il racconto come qualche dietro le quinte durante i suoi film più importanti.
MEMORABILE: L'amicizia con Nino Rota; I film mai fatti; La crisi con la Masina ne [f=12662]La strada[/f].
Stelio: Notevole film su una fase storica particolarmente delicata che conduce lo stalinismo e il comunismo in generale ad essere "avvertiti" in Occidente. Gli attori sono di una bravura e naturalezza sconcertanti: Menshinov, Bonnaire, Bodrov Jr, ma anche le seconde linee danno una dimostrazione di professionalità davvero rara da riscontrare. La sceneggiatura si evolve in modo perfetto e con i giusti tempi. Arronzato il finale, ma siamo ai livelli dei migliori film sull'URSS. Fotografia che ricorda moltissimo Il proiezionista di Konchalovskiy.
Mco: Se si entra in gelateria solitamente se ne uscirà con un gelato. Allo stesso modo, se si decide di vedere un film di questo tipo difficilmente le premesse verrano disattese. Mogli, amanti, belle location, sessualità in cerca di identità e buon livello comico, con un Banfi strepitoso e Montagnani sempre "sul pezzo". Il divertimento è assicurato anche dalla compresenza di due icone sexy degli anni Ottanta come la Fenech e la Bouchet, il che non è dato da sottovalutare. Consigliatissimo!
Pumpkh75: Fotografia maestosa e maestrale, ambientazione gotico medioevale ricercata e lussuosa, con la regia di Hardy in leggera discontinuità con l’universo Conjuring così come la ricerca di una vena orrorifica e fantasiosa più marcata. Poi però bisogna pur spaventare e il fallimento è davanti l’angolo: jumpscares fiacchi, confusione, una figura potenzialmente terrificante e di potenzialità enormi ridotta a meccanico boogeyman di clausura. Il cast non supporta, la pancia non sopporta. Sufficiente, ma l’abito non fa la monaca.
Gestarsh99: Il dramma tangibile di tutti i reduci della Sporca Guerra sublimato esemplarmente nell'odissea di un reietto, uno Stallone eroe apolide alla semplice ricerca del suo impossibile angolo di pace in una Patria che non è più la sua. Incanalando nel fisico e nella psiche il dolore, la rabbia, l'odio ed il disprezzo generali per un conflitto mai approvato, il protagonista assurge a simbolo di una sconfitta interna, più che esterna. Dietro l'esagerazione cinematografica di una caccia all'uomo titanica e sovraumana si nasconde solo l'amara schiettezza di una condizione reale.
MEMORABILE: L'interpretazione di Brian Dennehy, incrollabile nel suo risoluto disprezzo razzistico verso lo sconosciuto indesiderato...
Galbo: Abituati ad un regista che sforna capolavori, i critici cinematografici hanno giudicato minore questo film di Eastwood, che è invece una pellicola molto ben realizzata. Basato su una sceneggiatura di ottimo livello, il film riesce a mantenere alta la tensione grazie alle notorie capacità del regista qui anche interprete contornato da un cast di pari livello.
Caesars: Come altre operazioni analoghe, la trasposizione su grande schermo con attori in carne ed ossa dei personaggi della celebre serie di cartoon non può dirsi granchè riuscita. Questo sia perché portare al "vero" dei cartoni animati fa perdere inevitabilmente fascino ai personaggi, sia perché la sceneggiatura non è all'altezza di quella degli episodi originali. Comunque, soprattutto per un pubblico infantile, il divertimento è assicurato e stupisce l'aderenza "fisica" di Goodman all'originale Fred Flintstone. Si lascia guardare.
Paulaster: Esordio registico per Pietro Castellitto che nella fase di sceneggiatura dimostra di saper intrecciare la sequela di personaggi e le loro vicende. Alcune situazioni potevano essere più approfondite (il ruolo dell’armiere) per dare più struttura, in quanto la romanità proposta non è una novità (soprattutto per la borghesia). Quando i dialoghi vertono sul filo dell’ironia il film sa scorrere piacevolmente. Le inquadrature ricercate non sempre sembrano necessarie allo scopo; discreto il prefinale, meno brillante la conclusione.
MEMORABILE: Il rap alla cena di compleanno; La bomba ordinata al telefono; Il saluto fascista come segnale; Il bengala sul balcone.
