Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Buiomega71: Uno dei fantafilm più originali e godibili degli anni '70. Delizioso miscuglio di fantascienza, commedia romantica, thriller e horror con un inizio in stile Hammer per i fumosi vicoli londinesi e la fuga di Jack lo squartatore nel nostro tempo (dove si trova a suo agio fin da subito). Condito da siparietti irresistibili (McDowell/Wells spaesato e meravigliato dalle nuove tecnologie), con un finale bello teso e genialmente costruito. Peccato che il talento di Meyer è andato sfaldandosi col tempo. Piccolo gioiellino da rivalutare assolutamente.
MEMORABILE: I due poliziotti che scoprono il cadavere di una ragazza fatta a pezzi da Jack the ripper nell'appartamento: uno dei due dà subito di stomaco.
Nicola81: Un poliziesco diretto da Lenzi e che ha per protagonisti Merli, Milian e Saxon (tutti piuttosto in palla) non può che avere la mia benedizione. L'improbabilità della trama tocca il suo apice nella rapina in perfetto stile Diabolik, ma tra sparatorie, inseguimenti e sganassoni il ritmo non concede pause, le musiche di Micalizzi sono adattissime e, a tratti, ci si diverte pure. Un bravo Renzo Palmer capofila del lunghissimo elenco di caratteristi. Ma quante botte ha preso la Lepori? Tre pallini.
MEMORABILE: L'incursione dal fotografo; Le battute di Milian; Il finale.
Galbo: Primo dei due film in cui Harrison Ford interpreta la figura di Jack Ryan, analista della CIA e uomo d’azione suo malgrado (il secondo è Sotto il segno del pericolo). Si tratta di un buon thriller in cui sceneggiatura (tratta da un libro di Tom Clancy) e messa in scena sono estremamente funzionali alla vicenda; funziona bene inoltre la contrapposizione tra i due personaggi principali, Ryan appunto e il suo avversario interpretato da Sean Bean.
Gestarsh99: Secondo appuntamento con l'immortale assassino senza volto partorito dalla lugubre fantasia di John Carpenter, che qui accolla al deferente Rosenthal la gestione del nuovo terreno di caccia nosocomiale. L'ombra teterrima e senz'anima dell'inscalfibile Myers scivola muta e ubiqua dentro corsie semivuote e sotterranei in disuso, tra soggettive opprimenti, pugnalate intra-ossee e qualche caldo omaggino "affogatorio" al giallo italiota d'antan. La trama incede catatonica, preda di una trance lancinante e l'intontito imbambolamento generale rallenta oniricamente gesti, pensieri e reazioni.
MEMORABILE: Le siringate intra-oculari; Il "cocente" affogamento di argentiana (o baviana) memoria.
Deepred89: Lo splendore visivo regna sovrano, con fotografia, scenografie, costumi e arredamenti tra i più belli di tutto il lounge-cinema dell'epoca (e non solo), ma l'intrigantissimo soggetto è sviluppato in maniera annacquata, senza troppo coraggio e anche i flashback sadomaso si rivolvono in un buco nell'acqua. Tra le idee potenzialmente folgoranti del film (il dominio assoluto sull'altro, il lesbismo serpeggiante, gli eccessi borghesi) solo il primo trova uno sviluppo, perdipiù solo a parole, ma il finale non scontato risolleva un po' la faccenda.
Nicola81: Il secondo capitolo della cosiddetta Trilogia del dollaro è il western di Sergio Leone che preferisco. Teso, spettacolare, violento, malinconico, eppure capace di regalare anche sprazzi di umorismo mai gratuiti (vedi le visite di Eastwood al vecchio che odia i treni e al telegrafista). Mai più così bravo in futuro, Lee Van Cleef ruba spesso la scena ai due coprotagonisti che ripropongono, con poche varianti, i personaggi del film precedente. Pistilli il migliore tra le seconde linee. Quattro pallini.
MEMORABILE: I botta-risposta tra Eastwood e Van Cleef; Il duello finale, con le splendide musiche di Morricone in sottofondo.
Markus: Spencer fa il solito "gigante buono", ma questa volta avrà a che fare con un bambino dai poteri extraterrestri. Film godibile e scacciapensieri che gioca con una sceneggiatura facile quanto efficace pensata per un pubblico infantile (cui certamente opera è destinata). Complici film come Guerre stellari e Incontri ravvicinati del terzo tipo, sul finire degli anni Settanta ci fu il boom della fantascienza e della fenomenologia degli Ufo; ecco dunque una delle innumerevoli pellicole che sfruttarono la moda di quel tempo.
