Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Gestarsh99: Secondo capitolo del magistrale trittico germiano, ancora più perfido e cattivo del precedente. Germi si sbizzarrisce senza pietà, scatenando il suo carrozzone di maschere deformi alla Bosch e prendendo duramente di mira costumi e mentalità di quel meridione odiato/amato. A cosa può arrivare l'umana volontà pur di preservare un illogico senso dell'onore e della pubblica rispettabilità? Ce lo mostrerà il nodoso e manesco Saro Urzì, deus ex-machina di istrionica potenza, artefice di tutta una impalcatura destinata a crollargli addosso. Capolavoro.
Galbo: Intrigo spionistico che ha per protagonista un giornalista americano. Presenta tutti gli ingredienti del genere, mescolati però con pochissima fantasia e diretti dal regista in modo piuttosto anonimo. Anche il protagonista non è nulla di che; meglio la prova del cast di supporto.
Daniela: Nel romanzo di McEwan, il nome della città non è esplicitato, ma solo Venezia, nel suo aspetto più morbido e decadente, poteva ospitare una storia di morbosa sensualità come quella che Schrader traspone in modo elegante, pur senza riuscire a trasmetterne tutte le sfumature. Fondamentale il quartetto attoriale: Everett giovane semidio inconsapevole della propria bellezza, Walken insinuante ed ipnotico come un cobra, Mirren fine ed ambigua nel ruolo della moglie masochista, Richardson presenza leggiadra dai riflessi preraffaelliti.
Markus: Opera di sfruttamento (in salsa mediorientale) del personaggio-chiave del “monnezza”, inserito in un ambiente diverso dalla “solita” Roma; ma in fin dei conti la tiritera è sempre quella e volgarità, battute facili e tormentoni linguistici romaneschi sono i medesimi di sempre. Sceneggiatura stiracchiata e incastri poco riusciti fanno di quest'operazione un progetto fine a se stesso nell’intento commerciale, ma non particolarmente riuscita nell’intrattenimento, che spesso sfocia in noia.
Pigro: Due quasi-amanti sono ricattati: l’escalation di tensione e violenza attraversa colpi di scena per arrivare al prevedibile copione del padre di famiglia giustiziere. Poco di nuovo, dunque, sotto il profilo narrativo e pure cinematografico, dove si orecchiano i classici del genere in una composizione diligente ma non entusiasmante (e per giunta con snodi del racconto tirati per i capelli). Semmai, fa capolino un certo moralismo (la punizione dell’infedele che ruba pure i soldi alla figlia diabetica). E Owen è pure un po’ lesso e monocorde.
Galbo: Con la storia di Josey Wales, agricoltore che persegue una spietata vendetta, Clint Eastwood realizza una sorta di prova generale del suo capolavoro, Gli Spietati. Anche Il Texano è un western cupo, con personaggi spesso odiosi in un mondo che ha ben poco di eroico. Anche la figura dell'indiano è assai malinconica (è un personaggio che con la cosidetta civilizzazione ha perduto la sua identità nativa). Se un difetto si può trovare al film è forse la sua eccessiva lunghezza: il film ha qualche pausa ma è di assoluto valore.
Caesars: L'idea non è molto originale ma bisogna riconoscere al film il merito di averla sviluppata in modo divertente e al regista Peter Faiman di averla diretta con garbo. Il merito del successo ottenuto dalla pellicola è senz'altro da ascriversi a Paul Hogan, che riesce a donare al suo personaggio sfumature ironiche e molto umane. Gli è affiancata una splendida Linda Kozlowski molto funzionale per lo svolgimento delle vicende. Non siamo di fronte a niente di eccezionale ma a un gradevolissimo prodotto che resiste anche a ripetute visioni.
Faggi: Micidiale. Una specie di hard ben fotografato e con pseudo-idee; senza, però, i vari e veri piatti forti e causali delle luci rosse. Regia anonima, ma esente dai possibili pregi di tale connotazione stilistica; infine stucchevole. Vicenda che lascia il tempo che trova, anche risaputa; personaggi piatti come sogliole sotto una pressa meccanica; dialoghi di incredibile banalità. Florence Guérin è bella ma come attrice non funziona. L'efebico Robert Egon ha il fisico del ruolo ma come attore è utilizzato talmente male da svilirlo.