Caesars: Bisogna dare atto alla pellicola di essere realizzata con una cura formale notevole (bella la ricostruzione della Sicilia post Seconda Guerra Mondiale), ed è ravvivata dalla folgorante bellezza di Dayle Haddon (davvero splendida, e anche bravina). I pregi della pellicola però si fermano qui. Perché di sostanza ce n'è davvero poca. Lado si fa "ispirare" dal successo di Malizia e cerca di riproporne gli stilemi, ma la sceneggiatura non è altro che un continuo rimandare ciò che appare inevitabile fin dall'inizio, e Ranieri appare non troppo convincente nel ruolo. La noia fa capolino...
Daniela: Esistono ferite che guariscono ed altre destinate a non rimarginarsi, così come esistono ambiguità feconde di dubbi ed altre eticamente da condannare, anche se affondano le radici in una quotidianità in cui è facile rispecchiarsi: una famiglia tranquilla, genitori brutalmente privati del loro unico figlio, la giustizia che tarda ad arrivare e forse non arriverà mai... E così, la soluzione dell'occhio per occhio finisce per apparire quella più naturale, appena incrinata dall'inspiegabilità di un sorriso in una vecchia fotografia. Film discutibile ma riscattato dalle grandi prove attoriali.
Schramm: Hillriconoscibile Walter, che dopo il piroforico Bobo si spende (spreca, osserverebbe un fan) inerzialmente su un canovaccio neanche male di vindice criss-cross (giocato sul chi prima colpisce e peggio fa all'altro, lo rende Altro due volte) che se la mena sul transgender si transgender no e assurge il sistema sanitario americano a vero villain. La Rodriguez, Jackson sotto elio, perplime assai, e i fronzoli pop, spintonati e tutti esteriori, non vaccinano un film dalla bussola difettosa, che non esce quasi mai dalla sua comfort zone. Ma quel che funziona lo rinfocola quanto basta.
Markus: Terzo e a mio avviso evitabile capitolo che prende le distanze dai primi due: non più droghe allucinogene, feste da sballo e disavventure in terra straniera, ma solo una surreale storia di spionaggio. A farla da padrone è Galifianakis che dimostra, ce ne fosse ancora bisogno, grande espressività e senso dell’humour, ma la vicenda è male utilizzata e zoppica in una lunga parte centrale noiosa per via di una fiacca regia incapace di dare nerbo e vigore (se non in qualche raro frangente). Guardabile, ma sinceramente deludente.
Galbo: A giudicare dagli esiti artistici del film in questione, sarebbe stato meglio che il personaggio principale fosse rimasto in coma oltre i 7 (!) anni della vicenda. Il film è un concentrato di luoghi comuni del genere con il protagonista che dopo il suddetto coma diventa praticamente indistruttibile. Regia totalmente inesistente e protagonista monoespressivo.
Tomastich: Noioso, lungo, non sense: Clint Eastwood non è Bud Spencer o Terence Hill e cucirgli addosso una pellicola risate e scazzottate fu un grave errore. Tant'è che il film non decolla mai, dura quasi due ore, non fa ridere, non ha un attimo di tensione o di riflessione. La cosa più carina è l'orango.
Galbo: Tra commedia, film sentimentale e drammatico, mescola storie di personaggi più o meno legati da rapporti sentimentali. Nulla di particolarmente originale, ma il film si guarda volentieri grazie alla regia del veterano Benton, che riesce ad amalgamare le storie con una certa perizia. Buona la prova dei protagonisti, con particolare riferimento al sottovalutato (almeno da noi) Greg Kinnear. Discreto il doppiaggio italiano.
Buiomega71: A parte i dialoghi filosofeggianti di stampo teatrale, l'opera oliveiriana trasuda di fiammeggiante incanto e ipnotismo (nella fotografia, negli interni barocchi, nella colonna sonora dalle venature quasi horror) che sfocia in tocchi onirici (le nozze di Francisca, l'allucinato banchetto che ne consegue) e surreali (con il cavallo nel salotto, la fuga nel bosco di notte) lambendo il tanfo necrofilo sul talamo di morte, chiudendo con farfalle nere e cuori estirpati sottovetro. Delicatezza di regia, disperazioni femminee e una durata fiume di inusuale bellezza spettrale.
