Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
cliccando qui.
Galbo: Totalmente anacronistica (visto con gli occhi di oggi, sembrano passati secoli dalla sua realizzazione), è una commedia assolutamente leggera e disimpegnata. Va presa per quello che è, e a queste condizioni se ne potrà apprezzare il tono frivolo, il buon rispetto dei tempi del genere e la buona performance degli attori, con alcuni assi della commedia, primi tra tutti Walter Chiari e Raimondo Vianello.
Panza: Discreta commedia - in verità dimenticata - con la coppia Celentano-Vitti: il primo è come sempre divertente (l'arrivo dei superiori, fra cui anche Paolo Paoloni, in visita alla sua parrocchia e l'incontro con i paesani fanno molto ridere), la seconda è invece imprigionata in un ruolo un po' da macchietta ma tutto sommato sopportabile. Carotenuto si nasconde sotto un'inconsueta barba, ma la simpatia rimane quella. La trama è purtroppo sciocca e frivola, ravvivata dalla bravura degli interpreti. Celentano canta il brano dei titoli di testa.
MEMORABILE: La camminata sui binari di Celentano anticipa il successivo [f=2288]Joan Lui[/f]!
Reeves: Misconosciuto film western con sfondo terzomondista che esalta il bravo Robert Hundar, attore che in vita non ha mai ottenuto il riconoscimento sperato. I rivoluzionari sono simpatici, i cattivi rancheros egoisti e violentatori, il killer yankee prende coscienza e si schiera con i ribelli. Tutto avviene con un buon ritmo e colpi di scena non banali. Poi, quando il sottoproletariato ha il volto di Fernando Sancho, non ci si può che divertire. Andrebbe sempre citato tra i western rivoluzionari di Corbucci, Sollima, Leone...
B. Legnani: Pozzettiano e meneghino. Un cult per chi ama Pozzetto. Figurarsi per chi ama i romanzi di Secchi con Riccardo Finzi e caratteristi quali Cannavale, la Facchetti, Sportelli, Zamuto... Insomma, se si ama tutto ciò si viene trascinati nel gorgo e si accetta tutto. Se non si ama il genere, si rimane stupiti nel notare che c'è chi si diverte un mondo. I due tizi che si vedono insieme nella fotografia che Riccardo tiene nel suo appartamento sono i cugini Dannay e Lee, celebrati giallisti con lo pseudonimo di Ellery Queen. Globalmente discreto.
Galbo: Esordio alla regia dell’attore Tom Hanks all’insegna di una commedia old style, ambientata nei mitici (per gli americani) anni ’50. E’ proprio la ricostruzione ambientale, nostalgica ma nel contempo efficace, la cosa migliore del film che si avvale anche di una sceneggiatura (dello stesso regista) discreta e di una regia che mantiene un buon ritmo che non stanca lo spettatore. Buono il cast con lo stesso regista che si ritaglia un ruolo secondario.
Zender: Difficile giudicare serenamente un film già visto e di cui si ricordano quasi tutte le gag (anche perché ripetute da tutti un po' ovunque). Un insieme di sketch memorabili con qualche passo falso ma due titani a fare da spalle insostituibili nei momenti migliori: Agus in azienda (come nel Fracchia televisivo), Banfi al commissariato (ma non solo). In secondo piano e bene la Mazzamauro, un po' troppo sopra le righe Reder madre della belva. Parenti cuce con perizia, ricicla molto (come sempre con Villaggio) e confeziona un autentico classico della comicità italiana.
MEMORABILE: Il "Sempliciotto"; Il commissario Auricchio e De Simone; "E benvenuutiii..."
Galbo: Piuttosto minimale la trama di questo action movie (con arti marziali) diretto da Mark Lester ed interpretato dal figlio di Bruce Lee, Brandon e da Dolph Lundgren. Trama e sceneggiatura semplici ma tutto sommato divertimento a discreti livelli, grazie alla buona regia ed al ritmo elevato che tiene lontano la noia. La coppia dei protagonisti, benchè improbabile sulla carta, funziona.
