Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Volete invece contribuire? Scoprite come si fa
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B. Legnani: Sorprendono positivamente la ricchezza della messa in scena e la fantasmagoria del tutto. Colpiscono negativamente una trama con falle immani (una sola: ma Morgan come è arrivato alla festa spagnola, per di più vestito di tutto punto?), un lieto fine tirato per i capelli (e sbrigato in pochi secondi!) ed un protagonista davvero mediocre. Molto meglio (ovviamente) Garrani e Mestral. C'è pure la Alonso, la cui bellezza è difficilmente definibile virginale...
Fabbiu: Gli attori sono perlopiù non professionisti e spesso la cosa si nota, i dialoghi il più delle volte improbabili; nonostante tutto risulta simpatico e piacevole specie per come è messa in scena l'idea del punk di provincia disorientato e solo nella grande città, girato bene e con diverse belle trovate; oggi fa rivivere con nostalgia un periodo italiano interessante.
Il Gobbo: Terribile western comicarolo con Vianello e Chiari nei panni dei fratelli Bullivan, due emeriti idioti che grazie a un pollo miracoloso (è così) sgominano il feroce Fats Missouri (Aroldo Tieri!). Trovate e battute ("ho le carte da poker. Poker ma buoner"; "El Paso da quando siamo andati via è raddoppiata: El paso doble") al grado zero. Però siamo in Almeria, e nel cast si aggirano molte facce che rivedremo in Per un pugno di dollari. Firmato dallo spagnolo Antonio Momplet per ragioni produttive, ma diretto dal nostro De Martino.
Daniela: Cowboy vagabondo con un passato travagliato alle spalle si trova nel mezzo di una contesta sanguinosa fra un allevatore di bestiame e un affarista con molti complici. Prima si schiara con il secondo, suo vecchio amico, ma poi il senso di giustizia prevale... Bel western classico con alcuni punti di forza come i bellissimi paesaggi, alcune sequenze d'impatto e l'ottima prestazione di Mitchum, ben spalleggiato da Preston, Brennan, Tully. Convince meno la storia d'amore piuttosto convenzionale con Bel Beddes, ma per fortuna è una sotto-trama tenuta in secondo piano.
MEMORABILE: Le due cariche della mandria impazzita; Mitchum a Preston: "Neppure uno sciacallo vorrebbe essere tuo amico" e la successiva scazzottata
Galbo: Ancora diretta da George Pollock, Margaret Rutherford interpreta la detective dilettante Miss Marple in una storia (non tratta dalla Christie ma derivata da un soggetto originale) ambientata su una nave. Benchè l'attrice inglese sia sempre brava e decisamente a suo agio nei panni del personaggio, la storia è poco interessante e soprattutto priva dei connotati "mistery" che dovrebbe avere. Il film vive quindi delle caratterizzazioni degli interpreti (tutti peraltro bravi), ma è un pò poco.
Gestarsh99: Esordio al fulmicotone quello della coppia registica più irriguardosa e sconveniente d'America, che parte subito in quarta con una commedia degli equivoci scorrettissima ed iper-demenziale, trascinata e sballottata a destra e a manca dai "calatissimi" Carrey e Daniels a suon di sganassoni uro-fecali e calembour mongoflettici di bassissima lega. Nessun background a giustificare l'incoscienza decerebrata ed esasperante dei due madornali idioti protagonisti, sguinzagliati senza tante cerimonie in medias res a detrimento di qualsiasi galateo audio-visivo. Sinapticamente nefasto.
MEMORABILE: La minzione in bottiglia on-the-road di Carrey; la crepitante e fragorosa evacuazione post-purga di Daniels; il "patchwork avicolo" venduto al bimbo cieco...