MEMORABILE: Josè alla governante Franzina: "Hai un cattivo odore"; Francisca sul letto di morte che delira; Lo schiaffo di Josè a Francisca; Le frasi reiterate.
Galbo: Memorabile film di Nicholas Ray, entrato nella storia per la partecipazione del leggendario James Dean. Benché a distanza di molti anni possa apparire un po' ingenuo, mantiene ancora in parte una carica di ribellione e di provocazione che contribuì a decretarne il grande successo. Pochi film hanno saputo come questo rappresentare il ribellismo e l'anticonvenzionalità giovanile e la frattura tra le generazioni. Ottima sceneggiatura, buona regia e un cast valido e ben amalgamato.
Buiomega71: C'è molto poco del Django di Corbucci, ma ci si diverte alla grande. Rossati non rinuncia alla sua cupa vena erotica (il bordello, le prostitute bambine, l'odio tra la schiava nera e la Lentini, quest'ultima a letto con Connelly che giocherella con un pugnale atzeco sacrificale), regala qualche crudeltà, omaggia Indiana Jones e mostra un battello mortifero che sembra uscito da Nosferatu. Scene d'azione caciarone, un po' trick track bombe a mano stile film Cannon, un Connelly squisitamente perfido e sanguinario e un finale quasi zombesco. Orrenda la musica di Plenizio, un po' legnoso Nero.
MEMORABILE: La "schiava" nera che si "addoccia" stile Acquafresh davanti agli schiavi assetati; La bambina data in "pasto"ad alcuni zozzi peones; Django al bordello.
Pinhead80: Film debitore e a metà strada tra Una notte da leoni e Funeral party. Le cose migliori si vedono nella parte centrale, quando gli amici dello sposo cominciano a combinarne di tutti i colori. Sono proprio loro che trainano una pellicola che vede nei due sposi gli anelli deboli della catena. Si ride a intermittenza soprattutto grazie a battutacce alquanto volgari. Passabile.
Buiomega71: Già il black out portava rogne in passato, ma Koepp lo tratta con tutto il realismo possibile (degne di note le continue litigate, anche furiose, e l'incontro, sulla strada, con Rooker che sfocia in tragedia), prendendo di mezzo giustizia privata, libertà di maneggiare le armi e riverberi da post apocalisse. Nel prosieguo si muta in una specie di Mad Max intimista (in cui la benzina diventa un bene prezioso), tra asfalti assolati, catapecchie da "espugnare" (le chiavi) e scoppi d'ira. Koepp ha già la stoffa del gran narratore, con cura per i dialoghi e per le situazioni disagevoli.
MEMORABILE: La furiosa litigata tra Matthew e il farmacista; L'inizio coincitato al cinema che proietta [f=10086]Clockers[/f]; Il fucile in fondo alla piscina; Ladro in casa.
Schramm: Lebbracadabra: marcendo, mi ricre(d)o e sopraelevo. Il corpo glorioso irrorato d'acqua di colonia iraniana. Il mondo è un lebbrosario, dove lo spirito e l'appetito di assoluto non conoscono decomposizione e quest'ultima può essere accorpata (dall'arte, da tutti) petto all'infuori. Con la vista a raggi x propria della poesia, la Farrokhzad fa del disfacimento corporeo e del contemptus mundi una lirica preghiera di intercessione da salmodiare con la nuda forza dell'immagine e della parola. Quella casa che è la terra-vita-corpo è nera, i 21' che la abitano e circondano sono arcobaleni.
MEMORABILE: “Non c'è limite alla bruttezza nel mondo. Se l'uomo chiude gli occhi davanti a essa, questa raddoppia”.
Markus: Meglio conosciuta come "Guapa" della sigla finale di "Discoring" annata 1977/78, Gloria Piedimonte trova in questo film il suo massimo fulgore, ma forse anche la sua quasi fine artistica. Un film banale, con una sceneggiatura talmente rozza da risultare in più punti sconcertante. Come riempitivo c'è la protagonista che seguita per tutto il film a fare quello che le riesce meglio, cioè agitarsi a ritmo della "disco" di Ormi/Boncompagni. Inclassificabile, ma almeno suscita la simpatia dell'innocenza. C'è anche Enzo "Truciolo" Avallone con una buona parte. Non ci resta che... bailar!