Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Markus: Terrificante commedia di Laurenti (che dagli Anni '80 inizia un lento ma inesorabile declino professionale). La pellicola tenta maldestramente di essere una risposta all'amatriciana dell'Aereo più pazzo del mondo (spostando la messinscena sott'acqua), ma il livello miserrimo della sceneggiatura, la tremenda prova degli attori (cui sono affibbiate battute che non solo non divertono, ma addirittura complessivamente annoiano), sanciscono il fallimento del film sotto tutti i profili.
Giùan: Sexy commedia ad episodi a scartamento decisamente ridotto. Nel primo episodio (Sabato), Sergio Martino orchestra gli strumenti (Vukotic, Baccaro, Vargas) giusto in modo da far risaltar gli assolo comici di Lino e fisici di Edwige. Venerdì, diretto da Castellano e Pipolo (in persona) è uno dei punti più modesti della carriera d'attore di Adriano (Thole fa il suo). Quanto a Domenica, io perversamente l'ho trovato sempre uno dei gioielli di Festa Campanile: misurato, sincero e intrigante, con una coppia comica (Placido-Bouchet) divertita e piena di sex appeal: bravi!
Galbo: Tratto dal famoso romanzo di Bassani, il film appare come una rievocazione piuttosto riuscita della vita delle famiglie ebraiche dell'alta borghesia italiana negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale. Pur se realizzato con cura, il film non possiede il valore del romanzo ma si limita ad una trasposizione piuttosto calligrafica delle vicende affidandosi piuttosto che ad una robusta sceneggiatura al carisma e alla professionalità di alcuni dei grandi attori impegnati come Romolo Valli.
Gestarsh99: In orbita ventennale attorno alla Terra, gli ultracorpi riapprodano sugli schermi per la quarta volta. Ad ogni nuova discesa si perdon sempre più pezzi significativi dal masterpiece siegeliano e a sovreccedere restano aleatorie rettifiche e sofisticazioni abusive. La Kidman, eternamente incollata al suo santino di martire vessata da rebus oltreumani, campicchia in un remake dalla piega virologica, sbatacchiandosi tra vomici addenda e malmessi flash-forward concepiti ex post dal signor Wolf McTeigue, spedito sul set a tonificare il poco adrenergico operato di Hirschbiegel. Un flop rattoppato.
MEMORABILE: I camerieri del convegno scientifico che vomitano di nascosto nelle bevande la loro sostanza genetica contaminante...
Gestarsh99: L'unico modo per sopravvivere all'era post-apocalittica di Krasinski e agli iperacùsici "xenomorfi" che la flagellano è transennarsi nel mutismo e nell'isolamento insonoro. Dapprima guardingo e perlustrante, il film sale di ritmo concatenando e comprimendo nel minutaggio una situazione di pericolo dietro l'altra, ma presta il fianco a leggerezze di copione che nell'economia frugale del racconto divengono purtroppo pesanti ruzzoloni (il chiodo nello scalino comparso dal nulla; le "granaglie mobili"; i rischi irragionevoli di una gravidanza fuori contesto). Minor approssimazione avrebbe giovato.
MEMORABILE: La "fortunata" combinazione di parto imminente + chiodo nel piede + ricerca di un nascondiglio + impossibilità fantozziana di urlare dal dolore...
Saintgifts: Herzfeld scrive una sceneggiatura non poi così male: lega tra loro polizia, pompieri, una certa televisione a due sciroccati venuti dall'est Europa in cerca di notorietà e ricchezza; scena della vicenda è naturalmente New York. Se l'idea è discreta, Herzfeld però commette l'errore di fare di tutti i personaggi caricature poco credibili, andando ben sopra le righe sia nel bene che nel male. Il personaggio più azzeccato, anche perché trova la giusta faccia in Kelsey Grammer, è quello del conduttore televisivo che ha sempre l'ultima parola.
MEMORABILE: La breve apparizione di Charlize Theron come tenutaria dell'agenzia "accompagnatrici".
Markus: La vita di due rapinatori seriali senz'arte né parte viene ostacolata da una perenne... scarogna! L'esordio alla regia per Giorgio Tirabassi (anche attore, in duetto con Ricky Memphis) è una commedia contemporanea amara che prende spunto da un certo cinema romano "di borgata" d'antan (Citti et similia). Sull'ago della bilancia un ritmo sonnacchioso e una mestizia fin troppo insistita; dall'altra, la sempre divertente "romanità" un po' cialtrona cui il cinema ci ha abituati in un mix non sempre equilibrato. Il duo convince; il film meno.