Muttl19741: Commedia romantica molto piacevole, con buoni interpreti. Tutti bravi e credibili i giovani protagonisti. Molto ben riuscito il ruolo del cinico-fragile Preziosi nella veste di gelido marito professore universitario che dell'umano e tormentato amante dell'insegnante del figlio. Storia credibile, edulcorata quanto basta. Ci teniamo stretto il talento del quasi-giovane (ma con un gran bel curriculum) Volfango de Biasi.
Gestarsh99: È sempre tempo d'apocalisse per un megalomane della distruzione come Emmerich, tornato a reillustrarci come Uomo e Scienza riescano in sinergia ad arginare le insurrezioni totalitarie di una Natura algida e vendicativa. Il tedescone però si dà una regolata e trattiene a gran forza le sue spinte straripanti al trionfalismo iper-patriottico e all'elogio troppo stucchevole dei valori familiari, restituendo finalmente più spazio al dialogo e alla costruzione di legami meno scontati e superficiali. Cinema spettacolare e intelligente che si fregia di chiasmi sociali assai appuntiti.
MEMORABILE: La beffarda legge del contrappasso: il Messico chiude le sue frontiere ai profughi statunitensi in fuga dal cataclisma imminente...
Markus: Divertente pochade semi-sofisticata in cui uno spumeggiante Banfi (nel suo periodo di massimo successo cinematografico) troneggia insieme a un cast di circostanza ma ben amalgamato, in cui chiaramente spicca la bella Bouchet che spara le sue ultime cartucce prima di passare a fare aerobica in tv. Ritmo sostenuto per tutta la pellicola e situazioni legate alla commedia degli equivoci di stampo classico, ma pur sempre efficace. Del film mi ha sempre incuriosito il design degli interni della villa (di un raro gusto kitsch, ma per questo meraviglioso).
Giùan: Come il cinema più recente di Egoyan (grade sperimentatore e innovatore tra '80 e '90 del rapporto uomo/universo audiovisivo) vive di un equilibrio fragile e instabile tra suggestione impersonale, quasi anodina (certa liquidità lynchiana o pragmaticità alla Eastwood) e un sottofondo in cui restano ancora pervasive le tematiche più care (le "registrazioni" dilaganti, la presenza di "shermi" di vario tipo). Ne esce un indagine di sconcertante labirintismo, piatta eppure vertiginosa, in cui il giudizio (anche critico) resta sospeso e i personaggi sono sfondo di una immanente (ir)realtà.
Nando: La caparbietà di Enrico Piaggio, un convincente Alessio Boni, nel voler realizzare un motoveicolo che possa essere utilizzato da tutti gli italiani, provati dopo una tragica guerra mondiale. Sviluppo narrativo tipicamente da fiction con momenti drammatici che culminano con l'agognato finale. Romanzata la vicenda di Vacanze romane ma comunque appropriata al film. Discreto il resto del cast, con menzione per la Placido e Pannofino.
Deepred89: Curioso erotico tedesco nobilitato dalla presenza del grande Gianni Garko. L'ex Sartana sguazza in contesti anche parecchio spinti senza mai perdere un briciolo del suo carisma, mentre la regia orchestra con sagacia il susseguirsi di copule e desideri proibiti. Va detto che la trama è quello che è e che le parentesi comiche fanno un po' cascare le braccia, ma l'erotismo funziona, la tecnica non è malvagia (giusto qualche stranezza a livello di montaggio) e c'è pure una notevolissima e orecchiabilissima OST (con citazioni alla Nona).
MEMORABILE: Garko nudo e coperto di schiuma alla prese con le due massaggiatrici.
Caesars: L'esordio alla regia di Lawrence Kasdan, già famoso sceneggiatore (L'impero colpisce ancora e I predatori dell'arca perduta) rimane a tutt'oggi il suo lavoro più riuscito. Riproposizione dei classici "hard boiled", riesce pienamente nell'intento di ricreare le tipiche atmofere di questo particolare genere. Su tutto dominano il caldo opprimente, reso quasi in modo palpabile, e la sensuale presenza di Kathleen Turner. La sceneggiatura ha la precisione di un orologio svizzero. Davvero notevole!