Galbo: La lotta per la sopravvivenza di un gruppo di uomini in un ambiente ostile rappresenta un tema assai adoperato al cinema. Il film di Joe Carnahan non si fa mancare nulla degli archetipi narrativi del genere (compreso un protagonista dal passato tormentato), ma ha il merito di raccontare la storia con indubbia perizia, a cominciare dalla scelta del contesto ambientale (l'Alaska) usato al meglio. Alcune scene rimangono impresse nella memoria e convince la prova di un ritrovato Liam Neeson, così come un epilogo poco scontato.
Didda23: Scott, sfruttando la propria indiscussa ecletticità, firma un'opera dall'indubbio interesse, narrando i fatti di cronaca del sequestro Getty avvenuto in Italia nella prima parte degli Anni Settanta. Il belpaese, per una volta, non ha le caratteristiche da cartolina e l'ottima scelta delle location eleva la qualità complessiva. Scott rende il racconto molto fluido, non facendo pesare la durata non indifferente. Narrativamente prelibato, con una gestione della tensione magistrale che culmina in un finale di rara efficacia. Scultissime le presenze italiane del cast.
MEMORABILE: Il rapporto fra il sequestrato e Cinquanta; L'orecchio; La statuetta regalata dal nonno al nipote.
Galbo: Thriller di maniera di ambientazione militare, interpretato da John Travolta nella parte di un detective dell'esercito che indaga su un contesto corrotto e ambienti familiari malsani. Sceneggiatura piuttosto routinaria senza grandi picchi qualitativi e con un cast professionale ma abbastanza freddo. Anche la conclusione è scontata, se si è seguito il film attentamente. Discreto per passare una serata ma nulla di più.
B. Legnani: Bruttino (*½). Convince solo parzialmente il Jekyll cattivissimo della prima parte, ma qualche trovatina la sbandiera. Poi con l'arrivo di Hyde (che stavolta è il buono) il film si fa stracco, lento e interminabile, senza contare che non svela né la Fenech (se non fuggevolmente) né l'enigma: perché l'alter ego di Hyde parla in veneto? I veneti sono tutti buoni? O più buoni degli altri? Cast secondario che non lascia traccia. Gag delle parallele copiata da La pantera rosa sfida l'ispettore Clouseau.
Ciavazzaro: Il canto del cigno della mitica coppia. Il film è simpatico e la coppia rimane affiatata (con Vianello molto in forma che offre un'ottima interpretazione) in questa avventura a bordo di una nave da crociera. Raimondo si trova invischiato in una storia di paternità e aiuta una donna (la D'Aquino) che cerca il padre di suo figlio. L'azione si svolge in numerosi porti; c'e un buon ritmo e, a parte qualche piccola ingenuità, il film va promosso a pieni voti!
MEMORABILE: Vianello attaccato al balcone della nave per vedere la partita; I suoi tentativi per dormire nella piccola stanzetta dell'equipaggio!
Il Dandi: L'ammazzavampiri Val Helsing va in Cina, dove Dracula si è reincarnato e domina un antico villaggio che un gruppo di lottatori di kung-fu vorrebbe liberare. Con 1972 e I satanici riti credevamo di aver visto tutto, invece la Hammer produsse anche questa improbabile commistione di generi dalla trama delirante che muove costantemente al sorriso, con Cushing che si gratta pensoso uscendo illeso da combattimenti da ninja. Filmaccio ma divertente, se preso con lo spirito giusto, nonché ampiamente citato da Carpenter in Grosso guaio a Chinatown.
MEMORABILE: Gli studenti cinesi abbandonano sdegnati in massa l'aula dove Cushing tiene la sua conferenza sui vampiri.
Buiomega71: Davanti al capolavoro parkeriano tutti gli altri prison movie crollano inesorabilmente. Mai nessun film si è spinto oltre dietro le sbarre, in un girone infernale carcerario che sfiora l'horror con lingue strappate a morsi, falake, orribili mostri umani come il Rifki di Bonacelli o il secondino spietato di Smith e un Brad Davis che si ridurrà a una specie di zombi insieme ad altri "morti viventi" in un macabro girotondo allucinatorio. Picco assoluto del cinema di Alan Parker, supportato dallo score indimenticabile di Moroder. Viscerale e assoluto.