Giùan: Bertolucci (giovane assistente dell'allora esordiente Pasolini) ebbe a dire che "vedere il primo carrello di Accattone era come vedere il primo carrello della storia del cinema": chiosa perfetta per un film che ha il dono di trasformare la naivète in verità sconcertante e di sublimare il naturalismo realista in immagini che appaiono fuori dal Tempo e dalla Storia. È il Pasolini sottoproletario che trova facce perfette per tutti i suoi ragazzi di vita (eccezionale Franco Citti). Uno di quei film che non si "guarda": ci si sta dentro... galleggiando!
MEMORABILE: I tuffi nell'acqua fredda del Tevere; l'agguato e lo stupro dei "Napoletani"; la presa in giro del fratello che "lavora". Il finale: "...mo' sto bbene"
Gestarsh99: Per il giovane infiltrato Al Pacino, la scomoda caccia notturna al serial killer cova nel profondo una vera catabasi maieutica nelle caligini della suburra newyorkese, vis a vis con una minaccia metamorfica che compenetra ed impregna pandemicamente chi ne viene a contatto. Friedkin non fa sconti ed effonde un clima di abominevole e lercia deviazione, che avviluppa il protagonista nella sua bolgia di iconografiche para-nazisterie, sfoggi di rorido machismo appiccicaticcio, squarcianti pertugi infernali, baratri irrisalibili. Disagevole, impronunciabile, insondabile.
MEMORABILE: Il volto mostruoso di Joe Spinell; il giovane cliente del pub sado-maso che si cosparge il braccio di densa vaselina...
Reeves: Sarà ricordato come il primo film italiano che racconta la pandemia. In questo caso, il Covid è la molla perché Andrea Segre ci mostri una Venezia completamente inedita e al tempo stesso faccia il punto sui rapporti che lo hanno legato con suo padre. Al solito, la narrazione fluisce elegante e le immagini sono notevoli. Qua e là, però, il film risulta un po' ripetitivo.
Homesick: I cultori dei moderni blockbuster gioiranno dinanzi a questo road-movie fracassone d’annata, che tra le lande desertiche dell’Arizona fa saltare in aria case, autoveicoli ed elicotteri e vede nascere una melensa storia d’amore tra due protagonisti inseguiti da una polizia in combutta con la mafia: Eastwood (qui in una delle sue prove registiche meno ispirate), sotto-Callaghan reazionario e un po’ fesso, e la Locke, prostituta riflessiva e lungimirante. Tra i bikers si riconosce Dan Vadis, eroe degli anni d’oro del nostro peplum.
MEMORABILE: L’abuso di potere sui bikers; L'elicottero che si disintegra sui fili dell’alta tensione; L'autobus crivellato di colpi.
Gestarsh99: Conformemente all'ottica degli eighties, le scuole del futuro non sono templi di maturazione giovanile o luoghi sacri dell'insegnamento; tutt'altro, sono centri-sociali-okkupati al servizio di bandacce incontrastabili. E per rimetter in riga tutti quanti servono solo le cattive maniere: un "massacratore da Central College"! Lester ne ha tanta di buona volontà ma purtroppo non è Daalder: il mucchietto di personaggi che raffigura ha la spessezza della carta velina e il banalissimo plot imbastitogli attorno non osa alcun meta-discorso che travalichi lo srotolamento di angherìe e contro-angherìe.
MEMORABILE: Il capobanda scaraventato giù a penzoloni dal lucernario col cappio al collo proprio durante il saggio musicale dell'orchestra scolastica.
Il Gobbo: Motoboiata di Corbucci (B.) per una volta senza il socio Amendola (non Ferruccio, che invece c'è e doppia Leonardi), che impartisce però una lezione di scrittura: non sapendo come sciogliere i nodi che hanno intrecciato (più o meno... ) i ben tre sceneggiatori semplicemente se ne impipano, e così Agostini passa dalla delusione d'amore e dall'addio alle corse al Nürburgring con un semplice cut di montaggio. Alè. Orrende canzoni cantate da Leonardi e scritte da Bigazzi e Savio, già pronte (previo restyling dei testi) per gli Squallor.