Homesick: Sin dai primi minuti sono dichiarati gli intenti della pellicola. Come già successo in Filo da torcere e Fai come ti pare, la tipica ruvidezza di Eastwood si ammorbidisce nello humour e nell'inclinazione per il rosa, che non è solo il colore della Cadillac eponima. Buone le (abbondanti) scene action, la sinergia tra un Eastwood anche in vena di travestimenti e la vivace Peters e le caratterizzazioni di Geoffrey Lewis e della teppaglia neonazista.
MEMORABILE: Le fantasiose trovate di Tommy Nowak per catturare i latitanti.
Deepred89: Involontaria propaganda per contraccezioni e vasectomie (ai benefici dell'amore genitori-figli, citati solo a parole, sembrano credere poco pure gli sceneggiatori), una commedia amara ma senza inutili cadute nel dramma, alla quale sarebbe servita giusto una dose più incisiva di sarcasmo per farsi realmente divertente e originale. Non bastano, a rimpiazzarlo, alcuni momenti surreali, i quali affaticano la narrazione anziché renderla più variegata. Un'idea notevole però l'abbiamo: l'originale utilizzo di Beethoven. Credibili i due protagonisti, non memorabile il cast di contorno.
Caesars: "Ho speso molti soldi in macchine, donne e motori... gli altri li ho sperperati". Queste sue parole esprimo bene il personaggio George Best, calciatore di notevole talento che militò nel Manchester United negli anni '60/'70. Girato quando ancora Best era vivo (purtoppo è mancato poco tempo fa per i grossi problemi causatigli dall'eccesso di alcol), il film ne ripercorre la carriera dagli esordi ai trionfi (contribuì a far vincere alla sua squadra anche una coppa dei campioni in una storica finale col Benfica di Eusebio) e al declino. Discreto.
B. Legnani: Brutto oltre le scarse aspettative. Lo spirito antiborghese e antitradizionale di Samperi cerca il grottesco ma trova il grossolano (si pensi al bacio dopo il matrimonio). Curiosamente la vicenda narrata da un antireligioso mette sul piatto positivo quasi esclusivamente il sacerdote, reso con simpatica freschezza da Enzo Cannavale, ma è forse l'unica vera originalità del film. Cast sprecatissimo, con terribili tentativi, qua e là, di commedia, perfino con padellate in faccia. Callipigia Valeria Fabrizi. Evitabile senza problemi (forse, addirittura, con profitto).
Xamini: Caratterizzato da un'estetica senza tempo e da colori molto vivaci, il lavoro di Mattotti mette in scena un testo di Buzzati e lo fa nella maniera più allegra possibile. Nella sua versione nostrana, gli accenti siciliani, talora compassati (Servillo, Albanese, Guzzanti, anche Camilleri!), contribuiscono a caratterizzarne la simpatia. Non si può dire che ne risulti un'opera travolgente, ma sicuramente un'ottimo lavoro, meritevole di visione.
Caesars: Non certo tra i migliori ma neanche tra i peggiori western spaghetti. Girato con pochi mezzi, la cosa si nota assai; confuso nella realizzazione di molte scene e recitato da attori non proprio eccelsi, il film ha però il pregio di qualche inquadratura e fermo immagine discreto. Squitieri dirige qui il primo di due western, pare che questo sia il meno riuscito. Trascurabile ma vedibile per chi ama il genere.
MEMORABILE: Django e Sartana che osservano "il muto" mentre dissoterra una bara, senza muovere un dito per aiutarlo (mi ricordano certi lavoratori comunali).
B. Legnani: Simpatica l’idea di partenza (peraltro con un chiaro punto di contatto guardonistico con Homo eroticus…), splendide le ambientazioni, buona la prima mezz'ora, ma poi il fila eccede, si gonfia, si dilata, diventa arbitrario nelle tempistiche e per di più finisce col subire piano ed archi dell’ossessionante musica di Trovajoli. Composti e lodevoli Mastroianni e Moschin, con la Antonelli che, pur bellissima, esce stritolata dal confronto con i due. Degli altri si notano con piacere Diberti e Brancia. Divertenti Robutti (sacerdote invasato dal pulpito…) e la Vazzoler. La Belle è bruna.