Pigro: Indagine su un omicidio, con un poliziotto in crisi di sonno e un killer che lo manovra, sullo sfondo algido dell'Alaska. L'ambiente inquietante corrode psicologicamente il protagonista (notevole Pacino) di questa inchiesta dalla solida struttura classica, diventando un terzo protagonista. Nolan è più interessato a questo deragliamento della psiche e ai contorni sfumati e incerti della vicenda che non al thriller in sé. Ed è proprio questo il punto di forza di un'opera raffinata e affascinante, almeno fino al finale tradizionale. Notevole.
Galbo: Giovane studente di San Francisco attraversa un periodo di volontaria astinenza sessuale dopo un'esperienza amorosa infelice. Destinata prevalentemente ad un pubblico post-adolescenziale, questa commedia di Michael Lehman sbeffeggia il sesso (e l'astinenza da questo) in modo piuttosto facile e scontato non facendosi mancare nessuno dei luoghi comuni narrativi del genere. L'umorismo di cui vive il film è pertanto piuttosto grossolano anche se talvolta colpisc efficacemente il bersaglio. Si può vedere.
B. Legnani: Celebre sottofantozzata con due scene favolose (quella con Mike e quella del balletto, con la folla in visibilio) e poco, pochissimo altro. Il finale con carabinieri e polizia è uguale al precedente Fracchia la belva umana e via riciclando.
La Agren (mon amour) non prova neppure a recitare. Dimenticabile Alida Valli. Il film regge coi caratteristi, fra i quali un delizioso Allocca ed un ubiquo, spettrale, Paul Muller.
Galbo: Film che trae spunto da un manuale ironico scritto dagli autori di Sex and the City e strutturato intorno ad una serie di personaggi, ciascuno in crisi sentimentale per diversi motivi ed interpretati da celebri giovani attori americani. Sceneggiatura ben scritta e ricca di riflessioni spesso non banali sui rapporti tra uomini e donne, il film è diretto con un buon ritmo e si tratta di una commedia godibile anche se alla lunga può risultare piuttosto ripetitiva. Convincente la prova del cast.
Galbo: Tra i migliori esempi di film horror giovanilistico molto di moda per un certo periodo, Final destination parte da un'idea indubbiamente piuttosto originale, una sorte di vendetta della morte contro coloro che sono sfuggiti al loro destino. Il film vive di episodi che mettono in scena morti imprevedibili realizzati con grande efficacia e spesso disturbanti per lo spettatore. Certo, spesso manca la qualità di fondo narrativa complessiva ma lo spettacolo è senz'altro efficace.
Galbo: Una trama minimale (un recupero di un carico prezioso in fondo al mare), che è poco più di uno spunto o di un pretesto per un film d'avventura che si può guardare a patto di non aspettarsi molto (o quasi nulla) per concentrarsi sull'estetica delle immagini. Il film è infatti caratterizzato da riprese subacquee, realizzate in maniera eccellente, in uno sfondo caraibico peraltro incantevole. Tutto il resto (compresa la prova dello pseudocast), è superfluo.
Caesars: Buon film di Tornatore, che può contare su un ottimo Geoffrey Rush (praticemente sempre in scena nelle due ore e passa di spettacolo), tecnicamente ineccepibile e con una trama interessante (pur con un finale non propriamente non anticipabile). Certamente non mancano momenti in cui la storia ha qualche cedimento (vedasi ad esempio la penultima asta), ma il regista siciliano sa bene come intrattenere lo spettatore e lo fa alla grande nonostante la pellicola abbia un ritmo non elevatissimo. Sempre gradevole rivedere Donald Sutherland. ***!
Undying: Nella sterminata produzione di pellicole composta da Joe D'Amato prima della sua definitiva immersione nell'hard, figura anche il seguito di un titolo apocrifo (11 Giorni, 11 Notti), debitore del più noto 9 Settimane e 1/2. Ancora una volta Massaccesi ci racconta di Sarah Asproon, interpretata da un'altra attrice (Kristine Rose), coinvolta in una storia di eredità in quel di New Orleans. Nel complesso, pur se appare insolitamente trattenuto sul versante erotico, si lascia seguire.