Pigro: Le strane acrobazie dell'amore nelle vicissitudini di 2 turiste americane a Barcellona con il bel tenebroso di turno e la sua ex: ennesima variazione su un tema classico, quello della "rivelazione" in terra straniera, a cui Allen non aggiunge nulla di nuovo, accodandosi senza troppa originalità al lungo repertorio. Certo, non manca la sua solita ironia e il giusto dosaggio di dialoghi brillanti e situazioni paradossali, ma tutto sommato si tratta di un banale film turistico, con sfilza di belle cartoline per far contenta la pro loco. Insipido.
Nicola81: Il miglior film di Castellari è uno degli archetipi del poliziesco all’italiana. Ideologicamente contraddittorio e non privo di ambizioni di denuncia sociale (relegate, però, in secondo piano rispetto alla messa in scena spettacolare della violenza, da antologia l’inseguimento iniziale e la sparatoria conclusiva). L’ottimo Franco Nero (ma tutto il cast si esprime bene) è uno dei primi commissari a prendersela apertamente con il codice, definito “buono per i polli”. Incalzanti le muische dei De Angelis.
MEMORABILE: "La polizia è al servizio del cittadino! Ma quale cittadino? Quello che conta... Quello che comanda... Quello che paga!"
Gestarsh99: Stupisce in positivo questa italianissima psicofavola gotica a strapiombo sul dirupo orrorifico. De Feo sforbicia, confeziona e riannera di morte una sua Amityville, è couturier del Vantablack, tenebroso allestitore d'un impianto visivo d'alta maestria formale e gran ricercatezza estetica; i suoi personaggi paiono inginocchiarsi alla sontuosità scenografica di apparati, come rapiti dal lumencristi che irradia, permea e ottenebra ambienti ottocenteschi così elegantemente lugubri. E nel silenzio, religiose evocazioni figurative nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo Amer.
MEMORABILE: Occhio a occhio nella toppa; Il ballo improvvisato di Denise sulle note di "Where is my mind" dei Pixies suonato al pianoforte; Epilogo agghiacciante.
Daniela: Costretta a vivere reclusa nella villa sul lago insieme al severo conte zio in quanto orfana e senza beni, Marina si convince di essere la reincarnazione di una lontana parente morta suicida... Ad un anno di distanza da Piccolo mondo antico, Soldati dirige un'altra trasposizione di un'opera di Fogazzaro, anche questa di elegante fattura grazie alla suggestiva ambientazione lacustre ben resa dalla morbida fotografia in b/n di Terzano, mentre la sceneggiatura mostra qualche incertezza nel rendere gli aspetti gotici del romanzo. Splendida Miranda nel ruolo dell'inquieta protagonista.
MEMORABILE: Dopo aver affrontato la tempesta, nel buio della notte le gocce di pioggia brillano sul volto di Marina.
Daniela: Abile nella trasposizione di classici letterari, Soldati offre un'illustrazione accurata del più noto romanzo di Fogazzaro, molto valida per quanto riguarda ricostruzione ambientale e resa dei paesaggi lombardi (bella la fotografia dai toni soffusi) ma viziata da una certa freddezza accademica, in gran parte dovuta alla prova corretta ma poco ispirata dei due protagonisti. Più di Valli e Serrato, sono destinati a restare impressi i caratteristi, in particolare Dondini che incarna con grande autorevolezza il personaggio odioso della zia marchesa e Pedrone, uno zio Piero dagli accenti commoventi
Gestarsh99: Scontato gialletto comico-demenziale del non eccelso autore di Passi di danza su una lama di rasoio. Questa volta Pradeaux cerca di innestare gag degne del peggior Marischka all'interno di un plot para-argentiano, con tanto di ammazzamenti e sangue finto denso come salsa andata a male. Leo Manzella dà quasi il peggio di sè, soprattutto quando lo si vede indossare parrucca, calze a rete e zatteroni, spacciandosi per una baldracca portuale (!) Emerge solo il Webber del bel Tecnica di un omicidio. Finale risaputo con annessa battuta volgarissima.