MEMORABILE: L'inizio all'areoporto, tensione pura; Il padre di Davis al secondino di Smith: "Tocca mio figlio e ti faccio la pelle, turco bastardo!"; Il finale.
Buiomega71: Mai più il cinema thriller italico (e non solo) sarà lo stesso. Perfetta macchina di spaventi e tecnica come pochi al mondo: sperimentalismi, violenza efferrata, specchi rivelatori, bimbe crudeli, nenie infantili da pelle d'oca, flashback natalizi agghiaccianti, ville abbandonate e terrifiche, bambolotti meccanici, occhi sbarrati, bocche sbattute nei punti più spigolosi del tavolo, acque bollenti che sfigurano volti, mannaie che maciullano la carne e ascensori giustizieri e alla fine pozze di sangue di un rosso profondo. Inutile girarci intorno: mitico!
MEMORABILE: Gabriele Lavia (Carlo): "Brindo a te, vergine stuprata!"; Il flashback natalizio con la nenia infantile che squarcia i titoli di testa; Lo specchio.
Galbo: Film televisivo ottimamente realizzato che mostra, qualora servissero ancora conferme il divario tra la tv nostrana e quella anglosassone. Il film copre un periodo interessante della storia recente che viene discretamente approfondito nei limiti concessi dal mezzo televisivo. La ricostruzione ambientale è ottima e il cast fornisce una prova di buon livello, specie Sheen ormai un habituè nei panni di Blair (è il terzo film nel quale intepreta il premier inglese dopo The deal e The Queen) e Hope Davis, ottima nel ruolo della Clinton.
Markus: Medesima operazione del precedente Attanasio, cavallo vanesio: da musical a film il passo è breve; ecco dunque la versione per il cinema del secondo spettacolo di Garinei e Giovannini, che riconferma come mattatore Renato Rascel. L'opera di derivazione teatrale, che in gran parte è di fatto una cinepresa puntata sul palcoscenico, non aggiunge nulla di nuovo al folto panorama della rivista; Rascel in ogni caso assicura tutta una serie di "gag", monologhi e coreografie adornate da qualche bellezza in lingerie. Molto datato.
Ronax: Non ci si faccia ingannare dal titolo: lo sbarco in Normandia si intravede solo nei titoli di coda, mentre il film racconta la consueta storia del commando suicida formato da canaglie di ogni risma e incaricato della solita missione impossibile, ossia distruggere una stazione radio tedesca occultata in un vecchio orfanotrofio. Trama vista e rivista mille volte che Klimovski dispiega alternando toni truci e montagne di cadaveri a parentesi sentimentali e patetiche. Il tutto all’insegna della più assoluta improbabilità. Attori seriali, perfettamente in linea con lo spirito del film.
MEMORABILE: Il soldato del commando che riesce a camminare e a guidare un mezzo blindato con un pugnale piantato nello stomaco.
Pigro: Una catena di morti porta alla scoperta di esperimenti sugli esseri umani nella Germania dei primi anni 20, prima dell'avvento di Hitler di cui si inizia a sentir parlare. E' un apologo livido e terribile quello evocato da Bergman, che attraverso la follia di una scienza autoreferenziale denuncia i prodromi del terrore distruttivo della razza superiore. Agghiacciante e filosofico, disturbante e profondo. L'orrore del pensiero tecnico che non conosce l'etica né la pietà umana: il finale è da brivido e getta ombre lugubri fin sui nostri tempi.
Markus: Prendi due bellocci anni Ottanta senza curriculum, li metti nel tritacarne dell’avventuroso con una buona dose di Laguna blu dei poveri, ci aggiungi un pizzico di “cannibal”, un pellicciotto post-atomico, una spolverata di giovanilistico e... la storiella di Adamo ed Eva è servita! Naturalmente il cinema bis italico di quegli anni regala sempre perle di sorprendente trash, quindi di grasse risate involontarie oggi divenute valore aggiunto; in questo senso si trae l'unica chiave di fruizione possibile dell’opera. E’ tempo di sdoganamento!