Galbo: Film coreano difficilmente classificabile. Non rientra nella categoria degli erotici, nonostante le scene sessualmente esplicite. Si tratta invece di un dramma esistenziale nel quale l'erotismo viene utilizzato come surrogato per superare derive insoddisfacenti di vita e traumi legati alla perdita. Piuttosto cinico nelle premesse, manca di una sceneggiatura che sviluppi i personaggi a livelli superiori e ne mostri il percorso. Attori bravi.
Daniela: Western atipico, il migliore fra quelli di Burt Kennedy: formidabile l'inizio, con un pistolero pazzo mette a ferro e fuoco un paesino senza pronunciare un parola, pittoresca con spunti umoristici la parte centrale secondo lo stile tipico del regista, inaspettato il finale beffardo. Particolari anche i personaggi: Ray sembra uscito dall'inferno, Rule è posseduta dallo spirito della vendetta, Fonda dovrebbe impersonale un uomo considerato vigliacco ma i modi pacati, propri dell'attore in età matura, rendono difficile crederlo creando una contraddizione intrigante, destinata a restare irrisolta.
MEMORABILE: Ray, sempre senza dire una parola, prima accarezza il volto della prostituta e poi gli strappa il vestito
Panza: E' la solita vicenda dell'impiegato bistrattato e in cerca di successo che cerca di emergere e trova, insapettamente, un supporto (in questo caso soprannaturale). Più che la storia, assai risaputa, sono divertenti le gag surreali di cui è partecipe Maurizio Micheli, protagonista poco carismatico, tanto che in molte scene rendono di più gli attori secondari. La Pieroni fa la bella statuina e non funziona nemmeno come femme fatale, ma per fortuna appare poco, tanto è irrilevante per lo svolgersi della vicenda. Nonostante i molti difetti, resta una commedia abbastanza godibile.
Pigro: Un giornalista indaga sulla tragedia del DC-9 precipitato al largo di Ustica nel 1980 scoprendo un fitto reticolato di depistaggi, connivenze e responsabilità militari. La vera storia di un’indagine che riaprì il clamoroso caso dopo anni di omertà arriva sullo schermo in un film di impegno civile, rigoroso e ben diretto. Bella la figura di un giornalista-uomo qualunque ma con il coraggio dell’indignazione e della verità. Una storia che tutti dovrebbero conoscere, un film che tutti dovrebbero vedere.
Il Gobbo: Che sia sovraccarico, sbilanciato, troppo lungo è innegabile. Che il trash sia in agguato a ogni angolo, vuoi per il cast, vuoi per le imbarazzantissime sequenze "d'amore" che, fra flou e sdilinquimenti di Ortolani, ci precipitano in pieno Mondaini-Vianello, pure. Tuttavia il film ha una sua follia visionaria, una certa incoscienza, una sua singolarità, che ne fanno un UFO non solo dell'epoca. Premio al tentativo.
Markus: Film quantomeno curioso, questo esordio (ma non andrà lontano) di Antonio D'Agostino: il coma di un ragazzo incidentato dà il via a tutta una serie di visioni (che attingono al Salò di Pasolini e a certe atmosfere psichedeliche di un decennio prima) e a qualche frecciatina diciamo “politica”; il tutto con accozzate (forse per il mercato estero) scene a carattere pornografico. Siamo di fronte a quelle opere anche difficili da elaborare, tanta la dose di surreale e trash involontario gettato in faccia allo spettatore. Esordio di Eva Robin's.
Reeves: Diciamo che il povero Mario Bava ce la mette tutta e fa miracoli grazie d un uso sapiente delle cromaticità e a un certo delirio visivo che è però sminuito da quei cactus così palesemente fasulli e da quegli indiani così chiaramente ridicoli. Si possono ipotizzare mille attenuanti, ma resta comunque un western scassato, con una storia poco interessante e un riscatto visivo che non riesce mai a prendere piede.